Autore: Federico giuliani

  • Il Chelsea su Conte Abramovic vuole il tecnico della Juve

    Il Chelsea su Conte Abramovic vuole il tecnico della Juve

    Le gesta di Antonio Conte hanno fatto il giro d’Europa e sono arrivate fino all’Inghilterra. In questa nazione c’è una squadra ricchissima, il cui proprietario ha speso cifre folli per costruire e rafforzare la sua creatura. Il fatto è che non sempre le cose sono girate per il verso giusto. Fra esoneri e soldi buttati al vento, molti sono stati gli errori del presidente. A prima vista potrebbe sembrare l’incipit di una favola e invece no. Stiamo parlando del Chelsea, il club posseduto dal ricchissimo magnate russo Roman Abramovic. Non contento di aver vinto la scorsa Champions League con l’esordiente Di Matteo, il patron non ha più puntato sul tecnico italiano esonerandolo dopo la sconfitta per 4-0 subita ai danni della Juventus. Nonostante la tentazione Mourinho rimanga altissima, ci sono dei nomi nuovi per la panchina dei Blues. L’attuale allenatore del Chelsea sembra essere solo di passaggio: Rafa Benitez non sta affatto piacendo all’ambiente tanto che le critiche che lo spagnolo deve sorbirsi arrivano da tutti i fronti. In Premier il Chelsea non è più capace di fare la voce grossa, la Champions è stata un fallimento completo e adesso non resta che l’Europa League per salvare una stagione quasi disastrosa.

    Antonio Conte finisce sulla lista di Abramovic: possibile futuro al Chelsea? | © AFP/Stringer / Getty Images
    Antonio Conte finisce sulla lista di Abramovic: possibile futuro al Chelsea? | © AFP/Stringer / Getty Images

    DECLINO – Dopo la vittoria roboante ottenuta in Champions League ai danni del Bayer Monaco sono arrivate due sconfitte clamorose. La prima, nella finale della Supercoppa europea: in quella partita gli uomini di Di Matteo furono strapazzati dall’Atletico Madrid di Flacao e il risultato finale fu un secco 4-0 per gli spagnoli. Il secondo K.o arriva nel Mondiale per Club: il Chelsea perde in finale e torna in Inghilterra a mani vuote. Due trofei alla portata dello squadrone di Abramovic persi per strada. La pazienza del russo è poca e proprio per questo in casa Chelsea si sta pensando a un nuovo allenatore. Per finire al meglio questa stagione e per iniziare la prossima da protagonisti.

    CONTE – Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, ci sarebbe un nome nuovo come candidato per la panchina del Chelsea: Antonio Conte. Se l’attuale allenatore Benitez dovesse toppare i prossimi due impegni contro Wigan in Premier e Brentford in Coppa d’Inghilterra, le premesse per l’arrivo di un nuovo traghettatore in casa Chelsea ci sono tutte. Abramovic si è già ampiamente tutelato: dopo l’occhiolino del mai dimenticato Josè Mourinho che non se la sta passando affatto bene con il Real Madrid, ecco spuntare una nuova ipotesi: Antonio Conte. Lo juventino potrebbe essere l’uomo giusto per rivitalizzare un ambiente decaduto. Con il suo carattere guerriero, Conte è ritenuto un gladiatore capace di rimettere ordine in uno spogliatoio demoralizzato con tanti campioni che rendono meno del previsto. La lista degli scontenti del Chelsea è molto lunga: fra questi nomi meritano senz’altro menzione Torres, lontano parente del bomber spietato visto al Liverpool e con la maglia della nazionale spagnola, Terry, finito sui giornali per parecchie notizie extra calcistiche, Lampard, che fino a poche settimane fa era sul mercato. Insomma i giocatori ci sono, i soldi, non bisogna nemmeno pensarci, non mancano. Il fatto è che uno come Abramovic vuole vincere. In più se si pensa a quanto ha speso fino ad ora il Chelsea e quanto ha vinto, c’è da farsi due domande. Soldi spesi male o allenatori poco capaci? Forse più la prima ipotesi ma la colpa, si sa, è sempre degli allenatori. Così è più facile.

  • Inter, ora è crisi nera. Stramaccioni rischia

    Inter, ora è crisi nera. Stramaccioni rischia

    L’Inter doveva essere l’anti Juve. Lo scontro diretto vinto dai nerazzurri sul campo mai espugnato della Juventus per 3-1, secondo la maggior parte dei critici e dell’opinione pubblica, bastava per poter ritenere l’Inter una pretendente allo Scudetto. Utopia? A distanza di qualche mese possiamo, oltre che concordare sull’aspetto utopistico della considerazione, farci anche qualche risata. In Italia purtroppo siamo abituati agli estremi: o si da importanza a un fatto o si tralascia. Nel nostro caso la vittoria dell’Inter allo Juventus Stadium è stata esaltata troppo: i più catastrofisti ritenevano già finito il ciclo della Juventus con conseguente crollo in campionato. Mai ci fu previsione più errata. Col senno di poi, possiamo tranquillamente affermare che l’impresa di Stramaccioni a Torino non è stata altro che una grande vittoria fine a sè stessa. Non che sia stato un caso perchè l’Inter meritò sul campo di vincere, ma assolutamente non è neppure stato l’inizio di un ciclo vincente per l’Inter. Semmai proprio da quella partita iniziarono i guai per gli Strama Boys: troppa importanza mediatica? Troppe pressioni? Comunque sia nelle partite successive è stato evidente il calo fisico e mentale dei nerazzurri: con la sconfitta di ieri sono solo 6 i punti raccolti nelle ultime 7 gare. Roba da brividi per una squadra considerata solo qualche mese fa l’anti juve. Analizziamo meglio la situazione di crisi dell’Inter classificando le cause del declino nerazzurro in due motivi: quelli legati a Stramaccioni e alle sue scelte, e quelli legati alle valutazioni della dirigenza.

