Secondo quanto trapelato nelle ultime ore, Mesbah sarebbe vicino al Torino. Il trasferimento del difensore rossonero ai granata avrebbe la benedizione del tecnico Ventura, al quale piace molto. Arrivato al Milan soltanto 6 mesi fa a parametro zero dal Lecce, l’algerino non ha convinto Massimiliano Allegri, nonostante si fosse reso protagonista di un buon avvio, salvo poi calare vistosamente nel finale di stagione, finendo ai margini della squadra. Mesbah andrà ad occupare il ruolo di terzino sinistro, dove il Torino rischia di trovarsi scoperto qualora Salvatore Masiello venisse squalificato per le note vicende del calcio-scommesse. Per l’algerino la stagione 2012-2013 sarà la terza consecutiva in Serie A, dopo i due anni al Lecce e la sfortunata esperienza in rossonero.
L’affare Mesbah è soltanto l’ultimo di una serie di operazioni che hanno visto Torino e Milan alleate. Quest’anno tre rossoneri hanno disputato il campionato di Serie B con il club di Cairo: Simone Verdi, Oduamadi e Ferdinando Coppola. Tutti e tre hanno ricoperto un ruolo di primo piano nella cavalcata del Torino targato Ventura, conclusasi con la promozione diretta in Serie A. Per Simone Verdi è stata rinnovata la comproprietà di un altro anno. Su Oduamadi invece i granata non hanno voluto esercitare il diritto all’acquisizione della metà del suo cartellino, con il nigeriano quindi che è tornato a Milanello. Insieme a lui anche il portiere Ferdinando Coppola, dal momento che Ventura ha scelto di puntare forte su Gillet (l’anno passato al Bologna).
E’ importante sottolineare come Galliani sia riuscito ad instaurare nello spazio di 18 mesi un asse decisamente interessante con il Torino (ricordiamo anche l’esperienza del giovane Darmian in maglia granata sempre nello scorso anno, con il giocatore in comproprietà tra Milan e Palermo). Facile ipotizzare il fine dell’ad rossonero: costruire una corsia preferenziale con i granata per l’ingaggio dei giocatori di maggiore talento del Toro.
Tutti gli indizi portano ad Angelo Ogbonna. Il 24 enne, che ha partecipato alla spedizione di Euro 2012 con la Nazionale italiana, è uno degli obiettivi “sensibili” del Milan per il dopo Nesta. Non è follia ritenere possibile un’eventuale accordo tra Milan e Torino per la comproprietà del talentuoso Ogbonna.
La Juventus vuole Van Persie. Beppe Marotta ha presentato la prima offerta ufficiale per l’attaccante dei Gunners: 10 milioni di euro. Tale proposta è stata salutata con un sorriso ironico sia da parte dell’allenatore dell’ArsenalWenger sia dalla stampa britannica, che considera ridicola l’offensiva dei bianconeri. In ogni caso la strategia dei bianconeri è chiara. I 10 milioni di euro non devono essere interpretati come un’offesa ad uno dei manager di maggior rilievo del panorama calcistico inglese, bensì come un evidente segnale lanciato dalla Vecchia Signora, che non intende fare follie per un giocatore che nel 2013 andrà in scadenza di contratto, con l’eventualità di un suo arrivo a parametro zero.
Riprende così vita una trattativa data ormai morta da alcune settimane. La pista Van Persie si era raffreddato piuttosto sensibilmente dopo le esose richieste dell’Arsenal (oltre 35 milioni di euro per il cartellino del giocatore), a cui andava ad aggiungersi poi l’ingaggio stellare del calciatore. Le deludenti prestazione offerte dall’orange durante i Campionati Europei avevano poi fatto il resto.
La Juve così aveva virato in un primo momento per Cavani. La risposta del presidente del Napoli però non fece altro che mettere in fuga Marotta: 70 milioni di euro cash, senza alcuna contropartita tecnica. Troppi, anche la nuova Juve di Andrea Agnelli.
Dopo Van Persie e Cavani, la Juve vira su Dzeko. L’operazione viene salutata favorevolmente dagli addetti ai lavori, e gli stessi operatori di mercato vedevano nell’attaccante del Manchester City il futuro top player della Juventus targata 2012-2013.
