L’Acea Roma timbra la prima sorpresa delle Final Eight di Coppa Italia. Battuta Cantù per 89-85, che negli ultimi due anni era sempre arrivata in finale, salvo poi perdere contro l’onnipresente Siena. Stavolta la squadra di Trinchieri non arriverà nemmeno a giocarsi la possibilità di conquistare la Coppa Italia. Ce l’aveva quasi fatta Cantù a rimontare lo svantaggio di 19 punti con cui aveva chiuso il terzo quarto (73-54), arrivando fino al -1 (86-85) a 22″ secondi dalla sirena, aggrappandosi ad uno strepitoso Tabu, autore di 19 punti nell’ultimo periodo. Tutto inutile però, perché i capitolini riescono a mantenere il sangue freddo e segnare i tiri liberi della vittoria, che consegnano loro una semifinale inaspettata. Per l’Acea top scorer Datome con 22 punti, a cui si aggiungono i 19 di Czyz e i 17 di Lawal.
Nell’altra sfida della serata Varese si aggiudica lo storico derby contro Milano (92-74), dando una severa lezione di gioco ai padroni di casa allenati da Sergio Scariolo. Un primo tempo da incubo per l’Armani, travolta dalla difesa impressionante della Cimberio, che anche ieri sera ha fatto capire a tutti perché si ritrova in testa al campionato ed il motivo per cui sia considerata da tutti gli addetti ai lavori la sorpresa della stagione (insieme a Sassari). Dopo un primo tempo praticamente perfetto (46-29), dove in campo sembrava esserci una sola squadra, Milano prova la disperata rimonta, creando diverse illusioni tra gli spettatori del Forum. Il meno 6 (58-52) del finale del terzo periodo è però soltanto uno specchietto per le allodole, con Varese che riprende a marciare sui ritmi del primo tempo. Per Milano è dunque notte fonda. Un fallimento totale per le scarpette rosse. Chi credeva al miracolo istantaneo è rimasto abbondantemente deluso, ma erano davvero in pochi quelli che pronosticavano una resurrezione di Milano proprio durante le Final Eight.
Varese piazza Green come top scorer con 23 punti. Ere e Polonara chiudono la serata rispettivamente con 17 e 16 punti, giocando un ruolo prezioso nella vittoria della Cimberio. Dall’altra parte il miglior realizzatore di Milano è Langford, che mette a referto 23 punti.
Ci siamo. Alle 17.45 scattano le Final Eight di Coppa Italia, tradizionale appuntamento che riunisce le prime otto squadre del campionato di Serie A di basket per una full-immersion di quattro giorni, al termine della quale verrà eletta la vincitrice del trofeo. Il primo incontro sarà quello che vedrà scontrarsi Roma e Cantù, con quest’ultimi favoriti per il superamento del turno. Alle 20.30 ci sarà invece il grande classico Varese-Milano. A sorpresa la Cimberio si presenta a questa partita con i favori del pronostico, avendo già battuto quest’anno Milano al Mediolanum Forum, e arrivando alle Final Eight da prima della classe. Questi i primi due quarti di oggi 7 febbraio, mentre nella giornata di domani gli appassionati di basket potranno assistere a Sassari-Brindisi (ore 17.45), e Siena-Reggio Emilia, match che avrà inizio alle ore 20.30.
Final Eight Coppa Italia: un’altra volta Siena?
Sabato invece verranno disputate le due semifinali che daranno il nome delle finaliste del torneo. L’ultimo atto avrà inizio alle ore 18, sempre al Mediolanum Forum. Dal 2011 Cantù e Siena hanno rubato la scena a tutte le altre squadre, sebbene alla fine siano sempre stati i toscani a vincere, addirittura da quattro anni consecutivi. Questa Montepaschi però non sembra la corazzata imbattibile delle stagioni precedenti, almeno qui in Italia. Sì, perché il paradosso della squadra di coach Bianchi sta proprio nell’essere tanto bella in Eurolega quanto discontinua in campionato.
Tra le squadre più in forma ritroviamo la stessa Milano, che arriva da quattro vittorie consecutive, fra cui il clamoroso cappotto inferto ad Avellino sabato pomeriggio. Non sarà facile però per gli uomini di Sergio Scariolo riuscire in soli quattro giorni a correggere i tanti difetti mostrati anche in questa stagione.
Più credibile invece la candidatura di Sassari, che insieme alla Cimberio di Vitucci è una delle squadre dal potenziale offensivo più pericoloso per Siena. Sopratutto i sardi hanno dato dimostrazione della propria forza davanti agli stessi toscani non meno di due settimane fa, quando al PalaSerradimigni vinsero la sfida diretta con 30 punti di vantaggio.
