Autore: Federico Pisanu

  • NBA: Chicago batte Boston, Belinelli “The Shot”. Durant 52 punti

    NBA: Chicago batte Boston, Belinelli “The Shot”. Durant 52 punti

    Nove le partite Nba giocate nella notte italiana. Clamoroso quanto successo a Dallas, dove Kevin Durant firma il suo career high con 52 punti nella vittoria dei Thunder sul parquet dei Mavericks, a cui nulla sono serviti i 29 punti di Vince Carter e la tripla di O.J Mayo con la quale i padroni di casa avevano portato la sfida all’overtime, deciso senza neanche dirlo dallo stesso KD con il canestro da due a 16 secondi dal termine per il momentaneo 116-114 per gli ospiti. Oklahoma conquista così la sua sesta vittoria consecutiva, confermando il primato nella Western Conference con un record di 32-8. Il precedente career high di Durant era di 51 punti segnati contro Denver lo scorso febbraio. Oltre alla straordinaria prestazione del numero 35, i Thunder trovano anche i 31 punti di Westbrook.

    CELTICS – BULLS 99-100 (OT): Ancora un overtime vincente per Chicago, che viola il campo dei Celtics arrivati alla loro terza sconfitta consecutiva dopo una striscia positiva con la quale avevano riagganciato prepotentemente la zona play-off nella Eastern Conference. L’eroe è Marco Belinelli (10) che con un canestro quando ormai stava già cadendo indietro a tre secondi dal termine del primo tempo supplementare ha regalato ai Bulls un successo insperato, con Boston avanti 99-98 a dodici dalla fine grazie al tiro in sospensione di Terry. Ancora non ci credono i giocatori di Chicago, capaci di uscire vincitori da un match definito da tutti crazy, sostantivo per il quale non servono traduzioni. Altra performance superlativa di Carlos Boozer, autore di 19 punti e 20 rimbalzi. Inutile invece il season high di Rajon Rondo con i suoi 30 punti.

    Marco Belinelli The Shot festeggiato dai suoi compagni | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Marco Belinelli The Shot festeggiato dai suoi compagni | ©Jared Wickerham/Getty Images

    NUGGETS – WIZARDS 108-112: Terza sconfitta stagionale al Pepsi Center per i Nuggets. Nonostante un vantaggio di 7 punti in avvio di quarto periodo, Denver subisce la rimonta di Beal (23) e compagni, che prima di oggi avevano vinto soltanto una partita in trasferta a fronte di 16 sconfitte. Ko in ogni caso indolore per Gallinari (16 punti), dal momento che in classifica i Nuggets restano al sesto posto nella Western Conference con un discreto margine di vantaggio sui Rockets, attualmente noni. Top scorer della serata canadese è stato Ty Lawson con 29 punti. Ty ha anche fornito 6 assist per i suoi compagni, fra cui anche quello per Kenneth Faried, protagonista di una schiacciata che verosimilmente verrà inserita nella Top 10 della notte.

    LE ALTRE PARTITE – Nelle altre sei partite si registra la nuova sconfitta dei Raptors, che cadono in trasferta contro i 76 ers, i quali approfittano dell’ennesima serata di grazia di Jrue Holiday con 33 punti e 14 assist. All’Amway Center di Orlando i Magic vengono sconfitti a sorpresa dalla cenerentola Charlotte. Protagonista della gara Kemba Walker con i suoi 25 punti e 8 rimbalzi. Vittoria casalinga invece per Indiana sui Rockets. Quest’ultimi pagano a caro prezzo la serata storta al tiro di James Harden, mentre è infallibile Paul George, top scorer con 31 punti. Vittorie casalinghe anche per Nets (24 punti di Deron Williams), Memphis (18 punti e 10 rimbalzi di Marc Gasol), e San Antonio con 24 punti e 10 rimbalzi di Tim Duncan e i 25 punti di Tony Parker.

    NBA RISULTATI 18-01-2013

    CELTICS – BULLS 99-100 (ot)
    76 ERS – RAPTORS 108-101
    MAGIC – BOBCATS 100-106
    PACERS – ROCKETS 105-95
    NETS – HAWKS 94-89
    GRIZZLIES – KINGS 85-69
    SPURS – WARRIORS 95-88
    NUGGETS – WIZARDS 108-112
    MAVERICKS – THUNDER 114-117 (ot)

    VIDEO BELINELLI BOSTON – CHICAGO 99-100

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  • All-Star Game 2013, le divise ufficiali presentate da Adidas

    All-Star Game 2013, le divise ufficiali presentate da Adidas

    E’ tutto pronto ormai per l’All-Star Game 2013. Giocatori, staff e ora anche le divise ufficiali (presentate da Adidas, ndr). Si conosce praticamente tutto dell’evento che da sempre emoziona e raccoglie milioni di fan. L’Nba come sempre ha davvero fatto le cose in grande e con le nuove divise dell’All-Stare Game è pronta a sbarcare nello…spazio. Oltre alla sede infatti, lo Toyota Center di Houston, le maglie hanno voluto esaltare lo strettissimo legame che lega la cittadina texana al mondo dell’aeronautica. Non passa di certo inosservato il motivo camouflage, con il quale i giocatori sembreranno davvero volare sul parquet, rendendo ancora più spettacolari le immancabili schiacciate e stoppate dell’allegra partita tra i giocatori della Western e Eastern Conference. Ma non è tutto. Durante il riscaldamento i giocatori esibiranno i colori bianco e nero, caratteristici dello stile aviatore, e le divise avranno con sé una zip in metallo con finitura anodizzata, trasformandosi così in perfetti piloti da caccia.