Oggi invece l’ennesimo colpo di scena. L’offerta di 10 milioni di euro per Van Persie dovrà per forze di cose spingere il Manchester City a scoprire le sue carte. Ad oggi il club allenato da Roberto Mancini è stato quello che più di ogni altri ha mostrato interesse verso l’attaccante olandese. La Juve aspetta ora la prossima mossa dei Citizen.
Tutto pronto per il grande ritorno. Per Amauri al Parma manca soltanto l’annuncio ufficiale, che con ogni probabilità arriverà nella giornata di domani, quando è in programma l’incontro tra il giocatore e la dirigenza gialloblu. Amauri, svincolato dopo i 6 mesi trascorsi alla Fiorentina nell’ultima stagione, ha deciso di accettare la corte del direttore sportivo del Parma Pietro Leonardi. Al momento i ducali si confermano come una delle società italiane più attive. L’operazione dell’italo-brasiliano è la terza nel giro di una settimana. Amauri infatti arriva dopo gli acquisti dei giovani talenti Dorlan Pabon dal Nacional dall’Atletico Nacional, e Ishak Belfodil, astro nascente del Lione che ha già assaggiato i campi della Serie A quest’anno con la maglia del Bologna.
Amauri torna al Parma dopo che un anno e mezzo fa fu uno dei protagonisti assoluti della stagione ducale, culminata con la permanenza in Serie A sotto la guida tecnica dell’allenatore Franco Colomba. Dal febbraio del 2011 fino al termine della stagione, l’ex calciatore di Chievo e Juve realizzò 7 reti in 11 partite, togliendosi di dosso l’etichetta di giocatore finito. Concluso il campionato 2010-2011, il Parma era disposto ad acquistarlo a titolo definitivo, ma il progetto tecnico non convinse il calciatore, il quale scelse di rientrare alla base torinese.
Tornato alla Juve, Amauri non riuscì a fare breccia nel cuore del nuovo tecnico bianconero Antonio Conte. Fino alla riapertura del mercato invernale Amauri non scese in campo nemmeno per un minuto. Nuovamente il Parma si ripresenta al procuratore del giocatore con in mano una proposta di prestito. Anche stavolta però l’oriundo si rifiuta di accettare l’offerta della società di Ghirardi, cercando fortuna a Firenze.
L’esperienza viola è stata decisamente negativa per Amauri, se si esclude il gol che ha permesso alla Fiorentina di espugnare il campo di San Siro nella sfida contro il Milan. Scottato due volte, Amauri sembra abbia imparato la lezione, accordandosi così con il Parma. Secondo le indiscrezioni, il calciatore 32 enne firmerà un biennale da 1,2 milioni di euro a stagione.
Dopo due stagioni Ibrahimovic potrebbe lasciare il Milan. A lanciare la bomba di calciomercato direttamente l’agente del calciatore, Mino Raiola. Durante un’intervista per Sky Sport 24, il famoso procuratore ha dichiarato la propria perplessità sulla permanenza di Ibra anche il prossimo anno. Nonostante le frasi di circostanza dello svedese all’indomani dell’eliminazione dagli Europei, nelle quali diceva apertamente di voler restare in rossonero, la sua avventura a Milanello sarebbe ormai agli sgoccioli. Non sarà quindi Thiago Silva la vittima designata per rimpinguare le casse della società di Via Turati, ma Zlatan Ibrahimovic, il cui contratto scade a giugno del 2015 (fonte Transfermarkt ndr). La futura destinazione? Real Madrid.
Non erano parole al vento quelle di Mino Raiola, quando soltanto 3 giorni fa invitava a chiedere al patron Silvio Berlusconi riguardo il futuro del proprio assistito. La politica economica del Milan non prevede più ormai ingaggifolli come quello di Ibra (20 milioni di euro lordi a stagione), e sopratutto il numero uno rossonero non ha ancora digerito le dichiarazioni del suo giocatore all’inizio degli Europei, quando il numero 11 del Diavolo attaccò frontalmente la società facendo riferimento alla mancanza di denaro in Via Turati, senza i quali la squadra non può essere competitiva.
