Autore: Federico Pisanu

  • Milan – Atalanta, dubbio Robinho El Shaarawy con Ibra

    Milan – Atalanta, dubbio Robinho El Shaarawy con Ibra

    Stasera a San Siro va di scena Milan Atalanta, sfida valida per la 36 giornata di Serie A. I rossoneri vogliono continuare a tenere aperto il campionato, consapevoli però che togliere lo scudetto alla Juventus sia ormai diventata un’impresa impossibile. Torna nella lista dei convocati Robinho, dopo le due assenze consecutive negli ultimi due incontri. Il brasiliano sarà in ballottaggio fino all’ultimo con El Shaarawy. Oltre a Binho, Allegri recupera anche Massimo Ambrosini. Con ogni probabilità il capitano partirà titolare in mezzo al campo. Tra gli ospiti c’è la tranquilli di chi non ha più nulla da chiedere al campionato. La classifica dice 46 punti (sarebbero 52 senza la penalizzazione), salvezza matematica raggiunta e quota 50 distante solo 4 punti. Obiettivo prestigioso, salvo il fatto che il personalissimo scudetto i nerazzurri l’hanno già portato a casa.

    UNDICI ROSSONERO – Il Milan scende in campo con il consueto 4-3-1-2. In porta Abbiati, difesa a quattro composta dalla coppia centrale Nesta-Yepes, con Bonera e Antonini terzini. Ancora non convocato Thiago Silva, mentre Bonera sostituisce l’infortunato Abate. A centrocampo classica linea a tre muscolare, con Nocerino e Muntari insieme al rientrante Ambrosini. Sulla trequarti giocherà titolare il ghanese Boateng, ormai pienamente recuperato, che agirà alle spalle del tandem d’attacco Ibrahimovic El Shaarawy. Difficile ipotizzare la presenza dal primo minuto di Cassano, se si tiene in considerazione del match disputato solamente tre giorni fa al Franchi di Siena. L’unico ballottaggio riguarda il compagno di reparto del capocannoniere svedese. Le indiscrezioni della vigilia danno favorito il Faraone, non è da escludere però un ritorno di fiamma di Robinho.

    robinho | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    ATALANTA – Reduce da tre vittorie nelle ultime 4 partite, i bergamaschi sono una delle squadre più in forma del campionato. Questa sera dovrebbero scendere in campo con il classico 4-4-1-1. Consigli guiderà la difesa a 4 costituita da Stendardo e Manfredini centrali, Raimondo e Peluso terzini. Lungo le fasce Colantuono opta per Schelotto a destra e Bonaventura a sinistra, mentre in mezzo al campo giocheranno Cigarini e Cazzola. Dietro El Tanque Denis, Tiribocchi è favorito su Moralez e Gabbiadini.

    PRECEDENTI – All’andata il Milan batté l’Atalanta all’Atleti Azzurri d’Italia per 2-0, grazie ai gol di Ibrahimovic su rigore e Boateng. La scorsa stagione, con Allegri in panchina, i rossoneri sconfissero i nerazzurri di Bergamo per 3-1 (doppietta di Pato e Borriello). L’ultimo successo dell’Atalanta in casa con il Milan risale alla stagione 2007-2008, quando i bergamaschi sbancarono il campo di San Siro per 1-2 con le reti di Floccari e Langella.

    Probabili formazioni Milan Atalanta, 36 giornata Serie A
    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Bonera, Nesta, Yepes, Antonini, Ambrosini, Muntari, Nocerino, Boateng, Ibrahimovic, El Shaarawy.
    Panchina: Amelia, Mexes, Mesbah, Aquilani, Gattuso, Robinho, Cassano. Allenatore: Massimiliano Allegri.
    Atalanta (4-4-1-1): Consigli, Raimondi, Stendardo, Manfredini, Peluso, Schelotto, Cigarini, Cazzola, Bonaventura, Tiribocchi, Denis.
    Panchina: Frezzolini, Bellini, Ferreira Pinto, Lucchini, Carmona, Moralez, Gabbiadini. Allenatore: Stefano Colantuono.