    Andrea Stramaccioni pensieroso: la sua Inter ha raccolto solo 6 punti nelle ultime 7 partite | © Gabriele Maltinti/Stringer / Getty Images
    Andrea Stramaccioni pensieroso: la sua Inter ha raccolto solo 6 punti nelle ultime 7 partite | © Gabriele Maltinti/Stringer / Getty Images

    COLPE DI STRAMA – Andrea Stramaccioni appena un mese fa veniva elogiato e addirittura paragonato a Josè Mourinho solo per aver incanalato qualche vittoria di fila. La stampa sportiva italiana è in grado anche di fare cose simili. Quest’anno Stramaccioni aveva iniziato bene sulla panchina dell’Inter poi, complici infortuni, scelte della dirigenza e una squadra non proprio all’altezza delle aspettative, il giovane allenatore si è trovato sull’orlo del baratro. Già, perchè perdere per due volte contro il Siena -con tutto il rispetto per i toscani- e regalare 6 punti ai toscani ultimi in classifica non è impresa da tutti. Intanto Stramaccioni non è apparso sicuro nelle scelte: perchè far scendere in campo Schelotto che non è in forma e che ancora non è entrato alla perfezione negli automatismi della squadra? Perchè invece non aver puntato sull’altro arrivato, il giovane Kovacic dal primo minuto invece di inserirlo solo nella ripresa? Diciamo che Strama ha le sue colpe però non è tutto da imputare al tecnico nerazzurro. Se i giocatori sono quelli, la colpa non è di certo sua ma di qualcun’altro. La panchina del tecnico comunque inizia a traballare…

    COLPE DIRIGENZA – Arriviamo al punto critico della riflessione. Se Strama fa i suoi errori -come tutti del resto- anche la dirigenza si è impegnata in negativo. Intanto il mercato non è apparso convincente. L’Inter ha ceduto Sneijder, forse l’unico trequartista di livello che avevano in casa i nerazzurri. Adesso Stramaccioni ha dovuto reinventare Guarin trequartista togliendo un elemento di spessore come il colombiano dal centrocampo. I nuovi arrivi non hanno molta utilità, almeno nell’immediato. Forse con un po’ di pratica potranno aiutare l’Inter ma non si possono pretendere miracoli. Assurda poi la scelta di affidarsi a Rocchi, attaccante d’esperienza, per carità, ma in avanti con l’età piuttosto che confermare il giovane Livaja. La difesa, il reparto più incerto non può affidarsi a Chivu centrale e urgevano rinforzi. La colpa è di tutti ma a rimetterci è solo l’Inter.

  • Bayern Monaco in fuga, il Dortmund è secondo

    Bayern Monaco in fuga, il Dortmund è secondo

    Bundesliga, ventesima giornata. Le partite passano ma non c’è proprio niente di nuovo sotto il sole.  Il Bayern Monaco continua la sua marcia spietata quanto perfetta verso il titolo ormai quasi conquistato visto il vantaggio accumulato ai danni delle dirette inseguitrici. A proposito: il Borussia Dortmund è salito al secondo posto battendo per 3-2 il Leverkusen alla BayArena . Con questa importante vittoria esterna i gialloneri scavalcano proprio il Leverkusen e si portano a -12 dalla vetta, dall’imprendibile Bayern Monaco. Se i giochi sono già scritti o quasi in vetta, tutto è ancora da decidere sia per quanto concerne l’ingresso nelle coppe Europee ( Champions League ed Europa League) sia per la permanenza in Bundesliga. In coda la situazione è molto interessante con sei squadre distanziate soltanto da 12 punti: tutto può ancora accadere. Analizziamo nel dettaglio i risultati della ventesima giornata di Bundesliga.

    Il Borussia Dortmund batte il Leverskusen per 3-2 ed è secondo | ©  PATRIK STOLLARZ/Staff / Getty Images
    Il Borussia Dortmund batte il Leverskusen per 3-2 ed è secondo | © PATRIK STOLLARZ/Staff / Getty Images

    DORTMUND SECONDO – Senza starci a dilungare troppo sul noioso Bayern che continua a vincere e segnare goleade -per la cronaca 3-0 sul campo del Mainz 05 con i gol di Muller e la doppietta di Mandzukic- concentriamoci sulla partita più emozionante della giornata. Bayern Leverkusen-Borussia Dortmund è un match valido per il campionato b: cosa vuol dire? Semplice. In vetta il Bayern Monaco gioca un altro campionato quindi le altre squadre nettamente distanziate giocano virtualmente un secondo torneo: le più forti di questo sono il Leverkuse e il Dortmund. Ieri sera gli uomini di Klopp hanno centrato una vittoria esterna pesantissima per 3-2: tre punti fondamentali che permettono al Borussia Dortmund di portarsi in seconda posizione grazie ai gol di Lewandowski, Blaszczykowski e Reus. Per i padroni di casa, a poco serve la doppietta di Reinartz. L’Eintracht ne approfitta e vincendo per 2-0 sul campo dell’Amburgo si porta a una sola distanza dal Leverkusen.  Il Werder Brema esce dalla crisi di risultati negativi battendo l’Hannover per 2-0 con la doppietta di Petersen. Come vedremo fra poco, lo Schalke 04 invece no e continua il suo momento nero perdendo una partita all’apparenza facile come poche.

