Autore: Federico Pisanu

  • Report Calcio 2012, i conti non tornano. Buco da 2,6 miliardi

    Report Calcio 2012, i conti non tornano. Buco da 2,6 miliardi

    Nel mondo del calcio c’è qualcosa che non va. Prosegue la caduta libera dei conti. Nella scorsa stagione si è registrato il debito record di oltre 2,6 miliardi di euro. Il buco nero del bilancio comprende i campionati di Serie A, Serie Bwin, e Lega Pro. Scontato affermare come la massima serie la faccia da padrone. Quali le cause del profondo rosso italiano? Principalmente i costi dovuti a ingaggi annuali e trasferimenti faraonici, con giocatori che arrivano a peso d’oro per poi non lasciare alcuna traccia sul terreno di gioco. Situazione preoccupante anche sotto il punto di vista degli stadi, ormai impianti fantasmi e obsoleti che non attraggono più come un tempo i tifosi della domenica. C’è ancora qualcuno che si salva in tutto questo caos?

    Il calcio italiano potrebbe far impallidire la stessa Grecia. Nella stagione appena trascorsa è stato accumulato un ulteriore debito di 420 milioni di euro, che va a sommarsi al precedente debito complessivo di 2,2 miliardi, accumulato negli ultimi anni. Teoricamente il fallimento è già certificato, fin quanto andrà avanti la pantomima del pallone? In che modo i club riusciranno a trovare la liquidità necessaria per sollevarsi dal pantano in cui è scivolato? Chi darà ulteriore credito all’azienda calcio, soprattutto ora che un nuovo capitolo del calcioscommesse è pronto a gettare nuovo fango sullo sport più amato dagli italiani.

    Rispetto all’anno precedente, il debito totale è cresciuto del 14%. Fa sgomento il dato che riporta il numero dei club sani. Sono solamente 19 le squadre nel panorama calcistico nazionale che sono riuscite a chiudere i conti in positivo. Rispetto alle 107 società che attualmente figurano iscritte negli albi delle divisioni professionistiche, esse rappresentano meno del 20% totale. Sempre secondo il Report Calcio della Figc, la perdita annuale rispetto alla stagione 2009-2010 è aumentata di circa il 23% (quasi 80 milioni di euro).

    maurizio beretta | © Vittorio Zunino/Getty Images

    Altro punto dolente dell’inchiesta è quello sugli stadi. Da anni si invoca una rivoluzione culturale, la situazione però sembra essere rimasta la stessa di 20 anni fa. Fino a quando non verrà data una rispolverata agli impianti sportivi ormai vetusti, i tifosi continueranno a disertare lo stadio preferendolo alla comoda poltrona di casa. Nel 2010-2011 c’è stato un calo del 4,4%, che tradotto in denaro ha rappresentato una perdita per i botteghini di quasi 23 milioni di euro. L’esodo più massiccio fatto registrare lo scorso anno è stato in Seconda Divisione, dove si è assistito ad un calo di 20% dei spettatori.

    L’unica ancora di salvataggio viene lanciata dai colossi televisivi, sebbene il valore del calcio nostrano sia diminuito di poco più dell’1%, per un totale di 2,5 miliardi di euro. Nella voce ricavi, è ancora la Serie A a recitare il ruolo di protagonista. Il campionato della massima serie prende l’82% della “torta”, seguita dalla Serie Bwin al 14% e dalla Lega Pro al 4%.

  • Calcioscommesse, Mentana annuncia arresti in Serie A

    Calcioscommesse, Mentana annuncia arresti in Serie A

    Nuova puntata della telenovela calcioscommesse. Durante l’edizione serale del Tg di La7, Enrico Mentana ha annunciato una nuova ondata di arresti per le prossime 24/48 ore dei calciatori coinvolti nell’inchiesta partita l’estate scorsa dalla procura di Cremona per poi proseguire parallelamente a Bari. Alcuni nomi eccellenti hanno già conosciuto le patrie galere, come ad esempio il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e l’ex difensore del Bari Carlo Gervasoni. Nei giorni scorsi due uomini facenti parte del gruppo degli “zingari” si sono consegnati spontaneamente alla polizia. Una vera svolta è quindi attesa nelle prossime ore, quando la Procura del capoluogo pugliese potrebbe accendere i fuochi d’artificio.

