Autore: Federico giuliani

  • Milan-Lazio vale la Champions League

    Milan-Lazio vale la Champions League

    Milan e Lazio sono rispettivamente in quarta e in terza posizione con i capitolini davanti di due lunghezze. L’ultima sfida fra le due squadre giocata all’Olimpico di Roma ha visto i biancocelesti trionfare per 3-2, dominando un tempo e rischiando di essere raggiunti nella ripresa dai rossoneri. Da allora moltissime cose sono cambiate a partire dal carattere del Milan e dalla posizione del tecnico Massimiliano Allegri. Mentre per buona parte del girone d’andata il buon Max era ritenuto il responsabile assoluto della debacle rossonera, adesso è addirittura il salvatore, l’indiscusso top player della squadra, colui che ha fatto rinascere dalle ceneri il Diavolo. Oltre a questo aspetto c’è da dire che la società di via Turati si è notevolmente rafforzata con l’arrivo di Mario Balotelli, un giocatore in grado di segnare già quattro reti dal giorno del suo arrivo in quel di Milano. Dall’altra parte troviamo una Lazio ritornata a vincere contro il Pescara per 2-0 nell’ultimo turno di Serie A. Nonostante questo Petkovic avrà dei problemi di formazione non da poco. Alcuni giocatori chiave saranno infatti indisponibili causa infortunio.

    Balotelli proverà a guidare il Milan verso la vittoria contro la Lazio | © Marco Luzzani/Stringer / Getty Images
    Balotelli proverà a guidare il Milan verso la vittoria contro la Lazio | © Marco Luzzani/Stringer / Getty Images

    TERZO POSTO – Perchè è importante arrivare almeno terzi? Chiaramente per poter disputare la Champions League. In questo momento in lizza per la terza posizione ci sono quattro squadre che hanno la possibilità di giocarsela fino in fondo. Escludendo per ora il sorprendente Catania, troviamo la Fiorentina a quota 42 punti, l’Inter a 44, il Milan a 45 e la Lazio a 47. Sabato sera, nell’anticipo, si sfideranno Milan e Lazio ed ecco spiegato perchè la partita fra le due squadre risulterà essere determinante. In caso di vittoria rossonera, la banda di Allegri supererebbe proprio la Lazio riuscendo a raggiungere momentaneamente un traguardo insperato soltanto un paio di mesi fa. Se dovesse vincere la Lazio il Milan verrebbe distaccato notevolmente e rischierebbe di essere sorpassato anche dalle altre inseguitrici. Un pareggio invece servirebbe poco ad entrambe le compaggini.

    MILAN-LAZIO: INFORTUNI E INDISPONIBILI – Milan e Lazio cercheranno di presentarsi a San Siro con l’abito migliore a disposizione nel proprio guardaroba. La Lazio però dovrà fare a meno di due giocatori determinanti per la formazione pensata da Petkovic. Sia Mauri sia Konkò saranno infatti indisponibili. Il primo dovrà stare fuori dai 7 ai 10 giorni: periodo ben più lungo è toccato al terzino, infortunatosi contro il Pescara. Si parla di oltre un mese di stop. Il Milan invece sembra aver recuperato Balotelli che dovrebbe giocare in coppia con El Shaarawy e Niang. In difesa probabile l’utilizzo di Yepes dal primo minuto al posto di Mexes squalificato. A conti fatti dunque i guai peggiori sembra averceli la Lazio anche se i capitolini sono comunque da temere: pur senza il loro bomber Miro Klose, sono riusciti a centrare traguardi importanti grazie al ritrovato Floccari. A centrocampo, gradualmente sta tornando anche Hernanes, il Profeta che tanto era servito a Petkovic: partita dopo partita il brasiliano sta ritrovando la forma migliore. Insomma quello che si può dire è che sabato sera si giocherà una sfida molto delicata in chiave Champions League e che una vittoria vorrebbe dire moltissimo per entrambe le squadre. Parte avvantaggiata la Lazio per via dei due punti di vantaggio in classifica ma il Milan potrebbe recuperarli in una sera.

  • Il Real Madrid umilia il Barcellona 3-1: Messi sotto accusa

    Il Real Madrid umilia il Barcellona 3-1: Messi sotto accusa

    Barcellona-Real Madrid non è una partita come tutte le altre. Vuoi perchè in campo ci sono i migliori giocatori del mondo, vuoi per le tradizioni opposte che risiedono dietro gli stemmi delle due squadre, il Clasico è uno degli eventi sportivi più sentiti nell’intera Spagna e non solo. Da una parte il Barcellona, simbolo della Catalunia e delle spinte autonomiste, dall’altra il Real Madrid, formazione orgoglio della capitale spagnola e dell’ideologia politica opposta a quella blaugrana. Nella lontanissima storia iberica, il Real ha per larghi tratti dominato la scena fino a quando, con un’accurata gestione del settore giovanile, non è nato anche il mito del Barcellona che ha portato la squadra catalana a diventare la leggenda che conosciamo oggi. Nonostante questo sembrano ormai passati e sepolti gli anni della manita o della frustrazione del Real Madrid di Mourinho incapace di battere gli alieni del Barcellona. E’ vero che i blanocos sono nettamente distaccati nella Liga ma nella semifinale di Coppa del Re sono riusciti a eliminare i favoriti blaugrana. L’andata giocata qualche settimana fa al Bernabeu era finita 1-1 con gol di Fabregas e recupero finale madrileno con un colpo di testa di Varane. Dopo quel risultato la stampa spagnola era certa che il Barça avrebbe controllato facilmente la situazione e sarebbe approdato in finale senza troppi fronzoli. Previsione errata perchè nella sfida di ritorno al Camp Nou, tempio del Barcellona, il Real Madrid ha letteralmente umiliato i catalani sconfiggendoli per 3-1 davanti alla loro gente.