    SALVEZZA – In coda sono da registrare importanti vittorie delle seguenti squadre: Greuther Furt, Hoffenheim, Fortuna Dusseldorf e Norimberga. Il Greuther Furth sbanca il difficile campo dello Schalke grazie a Klaus e Djurdjic: serve a poco il gol di Bastos. L’Hoffenheim sconfigge il Friburgo per 2-1 per via della doppietta di Volland. Non ne approfitta invece l’Augsburg che non va oltre il pari contro l’ormai nobile decaduto Wolfsburg ( a segno per i padroni di casa Naldo e per gli ospiti Moravek). Il Fortuna grazie all’ampia vittoria ottenuta ai danni dello Stoccarda per 3-1 (doppietta di Kruse e Frink per i locali e  Gentner per gli ospiti) si porta a quota 24 punti, appena sopra la zona rossa. Nelle ultime posizioni tutto è ancora possibile e tutte le squadre invischiate nella lotta salvezza possono ambire alla permanenza in Bundesliga.

    Bundesliga, risultati ventesima giornata: 

    Werder Brema-Hannover 2-0

    Fortuna Dusseldorf-Stoccarda 3-1

    Hoffenheim-Friburgo 2-1

    Mainz-Bayern Monaco 0-3

    Schalke 04-Greuther Furth 1-2

    Wolfsburg-Augsburg 1-1

    Amburgo-Eintracht 0-2

    Norimberga-Borussia Monchengladbach 2-1

    Bayer Leverkusen-Borussia Dortmund 2-3

    Bundesliga, classifica dopo venti giornate

    1. Bayern 51
    2. Dortmund 39
    3. Leverkusen 37
    4. Eintracht 36
    5. Mainz 30
    6. Borussia M. 29
    7. Schalke 04 29
    8. Friburgo 28
    9. Amburgo 28
    10. Hannover 26
    11. Stoccarda 25
    12. Werder Brema 25
    13. Fortuna 24
    14. Wolfsburg 23
    15. Norimberga 21
    16. Hoffenheim 16
    17. Augsburg 14
    18. Greuther Furth 12

     

  • Pato come Balotelli, subito in gol col Corinthians

    Pato come Balotelli, subito in gol col Corinthians

    Alexandre Pato ce l’ha nel sangue. Il gol all’esordio è ormai una costante nella carriera del giovane brasiliano.  Ieri, nella goleada del Corinthians al povero Oeste, è andato in rete pure l’ex milanista. Gli autori delle cinque marcature che vanno a comporre la manita dei bianconeri brasiliani portano la forma di Paulo Guerrero ( doppietta), Paulinho, noto obbiettivo di mercato dell’Inter sfumato, Danilo e appunto Pato. L’ex rossonero è entrato nel tabellino dei marcatori al 73′: era sceso in campo soltanto tre minuti prima. Gol lampo quello di Pato ma non c’è da stupirsi perchè il Papero ha già fatto vedere cose simili. Vi rinfreschiamo la memoria con alcuni episodi avvenuti nel recente passato.

    Pato: gol all'esordio con il Corinthians | © AFP/Stringer / Getty Images
    Pato: gol all’esordio con il Corinthians | © AFP/Stringer / Getty Images

     

    LA RINASCITA? – Pato non è nuovo a gol segnati al momento dell’esordio. E’ già successo un numero di volte abbastanza elevato. L’ultima, come abbiamo detto, risale all’appena conclusa giornata del campionato Paulista con la nuova maglia del Corinthians. Al Papero sono bastati due minuti dal suo ingresso in campo per poter segnare e presentarsi al meglio ai suoi nuovi tifosi che sicuramente lo hanno già esaltato come è giusto che sia. Descriviamo la dinamica che ha portato al gol Pato. L’ex rossonero riceve palla da Paulinho, calcia di destro ma il portiere avversario respinge ma sul rimbalzo il Papero è pronto a ribattere a rete. Gol sostanzialmente facile da realizzare ma che risulta essere importantissimo per il morale di un ragazzo negli ultimi tempi sceso a livelli minimi. Numerosi infortuni hanno minato la crescita di un giocatore dal potenziale altissimo. Nelle ultime stagioni in rossonero, sono nettamente di più le volte in cui Pato è dovuto star fuori per infortunio che non le volte in cui è stato impiegato in campo. I gol sono arrivati col contagocce e questo non è mai un fatto positivo per un attaccante. In questa nuova avventura brasiliana sembra che Pato possa rinascere: visti i precedenti non vogliamo esserne troppo sicuri. L’infortunio per il fragile giocatore è sempre dietro l’angolo anche se esordire con gol è sempre un buon segnale. Le basi per potersi riprendere lo scettro di top player ci sono tutte ma il percorso per la seconda consacrazione dipenderà molto da Pato ma anche dalla fortuna. E’ vero che in passato il Papero ha subìto molti infortuni ma alcuni di questi anche in modo abbastanza sfortunato. Da sportivi confidiamo in Pato e speriamo in una sua rinascita.

    GOL ALL’ESORDIO – Curiosità: Pato ha quasi sempre segnato all’esordio con una nuova squadra che sia questa di club o di nazionale. Nel lontano 2006 il Papero militava nell’Internacional e andò a segno contro il Palmeiras. Fra il 2007 e il 2008 altri due gol con la maglia del Milan: il primo all’esordio assoluto in un’amichevole contro la Dinamo Kiev, il secondo in campionato contro il Napoli. Finita qui? Nemmeno per idea. Pato è andato a segno pure nella prima gara con la nazionale brasiliana: anno 2008, vittima la Svezia. Se a questi notevoli episodi aggiungiamo anche il super gol segnato al Camp Nou la stagione scorsa in Champions League con la maglia del Milan, Pato diventa un attaccante decisamente precoce. Contro i catalani bastarono appena 24 secondi per trafiggere Valdes.

