Record a rischio. O forse l’ennesima boutade giornalistica che vuole vendere più copie. A tre giorni di distanza dal record di Messi (86 gol nel 2012, superato anche Muller), ecco giungere dal Brasile voci che sembrano mettere in discussione il guinnes dei primati realizzato dalla Pulce argentina. Nella fattispecie a materializzarsi è il fantasma del brasiliano Zico insieme al suo vecchio club, il Flamengo. Si parla di una storia vecchia di 33 anni, allorché il fuoriclasse verdeoro avrebbe realizzato nell’anno solare ’79 la bellezza di 89 gol, ovvero uno in più degli attuali 88 del marziano blaugrana. Sarà vero? Nel frattempo il club carioca ha inviato la propria documentazione alla Fifa, sebbene appaia difficile come il massimo organismo del calcio mondiale non ne sia a conoscenza.
ARIA FRITTA– Da parte della Fifa, questo è certo, i numeri vantati dal Flamengo e indirettamente da Zico rappresentano la banale aria fritta. Per Blatter e company le uniche classifiche che fanno fede sono quelle ufficiali. Spazio per l’ufficiosità o credenze popolari non esiste. E per questo motivo qualunque ricorso verrà presentato difficilmente potrà essere preso in esame, ma sarà cestinato celermente.
ANCHE L’AFRICA – Non solo Zico, anche l’Africa candida il suo Messi nero. Si chiama Godfrey Chitalu, classe ’47, morto nel ’93 in seguito ad un incidente aereo quando era il ct del Zambia, il suo Paese. Di gol lui ne realizzò addirittura 107, nell’anno solare 1972, lo stesso nel quale Muller fece registrare il suo record. Anche la federazione dello Zambia presenterà le proprie carte di fronte la Caf e Fifa.
RIFLESSI – A parte il fatto che entrambi i calciatori non figurino in nessuna classifica ufficiale redatta dalla Fifa, quello che più suona strano in tutta la vicenda è il ritardo con cui il Flamengo e lo Zambia abbiano presentato le proprie lamentele al massimo organismo del calcio mondiale.
CHE STRANO – Infatti Gerd Muller non ha mica realizzato il suo record due settimane fa, ma si parla di una storia vecchia appunto 40 anni, come sottolineato in precedenza parlando di Chitalu. Perché dunque lamentarsi proprio oggi e non già allora, quando Muller era celebrato da tutta Europa?
Sarà che Antonio Conte è stato lontano un paio di mesi dalle conferenze stampa e quindi diciamo che foggia ancora una dialettica piuttosto oscura, sarà che il giornalista Mediaset Angiolo Radicenon aveva in studio un audio ottimale, sarà che vogliamo trovare delle scuse quando invece scuse non ci sono. E così l’arrampicarsi sui vetri diventa un mestiere quantomeno inutile, proprio adesso che Angiolo ci ha regalato la sua ennesima perla di stile, sulla quale non è nostra intenzione infierire ulteriormente, anche perché il fatto va preso per quello che è, ovvero una sfortunata serie di coincidenze che ha condotto il giornalista Mediaset alla classica gaffe. Prima coincidenza una conferenza stampa, quella di Antonio Conte alla vigilia del match di Coppa Italia contro il Cagliari. La seconda coincidenza è che Conte sia appena tornato ad allenare, e quindi a parlare e raccontare a modo suo il pre e post partita.
COINCIDENZE – La terza coincidenza, ahimè, è la presenza in studio di Angiolo Radice. La quarta coincidenza vuole che il notiziario vada in rigorosa diretta, e il bello della diretta è che se sbagli sei davvero fregato. La quinta coincidenza è che il tecnico audio-video-grafico anticipi di un fotogramma il rientro in studio, cogliendo il giornalista Mediaset nel mezzo del cammin di nostra vita. La sesta coincidenza, purtroppo per Angiolo Radice, è che il linguaggio utilizzato non è propriamente quello della Divina Commedia, ma vira decisamente sul registro più colloquiale dell’amico di Certaldo. Dulcis in fundo, la settima coincidenza, perché di coincidenza si tratta, è che siamo nel 2012, e che quindi il mondo si è evoluto, con i suoi pregi e i suoi difetti. Tra i primi citiamo Youtube, che quando vuole sa davvero ingigantire la magra figura in qualcosa di più che una semplice canzonetta.
