Autore: Federico Pisanu

  • Milan e Juve che batoste. Insigne Jr. show

    Milan e Juve che batoste. Insigne Jr. show

    La terza giornata del Campionato Primavera rivela tutta la fragilità del nuovo corso Milan targato come lo scorso anno da Aldo Dolcetti, sconfitto pesantemente in trasferta dai pari età del Bologna per 3-0 (secondo ko dopo il 2-0 subito al debutto contro il Cesena). Sempre nel Gruppo B si registra il terzo successo consecutivo dell’Inter, che si accontenta di uno striminzito 1-0 proprio contro i romagnoli, giustizieri dei cugini due settimane fa (gol vittoria al 21′ del primo tempo firmato da Belloni). Nel Girone A clamoroso quanto successo nel campo della Juventus Primavera, uscita pesantemente sconfitta per 5-0 dalla sfida contro il Cagliari, con l’attaccante rossoblu Michele Chelo autore di una tripletta da sogno. Nel Gruppo C invece Lazio e Roma passeggiano rispettivamente contro Ternana (5-1) e Crotone (2-0 fuori casa). Infine continua la cavalcata del Napoli, aiutato anche ieri da Roberto Insigne (doppietta per il fratello di Lorenzo) nel successo per 3-2 contro l’Ascoli. Tre punti che confermano il primato in vetta al girone  da parte degli azzurri.

    Che scoppole Giornata da dimenticare quindi per Milan e Juventus. Se da una parte lo 0-5 interno subito dai bianconeri di Marco Baroni può essere letto come una sconfitta senza precedenti nella storia della Vecchia Signora, dall’altra parte crediamo che chi si debba preoccupare maggiormente è in realtà il tifoso rossonero. Una Primavera, quella di Dolcetti, che fatica a trovare una propria identità, apparsa ieri pomeriggio vuota di spirito (specialmente nel primo tempo). Un twit emblematico della giovane punta rossonera Petagna (fra le altre cose uno dei più negativi a mio parere) a fine partita recitava così: “Per giocare a calcio ci vogliono le palle! Bisogna lavorare dai ragazzi”. Una frase che per quanto visto nei 90′ minuti contro il Bologna è assolutamente legittima, ma forse sarebbe dovuta essere pronunciata da mister Dolcetti. Da segnalare il debutto con la maglia della Primavera di Niang. Il francese non è mai riuscito ad incidere sull’andamento della partita ed è poi stato sostituito ad inizio ripresa da Spagnoli. Se a Milanello piangono, a Torino non sorridono. Ad onor di cronaca comunque lo 0-5 contro il Cagliari deve essere interpretato semplicemente come una giornata storta e sopratutto decisa da episodi quasi sempre sfavorevoli ai ragazzi di Marco Baroni. Nei primi venti minuti gli ospiti erano già sul 2-0, frutto di due penalty concessi dal direttore di gara alla squadra di Diego Lopez (ex difensore/capitano dei rossoblu), con il secondo che è costato a Branescu il cartellino rosso. L’inferiorità numerica della Juventus si è poi accentuata a fine primo tempo, quando Emmanuello ha dovuto abbandonare il rettangolo di gioco per un fallo di reazione giudicato da cartellino rosso. Uno stop che comunque non pregiudica la situazione di classifica dei bianconeri, già a quota 6 punti dopo due sole giornate.

    Favola Insigne Continua il periodo magico di Roberto Insigne, il fratello più piccolo di Lorenzo. Se il Napoli di mister Saurini sta volando (a punteggio pieno dopo 3 giornate nel Girone C), il merito è sopratutto di Roberto, anche ieri protagonista assoluto del match degli azzurri, vinto non senza difficoltà contro l’Ascoli. Una doppietta che si aggiunge ai due gol segnati contro la Roma di De Rossi all’esordio, per un totale di quattro gol in 180′ minuti, così come l’attaccante della Lazio Antonio Rozzi. Sebbene sia presto per tirare conclusioni, l’inizio travolgente degli azzurri lascia immaginare un futuro roseo per lo stesso Insigne junior. Per un giovane come lui (ricordiamo che ha compiuto appena 18 anni nel mese di maggio) ciò che può fare la differenza, oltre ovviamente alla qualità, è la costanza con la quale sarà in grado di ripetere prestazioni come quella offerta ieri. Diventando il trascinatore della Primavera partenopea, automaticamente Roberto potrà coronare il proprio sogno di giocare nel San Paolo insieme al Magnifico.

  • Come cambia il Milan con De Jong? Ecco le alternative possibili

    Come cambia il Milan con De Jong? Ecco le alternative possibili

    Così come il 31 agosto di due anni fa andò a modificare radicalmente il gioco e il destino del primo Milan targato Allegri, anche gli ultimi giorni dell’estate 2012 potrebbe apportare cambi sostanziali negli schemi tattici dei rossoneri. Il tecnico livornese, assistito da Tassotti, sono chiamati a plasmare un nuovo Diavolo, vista la mole di giocatori che lavorerà a Milanello da qui alla fine del campionato. Gli acquisti di De Jong e Bojan non possono passare in secondo piano, poiché rappresentano due calciatori che per le loro caratteristiche rappresentano un unicum nella rosa del Milan. Inevitabile che nel prossimo futuro la squadra rossonera proverà a giocare in maniera diversa da come aveva abituato i tifosi negli ultimi anni. Il 4-3-1-2 va in pensione.

