Autore: Federico Pisanu

  • NBA: Chicago bestiale contro Atlanta, Miami perde ancora

    NBA: Chicago bestiale contro Atlanta, Miami perde ancora

    Otto le partite giocate nella notte. Vincono, facendo rumore, i Bulls del nostro Marco Belinelli, che allo United Center di Chicago devastano quel che è rimasto di Atlanta. Nessuna difficoltà anche per i Clippers contro Memphis. Continua a vincere Boston con la 26^ tripla doppia in carriera di Rajon Rondo, mentre Miami paga dazio a Utah, la cui panchina riesce a fare miracoli anche dopo le feste. Nel frattempo KD e Russ si prendono gioco dei Suns in Arizona, giocando un secondo tempo da fantascienza, dove in confronto Space Jam può sembrare una partita reale. La copertina della serata però spetta a Dion Waiters, il rookie di Sacramento capace di fare qualcosa di abbastanza compromettente per la sua futura carriera, in senso positivo si intende.

    BULLS – HAWKS 97-58: Più che un punteggio da Nba sembra una comunissima partita europea che vede le classiche matricole sfidare qualcosa più grande di loro. In realtà allo United Center a scendere in campo sono gli Hawks, che non possono essere etichettati come l’ultima squadra arrivata, con un record di 21-16 a testimoniarlo. E’ anche vero però che Atlanta nell’ultimo periodo sta faticando, e non poco, avendo perso sei delle ultime sette partite disputate. Caso vuole che la partita di stanotte passerà alla storia. Mai infatti era successo che una squadra della lega rientrasse dagli spogliatoi con 20 punti nel primo tempo, e mai era successo che concludesse la partita con soli 58 punti a referto. Orlando (59) e Knicks (22) possono così tirare un sospiro di sollievo e cedere il trono meno agognato ad Atlanta. Coach Larry Drew a fine partita ha ammesso: “Questo è davvero, davvero imbarazzante. Da quello che eravamo prima a quello che siamo diventati adesso, abbiamo perso qualsiasi cosa che faccia dire di essere una squadra. E perché sia successo questo io non riesco davvero a dirlo”.  Tra i padroni di casa ancora una volta il migliore è Carlos Boozer con la sua immancabile doppia doppia (20 punti e 13 rimbalzi), a cui si aggiungono anche i 18 punti di Luol Deng e i 16 rimbalzi di Joakim Noah. Il nostro Marco Belinelli ha giocato complessivamente 23 minuti, segnando 6 punti con 2/5 da due e il 100% dai liberi. Con questo successo Chicago scavalca proprio Atlanta al quinto posto nella Eastern Conference con un record di 21-15, avendo ormai nel mirino il terzo posto di Indiana (23-15) e la quarta piazza dei Nets (22-15).
    Chicago Bulls: Carlos Boozer 20, Luol Deng 18, Joakim Noah 9, Marco Belinelli 6 (2/5, 0/1)
    Atlanta Hawks: Mike Scott 10, Josh Smith 9, Kyle Korver 9

    Miami cade ancora | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    Miami cade ancora | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    JAZZ – HEAT 104-97: Ma ndo vai se la panchina non ce l’hai…No, non l’ha cantata LeBron a fine partita, aveva altro a cui pensare il nostro Mufasa. Però in un certo senso il refrain è quello in casa Miami. Se in Florida vogliono dare seguito all’anello vinto lo scorso anno non possono e non devono sottovalutare un piccolo ma fondamentale dettaglio, la cara e tanto amata bench. Nessuna squadra al mondo infatti può pensare di continuare a vincere se dalla panchina arrivano 26 punti quando invece gli avversari nella stessa partita ne guadagnano 47. Ed è così quasi inevitabile che non bastino i 32 punti del Prescelto. Anzi, diventa un errore bestiale credere che lasciarlo in campo 44 minuti possa risolvere qualsiasi problema. Sbaglio su cui coach Spoelstra deve iniziare a riflettere, e trovarne rimedio prima dei play-off, perché un LeBron versione gara 6 contro Boston non capita nè tutti i giorni nè in tutte le finali di Conference. Così James a fine partita: “Avevamo poco energia. Non puoi giocare con poca energia contro una squadra come Utah, per di più sul loro parquet con questa folla incredibile”. Protagonista assoluto nella vittoria dei Jazz Al Jefferson, top scorer con 23 punti.
    Utah Jazz: Al Jefferson 23, Gordon Hayward 22, Paul Millsap 17
    Miami Heat: LeBron James 32, Chris Bosh 16, Rashard Lewis 13

    LE ALTRE PARTITE: Ha qualcosa di fantascientifico quanto successo allo US Airways Center di Phoenix, dove i Thunder hanno schiacciato i padroni di casa 90-102, con Kevin Durant (41) e Russel Westbrook (36) che hanno segnato 47 punti sui 51 totali del secondo tempo per i Thunder. Ormai le parole sono finite lo scorso anno per questi due autentici fenomeni. Vince anche Boston, alla sua sesta vittoria consecutiva, grazie alla tripla doppia di un ispirato Rajon Rondo (17 punti, 12 assist, 10 rimbalzi). Piccoli segnali di ripresa anche a Dallas, dove i Mavericks battono Minnesota 113-98 (top scorer Darren Collison con 23 punti), facendo registrare la terza vittoria consecutiva, la migliore striscia positiva di questa stagione. I Wizards battono al Verizon Center i Magic 120-91, con Bradley Beal premiato poco prima dell’inizia della gara con il premio di rookie del mese. A proposito di rookie, a Sacramento si stropicciano gli occhi i tifosi dei Kings dopo la sovrumana prestazione di Dion Waiters, che dalla panchina mette a referto 33 punti trascinando i padroni di casa al successo contro i Cavaliers (124-118). Ed infine i Clippers regolano a domicilio Memphis 73-99 con i 16 punti di Matt Barnes, nonostante l’assenza per infortunio di Chris Paul.