Video della gaffe del giornalista Mediaset
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E’ il Chelsea la seconda finalista del Mondiale per Club. Gli inglesi hanno battuto in semifinale i messicani del Monterrey, andando a conquistare il traguardo minimo della spedizione giapponese. Sarà quindi Corinthians-Chelsea la finale 2012 dell’ex Intercontinentale. Si avvera il sogno per Rafa Benitez, che ha la possibilità di mettere in bacheca il secondo Fifa World Club della sua carriera, dopo quello ottenuto nel 2010 sulla panchina dell’Inter. A decidere l’incontro di quest’oggi sono stati gli spagnoli Mata e Torres. L’ex Liverpool ha confermato di attraversare un buon momento di forma, segnando il quinto gol da quando Benitez è sulla panchina del Chelsea. Dato che stupisce se consideriamo i precedenti record di Torres, 9 reti lo scorso anno e quattro nel primo.
SBLOCCA MATA – L’imbarazzante dominio iniziale del Chelsea viene premiato al 17 minuto con il gol dell’iberico Mata, bravo a finalizzare una bellissima azione orchestrata dai Blues con la mente Oscar e il braccio Cole.
SEGNALI DI VITA– Il Monterrey ha una reazione di orgoglio, che comunque risulta inefficace contro l’organizzazione messa in mostra dalla squadra di Benitez. La vitalità messicana ha il merito però di mantenere ancora aperta una partita che altrimenti sarebbe già stata etichettata con il classico game over.
L’ESPERIENZA – Delgado e compagni riescono in ogni caso a farsi beffare dal Chelsea ad inizio ripresa, quando i Blues approfittano della scarsa capacità degli avversari di essere da subito “sul pezzo” per chiudere il match nel giro di tre minuti.
SPAGNA SHOW – In un amen il Chelsea raggiunge il 3-0, frutto delle reti di Torres (6 gol in Premier, 3 in Champions, 1 in Coppa, 1 nel Mondiale per Club) e dell’autogol del difensore Chavez sul cross di Mata per l’accorrente Oscar. Quando manca ancora tutto il secondo tempo, gli inglesi possono già festeggiare l’accesso alla finalissima di domenica.
PER L’ONORE – Nel finale di match arriva il gol della bandiera di Aldo De Nigris, che sancisce il definitivo 3-1 dell’incontro. L’onore dei messicani è salvo, per loro ancora l’opportunità di conquistare il terzo posto nella finalina di domenica mattina contro gli egiziani dell’Al Ahly.
Il video di Monterrey-Chelsea 1-3, semifinale Mondiale per Club 2012 [jwplayer config=”120s” mediaid=”163846″]
Dicembre 2012, è tempo di bilanci. Quante cose sono successe in questi dodici mesi, e quante ancora ne dovranno accadere da qui al 31. Approfittando del fatto di essere ancora in onda, checché nei dicano i maya, riviviamo insieme l’anno appena trascorso con Google Zeitgeist 2012. Le persone, curiosità, tendenze, che più hanno destato l’interesse degli internauti, di coloro i quali accendono il proprio computer non solo per visitare ancora il solito sesso. D’altronde siamo Il Pallonaro, e non raccontiamo solo canzonette. Dalla morte di Piermario Morosini all’epico momento di Felix Baumgartner, passando attraverso i Giochi Olimpici di Londra. Ma il 2012 è stato anche l’anno di Antonio Cassano e del match che a San Siro ha visto il Milan sfidare il Barcellona. E l’Atalanta?
TUTTO L’UNIVERSO OBBEDISCE A BAUMGARTNER– Dal 14 ottobre il mondo non è più lo stesso. Gettandosi da 39 mila metri d’altezza, Felix ha lanciato un messaggio di onnipotenza umana, trasmettendo ai posteri quella che sarà vissuta come una delle più grandi imprese dell’uomo. La popolarità del 43 enne austriaco è stata tale da trascinare il suo nome al quinto posto nella speciale classifica delle persone più ricercate in Italia nel 2012.
IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE– Credenti o no, profeti o meno, la sensazione è quella che il meglio debba ancora venire, comunque. Per tutti, nessuno escluso, tanto più per Piermario Morosini, il calciatore del Livorno tragicamente scomparso quel pomeriggio del 14 aprile 2012. Il numero 25 resterà per tanti altri anni ancora nel cuore e nella memoria di tutti i pallonari.
