Siena, sempre e solo Siena. Nelle settimane scorse qualcuno ha voluto trovare qualche assonanza tra il fallimento della Montepaschi (la banca) e la squadra di coach Bianchi. Il risultato di oggi però fa crollare l’intero castello di carte. Le Final Eight di Coppa Italia si concludono così come erano terminate le ultime quattro, ovvero con la vittoria dei toscani. Simone Pianigiani è volato in Turchia, Bo McCalebb l’ha seguito, Siena sembrava ridimensionata, eppure non dopo quattro mesi ci accorgiamo che in realtà nulla è cambiato sotto il sole italiano. Anzi, si potrebbe anche pensare che paradossalmente la Montepaschi sia più forte di quella della scorsa stagione, sopratutto se leggiamo i referti degli incontri di Eurolega. Le apparenze ingannano quasi sempre.
LA PARTITA – Il risultato (77-74) può far credere che la finale tra Siena e Varese sia stata equilibrata, ma appunto, le apparenze ingannano. Un match subito segnato dal parziale di 18-0 registrato dai futuri pentacampioni in avvio di primo quarto, di fronte al quale i ragazzi di Frank Vitucci sono rimasti scioccati. Siena ha sempre controllato la partita, chiudendo il primo tempo sul 43-29. La Montepaschi rallenta i giri del motore soltanto nel finale, quando Varese accorcia le distanze fino al meno 5 (66-61), grazie ad un break di 0-12. Ci pensa quindi Hackett a far calare i titoli di coda con una tripla da mille e una notte, riportando in carrozza Siena fino al traguardo finale.
VARESE – Ha deluso stavolta e parecchio. Dopo la grandissima prova di forza offerta nel derby contro Milano ai quarti, la Cimberio non è riuscita ad entrare mai in partita, venendo letteralmente schiantata da Siena. Sarebbe dovuta essere la grande sorpresa, la squadra rompiscatole, l’anti-Siena, ma nella finale le gerarchie del basket italiano si sono palesate all’inverosimile. Varese, ricordati che le apparenze ingannano.
Siena: Brown 25, Hackett 17, Janning 10 Varese: Green 29, Dunston 14, De Nicolao 8
Manca solo un giorno ormai all’apertura ufficiale del Torneo di Viareggio 2013. Domani alle ore 15 prenderà il via il match inaugurale dell’edizione numero 65 della manifestazione a livello giovanile più importante in Italia, e tra le più prestigiose in Europa. Prima di Juventus-Maribor però, prenderà la parola il calciatore del Milan Stephen El Shaarawy. Il Faraone leggerà il tradizionale giuramento, lui che ad oggi rappresenta per tutti i giovani talenti italiani il massimo punto di riferimento, non solo sul piano tecnico ma anche su quello umano, essendosi dimostrato un perfetto professionista sempre con la testa sulle spalle anche quando la situazione avrebbe spinto chiunque a montarsi la testa. El Shaarawy non l’ha fatto, e forse anche per questo merita di essere lì con microfono e foglio in mano per un giuramento che non vive soltanto di parole.
Noi de Il Pallonaro vi proporremo quotidianamente le dirette testuali live degli incontri principali che si disputeranno nei campi Rai. Giorno dopo giorno vi racconteremo tutto quello che succede dentro e fuori il Viareggio, per un torneo da vivere a 360 gradi. Le curiosità, i resoconti di giornata, le sorprese, le delusioni, qualsiasi spunto interessante da condividere insieme a voi.
Senza dimenticare anche le schede dei calciatori che più si metteranno in luce durante le partite, cercando di regalarvi qualità e completezza allo stesso tempo, una delle missioni a cui Il Pallonaro non ha mai smesso di perseguire con fede ostinata. Non mi resta che augurarvi sette giorni speciali e di assoluto divertimento.
Il Sunday night dell’Nba sta all’amore, come Franco Battiato sta alla musica. Premessa doverosa per le partite di stasera, che messe insieme formano una poesia bella e buona. Il primo verso sarà recitato in Florida, dove Miami incontra i Lakers. Partita che gli ospiti cercheranno di vincere per accorciare ulteriormente il loro distacco dall’ottavo posto, ultima piazza utile per l’accesso ai play-off. Non sarà però semplice, anzi, perché di fronte c’è un certo LeBron James. Se non bastasse, il Prescelto attraversa uno stato di forma eccezionale, avendo segnato 37 degli ultimi 47 tiri provati. Miami poi in casa ha perso fin qui soltanto tre partite. Ci vorrà quindi tutto l’orgoglio dei californiani e di una persona in particolare, Black Mamba, che in queste serate cambia marcia.