    Cristiano Ronaldo man of the match: due gol al Camp Nou | © Jasper Juinen / Getty Images
    Cristiano Ronaldo man of the match: due gol al Camp Nou e Barça eliminato| © Jasper Juinen / Getty Images

    FINE DI UN CICLO? – La sconfitta a San Siro contro il Milan è stato il primo campanello d’allarme per Roura. Squadra che non crea, che non segna e che trasforma il possesso palla, fino ad ora arma micidiale, in un qualcosa di fazioso e di inconcludente. La difesa, ormai evidentemente vecchia e logora, concede moltissimo agli avversari e in una formazione nettamente predisposta a un gioco offensivo, è un suicidio sportivo, un lusso che il Barcellona non può permettersi. Contro il Real Madrid ci sono stati dei flop clamorosi. Basti pensare al veterano Puyol, saltato come un giocatore qualunque da Di Maria nell’azione che ha portato i blancos a segnare la seconda rete della serata. Tutti nella metà campo madrilena, pallone allontanato dalla difesa di Mourinho e calciato in avanti dove la rapidità di Di Maria e Cristiano Ronaldo ha letteralmente fatto a fette la difesa di burro del Barça. La sensazione è che i fenomeni catalani abbiano intrapreso la via del declino. Sia chiaro, la qualità è sempre ai massimi livelli e le vittorie continueranno ad arrivare per un bel po’ ma dobbiamo scordarci della squadra di cannibali dell’era Guardiola. Adesso il Barcellona si può battere, anche sul proprio campo. Una dolce melodia per le orecchie del Milan.

    CR7 MATTATORE – Tornando alla semifinale di ritorno, Mourinho questa volta è stato tatticamente impeccabile. Real Madrid chiuso e ordinato pronto a ripartire per far male a Messi e compagni. Proprio l’argentino ha deluso ancora: la stampa spagnola lo ha attaccato come uno dei responsabili della debacle. La verità è che il Real, così come aveva fatto il Milan, ha saputo contenerlo con una vera e propria gabbia attorno a lui. Già al 12′ Piquè interviene malamente su Cristiano Ronaldo: calcio di rigore e gol del portoghese. Nella ripresa arriva il raddoppio dello stesso Cr7 al termine di un’azione solitaria di Di Maria. Spazio anche per Varane che di testa, come all’andata, su azione da corner, trafigge Pinto per la terza volta. Nel Barcellona non basta il gol finale di Alba su magnifico assist di Iniesta, opaca fotografia di una manovra eccelsa ormai sbiadita.

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  • Emeghara incanta Siena: da sconosciuto a fenomeno

    Emeghara incanta Siena: da sconosciuto a fenomeno

    Innocent Emeghara, segnatevi bene questo nome. Meglio se lo evidenziate anche. Il giocatore in questione si sta rivelando un grande campione con ampissimi margini di miglioramento. Le possibilità di crescere ci sono tutte sia perché Emeghara gioca nel Siena, con tutto il rispetto per il club toscano, non una squadra di grande livello, una big per intendersi, sia perché l’età è tutta dalla parte dello svizzero. Immaginatevi la prestazione del ragazzo in una compagine solida e ricca di grandi top player come Juventus, Milan, Inter: farebbe tutta un’altra figura.  Per quanto riguarda l’età Emeghara è della classe 1989. I margini di miglioramento ci sono eccome. Comunque sia ai più Innocent Emeghara risultava prima di questo exploit un autentico sconosciuto poi, con quattro gol segnati in tre gare, è apparso su tutti i siti e giornali. Paragoni illustri, voci di mercato e esaltazioni. Scopriamo meglio chi è Emeghara.