  • Calciomercato Milan, Mudingayi muscoli low cost

    Calciomercato Milan, Mudingayi muscoli low cost

    Ci risiamo. Per la prossima stagione il Milan starebbe seriamente pensando all’acquisto di Gaby Mudingayi, centrocampista 30 enne del Bologna che va in scadenza di contratto a giugno del 2013. Prosegue quindi la rivoluzione low cost dei rossoneri per un reparto come quello del centrocampo che l’anno prossimo dirà addio a numerosi calciatori. Oltre al centrocampista del Bologna infatti, anche Traoré del Nancy e Montolivo sono in procinto di approdare nel club rossonero durante la finestra di mercato estiva, entrambi a parametro zero. Acquisti che vanno ad aggiungersi all’arrivo di Muntari nel mese di gennaio. Galliani sogna di ripetere l’affare Nocerino, arrivato a 10 gol in campionato grazie alla rete realizzata contro il Siena la scorsa domenica.

    Milan Mudingayi un sogno da bambino – Fin da piccolo Gaby Mudingayi ha sempre sognato di vestire un giorno la maglia del Milan. Dopo quasi 8 anni dal suo arrivo in Italia, il desiderio del nazionale belga può trasformarsi in realtà. Come annunciato dal sito di Datasport infatti, la società di Via Turati avrebbe messo gli occhi sul robusto mediano rossoblu, che quest’anno in Serie A vanta 26 presenze. Gaby è al Bologna dal 2008-2009. In tutta la sua carriera ha realizzato cinque reti in 333 incontri. Anche lui riuscirà a beneficiare della cura Milanello? Da segnalare anche l’interesse nelle ultime settimane da parte del Napoli di De Laurentiis. Gli azzurri però appaiono sfavoriti in un’ipotetica corsa a due con il Milan, considerata la voglia del calciatore di giocare con i colori del Diavolo.

    gaby mudingayi | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    SULLE ORME DI NOCERINO – Milan Mudingayi una trattativa che ha come obiettivo principale quello di emulare la stagione dell’ex rosanero Antonio Nocerino. Acquistato a un milione di euro da Galliani nelle ultime ore del 31 agosto 2011, il centrocampista di origini campane ha stupito anche i più scettici, offrendo un contributo particolarmente “pesante” sotto porta, diventando il secondo miglior marcatore del Milan dietro allo svedese Ibrahimovic.

    PARAMETRO ZERO – Che la politica del Milan sia quella del low cost (meglio se a parametro zero) è ormai un dato consolidato. Per giugno, in attesa di Mudingayi, sono attesi già due arrivi a costo zero. Dalla Francia sbarcherà Bakaye Traoré , mediano del Nancy di 27 anni. Da Firenze invece il gioiello viola Riccardo Montolivo, che quasi sicuramente andrà a rimpiazzare Alberto Aquilani, che farà ritorno in Inghilterra, sponda Liverpool.

  • Il Napoli vede la Champions, Roma la saluta

    Il Napoli vede la Champions, Roma la saluta

    Gli anticipi di ieri della 36 giornata di Serie A hanno visto la comoda vittoria del Napoli sul Palermo per 2-0 (Cavani e Hamsik nel primo tempo), mentre nel pomeriggio il pareggio per 0-0 tra Chievo e Roma, che di fatto ha escluso i giallorossi dalla lotta per l’Europa.

    In casa azzurra non sono mancate comunque le polemiche. Fa ancora discutere infatti il rigore assegnato dall’arbitro De Marco con cui i partenopei hanno sbloccato l’incontro. Non dorme sonni tranquilli nemmeno Mazzarri, che ancora una volta ha escluso dall’undici titolare l’idolo di casa Lavezzi, accolto da una standing ovation al momento del suo ingresso in campo al posto di un ottimo Pandev.

    RIGORE GENEROSO – Su Napoli Palermo incide e non poco il rigore generosissimo fischiato da De Marco per un fallo di mani in area del difensore rosanero Milanovic su tiro di Pandev. Decisione che fa imbestialire la panchina dei siciliani e la moviola mostra chiaramente come il pallone sbatta prima sulla gamba del centrale difensivo e poi finisca sul braccio. A fine partita Bortolo Mutti si presenta in conferenza stampa piuttosto deluso per l’arbitraggio del direttore di gara, chiedendo più rispetto per il Palermo e i suoi uomini.

    napoli-palermo | © Tullio M.Puglia/Getty Images

    BRAVO PANDEV – Il macedone si sta rivelando come l’uomo in più del Napoli in questo finale di stagione. Da giocatore spaesato e involuto dell’inizio di stagione, Pandev ha trovato finalmente la sua dimensione. Ieri è stato decisivo sia in occasione del rigore che nell’assist del 2-0 che ha permesso ad Hamsik di realizzare il suo sesto gol ai rosanero.