    Notizia shock quella testimoniata dal direttore Enrico Mentana, il quale ha parlato di un’imminente ondata di nuovi arresti nel mondo del calcio. Tali dichiarazioni fanno seguito a quelle rilasciate dal capo della Polizia Manganelli, che un mese fa durante un convegno sullo sport a Roma aveva preannunciato la scure dello Stato sullo scandalo scommesse. Pare dunque essere giunta l’ora x, quella che potrebbe portare il calcio sull’orlo del baratro sportivo. Dopo Calciopoli il gioco più amato dagli italiani è pronto a subire l’ennesimo schiaffo morale. I più ottimisti vedono in scommessopoli grandi analogie con il precedente scandalo del 2006. Allora arrivò la vittoria nella Coppa del Mondo. Quest’anno gli Europei?

    enrico mentana | © Ernesto Ruscio/Getty Images

    Secondo le indiscrezioni coloro che al momento rischiano di più sono proprio i calciatori del Bari, in quanto gli inquirenti avrebbero in mano prove schiaccianti che dimostrerebbero le combine delle ultime nove partite dei biancorossi durante la stagione 2010-2011, quando i galletti retrocessero in Serie B. Dall’edizione di stamani del Messaggero si apprende che i calciatori indagati presso la Procura di Bari sarebbero Nicola Belmonte, Antonio Bellavista, Marco Esposito, Ghezzal, Marco Rossi, Andrea Masiello, Simone Bentivoglio, Alessandro Parisi, Daniele Portanova. Oltre agli stessi giocatori, pesanti sospetti ricadrebbero anche sul famoso infermiere Angelo Iacovelli (colui che avrebbe fatto da tramite fra squadra e organizzazione criminale), e alcuni ristoratori complici dei calciatori.

  • Milan – Barcellona 0-0, le pagelle. Antonini eroico. Delude Sanchez

    Milan – Barcellona 0-0, le pagelle. Antonini eroico. Delude Sanchez

    Si è concluso con un pareggio a reti inviolate il big match di San Siro fra Milan Barcellona, uno 0-0 che lascia intatte le speranze di qualificazione per i rossoneri. Nel Diavolo da lodare la prestazione dell’intero reparto difensivo, capace di mantenere la porta inviolata al cospetto dei blaugrana. Robinho fallisce l’ennesimo gol, Ibra tira in porta una sola volta. Tra i catalani non brilla la stella di Sanchez, mentre Xavi e Messi confermano la propria natura extra-terrestre.

    Milan Barcellona 0-0, le pagelle

    MILAN
    Abbiati 6,5: San Abbiati da Londra salva il risultato in più di un’occasione, non sempre in maniera legale però, come quando atterra Sanchez in area nel corso del primo tempo. L’arbitro Eriksson però lo grazia.
    Antonini 7,5: il sito dell’Uefa l’ha nominato man of the match di ieri sera, in virtù di due salvataggi prodigiosi prima su Sanchez e poi nel finale sul neo entrato Tello. E’ anche grazie a lui che il Milan può considerarsi ancora in gioco per un posto in semifinale.
    Mexes 6,5: il francese gioca una prova attenta, mostrandosi sempre lucido nei disimpegni. Mostrasse tale concentrazione anche nelle partite di campionato sarebbe un campione.
    Nesta 7: tornato dall’infortunio viene subito catapultato nella partita più difficile della stagione rossonera. Fino a quando le gambe lo sorreggono si erge a totem della difesa, senza far rimpiangere l’assenza di Thiago Silva. (75′ Mesbah 6)
    Bonera 7: conferma di attraversare un periodo di forma eccezionale, forse il suo migliore anno da quando è approdato al Milan. Prima a destra e poi al centro dopo l’uscita di Nesta, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
    Ambrosini 7,5: insieme ad Antonini il migliore in campo. Il capitano rossonero sfodera una prestazione tutta cuore, costruendo un muro invalicabile per l’attacco blaugrana. Insieme ai difensori centrali ferma Messi. Partita indimenticabile per il numero 23 del Diavolo.
    Seedorf 6,5: l’olandese disputa un buon primo tempo, durante il quale offre una bellissima palla ad Ibrahimovic che lo svedese spreca a tu per tu con Valdes. Cala nella ripresa, in ogni caso resta positiva la prestazione di mister Champions.
    Nocerino 6: svolge bene il compito di pressare il centrocampo blaugrana, senza però disdegnare qualche inserimento dei suoi in attacco, come in occasione del secondo tempo quando butta all’aria un pericoloso contropiede dei suoi compagni di squadra.
    Boateng 5,5: il ghanese non è al massimo della forma e si vede. E’ sua la prima clamorosa opportunità da gol, però il Boa si addormenta al momento di tirare.  Da lì in poi il nulla. Allegri lo sostituisce con Emanuelson (5,5) alla metà della ripresa.
    Robinho 4,5: lontano anni luce dal giocatore capace di rifilare due gol all’Arsenal negli ottavi. Ciò che spreca al primo minuto è da suicidio sportivo. In seguito non fa nulla per farsi perdonare. Pochi minuti dopo l’inizio della seconda frazione lascia il posto ad El Shaarawy (6).
    Ibrahimovic 5: lo svedese offre un’altra prova insufficiente in campo internazionale. Contro i suoi ex compagni di squadra si fa vedere solo verso la metà del primo tempo, quando imbeccato ottimamente da Seedorf calcia debolmente di sinistro sui guanti del portiere blaugrana. Al Nou Camp il Milan avrà bisogno anche del suo apporto per ottenere il pass qualificazione.