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  • Roma-Cagliari 2-4, Zeman senza difesa e alibi

    Roma-Cagliari 2-4, Zeman senza difesa e alibi

    Risultato clamoroso all’Olimpico in questo anticipo della 23^ giornata della Serie A. Il Cagliari del duo Pulga-Lopez strapazza la Roma e rifila quattro reti ai giallorossi che sono ormai in caduta libera. Zeman, dopo aver rischiato pesantemente in settimana, ora potrebbe finire sulla graticola e pagare per i pessimi risultati dei capitolini. Eppure il Cagliari non è mai stata una formazione che in trasferta ha offerto molti gol: questa sera invece i sardi hanno addirittura passeggiato sul cadavere della Roma senza pietà. I tifosi giallorossi hanno ormai perso la pazienza e alle bordate di fischi si aggiungono i numerosi striscioni contro Zeman. “Via il boemo” spunta a un certo punto nella curva giallorossa, segno di una evidentemente rabbia del pubblico di fede romanista. Dalla possibile anti-Juve di inizio anno, alla squadra che ha un attacco fantastico, la Roma diventa un flop pazzesco, una delle squadre più deludenti del campionato in corso. E tutto in poco tempo. Colpa di Zeman e delle sue scelte o dei giocatori? Il dibattito è aperto anche se rispondere non sarà facilissimo.

    Francesco Totti incredulo dopo la pesante disfatta contro il Cagliari | ©Filippo Monteforte/AFP/Getty Images
    Francesco Totti incredulo dopo la pesante disfatta contro il Cagliari | ©Filippo Monteforte/AFP/Getty Images

    SENZA DIFESA – D’accordo che Zeman schiera sempre una formazione votata all’attacco ma ieri sera il boemo ha esagerato. Difesa della Roma inesistente o, se vogliamo, imbarazzante in tutto e per tutto, portiere compreso. Da ogni angolazione la si guardi, la retroguardia giallorossa si è dimostrata un colabrodo nel vero senso della parola. I patemi per la Roma iniziano presto tanto che già al 2′ Sau, ben involato da un lancio filtrante proveniente dalle retrovie, può raggiungere il fondo e proporre al centro un pallone delizioso. Tutti immobili a guardare il tocco facile facile di Nainggolan che porta i sardi già in avanti. La Roma ha una reazione anche se non mette in mostra il gioco frizzante di Zeman: sono evidenti numerosi problemi sia in difesa che in attacco. Se anche gli attaccanti tradiscono Zeman siamo davvero alla frutta. Il pareggio giallorosso arriva con Totti direttamente da calcio di punizione poco dopo la mezz’ora, al limite dell’area. Punizione generosa fischiata dall’arbitro Romeo, barriera che si sposta e il tiro del capitano giallorosso che batte Agazzi per il pari. Il secondo tempo potrebbe offrire un film diverso ma dopo pochi minuti ecco il pasticcio della Roma. Da un cross innocuo di Avelar, Goicoechea esce in presa sicura ma il portiere inaspettatamente perde il pallone che finisce in rete. Autogol clamoroso dell’estremo difensore che gioca titolare al posto di un certo Stekelnburg.

    DISCESA – A questo punto per il Cagliari è una passeggiata. Roma sotto shock e spazi che diventano praterie. I sardi in contropiede triplicano con Sau che indisturbato trafigge Goicoechea di testa su perfetto assist di Ibarbo. A venti minuti dalla fine Pisano porta i suoi sul 4-1 ribattendo a rete un tiro di Sau terminato sul palo. Per il Cagliari è festa grande. Non serve a niente il gol finale di Marquinho che riduce lo svantaggio ma non cancella una grande umiliazione per la Roma di Zeman. Proprio il boemo rischia di venire esonerato. Intanto l’ambiente ha perso la pazienza e ha iniziato a contestare: durante la partita si sono sentiti bordate di fischi all’indirizzo della squadra.

    Pagelle Roma-Cagliari

    Sau 7 Devastante per come mette in crisi la difesa della Roma. Lui e Ibarbo sembrano Messi e Cristiano Ronaldo e ad ogni affondo sono guai per la retroguardia giallorossa.

    Goicoechea 4 Papera colossale da “Mai dire gol”. Come si può fare un’autorete del genere? Segno evidente di un caos nella testa del giocatore.

    Totti 6 Il capitano giallorosso si salva solo per il rotto della cuffia. Nemmeno lui ha fatto una bella partita ma almeno ha segnato e c’ha messo grinta.

    Nainggolan 6,5 Segna e in regia va che è una meraviglia. Piccola pecca: a volte è troppo irruento. Rischia il rosso nel finale.

    Tabellino Roma-Cagliari:

    Roma (4-3-3): Goicoechea 4; Piris 4.5, Burdisso 5, Marquinhos 5, Dodò 5.5; Bradley, Florenzi 5 (60′ De Rossi 6), Tachtsidis 4.5 (60′ Marquinho 6) ; Osvaldo 4.5, Totti 6, Lamela 5. A disp: Lobont, Taddei, Stekelenburg, Castan, Torosidis, Romagnoli. All. Zeman.

    Cagliari (4-3-1-2): Agazzi 6; Pisano 6.5, Astori 6.5, Rossettini 6.5 (77′ Perico 6), Avelar 6.5; Conti 6.5 (81′ Casarini s.v), Ekdal 6.5, Nainggolan 6.5; Thiago Ribeiro 6.5 (88′ Cossu s.v), Sau 7, Ibarbo 7. A disp: Avramov, Pinilla, Dessena, Del Fabbro. All. Pulga-Lopez.

    Reti: 3′ Nainggolan, 35′ Totti, 46′ Goicoechea (aut.), 52′ Sau, 71 Pisano, 94 Marquinho.