    NBA RISULTATI 14-01-2013

    WIZARDS – MAGIC 120-91
    CELTICS – BOBCATS 100-89
    BULLS – HAWKS 97-58
    GRIZZLIES – CLIPPERS 73-99
    MAVERICKS – TIMBERWOLVES 113-98
    JAZZ – HEAT 104-97
    SUNS – THUNDER 90-102
    KINGS – CAVALIERS 124-118

  • NBA: Denver invincibile, Gallinari 21 punti

    NBA: Denver invincibile, Gallinari 21 punti

    Sette le partite giocate nella notte Nba. Denver fa cinquina contro Golden State, trascinata dal Gallo e dal ritorno di Wilson Chandler. Rientro da star anche per Dwight Howard, con i Lakers che interrompono la striscia negativa di sei sconfitte consecutive battendo allo Staples Center Clevaland. Vincono anche San Antonio, Nets, Knicks e Thunder. NUGGETS – WARRIORS 116-105: Quinta vittoria consecutiva per Denver, che al Pepsi Center ritocca il record casalingo portandolo ad un confortante 14-2, grazie ad un quarto periodo da urlo (37-18), dopo che i primi tre quarti della gara si erano conclusi sul 79-87 per gli ospiti. Ancora una volta il nostro Danilo Gallinari è il miglior realizzatore dei Nuggets con 21 punti (nove nel decisivo quarto quarto), a cui aggiunge anche 8 rimbalzi e 6 assist. Alle spalle del Gallo si piazza Ty Lawson con i suoi 20 punti. Doppia doppia invece soltanto sfiorata per The Manimal, che chiude con 9 rimbalzi e 10 rimbalzi. Ma la copertina della serata è tutta per Wilson Chandler, al suo rientro dall’infortunio dopo due mesi. La guardia tiratrice di Denver parte dalla panchina e in soli 21 minuti di gioco mette a referto 14 punti, 6 rimbalzi e tre palle recuperate, risultando il migliore delle riserve. Un’autentica standing ovation ha salutato il suo rientro in campo, ai fini del risultato fondamentale perché sono due sue palle recuperate ad inizio quarto periodo a spaccare letteralmente il match e a dare il via alla rimonta dei padroni di casa. Ed è proprio la forza del gruppo che colpisce di più nella squadra di Denver, la quale potrà contare d’ora in avanti anche su un Wilson Chandler in più. Riguardo quest’ultimo aspetto si è soffermato a fine partita uno dei leader della squadra, Kenneth Faried: “E’ confortante sapere che quando arriveranno i play-off noi avremo profondità nella nostra panchina e ragazzi pronti ad aiutarci, specialmente quando qualcuno avrà una serata storta. Infatti noi non dipendiamo soltanto da uno o due giocatori, ma abbiamo tre, quattro, cinque ragazzi che possono entrare dalla panchina e segnare, o difendere, e fare quelle piccole cose che ci aiutano a vincere le partite”.
    Denver Nuggets: Danilo Gallinari 21, Ty Lawson 20, Wilson Chandler 14
    Golden State Warriors: Stephen Curry 29, David Lee 23, Harrison Barnes 21

    Dwight Howard è tornato | ©Harry How/Getty Images
    Dwight Howard è tornato | ©Harry How/Getty Images

    LAKERS – CAVALIERS 113-93: Un altro ritorno, che arreca un nome decisamente più importante (così come la squadra), è essenziale nel ritorno (scusate il gioco di parole) al successo dei Lakers di Mike D’Antoni allo Staples Center di Los Angeles contro i malcapitati Cavaliers. E’ infatti un rientro in grande stile quello di Dwight Howard, autore di una doppia doppia da 22 punti e 14 rimbalzi con cui i padroni di casa giallo-viola hanno spazzato via Cleveland. Così, dopo sei sconfitte consecutive e le prime streghe pronte a scendere sul parquet dei californiani, Kobe Bryant e compagni vincono un match fondamentale per il rientro nella corsa play-off. L’ottava piazza per la verità è ancora lontana, con Portland ottava (20-17), mentre i Lakers sono ancora sotto il 50% (16-21), ma se Steve Nash (9 assist stasera) e Howard riusciranno a trovare un’intesa perlomeno accettabile,  sarebbe difficile immaginare la squadra di D’Antoni fuori dai play-off. Proprio Dwight ha voluto esprimere al termine della gara la propria gioia per la prestazione della gara: “Quando noi giochiamo come stasera vinciamo, e vinciamo bene. Dobbiamo continuare ad apprendere da queste partite, e con fiducia possiamo iniziare una grande serie di vittorie”. Era dunque stato buon profeta Mike D’Antoni, il quale dopo la sconfitta bruciante contro Oklahoma aveva assicurato ai giornalisti che il campionato dei Lakers sarebbe iniziato domenica. Detto, fatto.
    Los Angeles Lakers: Kobe Bryant 23, Dwight Howard 22, Antawn Jamison 16
    Cleveland Cavaliers: Kyrie Irving 15, Dion Waiters 15, Alonzo Gee 14

    LE ALTRE PARTITE: Nelle altre partite giocate nella notte Nba si registra il ritorno alla vittoria dei Knicks di Melo Anthony (27) contro gli Hornets (100-87), mentre a Toronto i Raptors si suicidano nell’ultimo quarto facendosi rimontare dai Bucks un qualcosa come 20 punti di vantaggio (96-107). Sfruttano a dovere il fattore casalingo invece Brooklyn (97-86 contro Indiana, Deron Williams 22) e San Antonio (106-88 contro i T-Wolves) con un fantastico Tim Duncan, che mette a referto 12 punti, 9 rimbalzi, 5 assist, 3 palle recuperate e 7 stoppate. Cade infine al Rose Garden Portland, messa sotto 83-87 dai ragazzini terribili di Oklahoma. Kevin Durant ancora sugli scudi (33 punti), dopo la fantastica prestazione allo Staples Center contro i Lakers.

    NBA RISULTATI 13-01-2013

    KNICKS – HORNETS 100-87
    RAPTORS – BUCKS 96-107
    NETS – PACERS 97-86
    SPURS – TIMBERWOLVES 106-88
    NUGGETS – WARRIORS 116-105
    BLAZERS – THUNDER 83-87
    LAKERS – CAVALIERS 113-93

    NBA METTA WORLD PEACE DOPO LA SCHIACCIATA

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  • Ligue 1: Psg al palo, fischiato Ibrahimovic. Lione in testa

    Ligue 1: Psg al palo, fischiato Ibrahimovic. Lione in testa

    Il lupo perde il pelo ma non il vizio. I campioni del Paris Saint Germain non vanno oltre lo 0-0 contro l’Ajaccio nella prima giornata di ritorno della Ligue 1, la massima serie del campionato francese. Pareggio che fa il verso alla partita d’andata, quando i parigini impattarono sullo 0-0 in trasferta. Il protagonista principale della serata di venerdì è stato il portiere Ochoa, autore di svariati interventi prodigiosi che hanno consentito ai corsi di conquistare un punto alla vigilia impronosticabile. La squadra guidata in attacco da Adrian Mutu, vecchia conoscenza del calcio italiano, non si è quasi mai affacciato nella metà campo avversaria, restando per tutti i novanta minuti rintanato nella propria trequarti. Molti gli increduli al Parco dei Principi al termine del fischio finale del direttore di gara, con i tifosi del Psg che hanno lasciato l’impianto con l’amaro in bocca per non essere riusciti a strappare tre punti meritati per quanto visto durante il match.

    Lo 0-0 contro l’Ajaccio ha un altro protagonista, stavolta in negativo, che risponde al nome di Zlatan Ibrahimovic. Dopo esser stato più volte, se non sempre, decisivo nelle vittorie della squadra allenata da Carlo Ancelotti, l’attaccante svedese ha vissuto una giornataccia nella serata di venerdì, sprecando alcune occasioni davanti a Ochoa davvero inusuali per un calciatore del suo calibro, tanto da essere fischiato dagli stessi tifosi che nelle giornate precedenti avevano osannato l’ex fuoriclasse di Milan e Juventus.