In campo anche i nostri due italiani, Danilo Gallinari e Andrea Bargnani. Il primo è atteso al match più difficile, con Denver che sarà ospite dei Celtics, in quello che si preannuncia come un incontro durissimo per i ragazzi di coach George Karl. Dopo nove vittorie consecutive, i Nuggets forse incasseranno proprio stasera il loro primo ko, contro una squadra che comunque sta giocando il suo miglior basket di tutta la stagione proprio ora che è assente Rajon Rondo.
Bargnani dovrebbe invece avere vita facile contro New Orleans. Nonostante infatti gli ospiti arrivino da due vittorie consecutive, fra cui la vittoria alla Philips Arena di Atlanta, i Raptors hanno dimostrato nelle ultime partite (vedi la vittoria su un campo ostico per tutti come quello di Indianapolis) di poter rialzarsi in piedi dopo una prima parte di stagione deludente. Con Rudy Gay e Bargnani al tiro, più la regia di Calderon, Toronto può davvero costruire le basi per un solido futuro.
Altamente spettacolare infine anche la partita del Garden di New York tra Knicks e Clippers. I rosso-blu hanno recuperato finalmente Chris Paul, anche se nell’ultimo incontro perso a Miami Cp3 non ha mostrato una forma fisica eccezionale, così come era normale dopo oltre due settimane di assenza per i problemi al ginocchio. Dall’altra parte i Knicks di Melo Anthony vorranno confermare l’eccellente ruolino di marcia casalingo avuto negli ultimi giorni, con cinque vittorie consecutive dal 28 gennaio al 5 febbraio scorso.
Alla fine della fiera le due squadre più accreditate al successo, sono lì in finale, senza se e senza ma. Le Final Eight di Coppa Italia incoronano Varese e Siena come le finaliste del torneo, che mette in palio il suo trofeo oggi pomeriggio alle ore 18. Il Mediolanum Forum dovrà quindi ospitare i giocatori delle formazioni più odiate dai tifosi delle scarpette rosse. La prima è la rivale storica, da una vita, mentre la seconda è forse il tabù più opprimente da qualche anno a questa parte, che ha costretto Milano a molteplici rivoluzioni estive e invernali, senza però trovare mai la formula vincente. Volendo sintetizzare il concetto all’estremo potremo dire che le Final Eight di quest’anno hanno certificato clamorosamente il fallimento della squadra allenata da Sergio Scariolo, la sorpresa Varese, e la regolarità di Siena divenuta ormai imbarazzante.
Final Eight, tanto rumore per nulla
Nella prima semifinale di ieri pomeriggio la Cimberio ha superato le resistenze di una coriacea Roma, sconfitta con il risultato di 81-71. Dopo un ottimo avvio di primo quarto (18-10), Varese ha ceduto il passo di fronte alla verve dell’Acea, che è riuscita ad accorciare prima fino al meno tre alla chiusura del primo tempo per poi passare all’ultimo giro di boa con un punto di vantaggio (52-53). Nei dieci minuti finali però la squadra di Vitucci ha dato l’accelerata definitiva, appoggiandosi su Ebi Ere (23) e Dusan Sakota (21), oltre al supporto sempre prezioso di Mike Green (11). Fattore determinante del match l’incredibile strapotere di Varese dall’arco. La Cimberio ha infatti tirato col 52% da tre (13/25), contro il 3/21 degli avversari. Per questo motivo il 5/7 di Sakota può considerarsi a tutti gli effetti la vera chicca della serata, senza il quale Varese avrebbe trovato ancora più difficoltà nel battere i capitolini, ai quali va comunque un plauso per il prestigioso traguardo raggiunto. Jordan Taylor è stato il migliore dei suoi con 20 punti, seguito da Phil Goss a quota 19. Serata invece storta per Datome (11), che chiude con un modesto 4/11 da due. Da segnalare infine la doppia-doppia sfiorata da Bobby Jones (9 punti, 11 rimbalzi).