    Infine la giacca di ciascun giocatore sarà completamente personalizzata in base alla carriera del giocatore. Se noterete quindi un Kobe Bryant estremamente “tatuato” rispetto a LeBron non iniziate a gridare allo scandalo. Fa parte dello show dopotutto, il più grande spettacolo americano insieme al Super Bowl. Allacciate le cinture, l’All Star Game 2013 sta per avere inizio!

  • NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    C’era un solo grande spettacolo (Londra capirà) nella notte Nba, che offriva al pubblico statunitense (ed europeo) quattro incontri. Su tutti ovviamente spiccava quello dello Staples Center di Los Angeles, dove i Lakers affrontavano i detentori dell’anello, i Miami Heat. Reduce da due vittorie consecutive, la squadra di Mike D’Antoni sembrava potesse farcela a superare il quintetto di coach Spoelstra, sopratutto per via del rendimento esterno non proprio eccezionale di Miami (fino a stanotte aveva un record di nove vittorie e nove sconfitte). I giallo-viola si sono presentati al completo davanti a LeBron e Wade, che compiva proprio oggi la veneranda età di 31 anni. Oltre al recupero di Dwight Howard, che risaliva già a 48 ore prima, i californiani hanno potuto contare anche sull’apporto di Pau Gasol, assente per diverse partite a causa di un infortunio al naso durante il match contro i Nuggets del nostro Danilo Gallinari. Nonostante le premesse fossero di una grande partita, a detta degli esperti equilibrata, in realtà ha visto il netto predominio degli ospiti, guidati da uno strepitoso LeBron James.

    MUFASA – Già, il re dell’immensa savana statunitense è sempre lui, Mufasa. Dopo aver raggiunto i 20 mila punti nell’incontro di ieri contro gli Warriors, abbattendo di fatto qualsiasi precedente record, carte d’identità alla mano, LeBron ha dato un’ulteriore dimostrazione di forza nella casa dell’acerrimo nemico, Kobe Bryant. Fra le altre cose quest’ultimo gli ha soffiato il trono dell’audience, se così si può definire, riguardo le votazioni del pubblico per la partecipazione all’All-Star Game, in programma a Houston in Texas dal 15 al 19 febbraio, superandolo di quasi ottomila voti e relegandolo al secondo posto. Dicevamo della prova autoritaria di stanotte sul parquet dei Los Angeles. Già i numeri da soli bastano a descrivere quello che è stato LeBron nella serata appena conclusasi: 39 punti (17/25 da due), 7 rimbalzi e 8 assist in 42 minuti giocati. E’ stato lui ad aprire le danze nel primo quarto, ed è stato sempre lui a chiuderle fissando il risultato sul 99-90. Quando poi hai per compagno di squadra Dwyane Wade (27) le cose si semplificano e tutto si trasforma in magia.

    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    KOBE – Se sbagli i primi 14 tiri sui 17 che provi capisci subito che qualcosa non va. E anche se ti chiami Kobe Bryant e segni 13 punti sui 22 totali nell’ultimo quarto, riuscendo con una tripla delle tue ad impattare sul 90-90 a due minuti dalla fine, puoi solo sperare in un altro miracolo, che però non sempre accade. Già, perché poi succede che in squadra hai Dwight Howard, contro il quale se la prendono quelli intelligenti di Miami, e lo mettono alla prova del nove, quella dei tiri liberi. E puntualmente Dwight li sbaglia, realizzando un 1/4 alla fine della fiera decisivo, in negativo, per i Lakers. D’altronde che importa segnare 13 punti e catturare 16 rimbalzi se poi nel momento clou dell’incontri non arrivi neanche al ferro a cronometro fermo? Già, nulla. Per carità, la rincorsa ai play-off verosimilmente riuscirà, con i Lakers che stacheranno quantomeno l’ottavo posto nella Western Conference, con Portland che dovrebbe recitare il ruolo di vittima sacrificale. Però in un’eventuale sfida play-off alcuni fattori potrebbero far sì che la gara venga decisa già prima della palla a due.

    NONNO ALLEN – Si sa, il basket vive di variabili infinite e apocalittiche, sulle quali un coach può spendere ore e ore di fronte ad una lavagnetta che quest’ultima non riuscirà mai a rispondere ai quesiti fondamentali. Perché Ray Allen segna sette dei nove punti totali negli ultimi cinque minuti della partita? Ecco, questa domanda Mike D’Antoni sicuramente se la sta ponendo, anche ora che presumibilmente è a letto. Ma, a meno che non conosca qualche oscura divinità ancestrale, Mike non si saprà dare una risposta. Fatto sta che questa sera allo Staples Center Ray Allen è stato il Fattore. Ha segnato una tripla pesantissima sul 83-83, riportando avanti Miami di tre lunghezze a 4.54 dalla sirena. Due minuti dopo ha realizzato un altro canestro da due importantissimo sul 88-86. Ed infine ha segnato forse il canestro decisivo del 94-90 ad 1.30 dal termine, indirizzando in maniera definitiva il match verso la sua squadra.

