Ave Zeman, bentornato a casa. Il Re di Roma dopo un esilio lungo 13 anni è di nuovo nel suo regno, pronto a guidare l’impero giallorosso alla riconquista del Bel Paese. Ne è passata di acqua sotto i ponti del Tevere prima di rivedere il suo padre spirituale nella terra natale. E’ sbarcato ieri, ufficialmente, ma non ci azzardiamo certo a dire che se ne sia mai andato da qui, sentimentalmente parlando. Il capolavoro realizzato a Pescara è stato propedeutico per rientrare nel calcio dei grandi, fra cui Zeman recita un ruolo di protagonista assoluto, da Oscar del calcio, e non quelli di Sportitalia (senza alcuna vena polemica, sia ben inteso). Chi avrebbe mai pensato solo 12 mesi fa, all’atto di insediamento degli americani, che l’anno successivo si sarebbe rivisto colui che fece divertire (e non solo) Roma e l’Italia sedersi nuovamente sulla panchina giallorossa? Pochi, forse nessuno, e se qualcuno rispondesse di sì potrebbe a diritto competere sullo stesso piano di Nostradamus o del Polpo Paul.
Ieri servizio completo. Si inizia con l’autografo su di un contratto biennale, rovesciando così i pronostici che davano il boemo intenzionato a legarsi per un solo anno alla società giallorossa. Stretta di mano con Silvio Baldini e poi via, verso il luogo del delitto. Una passeggiata sopra l’erba di Trigoria, amore a prima e seconda vista del boemo, con già in mente gli allenamenti e le corse dei nuovi e vecchi atleti. E’ ormai pomeriggio inoltrato, sul Colosseo scende il sole per far posto alla sorella Luna, le macchine ritornano a casa ascoltando alla radio una canzone di Venditti, fra queste anche l’auto con sopra Zeman, forse, grande amico del cantautore romano.
Primo giorno di scuola e di calciomercato a Roma. Nella chiacchierata con il ds Sabatini sul prato di Trigoria non crediamo che si sia parlato di matriciana o del nuovo film di Carlo Verdone. In porta Stekelenburg dovrebbe essere confermato al 100%, dal momento che gode della fiducia del boemo. Non si può dire lo stesso per chi gioca davanti al portiere olandese. In difesa non convincono in tanti. Kjaer tornerà senza rimpianti in Germania, non venendo riscattato, scelta quasi obbligata nei confronti di chi è stata una delle maggiori delusioni di questa stagione. C’è poi il nodo Juan-Heinze. Entrambi aspettano la risposta del nuovo tecnico, con il brasiliano che ha già informato la dirigenza di voler proseguire la sua avventura a Roma. Con ogni probabilità Zeman chiederà a Sabatini Marco Capuano, allenato quest’anno al Pescara e titolare nell’Under 21. La trattativa pare però bloccata dalle parole del ds Delle Carri, che ha escluso la partenza del difensore classe ’91. Sempre al centro della difesa i giallorossi sono vicinissimi a Leandro Castan, per il quale Sabatini ha offerto al Timao una cifra vicina ai 4 milioni di euro. Per la corsia di sinistra la Roma ha bloccato il ventenne Dodò, anche lui del Corinthians, che andrà a sostituire lo spagnolo Jose Angel.
A centrocampo il nome che più circola in questi giorni è quello di Marco Verratti. Anche su questo fronte il ds Delle Carri è stato piuttosto chiaro, ribadendo come il faro abruzzese resterà un altro anno a Pescara. Ciò nonostante il saluto dello stesso giocatore, affidato a Facebook, al tecnico dopo l’addio alla squadra (“un giorno ci ritroveremo”), e un’offerta vicino agli 8 milioni di euro presentata dai giallorossi ai vertici della società abruzzese. Probabile il ritorno alla base di Florenzi, quest’anno protagonista in Serie B con la maglia del Crotone, e l’addio invece al lento Gago, che non verrà riscattato dal Real Madrid.
Per l’attacco largo alla fantasia di Lamela, il quale potrebbe diventare il vecchio Totti del nuovo corso Zeman. Probabile anche la conferma di Borini, mentre è ancora in stand-by la situazione di Caprari (il Pescara ha dalla sua la possibilità di acquisire metà del suo cartellino). Da non sottovalutare giovani come Piscitella e Junior Tallo, sebbene attualmente sia l’uruguaiano Nico Lopez ad avere le chances più alte di vestire la maglia della Prima squadra nella prossima stagione. Ancora prematuro invece qualsiasi discorso legato a Bojan. Il Barcellona infatti ha la possibilità di riacquistare il calciatore versando alle casse della Roma 17 milioni di euro, ma al momento nulla lascia pensare che i blaugrana siano interessati a riprendere Bojan, che potrebbe invece rilanciarsi con la cura del boemo. Zeman Roma, 13 anni di assenza e sentimento.
Da molti è considerato come il girone di ferro di questi Campionati Europei 2012. Di sicuro Olanda e Germania avranno storto il naso alla lettura di Portogallo e Danimarca inserite nel loro stesso girone. Sopratutto i lusitani di Cristiano Ronaldo rappresentano una seria minaccia per le ambizioni delle due favorite del Gruppo B, che covano entrambe il sogno della finale. Quali i punti di forza e le debolezze?
LA STORIA – Da girone di ferro che si rispetti, il blasone delle Nazionali di questo Gruppo si ammira nei 5 successi continentali raccolti nell’arco di 50 anni. Soltanto il Portogallo infatti manca all’appello di questa speciale classifica, mentre Danimarca, Olanda e Germania possono a diritto fregiarsi del titolo europeo. I danesi ottennero un successo quantomeno inatteso nell’edizione del ’92 disputata in Svezia, battendo in finale per 2-0 proprio i tedeschi. Gli orange invece riuscirono a trionfare nell’Europeo dell’88, grazie ad una rosa difficilmente riproponibile nei successivi anni. Trascinati dal giovane Marco Van Basten, senza dimenticare Ruud Gullit e Frank Rijkaard, la Nazionale allenata dal leggendario Rinus Michels sovvertì qualsiasi pronostico fino ad issarsi sul tetto d’Europa battendo in finale per 2-0 l’Unione Sovietica, data da tutti come la favorita del torneo. C’è poi la Germania, fino ad oggi la Nazionale che può contare più successi (3 titoli), due conquistati prima della caduta del muro di Berlino. I tedeschi sono anche la squadra che è arrivata più volte in fondo alla competizione (6).
RIVINCITA – C’è un Mondiale che grida vendetta, un sogno svanito in finale contro la Roja di Del Bosque. Dopo due anni l’Olanda di BertvanMarwijk cerca la rivincita. Talento e classe non mancano di certo alla selezione orange, la quale può contare anche su un’ottima organizzazione di gioco grazie al lavoro del commissario tecnico olandese. Tante stelle brillano nel firmamento orange. Sulla carta, l’unico punto debole dei 23 di van Marwijk appare la difesa, con la coppia centrale Heitinga-Mathijsen non paragonabile, o perlomeno inferiore rispetto alle altre big. Anche nella corsia di sinistra, che verrà occupata con ogni probabilità dall’esperto Bouma (in rampa di lancia c’è il 18enne del Psv Willems), l’Olanda sembra perdere qualcosa rispetto alle grandi d’Europa. Da centrocampo in su però i tulipani fanno paura. Nel 4-2-3-1 di van Marwijk si inseriscono a pennello Mark Van Bommel (capitano della spedizione) e il mediano del City De Jong, senza dimenticare che in panchina siede Kevin Strootman, forse una delle migliori promesse del calcio olandese. Sulla trequarti spazio al nerazzurro Sneijder, con Van der Vaart e Robben sulle fasce. A completare l’attacco atomico degli orange troviamo Robin Van Persie, il cui trasferimento alla Juventus potrebbe diventare la prossima telenovela del calciomercato estivo. Tra le note negative e anche inspiegabili della spedizione olandese di Euro 2012 c’è l’assenza di Siem De Jong, uno dei protagonisti della cavalcata scudetto dell’Ajax di Frank De Boer.