Il calendario
QUARTI DI FINALE (07/08 febbraio)
17.45 Roma-Cantù
20.30 Varese-Milano
17.45 Sassari-Brindisi
20.30 Siena-Reggio Emilia
SEMIFINALI (09 febbraio)
17.45 prima semifinale
20.30 seconda semifinale
Soltanto due le partite Nba in programma nella notte italiana. Ma che partite però. Si inizia al TD Garden, dove Boston sfida i Lakers. Una partita dal grande fascino, tra le due squadre più blasonate di tutta la lega. I giallo-viola non arrivano nel migliore dei modi a questa partita, forse cruciale per il proseguo della grande rimonta iniziata nelle ultime giornate. Nella trasferta di Brooklyn infatti, Pau Gasol ha accusato un seria fascite plantare, infortunio che lo aveva costretto ad un breve stop già a fine dicembre. Gli esami a cui si è sottoposto lo spagnolo certificano lo stop in 6/7 settimane. Non è escluso che Pau si faccia addirittura operare. La contemporanea assenza sul perimetro di Dwight Howard e Gasol, potrebbe causare ai Lakers diversi problemi a rimbalzo, fondamentale dove in questa stagione i californiani non hanno mai brillato. Detto questo, bisogna però fare sempre i conti con Kobe Bryant, che ha ampiamente dimostrato nel corso della sua carriera di sapersi esaltare come pochi in partite del genere. Di Black Mamba quest’anno ricordiamo la sfida giocata allo Staples Center di Los Angeles contro Oklahoma City, nella quale ha sfoderato tutta la propria classe conducendo i Lakers ad una vittoria fondamentale, che di fatto ha avuto il merito di “svoltare” la stagione degli angeli giallo-viola.
C’è però anche un altro problema. Boston stessa si esalta in queste serate, e di recente ricordiamo ancora la maxi sfida giocata nel Sunday Night contro Miami, partita conclusasi con l’eccezionale vittoria dei padroni di casa, nonostante l’assenza (la prima di una sequenza infinita) di Rajon Rondo, che fino a quel momento era stato tra i giocatori più importanti, se non l’asso, per coach Rivers. Da quella domenica Boston non ha più perso, collezionando cinque vittorie di fila, compresa quella dell’Air Canada Centre contro i Raptors che riabbracciavano il nostro Andrea Bargnani. E se Paul Pierce e Kevin Garnett sono in giornata, da soli potrebbero bastare per avere la meglio sui Lakers short-handed.
L’altro match in programma questa notte è quello tra Denver e Chicago. I Nuggets di Danilo Gallinari attraversando uno stato di forma eccezionale. D’altronde tredici vittorie in quindici partite non si fanno a caso. Come non è un caso che al Pepsi Center abbiano vinto 21 incontri, venendo battuti soltanto in tre occasioni. L’impresa per i Bulls si presenta al limite dell’impossibile, dato che anche oggi dovranno fare a meno di Joakim Noah, senza contare anche quella di Hinrich. E con un Carlos Boozer non in perfette condizioni (10 punti in 23 minuti al suo rientro contro Indiana), Chicago farà ancora più fatica. In Italia l’attesa sarà tutta per lo scontro tra Gallinari e Belinelli. Quest’ultimo però potrebbe anche dare forfait qualora la caviglia infortunatasi a Indianapolis continuasse a farsi sentire. Fra i due italiani, quello che sta raccogliendo il maggior consenso mediatico è sicuramente il Gallo, protagonista nella partita contro i Bucks di uno spettacolare shot-circus, bollato come uno dei canestri migliori della storia (definizione che a noi ci sembra comunque un tantino esagerata). Domani mattina Gallinari riuscirà a rubare ancora una volta le prime pagine dei giornali al suo collega/compagno di Nazionale?
Tredici le partite Nba disputate nella notte. Poche le emozioni, se si considerano che tutte (o quasi) le grandi hanno portato a casa la vittoria. Come il caso di Boston (95-99) che ha violato l’Air Canada Centre. Così anche Miami, che si è sbarazzata per 114-108 dei Rockets. Per non parlare di Oklahoma City, imperiosa su Golden State (119-98). Vince, e non è più una novità, San Antonio, che in trasferta supera 104-94 Minnesota. Ritornano al successo anche i Clippers, nonostante l’assenza di Chris Paul (vecchia) e Blake Griffin (recente), che battono Orlando (76-86). L’unica delle grandi a perdere, forse un po’ a sorpresa, è stata New York. I Knicks si sono arresi 106-96 a Washington. Sorride invece Brooklyn, autoritaria a Detroit (90-93). Ad Est vincono anche Indiana (69-88 sui Sixers), Atlanta (103-92 contro Memphis) e Cleveland (122-95 contro Charlotte). Infine ci sono da sottolineare le vittorie casalinghe di Dallas (105-99 su Portland) e Utah (100-86 sui Bucks), oltre all’affermazione esterna degli Hornets contro i Suns (84-93).
Chi pensava che Boston senza Rajon Rondo (mi ci metto anch’io) deve ricredersi dopo l’ennesima (la quinta) vittoria consecutiva. Stavolta le vittime dei vecchietti verdi sono i Raptors, rastrellati nell’ultimo periodo da un parziale di 16-30. Garnett segna 27 punti e cattura 10 rimbalzi, mentre Paul Pierce avvicina la tripla-doppia con 12 punti, 11 rimbalzi e 6 assist. Tra i padroni di casa top scorer Rudy Gay con 25 punti. Da segnalare anche il rientro di Andrea Bargnani, che in 23 minuti di gioco sigla 13 punti.