    Modulo anacronisticoLa rivoluzione di ancelottiana memoria, quella che pose Pirlo davanti alla difesa, è ormai diventata anacronistica. Continuare sulla rotta del 4-3-1-2 vorrebbe dire andare incontro ad un’usura irreparabile, di difficile guarigione, sia dal punto di vista tattico che psicologico. Sono tante, fin troppe, le carte a disposizione di Allegri per un’analisi serena. Pirlo non c’è più da un anno, e il suo vuoto è incolmabile. Nonostante Van Bommel si prodighi nel dire che De Jong, suo connazionale, sia il suo erede in mezzo al campo, abbiamo i nostri seri dubbi, dal momento che l’ex Citizen ci sembra piuttosto lontano dal livello qualitativo dell’olandese, senza tralasciare l’aspetto prettamente tattico. Il regista davanti alla difesa non è l’unico elemento del puzzle che manca ad Allegri. Il discorso infatti abbraccia anche la punta più estrema del rombo geometrico, ovvero il trequartista. Nei giornali spesso e volentieri si sente parlare di Boateng come il nuovo trequartista, un concentrato di muscoli e forza esplosiva. Il trequartista però, oltre a possedere una buona velocità e la naturalezza negli inserimenti, deve anche saper dare del tu al pallone, qualità di cui Boateng rimane ad oggi (in via definitiva ormai) privo. Già, la maglia numero 10 indossata dal ghanese segna in qualche modo l’era che stiamo vivendo.

    arrigo sacchi e carlo ancelotti | ©FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Ritorno al passato In questi giorni si parla tanto di 4-2-3-1, 4-3-3 e varianti simili. Non volendo essere banali e ripetitivi, e utilizzando un pizzico di sana follia, vorrei proporre ad Allegri un ritorno al passato. Il paragone è difficile, quasi improponibile, però noi vogliamo lanciarlo ugualmente. Provocazione, pazzia, chiamatela come volete, la mia idea è quella di tornare al 4-4-2, quel modulo che rivoluzionò il calcio mondiale nei primi anni ’90, quando Arrigo Sacchi diventava la mente geniale di un Milan leggendario (Dopo aver visto questo Milan, il calcio non potrà essere più lo stesso”, così intitolava Equipe dopo la finale di Champions contro lo Steaua). E’ forse eresia, ma proponiamo ugualmente una coppia di centrocampo composta da Nigel De Jong e Boateng: l’olandese nei panni del connazionale Rijkaard, mentre il Prince chiamato a ricoprire il ruolo che in passato fu di Carlo Ancelotti, sempre pronto a spingersi in avanti favorendo il cosiddetto calcio totale. Sulle fasce due calciatori che possano sacrificarsi e svolgere entrambe le fasi di attacco e difesa, e per questo vediamo bene sulla destra Abate (con De Sciglio terzino) e Robinho a sinistra, col brasiliano che già in passato ha dimostrato di sapersi sacrificare per la squadra. In attacco due calciatori che sappiano giocare vicino, duettare fra loro senza difficoltà: la coppia Pazzini-Bojan ha tutte le potenzialità per far bene. In difesa contiamo sull’apporto del nuovo arrivato Zapata, che ai tempi dell’Udinese era uno dei giovani più interessanti nel reparto difensivo. Il punto debole della rosa a disposizione di Allegri continua ad essere quello del terzino sinistro, con Antonini che in questo momento non sembra all’altezza di vestire la maglia rossonera, specialmente se pensiamo che soltanto 4 anni fa su quella fascia c’era ancora Paolo Maldini. La solita nostalgia autunnale.

    Il passato che non può tornare

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  • Under 21 raggiunti i playoff. L’obiettivo adesso è stupire

    Under 21 raggiunti i playoff. L’obiettivo adesso è stupire

    Pura formalità il match di ieri pomeriggio che vedeva la nostra Under 21 impegnata contro i pari età del Liechtenstein per la penultima partita del girone. Il 7-0 finale con cui i ragazzi di Devis Mangia hanno sconfitto gli avversari indica chiaramente come in campo ci sia stata una sola squadra. In gare come queste è sempre difficile capire dove arrivano i meriti dei vincitori e quanto invece i limiti degli avversari possano condizionare pesantemente il risultato al termine dei novanta minuti regolamentari. Ci sembra inutile però nascondere i notevoli progressi compiuti dalla Nazionale italiana negli ultimi 12 mesi, dopo aver toccato il profondo rosso con la gestione Casiraghi. Non è isteria affermare che l’attuale Under 21, valutato anche il materiale umano a disposizione, sia tra le migliori squadre d’Europa, non avendo nulla da invidiare ad altri Paesi più “nobili” come Spagna e Francia. Ora che l’obiettivo play-off è stato raggiunto, l’obiettivo è quello di stupire.

    La mano dell’allenatore Nonostante Devis Mangia attribuisca gli onori del successo a Ciro Ferrara, conferendogli il 99,9% dell’attuale formazione, è innegabile come già in queste prime partite si percepisca la mano dell’allenatore, ex Varese (Primavera) e Palermo (Primavera e Prima squadra). Il 4-4-2 proposto nel pomeriggio di ieri contro il Liechtenstein ha piacevolmente impressionato. In mezzo al campo a farla da padrone c’erano Viviani e Marrone, con l’ex giallorosso e il bianconero perfettamente integrati nel gioco azzurro. Il primo regista importante, sebbene possa peccare in velocità, ma comunque bravo a cercare sempre la profondità per i due esterni offensivi, senza dimenticare che sui calci piazzati spesso e volentieri è irresistibile. Sono piaciuti Alessandro Florenzi ed El Shaarawy, le due frecce azzurre. Particolarmente sollecitato il giallorosso, bravo a farsi trovare sempre pronto sull’out di destra e a duettare con la ZanzaraDe Luca, favorito anche inconsciamente dall’ex compagno di squadra Viviani. Importante sottolineare anche la doppietta del Faraone, protagonista con il Milan di un avvio non di certo esaltante. Nei primi minuti del match El Shaarawy sembrava confermare il trend negativo delle prime due giornate di campionato, salvo poi sbloccarsi poco prima dell’intervallo con la rete del momentaneo 4-0, giocando con maggiore sicurezza nella ripresa, quando si è reso protagonista del pregevolissimo 6-0. Ennesima conferma anche per Ciro Immobile, in gol per la quarta volta consecutiva in altrettante partite della Nazionale. Anche se è presto per dare un giudizio “rodato”, la scelta di Devis Mangia come successore di Ferrara è stata particolarmente azzeccata, con Sacchi bravo a scegliere l’ex rosanero per la formazione dei nuovi baby talenti azzurri.