    Los Angeles Lakers: Kobe Bryant 22, Metta World Peace 16, Howard 13
    Miami Heat: LeBron James 39, Dwyane Wade 27, Ray Allen 9

    TUTTI I RISULTATI NBA DEL 17-01-2013

    DETROIT – KNICKS 87-102
    TIMBERWOLVES – CLIPPERS 77-90
    SUNS – BUCKS 94-98
    LAKERS – HEAT 90-99

    NBA TOP 10 WEEK 17 GENNAIO

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  • Si ferma anche Ambrosini, Milan in emergenza a centrocampo

    Si ferma anche Ambrosini, Milan in emergenza a centrocampo

    Nuovo stop in casa Milan, dopo le ripetute noie che affligono Muntari da diversi giorni, che si va a sommare al grave infortunio subito da Nigel De Jong nel match contro il Torino di inizio dicembre. Stavolta a bloccarsi è il capitano Massimo Ambrosini, infortunatosi durante la partita giocata allo Juventus Stadium contro i bianconeri, valida per i quarti di finale di Coppa Italia e persa dalla squadra rossonera ai tempi supplementari. L’ecografia a cui si è sottoposto il numero 23 del Diavolo ha evidenziato una lesione muscolare all’adduttore della coscia destra, infortunio che secondo le prime indiscrezioni potrebbe costringere Ambrosini a stare lontano dal terreno di gioco per oltre un mese, lasciando così il Milan orfano di una pedina importante a centrocampo proprio adesso che gli uomini di Allegri sono chiamati alla grande rimonta. Con Ambrosini fuori così a lungo, e vista la contemporanea assenza di giocatori come Muntari e De Jong, sarà inevitabile per Galliani e la dirigenza rossonera cercare nel mercato invernale almeno un calciatore in grado di sopperire alle gravi lacune già ampiamente evidenziate in questa stagione.

    Massimo Ambrosini durante il match contro la Juventus | ©Claudio Villa/Getty Images
    Massimo Ambrosini durante il match contro la Juventus | ©Claudio Villa/Getty Images

    Nei giorni scorsi gli addetti ai lavori avevano spinto il nome di Francesco Lodi in orbita rossonera, trovando anche il consenso dello stesso amministratore delegato della società di Via Turati, salvo però arrivare puntuale la smentita ufficiale di qualsiasi operazione in uscita da parte del Catania, fermamente intenzionato a trattenere almeno fino a giugno il suo regista. Lodi però non è il solo ad essere accostato alla squadra di Allegri. Avrebbe del clamoroso infatti, se confermata, la notizia di un possibile ritorno a Milanello di Mark Van Bommel, il quale ha lasciato un vuoto incolmabile nel centrocampo rossonero dopo l’addio al termine della scorsa stagione. E l’infortunio stesso di Ambrosini potrebbe accelerare di riflesso un’altra importante trattativa, quella che vede come protagonista Kevin Strootman, il cui costo però è superiore ai 12 milioni di euro.

    Nel frattempo, vista l’indisponibilità del capitano, Allegri ha deciso di aggregare alla Prima squadra il giovane talentuoso Bryan Cristante, centrocampista centrale classe ’95 della Primavera di Aldo Dolcetti, che già lo scorso anno aveva esordito con la prima squadra in occasione del match di Champions League contro il Viktoria Plzen subentrando a Robinho. Lo stesso Cristante nei giorni scorsi era stato investito da Adriano Galliani a futuro centrocampista del Milan targato 2013-2014, insieme al suo compagno di squadra Andrea Petagna.

  • NBA: Beli vince, ko il Gallo. LeBron supera 20 mila punti

    NBA: Beli vince, ko il Gallo. LeBron supera 20 mila punti

    Prima di parlare delle partite di stanotte, non possiamo non concedere la copertina di oggi a LeBron James, definitivamente entrato nella storia della Nba. Il giocatore di Miami è il più giovane (28 anni) ad aver raggiunto i ventimila punti in carriera, ed è il dodicesimo nella storia ad aver collezionato oltre ai 20k sotto canestro anche cinquemila rimbalzi e cinquemila assist. Chapeau al Prescelto, che nella serata appena trascorsa ha trascinato gli Heat alla vittoria contro Golden State con 25 punti, 7 rimbalzi e 10 assist. Curiosità: LeBron James ha strappato il record detenuto in precedenza da Kobe Bryant, che aveva siglato i suoi primi ventimila punti all’età di 29 anni e 122 giorni. Kobe che aveva a sua volta scavalcato sua maestà Wilt Chamberlain di appena 12 giorni, e lo stesso Michael Jordan, il quale arrivò a ventimila punti quando aveva quasi trentanni. Conclusa la doverosa copertina per LeBron, passiamo ora ai nostri due italiani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari.