RICCHI E POVERI – Attualmente nel ranking Fifa occupa il 10° posto, appena dietro all’Argentina, davanti a Italia e Francia. Nonostante ciò i danesi non sembrano una Nazionale capace di destare sorprese eclatanti quando inizieranno i Campionati Europei. Se non bastasse un attacco decisamente poco incisivo, con il solo Bendtner ad essere in doppia cifra con la maglia danese (oltre all’eterno Rommedahl), il ct Morten Olsen dovrà fare a meno di Sorensen, il portiere titolare della Nazionale (oltre 100 presenze), a causa di un infortunio alla schiena. Al suo posto dovrebbe giocare Lindegaard (8 presenze quest’anno in Premier League con la maglia del Manchester United). A centrocampo ci vorrà il migliore Eriksen (talento straordinario in forza all’Ajax, seguito negli ultimi tempi anche dal Milan) per far girare tutta la squadra. Anche perché in mezzo al campo la Danimarca è povera di talento (l’altro giocatore più conosciuto è Kvist, mediano dello Stoccarda). In difesa invece il commissario tecnico potrà contare sull’esperienza del capitano Daniel Agger (centrale del Liverpool), al cui fianco dovrebbe giocare Andreas Bjelland, stella del Nordsjaelland (club che quest’anno ha trionfato in Superligaen, la Serie A danese). Salvo sorprese dell’ultima ora quindi Simon Kjaer dovrebbe partire dalla panchina, pagando di fatto la disastrosa stagione con la maglia della Roma. Infine una curiosità: nella rosa dei 23 convocati figurano tre Poulsen. C’è Simon (terzino sinistro dell’Az), Christian (centrocampista dell’Evian e vecchia conoscenza del calcio italiano avendo militato nella Juve, famoso sopratutto per essere stato sputato da Francesco Totti agli Europei del 2004), e Jakob (centrocampista del Midtjylland). Tre Poulsen ma nessuna parentela fra loro.
FAVORITI – Volendoci sbilanciare diamo i tedeschi favoriti per il successo finale. Ormai il processo di maturazione intrapreso in questi quattro anni (dagli Europei del 2008 fino ai Mondiali di Sudafrica). La rosa non presenta apparenti punti deboli. L’unico punto debole potrebbe essere rappresentato dalla corsia di destra occupata da Jerome Boateng, il fratello del rossonero Prince. Rispetto alle altre big della rassegna continentale, la Germania è la Nazionale con l’età media più bassa. E la giovane età non deve ingannare, dal momento che giocatori come Ozil, Kroos, Muller, Badstuber, hanno alle spalle già un’esperienza internazionale importante. Molti di loro infatti giocano titolari nei grandi club d’Europa, come Real e Bayern Monaco. Altri calciatori come Klose e Lahm non fanno altro che accrescere ulteriormente il carisma della Nazionale teutonica. In nessun altra squadra troviamo una coppia centrale di centrocampo come quella formata da Toni Kroos e Schweinsteiger (ricordando che in panchina c’è un certo Khedira), che unisce potenza e qualità tecnica, due pregi che ritroviamo sia in difesa che in attacco, con il ballottaggio tra Klose e Muller che dovrebbe essere vinto dal giocatore della Lazio, in molte occasioni preferito dal commissario tecnico Low al panzer del Bayern. A consegnare ulteriore qualità alla manovra tedesca ci sarà poi il fantasista del Real Mesut Ozil, oltre che il gioiellino del Borussia Mario Goetze. Un altro tassello fondamentale dello scacchiere tedesco è dato dalla presenze in porta di Manuel Neuer, ovvero uno degli estremi difensori più forti d’Europa, dietro forse soltanto al “nostro” Gigi Buffon. Infine non è da sottovalutare nemmeno lo stato psicologico in cui versa attualmente la Nazionale tedesca. Se da una parte si potrebbe pensare che molti dei giocatori tedeschi in rosa siano ancora sotto schok per la finale persa contro il Chelsea nella finale di Champions League, dall’altra la stessa debacle in Coppa Campioni potrebbe essere la molla decisiva per spingere l’orgoglio dei calciatori di Low a voler vincere ad ogni costo questo Europeo.
ETERNA INCOMPIUTA – Quando si parla di Portogallo non si può non citare il classico luogo comune che circonda da anni la Nazionale lusitana. Tanto talento quanta poca concretezza davanti, senza un bomber che sappia far fare il salto di qualità all’intero movimento portoghese. La Pantera Eusebio è ora un lontano ricordo. In Ucraina e Polonia ci saranno i soliti noti, ovvero Helder Postiga e Hugo Almeida, calciatori che hanno messo insieme 30 gol in 100 presenze totali, dando un apporto ridicolo durante le fasi finali dei tornei più importanti (Mondiali ed Europei). Ogni anno c’è il punto interrogativo di Cristiano Ronaldo. A livello individuale è uno dei migliori al mondo, ma non è mai riuscito da solo a trascinare il proprio Paese al successo. Per la verità c’è andato vicino nel 2004, quando nell’Europeo di casa il Portogallo riuscì nell’impresa di arrivare per la prima volta in finale per poi perdere contro la Grecia. Una motivazione in più quest’anno è data dalla possibilità di vincere il Pallone d’Oro, approfittando del fatto che il Barca di Messi non ha vinto né Liga e né Champions. Tanto talento dicevamo, Cristiano Ronaldo e Nani sulle fasce ne sono un esempio pratico, senza dimenticare che a centrocampo ci sono Moutinho e Miguel Veloso, coadiuvati dalla forza fisica di Raul Meireles. In difesa il ct Paulo Bento (in carica dal 2010), potrà contare sul blocco Real, con il discusso Pepe in posizione centrale e Fabio Coentrao sulla corsia di sinistra. Le chances del Portogallo di superare il girone sono concentrate in gran parte sull’esito della sfida contro l’Olanda (considerando la Germania un gradino sopra le altre). Se Cristiano Ronaldo e Nani riusciranno a prendere in mano la squadra e spingerla alla vittoria contro gli orange, probabilmente i lusitani continueranno la loro avventura agli Europei.
Sempre più complicata la posizione per Stefano Mauri in merito alla vicenda calcioscommesse che lo vede recitare un ruolo da protagonista, in negativo. Come riportato infatti da Sportmediaset questa mattina, il calciatore della Lazio avrebbe mentito al procuratore federale Palazzi, peggiorando ulteriormente la propria posizione già di per sé delicata. Tutto ruoterebbe alla famigerata scheda intestata a Samanta Romano, utilizzata dallo stesso biancoceleste per telefonare Zamperini (contattato 435 volte). Quest’ultimo, dai risultati dell’inchiesta Last Bet, sembrerebbe la figura centrale che faceva da tramite tra i calciatori ed il clan degli zingari. Cosa non torna quindi alla procura di Cremona e al gip Salvini, oltre che allo stesso Palazzi?
Non torna il fatto che Stefano Mauri in una prima audizione con il procuratore federale avrebbe affermato di non aver mai scommesso una lira in vita sua, rivelando come il mondo delle scommesse fosse lontano anni luce da lui. Dichiarazione in seguito ritrattata dal calciatore, una volta incastrato dall’evidenza. Perché Mauri doveva spiegare il motivo per il quale utilizzasse una sim intestata alla fidanzata di Aureli (titolare di un’agenzia di scommesse). Ed ecco, come spesso accade in questi casi, il primo dietrofront dell’accusato. Il centrocampista della Lazio ritratta quanto detto il primo giorno, dicendo che in realtà scommetteva sul basket e sul tennis (ricordiamo che le uniche scommesse proibite ai giocatori sono quelle sul calcio, qualsiasi sia il campionato o la competizione).