Ci si poteva aspettare una piccola pausa nelle teste dei giocatori di Indiana, reduci da quattro “w” casalinghe consecutive, invece il periodo magico dei Pacers prosegue anche a Philadelphia. Il migliore è Roy Hibbert con 18 punti, 14 rimbalzi e 5(!) stoppate. Ai Sixers non bastano i 19 punti di Jrue Holiday.
I Wizards fanno lo sgambetto ai Knicks, travolti nell’ultimo quarto di gara (36-23). Nonostante Anthony (31) si impegni a fondo, i padroni di casa trovano in John Wall (21) e Ariza (20, dalla panchina), i protagonisti della serata. Per Washington è il secondo successo casalingo di fila dopo la vittoria contro i Clippers tre giorni fa.
Proprio i Clippers si leccano le ferite e ritornano alla tanto agognata letterina “w” battendo i Magic in trasferta. Eric Bledsoe (27) prende per mano la squadra, mentre DeAndre Jordan si conferma il migliore dei suoi a rimbalzo (14). Da segnalare le 16 palle recuperati dai rosso-blu rispetto alle sei di Orlando.
Partita mai in discussione alla Quicken Loans Arena di Cleveland, dove i padroni di casa superano agevolmente l’ostacolo Charlotte. Top scorer Kyrie Irving con 22 punti, a cui si aggiungono i 19 di Dion Waiters e i 17 di Tristan Thompson.
Vittoria piuttosto semplice anche per Atlanta, che alla Philips Arena ha la meglio sui Grizzlies, ancora sconfitti dopo la partenza di Rudy Gay. Gli Hawks confermano comunque di attraversare un buon stato di forma, e con Jeff Teague (22 punti e 13 assist) in grande spolvero conquista il quinto successo nelle ultime otto partite.
I Rockets, reduci dalla sbornia del giorno prima contro i Warriors, riescono a dar vita ad un incontro molto equilibrato contro i ben più quotati Heat. Ad avere la meglio sono però i padroni dell’America Airlines, che fin quando avranno 63 punti dalla coppia LeBron-Wade difficilmente perderanno un incontro, anche se di fronte hanno James Harden che mette a referto 36 punti.
Dopo la sconfitta rimediata contro i Bulls, Brooklyn si rialza subito andando a superare in trasferta Detroit. I Pistons non erano un avversario complicato per i Nets, che avevano comunque una tradizione particolarmente negativa a Detroit, dove non vinceva dal 2006. Brook Lopez (17) sfata questo tabù siglando a 17″ dal termine la tripla decisiva.
Gli Hornets mettono fine alla serie di quattro sconfitte consecutive vincendo in Arizona. I padroni di casa vengono sorpresi dalla doppia-doppia di Greivis Vasquez (19 punti e 12 assist), alla quale non riescono opporre resistenza. Top scorer dei Suns Gortat con 14 punti.
I miracoli non avvengono mai due volte in una singola vita. Golden State lo sa bene dopo la notte appena trascorsa, nella quale sono incappati in un ko senza appello contro Oklahoma City. Kevin Durant ha segnato 25 punti, a cui si aggiungono i 22 di Westbrook e i 21 (dalla panchina) di Kevin Martin.
Rick Carlisle raggiunge le 500 vittorie in panchina nella serata in cui Dallas batte Portland in Texas. Mayo è il leader dei Mavs con i suoi 28 punti, a cui si sommano i 17 di Vince Carter. Tra gli ospiti si salva solo Aldridge che chiude a quota 27 punti e 10 rimbalzi.
Gli Spurs continuano a non sentire le assenze, vincendo ovunque e contro chiunque. Con Duncan e Ginobili fuori gioco, ci pensa Danny Green a segnare 8 triple per il suo career-high di 28 punti, senza dimenticare l’immenso Tony Parker con 31 punti e 8 assist. Di Minnesota rimangono i 21 punti e 10 rimbalzi di Pekovic.
Infine Utah vince la sesta delle ultime sette gare giocate in casa superando senza troppi patemi d’animo i Bucks. Successo importante quello dei Jazz in ottica play-off, firmato Paul Millsap (19) e Kanter, protagonista con 17 punti e 5 stoppate.