    Belinelli sorride ancora | ©Jonathan Daniel/Getty Images
    Belinelli sorride ancora | ©Jonathan Daniel/Getty Images

    RAPTORS – BULLS 105-107 (OT): Vince ancora Chicago, alla sua quarta vittoria consecutiva in trasferta, il nono successo nelle ultime undici partite disputate lontano dallo United Center. I Bulls stavolta devono faticare più del previsto per avere la meglio sui non irresistibili Raptors, che all’Air Canada Center le provano davvero tutte per evitare la nona sconfitta casalinga. Invano però, perché  sui resti di Toronto si abbatte l’uragano di nome Carlos Boozer, autore del suo season-high con 36 punti, catturando anche 12 rimbalzi. Ma a segnare il canestro decisivo a quattro secondi dal termine del primo tempo supplementare è Luol Deng, che mette a referto 19 punti e sette assist. Positiva la prova del nostro Marco Belinelli, autore di dieci punti (2/9 da due, 6/9 a cronometro fermo), a segno con dei tiri liberi chiave nel finale del quarto periodo e del primo overtime. L’ex Fortitudo ha avuto fra le mani il pallone della vittoria negli ultimi secondi dell’ultimo quarto, ma il tiro ha trovato solo il ferro. Con questo successo Chicago supera Brooklyn in classifica e si piazza al quarto posto nella Eastern Conference, avendo un record di 22-15.

    THUNDER – NUGGETS 117-97: Troppo forte Oklahoma per Denver, che vede così interrompersi la striscia di sei vittorie consecutive. Gallinari non ha potuto nulla contro lo straripante Kevin Durant (20), ma sopratutto i Nuggets non sono riusciti ad opporsi in alcun modo allo scatenato Russel Westbrook, top scorer con 32 punti, di cui la metà messi a referto nel primo quarto. Oklahoma conferma di essere una macchina fin qui pressoché perfetta, e la dimostrazione di forza offerta allo Staples Center venerdì scorso potrebbe rappresentare forse la pietra miliare di una stagione che li vuole ancora protagonisti come lo scorso anno. Tra Denver il migliore è stato Koufos con 16 punti e 9 rimbalzi, a cui si aggiungono i 10 assist di Miller e i dodici punti di Iguodala. Per il Gallo undici punti in 26 minuti di gioco e la consapevolezza che non sempre dovrà sfidare un ragazzo dal numero 35 sulle spalle le cui iniziali sono la K e la D.

    LE ALTRE PARTITE: Nelle altre partite giocate nella notte, si registrano le vittorie casalinghe di Orlando (97-86 contro Indiana, Vucevic in doppia doppia con 16 punti e 15 rimbalzi), Atlanta (109-95 contro i Nets, career-high di Teague con 28 punti), Dallas (105-100 sui Rockets, Nowitzki top scorer con 19 punti), San Antonio (103-82 contro Memphis con un super Duncan da 19 punti, 8 rimbalzi, 4 assist e 5 stoppate), e i Kings (95-94 sui Wizards, Cousins in doppia doppia con 21 punti e 16 rimbalzi). Vittorie esterne invece per New Orleans, che si impone al Garden contro Boston 78-90 (15 punti e 11 rimbalzi di Greivis Vasquez), e Cavaliers, che superano i Blazers per 93-83 con i 31 punti di Irving.

    NBA RISULTATI 16-01-2013

    RAPTORS – CHICAGO 105-107
    MAGIC – PACERS 97-86
    HAWKS – NETS 109-95
    CELTICS – HORNETS 78-90
    THUNDER – NUGGETS 117-97
    MAVERICKS – ROCKETS 105-100
    SPURS – GRIZZLIES 103-82
    KINGS – WIZARDS 95-94
    BLAZERS – CAVALIERS 88-93
    WARRIORS – HEAT 75-92

    NBA TOP 10 16-01-2013

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  • Coppa Italia, la Fiorentina sbatte sul palo. Decide Destro

    Coppa Italia, la Fiorentina sbatte sul palo. Decide Destro

    E’ la Roma l’ultima semifinalista della Coppa Italia edizione 2013. La squadra giallorossa raggiunge così l’Inter, contro cui si giocherà l’accesso alla finalissima. Dall’altra parte del tabellone invece Juventus e Lazio. Ieri sera al Franchi la Fiorentina ha dovuto fare i conti con la rivoluzione adottata a sorpresa da Zdenek Zeman e la sfortuna più nera. Gli ospiti non possono che esultare, dal momento che il successo di ieri in casa dei gigliati può davvero rappresentare un nuovo inizio per la Roma, che adesso affronterà l’Inter tre volte in meno di dieci giorni (20, 23, 30 gennaio). Mastica amaro invece Vincenzo Montella, uno dei grandi ex della serata del Franchi. Per la sua Fiorentina infatti svanisce il sogno di raggiungere l’Europa attraverso la porta della Coppa Italia. A questo punto il campionato diventa l’unica valvola di sfogo per la squadra viola, arrivata alla terza sconfitta consecutiva dopo aver letteralmente incantato tutta Italia durante la prima parte di stagione.