Dichiarazione che non ha convinto evidentemente gli inquirenti, dal momento che i punti interrogativi sul comportamento di Stefano Mauri aumentavano di ora in ora. Alla domanda infatti se conoscesse Luca Aureli, ovvero il titolare dell’agenzia di scommesse che ha attivato la sim a nome di Samanta Romano, il laziale avrebbe risposto in un primo momento di no. Risposta che non trova agganci con la realtà poiché esistono nove telefonate dirette tra Stefano Mauri e il titolare dell’agenzia, ed inoltre lo stesso avvocato di Mauri ha confermato come Aureli fosse grande amico del suo assistito.
Se non bastasse arriva anche la “sentenza” dello Sco (Servizio Centrale Operativo della polizia), la quale afferma che le utenze di Samanta Romano (alias Stefano Mauri), Zamperini e Ilievski sono state localizzate accanto al centro d’allenamento della Lazio in data 14 maggio, ovvero il giorno dell’incontro incriminato tra Lazio Genoa della stagione 2010-2011, terminato 4-2 in favore dei padroni di casa. Nota che non lascia via di fuga a Stefano Mauri.
E’ terminata la prima due giorni delleFinal Eight Primavera 2012. La sorpresa più grande è quella del Milan di Dolcetti, che nei quarti ha superato la Juventus per 2-0, staccando così il pass per le semifinali, dove incontrerà l’Inter, che nel pomeriggio aveva battuto senza troppe difficoltà la selezione del Palermo. Dall’altra parte del tabellone ritroviamo come da pronostico Roma e Lazio, che si sfideranno in un derby di fuoco già nella giornata di domani, stracittadina che dirà chi fra le due squadre approderà alla finalissima del 9 giugno a Foligno. Vediamo ora nel dettaglio le azioni salienti di ogni singolo match, e per ciascun incontro il video. Ricordiamo infine che potrete seguire le semifinali e la finale qui sul Pallonaro con la diretta live delle partite.
ROMA VARESE 4-0 – Le Final Eight si aprono con il remake della finalissima 2011, che aveva visto i ragazzi di Alberto De Rossi trionfare 3-2 nei tempi supplementari contro la squadra allenata da Devis Mangia, trasferitosi poi a Palermo. Quest’anno la musica non è cambiata, anzi. I giallorossi infatti hanno mostrato tutta la propria superiorità nei confronti del Varese guidato da Tomasoni, chiudendo di fatto il match già nel corso del primo tempo, segnando con il centrocampista centrale Mattia Ricci (splendida conclusione nel sette) e l’esterno di destra Ciciretti, servito ottimamente da Piscitella. In completo controllo della partita, ad inizio ripresa la Roma sfiora più volte il terzo gol. Trascorrono i minuti però e il Varese si sveglia dal torpore, colpendo anche una traversa al 56′ sugli sviluppi di un corner. Alberto De Rossi decide di dare una scossa alla squadra facendo entrare la talentuosa punta uruguaiana Nico Lopez, che nel finale lo ripaga andando a segnare il 3-0. Nei minuti di recupero la festa giallorossa è completa con il 4-0 realizzato dal neo entrato Marco Frediani.
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TORINO LAZIO 1-2 – In serata i biancocelesti rispondono ai cugini battendo i granata di Antonino Asta per 2-1, grazie alla doppietta del nigeriano Sani. L’attaccante della Lazio non perdona la difesa avversaria e trascina i suoi compagni di squadra in semifinale, dove incontreranno proprio la formazione di De Rossi. E’ partita subito a mille la Lazio, giocando una prima mezzora di altissimo livello, grazie ad una manovra di gioco veloce e un tridente pericolosissimo composta da Rozzi, Barreto e lo stesso Emmanuel Sani. Passano 4′ minuti e il nigeriano trova subito la via della rete, superando il portiere avversario Gomis. E’ l’estremo difensore granata poi a negare in più di una circostanza il raddoppio dei ragazzi di Bollini. Il Toro però riesce a tirare fuori la testa dopo una mezzora trascorsa nella propria metà campo, e sopratutto sulla fascia destra con la catena umana Diarra-Verdi mette in apprensione la difesa biancoceleste. Nella ripresa invece i biancocelesti tornano ad avere saldamente il pallino del gioco ed i granata non riescono più a rispondere in maniera efficace. A siglare il raddoppio per la Lazio è ancora Emmanuel Sani, al 56′, a conclusione di un’ottima giocata dei suoi compagni di squadra (assist di Barreto). A nulla serve il gol della bandiera del neo entrato Pinelli al 91′, i granata salutano le Final Eight.
INTER PALERMO 2-0 – Tutto facile o quasi per la squadra di Bernazzani, campione in carica delle Next Generation Series con l’allora tecnico Andrea Stramaccioni. Quasi perché c’è voluto un gol a tempo ormai scaduto nella prima frazione di gioco del difensore Mbaye per passare in vantaggio, tra le furibonde proteste dei rosanero, che hanno pagato a caro prezzo la loro rabbia con l’espulsione del portiere Micai, restando in 10 uomini per tutto il secondo tempo. Grande prestazione del giovane Simone Longo, che sulla sinistra puntava e superava regolarmente il suo diretto avversario, creando i pericoli maggiori per il Palermo. A dieci minuti dal termine l’Inter è riuscita a trovare il raddoppio ancora con il difensore Mbaye, bravo a deviare in rete una punizione di Benassi. L’unica nota negativa nerazzurri è l’espulsione dell’attaccante Livaja, il quale rimbrotta qualcosa all’arbitro al momento della sostituzione, con il direttore di gara che non si fa pregare un attimo per estrarre il cartellino rosso all’indirizzo del giovane interista. Assenza importante quella di Livaja in vista della semifinale di mercoledì contro il Milan.
MILAN JUVENTUS 2-0 – Sono proprio i rossoneri a timbrare la prima sorpresa di queste Final Eight. Infatti la squadra di Dolcetti è riuscita a sovvertire i pronostici della vigilia, battendo per 2-0 la corazzata bianconera. Nonostante i ragazzi di Baroni abbiano comandato la partita, il Milan ha approfittato della serata no del difensore Gouano, che ha dato il là sia al gol nel primo tempo di Simone Andrea Ganz, sia al raddoppio di Mattia Valoti nel secondo tempo, quando ha atterrato in area di rigore l’attaccante Comi, regalando di fatto il penalty al Diavolo. Sulla battuta si presenta lo stesso Gianmario Comi, bomber della regular season, che clamorosamente si fa parare il tiro dal portiere Branescu (clamorosamente perché l’attaccante rossonero non falliva un rigore da due anni). Il rumeno però commetto un’ingenuità pazzesca, esultando per la prodezza appena effettuata dimenticandosi letteralmente del pallone, che finisce tra i piedi di Valoti che insacca per il 2-0 definitivo. In semifinale il Milan incontrerà l’Inter, per un derby della Madonnina versione Primavera.
Dall’8 giugno fino al 1 luglio milioni di tifosi resteranno incollati davanti al televisore per assistere alla magia dei Campionati Europei 2012 di calcio. Un evento imperdibile per tutti coloro che amano il pallone più della loro stessa vita. Analizziamo gruppo per gruppo le squadre che daranno vita a un mese di sfide spettacolari. I protagonisti, i punti di forza di ciascuna formazione, le assenze, la storia delle 16 Nazionali presenti in Ucraina e Polonia. Oggi inizieremo dal Gruppo A.