Sono tredici le partite Nba in programma questa notte. Tanti incontri nei quali cercheremo di darvi una mano per aiutarvi nell’elaborazione di una schedina finale. Tra le sfide più interessanti di oggi c’è sicuramente quella dell’Air Canada Centre, dove Boston rischia contro una squadra, quella di Toronto, rivitalizzata dalla recente trade che ha visto coinvolte tre squadre e l’acquisizione da parte dei Raptors di Rudy Gay, l’uomo migliore di Memphis. Tra Sixers e Pacers, nostra preferenza va ai primi, in quanto Indiana potrebbe risentire a livello psicologico e fisico delle recenti vittorie su Miami, Bulls e Hawks. Meno incerto invece appare il match del Verizon Center, dove i Wizards ospitano i Knicks, ormai in striscia positiva da cinque partite. Anche questa sera il consiglio è quello di puntare su Carmelo Anthony e la gold bench di New York. Troviamo poi ad Orlando i Clippers, ai quali mancherà quasi con certezza Blake Griffin (oltre al cronico Chris Paul). I rosso-blu però dovrebbero farcela ad avere ragione dei Magic, contando che quest’ultimi nelle ultime dieci partite non hanno mai assaporato il gusto della vittoria. Non sarà un “ti piace vincere facile?” ma i Clippers hanno l’obbligo questa sera di portare a casa il bottino pieno.
Oklahoma City ospita i Warriors, Miami contro James Harden
Nella sfida dei poveri, tra Cavaliers e Bobcats, vediamo favoriti i padroni di casa, anche perché il ragionamento è semplice: Charlotte ha un giocatore come il numero 2 degli avversari? No. Se in più ci aggiungete che Cleveland ha battuto in casa 48 ore fa nientemeno che i Thunder, va da sé che il pronostico non può essere che per loro.
Alla Philips Arena invece match un pochino più equilibrato, anche se gli Hawks partono con cinque metri di vantaggio rispetto ai Grizzlies. Memphis ha infatti perso in casa contro i Suns, non destando particolare impressione, e rafforzando la sensazione che senza Rudy Gay le cose possano mettersi male. Atlanta può far male ai Grizzlies stasera, hanno la nostra fiducia.
Tra Miami e Rockets prendiamo subito gli Heat. All’America Airlines non crediamo che gli ospiti mantengano le percentuali da tre viste nell’incontro dell’ultimo notte contro i poveri Warriors, che hanno giocato un ruolo fondamentale nella fantascientifica vittoria di Houston. Non crediamo neppure che Jeremy Lin riesca a ripetere i 28 punti di stanotte, è più facile che Pannella vinca alle elezioni. Tutto lascia pensare che i big three di Miami si prendano una vittoria che, paradossalmente, dopo ieri sembra già scritta.
Ci verrebbe voglia di andare controcorrente in questa partita, quella tra Pistons e Nets, ma non vogliamo farci tentare, e per questo andiamo su un “2” tradizionale. Perché la Detroit vista contro i Lakers è apparsa imbarazzante, nonostante abbia avuto nei secondi finali per due volte il pallone della vittoria. Ma sinceramente non ce la sentiamo di dare vincenti i padroni di casa, contro i Nets che sono reduci dal ko interno contro i Lakers.
Se Cleveland-Charlotte è la sfida dei poveri, la partita tra Hornets e Suns è quella dei barboni, senza offese per i tifosi delle due squadre. Phoenix al momento sembra offrire più garanzie rispetto ai padroni di casa, sopratutto se Goran Dragic confermerà la prestazione del quarto periodo dell’ultima notte appena trascorsa, con i Suns che hanno violato il campo di Memphis.
Certo che stanotte i Warriors non hanno dormito tra due morbidi guanciali, dopo esser stati presi letteralmente a cannonate dai Rockets al Toyota Center. E contro i Thunder pensiamo che la situazione non possa poi cambiare di molto, anche se il precedente dell’ultima partita dovrebbe far ricordare dolci emozioni a Stephen Curry e David Lee. Ma i miracoli non accadono due volte, questa è la realtà.
A Dallas va in scena un interessante match, senza scherzi. D’accordo che i Mavericks sono stra-tagliati fuori dalla corsa ai play-off, però Portland ha ancora qualcosa da dire, essendo al momento in nona posizione, alle spalle dei Rockets sopra citati. Questa partita è interessante perché i Mavs hanno le potenzialità e i numeri per fare lo sgambetto ai Blazers, favorendo di riflesso anche la rimonta dei Lakers. Siamo certi però che LaMarcus Aldridge venderà cara la pelle prima di sventolare bandiera bianca sul ponte di Manattan (lo so che non c’entra niente), e quindi aspettiamoci un incontro apertissimo e ricco di sorprese. Se vi posso consigliare qualcosa, evitatela questa partita, ma se volete rischiare potete dare la preferenza a Dallas.
Ci sono poi i boriosi Spurs, che ormai sono diventati peggio della coppia Sandra e Raimondo. Stavolta vanno nella terra dei diecimila laghi, dove ad attenderli c’è quel genio di Ricky Rubio. Il problema che appunto c’è solo lo spagnolo a vigilare sui laghi. Quindi Parker e compagnia non si faranno troppi problemi nel fare razzia di pesci e quant’altro.
Infine il programma di giornata si conclude con la partita tra Jazz e Bucks. Posto che la prestazione di Dalembert a Denver è fuori dal mondo (non a caso ha fatto il career-high), e posto che i Jazz in casa falliscono raramente (18-5), la sensazione forte è quella di una vittoria dei padroni di casa. Poi potremmo anche venire smentiti da Jennings o Monta Ellis (ancora Dalembert no), però le carte in tavola lasciano credere al successo dei Jazz.
