Autore: Federico Pisanu

  • Ibrahimovic come Van Basten, o quasi. Poker all’Inghilterra

    Ibrahimovic come Van Basten, o quasi. Poker all’Inghilterra

    Serata epica quella di ieri per Zlatan Ibrahimovic. Davanti ai propri tifosi l’ex numero 11 del Milan ha deliziato i propri tifosi con un poker di reti alla malcapitata Inghilterra di Roy Hodgson. Quattro gol di uno stesso calciatore nell’arco dei novanta minuti rappresentano qualcosa di assolutamente eccezionale. E se a segnarli è Ibrahimovic bisogna star certi che nessuno di questi sia banale. Un poker da fenomeno, concluso con una bicicletta da urlo che nemmeno nei videogiochi sarà possibile riprodurre. Ibrahimovic batte l’Inghilterra per 4-2. Francamente inimmaginabile alla vigilia, sebbene i Leoni inglesi si fossero presentati rimaneggiati nel nuovo impianto svedese (Friends Arena). Tra gli esordenti anche il baby talento del Crystal Palace Wilfried Zaha, classe ’92.

    24 ANNI FA– Sono trascorsi 24 anni da quel 15 giugno, giorno memorabile per i campionati Europei del 1988, quando Marco Van Basten con la Nazionale olandese umiliava l’Inghilterra, stravolta ed eliminata dalla tripletta del cigno di Utrecht. Van Basten, che stava per diventare il simbolo del Milan di Arrigo Sacchi nonostante avesse già vinto il suo primo scudetto in Italia con la maglia dei rossoneri, entrò 24 anni fa nella leggenda calcistica.

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    La gioia di Ibrahimovic dopo la quarta rete all’Inghilterra | ©FREDRIK SANDBERG/AFP/Getty Images

    IL PARAGONE – Fino a ieri sera, Van Basten era stato l’unico calciatore ad aver segnato nella propria carriera tre gol all’Inghilterra. L’orange però non aveva fatto ancora i conti contro il folle Ibrahimovic, che proprio ieri ha eguagliato e superato il maestro olandese. Quando mancavano 15 minuti al termine del match, con gli inglesi avanti per 1-2, il bottino dello svedese era fermo a uno. Al 77′ l’attaccante del Psg trova il pareggio. Non contento, sette minuti più tardi firma il sorpasso. Minuto 84, Ibrahimovic ha eguagliato Van Basten. Zlatan però non sarebbe famoso se non ci aggiungesse quella magia che contraddistingue i veri numeri uno al mondo. Ed ecco allora che nel finale arriva la rete che lo consegnerà alla storia. Minuto 90, Ibrahimovic ha scavalcato la leggenda di Marco.

    SUO IDOLO – Quando arrivò al Milan nell’estate di due anni, Zlatan raccontò in conferenza di avere un sogno nel cassetto, quello di ripetere le gesta del grande Marco Van Basten, campione indimenticato in quel di Milanello e non solo. Ibrahimovic non ha mai nascosto la propria ammirazione nei confronti dell’olandese. E anche per questo motivo Ibracadabra non ha digerito il fatto di essere stato messo alla porta da Galliani e Berlusconi, vedendosi così estromesso per sempre dall’universo Milan. Queste le parole di Ibrahimovic pronunciate lo scorso febbraio: “Quando si avvicinò a me (Van Basten ndr), non sapevo cosa dirgli. Quando giocavo nell’Ajax l’ho conosciuto meglio. Era una bella persona, un vero bomber. Van Basten è una leggenda”.

    RE DI SVEZIA – Il poker all’Inghilterra arriva il giorno dopo la notizia del suo ennesimo trionfo in patria. Infatti Ibrahimovic ha nuovamente vinto il suo settimo Guldbollen, ovvero la versione svedese del Pallone d’Oro, il sesto consecutivo. Per Zlatan una stagione personale ricca di soddisfazioni, sebbene non sia arrivato lo scudetto con il Milan. Sempre in Italia si è laureato capocannoniere della Serie A con 28 reti. Qualche mese più tardi ha vinto il prestigioso Golden Foot. In questa settimana infine il Guldbollen e il poker agli inglesi in amichevole.

    VIDEO IBRAHIMOVIC, LA BICICLETTA ALL’INGHILTERRA (14-11-2012) [jwplayer config=”60s” mediaid=”160221″]

    LA TRIPLETTA DI VAN BASTEN 24 ANNI FA [jwplayer config=”60s” mediaid=”160222″]

  • Under 21, Italia a testa alta contro la Spagna

    Under 21, Italia a testa alta contro la Spagna

    L’amichevole di ieri sera tra Italia-Spagna Under 21 si è conclusa con la vittoria degli spagnoli per 3-1. Le reti del successo iberico portano la firma di Rodrigo, Deulofeu e Alvaro. Per gli azzurri è andato in rete Samuele Longo, prodotto del vivaio interista ora in prestito all’Espanyol. Devis Mangia cercava delle risposte importanti dal test del Franchi, risposte che sono puntualmente arrivate. Se il risultato infatti può sembrare particolarmente duro nei confronti degli azzurrini, è altrettanto vero che i giocatori scesi in campo hanno dimostrato di poter mettere in difficoltà la migliore Nazionale Under 21 attualmente in circolazione, nonostante le stesse Furie Rosse siano reduci dal flop clamoroso delle ultime Olimpiadi. Israele 2013, sede dei prossimi Europei, può vederci protagonisti.