    Lucas Moura al suo debutto con la maglia del Psg | ©Kenzo/Getty Images
    Lucas Moura al suo debutto con la maglia del Psg | ©Kenzo/Getty Images

    Tra le note più liete per il Paris Saint Germain è il debutto dal primo minuto del nuovo acquisto Lucas Moura, schierato dall’allenatore insieme a Pastore, Lavezzi e Ibrahimovic. Schierato inizialmente largo a destra, l’ex San Paolo ha offerto una buona prestazione, cercando ripetutamente l’intesa con i suoi compagni di squadra, in particolar modo con Zlatan Ibrahimovic, che non aveva mancato alcuni giorni fa ad elogiare il talento del brasiliano.

    Tutto o quasi è stato comunque rovinato dall’espulsione di Thiago Motta nel finale del primo tempo. L’interista ha lasciato i suoi in dieci uomini dopo essersi visto sventolare in faccia il cartellino rosso per un intervento durissimo sulla caviglia del giocatore dell’Ajaccio Sammaritano. Non è la prima volta che il centrocampista ex Inter si rende protagonista suo malgrado di episodi del genere, e nonostante goda della fiducia di Ancelotti, non è difficile ipotizzare un definitivo rilancio di Verratti proprio al posto dell’italo-brasiliano.

    In classifica il Paris Saint Germain si è visto superare dal Lione (+2), vittorioso nella giornata di sabato sul campo del Troyes per 2-1 grazie ai gol di Samuel Umtiti al 75° minuto del secondo tempo, con la prima frazione di gioco conclusasi sull’1-1 dopo che i padroni di casa avevano risposto al vantaggio iniziale degli ospiti (Gonalons al minuto 11) con la rete di Nivet poco prima dell’intervallo. Continua a vincere invece il Montpellier, bravo a superare il Lorient tra le mura amiche con il punteggio finale di 2-0 grazie alla doppietta negli ultimi dieci minuti di gara dell’attaccante Charbonnier. I campioni in carica della Ligue 1 occupano al momento la nona posizione, ma il quarto posto dista soltanto tre lunghezze. Nel posticipo infine di ieri sera, il Marsiglia cade malamente in casa del Sochaux, dove viene travolto per 3-1, restando così al terzo posto a quota 38 punti. Sotto di tre reti, la squadra allenata da Elie Baup segna il gol della bandiera nella ripresa con Jordan Ayew.

    Ligue 1 risultati 20 giornata

    Psg-Ajaccio 0-0
    Saint Etienne-Tolosa 2-2
    Troyes-Lione 1-2
    Evian-Brest 0-2
    Nancy-Lille 2-2
    Montpellier-Lorient 2-0
    Rennes-Bordeaux 0-2
    Reims-Bastia 1-2
    Nizza-Valenciennes 5-0
    Sochaux-Marsiglia 3-0

    Ligue 1 classifica 20 giornata

    1. Lione 41
    2. Psg 39
    3. Marsiglia 38
    4. Bordeaux 32
    5. Nizza 32
    6. Rennes 32
    7. Lorient 31
    8. Lille 30
    9. Montpellier 29
    10. Valenciennes 29
    11. Saint Etienne 28
    12. Tolosa 27
    13. Bastia 25
    14. Brest 24
    15. Ajaccio 20
    16. Reims 19
    17. Sochaux 19
    18. Evian 19
    19. Troyes 13
    20. Nancy 12
  • Basket, Milano e Reggio Emilia alle Final Eight

    Basket, Milano e Reggio Emilia alle Final Eight

    In attesa di conoscere l’esito del posticipo di questa sera tra Sassari e Siena (in palio c’è il secondo posto), l’ultimo turno d’andata del campionato di basket di Serie A ci ha regalato gli ultimi verdetti in vista delle prossime Final Eight. A conti fatti davvero poche le sorprese. REGGIO EMILIA – CASERTA 91-72: La partita del PalaBigi dava la certezza del pass alle Final Eight di Coppa Italia. Chi vinceva infatti si sarebbe automaticamente qualificata all’atto finale della competizione nazionale che avrà come teatro il forum di Assago. Così come pronosticato alla vigilia sono stati i padroni di casa ad aggiudicarsi questo vero e proprio spareggio tra le due squadre, con Reggio Emilia che ha messo le cose in chiaro fin dal primo periodo, conclusosi sul 26-10, vantaggio arrivato a +24 al termine del secondo quarto (51-27). Un contributo fondamentale per Reggio Emilia è stato quello offerto da Donell Taylor, top scorer con 22 punti, nonostante un 2/7 dall’arco. Mvp della serata è Andrea Cinciarini con 14 punti, 4 asssit e 6 rimbalzi, ma non vanno neanche sottovalutate le 5 triple di Michele Antonutti, che mette a referto 17 punti e uno strepitoso 100% dalla distanza. Agli ospiti non bastano i 17 punti di Jeleel Akindele.

    Quattro triple per Gianluca Basile ieri sera | ©Roberto Serra/Iguana Press/Getty Images
    Quattro triple per Gianluca Basile ieri sera | ©Roberto Serra/Iguana Press/Getty Images

    BRINDISI – MILANO 76-83: Ce la fa, e non era affatto scontato, Milano a qualificarsi per le Final Eight. Ma l’ex Bucchi ha fatto di tutto per complicare il più possibile la vita agli ospiti. Non è riuscito a battere la sua ex squadra d’accordo, però può ugualmente esultare per la tripla allo scadere di Reynolds, che spinge l’Armani all’ottavo posto in classifica, costringendola così ad affrontare da subito un derby mozzafiato contro Varese, l’attuale capolista del campionato, dal momento che una vittoria con un margine uguale o superiore agli otto punti avrebbe regalata agli uomini di Sergio Scariolo il settimo posto. Ovviamente alcuni potrebbero vedere nella bomba di Reynolds anche un colpo di fortuna, dal momento che Milano ha verosimilmente evitato il big-match contro Siena. Ci piace sottolineare fra le altre cose la prova di un grande Basile, al suo season high con 4/6 da tre per 12 punti fondamentali. Ottimo anche il gioco a due tra Green e Bourousis, immarcabile sotto canestro e top scorer dei suoi con 14 punti. Dall’altra parte ha qualcosa di miracoloso la prova di Gibson, il quale ha praticamente da solo rimontato uno svantaggio di 17 punti nel corso del terzo periodo, salvo però pagare il grande sforzo nell’ultimo quarto, calo che comunque non gli ha impedito di mettere a referto 22 punti.