L’addio di Ibrahimovic al Milan verrebbe salutato come un sospiro di sollievo sia da Barbara Berlusconi (miss austerity di casa rossonera), sia dalla maggior parte dei tifosi, i quali faticano a digerire i ripetuti mal di pancia dello svedese. Una cessione che porterebbe beneficio anche all’interno dello spogliatoio, con Ibrahimovic che più di una volta in passato era stato protagonista in negativo di accesi diverbi con il tecnico Massimiliano Allegri e alcuni suoi compagni di squadra.
La destinazione più probabile per il bomber di Malmoe è la Spagna, sponda Real Madrid. Nella capitale iberica Ibra riabbraccerebbe Mourinho, ovvero il tecnico che più ha apprezzato Zlatan durante la sua carriera professionistica, con il quale continua a sentirsi quasi quotidianamente attraverso lo scambio di brevi sms. Lo svedese andrebbe a sostituire con ogni probabilità Higuain (che continua ad interessare al Psg), scalzando di fatto anche Benzema.
Triplete Roja. Spagna-Italia termina con il trionfo della Nazionale iberica, che spazza via gli azzurri con un eloquente 4-0. Prestazione da incorniciare per i ragazzi di Vicente Del Bosque, che in finale danno il meglio di sé e mostrano chiaramente a tutti di essere ancora la squadra più forte al mondo. Dall’altra parte un’Italia troppo brutta per essere vera. Mai in partita, nessuna azione pericolosa (eccetto quella capitata sui piedi di Di Natale), cambi sfortunati (e incomprensibili), come quello di Thiago Motta per Montolivo rivelatosi qualche minuto più tardi una sciagura incredibile, con un liet motiv che ha accompagnato gli azzurri per 90′ minuti: stanchezza. Sfumano i sogni d’oro di Andrea Pirlo e Mario Balotelli, così come quelli di tutti i tifosi italiani. Grazie lo stesso ragazzi!
Spagna-Italia 4-0, pagelle
SPAGNA Casillas 6,5: gli attaccanti azzurri gli fanno il solletico. Decisivo soltanto in occasione della parata sul tiro di Antonio Di Natale ad inizio ripresa. Il portiere del Real Madrid è imbattuto nelle partite ad eliminazione diretta da 900′ minuti. L’ultimo a segnargli un gol fu un certo Zidane. Arbeloa 6,5: svolge il suo compito in maniera egregia. Magari non spinge come un terzino moderno, però con un Jordi Alba così diventa tutto più semplice. Sergio Ramos 7: partita perfetta per il Blancos. Vince alla grande il duello con Mario Balotelli. Nel secondo tempo sfiora addirittura il gol con un gran colpo di tacco. Roba da stropicciarsi gli occhi. Piquè 6,5: incarna il ruolo del difensore centrale moderno: forte fisicamente e abile con i piedi. Serata semplice per lui. Avrebbe preferito uscire prima dal campo per festeggiare con qualche minuto d’anticipo la vittoria insieme a Shakira. Jordi Alba 8: tra i migliori in campo ieri sera. Spettacolare sulla fascia sinistra, impressionante in occasione del 2-0, quando percorre più di 50 metri in un amen. Forse Bale resta ancora un gradino sopra, di certo però il Barcellona non potrà lamentarsi l’anno prossimo. Xavi 8: è il maestro di una sinfonia perfetta. Rende tutte le cose più semplici. Due assist (per Jordi Alba e Torres) nella finale dell’Europeo. Una fetta di Pallone d’Oro ieri se l’è conquistata. Iniesta 8: favoloso come sempre. Il centrocampista blaugrana è forse tra i giocatori del Barcellona quello che ha avuto meno riconoscimenti da parte delle grandi platee (Fifa). Sarà una sfida tutta in famiglia quella per il Pallone d’Oro? (87′ Mata 7: entra e dopo 60 secondi trova il gol del 4-0 in una finale dei Campionati Europei. Se non è record poco ci manca). Xabi Alonso 7: dopo aver regalato l’accesso alle semifinali nella sfida contro la Francia, il calciatore del Real Madrid festeggia la vittoria nella finalissima. Il meno appariscente nel centrocampo delle Furie Rosse. Busquets 7: se la Spagna riesce a pressare gli avversari fin dalla loro trequarti il merito è anche suo. Non avrà i piedi di Xavi o Iniesta, è in ogni caso fondamentale nel giocattolo perfetto confezionato da Vicente Del Bosque. David Silva 7,5: segna il gol che sblocca la finale. Fa ammattire la difesa azzurra con i suoi movimenti su tutto il fronte dell’attacco. (60′ Pedro 6,5: prima dell’ingresso di Torres è lui il giocatore più offensivo dell’undici blaugrana. Sfiora la rete in due occasioni). Fabregas 8: il falso nueve recita un nuovo capitolo del suo incredibile Europeo. E’ lui l’attaccante della Spagna, una filosofia di gioco che esalta i movimenti e la capacità di attaccare gli spazi che l’ex Gunners ha nel dna (75′ Torres 7,5: segna il 3-0 e consegna l’assist a Mata per il 4-0. Se avesse tirato lui sarebbe oggi il capocannoniere dell’Europeo).