    Note: Ammoniti: Piris, Tachtisidis, Lamela (Rom), Avelar, Nainggolan

    Roma-Cagliari 2-4, il video

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  • Roma-Cagliari: Zeman schiera Torosidis titolare

    Roma-Cagliari: Zeman schiera Torosidis titolare

    Roma-Cagliari si ostina ad essere una sfida particolare. Dopo le tribolate vicende riguardanti la partita d’andata, che costrinsero i sardi a perdere a tavolino per 3-0, anche per questa volta c’era il rischio di complicazioni. Fortunatamente alla fine si è trovato un accordo ragionevole e Roma-Cagliari si giocherà senza problemi: l’unica cosa è che la partita è stata anticipata a questa sera. Di venerdì, giorno anomalo per la Serie A. Il motivo di questa misura è presto detto: domenica l’Olimpico non potrà essere utilizzato a causa della sfida fra Italia e Francia match valevole per il torneo del Sei Nazioni di rugby.

    La sfida tra giallorossi e rossoblu metterà in palio punti importanti per entrambe le squadre. Da una parte troviamo una Roma alla ricerca della sua identità travolta dagli ultimi problemi interni relativi al caso Zeman. Dall’altra parte troviamo un Cagliari che vuole portare a casa punti pesantissimi nell’ottica salvezza. La partita si gioca sulle ceneri di precedenti polemiche avvenute proprio per la data di gioco della sfida con il presidente del Cagliari Cellino che addirittura scrisse e consegnò alla Lega Calcio una lettera di lamentela per spostare la partita. A causa della sfida di Tim Cup fra Roma e Inter, i giallorossi avrebbero dovuto vedersela col Cagliari in un periodo frapposto a due impegni troppo ravvicinati per il Cagliari. Forse più per ripicca che altro, Cellino ha voluto farsi sentire e, a differenza della partita d’andata dove la dirigenza del Cagliari si mosse malissimo, questa volta i sardi sono stati accontentati. Si gioca questa sera alle ore 20:45 allo stadio Olimpico di Roma.

    Torosidis titolare contro il Cagliari | ©FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images
    Torosidis titolare contro il Cagliari | ©FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images

    ROMA – La Roma proviene da una scia di partite non proprio esaltanti. Se allo stato di forma dei giallorossi si aggiungono anche le polemiche interne, il morale della squadra rischia di essere davvero sotto i tacchi per i capitolini. La zona Europa si è allontanata anche se il tempo di riprendersi il posto c’è. La Roma dovrà solo fare in fretta perchè davanti ha un Milan che va a mille oltre che alle altre solite squadre intoccabili. Zeman, dopo i dissidi avuti con la società, ha chiarito la sua posizione e sembra che tutto si sia risolto per il meglio: solo un’incomprensione per il boemo che ha la fiducia di tutto l’ambiente. Contro il Cagliari l’unico indisponibile sarà Pjanic squalificato. L’undici giallorosso dovrebbe essere formato dall’ormai confermato Goicoechea in porta, da Piris, Castan, Marquinhos e Torosidis in difesa. A centrocampo spazio a Bradley, Florenzi e Tachtsidis. Davanti il trio formato da Totti, Osvaldo e Lamela.

    CAGLIARI – Il Cagliari è reduce da un pareggio in rimonta interno contro il Palermo. La situazione in classifica non è drammatica ma in Serie A non c’è mai da stare tranquilli. Il duo Pulga-Lopez ha fino a questo momento fatto bene al Cagliari, ritornato a macinare punti dopo un inizio incerto. Dunque vediamo come si schiereranno i sardi. Il modulo dovrebbe essere il 4-3-1-2 per cercare di far male alla Roma che ha una difesa ballerina. Davanti spazio a Pinilla e Sau con Nainngolan a suggerire.

    Probabili formazioni Roma-Cagliari

    Roma (4-3-3): Goicoechea; Piris, Castan, Marquinhos, Torosidis; Bradley, Florenzi, Tachtsidis; Totti, Osvaldo, Lamela. A disp. Lobont, Stekelenburg, Dodò, Marquinho, De Rossi, Taddei, Romagnoli, Lucca, Burdisso. All. Zeman.

    Cagliari (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Astori, Rossettini, Avelar; Conti, Ekdal, Dessena; Nainggolan; Sau, Pinilla.
    A disp: Avramov, Cossu, Eriksson, Thiago Ribeiro, Ibarbo, Perico, Casarini, Del Fabro. All. Pulga-Lopez.

  • Beckham ha deciso: sì al Psg di Ancelotti

    Beckham ha deciso: sì al Psg di Ancelotti

    David Beckham non tramonta mai. Nonostante l’inglese non sia più un ragazzino ma un uomo ormai maturo di 37 anni, moltissime squadre europee e non avevano messo gli occhi su di lui. Dopo essersi svincolato e aver lasciato i Los Angeles Galaxy, lo Spice Boy si è rituffato a 360 gradi nel calcio europeo, nettamente più visibile e in primo piano rispetto a quello statunitense. Nei giorni scorsi Beckham si era allenato con l’Arsenal di Wenger, tecnico che, come tutti, pensava di poter contare su Becks per il proseguo della stagione. Invece no. Colpo di scena e fermi tutti. David Beckham si è accordato con il Paris Saint-Germain di Carlo Ancelotti, tecnico con il quale l’inglese ebbe già a che fare nei suoi trascorsi milanisti. Nella giornata di oggi, oltre che la firma e le ultime formalità utili al trasferimento, è attesa la presentazione ufficiale preparata dal Psg più o meno intorno alle 17, l’ora del tè. Analizziamo comunque nel dettaglio la carriera di uno dei più grandi calciatori inglesi e proviamo a prevedere la sua utilità nella squadra degli sceicchi.