    LE ALTRE PARTITE: Alla luce delle due partite appena descritte, del tutto inutile il successo della Reyer sul campo della capolista Varese, con Szewczyk Szymon (27 punti e 14 rimbalzi) sugli scudi. Ennesima sconfitta a Cantù per la Virtus di coach Finelli, che chiude l’incontro con un passivo di 15 punti (79-64). Tra i padroni di casa buona prova di Maarten Leunen, autore di 16 punti e 8 rimbalzi. Vittoria esterna invece per l’Acea Roma (84-86 sul parquet di Montegranaro dopo un overtime), con la doppia doppia da 13 punti e 14 rimbalzi di Gani Lawal. Trasferta felice anche per la Scavolini, che ad Avellino passa 78-71 (Rok Stipcevic top scorer con 22 punti). Infine al Lauretana Biella Forum show time di Cremona che travolge 59-92 i padroni di casa con i 26 punti di Hrvoje Peric.

    BASKET SERIE A RISULTATI 15 GIORNATA

    VARESE-VENEZIA 85-87
    MONTEGRANARO-ROMA 84-86 OT
    REGGIO EMILIA-CASERTA 91-72
    CANTU-BOLOGNA 79-64
    AVELLINO-PESARO 71-78
    BIELLA-CREMONA 59-92
    BRINDISI-MILANO 76-83
    SASSARI-SIENA oggi

    BASKET SERIE A CLASSIFICA FINALE GIRONE D’ANDATA

    1. Varese 26
    2. Siena 22*
    3. Cantu 22
    4. Sassari 22*
    5. Roma 20
    6. Reggio Emilia 16
    7. Brindisi 16
    8. Milano 16
    9. Venezia 14
    10. Caserta 14
    11. Bologna 12
    12. Cremona 10
    13. Montegranaro 8
    14. Avellino 8
    15. Pesaro 6
    16. Biella 6

    * una partita in meno

  • Alejandro Gomez punisce una Roma sprecona

    Alejandro Gomez punisce una Roma sprecona

    Dopo la sconfitta al San Paolo contro il Napoli, la Roma perde anche sul campo del Catania. Per gli etnei tre punti d’oro, che li avvicinano al sesto posto occupato proprio dalla squadra giallorossa, distante ora soltanto tre punti. Zeman invece vede allontanarsi sensibilmente il terzo posto, con 8 punti da recuperare su Napoli e Inter. PRIMO TEMPO – Prima frazione di gioco dominata dalla Roma di Zeman, colpevole però di non aver trovato la via del gol. Almeno tre le occasioni da gol limpide per la squadra giallorossa, due capitate sui piedi di Mattia Destro, sprecate entrambe malamente dall’attaccante ex Siena. Prima col sinistro e poi col destro, sempre a pochi passi dalla porta difesa dall’estremo difensore Andujar, il prodotto del vivaio interista ha confermato di attraversare uno scarso periodo di forma, mostrando preoccupando limiti dal punto di vista della finalizzazione, e dando così voce ai critici che ad oggi lo considerano semplicemente un discreto attaccante e nulla più.

    Ma la chance più clamorosa nel primo tempo è quella che vede come protagonista, in negativo, l’americano Bradley, che a due passi si divora un gol già fatto calciando sopra la traversa. E questi errori verranno pagati a caro prezzo dalla squadra giallorossa nel corso del secondo tempo, quando il Catania troverà quasi subito la rete del vantaggio.

    SECONDO TEMPO – Che la musica sia cambiata rispetto ai primi 45 minuti lo si capisce da subito, con il Catania più intraprendente e la Roma invece gravemente in difficoltà nel mantenere le distanze tra i reparti, finendo per subire a più riprese le ripartenze dei padroni di casa. Zeman è preoccupato e cerca di rimediare alla situazione mandando in campo il 18 enne Marquinhos, autentica sorpresa della prima parte della stagione romanista al posto di Piris, con il brasiliano che va ad occupare la posizione di terzino destro anziché quella di centrale difensivo.

    Alejandro Gomez mata la Roma | ©Maurizio Lagana/Getty Images
    Alejandro Gomez mata la Roma | ©Maurizio Lagana/Getty Images

    Il cambio però non migliora le cose, anzi. Un minuto dopo l’ora di gioco infatti gli etnei passano avanti grazie alla rete di Alejandro Gomez, imbeccato ottimamente dal passaggio illuminante di Bergessio. Inutili le proteste dei giocatori della Roma, che chiedevano un fuorigioco in realtà inesistente, come mostrato dalla moviola.

    Da qui in avanti la gara diventa nervosa. Il primo a poterne fare le spese è il difensore dei capitolini Castan, autore di un’entrataccia su Bergessio che l’arbitro Damato punisce con il cartellino giallo, sebbene il gesto meriti qualcosa di più di una semplice ammonizione. Nonostante lo svantaggio, la Roma non riesce più a rendersi pericolosa dalle parti di Andujar, e nemmeno l’ingresso di Dodò al posto del connazionale Marquinho cambia gli equilibri della partita. Dopo gli errori nel primo tempo, Mattia Destro sparisce completamente nel corso della ripresa, aggravando quindi la sua prestazione già di sua estremamente negativa.

    Negli ultimi scampoli di partita, Dodò ha tra i piedi la palla del pareggio ma Andujar salva il risultato. Al momento del tiro però Barrientos ha ostacolato in maniera evidente l’ex Corinthians, e quindi sono giustificate le proteste della panchina giallorossa che chiedeva il calcio di rigore. Finisce quindi tra le polemiche, sebbene la Roma debba comunque interrogarsi sulla ripresa sconcertante dell’undici di Zeman.

    Pagelle Catania-Roma 1-0 (20 giornata Serie A)
    Gomez 7: frenato nel primo tempo, straripante nella ripresa. L’argentino trova il jolly al 61° minuto che regala i tre punti al Catania.
    Barrientos 6,5: suo l’assist per la rete che decide l’incontro. La sua fisicità manda in crisi tutta la difesa ospite.
    Legrottaglie 6: prova matura del difensore etneo, che in Sicilia sta vivendo una seconda giovinezza.
    Marquinho 6: il brasiliano sostituisce Totti, restato sempre in panchina. In attacco è il migliore dei suoi. Desta quindi perplessità il fatto che Zeman scelga di toglierlo nel finale con la Roma sotto di un gol.
    Bradley 5: come al San Paolo contro il Napoli, l’americano si divora nel primo tempo una rete già fatta quando il risultato era ancora sullo 0-0.
    Destro 4: sono due le occasioni letteralmente mangiate nel corso della prima frazione di gioco dall’ex attaccante di Siena e Inter. Nella ripresa sparisce. Ha ragione Zeman, è questione di mentalità.