LA STORIA – Sulla carta è il girone qualitivamente più inferiore rispetto agli altri. Polonia, Grecia, Russia e Repubblica Ceca, quattro squadre che nella propria storia possono mettere insieme 3 titoli europei (il più recente quello greco a Euro 2004). La Russia è la Nazionale che vanta più presenze in finale, traguardo raggiunto in 4 occasioni, ottenendo il successo soltanto una volta, nella prima edizione disputata in Francia nel ’60. La Repubblica Ceca vanta nella propria bacheca il successo a Euro ’76 (allora si chiamava ancora Cecoslovacchia), quando sconfisse in finale la Germania Ovest. Per la Polonia invece è quasi una new entry. I polacchi infatti hanno raggiunto per la prima volta una fase finale dell’Europeo soltanto nell’edizione di 4 anni fa, quando si classificarono al primo posto nel proprio girone di qualificazione, arrivando addirittura davanti al Portogallo.
CENERENTOLA – Paese ospitante insieme all’Ucraina di questi Campionati Europei 2012, la Polonia è da considerarsi la cenerentola del Gruppo A. Cenerentola però fino a un certo punto, perché tra le sue fila può contare su diversi big, a cominciare dal bomber Lewandowski. Al suo secondo anno in Germania con la maglia del Borussia Dortmund, Robert è stato uno dei protagonisti indiscussi della cavalcata trionfale della squadra di Jurgen Klopp in Bundesliga, chiudendo la stagione con 22 reti segnate in campionato. Lewandowski ha poi trascinato i suoi anche nel trionfo finale della Coppa di Germania, con 7 gol in 6 incontri, travolgendo il Bayern Monaco in finale con una tripletta. Il blocco del Borussia Dortmund è completato dal capitano polacco Jakub Blaszczykowski e dal terzino destro Lukasz Piszczek. Se si esclude il portiere dell’Arsenal Wojciech Szczesny, non vi sono altri elementi di spicco nella rosa guidata da Franciszek Smuda. La nota più dolente per il commissario tecnico polacco è il reparto centrale di difesa, che sembrerebbe non avere le qualità necessarie per affrontare un torneo continentale così impegnativo.
ORGOGLIO – Una nazione allo sbando economicamente, ma capace di lottare fino alla fine per ottenere il riscatto con estremo coraggio, come dimostrato dall’Olympiakos nella finale di Eurolega contro il Cska. Otto anni fa era stato proprio l’undici di Rehhagel a dettare legge in Portogallo, conquistando una vittoria incredibile nella finale contro i padroni di casa. Passano gli anni, passano gli allenatori (destino vuole che ci sia un portoghese alla guida degli ellenici, Fernando Santos, in carica dall’estate del 2010), la mentalità però è rimasta quella di un tempo. Nei 23 di Santos non può passare inosservato Georgios Samaras, attaccante del Celtic e giocatore che vanta forse la maggiore esperienza in campo europeo. Attenzione anche all’esperto Gekas, attualmente in forza ai turchi del Samsunspor, che con la maglia della Nazionale riesce a tirare fuori quel qualcosa in più da renderlo uno dei migliori marcatori di sempre (21 gol, a otto lunghezze dal record di Nikos Anastopoulos). Vecchie e nuove conoscenze del calcio italiano popolano gli altri reparti dei greci. A centrocampo troviamo Sotiris Ninis, il gioiellino del Panathinaikos già acquistato dal Parma per la prossima stagione. I tifosi dell’Inter poi si ricorderanno anche Giorgos Karagounis, capitano della Nazionale e sfortunato ex nerazzurro. In difesa il ct Santos può contare sull’apporto del talentuoso centrale dello Schalke Kyriakos Papadopoulos (inseguito negli ultimi giorni anche dal Milan) e dell’ex rossonero Sokratis Papastathopoulos, che ora gioca con il Werder Brema. C’è un pezzo d’Italia anche in porta, dal momento che ritroviamo quell’Alexandros Tzorvas del Palermo, il cui posto da titolare è andato a farsi benedire dopo l’arrivo a gennaio dell’interista Viviano. Di certo i greci non partono con i favori del pronostico, come sempre d’altronde. Parte forse un gradino sotto Russia e Repubblica Ceca, sebbene sia azzardato considerare già fuori l’undici di Santos.
SORPRESA – Quattro anni fa erano riusciti a salire sul gradino più basso del podio, insieme alla Nazionale turca. Anche quest’anno la squadra allenata dal ct olandese Dick Advocaat potrebbe sorprendere tutti e approdare alle primissime posizioni del torneo. L’intero movimento nazionale russo sembra in rapida ascesa, grazie alle ottime prestazioni in campo internazionale di società come lo Zenit di Luciano Spalletti, che in Champions è approdato agli ottavi di finale, persi poi contro i portoghesi del Benfica. Sono 7 i calciatori della squadra di San Pietroburgo che figurano nella lista dei 23 convocati, tra cui anche il figliol prodigo Arshavin, capitano della Nazionale. L’altro grande blocco è quello costituito dal Cska, che può contare la presenza di ben cinque atleti, tra cui la stella di centrocampo Dzagoev (classe ’90), uno dei migliori prospetti russi della storia recente, la cui valutazione è già superiore ai 15 milioni di euro. Il club di Mosca offre anche il portiere Akinfeev, altra stella su cui Advocaat potrà puntare per gli imminenti Europei. Fondamentale sarà anche l’apporto delle punte Kerzhakov e Pavlyuchenko (rispettivamente Zenit e Lokomotiv), che in termini di gol dovranno senz’altro far fare il salto di qualità alla propria Nazionale. Dando per scontato il passaggio ai quarti di finale come prima del girone, i russi dovranno affrontare la seconda del Gruppo B, ovvero una tra Olanda, Germania, Portogallo e Danimarca. Con una buona dose di fortuna la strada per le semifinali non dovrebbe essere poi così complicata.
ALL’ULTIMO RESPIRO – I cechi hanno acciuffato la strada di Kiev attraverso l’ultimo appello. Sono serviti i play-off infatti a Baros e compagni per ottenere il pass ad Euro 2012. La doppia sfida contro Montenegro non ha avuto storia, con i ragazzi di Bilek vittoriosi in entrambi i match. L’arma migliore della Repubblica Ceca è l’esperienza che calciatori come Baros, il capitano Rosicky, Sivok, lo stesso Petr Cech (campione d’Europa con la maglia del Chelsea) garantiscono a quantità industriale. Può sembrare retorico ricordarlo, ma un fattore come l’esperienza è forse uno degli elementi determinanti in tornei come questi, e siamo sicuri che Cech abbia istruito al meglio i propri compagni riguardo quest’ultimo aspetto. Tra gli elementi più interessanti della rosa a disposizione del ct Bilek segnaliamo il terzino sinistro Kladec (in forza al Leverkusen) e il giovane attaccante del Cska Mosca Tomas Necid. Interessante notare infine come il commissario tecnico ceco abbia attinto a piene mani dal serbatoio del Viktoria Plzen (6 giocatori convocati), vincitore l’anno scorso del titolo di campione nazionale e avversario in Champions League del Milan di Massimiliano Allegri.
Fra poco meno di due ore andrà in scena la sfida tra Milan Juventus, l’ultimo quarto delle Final Eight Primavera. La vincente affronterà in semifinale l’Inter, che nel pomeriggio ha sconfitto per 2-0 il Palermo. I bianconeri di Marco Baroni scendono in campo con i favori del pronostico, dopo aver chiuso al comando il girone A durante la regular season e sopratutto per l’ottima impressione destata a Viareggio, dove a sorpresa hanno battuto la Roma di Alberto De Rossi nella finalissima. In casa Milan invece sperano nel colpaccio, affidando le proprie speranze al capocannoniere del Campionato Primavera Gianmario Comi, oltre alla fantasia del trequartista Valoti. Appuntamento quindi a partire dalle 21.00 per la diretta testuale del match, che sarà inoltre visibile sui canali di Sportitalia. (Il calendario della Fase Finale Campionato Primavera 2012)
TABELLINO:
Milan (4-3-1-2): Piscitelli; Baldan, Ely, Ferreira, Desole; Innocenti, Bertoni, Hottor; Valoti (78′ Cristante); Comi, Ganz (69′ Lora).