    LAVEZZI GIÙ’ – Per un Pandev che sale c’è un Lavezzi che scende. Negli ultimi incontri infatti Mazzarri ha deciso di escludere il Pocho dalla formazione titolare, preferendogli  l’ex nerazzurro che offre maggiori garanzie in fase difensiva, rendendo la squadra partenopea più equilibrata. Il pubblico però non ha apprezzato la scelta del tecnico livornese, e l’ha fatto capire quando a 15′ minuti dal termine della partita l’argentino è entrato in campo. I maligni insinuano che il futuro di Lavezzi sia lontano dalla città partenopea. Per lui già da tempo ormai si è mossa l’Inter di Massimo Moratti.

    ADDIO EUROPA – Ben altri problemi a Roma, dove ormai anche la partecipazione alla prossima Europa League sembra essere svanita sul pantano di Verona. Un pareggio che non può sorridere ai giallorossi, fermi a quota 52 punti, distanti 3 punti dal trenino composto da Lazio, Udinese e Inter che hanno ancora una partita da recuperare. E quando mancano soltanto due match alla fine del campionato la situazione è palesemente drammatica.

    LUIS LASCIA? – Il tecnico spagnolo dice di aver deciso già da tempo quale sarà il suo prossimo futuro. I recenti striscioni dell’Olimpico non hanno di certo aiutato psicologicamente Luis Enrique, pronto a lasciare la capitale al termine della stagione. Non prima di un chiarimento con la stessa dirigenza giallorossa. Si discuteranno tabelle, forma fisica, numeri, e quant’altro. Le soluzioni però non arriveranno dall’asturiano, per quelle occorrerà un nuovo tecnico, e forse un nuovo progetto.

    VIDEO NAPOLI – PALERMO 2-0
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    VIDEO CHIEVO – ROMA 0-0
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  • Ferguson Mancini rissa sfiorata nel derby di Manchester

    Ferguson Mancini rissa sfiorata nel derby di Manchester

    L’allievo supera il maestro, o quasi. Non senza prima scendere a livelli particolarmente infimi. Mancini e Ferguson a muso duro nel derby che ha regalato al City il primato in Premier, considerato il +8 nella differenza reti fra le due squadre di Manchester appaiate in testa a quota 83 punti, quando mancano soltanto due sfide al termine della stagione. A far scoppiare la scintilla fra i due tecnici il fallo di De Jong ai danni dell’attaccante Red Devil Welbeck. Siamo al minuto 75, i padroni di casa sono avanti 1-0. La leggenda scozzese perde le staffe e si dirige imbufalito verso l’italiano. Mancini risponde in maniera spavalda e poco elegante con il classico “parla, parla”. Che in Inghilterra si trasforma in un non meno elegante “talk, talk”.

    MANCINI – Nel post-partita il tecnico di Jesi chiarisce come al momento del fallo si fosse avvicinato al quarto d’uomo per dirgli che era il suo giocatore in realtà ad aver subito fallo. Quanto a Ferguson Mancini afferma come sia comprensibile l’irrequietezza di Sir Alex, che ha assistito ieri ad un autentico suicidio calcistico, dopo aver dilapidato gli 8 punti di vantaggio in meno di un mese. In ogni caso l’ex allenatore dell’Inter ha voluto precisare che la questione poteva considerarsi conclusa, almeno da parte sua.

    roberto-mancini-alex-ferguson | © PAUL ELLIS/AFP/GettyImages

    FERGUSON – Meno diplomatico rispetto al collega, Fergie rincara la dose dopo il 90′, a partita ormai finita. Secondo lo scozzese, Mancini avrebbe trascorso tutto il tempo a lamentarsi con arbitro, guardalinee e quarto d’uomo. Inoltre Ferguson ha ricordato di come il tecnico italiano già in passato si sia lamentato dei direttori di gara, aggiungendo ironicamente che senz’altro dopo il match di oggi non avrebbe avuto modo di criticare l’operato arbitrale.