    QUALITÀ – Dopo un primo tempo piuttosto difficile, con la Spagna avanti di due reti e gli infortuni dei due esterni Sala e Saponara, i ragazzi di Mangia hanno preso coraggio e fatto intravedere per lunghi tratti quella mentalità necessaria per scalare le posizioni di vertice del calcio europeo. Mentalità offensiva, nessun timore reverenziale contro i fuoriclasse spagnoli, gioco propositivo, tutte qualità che il tecnico Devis Mangia ha saputo tirar fuori dal gruppo azzurro in meno di 4 mesi. Un lavoro impressionante se si considera che la gestione Ferrara non era stata di certo tra le più esaltanti dal punto di vista dello spettacolo in campo.

    Italy Training Session And Press Conference
    Alessandro Florenzi, l’ultimo acquisto di Prandelli dall’Under 21 | ©Claudio Villa/Getty Images

    LE ASSENZE – E quando si parla di Nazionale Under 21, si deve sempre tenere in conto un dettaglio fondamentale, quello delle assenze. Anche ieri al Franchi non c’erano i vari Insigne, El Shaarawy, Verratti, ormai entrati prepotentemente in orbita “prandelliana”,  senza per altro provocare alcun malumore in Mangia. Ai tre calciatori appena citati, si è aggiunta ieri anche la defezione di un’altra stella dell’Under 21, Alessandro Florenzi. Il giallorosso, dopo un avvio di stagione folgorante con la maglia della sua Roma, è riuscito nello spazio di pochi mesi a guadagnarsi la chiamata in Nazionale maggiore. Mai come adesso il ct italiano attinge a piene mani dal serbatoio dell’Under 21, a dimostrazione del grande potenziale di cui i giovani italiani attualmente dispongono.

    IL TOP – Non va nemmeno dimenticato come la squadra affrontata fosse la migliore del lotto. Poche squadre al mondo infatti, ad eccezione del Brasile, possono schierare calciatori del calibro di Isco, Munian, Rodrigo e Deulofeu lì davanti. La Nazionale spagnola, oltre ad essere campione d’Europa in carica, è anche quella che esprime il maggior potenziale offensivo nel vecchio continente. Se poi, come ieri, si può permettere di tenere in panchina Tello e lo stesso Munian, risulta quantomai evidente che la Spagna in questo momento non ha rivali in Europa, e pochi altri nel mondo. Bisogna quindi sottolineare ancora una volta come l’Italia, nonostante assenze importanti, abbia tenuto testa sopratutto nel corso della ripresa ai ragazzi allenati da Lopetegui.

    Tabellino dell’incontro Italia-Spagna Under 21 (13-11-2012)
    Italia (4-4-2): Bardi, De Sciglio, Capuano (70′ Romagnoli), Caldirola, Frascatore, Sala (14′ Sansone, 82′ Sampirisi), Marrone (70′ Baselli), Crisetig, Saponara (44′ Donati), De Luca (46′ Longo), Immobile (46′ Gabbiadini). Allenatore: Mangia
    Spagna (4-2-3-1):  Marino, Carvajal (58′ Mallo), Bartra, Martinez (46′ Nacho), Aurtenetxe, Romeu (83′ Sergi Roberto), Koke (46′ Illaramendi), Deulofeu (58′ Tello), Isco (83′ Suso), Sarabia (79′ Munian), Rodrigo (58′ Alvaro). Allenatore: Lopetegui

    Il video di Italia-Spagna Under 21 (13-11-2012) [jwplayer config=”180s” mediaid=”160120″]

  • Milan, la conferma di Allegri e i dubbi di Berlusconi

    Milan, la conferma di Allegri e i dubbi di Berlusconi

    Ha spiazzato un po’ tutti la decisione del Milan di confermare per l’ennesima volta Allegri, decisione arrivata dopo il summit notturno tra Berlusconi e Galliani. Il tecnico livornese salva così la panchina, che mai fino a ieri aveva traballato in maniera tale da far pensare a tutti un esonero imminente per Acciuga. Si continua nella tradizione rossonera, da sempre riconosciuta come particolarmente “pacifica” nei confronti dei suoi stessi allenatori. Allo stato attuale delle cose Allegri non sarà il terzo tecnico esonerato della storia milanista, dopo i licenziamenti di Tabarez, Zaccheroni e il sergente Terim. Difronte ad una prima sensazione di allontanamento certo, si è quindi passati ad una mattinata molto più serena in casa Milan.

    GALLIANI DECISIVO– Secondo quanto ricostruito dai media nella giornata di ieri, Massimiliano Allegri sarebbe stato salvato ancora da Galliani. L’ad rossonero, colui che ha scelto Allegri due anni fa, lo ha difeso a spada tratta nella prima parte del vertice a due con Berlusconi, rientrato dal weekend in Kenia nella serata di domenica. Dopo aver rasserenato i toni, Galliani e Berlusconi hanno convocato in sede Allegri. Una chiacchierata fiume tra la dirigenza e l’allenatore, un incontro che ha posto le basi per un futuro con più certezze e meno caos. Aver ottenuto la fiducia ieri nonostante il settimo ko stagionale ha quasi il sapore di una vittoria per il livornese.

    AC Milan v Malaga CF - UEFA Champions League
    Silvio Berlusconi in tribuna durante Milan-Malaga | ©Claudio Villa/Getty Images

    IL SILENZIO – Non dobbiamo dimenticare un dettaglio che non è sfuggito a tanti addetti ai lavori, ovvero il silenzio di Galliani al termine del match contro la Fiorentina. Un comportamento enigmatico, alla luce della conferma di Allegri in nottata. L’amministratore delegato non si è voluto sbilanciare davanti alla stampa prima del faccia a faccia con Berlusconi, sapendo forse che il patron rossonero aveva già esonerato Allegri durante il volo Malindi-Milano.