In panchina: Narduzzo, Speranza, Lora, Cristante, Roggia, Prosenik, Speziale. All. Dolcetti
Juventus (4-2-3-1): Branescu; Untersee, Gouano (69′ Carlos Garcia), Rubin, Belfasti; Chisbah, Appelt; Ruggiero (61′ De Silvestro), Beltrame, Spinazzola; Libertazzi (61′ Padovan).
In panchina: Sluga, Garcia, Liviero, Carfora, Schiavone, De Silvestro, Padovan. All. Baroni
MILAN JUVENTUS 2-0 23′ Simone Andrea Ganz (Milan), 64′ Mattia Valoti (Milan)
90′ +5′: fischio finale dell’arbitro, i rossoneri di Dolcetti approdano al turno successivo. Torna a casa la Juve di Baroni.
90′: cinque minuti di recuperano separano il Milan dalla semifinale contro l’Inter.
87′: stanno per svanire le ultime residue speranze della Juventus di riacciuffare il pareggio.
85′: è ancora Padovan ad avere la palla buona per il 2-1, spreca malamente.
82′: si avvicinano le semifinali per il Milan, ricordiamo che Lazio, Roma e Inter hanno già ottenuto la qualificazione al turno successivo.
80′: insuperabile questa sera Piscitelli sulle palle alte.
78′: si copre ancora di più Dolcetti con l’ingresso di Cristante (centrocampista centrale) per Valoti (trequartista).
76′: la Juve non si arrende, guadagna un altro calcio d’angolo.
74′: annullato per fuorigioco un gol a Padovan, giusta la decisione della terna arbitrale.
74′: Milan ancora più coperto a centrocampo dopo l’entrata di Lora, passando dal 4-3-1-2 ad un 4-4-1-1.
69′: non ce la fa Gouano, infortunatosi in occasione del calcio di rigore, al suo posto entra Carlos Garcia. Nel Milan entra Lora al posto di Simone Ganz.
65′: occasionissima per la Juventus di riportarsi in partita, straordinaria parata di Piscitelli su Padovan.
64′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLL 2-0 MILAN, MATTIA VALOTI. Branescu era stato bravo a parare il rigore al bomber Comi, ma Valoti è lesto e riesce a beffare la difesa bianconera. Partita in discesa ora per il Milan.
62′: RIGORE PER IL MILAN, altra grande ingenuità di Gouano, che si fa beffare in velocità da Comi per poi stenderlo in area di rigore. Dal dischetto va lo stesso Comi.
61′: doppio cambio per la Juve di Baroni. De Silvestro per Ruggiero e Padovan per Libertazzi. Tatticamente non cambia nulla.
59′: si presenta Ely dalla battuta, pallone che finisce alto.
58′: calcio di punizione dal limite per il Milan, occasione ghiotta per i rossoneri.
56′: Ganz mostra tutte le sue qualità girandosi in un fazzoletto e concludendo dal limite. Si distende a terra il portiere bianconero.
55′: non ce la fa Ferreira, che esce per crampi. Al suo posto Dolcetti fa entrare Speranza.
50′: ancora protagonista Beltrame che da lontano prova a beffare Piscitelli con un pallonetto. Attento l’estremo difensore rossonero.
49′: ammonito Beltrame per simulazione.
46′: iniziato il secondo tempo. Parte forte la Juventus.
45′: senza neanche un minuto di recupero termina il primo tempo. Milan in vantaggio 1-0 grazie al gol di Ganz.
45′: chiude in attacco il Milan, calcio d’angolo. Blocca bene l’estremo difensore bianconero.
44′: Innocenti e Ruggiero a muso duro, nessun provvedimento dal direttore di gara.
42′: ancora problemi nella difesa del Milan. Libertazzi serve al centro dell’area ma il suo passaggio trova i piedi dei difensori del Milan.
41′: grandissima diagonale di Ely che salva il risultato da un contropiede pericolosissimo.
39′: De Sole libera una pericolosa azione della Juventus.
35′: prima ammonizione dell’incontro. Bertoni (capitano Milan) viene punito per il fatto tattico su Beltrame.
34′: la Juve cerca sempre il gioco sulle fasce, sebbene i cross finiscano sempre a favore della difesa avversaria.
31′: dalla corsia di sinistra Spinazzola converge verso il centro, arma il destro ma la conclusione non è felice.
30′: ci prova anche Beltrame per la Juve, pallone che finisce alle stelle.
29′: azione caparbia di Comi che scambia con Ganz, quest’ultimo cerca la conclusione dal limite, ma sbaglia la misura.
27′: la Juve fa la partita ma è il Milan a trovarsi in vantaggio.
26′: cerca di reagire la Juventus. Doppio calcio d’angolo per la squadra di Baroni, non si fa sorprendere però la difesa del Milan.
23′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLLLLL 1-0 MILAN, SIMONE ANDREA GANZ supera con un pallonetto il portiere della Juventus sfruttando al meglio un’indecisione del difensore Gouano. Lampo Milan.
22′: pericoloso cross dall’out di destra di Libertazzi, non trova però nessuno a ricevere il passaggio.
21′: altra azione dalla sinistra per la Juve con Libertazzi, respinge ancora il muro del Milan.
20′: fino a questo momento partita equilibrata, la Juventus non riesce a sfondare la linea rossonera.
17′: ci prova Ruggiero dalla distanza, nessuna difficoltà per Piscitelli.
16′: la Juve cerca sempre di impostare l’azione fin dalla propria retroguardia.
15′: in questo primo quarto d’ora il Milan si fa preferire per aggressività e determinazione.
13′: il tiro di Valoti viene respinto dalla barriera bianconera.
13′: Ganz si guadagna un calcio di punizione da posizione favorevole.
11′: ennesimo calcio d’angolo per i bianconeri, libera la difesa rossonera senza troppe difficoltà.
10′: primo calcio d’angolo della partita in favore della Juventus. Nulla di fatto però.
5′: partita godibile in questi primi minuti, con rapidi capovolgimenti di fronte da una parte e dall’altra.
2′: Libertazzi prova a sorprendere subito la retroguardia rossonera, bravo Piscitelli a respingere di piede.
1′: pronti, via. Il Milan batte il calcio d’inizio del match.
Buonaserata dal Pallonaro. Tra pochi minuti vivremo in diretta il match tra Milan Juventus. Chi vince approderà alle semifinali di Final Eight dove ad attenderla c’è l’Inter.
Dopo la prima giornata di ieri che ha visto Roma e Lazio approdare in semifinale, è già tempo di tornare in campo per la seconda giornata dei quarti di Final Eight del Campionato Primavera 2012. Questo pomeriggio alle 16 andrà in scena a Foligno la sfida tra InterPalermo (diretta su Sportitalia 1), ovvero tra i campioni delle Next Generation Series e la sorpresa del torneo guidata dal bomber Mauro Bollino, capace di guidare i rosanero fino alle fasi finali grazie ai gol pesantissimi realizzati nelle sfide play-off contro Napoli e Chievo. Dall’altra parte l’Inter sarà orfana del tecnico che l’ha condotta al successo continentale, quell’Andrea Stramaccioni che ora guida la Prima squadra. Al suo posto Bernazzani, il quale dovrà tirare fuori il meglio da gente come Bessa e Longo per ottenere la vittoria quest’oggi. Diretta testuale live sul Pallonaro a partire dalle ore 16. (Il calendario della Fase Finale Campionato Primavera 2012)
TABELLINO:
Inter (4-3-1-2): Di Gennaro, Mbaye, Spendlhofer, Bandini, Kysela, Duncan, Crisetig, Romanò, Bessa (79′ Benassi), Livaja, Longo (86′ Alborno).