    Per la corsa verso il titolo Sir Alex si è detto piuttosto pessimista, consapevole dell’impresa che attende i suoi uomini nelle ultime due partite di campionato.

    FERGUSON MANCINI, CHE SCINTILLE. VIDEO
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  • Ibrahimovic giura fedeltà al Milan e snobba il Real

    Ibrahimovic giura fedeltà al Milan e snobba il Real

    Al Milan Ibrahimovic si sente a casa. L’attaccante svedese non ha alcuna intenzione ad abbandonare i rossoneri al termine di questa stagione. Smentite quindi le voci dell’iberico El Confidencial, che dava il bomber di Malmoe lontano dal Diavolo nel prossimo futuro. Niente Spagna, niente Real, Ibra resta a Milanello. Salvo colpi di sorpresa, Jose Mourinho dovrà puntare su un altro top player per l’obiettivo dichiarato della stagione 2012-2013, la Champions League. Nel frattempo il Milan si appresta a vivere una serie di addii eccellenti. Da Van Bommel a Nesta, fino all’olandese Seedorf.

    CASA MIA – Zlatan Ibrahimovic non rinnega la scelta compiuta la scorsa estate, quando dal Barcellona era approdato al Milan. L’obiettivo dello svedese era quello di vincere tutto. Il primo anno è arrivato lo scudetto, nel secondo probabilmente i rossoneri resteranno a bocca asciutta. Nonostante una stagione “fallimentare”, Ibra vuole tornare ad alzare un trofeo. Qui in Italia, con il Diavolo. Nessuna scorciatoia Real quindi, ammesso che possa considerarsi tale. Stando a quanto dichiarato dallo svedese al quotidiano svedese AftonBladet, Mino Raiola potrà stare tranquillo per altri 12 mesi, almeno sul questo fronte.

     

    zlatan-ibrahimovic
    zlatan-ibrahimovic | © Gabriele Maltinti/Getty Images

    ADDII – Per un Ibrahimovic che resta, ci sono tanti calciatori del Milan pronti a lasciare i rossoneri. Rimanendo in tema Raiola, Van Bommel ha accettato la proposta del Psv per disputare il campionato dell’Eredivisie il prossimo anno. L’olandese classe ’77 torna quindi alle origini, nel club che gli ha permesso di approdare al Barcellona prima e al Bayern Monaco poi. Un altro orange pronto a salutare i rossoneri è Clarence Seedorf, dopo 10 anni e 298 presenze, con due Champions vinte. Probabilmente al numero 10 del Milan verrà offerto un posto all’interno della società, e non è da escludere che un giorno possa arrivare alla panchina della prima squadra. Anche l’avventura di Alessandro Nesta è arrivata al capolinea. Le 36 primavere del calciatore romano hanno convinto i dirigenti di Via Turati a non rinnovare il contratto del difensore centrale. Per lui futuro a stelle strisce. Infatti si fanno sempre più insistenti le voci che vogliono Nesta a un passo dai Red Bull, il club dove milita l’ex stella del calcio europeo Henry.

    RIFONDAZIONE – Per la difesa il nome più gettonato è quello di Acerbi, il giovane centrale del Chievo. A centrocampo invece, dopo l’arrivo a parametro zero di Bakaye Traoré (27 enne mediano del Nancy), sembra fatta per l’approdo di Montolivo (anche lui in scadenza di contratto con la Fiorentina).

  • Palermo, Paulo Dybala. Zamparini sicuro

    Palermo, Paulo Dybala. Zamparini sicuro

    Il calciomercato del Palermo vive in queste ore il caso Paulo Dybala. Zamparini sembra sicuro del suo acquisto, tanto da averlo annunciato in pompa magna prima del derby di sabato scorso contro il Catania. La trattativa però non sarebbe affatto conclusa. Infatti il presidente rosanero si trova difronte un rebus di difficile soluzione, dal dolce sapore sudamericano. La situazione più complicata è quella relativa alla situazione contrattuale del calciatore. Da una parte c’è il procuratore Gustavo Mascardi che da tempo dichiara di essere il detentore dell’intero cartellino di Paulo Dybala. Dall’altra il fratello dell’attaccante classe ’93, il quale afferma come siano in realtà gli agenti Gonzalo Rebasa e Omar Peiron coloro che dovrebbero gestire la cessione della “Joya”.