    stephan el shaarawy e ciro immobile | ©Giuseppe Bellini/Getty Images

    L’Under marea Finalmente qualcosa di nuovo dalle nuove generazioni. Sembra passata un’eternità da quando Marcello Lippi sparò a zero sul settore giovanile italiano all’indomani della debacle azzurri nei Mondiali del Sudafrica, affermando come il nostro Paese fosse povero di talenti. Due anni dopo la situazione si è completamente rovesciata. E’ lo stesso Cesare Prandelli ad attingere a piene mani sul motore dell’Under 21. Non è un caso che per le prime convocazioni post Euro 2012 siano stati chiamati ragazzi come Destro, Insigne e Verratti, con i rossoneri El Shaarawy e De Sciglio in rampa di lancio, senza scordare Alessandro Florenzi, che molto presto potrebbe ricevere la telefonata del ct azzurro. Una marea di giovani talenti pronti a sfidare i cosiddetti vecchietti. Anche i club di Serie A hanno recepito il messaggio, chi più chi meno. Quella degli Under 23 può essere definita la nuova rivoluzione culturale del ventunesimo secolo. A volte mi sembra quasi di non essere in Italia.

    Gli highlights di Italia Liechtenstein 7-0

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  • Seedorf dopo Pirlo, rinascita lontano da Milano

    Seedorf dopo Pirlo, rinascita lontano da Milano

    Aveva lasciato il Milan a giugno. Una conferenza stampa da Re, quale era su prato di San Siro. Un saluto doveroso a quella maglia che l’ha reso celebre in tutta Europa negli ultimi 10 anni. Quando Clarence Seedorf sposò la causa del Botafogo in molti storsero il naso. Che cosa ci fa uno come lui in Brasile? Chi aveva apparecchiato per lui un ritorno in Olanda, alle origini, è rimasto spiazzato dall’annuncio che risale ormai ad un mese fa. Trenta giorni e forse più che hanno convinto anche i più scettici circa la bontà della decisione di Clarence. Il Re del cioccolato, come veniva simpaticamente presentato dal telecronista-tifoso di Premium Carlo Pellegatti, continua a dimostrare di essere un autentico fuori-serie, sfidando carta d’identità e ipocriti.

    Cruzeiro travoltoIeri notte l’ultima gemma. Il Fogao trionfa sul campo del Cruzeiro, nonostante lo svantaggio iniziale nei primi minuti del match avesse gettato numerose ombre sulla tenuta degli ospiti. Nel giro di 60 secondi Seedorf regala una fantastica doppietta ai sostenitori della squadra, imbufaliti per la striscia di risultati negativa delle ultime settimane (tre sconfitte consecutive in campionato ndr). Proprio lui, Clarence Seedorf, il calciatore intorno al quale si erano concentrate le ingiuste critiche della torcida verdeoro, e che il sito Sportmediaset dava addirittura infortunato poche ore prima l’inizio della partita. Oltre ai due gol, Seedorf pone la firma su uno splendido assist per Jadson nell’azione del definitivo 3-1.

    clarence seedorf | ©ANTONIO SCORZA/AFP/GettyImages

    Rinascita post Milan L’addio di Seedorf per certi versi può essere paragonato a quello di Andrea Pirlo. Chiaramente il ruolo ed il modo con cui i due calciatori hanno lasciato Via Turati è diametralmente opposto, ma forse la motivazione per la quale entrambi sono stati “estromessi” dalla rosa rossonera è la medesima. Sia Pirlo che Seedorf erano reduci da una stagione non esaltante, durante la quale c’erano stati più i fischi dei tifosi che gli applausi (Allegri compreso). Tutti e due maestri del pallone a cui veniva rinfacciata poca dinamicità nei 90′ minuti della partita. Dopo la loro partenza il centrocampo del Milan non può essere più lo stesso. La strada dei muscoli (Van Bommel, De Jong) è stata tracciata da tempo. Può piacere o meno, non cambia in ogni caso il giudizio prettamente personale di un disagio nell’ipotizzare una linea a tre composta da De Jong, Ambrosini e Nocerino se la maglia che si indossa è quella rossonera. Andrea Pirlo e Clarence Seedorf, due rimpianti di un calcio che al Milan non rivedremo nemmeno quest’anno. Andrea Pirlo e Clarence Seedorf, due scommesse vinte da Juventus e Botafogo. Il primo è l’unico reale top-player che il campionato italiano possa ancora vantarsi di avere, e se la Juventus l’anno scorso ha vinto lo scudetto il merito è sopratutto dell’ex rossonero, consegnato su un vassoio d’argento ai bianconeri da una scellerata decisione della coppia Allegri-Galliani. Anche l’olandese sarebbe potuto tornare utile, se non a livello tecnico sotto il profilo umano, essendo l’unico leader rimasto lì a Milanello. Punti di vista.