A disposizione: Cincilla, Terrani, Benassi, Alborno, Candido, Forte, Pasa. Allenatore: Daniele Bernazzani.
Palermo: Micai, Caputo, Prestia, Kosnic, Di Chiara, Barberis, Sanseverino (83′ Verdun), Vassallo, Jara Martinez (46′ Patania), Bollino, Malele (69′ De Vita).
A disposizione: Patania, Zerbo, Cerniglia, Verdun, Aquino, Rojas, De Vita. Allenatore: Pietro Ruisi.
INTER PALERMO 2-0 45’+2′, 80′ Mbaye (Inter)
93′: finisce qui il match tra Inter e Palermo. I nerazzurri accedono alla semifinale grazie alla doppietta di Mbaye, rispettando così i pronostici della vigilia. I rosanero hanno pagato l’eccessivo nervosismo nel finale del primo tempo dopo la rete del vantaggio interista, per poi rimanere in 10 uomini per tutta la ripresa. L’Inter aspetta ora la vincente del big match di questa sera fra Milan e Juventus.
90′: sono 3 i minuti di recupero assegnati dall’arbitro.
89′: espulso l’attaccante dell’Inter Livaja, che al momento della sua sostituzione ha qualcosa da ridire all’arbitro che lo espelle. Grande ingenuità per il baby nerazzurro.
86′: cambio anche per l’Inter. Dentro l’esterno di sinistra Alborno, che entra in campo al posto di Longo, uno dei migliori in campo.
83′: terza e ultima sostituzione per il Palermo. Fuori il centrocampista Sanseverino per lasciare posto al paraguaiano Verdun.
82′: ancora Inter pericolosa, con Crisetig che non trova lo specchio della porta per un nulla.
80′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLL 2-0 INTER, esulta Mbaye per la sua doppietta personale, dopo la deviazione impercettibile sul calcio di punizione del neo entrato Benassi. Nerazzurri con un piede e mezzo in semifinale.
79′: sostituzione per i nerazzurri. Esce Bessa, dentro il centrocampista Benassi.
77′: risponde l’Inter con Longo, blocca senza problemi Patania.
75′: i rosanero si affacciano in avanti con un cross di Kosnic che non trova però la deviazione vincente di Bollino.
69′: sostituzione per il Palermo. Malele lascia il cambio per l’attaccante De Vita.
67′: Patania salva il risultato per i suoi compagni di squadra respingendo il tiro ravvicinato di Bessa.
65′: il Palermo non intende alzare i ritmi, aspettando così gli ultimi 10′ minuti per dare fondo a tutte le energie rimaste per cercare di pareggiare l’incontro e andare ai supplementari.
58′: Inter padrona assoluta del match al momento.
53′: con un uomo in meno i rosanero in questi primi minuti della ripresa non riescono più a rendersi pericolosi dalle parti di Di Gennaro.
46′: inizia il secondo tempo. Nel parapiglia del finale di primo tempo l’arbitro ha espulso il portiere del Palermo Micai.
45’+2′: l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi per l’intervallo. Molto arrabbiati i calciatori del Palermo che si dirigono verso la panchina nerazzurra per gridare la propria rabbia.
45’+2′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLL 1-0 INTER, Mbaye di testa su cross di Bessa trafigge l’estremo difensore rosanero. Proteste del Palermo perché il gol è arrivato a tempo già scaduto.
44′: grossa ingenuità del portiere Micai che esce dall’area di rigore con la palla in mano. La punizione dal limite calciata da Longo però è respinta ottimamente dallo stesso Micai.
38′: il portiere dell’Inter Di Gennaro compie un miracolo sull’incursione in area di Bollino, scegliendo ottimamente il tempo dell’uscita.
36′: pericolosa punizione del difensore rosanero Kosnic dalla lunga distanza. I nerazzurri sono in chiara difficoltà.
33′: l’Inter sembra perdere le certezze di inizio partita, cresce il Palermo.
31′: clamorosa occasione per Mauro Bollino, che a tu per tu con il portiere nerazzurro calcia sul palo.
25′: crescono i nerazzurri, ancora pericolosi dal limite dell’area con la conclusione del centrocampista Romanò che si spegne di pochissimo a lato.
24′: seconda occasione da rete per Longo, che da sinistra si libera del suo diretto avversario e calcia di poco fuori dalla porta di Micai.
23′: si ritorna alla gara bloccata dei primi minuti. Palermo fino ad ora inesistente in attacco.
15′: prima chiara occasione da rete per la squadra di Bernazzani, con la traversa scheggiata da Crisetig sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato da Bessa.
14′: momento favorevole all’Inter, che sulla fascia sinistra grazie al talento di Longo sta creando grossi problemi alla retroguardia rosanero.
11′: i nerazzurri lì davanti fanno davvero paura, con Bessa utilizzato da trequartista dietro le punte Longo e Livaja.
9′: match ancora piuttosto bloccato tra le due compagini. L’Inter sembra però intenzionata ad accelerare.
1′: partiti. E’ il Palermo a battere il calcio d’inizio. I nerazzurri di Bernazzani hanno i favori del pronostico.
Le due squadre sono raccolte in mezzo al campo per osservare il minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto che ha colpito nei giorni scorsi l’Emilia.
Buon pomeriggio amici del Pallonaro. Tutto pronto per la diretta di Inter Palermo. Le squadre sono appena uscite dal tunnel degli spogliatoi
Dopo il facile successo dei cugini giallorossi nel primo quarto di finale di questo pomeriggio (Roma Varese 4-0), Lazio Torino scendono in campo questa sera alle 21 (diretta su Sportitalia 1). I ragazzi di Bollini, dopo un ottimo percorso nella regular season, vogliono sfatare il tabù quarti, per approdare così alle semifinali delle Final Eight dove incontrerebbero proprio la Roma di Alberto De Rossi, dando così vita ad un derby romano ad altissima tensione. I laziali hanno dalla loro i favori del pronostico, sebbene prendere sottogamba la sfida di oggi significherebbe andare incontro ad una certa eliminazione. Vi aspettiamo alle ore 21 qui sul Pallonaro per la diretta testuale dell’incontro. (Il calendario della Fase Finale Campionato Primavera 2012)
TABELLINO:
Lazio (4-3-3): Berardi; Ilari, Crescenzi, Sbraga, Marin; Zampa, Onazi, Cataldi (Salustri); Barreto, Rozzi, Emmanuel Sani (75′ Vivacqua). A disp. Scarfagna, Serpieri, Vilkaitis, Cilfone, De Francesco, Vivacqua, Tira. All. Bollini.
Torino (4-4-2): Gomis; Isoardi, Fiore, Chiosa, Panepinto; Ropolo, Vita (83′ Pinelli), Milani (58′ Da Silva), Diarra; Verdi (85′ Amaru), Diop. A disp. Saracco, Sampò, Pernice, Gatto, Cinaglia, Fumara, Aramu. All. Asta LAZIO TORINO 2-1 4′, 56′ Emmanuel Sani (Lazio), 91′ Gabriele Pinelli (Torino)
94′: triplice fischio dell’arbitro, la Lazio si qualifica alle semifinali battendo il Torino 2-1 grazie alla doppietta del nigeriano Sani. Più che dignitosa la prova del Torino, il cui demerito è quello di aver trovato tardi il gol del 2-1. In semifinale sarà derby tra Roma e Lazio.
91′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLL, 2-1 TORINO, gol della bandiera del neo entrato Pinelli.
88′: nell’ultimo quarto d’ora non è successo più nulla, con la Lazio già sicura delle semifinali.