    ANNUNCIO – E a dire che soltanto due giorni fa sembrava fatta. Il nuovo fuoriclasse sudamericano a Palermo da quest’estate. Forse tutto troppo semplice, anche per una vecchia volpe come Zamparini. Gli affari Cavani, Pastore, Hernandez, Vazquez parlano da soli. A questi era pronto ad aggiungersi anche Paulo Dybala, che in Argentina è spesso paragonato al piccolo Messi. Un accordo trovato con il presidente dell’Instituto sulla base di 12 milioni di euro, come confermato questa mattina dallo stesso presidente rosanero a Radio Gol. Gli interrogativi però rimangono.

    paulo-dybala

    NULLO – Se davvero Dybala è un calciatore del Palermo, perché dall’Argentina arrivano notizie decisamente meno entusiastiche in merito al trasferimento in rosanero? A dirlo è il segretario generale dell’Instituto, Jose Theaux, che fa intendere come la trattativa per Dybala sia tutto fuorché conclusa. Il motivo? Il presidente della società argentina non avrebbe alcun potere di firma all’interno del club e non avrebbe ricevuto l’autorizzazione nel procedere alla trattativa. La conseguenza primaria di tali dichiarazioni è la completa invalidità della trattativa fra Zamparini e Juan Carlos Barrera (numero uno del club capolista in Primera B Nacional).

    INTER – Oltre alle spine burocratiche, il Palermo deve risolvere un altro problema, forse più difficile rispetto a alle lotte interne fra procuratori e dirigenti dell’Instituto. Dybala vuole i rosanero? A tal proposito le ultime notizie davano il talento argentino più propenso ad un avventura con la maglia dell’Inter, oppure al Napoli, mentre la Sicilia non rappresenterebbe attualmente una priorità.

    CHI E’ – Paulo Dybala è la “Joya” dell’Instituto de Cordoba. Il primo posto nella Serie B argentina è merito anche dei 17 gol in 31 presenze dell’attaccante classe ’93, al suo primo anno tra i professionisti. E’ l’attaccante centrale nel 4-3-3 dell’allenatore Franco. L’altezza è la stessa di Messi (169 m), la finalizzazione non è da meno. Ha una velocità di base importante e un ottimo dribbling. Ama passare il pallone di prima ai propri compagni di squadra, facendo dell’altruismo una qualità più che apprezzabile. Restano dei dubbi riguardo il suo ambientamento in Italia, sarà il Barbera o un altro stadio a dare una risposta.

    Dybala, scheda giocatore
    Nome: Paulo Dybala
    Data di nascita: 15 novembre 1993
    Città natale: Laguna Larga
    Paese: Argentina (passaporto polacco)
    Altezza: 169 cm
    Peso: 72 kg
    Ruolo: attaccante centrale
    Piede: sinistro
    Debutto in Primera B Nacional: 13 agosto 2011 (Instituto Huracan 2-0)
    Primo gol in Primera B Nacional: 20 agosto 2011 (Aldovisi Instituto 2-2)
    Curiosità: c’è chi lo paragona a Messi, chi ad Aguero, chi a Montella
    Profilo Twitter: @PauDybala_JR

    VIDEO PAULO DYBALA, LE MIGLIORI GIOCATE
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  • Mourinho chiama Ibra, Higuain contropartita

    Mourinho chiama Ibra, Higuain contropartita

    Il calciomercato Milan è in fermento. Secondo il sito spagnolo El Confidencial, Jose Mourinho avrebbe contattato Ibrahimovic circa un mese fa. Non una semplice chiacchierata tra amici, ma qualcosa di più. Argomento principale della telefonata il trasferimento del rossonero al Real Madrid. Qui Zlatan riabbraccerebbe il tecnico con il quale forse ha legato maggiormente nella sua carriera da calciatore. Due personalità forti, due tra i personaggi più discussi del calcio, che spesso hanno garantito successi e fama ai propri club. Niente però nel calcio è regalato. Se da una parte c’è la finestra Spagna, dall’altra c’è il club di Via Turati che non vuole farsi trovare impreparato. L’idea è quella di uno scambio alla pari che includa il bomber Higuain ed il brasiliano Kaka.