    LA DOPPIETTA DI CLARENCE SEEDORF CONTRO IL CRUZEIRO
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  • Mourinho: “Antonio Conte come me, Juventus regina in Champions”

    Mourinho: “Antonio Conte come me, Juventus regina in Champions”

    La Juventus si riscopre regina d’Europa. Manca ancora la risposta del campo, verdetto insindacabile a cui allenatori e tifosi devono per forza di cose sottostare. Sulla carta però la squadra bianconera ha nuovamente quel sex-appeal che la rendeva un’armata invincibile durante la metà degli anni ’90, quando in sella c’era un maestro come Marcello Lippi. Antonio Conte ricorda bene quegli anni, lui che di quella squadra sarebbe poi diventato nel ’96 il capitano. Dopo anni di buio la Vecchia Signora è pronta a recitare un ruolo da protagonista nel torneo più prestigioso d’Europa. La candidatura arriva direttamente dagli avversari, concordi nel considerarla una seria concorrente per il trionfo finale a Wembley. Tra i colleghi di Conte più entusiasti del nuovo corso Juve registriamo a sorpresa lo Special One.  Sì proprio lui, il nemico numero uno quando allenava in Italia. Quanto tempo sembra trascorso da allora.

    Conte? Come me Quando parla non è mai banale. E’ fatto così Mourinho, la sua sapiente arte comunicativa stupisce anche ora che è lontano dal nostro Paese, come se non avesse mai lasciato veramente la penisola. Lo Special One firma un panegirico in onore del tecnico bianconero, assente al meeting degli allenatori che con le loro squadre si contenderanno la Coppa dalle grandi orecchie. Assenza rumorosa quella di Conte, che lascia basito lo stesso Mourinho, il quale domanda per quale motivo la Uefa abbia deciso di non recapitare l’invito anche al tecnico della Juventus. Evidentemente una presenza scomoda per l’atmosfera ovattata che regna in Svizzera, nelle sale in cui il padrone di casa è un altro grande ex bianconero, forse il più grande di tutti, Le Roi Michel Platini. L’ex condottiero dell’Inter ha speso parole di elogio per Conte,  Antonio mi piace un sacco come allenatore, è un vincente, sa quello che vuole, ha carisma”, oltre che per la sua creatura, che Mourinho crede possa raggiungere con relativa facilità i quarti/semifinale già da quest’anno, nonostante un digiuno europeo piuttosto importante. Detto dal più grande nemico (senza esagerazione) bianconero di 4-5 anni fa è senza dubbio motivo di orgoglio per ciascun tifoso della Vecchia Signora, desideroso di rivivere i fasti di un tempo anche al di là dei confini nazionali.

    antonio conte | ©Claudio Villa/Getty Images

    Coro unanime Mourinho non è il solo ad aver elogiato la Juventus durante la riunione tecnica di ieri. Il portoghese è stato seguito subito a ruota da altri illustri colleghi, come lo stesso Carlo Ancelotti. Con i trascorsi bianconeri più o meno sfortunati ormai alle spalle, l’allenatore del Paris Saint Germain ha confermato quanto espresso dallo Special One, soffermandosi specialmente su Andrea Pirlo, calciatore che Ancelotti non fatica a definire un top-player, dal momento che a “scoprirlo” nel ruolo di play basso davanti alla difesa fu proprio lui quando guidava il Milan. Ancelotti parla di una Juve che “può stupire tutti, ha un gioco basato sulla velocità e sull’intensità. Nell’ultima stagione mi ha davvero impressionato e il merito sta sopratutto in Antonio Conte, Andrea Pirlo e il presidente Agnelli, per il quale avrei scommesso che sarebbe diventato nel giro di pochi anni un grande dirigente”. 

  • Supercoppa Primavera 2012, vince la Roma con un super Frediani

    Supercoppa Primavera 2012, vince la Roma con un super Frediani

    A Busto Arsizio ieri sera la Roma ha offerto un’altra dimostrazione di superiorità rispetto al resto d’Italia. La vittoria della Supercoppa Primavera 2012 (la prima nella storia del club) è il giusto premio per il lavoro eccellente che da anni Alberto De Rossi porta avanti nel settore giovanile giallorosso (senza dimenticare Bruno Conti ndr). Sebbene priva di uomini eccellenti, uno fra tutti Nicolas Lopez, la formazione capitolina ha letteralmente dominato durante i primi 45′ del match, mettendo in mostra un’invidiabile organizzazione di gioco che l’Inter di Bernazzani non è riuscita a fronteggiare. Il doppio vantaggio con cui la Roma è rientrata negli spogliatoi fotografa alla perfezione l’andamento del primo tempo, nel quale i nerazzurri hanno fatto fatica a comprendere qualcosa.

    Tridente giallorossoNon ci sono più Tallo, El Conejo e Piscitella, ora rimpiazzati dal tridente Bambu-Ferrante-Frediani, quest’ultimo uno dei migliori in campo nella serata di ieri. I pericoli maggiori per la retroguardia nerazzurra arrivavano sempre dal lato sinistro, dove il senegalese Mbaye (aggregato alla Prima squadra da Andrea Stramaccioni) ha subito a più riprese le iniziative di uno scatenato Frediani. La prestazione del terzino nerazzurro è crollata rovinosamente dopo il cartellino rosso ricevuto al 36′ per una manata rifilata ad un calciatore avversario. Dall’esterno destro giallorosso è partita l’azione del vantaggio giallorosso, con Bambu bravo a spizzare di testa il cross morbido del suo compagno di squadra. Come già sottolineato durante il live di ieri, l’esterno d’attacco rumeno si è fatto apprezzare particolarmente per le spiccate doti di sacrificio che l’hanno portato a rientrare spesso e volentieri per dare una mano alla difesa. E’ apparso invece piuttosto impacciato Jonathan Ferrante, la punta centrale del tridente romano, fin qui l’attaccante più prolifico della Roma nelle prime due giornate del Campionato Primavera. L’ex giocatore del Piacenza è una scoperta del ds Sabatini, che l’ha voluto fortemente subito dopo la sua nomina a direttore sportivo. Vedremo se il tempo gli darà ragione.