Ci ha provato Sassari, ad un certo punto ha anche accarezzato il sogno della finale portandosi sul 56-43 dopo ventisei minuti di gioco, vantaggio però cancellato dalla Montepaschi in meno di quattro minuti con un contro parziale di 10-0, chiudendo il terzo periodo sul 56-53. Sassari ha trovato la forza di riportarsi a sei lunghezze con la tripla di Bootsy Thornton (29) per il 64-58 a otto minuti dal termine. Quella però sarà l’ultima fiammata della squadra di Melo Sacchetti, che cede di fronte ad una Siena indiavolata, il cui orgoglio smisurato l’ha spinta prima al pareggio (64-64) con Hackett al 34′, e poi sempre con l’ex Pesaro al sorpasso (70-71) al 36′. Da lì in poi Sassari non riuscirà più a rimettere il becco davanti. Grande partita anche di David Moss, secondo miglior marcatore di Siena dietro Hackett (19) con 13 punti a referto e sopratutto canestri pesantissimi. Prestazione quasi perfetta inoltre di Benjamin Eze, che restando in campo soltanto 17 minuti è riuscito a realizzare 11 punti con un solo errore dal campo (5/6), oltre a catturare cinque rimbalzi.
Cinque le partite Nba giocate nella notte. Prima di parlarvi dell’ennesima vittoria di Gallinari, bisogna registrare la seconda sconfitta consecutiva dei Jazz, che a sorpresa perdono contro Sacramento. Un risultato molto importante in chiave play-off, dal momento che i Rockets vincendo stasera (proprio contro i Kings), hanno la possibilità di scavalcare al settimo posto Utah (al momento hanno lo stesso record di 28 vittorie e 24 sconfitte). Sorridono anche i Lakers, sebbene oggi in Florida al cospetto di un LeBron James in stato di grazia non sarà affatto semplice portare una vittoria a casa. Nella notte appena trascorsa i Kings hanno giocato forse una delle loro migliori partite in questa stagione, interrompendo una serie di sconfitte che durava da quattro incontri. Il migliore tra i padroni di casa Isaiah Thomas, che ha segnato 25 punti. Bene anche Marcus Thornton con i suoi 24 punti.
Il nostro Danilo Gallinari è davvero incontenibile. In una trasferta che poteva creare qualche problema a Denver, reduce da un incredibile cammino sul parquet del Pepsi Center, la squadra dei “montanari” è ugualmente riuscita ad avere la meglio sui Cavs capitanati da un certo Kyrie Irving. A nulla sono bastati i 26 punti del Rookie 2011, dovutosi inchinare alla formazione più pimpante in questo momento di tutta la lega. Con il successo di oggi, sono 9 le partite consecutive vinte dai Nuggets, che rafforzando il quarto posto in classifica e “vedono” ormai ad un passo i Los Angeles Clippers. Proprio Gallinari è il migliore dei suoi con 19 punti, 9 rimbalzi e 2 stoppate.
Non dovevano esserci problemi e non ce sono stati per i Sixers, che ospitavano al Wells Fargo Center i Bobcats (87-76). Trascinati da un superlativo Lavoy Allen, autore di 14 punti e ben 22 rimbalzi (career-high), i padroni di casa confermano di attraversare un periodo di forma decisamente migliore (5-3) rispetto a quello mostrato nelle settimane precedenti. Ai 14 punti di Lavoy Allen si aggiungono anche i 20 di Jrue Holiday e i 12 di Pargo. Nonostante l’ottavo posto nella Eastern Conference rimanga ancora lontano, Philadelphia è decisa a non mollare di un centrimetro, sperando nell’ipotetica crisi di una delle squadre che la precedono in classifica.
A sorpresa Detroit si aggiudica la seconda vittoria consecutiva dopo quella conseguita contro gli Spurs, battendo a Milwaukee i Bucks 100-105. La partita si è decisa a nove secondi dal termine, quando i Pistons hanno trovato il vantaggio (100-103) grazie alla tripla di Charlie Villanueva, che chiude la serata con 18 punti e 13 rimbalzi. Ma il vero uomo in più è stato Jose Calderon, arrivato da Toronto la scorsa settimana. Lo spagnolo ha realizzato 23 punti, confezionando inoltre 10 assist. Prezioso anche il contributo dalla panchina di Rodney Stuckey, che aggiunge 19 punti in 26 minuti.