    Innocent Emeghara il nuovo talento del Siena | © Giuseppe Bellini/Stringer / Getty Images
    Innocent Emeghara il nuovo talento del Siena | © Giuseppe Bellini/Stringer / Getty Images
    LA MOSCA ATOMICA –  Tutti eravamo a conoscenza della Formica atomica, cioè di Sebastian Giovinco, giocatore della Juventus così soprannominato per le sue caratteristiche fisiche. Lo speaker dello stadio Franchi di Siena ha inventato un nuovo simpatico nome per il giovane Innocent Emeghara. Per tutti i tifosi della Robur e di Siena, il numero 10 dei toscani è la Mosca atomica. Mai un paragone più azzeccato: rapido e fastidiosissimo per le difese avversarie. Ma da dove viene Emeghara? Ripercorriamo a grandi linee la sua carriera calcisica. Tutto è iniziato nell’Under 21 dello Zurigo nella quale Emeghara ha disputato 47 partite segnando 16 reti. Nel 2009 passa al Winterthur 28 presenze con  17 gol per poi trasferirsi al termine della stagione al Grasshopphers. Il bottino non è niente male, 10 gol in 33 partite.  Dal 2011 Emeghara passa ai francesi del Lorient.
    Le sue prestazioni non sono state esaltanti dai numeri, appena 5 reti in 28 partite ma il Siena ha comunque creduto in lui e l’ha portato in Italia nel calciomercato invernale. Con i bianconeri 3 partite e 4 gol. Un esordio ottimo nella Serie A. Emeghara segna il suo primo gol all’Inter (vittoria del Siena per 3-1) poi si ripete al Dall’Ara contro il bologna ( pareggio 1-1), a secco contro l’Udinese (sconfitta Siena) e doppietta contro la Lazio (3-0 Siena). Insomma quando segna lui i bianconeri fanno punti. Dopo la cessione di Calaiò, il mister Iachini non sapeva più a chi affidarsi in attacco ma ora ecco spuntare la mosca atomica, l’uomo che potrebbe condurre i bianconeri alla salvezza.
  • Diego Milito: lesione al crociato, stagione finita

    Diego Milito: lesione al crociato, stagione finita

    Diego Alberto Milito che esce in barella al 7′ della gara d’andata dei sedicesimi di finale di Europa League: è questa la terribile immagine che è rimasta negli occhi dei tifosi nerazzurri. Poco importa se l’Inter ha facilmente domato il Cluj imponendosi per 2-0 grazie alla doppietta di Palacio, subentrato proprio al Principe della Milano nerazzurra. Le immagini televisive facevano già presagire il peggio per Milito e, gli accertamenti del fine gara, hanno confermato questa sensazione. Eppure sembrava un normale contrasto di gioco con il diretto avversario ma così non è stato. Il ginocchio dell’attaccante nerazzurro ha avuto un brutto movimento e ha fatto sì che Milito si coricasse a terra dolorante. L’ingresso dei medici, l’uscita in barella e tantissime smorfie di dolore per un giocatore di 34 anni appena rientrato da un periodo di stop. Pensare che domenica sera contro il Chievo Milito tornò a giocare dopo alcuni problemi fisici: con lui l’Inter era tornata a vincere imponendosi per 3-1 contro il Chievo. Adesso Stramaccioni si potrebbe trovare in difficoltà perchè in attacco i giocatori sono contati. Milito è out, Livaja è stato venduto quindi restano Cassano, Palacio e Rocchi con quest’ultimo che però non potrà giocare l’Europa League in quanto non presente nella lista. Cambio di modulo in vista? Ipotesi da non escludere vista la carenza di materie prime che ha adesso l’Inter.

    Per Milito la stagione termina nel peggiore dei modi | © ALBERTO PIZZOLI/Staff / Getty Images
    Per Milito la stagione termina nel peggiore dei modi | © ALBERTO PIZZOLI/Staff / Getty Images

    TORNA CAMPIONE – Il mondo dello sport è molto dispiaciuto per l’infortunio che ha colpito Milito. Anche il Milan, noto rivale dell’Inter, ha voluto fare gli auguri di pronta guarigione sul proprio sito al Principe: “Tutto l’A.C. Milan, profondamente dispiaciuto per il grave infortunio subito, è vicino al grande campione Diego Milito, straordinario avversario di molte sfide, e si augura di rivederlo presto in campo“. Grandissimo gesto di sportività dell’ambiente rossonero. Oltre ai cugini anche Stramaccioni nel dopo partita si è preoccupato molto del suo giocatore tanto che la vittoria dell’Inter è passata in secondo piano. Analizzando meglio l’infortunio, il bollettino medico recita, come riportato da Gazzetta.it, una lesione al crociato anteriore e al collaterale esterno con interessamento della capsula del ginocchio sinistro. Veramente un brutto colpo da subire oltretutto all’età non più verdissima per un attaccante di 34 anni. Rivedremo Milito sui campi da gioco? Sicuramente non in questa stagione che è ovviamente finita per il Principe. In futuro è difficile dare giudizi: certo è che sarà difficile per un trentaquattrenne rientrare e ritornare sui suoi livelli. Milito, conoscendo il carattere, ha le carte in regola caratterialmente per tornare ad essere il Principe. [jwplayer config=”15s” mediaid=”171100″]