    David Beckham, il nuovo acquisto del Psg | © ROBYN BECK/Staff / Getty Images
    David Beckham, il nuovo acquisto del Psg | © ROBYN BECK/Staff / Getty Images

    CAMPIONE FRA TANTI? – Il Paris Saint Germain è diventato in breve tempo uno dei club più prestigiosi del mondo. Possiamo essere d’accordo o meno con la politica che ha permesso alla squadra di diventare quello che è, ma una cosa è certa: se ci sono i soldi, si può far tutto. Il Psg non ha puntato sul vivaio o suoi propri giovani: ha preferito prelevare agli altri a son di milioni i pezzi più pregiati. Sia chiaro, non c’è niente di male nel fare questo, solo che bisogna sottolineare in quali circostanze David Beckham si è trasferito a Parigi. Con l’arrivo di Ibrahimovic, Thiago Silva, Pastore, Menez e tantissimi altri, le stelle all’ombra della Torre Eiffel non si contano più: a queste si aggiungerà presto lo Spice Boys. La domanda più sensata da porsi è la seguente: quanto spazio troverà Beckham nello squadrone di Carlo Ancelotti? A prima vista, poco o nulla. C’è però da dire che Carletto stravede per l’inglese e potrebbe creare una nuova soluzione dove poterlo inserire. Fra Verratti, Motta,  Lucas e Pastore è difficile scegliere chi sacrificare per far inserire Beckham. L’ex Galaxy potrebbe comunque ricoprire più di un ruolo: possibile il suo utilizzo come playmaker alla Pirlo in mezzo al campo, o, più difficilmente, come ala vista la sua abilità nell’offrire dei cross al bacio per gli attaccanti. Quando si ha poi uno come Ibra in squadra, la goduria è doppia. L’unico problema nel vedere Becks sull’ala è dettato dalla carta d’identità: 37 primavere possono limitare il rendimento dell’inglese? Anche in passato si pensava che l’età potesse influire ma abbiamo avuto la prova che non è stato così.

    NUMERI – I numeri di David Beckham sono di tutto rispetto così come le divise dei club che ha indossato: Manchester United, Real Madrid e Milan i principali oltre all’ultima esperienza coi Galaxy. Per la nazionale inglese è un vero e proprio mito grazie alle sue 115 presenze condite da 17 reti. L’importanza di Beckham in una squadra è duplice: da un lato l’abilità nel gioco del calcio, dall’altra l’esperienza di un uomo di mondo e di grandi virtù, utile come esempio per i ragazzi più giovani. Verratti, per esempio, potrà crescere a contatto con uno dei giocatori tecnicamente più forti d’Europa.

  • Real Madrid-Barcellona 1-1, a Fabregas risponde Varane

    Real Madrid-Barcellona 1-1, a Fabregas risponde Varane

    Real Madrid-Barcellona: si è concluso il primo di due atti valevoli per la semifinale della Coppa del Re, il trofeo nazionale spagnolo. Il risultato, a differenza di come siamo sempre stati abituati a vedere, è terminato in parità con soli due gol segnati. Certo, si fa per dire, ma da squadre che nell’arco di una stagione segnano quasi 100 gol non ci si aspetta il magro risultato di 1-1. Punteggio che comunque agevola gli ospiti del Barça per via della rete in trasferta: si giocava infatti al Bernabeu di fronte a un pubblico molto abbondante. Il Barcellona non ha mostrato quel suo dominio tipico: controllo cioè dal primo all’ultimo minuto. Ci sono infatti stati alcuni tratti in cui il Real Madrid avrebbe potuto far male ai blaugrana ma l’imprecisione sotto porta di alcuni elementi, ha impedito ciò. Da considerare che le merengues erano in netta emergenza e che Josè Mourinho giocava con il terzo portiere, Diego Lopez, che comunque ha svolto il suo compito egregiamente. Dall’altra parte, un altro portiere non titolare: Pinto, l’asso di coppe nazionali. Veniamo alla descrizione dei novanta minuti.

    Lionel Messi ha offerto l'assist a Fabregas ma non è bastato al Barça per vincere | © Denis Doyle/Stringer / Getty Images
    Lionel Messi ha offerto l’assist a Fabregas ma non è bastato al Barça per vincere | © Denis Doyle/Stringer / Getty Images

    OCCASIONI SPRECATE – Nel primo tempo è il Real Madrid a partire a mille sostenuto dai suoi caldissimi tifosi. Al 5′ Cristiano Ronaldo esalta i riflessi di Pinto direttamente da calcio di punizione dal limite dell’area di rigore: il portiere blaugrana è bravo a respingere un tiro potente ma non preciso. Dal 12′ in poi viene fuori tutta la classe del Barcellona. Iniesta, che ha giocato un’altra partita pazzesca, serve con un tocco delizioso Jordi Alba che, quasi davanti a Diego Lopez, spreca malamente il match ball. Il terzino blaugrana effettua una sorta di tiro cross sballato che termina malamente sul fondo. Appena cinque minuti dopo è Xavi a far tremare i blanoc con un magistrale calcio di punizione dal limite: pallone che scavalca la barriera e che si infrange sulla traversa a Diego Lopez battuto. Lo stesso Xavi, poco dopo, facilitato da un errore clamoroso di Carvalho, conclude a rete ma il salvataggio provvidenziale di Varane mantiene stabile lo 0-0.