    MANCANZA DI ALTERNATIVE – Sono venuti al pettine tutti i dubbi presidenziali. Dalle scelte del tecnico, quantomai discutibili anche nella partita di domenica pomeriggio, fino alla reale coesione dello spogliatoio, con la paura che i giocatori non seguano più il mister. Ci si è però dovuti scontrare contro lo scoglio delle alternative, tanto rare quanto indisponibili al momento. Perché Guardiola oggi appare come un’oasi nel deserto, Luciano Spalletti si sta giocando l’accesso agli ottavi di Champions proprio contro il Milan, Filippo Inzaghi rischierebbe di vedersi bruciata una carriera che comunque è iniziata col piede giusto. E poi altri nomi quali Rijkaard e Marco Van Basten, altrettanto impossibili perché il primo ha un contratto faraonico con la Nazionale araba, mentre il Cigno di Utrecht allena attualmente l’Heerenveen (fra le altre cose con risultati non proprio eccellenti). Resterebbe il solo Mauro Tassotti, ma più passano i giorni e le settimane, più si ha l’insindacabile certezza che l’ex terzino del Milan voglia vivere sempre una vita da secondo.

    BERLUSCONI A MILANELLO – Dal vertice notturno è poi scaturita la decisione della visita di Berlusconi alla squadra il prossimo venerdì, alla vigilia della sfida contro il Napoli al San Paolo. Il numero uno del Milan manca da Milanello da tempo immemore e questo fa riflettere sulla complessità del momento rossonero. Ad oggi è dato sapere che Berlusconi parlerà ad ogni singolo giocatore, cercando di tirare il meglio da ciascuno. Basterà questo per risollevare le sorti di una stagione maledetta per i tifosi del Milan?

  • Allegri in bilico, esonero ad un passo. Vertice Galliani-Berlusconi

    Allegri in bilico, esonero ad un passo. Vertice Galliani-Berlusconi

    Dopo la clamorosa sconfitta interna di ieri pomeriggio contro la Fiorentina, la panchina di Allegri traballa pericolosamente. Al Milan da due anni e tre mesi, il tecnico livornese potrebbe aver concluso la sua carriera rossonera anticipatamente. E’ il precario più longevo del campionato di Serie A. Lo stato di allerta dura ormai da mesi. Il destino ha voluto che fosse la Fiorentina ad aprire la prima crepa ad aprile, e sono sempre stati i viola a rendere tale spaccatura insanabile. La distanza tra Allegri e Galliani non è mai stata così acuta. Neanche dopo la famosa amichevole estiva con il Real Madrid negli Stati Uniti, quando il nome della Solbiatese era diventato un cult. Per molti ieri è stato il punto di non ritorno, dal quale non sarà più possibile fare marcia indietro.

    IL SILENZIO– Pesa come un macigno il silenzio di Galliani a fine partita. Da quando Allegri è diventato il precario di lusso a Milanello e dintorni, non era mai mancato l’apporto della società, simboleggiato sempre e comunque dalla figura dell’amministratore delegato. Quello stesso appoggio ieri è venuto meno, senza se e senza ma. Nessuna voglia di confermare il tecnico, nessuna voglia di parlare del destino che pende sulla panchina del Milan. Dopo ieri non si hanno più giustificazioni per le scelte di Allegri, colpevole di continuare a ripetere errori capitali, mai digeriti e sopportati dalla presidenza, né tanto meno dai tifosi e dallo stesso Galliani. Quella che si prospetta nelle prossime ore è la fatidica resa dei conti.

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    La rabbia di Massimiliano Allegri durante Milan-Fiorentina | ©Olivier Morini/AFP/Getty Images

    VERTICE NOTTURNO – Da Milanello rimbalzano voci che danno per reale un vertice tra Galliani e Berlusconi durante la notte appena trascorsa. In ballo il futuro del tecnico rossonero e le possibili scelte per il futuro prossimo. Nulla è ovviamente trapelato dall’incontro notturno tra le due massime cariche di Via Turati. C’è però la sensazione che il dado sia ormai tratto. Allegri, protagonista della panchina più traballante della storia recente del campionato di Serie A, potrebbe essere davvero arrivato al capolinea, all’ultima fermata del suo percorso in rossonero.

    TRITTICO – Se il livornese venisse licenziato, chiunque si siederebbe sulla panchina del Milan vedrebbe difronte un muro invalicabile, paragonabile al Zoncolan del Giro d’Italia. Il calendario infatti prevede due trasferte come Napoli e Bruxelles, dove il Diavolo si giocherà la qualificazione agli ottavi di Champions contro l’Anderlecht, per poi tornare in Italia e affrontare a San Siro la Juventus di Antonio Conte. Dopo il match della Juve sarà ancora Allegri l’allenatore del Milan?

  • Allegri a lezione da Montella, Milan-Fiorentina 1-3

    Allegri a lezione da Montella, Milan-Fiorentina 1-3

    La Fiorentina espugna San Siro per la decima volta nella sua storia, la seconda consecutiva dopo il successo dello scorso aprile. Affonda il Milan, alla sua quarta sconfitta casalinga in stagione (tre le vittorie). Termina 1-3 per i viola grazie alle reti di Aquilani al 10′, Borja Valero al 37′ e la perla di El Hamdaoui nel finale. Per i rossoneri aveva riacceso le speranze Giampaolo Pazzini ad inizio ripresa ma la squadra di Allegri non ha poi avuto più la benzina necessaria per proseguire il forcing che avrebbe forse consentito di raddrizzare una partita iniziata nel peggiore dei modi. Sconfitta comunque meritata per il Diavolo, mentre per Montella è la prima vera impresa della stagione dopo le sconfitte contro Napoli e Inter, senza dimenticare anche il pareggio allo Juventus Stadium.