Ah rieccolo. Valentino Rossi è tornato in sella alla Yamaha dopo due anni passati a chiedersi il perché e il per come della crisi d’astinenza avuta in Ducati, con la quale aveva conquistato si e no due-tre podi messi in croce. Nei test MotoGP di ieri a Sepang, Valentino ha chiuso al quarto posto, a quattro decimi dal trio tutto spagnolo formato da Pedrosa, Lorenzo e Marquez. Dei numeri però ci frega ben poco, anche perché non siamo di quei banchieri che trascorrono la loro giornata davanti al computer per vedere dei numeri scendere e salire, manco fossero a Mirabilandia. La questione centrale è il ritorno di Valentino Rossi, in tutti i sensi. Perché piaccia o non piaccia, il Dottore ieri ha lanciato un messaggio inequivocabile a chi lo dava per spacciato: io ci sono, e voglio lottare per vincere.
Di questi tempi l’anno scorso Rossi non se la passava di certo bene, ingarbugliato come era tra dati e telai nuovi per rendere migliore la Ducati, la quale però si comportava come la bigotta più incallita del paesello di montagna, che prima di concedersi all’eventuale fidanzato deve ripetere dieci ave maria e cinque pater noster, in modo da purificare corpo e spirito. Ecco, uno spirito che invece pareva del tutto assente nella Ducati, insensibile a qualsiasi modifica, e fatichiamo a credere che quest’anno le cose cambino in positivo, visti anche i distacchi rimediati ieri (due secondi e passa). Forse per il Dovi la soluzione migliore era quella di rimanere nel team satellite della Yamaha, e fregarsene della decisione dei simpatici giapponesi di preferirgli Valentino. Almeno il numero 46 l’avrebbe visto da vicino in gara, senza dover portare sulla moto i binocoli.
Mi dicono di non parlare degli assenti, che non sta bene. Il senso del galateo però fatico a coglierlo quando di mezzo ci sono piloti che vivono per una bandiera a scacchi. E allora parliamone pure di Casey Stoner, l’assente, colui il quale ha preferito una tranquilla vita in Australia dove andrà a comporre il ridente ritratto della famiglia perfetta. Lui ricco sfondato, lei bella e basta, più il bimbo. Bene, c’è un problema però. Non che voglia farmi gli affari degli altri, però Stoner all’anagrafe risulta avere 27 anni. A voi sembra giusto un ritiro a questa età? Ora senza scomodare nessuno per carità, però se anche uno come Biaggi ha vinto a 41 anni un titolo mondiale, perché sprecare un talento come il suo (di Stoner eh) lì tra canguri e partite del Sydney? Francamente ci appare assurdo.
Non vogliamo pensare che l’abbia fatto consapevole che Valentino Rossi sarebbe tornato competitivo quest’anno, in modo da evitare qualsiasi scontro in pista. Che fine farebbe sennò il pilota Stoner? L’unico capace a guidare e vincere in sella ad una Ducati, e l’unico capace di rompere le scatole al Dottore sia dentro che fuori la pista. L’unico che in questi ultimi anni ha mostrato un potenziale ed un talento in moto enorme, superiore rispetto a tutti gli altri, compreso camomilla Pedrosa e l’altro spagnolo Lorenzo. L’unico però a ritirarsi alla verde età di 27 anni.
Che notte amici. Cinque le partite Nba disputate nella notte ma nessuna, proprio nessuna, ha tradito le aspettative, regalando sorprese e orgasmi sportivi. Da dove partiamo? C’è la terza vittoria consecutiva in trasferta dei Lakers in quel di Brooklyn (83-92), dove Black Mamba è tornato top scorer per un giorno. Ha rivinto Denver (112-104), anche se stavolta Gallinari e soci hanno stretto leggermente le chiappe prima di poter esultare, avendo messo la freccia avanti per il sorpasso sui Bucks soltanto nei minuti finali dell’ultimo quarto. A Memphis poi i Grizzlies sono riusciti a perdere contro Phoenix (90-96), il che è tutto dire (ma quando a Rudy Gay si preferiscono i soldi può succedere questo e pure di peggio, vedi play-off). Però la vera chicca della serata è stata la partita tra Houston e Golden State (140-109): al Toyota Center i padroni di casa hanno bombardato gli ospiti con 23 triple (segnate), che garantiscono ai Rockets il record non solo della franchigia (quello era di 18 bombe) ma di tutta la lega professionistica. Che dire, chapeau. Ecco, forse l’unica partita diciamo normale si è disputata ad Indianapolis, dove i Pacers hanno battuto Atlanta (114-103) conquistando la loro 15^ vittoria consecutiva in casa.