  • Real Madrid-Manchester United 1-1: Ronaldo salva Mourinho

    Real Madrid-Manchester United 1-1: Ronaldo salva Mourinho

    Real Madrid-Manchester United sembra una finale e invece ieri sera al Santiago Bernabeu si giocava una “banale” andata degli ottavi di Champions League. I sorteggi, a volte, regalano anche questo. Alla vigilia del match, tutti o quasi i riflettori, erano puntati su Josè Mourinho, allenatore dei Blanocs che in questi giorni è finito al centro delle critiche. Prima i dissidi interni con alcuni giocatori, poi i risultati inferiori alle aspettative sul campo e, infine, gli immancabili screzi con i giornalisti, hanno reso la panchina dello Special One abbastanza traballante. Si sa bene che a Madrid resta chi vince. Prima della partita con il Manchester, il Real era virtualmente escluso dalla lotta per la Liga, ormai imprendibile il Barcellona, con un piede fuori dalla Coppa di Spagna, l’andata con i catalani al Bernabeu finì 1-1 e, per i gol in trasferta sono avvantaggiati gli uomini di Villanova e ora, dopo i primi 90′ contro Ferguson, la storia si ripete. Un altro pareggio interno che per via del conteggio delle reti segnate in casa e in trasferta penalizza il Real Madird. I blancos non vanno oltre l’1-1 e adesso servirà una partita perfetta nel ritorno che si disputerà all’Old Trafford per ribaltare i favori: vittoria o pareggio con più di 1 rete altrimenti Mou verrà eliminato. Passiamo ad analizzare il match, veramente avvincente dal primo all’ultimo minuto di gioco dove le due squadre si sono affrontate a viso aperto alternando il gioco “spensierato” – per usare un termine che tanto fece infuriare Stramaccioni- a una ferrea tattica.

    Cristiano Ronaldo salva Mourinho: suo il gol del pareggio del Real Madrid | © Jasper Juinen/Staff / Getty Images
    Cristiano Ronaldo salva Mourinho: suo il gol del pareggio del Real Madrid | © Jasper Juinen/Staff / Getty Images

    PRIMO TEMPO – Nei primi 45′ minuti di gioco avviene il meglio: infatti, entrambi i gol segnati, vengono realizzati proprio in questo lasso di tempo. Il primo tentativo pericolosissimo è del Real Madrid che, con Coentrao, va vicino al gol: il terzino portoghese raccoglie una corta respinta della difesa madrilena e conclude dal limite dell’area ma il suo tiro si stampa sul palo a De Gea battuto. Dall’altra parte il Manchester reagisce bene e trova addirittura il vantaggio con Welbeck bravo ad anticipare un disastroso Ramos su azione da corner: la zuccata dell’inglese vale il preziosissimo vantaggio dello United. Il Real Madrid tiene comunque il pallino del gioco: come ogni spagnola che si rispetti, fa un grande possesso palla e sferra le sue sfuriate con gli uomini chiave. Ronaldo e Di Maria sembrano molto ispirati e danno un gran da fare alla retroguardia inglese che comunque trova in Rio Ferdinand un baluardo quasi insuperabile. Alla mezz’ora arriva il pareggio del solito Cristiano Ronaldo con un preciso colpo di testa: il pubblico del Bernabeu spera nella rimonta completa.

    SECONDO TEMPO – Nella ripresa i ritmi non stentano a calare. Il Real Madrid, giocando in casa, fa di tutto per cercare il vantaggio: un 1-1 è un risultato molto pericoloso perchè costringerebbe gli uomini di Mou a cercare di vincere o di pareggiare con più di due reti all’Old Trafford. Per questo i tentativi e il pressing del Real salgono vistosamente. Il possesso dei blancos è bello da vedersi però, il più delle volte sterile e fine a sè stesso: solo in una circostanza Di Maria impensierisce De Gea con un bel tiro dal limite. La sfera esce davvero di un nulla alla sinistra dell’estremo difensore. Al 53′ avviene un episodio che farà discutere: buco clamoroso della difesa spagnola, lancio filtrante dalla tre quarti inglese per Evra. Il terzino capitano del Manchester si invola verso la porta di Lopez ma un recupero di Varane salva il risultato: peccato che il difensore del Real trattenga vistosamente Evra: poteva starci l’espulsione per fallo da ultimo uomo ma l’arbitro fa sorvolare. Prima della fine del match, spazio per due nitidissime palle gol: il Manchester va vicinissimo al vantaggio con Van Persie che, per due volte nel giro di pochi minuti, fallisce due occasioni facili facili. Nel primo caso, l’ex gunners, colpisce la traversa, nel secondo conclude a tu per tu con Lopez in un modo pessimo: pallone che supera il portiere ma Xabi Alonso salva sulla linea. Il Real si tende ancora una volta pericoloso con Coentrao ma una conclusione ravvicinata del terzino spagnolo è parata di piede, d’istindo da De Gea. 1-1 e tutto rimandato alla gara di ritorno. Sorride il Manchester United che ha sfiorato l’impresa: si rammarica il Real Madrid che perde un altro treno.

    Pagelle Real Madrid-Manchester United:

    Welbeck 7,5 Migliore in campo, si da un gran da fare. Segna un gol pesantissimo e lotta su ogni pallone.

    Ferdinand 7 Una roccia. Non passa nessuno dalle sue parti, neppure sua maestà Ronaldo. L’esperienza al servizio del Manchester United.

    Ronaldo 6,5 Salva i suoi da una sconfitta che avrebbe potuto far davvero male. Sembra il più in palla dei blanocs.

    Ramos 5 Imbarazzante. Si perde Welbeck sul primo gol e mette in mostra troppe insicurezze. Serata da dimenticare.

    Benzema 5 Chi l’ha visto? Praticamente zero il suo operato. Mai utile per i suoi compagni.