    Tabellino Catania-Roma 1-0 (20 giornata Serie A)
    Catania (4-3-3): Andujar 6,5, Bellusci 6, Legrottaglie 6, Spolli 6, Marchese 6, Izco 6, Almiron 6 (37′ Castro), Salifu 5,5 (60′ Paglialunga), Gomez 6,5 (78′ Ricchiuti 6), Bergessio 6,5, Barrientos 6.
    Allenatore: Maran
    Roma (4-3-3): Goicoechea 5,5, Piris 5,5 (57′ Marquinhos 5,5), Burdisso 5,5, Castan 5, Balzaretti 5,5, Bradley 5, Tachtsidis 5, Florenzi 6, Lamela 5,5, Destro 4, Marquinho 6 (71′ Dodo 6). Allenatore: Zeman

    VIDEO CATANIA-ROMA 1-0 (20 giornata Serie A)

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  • La Roma cerca di ripartire a Catania

    La Roma cerca di ripartire a Catania

    Mentre Nico Lopez continua a fare il fenomeno al Sudamericano Under 20 con l’Uruguay (di stanotte la notizia del successo della Celeste contro la Canarinha per 3-2), la Roma è chiamata a rispondere alla vittoria di ieri dell’Inter a San Siro contro il Pescara, per continuare a sperare quanto meno nel terzo posto, ultima piazza utile per un ingresso in Champions League, ora distante sei lunghezze. La squadra allenata da Zdenek Zeman è reduce da due sconfitte esterne sui campi di Chievo e Napoli, ko che hanno interrotto una striscia positiva di cinque vittorie consecutive inziata la settimana successiva al derby perso contro la Lazio. L’impegno di questo pomeriggio per i giallorossi non sarà dei più semplici, dal momento che in Sicilia il Catania non perde dal 30 novembre scorso, giorno in cui gli etnei vennero costretti allo stop da parte del Milan, in una partita che comunque fece suscitare più di una polemica dopo il fischio finale. Se escludiamo le sconfitte contro Juventus e Milan, il Catania in casa non ha mai perso, vincendo sei incontri e pareggiandone due, conquistando quindi 20 punti in 10 partite, due in meno della Juve per intenderci. Gli ingredienti iniziali parlano di una partita tutt’altro che semplice per la squadra giallorossa.

    Mattia Destro in cerca di riscatto | ©Maurizio Lagana/Getty Images
    Mattia Destro in cerca di riscatto | ©Maurizio Lagana/Getty Images

    ROMA – Nel pomeriggio di ieri Zeman ha diramato la lista dei 19 convocati per la trasferta di Catania. Non c’è Osvaldo, infortunato al ginocchio destro, la cui assenza era comunque stata largamente preventivata dall’ambiente capitolino. Non ci sarà nemmeno Pjanic, squalificato. Recupera invece capitan Totti, in dubbio fino all’ultimo. Ha smaltito la febbre anche Marquinhos, altro giocatore in forse per la sfida odierna, con il brasiliano che sarà dunque regolarmente titolare in difesa al fianco del connazionale Castan. Sugli esterni agiranno Piris e Balzaretti, mentre in porta giocherà l’uruguaiano Goicoechea. A centrocampo De Rossi dovrebbe partire dal primo minuto nella posizione di regista, con Bradley e Florenzi accanto. Qualora Zeman scegliesse di affidare le chiavi di centrocampo al greco Tachtsidis, De Rossi sarebbe comunque titolare come interno, e Florenzi mezzala. In attacco spazio dal primo minuto a Mattia Destro, nell’occhio del ciclone dopo un girone d’andata al di sotto delle aspettative, ed anche ieri difeso a spada tratta dal tecnico boemo. A completare il tridente ci saranno poi Francesco Totti ed Erik Lamela, ormai completamente recuperato dopo l’infortunio subito a novembre.

    CATANIA – I padroni di casa non vincono da quattro partite, quando lo scorso dicembre batterono al Cibali la Samp per 3-1, risultato che segnò di fatto la panchina di Ciro Ferrara, esonerato dalla dirigenza blucerchiata. Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio, il Catania vuole conquistare la sua prima vittoria del 2013 proprio ai danni della Roma. Maran per oggi dovrà fare a meno di Francesco Lodi, squalificato per tre turni dal giudice sportivo. Dovrebbe quindi essere Almiron a sostituirlo in mezzo al campo, con Izco ed il giovane Salifu a proteggerlo. In attacco il trio delle meraviglie Gomez, Bergessio, Barrientos. Completa invece la difesa la coppia centrale Legrottaglie-Spolli con Bellusci e Marchese terzini. In porta Andujar.

    PRECEDENTI – Nel girone d’andata la Roma e Catania avevano pareggiato 2-2. Successo sfiorato per gli uomini di Maran, che avevano visto svanire il sogno dei tre punti allo scadere per colpa del gol di Nico Lopez, da poco entrato. Per quanto riguarda invece le sfide al Massimino, il bilancio nei quattordici confronti disputati è a favore dei siculi, che vantano 4 vittorie a fronte di due sconfitte e 8 pareggi.

    Probabili formazioni Catania-Roma (20 giornata Serie A)
    Catania (4-3-3): Andujar, Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Marchese, Izco, Almiron, Salifu, Gomez, Bergessio, Barrientos. Allenatore: Maran
    Roma (4-3-3): Goicoechea, Piris, Marquinhos, Castan, Balzaretti, De Rossi, Bradley, Florenzi, Totti, Lamela, Destro. Allenatore: Zeman

  • NBA: Chicago ko, Belinelli fermo a 8 punti

    NBA: Chicago ko, Belinelli fermo a 8 punti

    Otto le partite giocate nella notte. Ben quattro le vittorie esterne, tra cui spicca sopratutto quella dei Magic allo Staples Center contro i Clippers, e quella degli Heat sul parquet di Sacramento. Cade in casa anche il nostro Marco Belinelli, con Phoenix che viola lo United Center di Chicago. BULLS – SUNS 81-97: Iniziamo il nostro racconto della notte Nba proprio dal match che vedeva l’unico italiano in gara. Per il Beli non è stato di certo un incontro da ricordare a lungo, con soli 8 punti messi a referto (3/12 da due) e zero assist in 21 minuti giocati. Chicago se non altro ha confermato il suo scarso feeling con il parquet amico, subendo la quarta sconfitta nelle ultime sei partite disputate davanti ai propri tifosi (10-10 complessivo casalingo). Match senza storia quello tra Suns e Bulls, con gli ospiti sempre avanti dal secondo periodo in poi (42-49, 63-77, 81-97). Phoenix si è appoggiata sulla classe senza tempo di Luis Scola, top scorer con 22 punti e 7 rimbalzi, a cui si aggiungono i 20 segnati da Michael Beasley. Per sottolineare come la vittoria dei Suns sia comunque sorprendente, ricordiamo che gli ospiti erano reduci da dodici sconfitte consecutive in trasferta (l’ultima vittoria era datata 27 novembre, a Cleveland). Successo storico per Phoenix, che battendo stanotte Chicago ha conquistato la vittoria numero 2000 nella storia della franchigia. Lo stesso coach di Phoenix, Alvin Gentry, ha confidato a fine partita come sia un grande traguardo raggiungere un tale record proprio contro una squadra (Chicago ndr) di grande tradizione. Tornando sulla sponda dei Bulls, si registrano le doppie doppie di Carlos Boozer (15 punti e 10 rimbalzi) e Joakim Noah (10 punti e 13 rimbalzi). Proprio quest’ultimo si è soffermato sullo “strano” problema che affligge i Bulls, con la squadra che riesce a vincere al Madison e a Miami per poi perdere contro squadre del tutto abbordabili: “Giochiamo fuori casa e battiamo alcune delle migliori squadre, poi torniamo a casa contro squadre di basso livello e non siamo in grado di competere. Se abbiamo capito qual è il problema, dobbiamo fare qualcosa per risolverlo”.
    Chicago Bulls: Carlos Boozer 15, Jimmy Butler 13, Luol Deng 13, Belinelli 8 (3/12, 0/3).
    Phoenix Suns: Luis Scola 22, Michael Beasley 20, Sebastian Telfair 13.