    supercoppa primavera 2012 | ©Marco Luzzani/Getty Images

    Livaja non basta Che l’Inter volesse a tutti i costi conquistare il trofeo lo si era capito leggendo le formazioni iniziali. Al centro dell’attacco figurava il nome del croato Livaja, anche lui aggregato alla Prima squadra del tecnico Stramaccioni, oltre a Duncan e lo stesso Mbaye. Da subito Livaja è apparso il giocatore più pericoloso, il top-player nerazzurro che potesse cambiare da solo le sorti dell’incontro, anche quando la squadra di Bernazzani è risultata colpevolmente assente nel primo tempo. Tutt’altra musica nella ripresa, quando nonostante l’inferiorità numerica l’Inter ha schiacciato nella propria metà campo la Roma. Da Livaja è arrivato il gol che ha riacceso le speranze nerazzurre. Con 30′ minuti ancora da giocare, i Campioni d’Italia in carica hanno avuto una reazione d’orgoglio importante. A fare bella figura è stato però il portiere della Roma Svedkauskas, bravissimo a disinnescare le offensive avversarie fino al triplice fischio finale del direttore di gara.

    L’uomo in più  Il match di ieri ha portato alla ribalta il nome di Mattia Ricci, brillante centrocampista giallorosso. Mattia è un giocatore dotato di una buona tecnica, dinamico, che può ricoprire sia il ruolo di trequartista sia quello di mezz’ala in un centrocampo a tre. La perla della serata è stato l’assist per il secondo gol di Frediani, un passaggio filtrante che ha stupito per qualità e precisione. L’ottimo primo tempo è stato in parte offuscato dalla prestazione piuttosto evanescente fornita durante la ripresa, quando la Roma in superiorità numerica ha subito la fisicità nerazzurra. La stagione di quest’anno ci offrirà qualche indicazione in più circa le doti del giovane centrocampista (classe ’94). Riuscirà anche lui a fare il grande salto in Prima squadra?

    GLI HIGHLIGHTS DI INTER-ROMA, FINALE SUPERCOPPA PRIMAVERA 2012

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  • Inter-Roma, stasera si assegna la Supercoppa Primavera 2012

    Inter-Roma, stasera si assegna la Supercoppa Primavera 2012

    Primo importante appuntamento per la stagione giovanile. Questa sera a Busto Arsizio si giocherà la finale della Supercoppa Primavera 2012 tra Inter e Roma: la prima è Campione d’Italia in carica, la seconda invece detiene il titolo della Coppa Italia. Sulla carta i ragazzi di Bernazzani sono favoriti sui pari età giallorossi. Nonostante ciò riteniamo che il match sarà aperto a qualsiasi soluzione, e se alla fine fosse la squadra di papà De Rossi ad alzare il trofeo non ci stupiremmo. Grandi novità da una parte e dall’altra. L’Inter non ha più Longo lì davanti, ma ha già trovato in Francesco Forte un importante punto di riferimento nel tridente. Anche la formazione della Roma ha dovuto cedere il passo alla rivoluzione della classe ’94. I vari Piscitella, Verre, Viviani, Nicolas Lopez, Tallo, non figurano più nella rosa giallorossa. Attenzione però a questi tre nomi: Jonathan Ferrante (punta centrale), Matteo Ricci (centrocampista offensivo), Marco Frediani (esterno sinistro). Il match sarà trasmesso in live da Sportitalia1, Premium Calcio, e i canali telematici di Inter e Roma. Fischio d’inizio alle 20.30. Potrete anche seguire la diretta testuale qui sul Pallonaro.

    TABELLINO INTER-ROMA 1-2 (FT)
    Inter (4-2-3-1): Cincilla, Bandini, Donkor, Pasa, Mbaye, Benassi, Duncan, Acampora, Forte (53′ Belloni), Garritano (82′ Terrani), Livaja. Allenatore: Daniele Bernazzani.
    Roma (4-3-3): Svedkauskas, Rosato, Calabresi, Carboni, Yamnaine, Lucca, Cittadino (65′ Mazzitelli), Matteo Ricci, Frediani, Bumba, Ferrante. Allenatore: Alberto De Rossi
    Marcatori: 3′ Bumba (R), 45′ Frediani (R), 58′ Livaja (I)
    Espulsi: 36′ Mbaye (I)