I BELIEVE I CAN FLY– Chi più chi meno si è aggrappato ad uno dei cinque cerchi delle Olimpiadi. Londra è stato il teatro perfetto dei vecchi e nuovi protagonisti della scena mondiale. Se Michael Phelps (secondo atleta più ricercato al mondo, dietro solo al cestista Jeremy Lin) e Usain Bolt hanno confermato il loro dna extra-terrestre, altri come la nuotatrice cinese Ye Shiwen si sono eretti a star del 2012. Dopotutto una ragazza con quel cognome non poteva non fallire l’appuntamento più caro alle divinità.
GLI OMINI SESSUALI– Antonio Cassano ne ha combinato un’altra delle sue. Il suo “spero di no, sono problemi loro” alla domanda di un giornalista se ci fossero omosessuali nella Nazionale italiana di calcio ha fatto il giro del mondo, armando il popolo del web di tastiera e mouse per conoscere il significato della parola Metrosexual (così li ha definiti Cecchi Paone), terza chiave di ricerca più utilizzata nel 2012.
ILS SONT LES MEILLEURS – Qual è stata la partita che ha avuto più clamore mediatico in Italia nel 2012? Milan-Barcellona, non poteva essere altrimenti. Il biglietto per quella partita è stato il più ricercato dagli internauti sul web. A sorpresa, alle spalle dei “meilleurs” si è piazzato il biglietto per Juventus-Atalanta. Chi non è un tifoso della Juventus fatica a capire i motivi che hanno spinto il popolo del web a cercare proprio quel biglietto. Vi diamo un aiutino: quando Del Piero ha dato il suo addio alla Vecchia Signora? Esattamente.
La Copa Sudamericana 2012 va al San Paolo, come da pronostico. Ma nel ritorno della finalissima contro gli argentini del Tigre succede di tutto. Riviviamo insieme quella che resterà per tanti anni una notte in tutti i sensi “indimenticabile”, sia per i tifosi del Morumbi che quelli del Tigre. Dalla rete del vantaggio di Lucas Moura a metà primo tempo, alla sua ultima partita con il San Paolo prima di preparare le valigie e partire per Parigi, il raddoppio di Osvaldo pochi minuti più tardi, fino all’incredibile epilogo della sospensione prima e definitiva vittoria poi decretata dal direttore di gara e successivamente dal Conmbeol, con il Tigre che si è rifiutato di tornare in campo per disputare la ripresa ed il San Paolo in campo a festeggiare la conquista del trofeo.
MA IL CAMPO? – Prima del fischio di inizio la prima vergogna, ovvero il terreno di gioco. I tifosi sugli spalti e gli spettatori a casa saranno rimasti sconcertati dal campo in pessime condizioni di gioco. La colpa? Di Madonna, e del suo concerto tenutosi il 5 dicembre scorso allo stadio del San Paolo. Certo che però hanno avuto sette giorni di tempo quelli del San Paolo per sistemare il tutto.
INIZIA LA PARTITA– Pronti-via e sono subito i padroni di casa a prendere in mano il pallino del gioco, con gli ospiti che confermano il loro atteggiamento rinunciatario volto a cercare un insperato successo alla lotteria dei calci di rigore, dopo che all’andata in Argentina riuscirono ad impattare il match sullo 0-0.
UNO-DUE MICIDIALE – Stavolta però al Morumbi è un’altra storia. Lucas Moura sigla la rete del vantaggio al 23′ minuto, finalizzando una bella azione in contropiede della squadra allenata da Ney Franco. Dopo quattro minuti il San Paolo trova il raddoppio con il numero 17 Osvaldo, che smarcato da un delizioso assist dello stesso Lucas conclude a rete con un pallonetto da manuale. Notte fonda per il Tigre.
GLI ANIMI SI ACCENDONO – Tutto finito? Macché. Nel finale del primo tempo il clima si surriscalda e Paulo Miranda viene espulso dall’arbitro per aver colpito il difensore del Tigre Lucas Orban. La tensione sale alle stelle e, come succede spesso in questi casi nel continente sudamericano, arriva anche l’intervento della polizia, che anziché sedare gli animi li fomenta.