    daniele bonera | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    BARCELLONA
    Valdes 6: deve compiere una sola parata nell’arco dei 90′ minuti, proprio quella sull’attaccante svedese. Per il resto ordinaria amministrazione nonostante i primi 10′ minuti non fossero stati del tutto piacevoli per l’estremo difensore del Barca.
    Dani Alves 7: si legge terzino ma è a tutti gli effetti l’attaccante aggiunto dei blaugrana. Uno dei migliori laterali al mondo. L’avversario più pericoloso? Il terreno di San Siro.
    Piqué Mascherano 6,5: seguono Ibrahimovic come un’ombra. Se non si trattasse di una partita di calcio le fidanzate sarebbero anche gelose del trattamento speciale riservato al bomber di Malmoe.
    Puyol 6: partita senza sbavature per il capitano del Barca, il quale può recriminare su una trattenuta subita in area di rigore e non vista dall’arbitro Eriksson.
    Xavi 7: un maestro del pallone, quello che fa con Messi e Iniesta è un qualcosa di sconosciuto ai più. Limited edition Barca.
    Sergio Busquets-Keita 6: scelti da Guardiola per fronteggiare la forza fisica dei rossoneri, svolgono discretamente il proprio compito. Senza infamia e senza lode.
    Iniesta 6,5: il gemello diverso di Xavi mostra tutta la sua classe anche su un campo così disastrato come San Siro. Qualcuno potrebbe gridare allo scandalo per il fatto che né lui né Xavi abbiano mai vinto il Pallone d’oro. Una spiegazione però c’è…(67′ Tello 6,5)
    Messi 7: ecco il motivo per il quale nessun calciatore può aspirare al trono di migliore al mondo. Quando ha la palla fra i piedi illumina la scena e crea sempre pericoli. Non nella sua versione migliore, tanto basta però per mettere paura alla Curva Sud rossonera.
    Sanchez 5: il cileno si accende solo a sprazzi. Meriterebbe il calcio di rigore dopo l’entrata a valanga di Abbiati. Ci pensa poi Antonini a rovinargli la serata con un recupero mozzafiato alla fine del primo tempo. (77′ Pedro s.v.)

    MILAN BARCELLONA 0-0, ANDATA QUARTI CHAMPIONS LEAGUE, HIGHLIGHTS 
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  • Barcellona solo tiki taka, il Milan con più speranze al Camp Nou

    Barcellona solo tiki taka, il Milan con più speranze al Camp Nou

    Termina sul punteggio di 0-0 l’andata dei quarti di Champions League fra Milan Barcellona. A San Siro è dominio blaugrana, ma il Milan riesce a conquistare un insperato pareggio. Qualsiasi discorso qualificazione è ora rinviato al match di ritorno in Spagna. I rossoneri dopo un ottimo avvio possono recriminare per le occasioni sprecate da Robinho e Ibrahimovic. Gli uomini di Guardiola ancora una volta giocano una partita strepitosa, e il possesso palla blaugrana fa infuriare il presidente Berlusconi. La girandola di sostituzione nella ripresa non cambia il risultato finale di parità. Fra i rossoneri da sottolineare la grande prestazione di Nesta e capitan Ambrosini, mentre delude ancora una volta Ibra. Nel Barcellona non smette mai di stupire Messi, mediocre invece la prova di Sanchez.

    PRIMO TEMPO – I primi 10′ minuti vedono un Milan arrembante. Pressing totale fin nell’area blaugrana, e gli uomini di Guardiola vanno in tilt. L’occasione più ghiotta del primo tempo capita prima a Boateng ma sopratutto a Robinho, con il brasiliano che spreca una palla incredibile calciando alto da posizione favorevolissima. La squadra di Allegri alla prima offensiva catalana tira i remi in barca e dal pressing iniziale passa al catenaccio made in Italy, facendo mandare su tutte le furie il presidente Silvio Berlusconi.