    • 90′ + 4: e’ finita! La Roma si aggiudica per la prima volta nella sua storia la Supercoppa Primavera battendo per 2-1 un Inter mai doma. Decidono i gol segnati entrambi nella prima frazione di gioco dai due esterni d’attacco giallorossi, Bumba e Frediani. Inutile la rete su calcio di punizione di Livaja.
    • 90′: si giocherà per altri quattro minuti.
    • 87′: brivido per la Roma. Annullato il gol del 2-2 all’Inter per posizione di fuorigioco di Benassi dopo l’ennesima parata di Svedkauskas. Il replay dell’azione da ragione alla terna arbitrale.
    • 85′: forcing finale dell’Inter. La difesa giallorossa tiene.
    • 82′: Bernazzani si gioca l’ultima carta a sua disposizione: Garritano lascia il posto a Terrani.
    • 79′: ancora sugli scudi l’estremo difensore giallorosso, che smanaccia in calcio d’angolo una conclusione pericoloso di Livaja.
    • 77′: Secondo cambio per la Roma. Fuori Frediani, sostituito da Jacopo Ferri.
    • 73′: giallorossi sotto pressione, con l’Inter che riesce a guadagnare tre calci d’angolo nello spazio di un minuto. Il punteggio resta però a favore dei capitolini.
    • 70′: la Roma tenta di addormentare nuovamente il gioco per spegnere l’entusiasmo nerazzurro.
    • 65′: primo cambio anche per De Rossi: dentro Mazzitelli, esce Cittadino.
    • 62′: Roma in affanno: Benassi vicinissimo alla rete del pareggio, Svedkauskas miracoloso.
    • 60′: nonostante l’inferiorità numerica, i baby nerazzurri guadagnano metri preziosi.
    • 58′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLL 1-2 INTER: dal limite trova il jolly Livaja su calcio di punizione. I nerazzurri provano a riaprire la gara.
    • 54′: primo cambio per l’Inter: esce un deludente Forte, dentro Belloni.
    • 46′: iniziato il secondo tempo della Supercoppa Primavera. Giallorossi comodamente avanti 2-0 e in superiorità numerica.
    • 45′ +2: le squadre si dirigono negli spogliatoi con il risultato che vede la Roma in vantaggio per 2-0 contro i campioni d’Italia in carica nerazzurri. Vantaggio meritato per i capitolini. L’Inter è chiamata ad una mission impossible: rimontare due gol ai giallorossi giocando in 10 uomini per l’intera ripresa.
    • 45′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOLLL 0-2 ROMA, bellissimo assist di Matteo Ricci, che di destro serve palla per il taglio di Frediani che davanti a Dalle Vedove segna il raddoppio per i suoi compagni.
    • 44′: da sottolineare la prova di Bumba, che oltre al gol del vantaggio giallorosso sta dando un grande mano in difesa.
    • 41′: i ragazzi di Bernazzani si affidano al contropiede, un’arma che però non pare creare difficoltà alla squadra di De Rossi.
    • 36′: CARTELLINO ROSSO per Mbaye per lo schiaffo dato a Frediani. Decisione severa del direttore di gara. L’Inter giocherà in inferiorità numerica per i restanti 55′ minuti del match.
    • 33′: torna a farsi pericolosa la Roma. Per poco una deviazione di Pasa non beffava Dalle Vedove dopo la conclusione da fuori area di Cittadino.
    • 31′: Forte non riesce a sfruttare un clamoroso errore della retroguardia giallorossa. Alberto Delio Rossi infuriato con i suoi.
    • 29′: da qualche minuto i nerazzurri hanno preso metri preziosi nei confronti degli avversari. Ancora nessun pericolo però dalle parti di Svedkauskas.
    • 28′: l’Inter prova a sfruttare la superiorità fisica nei calci da fermo. Il colpo di testa di Mbaye finisce alto sopra la traversa.
    • 25′: fase confusa della partita, continua la predominanza territoriale dei giallorossi.
    • 21′: fin qui l’uomo più pericoloso dell’Inter sembra essere il croato Livaja, che sta giocando al centro dell’attacco nerazzurro, lasciando Forte defilato sulla destra.
    • 15′: la squadra di Bernazzani soffre le incursioni di Frediani sulla destra. La Roma cerca di approfittarne.
    • 12′: Bumba ancora pericoloso dal limite, para Dalle Vedove.
    • 10′: fin qui senza idee i nerazzurri, Roma in pieno controllo del match.
    • 3′: GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLL 0-1 ROMA: Frediani scappa via a Mbaye sulla destra, crossa al centro dove Bumba (in fuorigioco) trova il colpo di testa vincente.
    • 2′: calcio piazzato di Matteo Ricci, nessun pericolo per Dalle Vedove.
    • 1′: la Roma ha dato il via alla gara. Ci attende una gara spettacolare.
    • Buonasera da Busto Arsizio. Tra pochi minuti scenderanno in campo Inter e Roma per la finale di Supercoppa Primavera. I nerazzurri scelgono l’artiglieria pesante schierano i fuori quota Duncan e Livaja.
  • Alessandro Del Piero al Sidney, oggi l’annuncio ufficiale

    Alessandro Del Piero al Sidney, oggi l’annuncio ufficiale

    Alessandro Del Piero ha deciso: nella prossime due stagioni giocherà in Australia, nel Sidney Fc. L’accordo con Tony Pignata (amministratore delegato del club australiano ndr) è stato trovato sulla base di un contratto biennale da 1,6 milioni di ingaggio annuo. Il sì dell’ex capitano della Juventus sarebbe arrivato nella mattinata di ieri. I colloqui tra il fratello-procuratore e la dirigenza del Sidney sono proseguiti poi nel pomeriggio, con gli ultimi dettagli della trattativa ancora da ultimare. In tarda serata le agenzie di stampa italiane battevano la notizia dell’ormai prossima partenza di Pinturicchio in Australia, dal momento che non si avevano più dubbi circa la relativa fumata bianca dell’operazione. Alessandro Del Piero saluta quindi definitivamente l’Europa per una nuova sfida all’età di 37 anni.