CAOS E PISTOLE – Da qui in poi la situazione diventa pesante, con la polizia di San Paolo che addirittura punta le pistole contro alcuni giocatori del Tigre, come raccontato da quest’ultimi nel lunghissimo post-gara. Ma non ci sono soltanto le pistole. Dentro gli spogliatoi, sempre secondo la versione del Tigre, si verifica una vera e propria aggressione contro giocatori e staff tecnico, con la comparsa improvvisa di venti uomini armati di bastoni e cinghie.
LE IMMAGINI – Ci sono immagini comunque che testimoniano quanto raccontato dai calciatori del Tigre. Forse quella più emblematica vede l’assistente di Gorosito con un visibile taglio in viso, ed il sangue sulla porta dello spogliatoio argentino.
IL GRIDO – Già prima che l’arbitro decretasse la vittoria del San Paolo, il tecnico del Tigre Gorosito aveva ribadito la scelta di non scendere in campo nella ripresa in seguito all’aggressione subita poco prima negli spogliatoi.
CONMEBOL – La federazione ha così confermato quanto stabilito dalle regole, ovvero la fine della partita e la conseguente vittoria del San Paolo.
LA FESTA – Il Morumbi non aspettava altro. Certo che la festa del San Paolo conoscendo quanto accaduto poco prima ha davvero pochi precedenti nella storia del calcio. Mentre infatti negli spogliatoi il Tigre faceva vedere al mondo i segni dell’aggressione subita, Ganso e compagni sfilavano con la Copa Sudamericana in mano.
LE REAZIONI – Le prime reazioni vengono raccolte sul social network di Twitter. Da una parte c’è il Tigre, che definisce una vergogna tutto ciò che sta accadendo al Morumbi. Dall’altra invece c’è la versione brasiliana, nello specifico di Ronaldo, che addirittura chiede l’espulsione del Tigre dalle Coppe per 10 anni.
E VOI COSA NE PENSATE? – Vi posto ora i video inerenti al match di questa notte, attraverso i quali potrete farvi un’idea più precisa di quanto successo. Se avrete poi voglia di commentare le immagini che vedrete vi aspettiamo sulla nostra Fan Page oppure su Twitter (@ilpallonaro).
Video San Paolo-Tigre 2-0, i gol della serata [jwplayer config=”120s” mediaid=”163798″]
Video San Paolo-Tigre 2-0, la rissa nel finale del primo tempo [jwplayer mediaid=”163806″]
Video San Paolo-Tigre 2-0, Gorosito annuncia che il Tigre non tornerà in campo [jwplayer config=”180s” mediaid=”163804″]
Video San Paolo-Tigre 2-0, le immagini dallo spogliatoio del Tigre [jwplayer config=”30s” mediaid=”163807″]
Video San Paolo-Tigre 2-0, le testimonianze dallo spogliatoio del Tigre [jwplayer config=”240s” mediaid=”163808″]
Andrea Abodi sogna la presidenza della Lega A. Il numero uno della Serie B ha confermato le sue dimissioni dall’attuale carica, dimissioni che diventeranno effettive venerdì 14 dicembre, quando si svolgerà la riunione del Consiglio Federale. Tra le motivazioni offerte dall’ormai ex presidente quelle delle elezioni delle cariche elettive di Lega che si svolgeranno il prossimo 20 dicembre a Roma. Ad oggi Abodi risulta il favorito per raccogliere l’eredità del presidente Beretta, quest’ultimo dimissionario dal febbraio scorso ma che ancora resiste saldamente sulla poltrone della Lega di Serie A. Andrea Abodi, ex consigliere di amministrazione del Coni dal 2002 al 2008, potrebbe dare quell’impulso e quella ventata di aria nuova di cui necessita il calcio italiano.
DA BWIN AL DIGITALE – Nei due anni “trascorsi” nel campionato cadetto, Abodi ha tracciato la strada verso un futuro più sostenibile. Tra le iniziative più importanti segnaliamo la partnership con il colosso Bwin e il lancio di un nuovo canale digitale dedicato alle partite della Serie B.
…FUTURA B – Ma Andrea Abodi è stato anche il presidente che ha promosso Futura B, ovvero una piattaforma di sviluppo attraverso la quale tutte le società di Serie B potranno realizzare importanti modifiche alle proprie infrastrutture, rendendo gli stadi più moderni ed efficienti.