    Il Barcellona diventa padrone assoluto del campo, grazie al trio delle meraviglie composto da Messi, Xavi e Iniesta, ed è soltanto un miracolo che Abbiati riesca a non subire gol durante la prima frazione di gioco. I blaugrana possono inoltre recriminare per il rigore non concesso a Sanchez durante il 16° minuto, con Abbiati che entra in ritardo sull’ex attaccante dell’Udinese, ma il fischietto svedese Eriksson fa segno di proseguire. Per il Milan l’ultima chance dei primi 45′ capita a Ibra, che lanciato da un passaggio illuminante di Seedorf colpisce di sinistro in maniera troppo timida, rendendo così facile il compito a Valdes. Al termine del primo tempo il dato sul possesso di palla è piuttosto inquietante, con il 65% a favore del Barca. Fallita la missione del Diavolo, stavolta il padrone del giuoco (Berlusconi’s copyright) è l’avversario.

    zlatan ibrahimovic | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Allegri prova a cambiare le carte in tavola, gettando nella mischia El Shaarawy togliendo uno spento Robinho. San Siro approva la scelta. Il Barcellona prosegue il suo cammino ed il Milan attende sulle corde come un pugile battuto. Emblematica l’espressione di Nesta dopo l’ennesimo fallo su Messi, come a voler dire: chi lo ferma questo? Guardiola capisce che è il momento di punire i rossoneri, rinforzando il reparto offensivo con la sostituzione del giovane Tello per Iniesta. A sorpresa Allegri risponde togliendo dal campo Boateng, non ancora meglio, per Emanuelson, con l’olandese che ha subito l’opportunità di involarsi verso l’area di rigore avversaria ma finisce per dribblarsi da solo.

    Oltre ad accusare chiari segni di stanchezza, la squadra di casa perde anche Nesta, fino a quel momento uno dei migliori in campo insieme al capitano Ambrosini. Il difensore centrale viene sostituito da Mesbah, con Bonera che si sposta al centro della difesa e Antonini che scala a destra. Fuori anche un evanescente Sanchez, dentro Pedro. Nonostante un avvio incoraggiante i blaugrana sembrano faticare più del previsto per trovare la via del gol, il Milan però neanche prova ad affacciarsi oltre la metà campo. San Siro incoraggia i propri beniamini spingendoli alla ricerca del gol vittoria, senza trovare risposte positive dal campo. Nel finale brivido Tello, il quale si avventa sulla ribattuta di Abbiati dopo la conclusione di Messi ma Antonini salva il risultato, immolandosi in scivolata.

  • Champions League, Milan – Barcellona. Robinho c’è

    Champions League, Milan – Barcellona. Robinho c’è

    Ci siamo. Mancano meno di 4 ore al fischio di inizio di Milan Barcellona, andata dei quarti di Champions LeagueAllegri schiera dall’inizio Robinho al fianco di Ibrahimovic, sciogliendo così l’ultimo dubbio della vigilia. Dall’altra parte Guardiola pare intenzionato a schierare Mascherano in difesa, con Puyol terzino. San Siro è sold out. I rossoneri sfidano quella che è attualmente considerata la squadra più forte mai esistita. Arbitrerà l’incontro lo svedese Eriksson.

    DIAMANTE BOATENG – Il Milan schiera in porta Abbiati. La linea dei quattro difensori sarà composta con ogni probabilità da Bonera e Antonini terzini con Nesta e Mexes al centro. Vertice basso del centrocampo il capitano Massimo Ambrosini, vista l’assenza dell’olandese Van Bommel, costretto allo stop per un problema alla schiena. Sul centro-destra giocherà Nocerino, mentre Seedorf occuperà il ruolo di mezz’ala sinistra, avendo vinto il ballottaggio con l’acciaccato Emanuelson. Nella trequarti fondamentale il recupero di Boateng, rientrato nell’ultima di campionato contro la Roma. In attacco spazio alla coppia Ibrahimovic-Robinho, capace insieme di segnare tre gol nel match casalingo degli ottavi contro gli inglesi dell’Arsenal. Pronti a subentrare nel corso dei 90′ Aquilani, Maxi Lopez ed il Faraone El Shaarawy.

    GIOCA SANCHEZ – Guardiola schiera il consueto 4-3-3 affidandosi a Victor Valdes in porta. In difesa il tecnico blaugrana sceglie l’opzione Mascherano. L’argentino farà coppia con Piquè, mentre il capitano Puyol sarà dirottato sull’out di sinistra, mentre Dani Alves sarà impiegato sulla corsia di destra. A centrocampo Sergio Busquets, Xavi e Fabregas costituiranno il cervello del tridente offensivo formato da Sanchez, Iniesta e Messi. Soltanto panchina per Pedro.

    robinho | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    CURIOSITA’ – Nei precedenti 14 incontri casalinghi dei quarti di finale il Milan non ha mai perso, collezionando 10 vittorie e 4 pareggi. Basterà questo dato per esorcizzare un’eventuale sconfitta contro i marziani del Barca? Secondo i bookmaker no, i quali danno la vittoria della squadra rossonera quasi 5 volte la posta, mentre il successo del Barcellona è quotato 1,60.