    GLI EX– Da una parte Montolivo e Pazzini, dall’altra Aquilani. Due gol, ma a gioire è l’ex rossonero. Quando la maggior parte dei bookmakers attendeva il successo della squadra di casa, è arrivata invece puntuale la caduta degli ex più illustri. Montolivo e Pazzini, quasi 400 presenze e 50 reti in due, hanno masticato amaro questo pomeriggio difronte ai loro ex compagni di squadra. Aquilani, autore del gol che ha sbloccato l’incontro, è uscito nel corso del secondo tempo dopo un fallaccio su El Shaarawy. Uscito tra i fischi, Alberto dentro di sé sa di aver segnato un gol fondamentale che può far spiccare il volo alla Fiorentina e affossare in maniera definitiva la propria ex squadra.

    AC Milan v ACF Fiorentina - Serie A
    L’errore dal dischetto di Pato | ©Marco Luzzani/Getty Images

    L’ERRORE – Poco prima di subire il secondo gol, il Milan ha avuto l’occasione di impattare l’incontro grazie al calcio di rigore fischiato dall’arbitro Romeo per il fallo di Roncaglia su Pato. Lo stesso brasiliano si presenta dal dischetto ma la sua conclusione è da dimenticare. Errore che la squadra di Allegri pagherà pochi minuti più tardi, quando Borja Valero firmerà il raddoppio e la sua prima rete in Serie A. Emblematica la decisione del tecnico livornese di non far rientrare il Papero dagli spogliatoi, preferendogli Pazzini.

    LE COLPE – La sconfitta di oggi pomeriggio non potrà non lasciare pesanti strascichi. Sul banco degli imputati sale ancora una volta Allegri che con le sue scelte ha lasciato perplesso più di uno spettatore presente a San Siro. Non tanto la decisione di confermare dal primo minuto Pato, quanto quella di schierare alle spalle del brasiliano Boateng, apparso anche oggi un pesce fuor d’acqua nella posizione di trequartista. Il tutto per lasciare in panchina Bojan, che contro il Malaga martedì scorso aveva dimostrato di essere insieme ad El Shaarawy l’uomo più in forma del momento.

    LA CLASSIFICA – Con questo successo la Fiorentina di Montella consolida la quarta posizione a quota 24 punti, restando in scia del Napoli (-2), con i partenopei vittoriosi anche quest’oggi sul campo del Genoa. A questo punto i viola si candidano prepotentemente alla lotta per un posto in Champions League, traguardo impensabile ad inizio stagione. Crolla invece il Milan, che resta fermo a 14 punti e vede allontanarsi ancora l’Europa che conta. E nel frattempo torna l’incubo retrocessione (-5). La Sampdoria, quartultima, sconfitta anche oggi a Palermo e reduce da sette sconfitte consecutive, ha uno svantaggio di soli quattro punti rispetto ai rossoneri. Dato preoccupante quanto agghiacciante per Allegri e i tifosi del Diavolo.

    LE PAGELLE DI MILAN-FIORENTINA
    Montella 9
    : mantiene la sua filosofia di gioco invariata. Stupisce per la mentalità vincente data alla squadra nel giro di pochi mesi. Ad oggi il migliore tecnico italiano della Serie A.
    Borja Valero 7,5: insieme a Pizarro e Aquilani illumina il panorama calcistico italiano. Nel mini Barcellona made in Firenze non poteva mancare uno spagnolo.
    Aquilani 6,5: che rivincita difronte all’ex dirigenza milanista, la quale si è lasciata sfuggire di mano il cartellino di un potenziale titolare a centrocampo che insieme a Montolivo poteva garantire qualità e tecnica adesso inesistenti nel reparto rossonero.
    Boateng 4: quasi nullo l’apporto del Prince alla sfida di oggi. In casa Milan dovrebbero seriamente pensare ad una sua cessione a gennaio, sempre che il Bayern non abbia cambiato idea.
    Pato 3: il brasiliano continua ad avere paura. Dopo il gol al Malaga che sembrava potesse liberarlo mentalmente, Pato ricade nella trappola della fragilità. L’errore dal dischetto è pesantissimo.
    Allegri 2: errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti primi tempi regalati agli avversari, quante errori tattici, quanti giocatori fuori ruolo, quante sconfitte interne.

    Il tabellino di Milan-Fiorentina (11-11-2012)
    Milan: Abbiati 5,5, De Sciglio 5, Mexes 4,5, Bonera 5, Constant 6, Montolivo 5,5 Ambrosini 6 (Robinho 5), Emanuelson 5 (Bojan 5,5), Boateng 4, El Shaarawy 6, Pato 3 (Pazzini 6). Allegri 2
    Fiorentina: Viviano 6, Roncaglia 6, Rodriguez 6,5, Savic 6,5, Cuadrado 7, Aquilani 6,5, (Mati Fernandez 5,5), Pizarro 7, Borja Valero 7,5, Pasqual 6, Ljajic 5,5 (El Hamdaoui 7), Toni 5,5, (Cassani 5,5). Montella 9

    Il video di Milan-Fiorentina 1-3 [jwplayer config=”240s” mediaid=”159853″]

  • Pato contro la sua vittima preferita, Milan-Fiorentina ad alta tensione

    Pato contro la sua vittima preferita, Milan-Fiorentina ad alta tensione

    Alle ore 15 San Siro accoglierà Milan-Fiorentina per la dodicesima giornata di Serie A. Difronte due squadre che vivono uno stato di forma particolarmente positivo. I padroni di casa sono reduci da due vittorie casalinghe interne consecutive (Genoa, Chievo) e un pareggio esterno in rimonta a Palermo, con sette punti guadagnati in tre partite. Ancora meglio ha fatto la Fiorentina, sempre vittoriosa negli ultimi tre incontri (Cagliari, Genoa, Lazio). Allargando l’analisi alle ultime cinque partite, i toscani hanno raccolto 13 punti sui 15 disponibili. Sarà anche la sfida tra Allegri e Montella. I due tecnici si sono sfidati soltanto in tre occasioni. Il bilancio è favorevole al rossonero, che con il Milan ha colto due pareggi (Roma-Milan 0-0, Catania-Milan 1-1) e un successo (Milan-Catania 4-0).