RIFORMA SERIE B – Infine associato al nome di Andrea Abodi troviamo anche la riforma della Serie B che prenderà ufficialmente il via dal 2015, con il numero di squadre che tornerà ad essere quello canonico di 20 squadre rispetto alle ventidue attuali.
CHI SPINGE – La candidatura di Abodi alla presidenza di Lega A risulta tra le più interessanti dal momento che molte società della massima serie sono intenzionate a sostenere la sua candidatura, come Juve Inter e Napoli.
CHI REMA CONTRO – Va segnalato comunque anche il parere negativo del Milan, che invece sembra orientato verso il nome di Ezio Maria Simonelli, attuale presidente del Collegio dei revisori.
Il Corinthians è in finale del Mondiale per Club. Battuto l’Al Ahly per 1-0 grazie al gol di Paolo Guerrero alla mezzora del primo tempo. I brasiliani adesso attendono la seconda semifinale in programma domani tra il Chelsea e i messicani del Monterrey per conoscere l’avversaria nella finalissima. Va comunque detto che il Timao accede all’atto conclusivo del torneo dopo novanta minuti di noia, nei quali la squadra di Tite ha deluso e non poco le attese intorno a lei prima della vigilia. Ci si aspettava infatti qualcosa di più che uno sterile possesso palla nel primo tempo e il non gioco della ripresa, da quella che è a tutti gli effetti ancora oggi la squadra più forte del Sudamerica, dopo il successo nell’ultima Copa Libertadores. Non sa far di meglio lo “squadrone” ?
FRENO A MANO– I primi 45 minuti sono stati caratterizzati dal freno a mano tirato per entrambe le squadre in campo. Se dall’Al Ahly ce lo si poteva anche aspettare, vista la tradizione comunque di palleggiatori di cui gode l’Africa del Nord, almeno dal Corinthians si aveva la speranza di un gioco più frizzante e ballerino. Niente di tutto questo però si è visto al Toyota Stadium.
LA SBLOCCA LUI – Serviva un’invenzione, il Deus ex machina che fosse in grado di sbloccare un match fin lì ricco di sbadigli. Il Corinthians ha la fortuna di avere in squadra lui, Paolo Guerrero, el Loco, che alla mezzora esatta di gioco insacca di testa un cross di Douglas dalla sinistra sugli sviluppi di un calcio d’angolo in favore del Timao. E’ la rete che sblocca l’incontro, è la rete che decide la partita.
IL TIMAO SI SIEDE – Lo “squadrone” del Brasile ha la colpa di sedersi ad inizio ripresa, colpa che diventa macchia indelebile quando il Corinthians non accenna più a superare la metà campo avversaria, lasciando di fatto il pallino del gioco in mano agli avversari. Ma l’errore se vogliamo maggiore lo commette proprio l’Al Ahly, che non riesce ad approfittare della situazione improvvisamente favorevole.
EFFETTO ABOUTRIKA – Colui che era stato l’eroe dei quarti di finale, Aboutrika, non riesce a capitalizzare la mole di gioco espressa nei secondi 45′ minuti dall’Al Alhy. L’ultimo capitano dell’Egitto olimpico a Londra 2012 ha comunque reso il match contro il Corinthians molto più aperto rispetto a quanto profetizzato alla vigilia, con il risultato in bilico fino al triplice fischio finale.
LAMPI DI PAULINHO – Che bravo Paulinho. L’oggetto del desiderio di Inter e Manchester City si è acceso soltanto a sprazzi, ma sufficienti per certificare anche stavolta la classe del calciatore brasiliano. I suoi inserimenti a fari spenti hanno messo in crisi spesso e volentieri la retroguardia avversaria nel corso del primo tempo e nella ripresa è stato proprio un suo tiro ad interrompere il predominio egiziano. Rivedremo Paulinho domenica mattina, quando di fronte con ogni probabilità troverà il Chelsea.
APPUNTAMENTI – La squadra di Rafa Benitez è attesa domani dall’impegno contro i messicani del Monterrey, che nel turno precedente avevano sconfitto i coreani del Ulsan. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 11.30 italiane. All’ora di pranzo quindi sapremo se il Mondiale per club vivrà il suo esito più scontato, ovvero la finale tra i brasiliani del Corinthians e i campioni d’Europa del Chelsea.