    Probabili formazioni Milan Barcellona, andata dei quarti di Champions League
    Milan (4-3-1-2)
    :  Abbiati, Bonera, Nesta, Mexes, Antonini, Ambrosini, Nocerino, Seedorf, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Yepes, Zambrotta, Aquilani, Emanuelson, Maxi Lopez, El Shaarawy. Allenatore: Massimiliano Allegri

    Barcellona (4-3-3): Valdes, Dani Alves, Piquè, Mascherano, Puyol, Sergio Busquets, Xavi, Fabregas, Messi, Sanchez, Iniesta.
    Panchina: Pinto, Montoya, Tello, Thiago Alcantara, Keita, Pedro, Cuenca. Allenatore: Joseph Guardiola

  • Mourinho, ritorno all’Inter? Sì, anche al Chelsea

    Mourinho, ritorno all’Inter? Sì, anche al Chelsea

    Dopo la vittoria contro l’Apoel nell’andata dei quarti di Champions League, Mourinho si è soffermato sul delicato momento che sta attraversando l’Inter. L’ex allenatore nerazzurro si è detto più che disponibile ad un suo ritorno in Italia, lasciando però un grande punto interrogativo circa l’arco temporale designato per il rientro alla Pinetina.

    Non è la prima volta che il tecnico portoghese pronuncia testuali parole. Quando se ne andò dal Porto, quando venne esonerato da Abramovich, quando lasciò l’Inter dopo la finale del Bernabeu, Mourinho non ha mai perso l’occasione di lanciare un messaggio di affetto o qualcosa di più verso i suoi ex tifosi. Una promessa rimasta tale dal 2004.

    Dopo il 3-0 rifilato all’Apoel, Mou è stato intervistato dal giornalista di Mediaset Premium Bruno Longhi, il quale ha riportato al tecnico del Real Madrid le domande di Lele Oriali, seduto in studio accanto al presentatore Marco Foroni. L’ex dirigente nerazzurro ha domandato se pensasse che il ciclo dell’Inter sarebbe terminato così presto (triplete 2009-2010 ndr) e se fosse possibile un suo ritorno all’Inter. Questa la risposta del vate di Setubal:

    jose mourinho | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Ritornare a casa è sempre possibile, l’Inter è casa mia come casa sua (riferendosi ad Oriali), e per questo io penso che Gabriele debba ritornare. Ai tifosi dico che sono uno di loro, sono triste però ho sempre la speranza che tutto andrà migliorando e che la prossima stagione sarà diversa. La stagione che abbiamo fatto nel 2009-2010 è una stagione indimenticabile, irripetibile, e per questa ragione io penso che sia un peso difficile per i nuovi allenatori e per i nuovi giocatori.

    Gli stessi tifosi dell’Inter però avranno iniziato a prendere con le molle tali dichiarazioni, le quali ritornano ciclicamente fin dalla conferenza inaugurale di Mourinho da neo allenatore del Real Madrid. Dichiarazioni uguali a quelle rilasciate al suo approdo in Italia, quando il portoghese volle assicurare i tifosi del Chelsea che un giorno sarebbe tornato in Inghilterra. Immancabile anche il riferimento al Porto, il suo primo amore. A giugno mancano poco meno di 3 mesi, Mourinho manterrà la promessa che da anni ripete ormai con una frequenza quasi mensile?

  • Moggi, confermata la radiazione post Calciopoli?

    Moggi, confermata la radiazione post Calciopoli?

    Il 4 aprile prossimo l’Alta Corte di giustizia sportiva si riunirà per confermare o meno la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini, quest’ultimo ex vicepresidente della Federcalcio. Fra meno di una settimana quindi verrà scritto l’ultimo capitolo della vicenda Calciopoli, che nel 2006 ha stravolto per sempre il mondo del calcio italiano. I legali dell’ex direttore generale della Juventus hanno già dichiarato l’intenzione di procedere oltre la giustizia sportiva, qualora la sentenza fosse negativa, volgendo quindi il pensiero già alla Corte di Giustizia di Strasburgo. Difficile infatti immaginare come nell’ultimo grado di giudizio vengano “magicamente” ridotte le condanne inflitte ai due bianconeri e al vice di Carraro, sancite nei due precedenti processi.