Infine a Dallas i Mavericks superano senza difficoltà Golden State, al suo quarto ko consecutivo nelle ultime quattro partite giocate lontano dalla Oracle Arena. I Mavs ringraziano l’eterno Shawn Marion, protagonista con 26 punti (season-high), oltre ai 19 punti di O.J. Mayo. Match che non ha mai avuto praticamente storia. Emblematico il vantaggio di 26 punti con cui Dallas ha chiuso il primo tempo, annichilendo di fatto gli ospiti, tra i quali non hanno brillato come loro solito le stelle di Curry (18) e Lee (10).
Cinque le partite Nba in programma nel Saturday Night. Diciamo subito che il nostro Danilo Gallinari avrà i riflettori puntati addosso nella trasferta dei suoi Nuggets a Cleveland, dove i padroni di casa non perdono da tre incontri di fila. Per Denver è un po’ come l’ultimo esame prima della tesi, anche perché non c’è più il Pepsi Center di mezzo. Di fronte Kyrie Irving e compagnia bella, il Gallo dovrà urlare al mondo che Denver non è una squadra che vince soltanto se è rinchiusa ad Alcatraz. Certo, l’appuntamento non è proprio di quelli così pressanti, però lo stato attuale di forma dei Cavs unito alla presenza di Irving, può trasformare la partita di oggi nella classica prova del nove. E qui ti voglio: noi diamo fiducia a Denver, almeno per questa prima trasferta, e voi?
Il secondo incontro di giornata vede i Sixers ospitare al Wells Fargo Center Charlotte, appena rastrellata dai Lakers la scorsa notte. Anche se i Bobcats hanno impensierito i giallo-viola, Philadelphia non può e non deve temere una squadra come i Bobcats che in trasferta hanno lo stesso feeling che Shaq poteva avere coi liberi (5-19). Propendiamo dunque per una facile vittoria dei padroni di casa, che prima di perdere l’ultimo match con Indiana arrivavano da 3 “w” consecutive.
A Dallas va in scena una delle sfide più equilibrate di quest’oggi, con i Mavs che incontrano Golden State. La squadra di Dirk Nowitkzi si è dimostrata affidabile nelle ultime due partite giocate in casa, avendo battuto prima i Suns e poi i Blazers. Il problema è che l’avversario di stasera e ben al di là della soglia del 50%, e perciò i problemi potrebbero aumentare. C’è da considerare però la recente striscia negativa degli ospiti, che in trasferta perdono da tre serate. Volendoci sbilanciare, assegniamo qualche punto di vantaggio ai Mavericks.
Tra Bucks e Pistons non vorrei fare una figuraccia, ma a parer mio i padroni di casa sono leggermente favoriti. Forse sembrerà che non mi stia tanto simpatica Detroit, che non meno di 24 ore fa ha è riuscita nell’impresa di battere San Antonio, però delle due squadre mi dà qualche sicurezza in più quella allenata da coach Boylan, nonostante il periodo di magra attraversato ultimamente (5-5). La fiammella di speranza è il match del 30 gennaio, in cui Milwaukee si era sbarazzata di Detroit (in trasferta ndr) per 90-117. In dieci giorni non è poi cambiato così tanto.
Chiudiamo infine con la sfida della Sleep Train Arena di Sacramento, dove i Kings ospitano i Jazz. Quest’ultimi, feriti dal ko inferto loro dai Bulls nelle precedenti 24 ore, dovranno riprendere da subito a vincere se non vogliono essere raggiunti da Houston al settimo posto della Western Conference, avendo sempre in considerazione che il motto “non guardarsi mai alle spalle” questa stagione non funziona per colpa di una presenza non proprio indiscreta come quella dei Lakers, in grande recupero dopo una prima parte di stagione scioccante. Non sarà però semplice a Sacramento, squadra che in casa viaggia col 50% di vittorie (12-12).
Seppur con qualche patema d’animo inaspettato alla vigilia, Sassari e Siena raggiungono l’obiettivo minimo delle semifinali di Coppa Italia. Dopo aver perso ai quarti due squadre del calibro di Cantù e Milano, le Final Eight abbracciano dunque la Dinamo e la Montepaschi, che con il loro rispettivi roster possono mettere in seria difficoltà chi tra Varese (quasi certa) e Roma accederà alla finalissima di domani pomeriggio (ore 18). Abbiamo messo il quasi certa tra parentesi perché fatichiamo a pensare come l’Acea possa creare grossi pericoli alla retroguardia della Cimberio, apparsa in splendida forma nel quarto di finale contro i padroni di casa di Milano. Ma passiamo al racconto delle due partite disputatesi ieri, con il Banco di Sardegna e la Montepaschi Siena che non hanno deluso.