Gallinari sa solo vincere, l’irrealtà di Houston, lo tsunami giallo-viola
Guarda chi si rivede, Black Mamba. A Brooklyn eccellente prestazione di Kobe (21 punti, 8 rimbalzi e 4 assist), autentico trascinatore dei suoi Lakers nella terza vittoria fuori casa dei californiani, e scusate se è poco visto che non era ancora successo quest’anno. La rimonta, o se vogliamo tsunami (che tanto va di moda qui da noi), degli Angeli è partita. La trasferta del Barclays Center di Brooklyn era fondamentale in questo senso. Serviva infatti per pesare e misurare la forza reale della squadra di Mike D’Antoni. E a differenza che nel film A Knight’s Tale, Bryant e compagnia bella non sono stati trovati mancanti. Certo che se i Lakers dovessero arrivare ai play-off e da lì in poi scatenarsi, si potrebbe scrivere un bel libro di fantascienza.
Qualcosa di diverso sotto il tetto del Pepsi Center. D’accordo, l’esito è sempre quello, scontato, ma almeno c’è più gusto nel raccontare una vittoria del genere, sofferta, piuttosto che altre partite dove un desiderio smodato di zapping ti assale nel cuore della notte. Vincono i Nuggets, ma contro Dalembert (35 punti, 17/21) vestito da mistico i problemi sono stati più di uno. Si sono messi a risolverli Gallinari e Ty Lawson, tutti e due a quota 22 punti, a cui si aggiungono i 20 di Corey Brewer, senza trascurare la doppia-doppia di The Manimal da 13 punti e altrettanti rimbalzi.
Non ce ne vogliano i Pacers, ma che noia. Un’altra squadra come Denver non la vogliamo, ma non perché possa entrare in competizione con i Nuggets del nostro Gallinari, ma perché aggiornare ogni notte il dato dei successi consecutivi in casa sta diventando stucchevole. Almeno avessero reso l’incontro un filino emozionante. Macché. Ci pensa Paul George a mettere in onda i titoli di coda anticipatamente con 29 punti, e se non bastassero gli vengono in soccorso anche David West e George Hill, 15 punti a testa. Tra gli Hawks si salva Jeff Teague, che chiude la serata con 24 punti.
Cosa gli avete dato da bere a Dragic nell’ultimo quarto? Confessate Suns. Perché sinceramente non si spiega come un giocatore che fin lì ha segnato 2 punti (1/6), d’improvviso te ne piazzi 15 negli ultimi dodici minuti della partita. Ma tant’è, i misteri della pallacanestro. I Grizzlies non riescono a porre un rimedio alla ritrovata verve degli ospiti e finiscono per cedere di fronte ai colpi del rimpiazzista-Nash e di Marcin Gortat, top scorer con 20 punti. Dall’altra parte non basta invece il season-high messo a referto da Bayless (29).
Avete mai visto gli highlights di una partita con tutte triple? Bene, andatevi allora a rivedere quelli di Rockets-Warriors perché meritano per davvero. Poi salvate il video e conservatelo con cura. Qualcosa del genere d’altronde potrebbe ripetersi fra qualche decennio, un po’ come quelle comete che ci passano sopra la testa ogni tot di anni e rimani col naso all’insù chiedendoti come un ebete la differenza tra una stella ed una cometa. Ieri la star in campo era Jeremy Lin, autore di 28 punti e 9 assist. Barbanera raggiunge invece i 18 punti.
Dopo la positiva serata di ieri, con sette partite prese sulle otto disputate, concentriamoci sulla giornata odierna. Cinque gli incontri Nba in programma. Tra questi spicca il match di Brooklyn, dove i Nets sfideranno i Lakers. I californiani sono in netta ripresa dopo un avvio di stagione difficile, e partono favoriti anche questa sera, nonostante gli avversari siano molto temibili. Ci sarà poi il nostro Danilo Gallinari. Denver torna in campo dopo un riposo forzato di tre giorni. Il Pepsi Center farà da teatro al match tra Nuggets e Bucks, l’ultimo nella scaletta di oggi. Partita molto interessante al Toyota Center, dove i Rockets ospiteranno Golden State, una delle rivelazioni di quest’anno. Impegni sulla carta agevoli per Indiana -reduce dalla vittoria contro i Bulls- in casa contro Atlanta, e Memphis, che dopo la vittoria scaccia-Gay contro Washington di due giorni fa affronta, ancora in casa, la cenerentola Phoenix.