Buffon 6: incolpevole sui 4 gol subiti. Spiace per il capitano della spedizione azzurra, privato nel giorno più importante della gioia più grande. Veggente quando giovedì notte uscì dal campo di Varsavia furibondo mentre i propri compagni di squadra festeggiavano. Abate 5: è davvero troppo per il terzino del Milan trovarsi di fronte prima Iniesta e poi Jordi Alba. E’ comunque grazie a una delle sue rare discese che Di Natale potrebbe segnare la rete del 2-1, ma il bianconero non inquadra lo specchio della porta. Barzagli 6: conferma di essere il miglior difensore azzurro della spedizione anche nella notte più difficile. Da solo però non può nulla contro l’onnipotenza della Roja. Bonucci 5: vive una serata da incubo. Il difensore della Juventus ha nella marcatura il suo pregio migliore, ma contro l’imprevedibilità delle tre “punte” schierate da Del Bosque ci capisce poco o nulla. Chiellini 4,5: suo l’errore che consente a Fabregas di pennellare il cross sulla fronte di David Silva per l’1-0. Esce dopo 20′ minuti per il riacutizzarsi del problema muscolare che l’aveva costretto al forfait due settimane fa. (21′ Balzaretti 5,5: senza infamia e senza lode). Pirlo 5: chiuso nella morsa del pressing spagnolo, anche Andrea Pirlo non può davvero inventarsi niente per risollevare le sorti della squadra. A Kiev dice addio al Pallone d’Oro. De Rossi 5: sbaglia tanto, è uno degli uomini più stanchi dell’Italia. In ogni caso il calciatore della Roma si è reso protagonista di un Europeo da vero leader. Marchisio 5: lo juventino non si vede quasi mai. Anche lui ha finito la benzina nell’ultimo match contro la Germania. Il suo più grande rimpianto sarà quello di non aver segnato nemmeno un gol in questo Europeo. Montolivo 5: doveva essere il collante fra centrocampo e attacco, ma il nuovo acquisto del Milan viene letteralmente schiacciato dal reparto spagnolo (56′ Thiago Motta s.v.) Cassano 5,5: Prandelli lo sostituisce all’intervallo per mettere dentro Di Natale (4,5). Alla luce di quanto visto nella prima frazione di gioco il cambio resta francamente poco comprensibile (salvo la condizione fisica del barese). Balotelli 4: stecca la finale nel peggiore dei modi. Nei primi 45′ minuti passa più tempo a insultare Ramos piuttosto che giocare con i propri compagni di squadra. Quando ha il pallone tra i piedi o sbaglia il passaggio oppure cerca la giocata personale spesso e volentieri inutile.
Game Over. Spagna-Italia termina 4-0 in favore degli iberici. La Roja con il successo di Kiev conquista un favoloso triplete (Europeo, Mondiale e di nuovo Europeo), impresa mai riuscita ad ogni altra Nazionale prima d’oggi. La vittoria porta la firma di David Silva (suo il gol al 14′ minuto che sblocca l’incontro), Jordi Alba, Torres e Mata. Vincendo oggi Del Bosque diventa il primo allenatore nella storia ad avere in bacheca Europeo, Coppa del Mondo, Champions League e Mondiale per club. Inoltre il 4-0 agli azzurri è il dodicesimo risultato utile consecutivo per la Spagna ai Campionati Europei (non perde dalla sfida contro il Portogallo ai quarti di Euro 2004). Numeri che testimoniano la forza spaventosa di questa squadra, che resta imbattibile per tutte le altre.