    E’ passato quasi un anno da quando la Commissione Disciplinare della Federcalcio radiò dal mondo del calcio il direttore generale della Juve Luciano Moggi, l’amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo e il vicepresidente della Federcalcio Mazzini. Quel 15 giugno del 2011 veniva posto il sigillo (quasi) definitivo al processo Calciopoli, lo scandalo scoppiato nell’estate del 2006, poche settimane prima dell’inizio del Mondiale tedesco che vide il trionfo degli azzurri guidati da Marcello Lippi. Fu proprio la Juventus la squadra a subire la maggiore penalizzazione, con la retrocessione in Serie B la stagione seguente e la revoca degli ultimi due scudetti, quelli del 2004-2005 e del 2005-2006, quest’ultimo assegnato d’ufficio all’Inter.

    luciano moggi | © GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    Contemporaneamente alla retrocessione in Serie B, la Juventus perse la cosiddetta cupola, e la triade composta da Moggi, Giraudo e Bettega venne sciolta. Roberto Bettega però, allora vicepresidente bianconero, non venne coinvolto nello scandalo di Calciopoli e tornò nuovamente alla Juve nella stagione 2009-2010 per ricoprire l’incarico di consulente di mercato, per poi lasciare definitivamente la società sei mesi dopo.

    Sei anni dopo e due sentenze, Moggi attende l’ultimo grado di giustizia sportiva per conoscere il suo futuro. I cinque avvocati che sostengono l’ex direttore generale juventino non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito alle loro aspettative in merito alla decisione che l’Alta Corte decreterà il prossimo 4 aprile, sebbene abbiano lasciato trasparire pessimismo. Sentenza già scritta? Forse, anche per questo i biglietti per l’Alsazia sono già pronti, destinazione Strasburgo.

  • Milan Barcellona, un dubbio a testa per Allegri e Guardiola

    Milan Barcellona, un dubbio a testa per Allegri e Guardiola

    La quiete prima della tempesta. Volti distesi e sorrisi tirati hanno caratterizzato la vigilia di Milan Barcellona. Domani a San Siro andrà in scena la sfida più affascinante dei quarti di Champions League. Allegri da una parte e Guardiola dall’altra hanno sciolto gli ultimi dubbi di formazione, o quasi.

    Milan Barcellona vedrà anche il duello a distanza fra Ibrahimovic e Messi, con lo svedese pronto a confermare le parole entusiastiche di Mino Raiola rilasciate nella giornata di ieri.

    Gli ultimi precedenti non depongono a favore dei rossoneri, ma a Milanello si respira aria di impresa. Davide contro Golia? Forse, però nel calcio nulla può essere dato per scontato.

    BINHO O MAXI – Allegri è atteso dal rebus Robinho. Dopo aver saltato gli ultimi 3 incontri, il brasiliano è tornato a disposizione del tecnico in vista del big match di domani. Dietro Binho, che rimane comunque favorito, scalpitano Maxi Lopez ed El Shaarawy. Il primo è dato in ottima condizione e formerebbe con Ibrahimovic una coppia di ex avvelenati, mentre la velocità del Faraone potrebbe mettere in difficoltà i centrali difensivi blaugrana (la lezione di Pato al Nou Camp non è in bianco e nero). A spuntarla però dovrebbe essere ancora una volta Robinho, in quanto costituisce insieme ad Ibra la coppia d’attacco più collaudata.

    RIECCO IL BOA – Un rientro fondamentale sarà quello di Boateng, che si riprenderà il ruolo di trequartista, affidato nelle ultime giornate di campionato ad un sorprendente Emanuelson. Il ghanese partirà dal primo minuto, determinato a ripetere le prestazioni casalinghe contro Arsenal e lo stesso Barcellona durante la fase a gironi. Allegri ritrova quel calciatore che in più di un’occasione ha rappresentato l’autentico spartiacque delle ultime due stagioni rossonere, dimostrando di esaltarsi proprio nelle sfide più difficili. Contro i blaugrana il Boa delizierà i suoi tifosi con una delle sue magie?