    Rooney 5,5 In attacco si vede poco e così il numero 10 inglese arretra fino a dare una mano anche in difesa. Non sempre va come dovrebbe andare.

    Tabellino Real Madrid-Manchester United

    Real Madrid (4-2-3-1): Diego, Arbeloa, Varane, Sergio Ramos, Fabio Coentrao, Xabi Alonso (82′ Pepe), Khedira, Di Maria (74′ Modric), Ozil, Ronaldo, Benzema (59′ Higuain). A disp: Adan, Essien, Callejon, Kakà. All. Mourinho.

    Manchester United (4-2-3-1): De Gea, Rafael, Ferdinand, Evans, Evra, Carrick, Jones, Welbeck (73′ Valencia), Rooney (83′ Anderson), Kagawa (63′ Giggs), Van Persie. A disp: Amos, Cleverley, Nani, Hernandez. All. Ferguson.

    Marcatori: 20′ Welbeck (M), 30′ Ronaldo (R)

    Note: Ammoniti: Van Persie , 39′ Rafael , 84′ Valencia (Man. Unit)

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  • Crolla il Borussia Dortmund, il Bayern va a +15

    Crolla il Borussia Dortmund, il Bayern va a +15

    La ventunesima giornata della Bundesliga è stata prolifica per diverse squadre. Non solo ci sono state delle vittorie importanti in testa alla classifica ma in alcuni casi il risultato finale è stata una vera e propria goleada. Intanto partiamo ad analizzare la giornata citando subito il Bayern Monaco: i bavaresi sanno soltanto vincere e la vittima di giornata è stato il povero Schalke 04 che torna a casa con un poker sulle spalle. Fra i marcatori c’è spazio per una novità: oltre a Schweinsteiger e Gomez, a segno anche il giovane Alaba con una doppietta. Lo Schalke 04 adesso sprofonda sempre più in basso, lontano dalla zona coppe che adesso dista due lunghezze. Sempre restando nella parte nobile della classifica, le dirette inseguitrici del Bayern non riescono a tenere il passo della corazzata bavarese. Il Bayer Leverkusen non va oltre un pareggio in casa del Borussia Monchengladbach: uno scialbo 0-0 o un normale 1-1? Nemmeno per idea. Il risultato finale è di 3-3 con gli ospiti che si fanno rimontare a una manciata di minuti dal termine dalla rete di Herrmann. In precedenza Stranzl aveva portato il Borussia in vantaggio sul finire del primo tempo: la risposta del Leverkusen è stata immediata con Sam ad inizio ripresa. Poi per i padroni di casa a segno De Jong. Nel Bayer a segno Kiessling e Schurrle ma come detto arriva la beffa nel finale di gara.

    Un’altra sfida ricca di gol è stata Borussia Dortmund-Amburgo. Questo è anche il risultato più clamoroso della giornata. I gialloneri sono stati sconfitti in malo modo per 4-1 da un Amburgo in versione super. All’iniziale vantaggio di Lewandowski dei padroni di casa sono arrivato ben quattro gol di un Amburgo in netta crescita rispetto alle ultime uscite. Per gli ospiti sono andati a segno Rudnevs e Son, entrambi autori di una doppietta. Il Dortmund resta sempre secondo ma si ritrova sempre più distaccato dal Bayern Monaco (15 punti di distacco) e inizia a sentire il fiato sul collo del Leverkusen, distaccato solo di un punto.

    L'autore di uno dei quattro gol del Bayern: Bastian Schweinsteiger | © CHRISTOF STACHE/Staff / Getty Images
    L’autore di uno dei quattro gol del Bayern: Bastian Schweinsteiger | © CHRISTOF STACHE/Staff / Getty Images

    ZONA CALDA – Nella parte bassa della classifica, la cosiddetta zona calda, a rischio retrocessione, non sono arrivate vittorie. Ebbene sì, le ultime cinque squadre hanno perso quasi tutte e la situazione è rimasta invariata. Soltanto l’Augsburg, grazie all’1-1 interno contro il Mainz 05, riesce a portarsi a casa un punticino che mantiene acceso il lumicino della speranza del club sempre più vicino alla retrocessione. Al gol ospite di Szalai risponde Molders: troppo poco per ottenere i tre punti. Da segnalare altri due risultati che meritano attenzione. Nonostante sia terminata 0-0, Eintracht-Norimberga regala un punto per uno utile a entrambi gli schieramenti: i padroni di casa sono da soli al quarto posto, il che significa preliminari di Champions League, mentre gli ospiti si allontanano dalla zona pericolosa forti dei loro 25 punti. L’altra partita da citare è senza dubbio Stoccarda-Werder Brema che ha visto la vittoria degli ospiti per un secco 4-1: doppietta di  Ekici, Hunt e De Bruyne rispondono al momentaneo pareggio di Traore.