    No al LiverpoolNelle ultime ore erano stati in molti a contattare l’agente dell’ex bianconero, nella speranza che quest’ultimo potesse cambiare idea e disfare le valigie ormai pronte per il lungo viaggio che lo attende da Torino. La squadra che potenzialmente era in grado di farlo vacillare era proprio il Liverpool. Del Piero non ha mai nascosto di essere affascinato dalla Premier League. Il palmares e la storia giocavano a favore dei Reds, tanto che più di un quotidiano sportivo ieri dava la squadra di Fabio Borini in pole position, nonostante l’accordo con il Sidney fosse già stato trovato in precedenza. La convinzione generale tra gli addetti ai lavori è di un colpevole ritardo da parte della società inglese, perché difficilmente Alex avrebbe rifiutato una proposta da un club di Premier così importante.

    alessandro del piero | ©Giuseppe Bellini/Getty Images

    Ciao Gattuso Tramonta definitivamente anche l’ipotesi Sion, club in cui milita da quest’estate un vecchio amico di Del Piero, Rino Gattuso. La squadra svizzera sembrava essere una candidata importante, specialmente all’indomani dell’arrivo di “Ringhio”. La pista Sion però con il trascorrere dei giorni ha visto un progressivo raffreddamento tra le parti, con Pinturicchio mai realmente convinto della destinazione elvetica. Scelta rivelatasi quantomai azzeccata, anche alla luce dei problemi all’interno dello spogliatoio del Sion, dissapori tra tecnico e calciatori sfociati nella decisione da parte della società di allontanare in via definitiva l’allenatore Sebastien Fournier.

    Come Beckham Alessandro Del Piero sarà per l’Australia ciò che David Beckham rappresentò in passato per gli Stati Uniti d’America e la Major League Soccer. La bandiera della Juventus diventerà una vera e propria icona del calcio australiano, di cui con ogni probabilità ne sarà anche testimonial, ripercorrendo lo stesso cammino intrapreso dal fuoriclasse britannico. Con i suoi due milioni di dollari percepiti annualmente, Del Piero sarà anche il calciatore più pagato del campionato australiano. Sebbene infatti l’ingaggio di Alex non è da annoverarsi tra i primi della classe (guadagnerà quanto una riserva di un top club italiano per intenderci), quest’ultimo supera di gran lunga quello dei corrispettivi colleghi del continente “Down Under”.

    Palmares Il Sidney Fc è di certo una squadra di spessore nel campionato australiano, almeno dando uno sguardo al palmares della squadra. Fondato soltanto otto anni fa, il club ha conquistato già due titoli di A-League (2006, 2010) oltre ad una Champions League oceanica nel 2005. L’anno scorso il Sidney si classificò al quinto posto.

  • Consigli Fantacalcio 2012/2013 i gol che non ti aspetti

    Consigli Fantacalcio 2012/2013 i gol che non ti aspetti

    Le prime due giornate di Serie A sono andate in archivio e per i Fantallenatori d’Italia è già tempo di bilanci. C’è chi è tranquillo, potendosi vantare con gli amici del suo primato in classifica, e c’è chi si trova alla ricerca di nuovi innesti per rimediare ad un brutto inizio di stagione. C’è poi un altro Fantallenatore, il cui unico interesse è quello di puntellare la rosa a disposizione con acquisti oculati in grado di garantirgli quei tre-quattro gol all’anno che spesso fanno la differenza in un torneo da 38 giornate. Dal titolo avrete già capito che i consigli di oggi si rivolgono proprio a quest’ultimo giocatore, che di solito corrisponde al “tipo medio” dopo le prime partite di campionato. Proporremo quattro nomi per ruolo, tra scommesse e certezze, avvalendoci della biografia di ciascun calciatore.

    DIFENSORI
    Mickael Ciani (Lazio): il suo acquisto nelle ultime ore del calciomercato è passato quasi inosservato. Gli intenditori della Ligue 1 però conoscono bene l’ex Bordeaux, nato a Parigi 28 anni fa. In Italia è forse uno dei centrali difensivi più forte fisicamente. Ha una valutazione inferiore ai 10 milioni, da prendere.
    Alexis Rolin (Catania): Gli appassionati del calcio sudamericano sanno chi è, qui in Italia invece pochi associano il nome di Rolin a uno dei migliori talenti uruguaiani. Operazione da 5 milioni.
    Andrea Costa (Sampdoria): Esordio abbagliante per l’ex Reggina, a segno nella trasferta di San Siro contro il Milan. Un colpo di testa che è valso i primi tre punti stagionali alla squadra di Ferrara. Il suo prezzo si aggira intorno ai 4-5 milioni.
    Gennaro Sardo (Chievo): Nonno Sardo rappresenta l’usato sicuro. Ad inizio anno viene colpevolmente scartato, salvo poi essere rimpianto quando piazza la zuccata vincente. Costo irrisorio: 3 milioni.

    CENTROCAMPISTI
    Allan (Udinese): La scommessa dei Pozzo, chiamato a prendere l’eredità di Isla. Non avrà la tecnica del cileno, ma i tempi di inserimento fanno di Allan un giocatore potenzialmente interessante per i Fantallenatori. Costa il minimo sindacabile: 1 milione.
    Weiss (Pescara): Nelle prime due partite ha stupito tutti per la personalità mostrata sul terreno di gioco, sebbene siano arrivate due pesanti sconfitte in entrambe le occasioni. Il Citizen può essere il nome nuovo di questo Pescara. Il suo prezzo è intorno ai 10 milioni.
    Lucas Castro (Catania): L’ennesimo argentino della squadra etnea. Acquistato dal Racing a luglio, Castro può costituire insieme a Gomez e Barrientos un tridente ricco di gol. Cinque milioni il suo costo.
    Raffaele Palladino (Parma): L’ex attaccante della Juventus è chiamato in questa stagione al riscatto. Lasciatosi alle spalle i continui infortuni, Palladino può essere la carta vincente di tanti Fantallenatori. Da non trascurare la collocazione tra i centrocampisti e il costo di 7 milioni.