    SENZA THIAGO – La difesa del Milan sarà orfana di Thiago Silva, dopo Ibrahimovic il leader indiscusso della formazione rossonera. Toccherà alla coppia Mexes-Nesta cercare di fermare gli attacchi di Messi e compagni, con il difensore romano che rientra da un lungo stop. Difficile immaginare Bonera al centro della difesa, sopratutto perché si presenterebbe un problema non di poco conto sulla corsia di destra. Bonera al fianco di Mexes costringerebbe Allegri a schierare Antonini sulla destra, lasciando Mesbah a sinistra. L’algerino però ha dimostrato anche nell’ultimo impegno di Champions contro l’Arsenal di non essere ancora pronto per calcare palcoscenici così importanti, sconsigliandone quindi un suo eventuale impiego proprio contro la squadra attualmente più forte del mondo. Discorso a parte per Zambrotta, il quale contro la Roma ha evidenziato una forma fisica a dir poco sconcertante, che indurrebbe qualunque allenatore a concedergli una salutare pausa di riflessione.

    zlatan ibrahimovic | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    IBRA vs MESSI – Solo quest’anno insieme hanno messo a segno qualcosa come 84 gol. La cosa che però fa più rabbrividire è il confronto fra i due. Leo doppia Zlatan, nonostante quest’ultimo stia attraversando la sua migliore stagione da quando gioca in Italia. Il blaugrana ha segnato fino ad oggi 55 reti, 12 in Champions, dove ha raggiunto lo storico traguardo di cinque reti segnate nell’arco dello stesso incontro. Lo svedese viaggia a una media di un gol a partita in Serie A, 22 reti in 23 partite, mentre in Europa ha già raggiunto il suo migliore score personale, con 5 gol negli 8 match fin qui disputati.

    CAPITOLO GUARDIOLA – Oltre a Messi, il numero 11 rossonero rivedrà Pep Guardiola. Non è un segreto che il rapporto fra i due sia ormai del tutto compromesso, e lo stesso Ibrahimovic ha confermato che con ogni probabilità non stringerà la mano al suo ex allenatore. Dall’altra parte lo spagnolo ha elogiato lo svedese, ricordando come lo stesso attaccante svedese sia stato fondamentale durante la Liga del 2009, dove il suo apporto fu prezioso per raggiungere il traguardo incredibile di 99 punti in 38 partite.

    PRECEDENTI – Gli ultimi scontri fra le due squadre sono terminati quasi sempre a favore del Barcellona. Dal 2000 ad oggi il Milan ha battuto i catalani soltanto in due occasioni. Il successo a San Siro manca dal lontano 20 ottobre del 2004, quando i rossoneri guidati da Ancelotti sconfissero i blaugrana per 1-0 nel gruppo F della fase a gironi grazie alla rete dell’ucraino Shevchenko. Quest’anno i due club hanno già avuto modo di affrontarsi durante il girone eliminatorio. All’andata i rossoneri riuscirono nell’impresa di pareggiare 2-2 in Spagna grazie all’inzuccata di Thiago Silva nei minuti di recupero, dopo che i rossoneri si erano fatti rimontare il gol del vantaggio iniziale di Pato. Partita completamente diversa nel ritorno a San Siro, dove la squadra di Allegri giocò una partita coraggiosa, facendo dimenticare ai propri tifosi l’imbarazzante prestazione del Nou Camp. Ibrahimovic e Boateng risposero colpo su colpo ai catalani, i quali riuscirono ugualmente a vincere grazie al gol di Xavi per il 3-2 finale, che consegnò a Guardiola la vetta del girone.

    Milan Barcellona, probabili formazioni
    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Bonera, Nesta, Mexes, Antonini, Ambrosini, Seedorf, Nocerino, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Yepes, Mesbah, Emanuelson, Aquilani, El Shaarawy, Maxi Lopez.  Allenatore: Massimiliano Allegri

    Barcellona (4-3-3): Valdes, Dani Alves, Mascherano, Piqué, Puyol, Xavi, Busquets, Iniesta, Sanchez, Messi, Fabregas.
    Panchina: Pinto, Montoya, Keita, Thiago, Pedro, Afellay, Cuenca. Allenatore: Pep Guardiola.

    BARCELLONA MILAN 2-2, ANDATA FASE A GIRONI HIGHLIGHTS
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    MILAN BARCELLONA 2-3, RITORNO FASE A GIRONI HIGHLIGHTS
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  • Cagliari, addio Sant’Elia. Cellino emigra a Trieste?

    Cagliari, addio Sant’Elia. Cellino emigra a Trieste?

    Il Cagliari potrebbe salutare definitivamente la Sardegna per giocare le ultime partite casalinghe di questa stagione a Trieste.

    Una scelta che ha stupito i tifosi rossoblu, sebbene siano loro stessi a invocare da mesi un nuovo stadio, dopo che gran parte del Sant’Elia è stato dichiarato inagibile.

    I noti problemi legati alla costruzione di un impianto moderno, con Massimo Cellino in guerra contro il comune cagliaritano, hanno spinto il presidente sardo a prendere la decisione clamorosa di far disputare le quattro partite interne che rimangono lontano dall’isola.