Gallinari in scioltezza, Lakers in rimonta
A dir la verità ci siamo stancati di vedere i Nuggets giocare al Pepsi Center. Anche perché il pronostico è sempre e soltanto quello. Anche stavolta però ci tocca spendere gli elogi del caso ai montanari, Gallinari su tutti. Reduci da sei “w” consecutive, avendo sfruttato a pieno il fattore casalingo (5-0), i giocatori di Denver affrontano (riposati) Milwaukee, una squadra che se le togliamo Brandon Jennings e Monta Ellis dice poco. Difficile che i Nuggets si lascino sfuggire la sesta vittoria di fila qui, al Pepsi Center. Pronostico: Denver
Più interessante invece la sfida di Brooklyn. I Lakers ci arrivano forti del successo contro Detroit, il secondo consecutivo in trasferta. Non che sia stato complicato, per carità, anche se più di un brivido l’hanno provato i tifosi dei californiani, anche se ormai dovrebbero essere abituati a vedere la loro squadra subire rimonte, spesso letali (vedi Phoenix), nell’ultimo quarto. Tra gli ospiti Howard è in forse (più no che sì non sarà della partita), forse consapevole che il riposo è la migliore medicina per la sua spalla. L’assenza dell’ex Orlando verrà surgelata da Pau Gasol, uno dei giocatori più in forma dei giallo-viola. In casa Brooklyn ha un record di 18 vittorie e 8 sconfitte, il che non è poco. In più arriva dal successo contro i Bulls di 48 ore fa. Non sarà di certo una passeggiata per Kobe Bryant, ma noi li diamo fiducia. Pronostico: Lakers
Un’altra bella partita è quella che si giocherà al Toyota Center. James Harden stavolta avrà di fronte i Warriors, contro i quali non è mai facile vincere. L’impressione generale lasciata in queste ultime giornate è quella di una squadra in ripresa, che cerca disperatamente di rimanere aggrappata all’ottavo posto. Le vittorie recenti contro Brooklyn e Jazz (fuori casa) sono il fiore all’occhiale dello stato di forma palesato da Houston, reduce da quattro successi nelle ultime cinque partite. Golden State però non accenna a fermare la sua corsa, come testimoniano le quattro “w” di fila (con squadre comunque sotto il 50%). I Warriors saranno ancora vincenti? Pronostico: Warriors
L’attesa è finita. Nella giornata di ieri è stato svelato il calendario ufficiale del Torneo di Viareggio 2013, che ricordiamo avrà inizio il prossimo 11 febbraio. Di seguito troverete tutte le partite, gli orari e i campi da gioco dove le squadre scenderanno in campo. La partita inaugurale vedrà i campioni in carica della Juventus affrontare gli sloveni del Maribor. Nello stesso giorno, poche ore più tardi, giocherà anche l’Inter. Nella giornata seguente esordiranno quindi Milan e Napoli, oltre alle due capitoline Roma e Lazio. Saranno 19 le partite trasmesse dalla Rai, che ha individuato nello stadio principale di Viareggio (il Bresciani) e lo stadio Bui di San Giuliano Terme i campi live del torneo. Non ci resta dunque che aspettare lo starter definitivo. Seguiteci qui, su Il Pallonaro, per tutte le altre news.
LUNEDI 11 FEBBRAIO
JUVENTUS–MARIBOR (ore 15) Stadio Bresciani (Viareggio)
AVELLINO–A.P.I.A. LEICHHARDT (ore 15) Stadio Mannucci (Pontedera)
INTER–NOGOOM EL MOSTAKBAL (ore 17.30) Stadio Raciti (Quarrata)
VIRTUS ENTELLA–MELBOURNE PHOENIX (ore 15) Stadio Comunale (Chiavari)
TORINO-HONEFOSS (ore 20.30) Stadio Luperi (Sarzana)
CITTÀ DI MARINO-DEPORTES CONCEPCION (ore 15) Stadio Benelli (Lido di Camaiore)
SAMPDORIA–RECREATIVO HUELVA (ore 15) Stadio Gambino (Arenzano)
VARESE-ALL BOYS (ore 15) Stadio Guidi (Galluzzo)
GENOA-RIJEKA (ore 15) Stadio Riboli (Lavagna)
PARMA-SANTOS LAGUNA (ore 17) Stadio Bui (San Giuliano Terme)
RAPPRESENTATIVA SERIE D–ANDERLECHT (ore 15) Stadio Comunale Via Cimarosa (San Donato di San Miniato)
REGGINA-NORTE AMERICA (ore 15) Stadio Cavanis (Capezzano)
MARTEDI 12 FEBBRAIO
ATALANTA-BELASICA STRUMICA (ore 15) Campo Florentia (Larderello)
SIENA-PAKHTAKOR (ore 15) Stadio Uzielli (Paganico)
PADOVA-CLUB NACIONAL (ore 15) Stadio Benelli (Lido di Camaiore)
FIORENTINA-COPENAGHEN (ore 15) Stadio Guidi (Galluzzo)
MILAN-NEWCASTLE (ore 17) Stadio Bui (San Giuliano Terme)
EMPOLI-UNDER 17 CONGO (ore 15) Stadio Masini (Santa Croce sull’Arno)
NAPOLI-HONVED BUDAPEST (ore 15) Stadio Turri (Scandicci)
LECCE-L.I.A.C. NEW YORK (ore 15) Stadio Luperi (Sarzana)
ROMA-SPARTAK MOSCA (ore 14.45) Stadio Bresciani (Viareggio)
SPEZIA-LONG ISLAND (ore 15) Stadio Picco (La Spezia)
LAZIO-STELLA ROSSA (ore 18) Stadio Comunale (Soriano nel Cimino)
JUVE STABIA-MUTUAL URUGUAYA A-NET (ore 15) Stadio Comunale (Soriano nel Cimino)
Otto le partite Nba giocate nella notte. Grande prova del nostro Marco Belinelli, autore di 24 punti (season-high), ma Chicago non ce la fa a superare l’ostacolo Pacers, perdendo 111-101 a Indiana. Va meglio ai Knicks di Melo Anthony, che si sbarazzano senza troppa difficoltà dei Pistons. Bene anche Miami, vittoriosa per 99-94 sui Bobcats all’America Airlines. Sempre a Est successo per i Sixers, che in casa si sbarazzano di Orlando 78-61. Ennesimo ko stagionale per i Clippers, battuti al Verizon Center dai padroni di casa di Washington 98-90. Spostandoci a Ovest, tornano alla vittoria i Thunder di Kevin Durant e Russell Westbrook, che alla Chesapeake Energy Arena travolgono Dallas 112-91. Prezioso successo anche per Portland, che chiude avanti di due sul parquet di Minnesota. Ai Jazz infine serve un overtime per avere ragione dei Kings (98-91 il finale).