    EL SHAARAWY IN DUBBIO– L’allenatore toscano affronta lo scoglio Fiorentina con qualche problema di formazione. In difesa mancheranno Abate e Antonini, entrambi infortunati. Nelle corsie laterali giocheranno quindi con assoluta certezza De Sciglio e Constant. Al centro della difesa rientra Bonera dopo il turno di squalifica. Al suo fianco dovrebbe partire dal primo minuto Mexes, con i colombiani Zapata e Yepes in panchina. A centrocampo sfida amarcord per Montolivo, che a Firenze ha giocato 219 partite prima di accasarsi quest’anno al Milan. Insieme all’ex viola partirà titolare il capitano Ambrosini, che vince il ballottaggio con De Jong e Nocerino. In attacco Allegri potrebbe rinunciare a El Shaarawy. Il Faraone accusa un problema al ginocchio e al suo posto è già in pre-allarme Boateng, con Emanuelson che verrebbe dirottato sulla fascia sinistra. Al centro dell’attacco rossonero confermato Pato, che martedì scorso in Champions contro il Malaga ha ritrovato la via della rete. Alle sue spalle Bojan, l’uomo forse più in forma della truppa di Allegri.

    ACF Fiorentina v Cagliari Calcio - Serie A
    Sei gol fin qui in campionato per il montenegrino | ©Dino Panato/Getty Images

    SENZA JOJO – Se il Milan ha qualche problema di formazione, la Fiorentina dovrà rinunciare al suo elemento di maggior spicco, il montenegrino Jovetic. Infortunatosi la settimana scorsa durante il match contro il Cagliari, Jojo dovrà saltare oltre al Milan anche la sfida contro l’Atalanta. Montella però non sembra intenzionato a ridisegnare l’assetto tattico della sua squadra, confermando in toto il 3-5-2 che ha consentito ai viola di volare in questa prima fase del campionato. Il sostituito del bomber Jovetic sarà Ljajic, che affiancherà il totem Luca Toni, quest’ultimo in gol anche domenica scorsa. L’Aeroplanino sta valutando se inserire o meno Aquilani, ex di lusso della partita, il quale andrebbe ad aggiungersi ad un centrocampo tutto tecnica con Borja Valero e Pizarro. Sugli esterni i titolari saranno ancora una volta Cuadrado e Pasqual, mentre la difesa a tre sarà composta da Roncaglia, Rodriguez e l’ex Genoa Tomovic. Infine Viviano sarà chiamato a difendere i pali della porta viola.

    NUMERI– Dando uno sguardo alle statistiche, è curioso scoprire come Pato abbia già segnato cinque volte alla Fiorentina nelle sei partite in cui è stato schierato contro i toscani. Dalla stagione 2007-2008 fino all’anno dell’ultimo scudetto, Pato ha sempre segnato un gol alla squadra viola. Fra le altre cose, quando Pato è in rete contro la Fiorentina, il Milan ha sempre vinto (soltanto una volta però con più di un gol di scarto, Fiorentina-Milan 0-2 stagione 2008-2009). Dall’altra parte troviamo invece Luca Toni, il quale ha sfidato il Milan undici volte, segnando quattro gol (tre con la maglia della Fiorentina, uno col Palermo). Luca Toni ha battuto i rossoneri soltanto due volte (con il Brescia nel 2003 e la Fiorentina nel 2005), perdendo quattro volte e pareggiando in altrettante occasioni.

    AC Milan v ACF Fiorentina - Serie A
    L’ultima vittoria della Fiorentina a Milano targata Amauri | ©Claudio Villa/Getty Images

    PRECEDENTI – Milan e Fiorentina a San Siro si sono incontrate 72 volte. Il bilancio è nettamente favorevole ai rossoneri, che hanno conquistato i tre punti nel 61% dei casi (44 successi), subendo la sconfitta in una percentuale irrisoria del 12% (9 ko). Per gli amanti delle scommesse quindi la giocata 1x (quotata 1,22) potrebbe essere abbastanza favorevole, sopratutto se si considera che l’ultimo scontro a San Siro è terminato con una vittoria dei viola (1-2, rete al 90′ di Amauri), successo che segnò definitivamente la corsa scudetto indirizzando il tricolore a Torino e pose una pietra fondamentale sulla salvezza dei viola allora guidati da Delio Rossi, prima che quest’ultimo venisse allontano per il gesto inconsulto nei confronti di Ljajic il 2 maggio scorso.

    Probabili formazioni Milan-Fiorentina (11-11-2012)
    Milan (4-2-3-1): Abbiati, De Sciglio, Mexes, Bonera, Constant, Montolivo, Ambrosini, Boateng, Bojan, Emanuelson, Pato. Allenatore: Allegri.
    Fiorentina (3-5-2): Viviano, Roncaglia, Rodriguez, Tomovic, Cuadrado, Pasqual, Borja Valero, Pizarro, Aquilani, Ljajic, Toni. Allenatore: Montella.