    Mattia Destro è il match winner della Roma sul campo della Fiorentina | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Mattia Destro è il match winner della Roma sul campo della Fiorentina | ©Gabriele Maltinti/Getty Images

    CHI NON TI ASPETTI – L’1-0 finale porta la firma di Mattia Destro, bravo a sfruttare al meglio l’assist al bacio di Pjanic nel primo tempo supplementare, dopo che i novanta minuti regolamentari si erano chiusi sullo 0-0. Proprio lui, Destro, l’unico attaccante a disposizione di Zeman per la partita contro la Fiorentina, a causa delle indisponibilità di Totti (infortunato), Lamela e Osvaldo (squalificati), senza dimenticare Nico Lopez impegnato nel Sudamericano Under 20. Anche ieri l’ex attaccante di Siena e Inter ha fallito un’ottima palla gol nel corso del secondo tempo, ma alla fine è riuscito a scrivere il suo nome nella vittoria forse più importante fin qui della Roma targata Zeman, rivoluzionato dal boemo con una difesa a tre (Marquinhos, Burdisso, Castan) e l’unica punta Destro, aiutato da Pjanic e Florenzi, con gli esterni Piris e Balzaretti sacrificati sia alla fase difensiva che offensiva.

    SFORTUNA – L’altro comun denominatore di Fiorentina-Roma ha il nome della sfortuna. I padroni di casa infatti hanno fatto la collezione di pali e traverse, colpiti per ben tre volte durante il match. Il primo legno è arrivato nel finale della prima frazione di gioco, quando Aquilani su punizione ha centrato la traversa. La sorte poi si accanisce contro lo spagnolo Borja Valero, il cui sinistro viene respinto dal palo. Se non bastasse, dopo essere passata in svantaggio, la Fiorentina ha colpito un nuovo legno, il terzo, con Cuadrado. Forse non era davvero destino.

    Fiorentina-Roma 0-1, le pagelle
    Zeman 8: alla faccia del vecchio integralista. Sorprende tutti, anche i suoi stessi giocatori crediamo, con un’inedita difesa a tre. La squadra esce dal Franchi senza subire gol e con la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia, senza rinunciare al bel gioco. Chapeau.
    Destro 7: eroe per caso della serata giallorossa. Già, perché quando sbagli quelle occasioni per più gare di fila, e anche nella stessa partita, tutti pensano che non segnerai mai. Invece è la sua rete che decide l’incontro.
    De Rossi 6,5: nell’inedito 3-4-3 mostra di essere più a suo agio. Sfiora il gol nei primi minuti del primo tempo e dispensa autorevolezza al resto della squadra, salvo poi spegnersi nel finale.
    Montella 6,5: comunque sia andata non si possono non fare i complimenti alla Fiorentina e al suo allenatore, che ha tanto da recriminare in una partita giocata bene dai suoi giocatori, respinti soltanto dai tre legni.
    Borja Valero 6,5: quando lo si vede giocare ci si chiede perché non giochi in un grande club come Barcellona o Real Madrid. Ma tant’è, Firenze se lo tiene stretto.
    Jovetic 5,5: dopo il rientro dall’infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi di gioco per alcune settimane il montenegrino non ha ancora ritrovato quella lucidità sotto porta mostrata in avvio di campionato. Anche ieri Jojo ha continuato sulla falsa riga delle recenti apparizioni.

    Fiorentina-Roma 0-1, il tabellino
    Fiorentina (3-5-2): Neto 6, Savic 5,5, Tomovic 6, Pasqual 6, Borja Valero 6,5, Migliaccio 5,5, (65′ Romulo 5,5), Aquilani 6,5, Cuadrado 5, Toni 6 (78′ Ljajic 5,5), Jovetic 5,5. Allenatore: Montella 6,5
    Roma (3-4-3): Goicoechea 6, Marquinhos 6, Burdisso 6, Castan 6, Piris 5,5 (81′ Taddei 5), De Rossi 6,5, Bradley 6, Balzaretti 5,5 (58′ Dodò 5), Pjanic 6,5 (100′ Tachtsidis sv), Destro 7, Florenzi 6,5. Allenatore: Zeman 8

    VIDEO FIORENTINA-ROMA 0-1 (COPPA ITALIA 2013)

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  • Coppa Italia, Fiorentina e Roma si giocano un pezzo d’Europa

    Coppa Italia, Fiorentina e Roma si giocano un pezzo d’Europa

    E stavolta chi la spunterà? Se in campionato il verdetto è stato fin troppo unanime nei confronti della Roma, questa sera la Fiorentina può indovinare la partita perfetta per conquistare l’accesso alle semifinali di Coppa Italia. Non volendo entrare nel merito della questione stadio, già ampiamente sviscerata nei giorni scorsi, i riflettori sono tutti puntati sul tecnico dei giallorossi Zdenek Zeman, nuovamente al centro delle polemiche dopo le due sconfitte del 2013 contro Napoli e Bologna, che hanno cancellato la grande vittoria sul Milan prima di Natale. Per il boemo si tratta della prima grande sfida di quest’anno. Fin qui le due partite chiave della stagione giallorossa sono terminate come tutti sappiamo, con la cocente sconfitta allo Juventus Stadium per opera della squadra di Antonio Conte e il ko nel derby contro i cugini biancocelesti, che ad oggi, classifica alla mano, sono da considerarsi di un altro pianeta rispetto a Totti e compagni, sebbene il campionato debba ancora vivere tutto il girone di ritorno.