Final Eight, la rimonta vincente di Sassari e la regolarità di Siena
Lo volete sapere un segreto? Non ditelo a nessuno però: Piero Bucchi è imbufalito come una iena. Non per la prestazione della sua Brindisi per carità, autentico miracolo sportivo della stagione di quest’anno, quanto per il fatto di aver tralasciato un particolare che tanto dettaglio non è: la scaramanzia. Sì perché vuoi o non vuoi, gira e rigira, il succo sta sempre lì. Si dice sempre che sono baggianate, cose da mago Otelma e derivati simili. Eppure puntualmente una volta che si è di fronte alla sciagura che cosa si fa? Esatto, si dà la colpa a questa cosa o a quell’altro, curandosi di menzionare la parola iella. E allora ti accorgi che non è più un caso, un dettaglio di poco conto, se perdi a Milano il quarto di finale della Coppa Italia seduto sulla stessa panchina dove i ko o comunque le delusioni erano all’ordine del giorno, sopratutto al termine della stagione regolare. Ti spieghi quindi la sconfitta in una partita che ti ha comunque visto grande protagonista -ko arrivato ricordiamo al termine del primo tempo supplementare-, e ti spieghi anche come di fronte a te incappi in un giocatore immarcabile, tale Drake Diener, autore di 36 punti. Tabelle, tabelline, cartellette, referti, parole e quant’altro volano via se associate al peccato originale. Sassari: Drake Diener 36, Bootsy Thornton 25, Tony Easley 15 Brindisi: Jonathan Gibson 26, Cedric Simmons 18, Jeff Viggiano 15
Siena batte Reggio Emilia e accede alle semifinali di Coppa Italia. Ma va? Non è stato però tutto rose e fiori per gli uomini di coach Bianchi, che per superare Reggio Emilia ha faticato più del previsto. Alla fine però tutto è bene quel che finisce bene, con Siena che come la classica ragazza della porta accanto non tradisce mai. Top scorer della serata Bobby Brown, come spesso accade, che con 22 punti e 4 assist risulta il migliore insieme ad un Daniel Hackett “completo” (8 punti, 6 rimbalzi, 6 assist) e Matt Janning, autore di 17 punti e 6 assist. Tra gli ospiti invece ha deluso, e pesantemente, Donell Taylor, che paga l’inguardabile 0/6 da tre. Si segnalano invece Greg Brunner (20) e Andrea Cinciarini, che mette insieme 12 punti e 8 assist (sui 13 totali della squadra ndr). Siena: Bobby Brown 22, Matt Janning 17, David Moss 17 Reggio Emilia: Greg Brunner 20, Michele Antonutti 13, Andrea Cinciarini 12
Alcune sorprese e piccole cammei per quest’altra giornata di Nba, nella quale si sono giocate dodici partite. Tralasciando la vena poetica di stamattina, partiamo subito con la sfida del Verizon Centre, che ha visto Washington superare 89-74 i Nets grazie alla prova maiuscola di Nenê, top scorer dei suoi con 20 punti, a cui aggiunge anche 11 rimbalzi. Molto bene anche Martell Webster (16) e John Wall (15), con Washington che torna quindi a sorridere dopo aver conquistato il terzo successo di fila consecutivo. Per i Nets piccola battuta d’arresto che ci può anche stare: Deron Williams chiude la serata a quota 20 punti e 6 assist. La prima sorpresa della serata arriva a Indianapolis, dove all’overtime Toronto riesce ad avere la meglio sui Pacers (98-100). Ancora una volta a fare la differenza per i Raptors è stato Rudy Gay, che oltre a segnare 17 dei 23 punti complessivi soltanto nel quarto periodo, ha anche regalato il successo ai canadesi con un canestro a meno di due secondi dal termine. Perdendo, Indiana arresta la sua striscia positiva di quindici vittorie consecutive.
Kobe torna assist-man, i Clippers non tornano proprio
Ci voleva una vittoria così. Chicago spazza via i dubbi degli ultimi giorni conquistando una vittoria importantissima a Utah, battendo i Jazz 89-93. Incontro equilibrato tra le due squadre, che ha visto nel primo tempo i Bulls in controllo, salvo poi registrare la rimonta dei padroni di casa. La svolta del match a 2’29” dal termine, quando Boozer (su assist di Belinelli) ha pareggiato i conti (83-83). Lo stesso Carlos ha poi segnati altri sette punti consecutivi, tenendo sempre avanti i Tori Rossi, che alla fine ringraziano sopratutto Nate Robinson e i suoi 18 punti. Buona prestazione del nostro Beli, autore di 9 punti e 6 assist in 29 minuti di gioco.