  • Milan, per Guardiola e lo sceicco serve il terzo posto

    Milan, per Guardiola e lo sceicco serve il terzo posto

    Durante il match di martedì tra Milan e Malaga, a San Siro si stava giocando forse una partita ancora più importante in tribuna. C’era Berlusconi, assente da circa tre mesi. Al fianco di Silvio Berlusconi c’era poi Flavio Briatore, sempre più vicino al presidente rossonero.  Il perché è presto spiegato. Berlusconi è stato di recente ospite in Kenya dall’ex team manager della Renault, dove ha trascorso una vacanza benessere insieme al suo medico di fiducia ed una fisioterapista. Oltre ad aver perso tre kg in una settimana, Berlusconi avrebbe anche allacciato i rapporti con lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan, fra le altre cose presidente di City e Getafe. A San Siro c’era anche Confalonieri, presidente di Mediaset, e dulcis in fundo Pere Guardiola, fratello di Pep.

    RAGNATELA– Troppi i tasselli presenti per non fare un tentativo di puzzle più o meno riuscito. Dopo il lodo Mondadori, Mediaset ha dovuto affrontare una crisi imprevista. I rubinetti sono stati chiusi qua e là, sopratutto quelli che puntavano verso Via Turati, dove ogni anno confluivano milioni e milioni di euro attraverso un viaggio di sola andata. Quest’estate i tifosi del Milan hanno definitivamente capito che la propria squadra doveva auto-finanziarsi, motivo per il quale è stato dato l’addio a Thiago e Ibra con un unico pacchetto. Portare le perdite a zero è stato il primo passo della famiglia Berlusconi verso una storica apertura a capitali stranieri.  Ecco quindi spuntare Mansour, fratello del sovrano di Abu Dhabi, ribattezzato come mister mille miliardi di dollari.

    Barcelona's coach Josep Guardiola (L) an
    Allegri spiana la strada a Guardiola? | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    PEP – In tutto questo cadrebbe a fagiolo Pep Guardiola. L’ex allenatore del Barca arriverebbe in un Milan completamente rivoluzionato, nuovamente potente dal punto di vista economico, pronto a rilanciare la propria sfida ai  maggiori top club europei. In tribuna c’era Pere Guardiola, il fratello. Qualche ora prima lo stesso Pere si trovava da Giannino, noto ristorante di Milano filo-rossonero, dove Galliani è solito installarsi per improvvisati vertici di mercato. Nonostante le smentite di rito, fra l’altro quasi istantanee e quindi alquanto strane, è impensabile che Pere non abbia avuto un primo contatto con l’universo Milan.

    TERZO POSTO – Molto però dipenderà dall’attuale stagione rossonera. Il terzo posto diventa l’obiettivo fondamentale per aprire a scenari fino a luglio impensabili. Perché se è vero che per un ipotetico investitore la cosa più importante rimane il brand, ed il Milan in questo campo rappresenta una delle prime forze europee, è anche vero che Guardiola forse non vedrebbe di buon occhio un suo approdo in un club depotenziato dal mancato ingresso in Champions League. Forse, perché Guardiola in questi anni ci ha abituati all’impossibile, incarnando meglio di chiunque altro il nothing impossible. Consapevole oppure no, Allegri sarà con ogni probabilità il pittore del futuro rossonero. Qualora il Milan non riesca nella rimonta al terzo posto, il tecnico livornese potrebbe conservare il posto anche per l’ultimo anno di contratto che ancora lo lega alla società di Via Turati. Paradossalmente se riuscisse a raggiungere l’agognato terzo posto, Allegri si scaverebbe la fossa con le sue stesse mani.

  • Borussia Dortmund e Ajax, quando le idee superano i milioni

    Borussia Dortmund e Ajax, quando le idee superano i milioni

    La Champions League è imprevedibile. Quasi sempre arrivano in fondo le squadre che giocano un calcio propositivo e moderno. Quasi sempre, perché l’imprevedibilità permane. L’Europa però consegna alla storia grandi squadre, altrettante storie. Spesso i protagonisti non sono i soldi, ma le idee. E se il Barcellona raggruppava sia il denaro che le idee, in questo momento Borussia Dortmund e Ajax si candidano a maestre di un calcio che non è mai scomparso. Se l’Olanda è il Paese di Cruyff, dove tutto è nato (vedi Michels), era meno prevedibile che la Germania diventasse la patria di un giocattolo spettacolare, tale Borussia Dortmund. Fatalità ha voluto che entrambe fossero inserite nel Girone dei ricchi, con Real e City a fare gli onori della casa.

    JURGEN KLOPP– Dal suo arrivo (estate 2008), il tecnico 45 enne ha stravolto le gerarchie della Bundesliga, insidiandosi nel trono da sempre occupato dal Bayern. Due scudetti consecutivi (2011, 2012) e un successo in Coppa di Germania (2012) devastante proprio contro i bavaresi finalisti di Champions. Nonostante gli avversari abbiano speso nel recente passato una valanga di euro, è stato il Borussia a stravincere il confronto con Ribery e compagni. Il modulo è il 4-2-3-1. Gli interpreti, da centrocampo in su, tanto strepitosi quanto giovani. Fra tutti spicca la classe immensa di Mario Gotze, nuova stella della Nazionale tedesca dove ha la concreta possibilità di giocarsi il posto con il madrileno Ozil. Gotze è arrivato a Dortmund nel 2001, all’età di nove anni. Costo zero. C’è poi il bomber polacco Lewandowski, che in due anni ha segnato in Bundesliga 30 gol (22 la scorsa stagione, terzo miglior marcatore dietro Huntelaar e Gomez). Su di lui ha posato gli occhi la Juve, ma il futuro del polacco sembra essere in Premier (City o United). Adesso la sua valutazione si aggira intorno ai 25 milioni di euro. Nel 2010 arrivò in Germania per meno di cinque. Come non citare poi Marco Reus, il baby fuoriclasse tedesco ex Monchengladbach. Non tutti sanno che Reus fino all’età di 17 anni faceva parte delle giovanili del Dortmund, salvo spiccare il volo altrove. Riacquistato dal Borussia per 17 milioni, Reus nel giro di pochi anni arriverà a costare 40-50 milioni di euro. Su di lui c’è già il Real Madrid di Mourinho. Non dimentichiamo infine la cessione del giapponese Kagawa al Manchester United per 16 milioni di euro, una delle stelle più floride del Borussia fino a qualche mese fa. Sembrerà incredibile, ma Kagawa venne acquistato dal Dortmund nell’estate del 2010 staccando un assegno irrisorio di 350 mila euro al Cerezo Osaka.