    ROMA – Lo stesso Francesco Totti, dopo aver saltato la trasferta di Catania, mancherà anche stasera in Coppa. Oltre al capitano, la Roma dovrà fare a meno degli squalificati Osvaldo e Lamela. Tra gli indisponibili figura anche il brasiliano Marquinho, escluso per scelta disciplinare, come spiegato dal boemo, dopo i fatti di Catania. In attacco quindi Mattia Destro sarà affiancato da Florenzi e Pjanic, per quello che sarà uno “stravagante” 4-3-3. A centrocampo torna titolare De Rossi, che agirà da interno con Tachtsidis regista e Bradley incursore. In difesa la notizia dell’ultimo minuto è l’assenza di Stekelenburg. Sarà quindi Goicoechea a sostituire l’olandese e a guidare il reparto difensivo composto dalla coppia centrale Marquinhos e Castan, con Piris e Dodò terzini.

    Vincenzo Montella sogna lo sgambetto alla sua ex squadra | ©Paolo Bruno/Getty Images
    Vincenzo Montella sogna lo sgambetto alla sua ex squadra | ©Paolo Bruno/Getty Images

    FIORENTINA – Situazione migliore in casa Fiorentina. Il grande ex Vincenzo Montella potrà infatti disporre di quasi tutti gli effettivi, a cominciare dal tandem d’attacco Toni-Jovetic, dati dallo stesso tecnico viola in grande forma. A centrocampo è in forse il cileno Pizarro. Nel caso non dovesse farcela, partirà dal primo minuto Migliaccio, con Aquilani e Borja Valero, che nonostante le preoccupazioni espresse da Montella alla vigilia del match circa le sue condizioni fisiche dovrebbe scendere regolarmente in campo dall’inizio. Gli esterni saranno Cuadrado e Pasqual, mentre la linea a tre di difesa sarà costituita da Tomovic, Rodriguez e Savic. In porta il ballottaggio tra Viviano e Neto vede favorito il primo.

    PRECEDENTI – Quest’anno Fiorentina e Roma si sono affrontate una sola volta. In campionato la sfida terminò con un pirotecnico 4-2 per i giallorossi. Fu quella una partita dalle mille emozioni, e forse la più bella di tutta la prima parte di stagione per gli amanti del bel gioco. La squadra allenata da Zeman seppe approfittare al meglio degli spazi concessi dai viola, rendendosi letale con le proverbiali verticalizzazioni del boemo. Tutto o molto si giocherà proprio sotto quest’ultimo aspetto. Se i padroni di casa avranno capito la lezione dell’Olimpico, per questa Roma potrebbe rivelarsi quantomai complicato staccare il pass per la qualificazione alle semifinali di Coppa.

    Probabili formazioni Fiorentina-Roma (quarti di finale Coppa Italia)
    Fiorentina (3-5-2): Viviano, Savic, Rodriguez, Tomovic, Pasqual, Cuadrado, Borja Valero, Migliaccio, Aquilani, Toni, Jovetic. Allenatore: Montella
    Roma (4-3-3): Goicoechea, Piris, Marquinhos, Castan, Dodò, De Rossi, Tachtsidis, Bradley, Destro, Florenzi, Pjanic. Allenatore: Zeman

  • Domenico Berardi vicino alla Juve, beffate Inter e Napoli

    Domenico Berardi vicino alla Juve, beffate Inter e Napoli

    Mentre di top player in casa bianconera non se ne vede manco l’ombra, Marotta continua a lavorare sotto traccia per la Juventus del futuro. E la notizia di oggi, che vede Domenico Berardi ormai prossimo a vestire la casacca della Vecchia Signora nella prossima stagione, conferma la buona gestione lato giovani della società torinese. Il contatto decisivo tra la Juve e il Sassuolo sarebbe avvenuto nella giornata di ieri, quando il presidente Agnelli ha contattato personalmente il collega del Sassuolo Squinzi, telefonata durante la quale il numero uno dei bianconeri ha ribadito l’intenzione del club di acquistare l’intero cartellino di Berardi lasciandolo comunque in Emilia fino al termine della stagione, in modo tale da non interferire nella grande cavalcata della squadra allenata da Eusebio Di Francesco. E proprio Domenico Berardi è uno dei pilastri dei neroverdi guidati dall’ex tecnico di Lecce e Pescara. Con il suo contributo infatti, il talentuoso attaccante esterno classe ’94 è entrato di diritto nel privilegiato club dei migliori talenti della Serie B, campionato tradizionalmente alquanto ostico per un giovane.

    Domenico Berardi vicinissimo alla Juve | ©Marco Luzzani/Getty Images
    Domenico Berardi vicinissimo alla Juve | ©Marco Luzzani/Getty Images

    Il 18 enne di Cariati Marina ha fin qui totalizzato 18 presenze per un complessivo di 1021 minuti, segnando 4 gol oltre a 3 assist, diventando da subito uno dei migliori goleador dell’attacco del Sassuolo insieme a Richmond Boakye e Leonardo Pavoletti. Curiosamente Domenico Berardi è andato in rete sempre nelle partite giocate davanti al pubblico dell’Alberto Braglia, mentre in trasferta deve ancora sbloccarsi.