    La società della Triestina ha espresso la totale disponibilità per aprire le porte del Nereo Rocco, rendendo quindi più agevole la strada che porterebbe gli uomini di Ficcadenti a giocare i restani 9 incontri in trasferta.

    Di male in peggio avranno pensato i supporter della formazione rossoblu, i quali dall’inizio del nuovo anno vivono le domeniche allo stadio come una sorta di caccia al tesoro. La chiusura per inagibilità dei Distinti e della Curva Sud ha investito in particolar modo gli abbonati, che di colpo si sono visti privare del loro abituale posto a sedere.

    Sono piuttosto frequenti le scene che vedono come protagonisti gli stessi abbonati che lottano metaforicamente con gli steward per ottenere un posto nelle tribune laterali, predisposte ad accogliere gli “esiliati”.

    Una situazione di caos totale, perché agli abbonati si vanno ad aggiungere coloro che comprano i biglietti durante la settimana. Spesso, infatti, a quest’ultimi vengono assegnati i posti che in precedenza erano stati assegnati agli abbonati dei Distinti e Curva Sud, con il risultato finale di una vera e propria corsa al seggiolino (nei casi più fortunati).

    massimo cellino | © Enrico Locci/Getty Images

    Un caos che ha spinto il presidente Cellino ad aprire la porta verso un futuro lontano dal Sant’Elia già quest’anno. La Triestina ha confermato i colloqui avuti con la società isolana e si è detta pronta ad ospitare i rossoblu anche il prossimo campionato, qualora non si trovasse una soluzione definitiva per lo stadio nuovo.

    E’ sempre più probabile a questo punto che i tifosi del Cagliari, a meno che spinti da un amore incondizionato per la propria squadra, non potranno assistere alle sfide contro Inter e Juventus, in programma nelle ultime due partite casalinghe.

    Soltanto una salvezza tranquilla porterebbe un senso di sollievo al tifoso rossoblu, ma anche questa non sembra poi così scontata.

  • De Laurentiis sogna Del Piero e attacca Petrucci

    De Laurentiis sogna Del Piero e attacca Petrucci

    Il derby d’Italia disputatosi domenica scorsa ha ridato nuova luce ad Alessandro Del Piero.

    Il capitano della Juventus ha contribuito al successo contro i nerazzurri sancendo il 2-0 definitivo con il quale i bianconeri hanno messo fine all’avventura dell’ex Ranieri sulla panchina dell’Inter.

    Il secondo gol consecutivo nel giro di 4 giorni ha riacceso l’interesse intorno alla bandiera della Vecchia Signora.

    In prima linea un insospettabile Aurelio De Laurentiis, che ha dichiarato la propria ammirazione verso il numero 10 juventino, auspicando il desiderio di averlo all’interno dello staff dirigenziale partenopeo.

    Il presidente del Napoli ha inoltre avuto parole di fuoco verso il “palazzo”, in relazione alla scelta dell’impianto dove si disputerà la finale di Coppa Italia del prossimo 20 maggio, che vedrà sfidarsi la Juventus di Antonio Conte e la squadra partenopea.

    DEL PIERO – De Laurentiis è rimasto affascinato dalle ultime prestazioni di Del Piero, tanto da rivelarne un’innata passione, per la quale farebbe carte false pur di poterlo annoverare fra i suoi uomini una volta che deciderà di appendere le scarpette al chiodo. Lo stesso numero uno del Napoli ha però ammesso che al bianconero eventualmente piacerebbe ricevere una proposta dal proprio club, sebbene rimangano forti  dubbi circa un suo futuro a Torino da dirigente, dopo gli screzi avuti ad inizio anno con il presidente Andrea Agnelli.

    aurelio de laurentiis | © Kris Connor/Getty Images

    FINALE COPPA ITALIA – Dopo il sogno, la realtà. Il patron azzurro ha espresso la propria condanna nei confronti della politica antiquata che vige nel “palazzo” (“chi ha cervello faccia in modo che il calcio si modernizzi, chi lo ha guidato finora non mi sembra che abbia avuto grande cervello”), riferendosi implicitamente a Gianni Petrucci (presidente del Coni ndr), il quale aveva precedentemente dichiarato come non fosse in programma alcuna variazione per la finale di Coppa Italia, con lo stadio Olimpico di Roma che rimaneva l’unica soluzione possibile.

    Sia la Juventus che il Napoli continuano la propria battaglia per avere una location diversa, in quanto ritengono che possano nascere dei seri pericoli di ordine pubblico qualora la finale venga disputata nella capitale. Lo spazio per prendere una decisione definitiva non è più così ampio, le due società si incontreranno nei prossimi giorni affinché venga presa una presa di posizione unanime da formulare poi al Consiglio di Lega e al Coni.