    Ajax Amsterdam v Real Madrid - UEFA Champions League
    Frank de Boer, la mente del nuovo Ajax | ©Dean/Getty Images

    FRANK DE BOER – Da sempre espressione del calcio totale, l’Ajax di Frank De Boer è tornato ad essere un club che incute paura e rispetto difronte ai petroldollari dal profumo orientale. I lancieri hanno di fatto estromesso il Manchester City di Mancini, conquistando quattro punti nel doppio scontro diretto con gli inglesi e mettendo una seria ipoteca sulla qualificazione all’Europa League. Nulla però va lasciato al caso e siamo sicuri che i ragazzi terribili di Frank De Boer vogliano stupire anche al Bernabeu. Di sicuro c’è che il gioco espresso dall’Ajax sia uno dei migliori che l’Europa possa vantare. E nessuno dei suoi interpreti supera i 23 anni d’età. Si va da Siem De Jong, capocannoniere della squadra in campionato e “giustiziere” di Mancity, per passare attraverso gli occhi africani di Sana e Serero, fino ad arrivare a Christian Eriksen, uno dei talenti più forti dell’universo Ajax. Senza scordarci di Viktor Fischer, proprio ieri sera all’esordio in Champions League. Classe ’94, anche lui danese come Eriksen, è da più parti considerato il futuro crack del calcio olandese. Per costruire l’orchestra di Amsterdam la dirigenza dei lancieri ha forse speso l’ingaggio annuale che il Psg paga a Ibrahimovic. E stiamo anche esagerando. Quando le idee superano i milioni.

  • Come d’incanto Pato, Milan-Malaga 1-1

    Come d’incanto Pato, Milan-Malaga 1-1

    Termina in parità il match di Champions League Milan-Malaga. A San Siro il risultato finale è 1-1. Al vantaggio iniziale ospite firmato Eliseu al 40′, la squadra di Allegri risponde con Pato a metà ripresa. In classifica i rossoneri si confermano al secondo posto del Girone C con 5 punti. Il Malaga invece, in virtù del punto conquistato, ha ottenuto la qualificazione agli ottavi di finale. Irraggiungibile infatti per Anderlecht (4 punti) e Zenit (3 punti) quando ormai mancano soltanto due partite al termine di questa prima fase. Per il Milan sarà cruciale la trasferta in Belgio del prossimo 21 ottobre. Tre punti rappresenterebbero un passo in avanti decisamente importante, perché poi nell’ultima partita contro lo Zenit sarà sufficiente anche un pareggio per andare agli ottavi. I russi sono invece obbligati a vincere contro il Malaga già qualificato e a San Siro. Impresa che anche per Spalletti suona come una mission impossible.

    AC Milan v Malaga CF - UEFA Champions League
    Per Pato è il quinto gol in Champions. Quattro contro club spagnoli | ©Claudio Villa/Getty Images

    RINASCITA PATO – Non segnava da 11 mesi esatti. L’ultimo gol, sempre in Champions League, contro il Viktoria Plzen in trasferta (2-2). Il brasiliano conferma la sua etichetta di Torero, che lo vuole a segno spesso e volentieri con le squadre spagnole. Quella contro il Malaga è il quinto gol in Coppa Campioni del Papero. Quattro di questi realizzati quando difronte c’erano club iberici. Oltre al colpo di testa sul perfetto cross di Constant che è valso il pareggio finale, Pato ha dato discreti segni di affidabilità dal punto di vista fisico. Un match sicuramente non brillantissimo per il carioca, ma comunque importante per il gol ritrovato.

    FBL-EUR-C1-MILAN-MALAGA
    Manuel Pellegrini ieri sera a San Siro | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    FAVOLA MALAGA – Da esordiente a regina. Pellegrini, il tecnico filosofo, è riuscito a costruire uno dei giocattoli migliori in campo europeo. In estate la squadra del cileno era considerata come la terza forza del girone, con Zenit e Milan un gradino sopra. Pochi mesi dopo la realtà ha visto un Malaga imprendibile. Se qualcuno avesse detto tre mesi fa che Isco e compagni avrebbero avuto la qualificazione in tasca con due giornate d’anticipo (forse) sarebbe stato preso per pazzo. Dopo le prime tre vittorie dell’andata invece la sorpresa iberica si è trasformata in normalità.