    TELEFONATA – Le notizie che danno Ibra vicino ai Blancos ormai non destano più sorpresa. Stavolta è El Confidencial a scrivere una nuova puntata di quella che presumibilmente sarà una delle telenovele più gettonate della prossima estate. Durante la chiamata il vate di Setubal avrebbe chiesto allo svedese se fosse disponibile a raggiungerlo in Spagna. Non per vincere una seconda Liga. Ormai quello fa parte del passato. L’obiettivo numero uno del portoghese è vincere la Champions.

    Zlatan Ibrahimovic | © Mark Ralston/Getty Images

    SFIDA – E quale sfida più affascinante per Ibrahimovic, se non quella europea? La stagione al Milan di quest’anno, salvo clamorosi colpi di scena, è da considerarsi fallimentare. Scudetto vanificato con un finale di stagione, eliminati in Champions League ai quarti di finale, senza dimenticare il triste epilogo della semifinale di Coppa Italia allo Juventus Stadium. In primavera il giocatore rossonero aveva dichiarato come la Coppa Campioni per lui non fosse un ossessione. Stesso discorso per il Pallone d’oro. Ma nella bacheca di un fuoriclasse non può mancare il trofeo più ambito da ciascun calciatore. Specialmente se si chiama Zlatan Ibrahimovic. E il Real Madrid potrebbe definitivamente accontentare i desideri celati del bomber di Malmoe.

    SCAMBIO – Che cosa possono offrire i Blancos in cambio al Milan? Soldi, certo. Anche giocatori però. E tra le fila del Real ci sono sia Higuain che Kakà, due pallini, vecchi e nuovi, dell’amministratore delegato rossonero. Da una parte “El Pepita” andrebbe a rimpiazzare il vuoto lasciato dall’attuale capocannoniere della Serie A, mentre Kakà tornerebbe a casa, come il più classico dei revival. In ogni caso la trattativa non appare delle più semplici, anche perché sul bomber argentino c’è da battere la concorrenza di Paris Saint Germain e Juve, mentre per Kakà le porte parigine sono spalancate da tempo.

  • Nuova maglia da gara A.C. Milan 2012/13

    Nuova maglia da gara A.C. Milan 2012/13

    Adidas ha presentato la nuova maglia del Milan per la stagione 2012/2013 attraverso un video teaser. Pochi minuti per creare un'atmosfera suggestiva, quasi epica. Una maglia per combattere sul campo battaglie indimenticabili, le stesse che hanno reso famoso il Diavolo in tutto il mondo. Trofei, successi, sconfitte, tutta la magia racchiusa nel rettangolo di gioco sempre con gli stessi colori indosso. Ripercorriamo le tappe più belle che hanno costruito la leggenda dei rossoneri in Italia e in Europa, trasformando il Milan in una delle squadre più prestigiose al mondo, seconda forse soltanto al "mitico" Real Madrid. EPOPEA CHAMPIONS – Le notti magiche della Champions League ai tempi di Sacchi e Capello, il Milan degli olandesi, i Palloni d'oro Van Basten, Weah, Shevchenko, Kaka, il duello infinito con il Napoli di Maradona, la rivalità storica contro la Juventus. Prima la favola europea con il tecnico di Fusignano, l'ultimo a riuscire nell'impresa di vincere due Coppe Campioni consecutive, poco tempo dopo atterrava in Italia il Milan degli Invincibili di Capello.

    Negli anni 2000 l'epopea della Champions continua sotto l'era Ancelotti, che riporta i colori rossoneri sul tetto più alto del mondo. Successi che fanno del Milan la squadra più titolata al mondo a livello internazionale, da sempre il vanto del presidente Silvio Berlusconi.

    IN CAMPO FRA DUE GIORNATE – La nuova maglia rossonera firmata Adidas debutterà durante la 36 giornata, quando gli uomini di Allegri scenderanno in campo a San Siro per il match contro l'Atalanta, in programma fra 7 giorni esatti. La maglia si presenta con colletto bianco e le caratteristiche strisce rossonere. ONNIPOTENZA – Il video ribadisce quale fosse in origine l'idea che stava alla base del Milan al momento della sua creazione, il perché dei colori. Questa la disarmante spiegazione del co-fondatore Herbert Kilpin (1899)

    I nostri colori saranno il rosso, perché saremo dei diavoli, e nero, come la paura che incuteremo nei nostri avversari.