    UMANI – Nel primo tempo Messi e Cristiano Ronaldo non si sono praticamente mai visti. Il portoghese è stato completamente fuori dal gioco mentre la Pulce ha giocato una partita normale. Ecco che per una volta anche gli alieni possono tornare umani. Nella ripresa questa sensazione non cambia eccezion fatta per Messi che risulta determinante. E’ proprio grazie a un suo suggerimento che Fabregas porta il Barcellona in vantaggio al 5′ della ripresa. Il Barça controlla il match con tutta tranquillità e, quando vuole, accelera con combinazioni strette fra i suoi palleggiatori. Sembra l’epilogo per il Real Madrid ma i cambi di Mourinho ridanno linfa a una squadra spenta. Intanto Ronaldo si divora un gol clamoroso da pochi passi dalla linea di porta al 16′. Al 25′ Fabregas potrebbe chiudere i conti ma, su suggerimento di Dani Alves, il catalano centra il legno da posizione favorevolissima nel cuore dell’area di rigore. Gol sbagliato, gol subito. Legge sempre valida che si concretizza al 36′. Un perfetto cross di Ozil trova lo stacco di testa vincente del giovane Varane che salva i suoi dall’ennesima sconfitta contro il Barcellona. Tutto rimandato alla gara di ritorno.

    Pagelle Real Madrid-Barcellona:

    Varane 7,5 Se il Real Madrid non capitombola, gran parte del merito è di questo ragazzo. Un salvataggio sulla linea, chiusure ottime e un gol al Barça: cosa chiedere di più?

    Iniesta 7 Il solito elegantone. La semplicità è sconosciuta a questo professore proveniente da un altro pianeta. Distribuisce palloni deliziosi che, purtroppo per lui, i compagni non sempre concretizzano.

    Piquè 6,5 Roccioso e diligente in difesa, compie delle chiusure fondamentali

    Ronaldo 5 Serataccia. Un gol divorato da pochi passi e tanta corsa. Nel concreto però c’è poco o nulla

    Pedro 5 Mai in partita. Eppure il Real Madrid è una delle sue vittime preferite.

    Tabellino Real Madrid-Barcellona:

    Real Madrid (4-2-3-1): Diego Lopez 6; Essien 6, Varane 7.5, Carvalho 5.5, Arbeloa 6; Xabi Alonso 6, Khedira 5.5, Ronaldo 5, Ozil 6.5, Callejon 5 (51′ Modric 6.5); Benzema 6 (63′ Higuain 6). A disp. Adan, Albiol, Nacho, Marcelo, Kakà. All. Mourinho 6.5

    Barcellona (4-3-3): Pinto 6.5; Jordi Alba 6, Piquè 6.5, Puyol 6, Dani Alves 6; Xavi 6.5, Fabregas 6.5 (85′ Thiago s.v), Busquets 5.5; Iniesta 7, Messi 6.5, Pedro 5 (76′ Sanchez 6). A disp.Valdes, Adriano, Mascherano, Song, Villa. All. Villanova 6

    Marcatori Real Madrid-Barcellona: 50′ Fabregas (Bar), 81′ Varane (Real)

     Note: Ammoniti: Carvalho, Callejon (Real); Dani Alves, Puyol (Bar)

    Arbitro:  C.Gomez

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  • Real Madrid-Barcellona: il Clasico fra spettacolo e veleni

    Real Madrid-Barcellona: il Clasico fra spettacolo e veleni

    Real Madrid e Barcellona. Alla fine sono sempre loro le due squadre destinate a spartirsi il malloppo in patria. Sia in Coppa del Re che in Liga, le merengues e i blaugrana sono gli attori protagonisti per eccellenza. E’ vero che il Real in questa stagione ha perso molti punti e si ritrova adesso terzo superato dai cugini dell’Atletico Madrid, ma nessuno può negare lo stra potere economico e sociale del club di Florentino Perez. Da una parte la capitale della Spagna, i galacticos comprati dall’estero a son di milioni di euro, dall’altra  gli “indipendentisti” della Catalogna, orgogliosi delle proprie tradizioni e origini. La differenza sostanziale è proprio alla base delle due corazzate spagnole. Mentre il Real Madrid fonda la propria squadra su fenomeni e talenti di fama mondiale prelevati da altre squadre -è il caso dei cari Kakà, Cristiano Ronaldo, Ozil..- il Barcellona raccoglie i propri giocatori direttamente dalla Masia, storico vivaio blaugrana. In molti casi, i catalani, presentavano formazioni con anche dieci elementi provenienti dal settore giovanile. La Cantera più famosa del mondo contro le stelle trapiantate a Madrid. Il Clasico, termine utilizzato per indicare una delle sfide più interessanti a livelli mondiale, si gioca almeno su due fronti: quello sportivo e quello sociale. Analizziamo la sfida che si disputerà questa sera a Madrid al Bernabeu alle ore 21.

    Lionel Messi, l'uomo decisivo per il Barcellona che questa sera affronterà il Real Madrid | © AFP/Staff / Getty Images
    Lionel Messi, l’uomo chiave per il Barcellona che questa sera affronterà il Real Madrid | © AFP/Staff / Getty Images

    REAL MADRID – Mourinho è al centro di molte critiche. In Spagna, Sara Carbonero, giornalista e compagna di Casillas ha lanciato una frecciatona allo Special One: “Nessuno parla più con lui”. Da Madrid smentiscono ma la sensazione è che le cose fra il tecnico portoghese e alcuni giocatori del Real Madrid non siano rose e fiori. Nello specifico, Sergio Ramos e lo stesso Casillas avrebbero criticato in più di una circostanza l’operato di Josè. Questa sera per i Blancos mancheranno molti giocatori fondamentali. Pepe e Casillas sono fuori per infortunio mentre Sergio Ramos, Coentrao e Di Maria sono squalificati. Formazione dunque molto rimaneggiata per il Real Madrid. Ecco che in porta c’è il via libero per Adan, difesa con Essien e Varan a sostituire gli indisponibili: reparto che si conclude con le presenze di Carvalho e Arbeloa. A centrocampo Xabi Alonso e Khedira agiranno da schermo e da collante dietro al trio delle meraviglie composto da Modric, Ozil e Ronaldo. Unica punta Benzema.