    Pagelle Milan-Malaga 1-1 (06-11-2012)
    Abbiati 6: inoperoso per tutto i 90′ minuti a parte quando deve raccogliere il pallone dopo il lampo di Eliseu.
    Abate sv: esce quasi subito per un infortunio muscolare. (De Sciglio 6, discreto l’impatto sulla partita del giovane terzino, si limita al compitino senza difficoltà).
    Mexes 6: titolare inamovibile della difesa rossonera, anche ieri sera il francese vive una serata tranquilla.
    Bonera 6: rientra dopo il turno di squalifica in campionato. Dopo gli addii di Nesta e Thiago, l’ex Parma è sempre più leader lì in mezzo.
    Constant 6,5: aveva destato già grande impressione contro il Chievo, buone sensazioni confermate anche contro il Malaga. Suo il cross per Pato al 73′.
    Montolivo 6,5: leader carismatico del centrocampo. Il vuoto di Pirlo inizia ad essere meno preoccupante.
    De Jong 5: ha sulla coscienza Isco in occasione dell’assist per Eliseu. Il suo errore poteva costare molto caro.
    Emanuelson 5,5: non è brillante come in altre occasioni. Forse paga un po’ di stanchezza. (Robinho sv)
    El Shaarawy 5,5: forse la più brutta prestazione da due mesi a questa parte. Se ne accorge anche Allegri che lo sostituisce a venti minuti dal termine con Boateng (5,5)
    Bojan 7: il migliore in campo ieri sera. Con la sua prestazione maiuscola mette in ombra gli esterni e si guadagna persino i complimenti presidenziali di Silvio Berlusconi.
    Pato 6: guadagna la sufficienza grazie al gol. Rete fondamentale per il Papero, pronto alla resurrezione che tutti i tifosi del Milan attendono da mesi.
    Allegri 6,5: la tempesta è passata. Sta vincendo una delle scommesse più importanti, quella di Constant terzino sinistro. Ha stravinto quella di El Shaarawy. Non ha ascoltato i critici che consideravano Montolivo in mediana come un insulso per il calcio. E adesso è pronto a divertirsi con Bojan e Pato.

    Il video di Milan-Malaga 1-1 [jwplayer config=”60s” mediaid=”159367″]

  • Milan-Malaga, torna Pato dall’inizio

    Milan-Malaga, torna Pato dall’inizio

    Stasera a San Siro va in scena Milan-Malaga, partita cruciale per il Girone C di Champions. Cruciale perché i rossoneri hanno l’occasione di avvicinare gli spagnoli in classifica e mantenere invariato il vantaggio sullo Zenit (impegnato nella trasferta belga). Cruciale perché una vittoria contro la squadra di Pellegrini vorrebbe dire rinascita definitiva. Nonostante Allegri non voglia caricare troppo i suoi in vista del match (“non è decisiva”), il tecnico livornese sa bene il significato dei tre punti di stasera. Fin qui percorso netto degli ospiti, vittoriosi in tutte le sfide dell’andata (Zenit e Milan in casa, Anderlecht in trasferta). Nove punti che offrono una discreta consapevolezza di ottenere il pass per gli ottavi. Isco e compagni però vogliono anche conquistare la certezza del primo posto.

    STRAFARE – Per questo l’obiettivo dichiarato dell’allenatore cileno ex Real è quello di violare il tempio di San Siro, raggiungendo la fatidica quota dei 12 punti con due giornate d’anticipo. Non lasciano spazio a interpretazioni le dichiarazioni bellicose della vigilia (“non mi fa paura il Milan”). Parole che forse avevano un senso due settimane fa, ma adesso paiono quantomeno forzate. Dopo la vittoria alla Rosaleda contro i rossoneri, il Malaga ha subito un brusco stop in Liga, pareggiando prima sul campo dell’Espanyol per poi perdere in casa contro il non irresistibile Rayo sabato scorso. Sconfitta arrivata quasi in contemporanea con il successo brillante del Milan sul Chievo. La squadra spagnola, al suo primo anno in Champions, potrebbe pagare a caro prezzo l’inesperienza in campo europeo, sopratutto arrivando all’appuntamento di San Siro con tre vittorie alle spalle.

    AC Milan's Brazilian forward Pato celebr
    L’ultimo gol di Pato contro una squadra spagnola. Camp Nou, Barcellona | ©LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    ALLEGRI NON CAMBIA – Negli ultimi giorni l’ha ripetuto spesso: “non sono pazzo”. Allegri risponde così ai suoi detrattori, che già gli presentavano il conto dopo il pareggio ottenuto in extremis contro al Barbera e la telefonata di Berlusconi a Galliani. I continui cambi di modulo e di giocatori dovrebbero essere soltanto un ricordo per i tifosi del Milan. Dalla difesa all’attacco, passando per il centrocampo, Allegri ha dunque trovato il famoso cerchio magico che mancava ad inizio stagione. Dal secondo tempo di Palermo fino al match di sabato pomeriggio contro i veneti. Per il match di stasera torna Bonera al centro della difesa insieme a Mexes, con Abate e Constant terzini titolari. A centrocampo dovrebbe essere confermati Ambrosini e Montolivo, forse la migliore che il centrocampo rossonero può offrire. In attacco Allegri pensa all’impiego di Pato dal primo minuto al posto di Pazzini. Alle spalle del brasiliano Bojan, con El Shaarawy ed Emanuelson sulle corsie laterali.

    AGENZIE – I bookmakers vedono il Milan favorito. Il successo interno del Diavolo è quotato 2,10 (Betclic), mentre la vittoria del Malaga è data a oltre 3,50 (Betclic). Interessante la quota del Gol (entrambe le squadre a segno), che viene pagato 1,70 la posta.

    Probabili formazioni Milan-Malaga
    Milan (4-2-3-1): Abbiati, Abate, Mexes, Bonera, Constant, Ambrosini, Montolivo, El Shaarawy, Emanuelson, Bojan, Pato. Allenatore: Allegri.
    Malaga (4-2-3-1): Caballero, Gamez, Demichelis, Welington, Eliseu, Camacho, Toulalan, Portillo, Joaquin, Isco, Saviola. Allenatore: Pellegrini.