Kobe Bryant ha seguito il nostro consiglio ed è tornato ad essere assist-man nella partita che i Lakers hanno giocato a Charlotte (93-100). Il 24 giallo-viola termina con 20 punti, 8 rimbalzi e 7 assist, in una partita sofferta, vinta dalla squadra di Mike D’Antoni soltanto grazie ad un ultimo quarto rabbioso (15-31 il parziale). Ottimo anche il contributo di Steve Nash e Clark, entrambi con 17 punti a referto. Dwight Howard si ferma a 12 punti e 11 rimbalzi.
La seconda sorpresa della serata arriva dall’incontro della Philips Arena, dove gli Hawks si son fatti sorprendere da New Horleans (100-111). Tutto però paradossalmente può rientrare nella normalità, perché soltanto un miracolo poteva far accadere una cosa simile, prodigio che è puntualmente accaduto: la tripla-doppia di Greivis Vasquez (21 punti, 11 rimbalzi e 12 assist). Abbiamo detto tutto.
La terza sorpresa, e sinceramente detto fra noi quella più incredibile, è la vittoria dei Pistons su San Antonio (119-109). Alla vigilia avevamo dipinto questo match come una di quelle partite dove c’è solo una sola in squadra. Dobbiamo invece ammettere che Detroit è riuscita davvero nel colpaccio, sfruttando le doti atletiche dei suoi uomini a rimbalzo, lì dove partita non c’è mai stata (49-33). L’eroe della serata è Greg Monroe con 26 punti e 16 rimbalzi, mentre Tony Parker ne mette a segno 31.
A Cleveland fila tutto liscio, con i padroni di casa che conquistano la loro terza vittoria consecutiva (119-108), infliggendo ad Orlando il dodicesimo ko nelle ultime dodici partite. Senza farlo apposta il migliore dei Cavs è sempre Kyrie Irving, protagonista con 24 punti, 6 rimbalzi e 8 assist. Vuoi vedere che il Rookie 2011 sta studiando da Black Mamba?
Trasferiamoci in Florida dove LeBron James continua ad amoreggiare con la soglia dei 30 punti (che mette a referto da quattro partite consecutive), e lo fa tirando con percentuali fuori dal pianeta, come dice Wade: ieri 9/11, negli ultimi 47 tentativi la palla è entrata dentro 37 volte. I Clippers chiaramente non hanno potuto opporsi alla stella di Miami, nonostante il rientro di Chris Paul (tre punti in 20 minuti) e Blake Griffin, fermo a 13 punti e 5 rimbalzi.
Eravamo rimasti alla terza sorpresa di Detroit. Bene, ce n’è una quarta, ovvero il successo casalingo di Memphis sui Warriors (99-93). Golden State perde ancora quindi, dopo le due sconfitte in trasferta contro Houston e Miami. I Grizzlies tornano a vincere dopo due partite, e lo fanno aggrappandosi a Marc Gasol (20 punti, 11 rimbalzi, 5 assist). Stephen Curry si consola con il referto, che lo vede in cima con i suoi 32 punti.
Tutto come da copione al Toyota Center, dove Houston strapazza i Blazers (118-103), conquistando il quarto successo consecutivo in casa. Sì, James Harden anche oggi è stato stratosferico, con 35 punti, 7 rimbalzi e 11 assist. Aldridge (31) dall’altra parte ci ha provato, ma i Rockets al momento sono difficili da battere, specialmente al Toyota.
Nei pronostici di ieri forse avevamo dedicato a questa partita sì e no una riga e mezzo. La gara in questione è Thunder-Suns (127-96), e come ieri ci limitiamo a dire che Durant (21) e Westbrook (17) non hanno giocato neanche dieci secondi nell’ultimo quarto. Da sottolineare anche i 17 punti, 9 rimbalzi e le tre stoppate di Perkins.