     

    Ed ecco a voi il trailer della presentazione "unleash your pride", cosa ne pensate?

     

     


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  • Guardiola lascia il Barcellona, la fine di un’era. Vilanova nuovo allenatore

    Guardiola lascia il Barcellona, la fine di un’era. Vilanova nuovo allenatore

    Tutte le cose hanno un inizio e una fine. E anche per il Barcellona firmato Guardiola è arrivato il giorno dell’addio. Dopo oggi il calcio non sarà più lo stesso. In questi 4 anni abbiamo forse visto la squadra più forte mai esistita. E il merito non può essere attribuito soltanto a un Messi oppure a un Xavi. Il vero Pallone d’oro dei blaugrana sedeva in panchina. Lascia perché non ha più gli stimoli e motivazioni di un tempo. Il presidente Rosell, subito dopo l’addio di Pep, avrebbe dichiarato: siamo fregati. Eccessivo sì, ma del tutto comprensibile. E a chi già iniziava a scommettere sul nuovo allenatore del Barcellona sarà rimasto spiazzato dall’annuncio di Rosell. Il prossimo anno Messi e compagni saranno guidati da Tito Vilanova, il vice del tecnico spagnolo.

    MI FERMO – Guardiola ha detto basta. Lascia la panchina del Barca che in questi anni aveva trasformato nella squadra più forte di sempre. Mancano gli stimoli, le motivazioni per andare avanti. Niente Milan, né Inghilterra, né qualunque altro club. Il tecnico spagnolo starà fermo per un po’. Quanto? Non si è dato scadenze o limiti predefiniti. Il suo è un arrivederci. Un anno, sei mesi, neanche lui ora può saperlo. Una cosa però è certa: tornerà. Perché lo ha confermato oggi, e perché lo richiede il calcio.

    L’EREDE – Stupore nella sala del Barcellona quando Rosell e Zubizarreta hanno annunciato il nuovo tecnico per il prossimo anno. Un nome a cui in pochi alla vigilia avevano immaginato. Sarà infatti Tito Vilanova a guidare i blaugrana nel 2012-2013. Scelta coraggiosa da parte della dirigenza spagnola. Definita come “l’unica” dal leggendario portiere spagnolo. In casa Barca si vuole proseguire lungo la strada tracciata  da Guardiola. Chi meglio allora del tecnico in seconda? Non sarà però così semplice. I dirigenti blaugrana lo sanno, come anche Tito. E’ anche vero che il proverbio dice: chi non risica non rosica (leggi Berlusconi-Sacchi).
    Riviviamo i momenti più belli dei quattro anni di Pep.

    joseph guardiola | © LLUIS GENE/AFP/GettyImages

    SUBITO TRIPLETE – Guardiola si presenta al mondo intero conquistando alla sua prima stagione un memorabile triplete. Il duello con il Real Madrid viene stravinto dai blaugrana, che conquistano il successo nella Liga con 9 punti di vantaggio sui Blancos guidati da Juande Ramos (subentrato al tedesco Schuster durante il girone d’andata). Non c’è solo la Liga però. La cavalcata del Barca registra altri due successi. Da una parte la Copa del Rey vinta agevolmente contro l’Athletic Bilbao, dall’altra il successo in Champions League. Roma, la città eterna, ospita la sfida tra il Barca e il Manchester United. Eto’o e Messi firmano il successo, l’Europa conosce i suoi nuovi padroni.

    SGAMBETTO MOU – Al secondo anno sulla panchina del Barcellona, Guardiola conferma di essere un personaggio unico nella storia del calcio. A dicembre 2009 sale sul tetto più alto del mondo. I catalani hanno bisogno di 120′ minuti per avere ragione dell’Estudiantes. Decisivo Messi. Fin troppo semplice il successo in Liga, 99 punti in 38 partite. Abbattuto ogni record. A rovinare la festa blaugrana l’eliminazione dalla Champions League in semifinale contro l’Inter di Mourinho. Una sconfitta però che non avrebbe arrestato la favola catalana.