PRIMO TEMPO – Da subito si è capito che non ci sarebbe stata partita. Troppa la differenza tra le due formazioni, con l’Italia apparsa fin dai primi minuti di gioco sulle gambe. Gli spagnoli giocano in scioltezza, pressano alto fin dalla trequarti italiana, senza lasciare un cm alle geometrie di Andrea Pirlo. Gli uomini di Prandelli sono in bambola. Dopo l’avvertimento di Xavi arriva il vantaggio delle Furie Rosse con David Silva. Il centrocampista del City è bravo a spizzare di testa il passaggio il passaggio del falso nueve Fabregas. L’1-0 spagnolo suscita la reazione dell’Italia. A parte su palle inattive e tiri da lontano però, gli azzurri faticano a creare pericoli alla retroguardia avversaria. Al 41′ arriva così il raddoppio di Jordi Alba, a legittimare la superiorità della Nazionale iberica. Quando l’arbitro Proenca fischia la fine del primo tempo, l’Italia è sotto di due reti. Recuperare ad una Spagna così sembra pura fantascienza.
SECONDO TEMPO – Al rientro dagli spogliatoi Prandelli decide di sostituire Cassano con Di Natale, lasciando in campo un abulico Balotelli. Il cambio non da gli effetti desiderati, ed è proprio l’attaccante dell’Udinese a fallire una clamorosa chance per riaprire la partita. Al 56′ ultimo cambio per gli azzurri: dentro Thiago Motta, fuori Montolivo. Scelta che col senno di più poi si rivelerà fallimentare. Infatti l’ex nerazzurro si infortuna dopo nemmeno cinque minuti dal suo ingresso (sospetto stiramento del bicipite fermorale gamba destra), lasciando i propri compagni di squadra in 10 uomini. Da lì in poi è monologo spagnolo. La squadra di Del Bosque fa ciò che vuole con il pallone, rallentando e aumentando improvvisamente a proprio piacimento. Nell’Italia è evidente la stanchezza accumulata nelle sfide contro Inghilterra e Germania. Assenza di forma che si fa sentire negli ultimi minuti di gara, quando la Spagna dilaga 4-0, andando a segno con Torres prima e Mata poi (i due giocatori del Chelsea appena entrati da poco sul terreno di gioco). Giù il capello alla Roja, troppo forte per qualsiasi altra Nazionale al giorno d’oggi.
CHAPEAU – Giù il cappello di fronte a questa Nazionale e al commissario tecnico Del Bosque, che da oggi potrà guardare tutti gli allenatori da una postazione privilegiata. Onore però anche all’Italia di Cesare Prandelli. Gli azzurri non avranno vinto la finale, ma hanno comunque disputato un mese di gare ad altissimo livello, regalando grandi emozioni a tutti i tifosi presenti in Italia. Le partite contro Inghilterra e Germania resteranno come il più bel ricordo di questi Europei.
Il 1 luglio è arrivato. Spagna-Italia ci dirà quale Nazionale salirà sul trono d’Europa. La Roja, che arriva da 4 anni di successi (Euro 2008, Sudafrica 2010), ha la storica occasione di conquistare un fantastico triplete. La squadra di Cesare Prandelli si presenta a Kiev senza pressione, consapevole di essere l’autentica sorpresa di questi Europei. Non dovrebbero esserci sorprese di formazione nelle due squadre, con Del Bosque intenzionato a schierare Fabregas come falso nueve, lasciando ancora in panchina El Nino Torres. Il ct italiano invece conferma il 4-3-1-2 utilizzato nei quarti e in semifinale. Nell’undici titolare torna Abate, con Balzaretti retrocesso in panchina. In attacco Prandelli si affiderà ancora alla coppia Cassano-Balotelli.