87′: terzo cambio anche per la Lazio, dentro Serpieri che sostituisce Rozzi.
85′: Simone Verdi lascia il campo, dentro Amaru.
84′: in ogni caso da lodare la provo dei granata, che vogliono trovare almeno il gol del 2-1.
83′: per il Toro entra l’attaccante Pinelli al posto di Vita.
77′: ancora Verdi a rendersi pericoloso, Berardi però blocca senza difficoltà.
75′: secondo cambio tra le fila biancocelesti. Vivacqua sostituisce il protagonista dell’incontro Emmanuel Sani.
69′: Simone Verdi decide di fare tutto da solo, si accentra e dal limite conclude alle stelle. Si spengono sempre di più le speranze granata.
66′: si mette in luce anche Antonio Rozzi, che da distanza siderale prova a sorprendere Gomis, che devia in calcio d’angolo.
57′: il tecnico del Torino prova il tutto per tutto inserendo il trequartista Da Silva al posto di Milani. Cambio anche per i biancocelesti, dentro Salustri per Cataldi.
56′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLL: 2-0 LAZIO, è ancora Emmanuel Sani a trovare il raddoppio per i biancocelesti dopo un’azione tutta di prima dei biancocelesti, iniziata da Onazi, ricamata da Barreto e finalizzata dal nigeriano.
47′: grandissima ingenuità del difensore granata Fiore, che si fa rubare palla da Barreto e poi lo stende. Dapprima l’arbitro indica il dischetto del penalty per poi cambiare giustamente decisione su consiglio del guardalinee, assegnando una punizione dal limite alla Lazio.
46′: iniziato il secondo tempo, nessun cambio per le due formazioni.
45′: fine primo tempo, Lazio in vantaggio per 1-0 grazie alla rete di Emmanuel Sani. La gara però non può essere considerata chiusa, perché il Torino sembra in grado di mettere in difficoltà la difesa biancoceleste.
41′: dopo un avvio molto promettente la Lazio non riesce più a creare occasioni da rete.
34′: incredibile Gomis, che rischia l’autogol con un controllo da censura.
32′: ancora pericoloso l’attaccante granata Diop, respinge bene Berardi.
31′: la catena di destra Diarra-Verdi sta mettendo in seria difficoltà l’undici laziale.
25′: ora sono i granata ad avere il pallino del gioco, la Lazio si limita a difendere la propria area.
21′: piano piano il Torino sembra entrare in partita. Ci prova Verdi, la cui conclusione centrale non riesce a impensierire Berardi.
13′: altra bella parata di Gomis sulla conclusione del centrocampista biancoceleste Onazi. Pallone in calcio d’angolo.
12′: clamorosa occasione per Sani, che a tu per tu con Gomis si divora un gol già fatto.
10′: dominio biancoceleste in questi primi minuti. Granata in netta difficoltà.
4′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLL 1-0 LAZIO, l’attaccante nigeriano Sani si beve i due centrali difensivi del Toro per poi concludere di giustezza alle spalle del portiere Gomis.
1′: partiti, buon match a tutti!
Foto di rito per le due formazioni, manca davvero poco. Prima dell’inizio dell’incontro minuto di raccoglimento per il sisma che ha colpito il sisma in Emilia.
Ci siamo quasi amici del Pallonaro. Tra cinque minuti inizierà l’atteso match tra Lazio e Torino. Le squadre sono nel tunnel degli spogliatoi pronte a scendere in campo.
E’ tutto pronto ormai per l’inizio delle Final Eight. Si inizia oggi alle 16 con Roma Varese , autentico revival della finalissima dell’anno scorso, che vide i ragazzi di Alberto De Rossi trionfare contro la squadra di Devis Mangia in un match da infarto. Tra i giallorossi non c’è più Mattia Montini, nel Varese manca il talentuoso De Luca, ora protagonista in prima squadra. Due squadre diverse rispetto a quelle che si giocarono la finale l’anno scorso, e la Roma sembrerebbe non avere rivali che tengano, se si esclude la Juventus di Marco Baroni. Noi del Pallonaro seguiremo live tutte le partite della fase finale. Vi aspettiamo questo pomeriggio alle ore 16 per la diretta testuale di Roma Varese, primo quarto di finale delle Final Eight. Ricordiamo che l’incontro sarà trasmesso su Sportitalia live. (Il calendario della Fase Finale Campionato Primavera 2012)
TABELLINO: Roma (4-2-3-1): Pigliacelli, Sabelli, Orchi, Barba, Nego, M. Ricci (58′ Nico Lopez), Verre, Politano, Ciciretti (40′ Cittadino), Piscitella, Tallo.
A disposizione: Proietti, Gaffi, Romagnoli, Ceccarelli, Cittadino, Frediani, Nico Lopez, Leonardi. Allenatore: Alberto De Rossi
Varese (4-4-2): La Gorga, Fiamozzi, Samba, Minelli, Parini, Greco, De Feo, Bassi, Borzani, Turlan (67′ Tiboni), Jadilson, Zamble (85′ Eluardi).
A disposizione: Bordignon, Mancini, Serrano, Tiboni Eluardi. Allenatore: Tomasoni
ROMA VARESE 4-0
5′ Matteo Ricci (Roma), 21′ Amato Ciciretti (Roma), 84′ Nico Lopez (Roma), 93′ Marco Frediani
Appuntamento a questa sera, sempre qui sul Pallonaro, a partire dalle 21, per la diretta di Lazio Torino.
93′: GOOOOOOOOOOOOOOLLL ROMA, allo scadere del secondo tempo Frediani trova la rete del 4-0 per i giallorossi. La Roma conclude in trionfo questo incontro. La squadra di Tomasoni saluta le Final Eight nel modo peggiore.
90′: 3′ minuti di recupero prima della fine del match.
85′: ultimo cambio per il Varese, entra Eluardi al posto dell’ivoriano Zamble.
84′: GOOOOOOOOOOOLLLL 3-0 Roma, Nico Lopez trova la rete che consegna definitivamente il pass per le semifinali ai giallorossi.
81′: ricordiamo che la vincitrice dell’incontro si qualificherà alla semifinale dove affronterà la vincente dell’altro quarto in programma stasera tra Lazio e Torino.
75′: sembra essersi placata la furia dei ragazzi di Tomasoni, il match è di nuovo in pieno controllo dei giallorossi.
72′: nel Varese entra Mancini al posto di un altro difensore (Minelli). Cambio anche per la Roma, Frediani sostituisce l’ottimo Piscitella.
70′: prova a rispondere la Roma, ci prova Verre dal limite, La Gorga respinge con i pugni in calcio d’angolo.
67′: il Varese sostituisce Turlan, entra il numero 11 Tiboni.
64′: ancora Varese pericoloso. De Feo crossa dalla destra per Jadilson che in acrobazia non riesce a girare in rete.
63′: e’ un Varese molto più determinato quello sceso in campo nel secondo tempo. Turlan al volo impegna severamente Pigliacelli. I giallorossi appaiono più stanchi.
59′: Nico Lopez, appena entrato al posto di Ricci, sfiora il 3-0 dopo essersi liberato in area del suo diretto avversario. La conclusione di sinistro viene bloccata da La Gorga.
56′: incredibile traversa in rovesciata del Varese sugli sviluppi del corner seguente alla parata di Pigliacelli. La partita è cambiata?
56′: Fantastica parata di Pigliacelli, che sventa un pericolosissimo colpo di testa dell’ivoriano Zamble.
55′: il Varese rischia la goleada, Piscitella sfiora il palo destro della porta difesa da La Gorga.
51′: Palo di Junior Tallo che sfrutta gli spazi lasciati dalla difesa del Varese. Roma vicinissima al gol del ko.