Un po’ di rammarico c’è nella testa di Belinelli, dopo il ko di Chicago sul campo dei Pacers. Forse sperava che il suo season-high da 24 punti (in altrettanti minuti di gioco) regalasse ai Bulls la seconda vittoria consecutiva dopo il successo alla Philips Arena di Atlanta. Il campo di Indianapolis però non è mai stato semplice per nessuno, e ieri i Pacers hanno dato ulteriore assaggio della loro forza davanti ai propri tifosi, tirando con percentuali sopra il 50%. Ancora una volta il leader è David West con i suoi 29 punti, a cui si aggiungono i 21 di Paul George. Per Indiana è il quattordicesimo successo consecutivo in casa. Nei Bulls, con Belinelli top scorer della serata, il migliore è Nate Robinson, che chiude a 19 punti, 9 assist e 5 rimbalzi.
In testa alla classifica vincono sia Miami che New York. Dopo i primi tre quarti giocati punto su punto, gli Heat trovano la fuga giusta ad inizio quarto periodo. LeBron James è il protagonista del match con 31 punti, 8 rimbalzi e 8 assist. Ma c’è di più: il Prescelto ha infatti segnato 13 dei 14 tiri provati. Questo gli consente di entrare nelle prime tre prestazioni di sempre da 18 anni a questa parte, raggiungendo sul podio Shaq (15/16, sempre con Miami) e Howard (14/15, per Orlando). Oltre a James si segnalano i 43 punti complessivi della coppia Wade (20) – Bosh (23).
Per la terza serata consecutiva Chandler cattura 20 rimbalzi, eguagliando il record della franchigia, e i Knicks battono Detroit senza patemi d’animo. Carmelo Anthony segna 27 punti, top scorer davanti a Stoudemire (20) e J.R. Smith (16). Tra gli ospiti da segnalare il debutto di Jose Calderon, autore di 15 punti.
Terza vittoria di fila per i Sixers, che davanti al proprio pubblico ha la meglio sui Magic (decimo ko consecutivo) in un match che non li ha mai visti in difficoltà. Il migliore a fine partita risulta Spencer Hawes, che con la sua doppia-doppia da 21 punti e 14 rimbalzi spiana la strada del successo ai padroni di casa. L’unica nota negativa arriva dall’infortunio di Thaddeus Young.
Ad ovest intanto prosegue la crisi dei Clippers, battuti anche al Verizon Center dai Wizards, che così tornano alla vittoria dopo quattro sconfitte in serie. Sul match dei rosso-blu hanno pesato come un macigno le assenze sul parquet di Chris Paul e Blake Griffin. Martell Webster chiude la serata con 21 punti, mentre Emeka cattura 14 rimbalzi. Negli ospiti grande prova difensiva di DeAndre Jordan, che firma il suo career-high prendendo 22 rimbalzi.
Partita senza storia quella tra Thunder e Mavs, con Oklahoma City che si sbarazza degli ospiti senza problemi. Tra i padroni di casa il migliore è Russell Westbrook con i suoi 24 punti e 7 assist. Kevin Durant termina in doppia-doppia (19 punti e 10 rimbalzi). Uno dei pochi a salvarsi nei Mavericks è Shawn Marion, che mette a referto 23 punti.
La stavano combinando grossa quelli dei Blazers, avanti di 14 punti nell’ultimo periodo ma che hanno sofferto fino agli ultimi secondi l’incredibile rimonta dei Timberwolves, trascinati da 15 punti e 14 assist di Ricky Rubio. Portland si è aggrappata a LaMarcus Aldridge, autore del canestro decisivo a 30″ dal termine sul punteggio di 97-96 per i propri compagni, rendendo vani gli sforzi dei padroni di casa. Per i Blazers è l’undicesima vittoria in dodici trasferta qui a Minnesota.
Spostiamoci infine a Utah, dove i Jazz hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione dei Kings. Sacramento riesce infatti a portare i più quotati avversari all’overtime, dove però Millsap (16) e Foye (20) si scatenano regalando il successo ai Jazz.