Spagna-Italia, centrocampo stellare
La finale di Euro 2012 vivrà sulla sfida a centrocampo di autentici maestri dal pallone: Pirlo, Xavi, De Rossi, Xabi Alonso per citarne alcuni. Chi riuscirà a conquistare il pallino del gioco avrà grandi chances di vincere la Coppa. Il match d’esordio non fa più testo ormai. L’Italia ha definitivamente abbandonato il 3-5-2 con cui aveva giocato i primi due incontri del girone, utile più a difendersi che a creare gioco. Tornando al 4-3-1-2 Cesare Prandelli ha voluto mostrare al mondo intero come gli azzurri non siano solo catenaccio. Perché quando in squadra si hanno giocatori come Pirlo, Marchisio, Cassano e Balotelli, è impensabile un atteggiamento stile anni ’30.
Spagna-Italia, capocannoniere
Tutti gli occhi saranno puntati su di lui, Mario Balotelli. L’attaccante del Manchester City, con la doppietta rifilata alla Germania in semifinale, occupa il primo posto nella classifica marcatori al pari di Dzagoev, Cristiano Ronaldo, Gomez e Mandzukic. Qualora dovesse segnare un gol anche alla Roja, Supermario andrebbe a issarsi sul trono dei capocannonieri di Euro 2012 (terzo italiano dopo Rossi a Madrid ’82 e Schillacci a Italia ’90). Pique e Ramos sono avvisati. Partono più indietro invece gli spagnoli Xabi Alonso, Fabregas e Torres, tutti e tre fermi a quota 2 reti, con El Nino che partirà come nelle ultime due partite dalla panchina.
In finale sono approdate le due Nazionali meno perforate di questi Campionati Europei. Da una parte ci sono le Furie Rosse, perforate una sola volta, all’esordio, proprio contro l’Italia di Prandelli (in gol Totò Di Natale ndr). Dall’altra gli azzurri di Prandelli, due gol incassati nelle prime due partite del girone (Spagna, Croazia), entrambe quando in campo c’era schiera la difesa a 3. C’è poi la storia di Buffon: il portiere bianconero non perde da un anno. E ci fermiamo qua.
Spagna-Italia, pericolo rigori
Misurando la temperatura dei tanti forum di calcio presenti in rete, si fa largo il pronostico di una finale che verrà decisa soltanto ai penalty. Italia e Spagna hanno già affrontato la lotteria dei rigori nei turni precedenti. Gli azzurri contro l’Inghilterra ai quarti, la Roja nella semifinale contro il Portogallo di Ronaldo. A questo proposito segnaliamo a Prandelli (forse lo saprà già) questa curiosità: c’è un azzurro che non ha mai sbagliato un calcio di rigore tra i professionisti. Chi è? Ancora lui, Mario Balotelli (2 per l’Inter, 7 per il City, 1 per l’Italia).
Spagna-Italia, sulle orme di Zoff
Buffon, Pirlo, De Rossi, Barzagli. Cosa hanno in comune i quattro calciatori italiani? Semplice, tutti e quattro possono eguagliare Dino Zoff, l’unico italiano di sempre ad aver vinto sia il Campionato Europeo (’68) e la Coppa del Mondo (’82). Emozionante vero?
Spagna-Italia, storico Del Bosque
Il leggendario ct spagnolo, qualora riuscisse a trionfare sotto il cielo di Kiev, diventerebbe l’unico allenatore nella storia del calcio ad aver vinto i seguenti trofei: Campionato Europeo, Coppa del Mondo, Champions League, Mondiale per Club. Come si dice, la classe non è acqua. Ovviamente tutti i tifosi azzurri si augurano che il vecchio Vicente non raggiunga proprio oggi questo storico traguardo (redazione del Pallonaro compreso, of course).
Spagna-Italia, precedenti
Spagna e Italia si sono affrontate in 30 occasioni. Il bilancio è a favore degli azzurri: 10 vittorie, 12 pareggi e 8 sconfitte. La musica non cambia se si prendono in considerazione solamente le competizioni ufficiali. Anche qui l’Italia è in vantaggio: 8 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta. Volendo restringere ancora di più il campo, nelle fasi finali di un Europeo gli azzurri sono imbattuti: 1 vittoria e tre pareggi.
Spagna-Italia, le quote
Come accennato all’inizio, i bookmakers si fidano maggiormente della Spagna. L’1 degli iberici è dato leggermente sopra la pari (2.20). Match comunque combattuto, dal momento che il 2 dell’Italia è quotato 3.20. Medesima quota per il segno x (3.25). A chi crede nella vittoria della Nazionale azzurra, consigliamo la giocata del primo marcatore: il gol di Mario Balotelli è dato a 7.00. Altissima la quota dell’over (oltre 2,5 gol nell’arco dei 90′ minuti), quotato a 2,6.