    LeBron James | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    LeBron James | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    KINGS – HEAT 99-128: Show-time a Sacramento, dove Miami si diverte contro i Kings polverizzando il record di punti segnati in questa stagione. Eroe della serata un incredibile Mario Chalmers, che con dieci bombe segnate (sì, avete letto bene, 10!) e 34 punti finali entra di diritto nella storia Nba. Meglio di lui soltanto Kobe Bryant e Donyell Marshall, autori di dodici triple in un singolo match. La sconfitta subita a Portland ha svegliato gli Heat, letteralmente scatenati a Sacramento, sparring partner perfetta per lo show voluto da LeBron James (20) e Dwayne Wade (11), braccio e mente dell’azione più bella di stanotte. Con questo successo Miami pareggia il record lontano dall’American Airlines (8-8), e conferma la tradizione positiva contro i Kings, battuti per la settima volta nelle ultime otto partite giocate a Sacramento. A proposito, nuove notizie ci arrivano dagli Usa riguardo il destino dei Kings. Negli ultimi giorni si era parlato di un possibile trasferimento della franchigia a Seattle. Ieri invece la stampa americana ha rivelato un interesse da parte di un gruppo locale per l’acquisizione dei Kings, disposto inoltre ad investire 400 milioni di dollari nella costruzione di un nuovo impianto che consentirebbe ai tifosi di continuare a seguire la loro squadra del cuore a Sacramento.
    Sacramento Kings: Isaiah Thomas 34, DeMarcus Cousins 11, James Johnson 11.
    Miami Heat: Mario Chalmers 34, LeBron James 20, Chris Bosh 16.

    CLIPPERS – MAGIC 101-104: In pochi si aspettavano che i Clippers vedessero la loro serie casalinga (13 vittorie consecutive) interrompersi stanotte contro Orlando, di certo non la squadra più in forma della lega. Sentimento comune anche ai tifosi dello Staples Center, che hanno visto i Magic passare in vantaggio per la prima volta quando mancavano soltanto 42 secondi alla fine grazie alla tripla di J.J. Redick per il momentaneo 99-102. Grande l’amarezza tra gli stessi giocatori dei Clippers, sopratutto da parte di Chris Paul (16 assist), costretto a vedere dalla panchina la bomba decisiva di J.J. Redick per un precedente scontro proprio con J.J. Ai californiani non sono bastati nemmeno i 30 punti di Blake Griffin, che ha eguagliato il suo personale season-high. Il ko non è andato giù a coach Vinny Del Negro, che ha ancora negli occhi il +8 (95-87) del quarto periodo, nonostante il quale la sua squadra è riuscita nell’impresa di perdere: “Abbiamo raccolto quello che ci siamo meritati”. L’unica nota positiva in casa Clippers è il debutto stagionale di Grant Hill, accolto dalla standing ovation dello Staples Center nel quarto periodo, durante il quale ha messo a referto due punti e catturato due rimbalzi.
    Los Angeles Clippers: Blake Griffin 30, Jamal Crawford 13, Chris Paul 10.
    Orlando Magic: Arron Afflalo 30, J.J. Redick 21, Nikola Vucevic 18.

    LE ALTRE PARTITE: Nelle altre gare giocate nella notte, grande vittoria di Dallas contro Memphis, grazie al season-high di Shawn Marion (20) e i 17 punti di Dirk Nowitzki. Ad est vince ancora Indiana, che sul parquet amico batte Charlotte 96-88 (George Hill 19 punti). Cade invece Atlanta, sconfitta dai Wizards per 93-83. Altro ko per Houston, con i Rockets battuti dai 76 ers in trasferta per 107-100 (top scorer Jrue Holiday con 30 punti). Infine i Jazz violano il campo di Detroit con il punteggio finale di 87-90, trovando in Al Jefferson (20) un fattore decisivo.

    RISULTATI NBA 12-01-2013

    CLIPPERS – MAGIC 101-104
    WIZARDS – HAWKS 93-83
    PACERS – BOBCATS 96-88
    76 ERS – ROCKETS 107-100
    PISTONS – JAZZ 87-90
    BULLS – SUNS 81-97
    MAVERICKS – GRIZZLIES 104-83
    KINGS – HEAT 99-128

    HIGHLIGHTS NBA 12-01-2013

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  • NBA, Denver facile su Cleveland. Belinelli supera New York

    NBA, Denver facile su Cleveland. Belinelli supera New York

    Danilo Gallinari e Denver sono stati tra i protagonisti assoluti della notte. I Nuggets si sono infatti confermati imbattibili al Pepsi Center, e hanno conquistato la loro settima vittoria nelle ultime dieci partite, battendo Cleveland per 98-91. Il Gallo ha offerto un contributo fondamentale (top scorer con 23 punti), grazie sopratutto ad una tripla quando mancavano 30 secondi allo scadere che ha consentito ai Nuggets di avere un vantaggio di cinque punti. Per il nostro italiano anche sette rimbalzi. Partita perfetta per Denver, con gli uomini del quintetto titolare tutti in doppia cifra. Kosta Koufos realizza 21 punti per il suo career-high, mentre Kenneth Faried mette a segno la solita doppia doppia con 17 punti e 11 rimbalzi. In classifica Denver scavalca in un colpo solo Houston e Portland, portandosi al sesto posto con un record di 22-16.

    Danilo Gallinari ancora vincente | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Danilo Gallinari ancora vincente | ©Doug Pensinger/Getty Images

    Serata da incorniciare anche per Marco Belinelli. I suoi Bulls hanno saputo battere al Madison Square Garden i Knicks (101-108), tra le cui fila annoveravano anche Carmelo Anthony, tornato in campo dopo la squalifica di una giornata per l’ira manifestata contro KG. Beli riesce a dare un contributo prezioso per Chicago con i suoi 12 punti, 5 assist e 3 rimbalzi in 28 minuti di gioco, in una partita comunque dominata da Luol Deng (33) da una parte e lo stesso Melo (39) dall’altra. Deng è stato assolutamente il migliore in campo, dove nel primo tempo è riuscito a difendere aggressivo sull’idolo di casa per poi trascinare Chicago al successo finale. I 33 punti di stasera (13/18 da due) rappresentano per lui la migliore prestazione stagionale.