    ATTACCANTI
    Moscardelli (Chievo): E’ ancora negli occhi di tutti lo strepitoso girone di ritorno di cui si rese protagonista lo scorso anno l’attaccante gialloblu. Di Carlo sa come esaltarlo, da acquistare per sorprendere i tuoi amici-nemici. Operazione da 10 milioni.
    Kozak (Lazio): Nel pre-campionato ed in Europa League è stato una delle sorprese più piacevoli per i tifosi biancocelesti. Il tecnico Petkovic ha deciso di tenerlo a Roma per proseguire il suo sviluppo. Come un anno fa può diventare un giocatore capace di spostare gli equilibri. Costa 8 milioni.
    Fabbrini (Udinese): Nei consigli Fantacalcio di oggi non possiamo non segnalare l’attaccante bianconero. In molti pensano che la stagione 2012-2013 sarà quella della sua consacrazione. Insieme a Di Natale può avvicinare la cifra di 6-7 gol già da quest’anno. Il prezzo del cartellino è di 10 milioni.
    Nicolas Lopez (Roma): Calcolando che Totti non è eterno e non potrà giocare tutte le 36 partite che rimangono al termine del campionato, e considerando la media-gol impressionante dell’ex Primavera, caldeggiamo l’acquisto del Conejo. Zemanlandia è aperta a tutti. E’ vostro con 3 milioni di euro.

  • Hulk e Witsel allo Zenit, Milan preoccupato

    Hulk e Witsel allo Zenit, Milan preoccupato

    In Italia la finestra del calciomercato si è chiusa ufficialmente venerdì 31 agosto alle ore 19, ma all’estero le trattative di mercato sono più vive che mai. Ne sa qualcosa il nostro Luciano Spalletti. L’ex tecnico di Udinese e Roma, ora alla guida dello Zenit, ha ricevuto in regalo dalla società il brasiliano Hulk e Witsel, centrocampista belga inseguito la scorsa estate anche dal Milan. Il costo complessivo dell’operazione si aggira intorno ai 80 milioni di euro, qualcosa di inimitabile per i top club italiani e per la maggior parte delle squadre europee. Stavolta i russi della Gazprom hanno preso in contropiede tutti, lasciando a bocca asciutta squadre come Chelsea e Manchester City, le quali avevano manifestato il loro interesse specialmente nei confronti del fuoriclasse del Porto.

    Fulmine a ciel serenoLa mattinata di ieri si era aperta all’insegna della calma piatta, nessun elemento lasciava immaginare che qualche ora più tardi venisse lanciata una bomba di tale portata. Mentre l’app di Di Marzio cinguettava circa il futuro di Alessandro Del Piero e il twitter di Laudisa si concentrava sul capitolo Vieri, dal Portogallo giungevano voci sempre più insistenti circa un’operazione destinata a riempire le pagine dei quotidiani il giorno seguente. I primi a darne notizia sono stati i colleghi di A Bola, giornale sportivo portoghese, fra le altre cose profondo conoscitore della sfera privata di Mourinho, dedicando ampio risalto alla trattativa da 80 milioni di euro che investiva direttamente le due squadre più titolate del Portogallo, ovvero Porto e Benfica.

    hulk | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    Il precedente In realtà lo Zenit già in passato dimostrò di avere i numeri e il portafoglio per concludere affari come quello che ha messo in porto nel pomeriggio di ieri. Nel 2008 infatti i russi acquistarono per una cifra record (allora) di 30 milioni il portoghese Danny dalla Dinamo Mosca. Due anni dopo invece staccarono un assegno da 22 milioni per convincere il Porto a cedere il centrale difensivo Bruno Alves, balzando davanti alle altre concorrenti che avevano in precedenza sondato il terreno con la società lusitana (inclusa la Juventus).

    Cosa cambia Il passaggio di Hulk e Witsel allo Zenit ridisegna le gerarchie del Gruppo C di Champions, dove ritroviamo anche il Milan. Se nel giorno del sorteggio di Montecarlo i rossoneri potevano pensare di giocarsi alla pari la vetta del girone con la squadra di Spalletti, oggi la sensazione è che gli uomini di Allegri partano uno/due gradini sotto rispetto ai russi. Tra meno di un mese Zenit e Milan saranno difronte nel match valido per la seconda giornata del girone, trasferta che dirà se il gap tra i padroni di casa e i rossoneri sia o meno colmato. Sulla carta riteniamo la seconda ipotesi di difficile realizzazione, sebbene non bisogna trascurare l’aspetto della cosiddetta tradizione, dettaglio che in casa Zenit farebbero bene a non sottovalutare.

    Anche Nani Nelle ultime ore sta rimbalzando una clamorosa indiscrezione, secondo la quale il club sovvenzionato dal colosso Gazprom avrebbe messo nel mirino il fuoriclasse portoghese Nani. Il rapporto tra il calciatore dei Red Devils e Sir Alex Ferguson è ai minimi termini, a tal punto che nei giorni scorsi erano trapelate voci circa una possibile cessione del lusitano per una cifra comunque superiore ai 30 milioni di euro (lo United lo acquistò dallo Sporting nell’estate del 2007 per 25,5 milioni). Lo Zenit sarebbe disposto ad investire una somma praticamente identica a quella sborsata per Hulk e Witsel (40 milioni ciascuno ndr), soldi che Ferguson difficilmente rifiuterebbe. E se anche Nani dovesse approdare alla corte di Luciano Spalletti, a preoccuparsi non sarebbe soltanto il Milan ma anche tutte le più grandi squadre d’Europa che ambiscono alla finale di Wembley.