Spagna-Italia, probabili formazioni
Spagna (4-3-3): Casillas, Arbeloa, Pique, Ramos, Jordi Alba, Xabi Alonso, Xavi, Busquets, Iniesta, Silva, Fabregas.
A disposizione: Valdes, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Cazorla, Jesus Navas, Pedro, Torres, Negredo, Mata. Allenatore: Del Bosque. Italia (4-3-1-2): Buffon, Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo, De Rossi, Marchisio, Montolivo, Cassano, Balotelli.
A disposizione: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Maggio, Balzaretti, Thiago Motta, Nocerino, Giaccherini, Diamanti, Giovinco, Di Natale, Borini.
Clarence Seedorf al Botafogo. E’ ufficiale ormai il trasferimento dell’ex giocatore del Milan al club di Rio de Janeiro. L’olandese ha firmato un contratto di due anni, fino a giugno del 2014 (quando in Brasile prenderà il via la Coppa del Mondo). Termina così la carriera europea di Willy Wonka, come era stato affettuosamente ribattezzato dal telecronista-tifoso rossonero Carlo Pellegatti. Per 20 anni ha giocato e offerto spettacolo a tutti i tifosi del Vecchio Continente (e non solo). Difficilmente dimenticherà le 4 Champions League vinte con le maglie di Ajax, Real Madrid e Milan, nemmeno il calore di milioni di fan ai quali ha regalato poesia pura in campo e giocate da autentico fuoriclasse. Chi meglio di lui poteva onorare la maglia numero 10 del Diavolo? Forse nessuno.
Clarence Seedorf da oggi inizia una nuova avventura. Due settimane fa dava il suo saluto al Milan e all’Italia, durante la conferenza in Via Turati al fianco dell’amministratore delegato rossonero Adriano Galliani. Quella del Botafogo era la pista più calda, segnalata già da un mese a questa parte. Stanotte l’annuncio ufficiale, riportato sullo stesso sito della squadra verdeoro, che celebra l’arrivo del fuoriclasse olandese come il più importante trasferimento di un giocatore straniero da parte di una società carioca. Come dargli torto.
Seedorf al Botafogo non è più fantacalcio. La scelta del calciatore è stata dettata principalmente dal cuore. Infatti la moglie di mister Champions è brasiliana, ed è stata proprio lei a spingere per un ritorno nella sua patria natale. Inoltre proprio a Rio de Janeiro Clarence Seedorf ha una villa enorme, e sempre in Brasile potrà proseguire la promozione della sua associazione benefica Champions for children.
Accettando il trasferimento al Botafogo, Seedorf ha rinunciato alle offerte milionarie provenienti da Dubai, Cina e Premier (nei giorni scorsi si era parlato di un interessamento del Tottenham). Buona fortuna Clarence!
Con giugno che sta per concludersi ribolle il calciomercato. Nei fornelli di Via Turati il cuoco di casa Adriano Galliani sta preparando una pietanza succulenta, fino a ieri difficile da immaginare: MattiaDestro al Milan. La telenovela dell’ex giovane nerazzurro si aggiorna con una nuova puntata. Dopo che il Siena era riuscito a riscattare la metà del cartellino 7 giorni fa dal Genoa (come prevedeva l’accordo tra Genoa e toscani raggiunto l’estate scorsa, quando i Grifoni girarono in prestito al club di Mezzaroma il calciatore), con grande sorpresa dello stesso Preziosi, sembrava che la Juventus fosse ad un passo dal calciatore, poiché ritenuta la regista occulta dell’offerta del Siena. Ieri pomeriggio però le parole di Galliani ribaltano completamente la scena.
L’esito positivo del faccia a faccia tra i due è testimoniato dalle parole spese al termine della giornata dallo stesso Adriano Galliani, che si è detto possibilista di un eventuale arrivo dell’attaccante senese in comproprietà col Genoa, spingendosi addirittura ad un forse l’anno prossimo giocherà con noi.