    Era la partita di cartello fra le 11 in programma nella notte. Allo Staples Center i Lakers erano chiamati a fermare l’emorragia di ko consecutivi che li vedeva fin qui protagonisti. Niente di tutto questo però, perché i Thunder in un vero e proprio scontro generazionale umiliano Kobe (28) e compagni, infliggendo loro una pesante sconfitta (101-116), la sesta nelle ultime sei partite. Notte fonda per Mike D’Antoni, che a questo punto rischia seriamente il posto. Kevin Durant da fantascienza (42 punti, 8 rimbalzi, 5 assist), senza praticamente giocare l’ultimo periodo. Ottimo anche l’apporto di Westbrook (27p, 10a), per una vittoria che non potrà non causare forti ripercussioni nello spogliatoio già malato dei Lakers.

    EXTRA – Nelle altre partite disputate nella notte, i Toronto Raptors battono agevolmente Charlotte 99-78 all’Air Canada Center grazie ai 13 punti e 8 rimbalzi di un ispirato Amir Johnson, ma anche i 16 punti dalla panchina di Alan Anderson.
    Quinta vittoria consecutiva per Brooklyn che ha la meglio sui Suns per 99-79. Top scorer Joe Johnson (19), a cui vanno aggiunti i 15 punti e 6 assist di Deron Williams.
    Dopo un preoccupante filotto negativo tornano alla vittoria anche gli Hawks. Battuti alla Philips Arena i Jazz di Paul Millsap (20p, 13r), grazie anche ad un quarto periodo eccezionale, chiuso col parziale di 19-35. Nei padroni di casa brilla la stella di Devin Harris con 24 punti.
    Sembrano invece averci preso gusto a New Orleans, dove Greivis Vasquez (18) ed Eric Gordon (16) continuano a sfornare prestazioni di altissimo livello. Stavolta la quarta W consecutiva arriva ai danni di una spenta Minnesota (104-92).
    Tra le poche vittorie in trasferta di questa sera, si registra quella di Detroit a Milwaukee (87-103), dove i padroni di casa pagano a carissimo prezzo un terzo quarto da suicidio (11-33 il parziale). Negli ospiti la fa da padrone Greg Monroe con i suoi 26 punti e 11 rimbalzi.
    Trasferta ancora amara per San Antonio, che a Memphis subisce la terza sconfitta di fila nonostante i 30 punti di Tony Parker (101-98). E’ proprio il play francese con una tripla allo scadere ad impattare il risultato sul 95-95, concedendo agli Spurs la chance di avere la meglio all’overtime. In realtà San Antonio segna soltanto un canestro (altra bomba di Parker), per poi sparire e subire la rimonta decisiva negli ultimi 27 secondi di partita.
    Si sono invece definitivamente sbloccati i Celtics di coach Rivers, che al Garden spazzano via Houston per 103-91, conquistando così la loro quinta vittoria consecutiva. In evidenza ancora i famigerati due vecchietti Paul Pierce (23) e Kevin Garnett (17). Nei Rockets solita partita sopra 20 punti di James Harden (24).
    Infine ai Blazers non basta un immenso Damian Lillard con i suoi 37 punti (career-high) per avere la meglio sul fattore casalingo dei Warriors, che conquistano alla Oracle Arena l’ennesima vittoria (23-12, quinto posto nella Western Conference). Per i Warriors 24 punti e 10 rimbalzi di David Lee, ma anche 22 punti e 12 assist di Stephen Curry.

    NBA, TUTTI I RISULTATI DEL 11 GENNAIO 2013

    RAPTORS – BOBCATS 99-78
    CELTICS – ROCKETS 103-91
    NETS – SUNS 99-79
    HAWKS-JAZZ 103-95
    KNICKS-BULLS 101-108
    GRIZZLIES-SPURS 101-98 OT
    HORNETS-TIMBERWOLVES 104-92
    BUCKS-PISTONS 87-103
    NUGGETS-CAVALIERS 98-91
    WARRIORS-BLAZERS 103-97
    LAKERS-THUNDER 101-116

  • Eurolega, Montepaschi Siena batte il Khimki 82-76

    Eurolega, Montepaschi Siena batte il Khimki 82-76

    MONTEPASCHI SIENA – KHIMKI 82-76: Serata pazzesca al PalaEstra, con la Montepaschi Siena che firma l’impresa contro i temibili russi del Khimki e conquista la terza vittoria di fila in queste Top 16 di Eurolega. Dopo la grande paura iniziale (16-2 dopo soli 3 minuti di gara), i toscani hanno trovato nelle stoppate di Ress (4 complessive, ma anche 16 punti e 10 rimbalzi, mvp della serata) e nei tiri dall’arco di Bobby Brown (top scorer con 20 punti) e David Moss (10 punti, 3/5 da tre), il contributo fondamentale per un successo alla vigilia quantomeno inaspettato. E così ai russi non basta l’ottima prova di Kelvin Rivers (13) oltre a quella di Loncar (12), sebbene quest’ultimo sia stato penalizzato dai falli, per scongiurare il primo ko dopo due vittorie consecutive.

    1 QUARTO – Dopo 180 secondi e spiccioli dalla palla a due, il tabellone del PalaEstra fotografa uno scenario da incubo per i tifosi della Montepaschi, con i russi avanti 16-2, break aperto da Loncar e chiuso da Vyaltsev. I gialli sembrano dei marziani se rapportati ai padroni di casa. Siena però riesce a rimettersi da subito in carreggiata. La scossa arriva dalle due stoppate di Tomas Ress e Sanikidze, i punti da tante triple, come quelle di Moss e Bobby Brown. E’ proprio l’americano a piazzare la bomba per il meno 2 (20-22) a 70 secondi dalla fine del primo quarto, salvo poi subire sette punti in un amen da Kelvin Rivers per il 20-27 finale.

    David Moss | ©BULENT KILIC/Getty Images
    David Moss | ©BULENT KILIC/Getty Images

    2 QUARTO – La Montepaschi viene ricacciata a meno 9 con i due tiri liberi iniziali di Paul Davis. I russi però si accorgono presto di dover fare i conti con la serata di grazia dall’arco di Siena, che segna a ripetizione con David Moss e Bobby Brown, che chiude a 11 punti (3/4 da tre) il primo tempo. Una schiacciata di Tomas Ress regala la parità ai padroni di casa (38-38)quando mancano 47 secondi alla fine, ma la tripla di Fridzon e l’1/2 a cronometro fermo di Sanikidze fissano il punteggio sul 39-41 all’intervallo lungo.