Non è bastato ai Timberwolves essere davanti di 10 punti nell’ultimo quarto per avere ragione dei Knicks, che alla fine della fiera ottengono la vittoria che volevano (94-100). Non è servito neanche un Ricky Rubio da 18 punti e 11 asssist. L’unica cosa che Minnesota avrebbe voluto era l’assenza di Carmelo Anthony. Quest’ultimo però c’era, e i suoi 36 punti finali la dicono lunga su chi sia stato il fattore della partita. Guanta il Melo, Twolves guanta il Melo…
Dodici le partite Nba nel Friday night di stanotte. Cerchiamo di analizzarne insieme con i nostri pronostici. Al Verizon Centre di Washington, i Wizards ospitano Brooklyn per quello che sarà un incontro sulla carta equilibrato. Reduci da due vittorie consecutive (in casa) contro Clippers e Knicks, i padroni di casa cercano di conquistare oggi il terzo successo di fila. Dall’altra parte i Nets non possono vantare un ruolino di marcia in trasferta strepitoso (11-11), nonostante l’ultima affermazione a Detroit contro i Pistons (preventivabile, vista la consistenza degli avversari). Contro Washington Derron Williams e Brook Lopez faticheranno più del previsto, ma una loro vittoria resta comunque probabile.
Tornano in campo dopo nemmeno 24 ore dalla sconfitta del TD Garden i Lakers. I californiani saranno attesi da un’altra trasferta, di ben altro tenore però rispetto all’ultima affrontata. Con tutti il rispetto per Charlotte, riteniamo piuttosto improbabile un altro ko per i giallo-viola. Un consiglio a Black Mamba: torna assist-man, che oggi la tripla doppia è fattibile!
Trasferiamoci ora a Indianapolis, dopo i Pacers affrontano nella loro tana i Raptors. Quest’ultimi, che possono contare su un Rudy Gay in più e già perfettamente calato nella parte sebbene giochi a Toronto da poco meno di una settimana, devono ancora guadagnare crescere in tanti aspetti, fra tutti quello dell’esperienza. I Pacers dovrebbero farcela anche oggi, raggiungendo così la sesta vittoria consecutiva.
A Cleveland Kyrie Irving e compagni ospitano Orlando. Tra le due squadre la nostra preferenza va ai Cavaliers per un motivo che ormai è noto anche ai muri, il numero due appunto. E spesso volentieri Irving riesce a fare la differenza contro squadre sotto il 50%. Aggiungiamoci poi che gioca di fronte ai propri tifosi. Sembrerà banale ma non lo è affatto.
Detroit riuscirà a fermare gli Spurs? Detto così sembra una barzelletta, anche perché fatichiamo a dare i “pistoni” vincenti in partite come quelle di stasera, quando di fronte c’è una delle squadre più forte di tutta la Lega, senza Duncan per l’aggiunta. Ci dispiace dirlo per i tifosi di Detroit ma le probabilità di successo questa sera sono ridotte ad un lumicino, servirebbe davvero un miracolo.
Alla Philips Arena di Atlanta va in scena invece il match tra gli Hawks e New Horleans. Anche qui il pronostico più logico, senza se e senza ma, è l’uno per i padroni di casa. Nelle ultime quattro trasferta gli Hornets sono sempre tornati a casa con un mucchio di polvere. Anche stavolta la musica non dovrebbe essere diversa.
Uno dei big match di questo venerdì è sicuramente quello della Florida, dove gli Heat ospiteranno i Clippers. Le notizie positive per i rosso-blu della California sono i probabili recuperi di Blake Griffin, Crawford e Billups. Chris Paul invece resterà a guardare dalla panchina anche oggi. Rimane in ogni caso difficile un’eventuale vittoria degli ospiti, che oltre ad attraversare un periodo di forma contrassegnato da più bassi che alti, affrontano anche una squadra da 20 vittorie e tre sole sconfitte in casa.
A Memphis i Grizzlies vivranno una notte piuttosto difficile contro i Warriors, feriti dalle ultime due cocenti sconfitte contro Rockets e Thunder. La trasferta odierna appare come il trampolino di lancio ideale per Stephen Curry e compagni nel ritrovare il giusto ruolino di marcia.
Match delicato al Toyota Center, dove i Rockets ricevono la visita di Portland, che nella Western Conference insegue proprio Houston al nono posto. Per la squadra di James Harden è una ghiotta occasione per mettere un’altra vittoria di distanza tra sé e i Blazers.
Poche righe anche per il match Oklahoma City-Phoenix Suns, nel quale il pronostico è decisamente sbilanciato a favore dei padroni di casa. I motivi sono chiari a tutti, persino a chi conosce l’Nba da una settimana.