CONFERME DA SIENA – Riguardo al trasferimento di Destro al Milan arrivano conferme anche da Siena. Il ds dei bianconeri Stefano Antonelli ha infatti aperto le porte a quella che si preannuncia un’operazione clamorosa, affermando come i rossoneri siano una grande società e lo stesso Destro è destinato a giocare per un top club già a partire dalla nuova stagione 2012-2013. Antonelli ha anche parlato di cifre, ipotizzando una cessione di Destro per una cifra vicina ai 13-14 milioni di euro. Ricordiamo che il Siena soltanto venerdì scorso ha acquistato la metà del cartellino di Mattia Destro per 1,3 milioni di euro. Ciò significa che il club toscano porterà a termine una plus-valenza importante, intorno ai 5-6 milioni.
Italia-Germania è terminata da oltre 12 ore, ma l’eco del successo azzurro fatica a spegnersi. Tutta l’Europa rende omaggio alla Nazionale di Prandelli, protagonista di quello che è considerato da tutti il capolavoro degli Europei 2012. Nessuno alla vigilia avrebbe pronosticato l’Italia in finale. Oggi invece le pagine dei giornali ci consegnano una realtà ben diversa. Dopo 3 settimane sono cambiate tante cose. L’amichevole contro la Russia è acqua passata, ora gli azzurri fanno addirittura paura alla Roja Campione d’Europa e del Mondo. Mario Balotelli e Andrea Pirlo i più celebrati dalla stampa estera. Alla Germania non resta che inchinarsi di fronte al tabù Italia. Immancabile infine il riferimento al vertice di Bruxelles, che di fatto ha consegnato all’Europa lo stesso risultato di Varsavia.
Balotelli “Simply the chest”
Così pubblica il britannico Sun, nei confronti dell’attaccante Citizen. Rifacendo chiaramente il verso alla canzone di Tina Turner (simply the best ndr), il giornale inglese risalta il fisico statuario di Mario Balotelli. Come del resto tutte le ragazze italiane, anche le anglosassoni avranno di certo apprezzato il talento naturale di Supermario. L’incredibile Hulk ha prima trafitto la difesa tedesca (non proprio impeccabile ieri sera), entrando poi nel cuore di tutte le appassionate di calcio (eccetto quelle che vivono in Germania, of course).
Il Guardian invece punta forte sul parallelo tra Varsavia e Bruxelles, sottolineando come la notte del 28 giugno 2012 passerà alla storia come la notte dei due Supermario (Mario Balotelli e Mario Monti), che da soli sono riusciti ad annientare le resistenze della Germania di Low prima e quella della Merkel poi. Il Telegraph stropiccia gli occhi per l’incredibile prestazione dell’undici di Prandelli, scegliendo ancora una volta Pirlo come simbolo della nuova Nazionale italiana.
Abito da sera
Un unico coro dalla Spagna: Italia meravigliosa. Forse il titolo più bello è quello che si legge nella prima pagina di Marca, dove viene esaltata la prova corale della Nazionale azzurra, mettendo in risalto come i tedeschi siano stati sconfitti da un Italia in abito da sera, a testimonianza della classe e dell’eleganza dimostrate dai ragazzi del ct Prandelli nel corso dei 90′ minuti di ieri sera. Asdefinisce Mario Balotelli un attaccante lussureggiante, oro colato per il nostro Paese.
Delusione Germania
Su Handesblatt si legge di una Germania chiamata a leccarsi le ferite, dopo aver perso per la quarta partita in 8 incontri ufficiali tra Europei e Mondiali contro l’Italia. Spiegel riprende il parallelo tra Balotelli e Monti, paragonando quest’ultimo al fuoriclasse bresciano dopo aver vinto la battaglia sugli eurobond.
Cani randagi
Da rimarcare infine la brutta caduta di stile da parte dei commentatori della tv pubblica tedesca, Beckmann e Mehmet Scholl. Durante l’intervallo della partita, la coppia di telecronisti ha paragonato Mario Balotelli e Antonio Cassano a dei cani randagi, suscitando l’immediata protesta dei telespettatori. Se non bastasse Scholl ha rincarato la dose definendo i due attaccanti azzurri come persone non autosufficienti, alludendo neanche troppo velatamente alla vita calcistica “sopra le righe” di cui si son resi protagonisti in passato.