    Bundesliga, risultati ventunesima giornata:

    Augsburg-Mainz 1-1

    Bayern Monaco-Schalke  4-0

    Dortmund-Amburgo 1-4

    Borussia M’Gladbach- Bayer Leverkusen 3-3

    Eintracht-Norimberga 0-0

    Friburgo-Fortuna Dusseldorf 1-0

    Greuther Furth-Wolfsburg 0-1

    Hannover-Hoffenheim 1-0

    Stoccarda-Werder Brema 1-4

     

    Bundesliga, classifica dopo ventuno giornate:

    1. Bayer Monaco 54
    2. Borussia Dortmund 39
    3. Lverkusen 38
    4. Eintracht 37
    5. Friburgo 31
    6. Mainz 31
    7. Amburgo 31
    8. B. M’Gladbach 30
    9. Hannover 29
    10. Schalke 29
    11. Werder Brema 28
    12. Wolfsburg 26
    13. Norimberga 25
    14. Stoccarda 25
    15. Fortuna D. 24
    16. Hoffenheim 16
    17. Augsburg 15
    18. G. Furth 12

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  • Milan come il Barcellona, si punta sulla “Cantera”

    Milan come il Barcellona, si punta sulla “Cantera”

    Che il Barcellona, la squadra più rinomata al mondo da cinque anni a questa parte, sia un modello da seguire, non è una cosa nuova.  Le vittorie, il modo in cui queste sono state ottenute, la mentalità, la dicotomia con la città, l’essere “più che un club” sono tutte nozioni che hanno reso il vecchio Barça di Guardiola la prima squadra traghettatrice verso un nuovo modo di concepire il calcio. Il punto fondamentale, ciò che sta alla base della teoria blaugrana è il reparto giovanile: questo deve essere il serbatoio dal quale attingere la forza della prima squadra. In due modi: attraverso la formazione di campioni da inserire gradualmente nella squadra maggiore e attraverso la formazione di buoni giocatori da vendere ad altre squadre, ragazzi di talento ma non all’altezza del club di casa. Così facendo non serve prendere le stelle dalle altre squadre dal momento che queste sono formate in “casa”. Spiegato a grandi linee in cosa consiste il modello del Barcellona, cerchiamo di capire cosa ha in mente di fare il Milan. Come riportato da Gazzetta.it, l’intenzione è quella di seguire i blaugrana. Riusciranno i rossoneri nel loro intento?

    M'Baye Niang, il simbolo del nuovo Milan che strizza l'occhio ai giovani | ©Giuseppe Bellini/Getty Images
    M’Baye Niang, il simbolo del nuovo Milan che strizza l’occhio ai giovani | ©Giuseppe Bellini/Getty Images

    STILE BARCELLONA – Per formare una squadra competitiva per i prossimi decenni, il Milan prenderà come modello il Barcellona. Puntare sui giovani e sul settore giovanile evitando di fare spese folli per portare a Milanello talenti da altri club. Da ora in poi, il club di via Turati sfornerà direttamente in casa i propri campioncini in erba. L’obbiettivo è quello di creare un’unica linea guida che accompagni le varie squadre del Milan dalle più giovani (12 anni) alla prima squadra. Stesso modulo, stesso modello così da ambientarsi in un medesimo modo di giocare. Proprio come il Barcellona. Il percorso è stato tracciato con un accordo esplicito fra i vertici della società rossonera e l’allenatore Massimiliano Allegri, propenso a utilizzare questo nuovo stile. La speranza è quella di ricreare un ciclo vincente fondato su campioni fatti in casa proprio come nel lontano passato rossonero.

  • Messi rinnova con il Barcellona fino al 2018

    Messi rinnova con il Barcellona fino al 2018

    Lionel Messi. Basta il nome perché per un giocatore simile, ogni presentazione sarebbe superflua e fuori luogo. La Pulce, talento cristallino nato nel “recente” 1987, è ormai alla ribalta del panorama calcistico mondiale da molti anni nonostante i suoi 26 anni. Tutto questo per dire che l’età è tutta dalla parte di Messi. I grandi mostri sacri del passato, per arrivare a fare la metà di quello che ha ottenuto l’argentino, hanno impiegato molto più tempo di lui. Da mettere in conto poi che è difficile se non impossibile fare un paragone fra il calcio giocato in due epoche completamente differenti. Negli anni passati, diverse erano le tattiche, la mentalità dei giocatori e i soldi che giravano attorno al mondo del pallone. Oggi tutto è diverso, non esistono più le squadre “materasso” e il quoziente di difficoltà è aumentato come conseguenza della maggiore possibilità di accesso al calcio stesso: più persone giocano, più è difficile emergere. Ebbene, Messi ce l’ha fatta.

    E’ emerso nonostante molte difficoltà, è esploso, ha vinto tutto e ha polverizzato ogni singolo record che fosse possibile distruggere. Oggi la Pulce viene considerato all’unanimità il giocatore più forte del mondo, lontano anni luce da Cristiano Ronaldo, il suo rivale più accreditato sia per i valori visti in campo, sia per il carattere dell’argentino. Mai gossip, mai un richiamo, un ritardo, un episodio sgradevole, niente di niente. Tutto questo è senza dubbio andato a influire nel giudizio complessivo di Messi come uomo oltre che come calciatore. Appurato il dominio attuale, di diversa lettura è quello relativo al “tutti i tempi”. Messi è davvero il giocatore più forte del mondo di tutti i tempi? Secondo la maggior parte degli statistici e opinionisti, sì. Non solo per i dati (gol segnati, coppe vinte, premi…) ma anche per il modo in cui Leo si è affermato nel calcio, fenomeno più unico che raro. In meno di un decennio, Messi è diventato un simbolo della Liga, della Catalogna, del Barcellona. Tutti sono ai suoi piedi e lui ripaga i suoi tifosi con gol e azioni da urlo. Si può immaginare un Messi lontano dal Barça? Nemmeno per idea e infatti ieri è avvenuto il tanto atteso prolungamento del contratto di Leo con il club blaugrana. L’argentino resterà in Spagna fino al 2018 con una clausola rescissoria da capogiro.