Trasferta sulla carta semplice per i Knicks, impegnati a Minnesota. L’unico reale pericolo per New York è il contraccolpo psicologico della sconfitta di due giorni al Verizon Center. Avrà influito, e in che modo, il ko contro i Wizards? Non vediamo comunque sorprese neanche nella terra dei laghi.
La giornata si concluderà con la partita tra Jazz e Bulls. Un match equilibrato, dove a farla da padrone sarà senz’altro l’equilibrio. Potrebbe però pesare in maniera determinante la precaria condizione fisica degli ospiti, falcidiati dagli infortuni e con in campo due uomini importanti come Boozer e Noah in non perfetta forma. Di poco, ma vediamo favorita Utah.
Il derby Nba tutto italiano tra Gallinari e Belinelli (per la verità assente quest’ultimo) se lo aggiudica il Gallo. Denver infatti stravince l’incontro infliggendo un pesantissimo 128-96 ai Bulls. Il Pepsi Center continua ad essere tabù per tutte le squadre ospiti: soltanto tre i ko subiti dai Nuggets davanti al loro pubblico, contro i ventidue successi collezionati fin qui, compreso l’ultimo di stanotte contro Chicago. Bisogna comunque fare una doverosa premessa, analizzando i reparti letto dell’infermeria ospite: se fate un rapido giro, difficilmente troverete un letto disponibile, altresì potrete chiedere un autografo ai vari Joakim Noah (sì ha giocato ieri, ma era come se fosse a letto), Hinrich, Marco Belinelli e Derrick Rose. L’mvp della scorsa stagione ha firmato tanti di quegli autografi negli ultimi mesi che ormai sta pensando seriamente a riallacciarsi le scarpe per tornare sul parquet. Terminata la sbornia dell’All-Star Game in quel del Toyota Center, Rose dovrebbe definitivamente fare il suo rientro in campo. Paradossalmente il rischio è quello che, proprio quando tutti lo aspettavano per rendere ancora più perfetta la macchina di Chicago, si ritrovi a giocare da solo. Nelle ultime ore infine il nome di Chicago è stato al centro di un ipotetico scambio di giocatori, con il nostro Andrea Bargnani che approderebbe ai Bulls, raggiungendo dunque Belinelli, in cambio di Carlos Boozer, dirottato all’Air Canada Center. Nei prossimi giorni vi daremo altri aggiornamenti in merito.
Tornando brevemente alla partita, Denver ha passeggiato per tutta la durata dell’incontro sul velluto. The Manimal Kenneth Faried ha deliziato il proprio pubblico con 21 punti e 13 rimbalzi, risultando essere il migliore dell’incontro insieme a Wilson Chandlet, top scorer con 24 punti (season-high ndr). Per Gallinari 15 punti in trenta minuti giocati. Per Denver è l’ottava vittoria consecutiva. Da quando è iniziato il nuovo anno, i montanari hanno vinto quindici delle diciotto partite disputate. I play-off ormai sono scontati.
Scontati non sembrano invece per i Lakers, sconfitti platealmente al TD Garden dai Celtics. La grande sfida della notte si è risolta a favore di Boston, che non ha avuto particolari problemi a sbarazzarsi dei giallo-viola, nonostante l’assenza forse più pesante con cui una squadra possa convivere, quella di Rajon Rondo. Eppure, sembrerà strano, Boston da quel momento sta giocando forse la migliore pallacanestro di questa stagione. Vai a fidarti di quei due, Paul Pierce e KG. Solo loro conoscono la truth e l’elisir di lunga vita. Come ti spieghi altrimenti che la squadra di coach Rivers inizia ad avere regolarmente sei giocatori che chiudono la partita con almeno tre assist a referto? Come te lo spieghi che Kevin Garnett giochi sempre a questi livelli (a proposito, ha raggiunto 25 mila punti stanotte)? Come te lo spieghi che Paul Pierce (24 punti, 7 rimbalzi e 6 assist) avvicini fatalmente la tripla-doppia ogni volta? Nel frattempo dall’altra parte i Lakers hanno riacquistato due giocatori: Howard (9 punti e 9 rimbalzi), e top scorer Bryant (27 punti, zero assist). A vedere il risultato e l’andamento generale della partita non si direbbe che Mike D’Antoni ci abbia guadagnato.