    ANCORA CHAMPIONS – Nella stagione 2010-2011 arriva il terzo successo consecutivo nella Liga e il secondo trionfo europeo in due anni. Spazzato via il Real Madrid dell’ex nerazzurro Mourinho. Il triplete non si concretizza perché gli eterni rivali Blancos riescono a vincere la finale-battaglia della Copa del Rey.

    LA FINE – Il 2012 è l’anno del declino. L’ultima gioia nel Mondiale per Club contro il Santos di Neymar, letteralmente annichilito. Il nuovo anno solare però conosce un Barcellona stanco, sopratutto mentalmente. La resa nello spazio di tre giorni. Il Camp Nou fa da teatro sia allo scatto del Real di Mourinho nella Liga, sia all’incredibile trionfo del Chelsea. Guardiola sapeva già che questo sarebbe stato l’ultimo anno. E’ stato di parola anche questa volta.

    Il video della conferenza stampa d’addio di Pep Guardiola al Barcellona

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  • Champions Real Madrid, maledizione Mourinho

    Champions Real Madrid, maledizione Mourinho

    Spesso binomio vincente, Champions Real Madrid è un matrimonio che non s’ha da fare. L’eliminazione di ieri contro il Bayern ha confermato la tendenza negativa di questi ultimi anni. Una sconfitta cocente per tutto il tifo madrileno, che dopo la doppietta di Cristiano Ronaldo si sentiva già all’Allianz Arena per la finale. Mourinho pregustava la sua terza Champions. Sogno durato soltanto lo spazio di pochi minuti, spento implacabilmente dall’olandese Robben, ex di turno. Per il tecnico portoghese l’unico aspetto positivo è forse il declino del Barca. I blaugrana, dopo il double dello scorso anno, stanno attraversando forse il momento più difficile da quando Guadiola è diventato l’allenatore della prima squadra.

    ULTIMA FERMATA – Destino o maledizione che sia, il Real Madrid non riesce ad andare oltre la semifinale. In questi due anni in Spagna, mister “Champions”, all’anagrafe José Mourinho, non è riuscito a riportare i Blancos ai fasti di un tempo. L’anno scorso l’eliminazione era arrivata dopo un Clasico thrilling, reso celebre più dai porqué del portoghese a fine partita che per lo spettacolo offerto in campo. Dodici mesi più tardi, e svariati milioni spesi in estate, risultato identico. Stavolta però il sapore della sconfitta è più amaro, perché il Bayern sembrava, sulla carta, ampiamente alla portata del Real. Si aggiorna anche il triste ruolino di marcia del vate di Setubal nelle semifinali del massimo torneo continentale: quattro eliminazioni.

    jose mourinho | ©Javier Soriano/AFP/GettyImages

    TOP TEN – Premesso che il record di 9 Champions vinte resterà ancora per qualche anno nelle mani degli iberici, rimane l’incredulità di aver sciupato forse un’occasione unica. Una finale Real Madrid Chelsea avrebbe visto gli uomini di Mourinho logicamente favoriti, anche se in Europa la logica è spesso risultata mancante, sopratutto durante le fasi finali del torneo. Sfuma così in casa Real il successo numero 10 in Champions League. La leggenda può aspettare.

    HEYNCKES – Il destino ha voluto che il giustiziere degli spagnoli fosse proprio il tedesco Jupp Heynckes, il penultimo tecnico ad aver guidato il Real Madrid alla vittoria in Coppa Campioni. Era la stagione 1996-1997, esattamente quindici anni fa, una vita nel mondo del calcio. Allora la squadra madrilena affrontò in finale la Juventus di Marcello Lippi, allora una corazzata in Europa, reduce da un’altra finale persa l’anno prima contro il Borussia Dortmund. I bianconeri dovettero arrendersi al gol di Mijatovic che consentì alle merengues di alzare al cielo la settima Coppa dei Campioni.

    BARCELLONA – L’altra grande di Spagna non sorride, anzi. Il Barcellona oggi si ritrova psicologicamente a pezzi. Né Liga, né Champions, e fra poco più di un mese forse anche senza Guardiola, il tecnico che ha costruito il miracolo blaugrana. Con ogni probabilità i catalani non potranno essere più gli stessi qualora dovessero dire addio al proprio allenatore. Che Clasico o Champions sarà senza questo Barca?