    BARCELLONA – Situazione diversa in casa Barcellona. I blaugrana sono praticamente al completo eccezion fatta per il solito Abidal alle prese con la fase di recupero dopo la grave malattia avuta. Quindi, 4-3-3 classico per il Barça: unica differenza dalla formazione tipo riguarda la porta difesa dal portiere di coppa Pinto. Difesa con Dani Alves, Piquè, Puyol e Jordi Alba. In mezzo al campo ci saranno i giocolieri Iniesta, Xavi e Busquets. Davanti Iniesta, Messi e Pedro. L’impressione è che il Barcellona parta nettamente avvantaggiato rispetto al Real Madrid. Intanto i blaugrana giocano in trasferta con un Real molto rimaneggiato e potrebbero fare cassa grande riuscendo magari a segnare qualche gol in vista del ritorno. Poi il morale del Barcellona è alle stelle: primato in Liga indiscusso e battuto ogni record. Occhio però all’orgoglio del Real Madrid che in partite come queste conterà molto.

    Probabili formazioni Real Madrid-Barcellona

    Real Madrid (4-2-3-1): Adan; Essien, Varane, Carvalho, Arbeloa; Xabi Alonso, Khedira, Ronaldo, Ozil, Modric; Benzema. A disp. Diego Lopez, Albiol, Nacho, Marcelo, Callejon, Kakà, Higuain. All. Mourinho

    Barcellona (4-3-3): Pinto; Jordi Alba, Piquè, Puyol, Dani Alves; Xavi, Fabregas, Busquets; Iniesta, Messi, Pedro. A disp. Valdes, Adriano, Mascherano, Song, Thiago, Sanchez, Villa. All. Villanova

  • Giovinco un top player? La Juventus si interroga

    Giovinco un top player? La Juventus si interroga

    Sebastian Giovinco è tornato alla Juventus dopo essersi fatto le ossa in quel di Parma. Al Tardini ci ricordiamo la Formica Atomica molto più determinante di quanto non lo sia adesso in maglia bianconera. Eppure Seba ha segnato un numero discreto di gol in questa stagione, che vede la Juventus prima in Serie A e in piena corsa nella Champions League. Giovinco è in doppia cifra ed è uno degli attaccanti juventini che ha segnato di più: dieci gol -di cui sei in campionato, due in Coppa Italia e due in Champions League- su 30 partite disputate. In mezzo mettiamoci pure cinque assist. Leggendo questi numeri è lecito che il lettore si possa chiedere il motivo di un processo così feroce a Sebastian Giovinco. Il problema citato è balzato all’occhio nella partita di ritorno di ieri sera in Coppa Italia. Il dubbio che assilla molti tifosi è il seguente: è stato superbo Marchetti nel respingere i tentativi di Giovinco o è stato quest’ultimo impreciso e poco lucido sotto porta? Il dibattito è aperto.

    Giovinco si dispera dopo un'occasione fallita ieri sera contro la Lazio | &Copy; Paolo Bruno/Stringer / Getty Images
    Giovinco si dispera dopo un’occasione fallita ieri sera contro la Lazio | &Copy; Paolo Bruno/Stringer / Getty Images

    TOP PLAYER? – La Juventus, come ormai noto, è alla ricerca del fatidico Top player, di quell’elemento in grado in fase offensiva di concretizzare l’immensa mole di gioco creata dalla squadra. Nell’attesa dei vari Anelka, Lisandro Lopez e Llorente, la Juventus deve fare con quello che ha a disposizione. Sfogliamo dunque il parco attaccanti della squadra bianconera. Iaquinta: inutilizzato e alquanto inutile dato che non gioca mai e fa panchinaro, anzi “tribunaro” fisso. Bendtner: un grande abbaglio della dirigenza juventina. Infortunato, sarà riutilizzabile solo fra qualche mese e quando ha giocato non ha mai convinto, anzi… Quagliarella: l’ex Napoli aveva iniziato molto bene poi la polemica con Alessio e il periodo trascorso in panchina. Come numeri ci siamo: dieci gol per una seconda punta sono un bottino invidiabile. Matri: il ragazzo è calato molto rispetto gli standard della stagione passata e di conseguenza ha perso il posto da titolare. Quest’anno per lui solo quattro reti in campionato. Vucinic: la punta di diamante dell’attacco juventino dovrebbe essere proprio lui peccato però che vada a scatti. A lampi di genio sono contrapposti errori banali e irritanti. Sette gol per l’ex giocatore della Roma fino a questo momento. Confrontando questi numeri con quelli di Giovinco si vede che la Formica Atomica non ha fatto male per nulla. La coppia titolare della Juventus è quella formata da Vucinic e Giovinco. Perché dunque criticare Giovinco? Perché secondo alcuni viene trattato da top player ma non lo è.

    FISCHI – In questa stagione è successo in più di una circostanza di assistere a fischi dei tifosi bianconeri all’indirizzo di Giovinco. Alla fine la colpa non è neppure tutta della Formica Atomica. Lui fa parte di una squadra, la Juventus, che macina gioco e crea tantissimo grazie ai suoi architetti -Pirlo in primis- ma che conclude poco o male. La frustrazione dei tifosi sale quando Giovinco cestina una palla gol clamorosa dopo una bella trama offensiva: ieri sera è successa una cosa simile sia sul finire del primo tempo sia sul finire del secondo. In entrambi i casi, Marchetti si è dimostrato super ma da uno come Giovinco ci si aspetta qualcosa di più. E’ dura fare la vita di un Top player se ci si chiama Giovinco e non Giovinchinho…