    Leo Messi ha rinnovato con il Barcellona fino al 2018 | © JOSEP LAGO/Stringer / Getty Images
    Leo Messi ha rinnovato con il Barcellona fino al 2018 | © JOSEP LAGO/Stringer / Getty Images

    ANCORA INSIEME – Dal 2000 al 2004 Messi ha militato nelle giovanili del Barcellona. Successivamente l’approdo in prima squadra dove Leo è tutt’oggi il giocatore più rappresentativo. Andare via dal Barça è un’utopia. Impossibile pensare Messi con una maglia diversa da quella blaugrana se non con quella della nazionale argentina nella quale però Leo non riesce a emergere come in Liga. Il contratto di Messi con il Barcellona stava per scadere e, nella giornata di ieri, è arrivato il tanto atteso prolungamento. Il prolungamento prevede la permanenza della Pulce nel Barça fino al 2018, per l’esattezza fino al 31 giugno. In quell’anno, Messi avrà 31 anni. Ancora non sono state rese note le cifre dell’operazione allungo contratto ma, secondo quanto riportato dall’Ansa, Messi guadagnerà circa 12 milioni all’anno. Piccolo particolare: la clausola rescissoria del contratto ammonta a 250 milioni di euro. Se qualcuno volesse pagarla per avere il talento argentino, questo è quanto dovrà sborsare.

  • Brasile ko contro l’Inghilterra, la Germania supera la Francia

    Brasile ko contro l’Inghilterra, la Germania supera la Francia

    Mercoledì ricchissimo di numerose sfide internazionali, alcune dei veri e propri scontri diretti tra le formazioni migliori del globo. Nella lista di partite disputate, analizziamo qui Inghilterra-Brasile e Francia-Germania. Che dire, il valore di queste nazionali è abbastanza rinomato e risaputo e il risultato dei loro incontri è stato avvincente. L’Inghilterra ha sconfitto a Webley il Brasile per 2-1. Gli inglesi hanno messo in mostra un Rooney autore di una forma smagliante che, non solo ha segnato il primo dei due gol, ma ha anche aiutato i suoi in fase difensiva: sacrificio totale. I verdeoro hanno invece un po’ deluso, soprattutto Ronaldinho che, nella serata celebrativa delle sue 100 presenze con la nazionale brasiliana, si fa parare un rigore da Hart. L’altra sfida presa in considerazione è quella tra Francia e Germania: le due squadre europee hanno giocato una gara a viso aperto come se fosse una finale. Allo “Stade de France”, ancor più che a Webley, gli spettatori presenti si sono goduti una serata di grande calcio che ha visto la Germania rimontare l’iniziale svantaggio dei padroni di casa e portarsi a casa una vittoria pesante. Sia chiaro, in palio non c’erano punti ma tanto orgoglio e fiducia in vista dei prossimi impegni ufficiali. Vincere contro il Brasile, nel caso dell’Inghilterra, o espugnare lo Stade de France, nel caso della Germania, rientrano nel filone di imprese che impreziosisce una squadra in toto.

    Rooney festeggia dopo la rete del vantaggio della sua Inghilterra | © Clive Brunskill/Staff / Getty Images
    Rooney festeggia dopo la rete del vantaggio della sua Inghilterra | © Clive Brunskill/Staff / Getty Images

    INGHILTERRA-BRASILE – A Webley c’era il pienone: più di 87 mila spettatori a tifare la nazionale inglese di Rooney e company. Il motivo di un afflusso così consistente è dato anche dal nome dell’avversario: il Brasile, la nazionale di calcio per eccellenza e poco importa se nell’ultimo periodo i verdeoro hanno avuto un calo di forma. L’Inghilterra non batte il Brasile da 23 anni e ieri sera, grazie alla squadra messa in campo da Hodgson, gli inglesi sono riusciti a sfatare questo tabù. Dall’altra parte ci sarà un po’ di amarezza per la prima uscita di Felipe Scolari, nuovo allenatore del Brasile. I verdeoro non sono nella loro forma migliore mentre i padroni di casa danno il massimo davanti al loro pubblico. Già al 18′ si capisce che non è serata per il Brasile. L’arbitro assegna un rigore agli ospiti e sul dischetto va Ronaldinho ma Hart è bravo a respingere il tiro dagli undici metri. Poco dopo arriva il pareggio di Rooney al 26′ su una corta respinta di Julio Cesar. Ad inizio ripresa il Brasile si riporta in parità grazie a Fred ma il neo entrato Lampard chiude i conti al 60′.