46′: Zamble spreca una ghiotta occasione nelle battute iniziali della ripresa, Pigliacelli blocca sicuro.
46′: è iniziato il secondo tempo, nessun cambio per le due formazioni.
45’+3′: dopo tre minuti di recupero termina il primo tempo di Roma Varese, con i giallorossi in vantaggio 2-0 grazie alle reti di Ricci e Ciciretti. Notte fonda per il Varese.
45′: decisamente più pericola la Roma. Il neo entrato Cittadino sfiora dal limite la traversa e il 3-0 per i suoi compagni di squadra.
44′: i ragazzi di Tomason ci provano solo da lontano. Turlan spara da 35 metri ma la conclusione non è precisa.
43′: ci prova ancora Ricci, stavolta però il pallone finisce alle stelle.
40′: il Varese stenta a reagire, nonostante qualche timida conclusione dalla distanza. Nel frattempo la Roma sostituisce l’autore del secondo gol Ciciretti per il trequartista Cittadino.
28′: brutto infortunio per il capitano del Varese Samba, probabile lussazione alla spalla per lui. Però eroicamente torna in campo, sembra farcela quindi.
21′: GOOOOOOLLLL 2-0 ROMA. Piscitella va fino in fondo sull’out di sinistra, entra in area e serve Ciciretti tutto solo, che di piatto destro non fallisce e insacca il raddoppio giallorosso.
20′: la Roma è in pieno controllo del match in questo momento.
15′: ancora fuori partita la stella del Varese Jadilson. I suoi compagni di squadra avranno bisogno del suo aiuto per trovare il pareggio.
12′: ci prova dal limite Verre servito da Tallo, il tiro si spegne fuori alla destra del portiere La Gorga
7′: risponde subito il Varese, con Fiamozzi che serve al centro per l’inserimento della punta ivoriana Zamble che per poco non trova l’incornata il pallone del pareggio.
5′: GOOOOOOOOOOLLLLLLLLLL 1-0 ROMA, straordinario gol di Matteo Ricci (classe ’94), che da fuori area spara un destro all’incrocio dei pali imparabile!
1′: è iniziata, Roma in maglia e calzoncini giallorossi che attaccherà da destra verso sinistra. Dall’altra parte Varese, con maglia e calzoncini bianchi.
Problemi alla rete della porta del Varese, ora però si dovrebbe davvero cominciare
Minuto di raccoglimento per le vittime del sisma in Emilia Romagna
Le squadra stanno entrando sul terreno di gioco, tutto pronto ormai!
Assenza pesante tra i giallorossi. Mancherà infatti il capitano Viviani, convocato dall’Under 21 di Ciro Ferrara
Meno di dieci minuti al fischio di inizio di Roma Varese. Lo spettacolo delle Final Eight sta per iniziare!
L’Italia va letteralmente in bambola nell’ultima amichevole prima degli Europei, facendosi travolgere dalla Russia per 3-0. Una sconfitta meritata per quanto si è visto in difesa, con gli azzurri incapaci di opporre una minima organizzazione alle incursioni degli avversari. Non è stato di certo un bel segnale quello lanciato ieri dalla Nazionale. Anche perché di fronte c’era sì una buona squadra, ma che fra una settimana si presenterà in ogni caso come outsider rispetto alle big presenti in Ucraina e Polonia. Per carità, il gioco a tratti si è visto, sopratutto ad inizio primo tempo e subito dopo il rientro dagli spogliatoi, segno tangibile del nuovo corso Prandelli, i cui due anni di gestione hanno consentito all’Italia di fare notevoli passi avanti sul piano della manovra corale. E prima di ieri la cura del commissario tecnico si era fatta sentire anche nel reparto di difesa, anche perché non subisci soltanto due gol durante la fase di qualificazione agli Europei e diventi la miglior difesa del lotto europeo a caso.
I tre gol di ieri si possono leggere sotto due chiavi diverse. La prima vede salire sul banco degli imputati le individualità, e quindi Bonucci, Maggio e De Sanctis risultano colpevoli senza appello. La seconda invece affonda le radici nella natura tattica, se si pensa al centrocampo ricco di talento ma poco propenso a proteggere la difesa, perché il solo Pirlo onestamente non può reggere l’urto dell’attacco avversario, e se si decide di far salire sia De Rossi che Marchisio in avanti i problemi diventano più di uno. Non siamo ancora diventati il Barcellona, che può permettersi di tenere Busquets davanti la difesa. Almeno ieri infatti abbiamo dimostrato di non conoscere le distanze appropriate e, causa non secondaria, abbiamo tenuto il pallino del gioco troppo poco per dire che almeno sul piano del possesso palla domineremo gli avversari.
Serve una chiara inversione di rotta da parte della Nazionale, se non si vuole uscire precocemente come due anni fa in Sudafrica durante la fase a gironi. E non dimentichiamo che a differenza del Mondiale, il gruppo attuale non è paragonabile a quello che avevamo accolto con i trionfalismi del caso un paio d’anni fa. C’è la Spagna d’accordo, ma non c’è solo la Roja a fare paura. Contro l’Irlanda non sarà semplice, vuoi perché sulla panchina dei ragazzi di Dublino c’è Giovanni Trapattoni che ci conosce come e forse di più delle nostre stesse tasche, e poi perché la Nazionale irlandese corre, particolare questo forse vuoto di importanza ma che può incidere sull’andamento di un match, considerando la figura che abbiamo fatto ieri contro la Russia, che fa della corsa una delle sue qualità migliori.
La cabala a volte centra poco, è persino dannosa. Siamo d’accordo tutti che completare il proverbio non c’è due senza tre possa portare bene alla nostra Nazionale, e siamo ugualmente d’accordo nell’accogliere lo scandalo calcioscommesse sotto i migliori auspici, perché quello che successe nel 2006 è fin troppo impresso nella memoria per essercelo dimenticato. Arriviamo da due ko contro Uruguay e Usa, e ora il filotto può dirsi completo. Allora c’era Calciopoli che imperversava su tutto il territorio nazionale, oggi la situazione è pressoché la stessa, se non peggiore, sia per la recidiva che per la credibilità dei calciatori stessi. Anzi, a pensarci bene la situazione non è proprio identica a quella di 6 anni fa, se vogliamo addentrarci in discorsi puramente psicologici. Sei anni fa la pressione era sì notevole, però i media allora stavano massacrando non i calciatori ma i dirigenti delle società. E questo è un aspetto da non sottovalutare, perché ora gli avvisi di garanzia arrivano direttamente dentro Coverciano, i famigerati dossieraggi giungono anche a chi, come Gigi Buffon, viene considerato da tutti l’emblema dell’onestà calcistica (a proposito, particolarmente da apprezzare i cori rivolti al capitano azzurro nel prepartita di ieri). Se la reazione allo scandalo dovesse essere questa anche nelle prossime partite, allora le previsioni non possono che essere leggermente negative, e quel leggermente è quanto di più eufemistico si possa leggere in questo articolo.
E se vogliamo sempre fare un paragone a 6 anni fa, la squadra non è più la stessa di quella che aveva in mano Lippi, caratterialmente parlando. Questa Nazionale può far leva su due calciatori carismatici, Buffon e Pirlo, e dovranno essere proprio loro a guidare il gruppo verso quella fame e determinazione che aveva fatto del gruppo di Lippi un’armata invincibile. In Germania eravamo forse meno tecnici di oggi, però calciatori come Cannavaro e Gattuso regalavano quantità industriali di forza mentale che oggi i vari Montolivo, Balotelli, Marchisio, lo stesso De Rossi, non sembrano poter dare al gruppo, che oggi più di allora ne ha un bisogno disperato. E di nuovo, puntuale come tutti gli anni, si ripresenta il dilemma più vecchio del mondo. Il bene o il male, i giovani o i vecchi. E voi, cosa ne pensate?