    I suoi numeri hanno destato l’interesse dei club più importanti di Serie A come Inter e Napoli, ma sembra che la Juve nelle ultime ore abbia operato il sorpasso decisivo, come raccontato dall’esperto di calciomercato Alfredo Pedullà nella serata di ieri su Sportitalia, rivelando come Andrea Agnelli abbia ricordato al presidente del Sassuolo Squinzi l’affare Boakye, attualmente in prestito in Emilia, e come le due società siano di fatto unite dal calciatore ghanese (che da questo sabato inizierà l’avventura in Coppa d’Africa).

    Domenico Berardi quindi andrà con ogni probabilità ad aggiungersi ai vari Paul Pogba e Manolo Gabbiadini, acquisti “verdi” della Juventus targata 2012, e che andranno a comporre l’ossatura futura di una squadra ambiziosa sia in Italia che in Europa.

  • Lakers sulle spalle di Howard, Denver in braccio a Gallinari

    Lakers sulle spalle di Howard, Denver in braccio a Gallinari

    Oggi parleremo della rinascita di Dwight e dei Lakers, dell’ennesima tripla decisiva del Gallo, e di quanto la panchina dei Clippers possa giocare un ruolo fondamentale in assenza di Chris Paul. NUGGETS – BLAZERS 115-112 (OT): E sono sei. Al Pepsi Center Denver conquista la sesta vittoria consecutiva (season-high), ribaltando Portland al primo overtime. La differenza? Gallinari le mette, Lillard no. Fantastica prestazione del nostro Danilo, che a un minuto dallo scadere del primo tempo supplementare porta i Nuggets avanti con la bomba del 109-107. Per l’azzurro sono 25 i punti messi a referto (top scorer dei suoi), dei quali 13 segnati soltanto nel primo quarto. Non si può non sottolineare però la prova di Ty Lawson (24 punti e 12 assist) e quella di The Manimal, con Faried che chiude in doppia doppia (21 punti e 11 rimbalzi, 9/12 da due). Calcolatrice alla mano, le tre star di Denver hanno messo insieme qualcosa come 70 punti, senza dimenticare anche i 13 punti dalla panchina arrivati dalle mani di Wilson Chandler, in campo per 19 minuti. E così diventa inutile la comunque ottima prova offerta dal quintetto di Portland, che ha in Aldridge l’assoluto protagonista (28 punti, 8 rimbalzi, 6 assist), anche perché nei momenti chiave della partita la palla ce l’aveva un certo Lillard, il quale nonostante si stia imponendo quest’anno come uno dei migliori rookie non ha ancora la freddezza dei grandi campioni (a Chicago potrebbero pensarla diversamente però). In classifica Denver (24-16) allunga su Houston e gli stessi Blazers, consolidando il sesto posto nella Western Conference.

    Danilo Gallinari contro Portland | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Danilo Gallinari contro Portland | ©Doug Pensinger/Getty Images

    LAKERS – BUCKS 104-88: Stanno tornando. D’accordo, forse Cavaliers e Bucks non sono proprio gli avversari più tignosi della lega, sopratutto se la cornice è quella dello Staples Center, però è un fatto innegabile come la squadra di Mike D’Antoni abbia svoltato nel Monday night contro Cleveland. Due vittorie consecutive in 24 ore, minuto più minuto meno, e quello che più è importante, un ritorno a buoni livelli di Dwight Howard. Il Superman di Orlando è rientrato alla grande, e nelle ultime due partite sembra davvero un altro giocatore rispetto all’avvio di stagione. Stanotte Dwight ha segnato 31 punti (top scorer insieme a Bryant), catturato 16 rimbalzi, e stoppato quattro volte. Va da sé che avendo anche Steve Nash come assist man (11, nove nel primo tempo), ed una difesa che inizia a funzionare, tutto diventa più facile per i californiani. Il profondo rosso toccato contro i Thunder diventa ad ogni ora un ricordo più confuso, sebbene i giallo-viola non debbano commettere l’errore di dimenticare chi fossero soltanto quattro-cinque giorni fa. Sta di fatto che in classifica Portland è distante soltanto tre vittorie. E con ancora metà stagione da giocare, i Lakers possono ragionevolmente pensare in positivo, forse per la prima volta quest’anno, dopo aver speso intere settimane sui banchi di scuola per studiare quel concetto chiave sotto la voce chemistry.

    LE ALTRE PARTITE: Rimanendo in California, i Clippers hanno battuto in trasferta i Rockets 109-117, arrivando ad un record stagionale di 30-19. Nonostante sia mancato per la seconda serata consecutiva il loro giocatore simbolo Chris Paul ancora alle prese con la botta rimediata nel finale di partita contro J.J. Redick, match alla fine vinto proprio dai Magic. Al Toyota Center il migliore è Jamal Crawford con i suoi 30 punti dalla panchina. Ai 76 ers non bastano invece i 29 punti di Jrue Holiday per evitare il ko interno contro gli Hornets (Greivis Vasquez top scorer con 23 punti). Vittoria in trasferta anche per Indiana (76-103 a Charlotte), con 16 punti e 10 rimbalzi di Paul George. Perdono, e non è una sorpresa, i Raptors al Barclays Center di Brooklyn, dove i Nets vincono la loro settima partita consecutiva, consegnando a coach P.J. Carlesimo un invidiabile record di 9-1. Mattatore dell’incontro Brook Lopez con 22 punti e 9 rimbalzi.