Il video di Corinthians-Al Ahly 1-0 [jwplayer config=”60s” mediaid=”163755″]
Ennesima operazione di calciomercato incomprensibile da parte del Genoa, che cede la comproprietà di Merkel e Alhassan all’Udinese per garantirsi Floro Flores. Una decisione che farà sicuramente discutere e aprirà i processi sportivi contro il presidente del Grifone Enrico Preziosi e il nuovo direttore sportivo rossoblu Rino Foschi. Oltre al 50% dei due calciatori, il Genoa ha dovuto versare nelle casse friulane altri tre milioni di euro. La notizia è stata riportata questa mattina dal noto giornalista esperto di calciomercato Carlo Laudisa, che tramite il profilo personale di Twitter ha rivelato la trattativa tra i due club. Va aggiunto inoltre che Floro Flores non è l’unico rinforzo per la squadra allenata da Gigi Delneri. Da questa mattina infatti c’è un nuovo calciatore che si allena con i rossoblu.
DI CHI STIAMO PARLANDO?– Di lui, Matuzalem. Il brasiliano della Lazio infatti inizierà a conoscere l’ambiente genoano a partire dalla giornata di oggi, dopo che è stato raggiunto ufficialmente l’accordo tra i presidenti Preziosi e Lotito.
IL REGISTA CHE MANCAVA – Matuzalem è quel regista di qualità tanto desiderato da Delneri quanto necessario per la squadra rossoblu, che in questi mesi ha evidenziato palesi difficoltà nel proporre il suo gioco.
PERCHE’ PROPRIO MERKEL? – In ogni caso rimane incomprensibile la scelta di “perdere” Merkel, che in questi primi anni di Serie A aveva dimostrato di possedere i numeri giusti per fare bene in un campionato difficile come quello italiano. A sorridere è l’Udinese, che con Merkel può iniziare a ricostruire il proprio centrocampo dopo le partenze di Asamoah e Isla.
CALCIOMERCATO GENOA – In queste ultime ore si parla anche di una possibile trattativa con il Napoli che vedrebbe Frey trasferirsi in azzurro in cambio di Rosati e la comproprietà di Vargas. Operazione mal digerita però dal presidente del Napoli De Laurentiis, che preferirebbe invece il giovane Perin e l’attaccante Ciro Immobile.
Il calcio non è tutto. Episodio eclatante quello di ieri, che ha visto come protagonista il difensore dell’Atalanta Gugliemo Stendardo. L’ex calciatore della Lazio, nonostante sia stato convocato regolarmente da Stefano Colantuono per il match di Coppa Italia contro la Roma, ha deciso di disertare l’appuntamento per presentarsi all’esame di Stato per la professione di avvocato in corso di svolgimento a Salerno, dove è prevista una tre giorni di prove scritte. Un caso che farà sicuramente discutere quello di Stendardo. Il giocatore con la sua scelta alquanto inusuale ha forse tracciato una strada diversa, per certi versi nuova, sulla quale molti altri calciatori potrebbero effettivamente trovare spazio per quella che è a tutti gli effetti una seconda vita.
UNA MAGLIA DA TITOLARE– Guglielmo Stendardo sarebbe dovuto partire da titolare nella sfida contro la Roma, al posto dell’argentino Matheu, lo stesso che ha ricevuto la gomitata da Osvaldo nel corso del secondo tempo della partita. Invece, mentre i suoi compagni di squadra si dirigevano verso la capitale, Stendardo era già a Salerno pronto per l’esame di Stato.
RABBIA COLANTUONO – Il tecnico dell’Atalanta al termine del match dell’Olimpico ha ribadito la propria amarezza di fronte al caso Stendardo, sottolineando come calciatori e tecnico debbano rispettare il contratto sottoscritto con la società ed essere quindi a disposizione della stessa.
TEMPISTICA – Colantuono ha inoltre criticato la tempistica con cui Stendardo ha scelto di abbandonare la squadra. Non solo infatti il difensore salterà la Roma, ma è sicura la sua assenza anche per la gara di campionato contro la Juventus domenica prossima.
PERCHE’ NON FRA UN ANNO? – Sempre l’allenatore degli orobici si è chiesto il motivo di tanta fretta mostrato da Stendardo, che all’età di 31 anni ha davanti a sé verosimilmente altri 2-3 anni di attività professionistica come calciatore, sottolineando come l’esame di Stato per diventare avvocati si tiene ogni anno.