    3 QUARTO – Al rientro dagli spogliatoi gli uomini di coach Bianchi partono a razzo. Matthew Janning firma 5 punti consecutivi per il primo sorpasso Siena (44-43) dopo i primi due minuti. I russi però riscappano avanti e piazzano un mini-break di 7-0, che consente loro di avere un vantaggio di 6 punti a metà terzo quarto. La replica della Montepaschi non si fa attendere e dopo i due canestri di Jannings e Ress, arriva il lay up di Sanikidze per il 50-50. Nel finale torna sopra il Khimki di 5 punti (54-59), ma il quarto fallo di Zoran Planinic e il conseguente fallo tecnico fischiato alla panchina russa spingono Siena al nuovo sorpasso della serata con la tripla di Ress 60-59 a 30 secondi dal termine. Ci pensa poi ancora Rivers a riagguantare il pareggio (60-60) con dieci minuti ancora da giocare.

    4 QUARTO – Il PalaEstra si trasforma in una vera bolgia in avvio di quarto quarto. Dopo un mini-break a favore degli ospiti (60-65), i ragazzi di coach Bianchi rimettono il naso avanti con Sanikidze (67-65) ma sopratutto grazie alla strepitosa prestazione difensiva di Tomas Ress (cinque rimbalzi e 4 stoppate con ancora sette minuti da giocare). Per Siena si rivelano fondamentali anche le due triple di Kangur (2/4 da tre) e il lay up di Hackett, con quest’ultimo che spende il quinto fallo quando mancano 120 secondi allo scadere. All’ultimo giro di lancette arriva la svolta con la tripla di Bobby Brown (77-74) e il tiro libero di David Moss per il +4 di Siena. Sempre dalla lunetta Tomas Ress aggiunge altri due punti alla sua esemplare prestazione per l’80-74, massimo vantaggio dei padroni di casa a 18 secondi dal termine.

  • NBA, Knicks ko a Indiana. Dallas torna alla vittoria, male Miami

    NBA, Knicks ko a Indiana. Dallas torna alla vittoria, male Miami

    PACERS – KNICKS 81-76: A Indianapolis mancava Carmelo Anthony, è vero,  ma New York e Pacers hanno giocatori tali da poter dire che l’assenza di Melo non si è poi fatta sentire così tanto, in termini di spettacolo si intende. Chiaro che i Knicks hanno perso qualcosa, se non di più, dalla squalifica del suo miglior giocatore, ma J.R. Smith  e Tyson Chandler potrebbero anche offendersi se glielo si dice. Senza parlare poi di Paul George, l’asso di Indiana, anche ieri protagonista assoluto con 24 punti (di cui 7 nel break 13-0 del quarto quarto, decisivo per il successo dei padroni di casa) e 11 rimbalzi, concludendo così in doppia doppia. Dicevamo comunque che chiaramente New York sentiva la mancanza di Anthony (secondo miglior realizzatore della lega), come testimonia d’altronde il risultato finale, con lo score più basso in questa stagione per i Knicks. Nonostante tutto, gli ospiti sono riusciti a rimanere aggrappati al match grazie ai 25 punti di J.R. Smith e i 15 rimbalzi di Chandler. Hanno giocato un fattore importante anche gli infortuni, con Marcus Camby costretto ad uscire nel secondo tempo dopo essersi infortunato nuovamente al piede sinistro, e Stoudemire frenato dai medici nel minutaggio (in campo solo 21 minuti). E’ anche vero però che a Indiana manca sempre Danny Granger. In classifica i Knicks conservano la seconda posizione (23-12) alle spalle degli Heat, mentre i Pacers si confermano terza forza (22-14) allungando il proprio vantaggio su Atlanta.

    Nel bene e nel male Vince Carter è l'uomo di Dallas | ©Stephen Dunn/Getty Images
    Nel bene e nel male Vince Carter è l’uomo di Dallas | ©Stephen Dunn/Getty Images

    KINGS – MAVERICKS 112-117 (OT): Nel bene e nel male è stata la grande serata di Vince Carter, protagonista nella rimonta di Dallas nel quarto periodo quando i Mavericks erano sotto anche di 11 punti, segnando dieci dei suoi 23 punti totali (il migliore dei suoi dietro solo O.J. Mayo con 24 punti). Proprio contro i Kings Carter ha anche scalato la classifica dei migliori finalizzatori di sempre, conquistando la 30^ piazza con oltre 21 mila punti, superando Hal Greer a quota 21,586. Ma non è tutto, perché Vince Carter ha fatto letteralmente impazzire DeMarcus Cousins sul perimetro, con il centro di Sacramento espulso ad inizio overtime per un pugno rifilato allo stesso Carter. I padroni di casa hanno dunque completato il perfetto suicidio sportivo, che nemmeno la tripla allo scadere di Thomas per il 101-101, la quale ha decretato l’overtime, è riuscita a scongiurare. Prestazione in fin dei conti positiva, nonostante le percentuali al tiro mediocri, quella di Dirk Nowitzki (17 punti 9 rimbalzi), con il tedesco che ha giocato oltre 40 minuti. Oltre a O.J. Mayo e Vince Carter, negli ospiti è da segnalare l’ottima prova di Shawn Marion, la cui freddezza al tiro libero è stata uno dei fattori che ha permesso a Dallas di interrompere la lunga serie di sconfitte. Esce invece a pezzi Sacramento, con i tifosi investiti dalla notizia di ieri secondo la quale la franchigia potrebbe essere trasferita a Seattle se Steve Ballmer completerà l’acquisizione dei Kings. I Kings in classifica restano dietro Dallas al terzultimo posto della Western Conference, con un record di 13-23.

    PORTLAND – MIAMI 92-90: Prosegue il momento no degli Heat, alla seconda L consecutiva (5-5 nelle ultime 10 partite), sebbene il primo posto nella Eastern Conference sia ancora il loro, anche grazie al ko dei Knicks ad Indianapolis. I Blazers invece confermano il momento di forma (7-3) particolarmente convincente, vincendo la loro 4 partita di fila, e scavalcando Denver nella Western Conference, che al momento li vede al settimo posto (20-15), immediatamente dietro Houston. A Portland termina anche la serie che vedeva LeBron James segnare almeno 20 punti da 54 partite consecutive (stasera il Prescelto si è fermato a 15 punti, nonostante abbia sfiorato la tripla doppia con 10 rimbalzi e 9 assist). Inutile una delle migliori prove stagionali di Chris Bosh, autore di 29 punti (13/18 da due), a cui si aggiungono anche i 18 punti di Wade e i 15 di Ray Allen dalla panchina. Per i padroni di casa fondamentale l’apporto di Batum (28 punti,  7 rimbalzi, 5 assist), che con un gioco da 3 punti ha impattato l’incontro sul 82-82 a quattro minuti dal termine. Con Portlando ancora sotto di 3 a un minuto dal termine, ci pensa poi Wesley Matthews a segnare la tripla del 88-88, per ripetersi a 26 secondi dalla fine con un altra bomba (91-90) riportando avanti i Blazers dopo la precedente schiacciata di Bosh. L’errore di Allen da tre a 10 secondi dal termine ed il tiro libero di Aldridge fanno il resto.

    NBA LA SCHIACCIATA DI J.R. SMITH A INDIANAPOLIS

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    NBA DEMARCUS COUSINS VS VINCE CARTER

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