    NBA RISULTATI 15-01-2013

    76 ERS – HORNETS 99-111
    BOBCATS – PACERS 76-103
    NETS – RAPTORS 113-106
    ROCKETS – CLIPPERS 109-117
    NUGGETS – BLAZERS 115-111 (OT)
    LAKERS – BUCKS 104-88

  • Nicola Bellomo, il talento del Bari conteso da Inter e Milan

    Nicola Bellomo, il talento del Bari conteso da Inter e Milan

    Nicola Bellomo e il grande salto. Il jolly del Bari di mister Torrente è pronto a fare i bagagli e trasferirsi dalla prossima estate a Milano. E’ ancora da decidere però in quale squadra giocherà Nicola, se al Milan o all’Inter. Sarà la finestra di mercato invernale a dircelo, con i rossoneri che avrebbero operato nelle ultime ore il sorpasso decisivo sui cugini nerazzurri, proponendo alla dirigenza pugliese oltre 2 milioni di euro per la comproprietà del cartellino. In pochi fino all’anno scorso avrebbe scommesso un solo euro sul giocatore di Bari vecchia. Nonostante l’esordio ad appena 18 anni nel maggio del 2009, anno della promozione dei galletti in Serie A con Antonio Conte in panchina, Nicola Bellomo era stato nuovamente declassato nella squadra Primavera per l’intera stagione successiva. Nel 2010 viene ceduto in prestito al Barletta in Lega Pro, dove vive un annata discreta con 33 presenze e sei gol segnati venendo utilizzato nel ruolo di attaccante, per Bellomo una novità assoluta essendo nato come centrocampista offensivo. In seguito alla nuova retrocessione in Serie B del Bari, il giovane talento pugliese torna alla base, senza però riuscire ancora ad affermarsi in maniera decisiva, disputando 19 presenze (compresa la Coppa Italia) condite da tre reti, fra cui il bellissimo gol da metà campo nella sfida all’Adriatico contro il Pescara di Zeman, gesto tecnico che consente a Bellomo di battere il primo colpo nel parterre degli artisti pallonari.

    Nicola Bellomo, il talento del Bari conteso da Inter e Milan | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Nicola Bellomo, il talento del Bari conteso da Inter e Milan | ©Gabriele Maltinti/Getty Images

    La reale e definitiva consacrazione di Nicola Bellomo con la maglia del Bari avviene però quest’anno, rendendosi protagonista di una prima parte di campionato strepitosa, con sei gol in 20 presenze, trascinando la squadra di Vincenzo Torrente di fatto in zona play-off se non considerassimo per un attimo la penalizzazione di 7 punti inflitta alla società pugliese in estate. Ma quello che più colpisce in Nicola Bellomo è la sua capacità di sapersi adattare in qualunque situazione (anche da regista di centrocampo) e a qualunque compito, mostrando quindi grande intelligenza tattica, sebbene per caratteristiche il suo ruolo naturale è quello di trequartista, dove ha l’opportunità di mettere in mostra il suo colpo migliore, ovvero l’assist.

    Le recenti prestazioni offerte in Serie B con il Bari, oltre ad attrarre in maniera fatale i club di Serie A, gli hanno permesso anche di riallacciare i rapporti con le Nazionali giovanili. A fine dicembre è stato infatti convocato da Devis Mangia per l’amichevole dell’Under 21 contro la selezione dell’Italia B allenata da Piscedda, match che ha visto lo stesso Bellomo realizzare il gol del provvisorio 3-2 nel corso della ripresa.

    In molti accostano il numero 10 del Bari all’altro genio di Bari vecchia, che risponde al nome di Antonio Cassano. Ad onor del vero le storie sono simili, con Bellomo salvato da un futuro altrimenti con più ombre che luci soltanto dal pallone, per il quale a quanto si racconta non avrebbe avuto da giovane un feeling particolarmente positivo, ma sarebbe stata invece la madre ad obbligarlo quasi a dare calci a quel pallone che oggi potrebbe regalargli il suo primo vero contratto da extra-dotato. A sorpresa però Nicola Bellomo non vuole essere paragonato al Fantantonio nazionale, dichiarando apertamente come loro due siano in realtà diversi, sebbene abbia riconosciuto di recente come Cassano sia sempre stato un suo idolo. E chissà che un giorno i due talenti di Bari vecchia non possano giocare insieme in un prossimo futuro.

    SCHEDA
    Nome: Nicola Bellomo
    Data di nascita: 18-02-1991, Bari
    Nazionalità: Italia
    Ruolo: trequartista
    Piede: destro
    Squadra: Bari
    Altezza: 174 cm
    Valore: 2 milioni

    VIDEO GOL NICOLA BELLOMO DA CENTROCAMPO

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