MULTA – Inevitabile quindi la multa ai danni di Guglielmo Stendardo, che gli verrà comminata al suo rientro a Bergamo. Oltre alla multa il calciatore potrebbe anche saltare la prossima partita di campionato per scelta esclusivamente disciplinare imposta dall’alto. A questo punto Stendardo si augura almeno di superare l’esame, per evitare la proverbiale beffa.
All’Olimpico c’è solo una squadra in campo, la Roma di Zdenek Zeman. I giallorossi superano l’Atalanta3-0 e accedono così ai quarti di finale della Coppa Italia dove incontreranno la vincente della sfida di mercoledì prossimo tra Fiorentina e Udinese. Partita già finita alla fine del primo tempo, quando il tabellone dello stadio indicava ai tifosi orobici il 2-0 degli avversari, frutto delle reti di Miralem Pjanic al ventesimo minuto e di Osvaldo alla mezzora. Ad inizio ripresa i padroni di casa hanno chiuso l’incontro siglando il definitivo 3-0 al sesto minuto, stavolta con Mattia Destro, imbeccato ottimamente da un Pjanic in grande spolvero. Per la Roma è la quinta vittoria consecutiva dopo le quattro affermazioni di fila in campionato. Esce invece senza troppi rimpianti l’Atalanta, mai in partita ieri.
GIORNATA NO– Il compito dei giallorossi ieri sera è stato agevolato anche dalla prestazione decisamente negativa del portiere ospite Consigli, di recente accostato al Milan e altre squadre di valore. L’estremo difensore nerazzurro regala prima il vantaggio a Pjanic per poi ripetersi dieci minuti più tardi con Osvaldo. Concedere due reti alla squadra di Zeman è un peccato mortale, a maggior ragione quando i tuoi compagni non attraversano una giornata positiva.
L’EPISODIO – Non tutto però è andato per il verso giusto in casa Roma. Ad inizio ripresa infatti Osvaldo si è reso protagonista di un gesto inconsulto ai danni del difensore Matheu, consegnandosi così all’arbitro per una sacrosanta espulsione. Le telecamere hanno immediatamente raccolto l’umore di Zeman, e quest’ultimo non era senz’altro dei giorni migliori.
GIOVANI TALENTI CRESCONO – Roma-Atalanta è stata anche l’occasione di apprezzare la personalità e le indiscusse doti di un difensore talentuoso come Alessio Romagnoli, classe ’95, al suo debutto da titolare in questa stagione. Niente di strano che fra qualche mese Zeman decida di fare affidamento sulla coppia Marquinhos-Romagnoli, che insieme raggiungono a malapena i 35 anni d’età. Oltre al difensore 17 enne, il tecnico boemo ha concesso fiducia anche a Nicolas Lopez, partito titolare largo a destra nel tridente composto da Destro e Osvaldo. L’uruguaiano avrà tempo e modo di crescere ancora.
RITORNO AL FUTURO – Adesso che i quarti di finale sono realtà consolidata, la Roma aspetta di conoscere la propria avversaria. E se fosse di nuovo la Fiorentina di Vincenzo Montella? I tifosi di tutta Italia e gli amanti del bel calcio se lo augurano, dal momento che in campionato la partita tra le due squadre è stata forse la più bella di tutta la stagione.
Le pagelle di Roma-Atalanta Romagnoli 6,5: rientrato da un infortunio che l’ha costretto a saltare buona parte dell’inizio di stagione, Alessio Romagnoli conferma di avere i numeri giusti per dire la sua in un futuro neanche troppo lontano. Pjanic 7,5: prosegue l’ottimo momento del giocatore giallorosso, ieri sera in mezzo al campo insieme a De Rossi e Bradley. Un gol e un assist che fanno di lui uno dei protagonisti assoluti del match. Osvaldo 4: fin quando si limita a giocare a calcio è tra i più forti in Italia. Quando invece alza le mani o i gomiti diventa un problema anche per uno flemmatico come Zeman. Consigli 4: disastroso sia sul primo che sul secondo gol della Roma. La partita di ieri sommata a qualche altra prestazione comunque non impressionante potrebbero precludergli definitivamente le porte di un grande club. Moralez 5: voi l’avete visto? Noi sinceramente no. E qualcosa vorrà pur dire, dal momento che Roma non è una città famosa per la nebbia.