    FRANCIA-GERMANIA – A Parigi i tedeschi superano in rimonta la Francia. I padroni di casa si portano in vantaggio con Valbuena allo scadere del primo tempo di gioco. Nella ripresa però, la Germania riesce a ribaltare le sorti del match. Prima Muller, poi Khedira, segnano i due gol che completano la rimonta tedesca. Nella Francia da segnalare l’ottima partita di Ribery e quella di Valbuena, fra l’altro autore anche del gol del momentaneo vantaggio per i suoi. Il migliore in assoluto in campo veste però la maglia della Germania. Stiamo parlando di Ozil che, pur non avendo segnato, si prende gran parte dei meriti della vittoria della sua nazionale. Sarà interessante capire come le due squadre arriveranno ai Mondiali del Brasile. La strada è ancora lunga.

    Video Inghilterra-Brasile

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  • Cavani, Real Madrid e Barcellona ci provano

    Cavani, Real Madrid e Barcellona ci provano

    Edinson Cavani è riuscito a conquistare in pochissimo tempo il cuore di tutti i tifosi del Napoli. Non solo grazie ai numerosissimi gol con la maglia dei partenopei, alla miriade di punti che il bomber ha fatto ottenere al Napoli, ma anche e soprattutto per il suo carattere. Cavani non ha mai esultato spaccando bandierine, facendo gesti indegni di un professionista. Non ha mai fatto interventi killer in campo nè simulazioni. Cavani non è mai apparso sui giornali di gossip per presunti flirt con questa o con quella modella, velina o cantante. La vita del Matador è privata e la famiglia occupa il primo posto insieme alla religione. Il prototipo di giocatore in campo che tutti vorrebbero. Poi chiaro, nessuno è perfetto, e se una volta ogni tanto Cavani sbaglia (o ha sbagliato) glielo perdoniamo tranquillamente. Comunque sia il bomber partenopeo è riuscito ad avere un impatto grandissimo su Napoli e la sua gente. Nessuno tranne Maradona era riuscito in un’impresa tanto ardua. Il Matador è ambizioso e vuole addirittura superare l’argentino, icona sacra per il calcio napoletano e non.

    Edinson Cavani: l'attaccante ambito dai club di tutta l'Europa. Resterà a Napoli? | © Marco Luzzani/Stringer 7 Getty Images
    Edinson Cavani: l’attaccante ambito dai club di mezza Europa. Resterà a Napoli? | © Marco Luzzani/Stringer 7 Getty Images

    TENTAZIONI – Cosa mai vogliamo insinuare con quei tre punti di sospensione al termine del paragrafo precedente? Di ufficiale, precisiamolo subito, non c’è niente e da questo punto di vista i tifosi del Napoli possono stare tranquilli. L’unica cosa è che il futuro è incerto, i soldi mancano e se mai dovessero arrivare delle offerte clamorose non si sa mai cosa potrebbe fare De Laurentiis. L’intenzione della dirigenza è chiara: tenere Cavani di fronte ad ogni cifra e incentrare un futuro sul bomber uruguagio. Cavani cosa pensa? In questo caso la nebbia si deve ancora diradare e qualcosa non torna al 100%. Le dichiarazioni del Matador a inizio gennaio erano molto più sicure: “Spero di stare qui ancora per un bel po’, mi trovo bene” e via dicendo. Alla fine dello stesso mese le cose sono leggermente cambiate: “Sarà la società a valutare il da farsi”. Parole leggermente diverse. Anche perchè nel calciomercato invernale sono arrivate delle proposte dall’estero fra cui la proposta di Wenger, assiduo estimatore del Matador, pronto a pagare i 63 milioni di euro di clausola recissoria. Cavani intanto è concentrato sulla stagione in corso e non ci pensa nemmeno a guardare avanti. Ogni cosa a suo tempo. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, a fine campionato Cavani e De Laurentiis si incontreranno per discutere i termini del contratto del bomber. Ma cerchiamo di capire quali sono le possibili squadre interessate al Matador.

    PREMIER E LIGA – Andiamo con ordine. Principalmente le squadre interessate seriamente a Cavani provengono da due campionati: la Premier League e la Liga. In Inghilterra ci sono Arsenal, Manchester City e Chelsea. Dei primi ne abbiamo già parlato. I citizens non sono una novità: gli sceicchi avevano già proposto una cifra altissima al presidente De Laurentiis rispedita al mittente e c’è da scommettere che vorranno riprovarci. Il Chelsea ha un pallino fisso in tutto ciò che luccica: tradotto in parole povere, se un giocatore fa gol, entra automaticamente nella lista di Abramovic. Poco importa se poi il neo acquisto si rileva un flop: tanto i soldi ci sono. Negli ultimi giorni è sorta l’ipotesi Liga: Barcellona e Real Madrid le due pretendenti in lotta per Cavani. Nessuna delle due ha formulato un’offerta ma una radio spagnola ha chiesto a Cavani cosa farebbe se uno di questi club decidesse di comprarlo. Il giocatore ha un po’ vacillato dicendo che soltanto sapere di interessare a certe squadre è un onore e che è normale vacillare.