Autore: Federico giuliani

  • L’Italia a Malta con la coppia Balotelli-El Shaarawy

    L’Italia a Malta con la coppia Balotelli-El Shaarawy

    L’Italia sta tornando ai suoi livelli. Dopo uno straordinario Europeo, la Nazionale nostrana ha mostrato un netto calo nelle successive uscite inanellando risultati non proprio all’altezza delle aspettative. Contro il Brasile a Ginevra, si  è rivista invece un’altra Italia con un piglio completamente rinnovato grazie ai tanti giovani di belle speranze lanciati dal ct Cesare Prandelli. Alcuni nomi? Mattia De Sciglio, Alessio Cerci e i rigenerati Mario Balotelli e Stephan El Shaarawy. Tutta gente che dovrà guidare l’Italia verso la vittoria ai prossimi Mondiali brasiliani. A proposito di Mondiali, questa sera l’Italia torna in campo per un impegno ufficiale: gli azzurri saranno infatti ospiti al Ta’Qali National Stadium di Malta proprio contro la nazionale maltese per le qualificazioni al prossimo Mondiale 2014. Attualmente l’Italia è prima nel suo girone (Gruppo B) con dieci punti, uno in più della Bulgaria che ha però una partita in più. Il Malta invece è ultimo con zero punti, praticamente già fuori dai giochi. Nonostante questo Prandelli non si fida di una squadra che potrebbe esaltarsi di fronte al proprio pubblico a dire il vero non proprio abituato a sfide con avversari prestigiosi.

    Balotelli dovrà guidare l'Italia alla vittoria questa sera contro Malta | &Copy; Claudio Villa/Stringer /Getty Images
    Balotelli dovrà guidare l’Italia alla vittoria questa sera contro Malta | &Copy; Claudio Villa/Stringer /Getty Images

    NAZIONALE A BLOCCHI – Il Milan è tornato a dare un grandissimo contributo alla causa della nazionale italiana. Nella gara di stasera saranno infatti ben cinque i rossoneri che scenderanno in campo dal primo minuto. Sulle corsie laterali spazio a De Sciglio a sinistra e Abate a destra, a centrocampo Montolivo e in attacco il duo delle meraviglie El Shaarawy-Balotelli. Le nazionali che puntano su blocchi precostruiti di solito giocano meglio e hanno degli schemi già rodati. Basti pensare alla Spagna degli ultimi anni: le Furie Rosse hanno praticamente vinto tutto grazie ai due schieramenti Real Madrid e Barcellona. Sono proprio questi due club a fornire alla nazionale iberica il maggior numero di giocatori che, ovviamente, si conoscono molto bene fra loro. Con l’Italia sta accadendo una cosa simile. Attenzione però perchè non ci sono solo rossoneri. Molto nutrita è anche infatti la schiera di juventini, addirittura sei (uno in più di quelli del Milan). Oltre al cuore della difesa Buffon-Barzagli-Bonucci, questa sera saranno presenti anche Marchisio, Pirlo e Giaccherini per un’Italia tutta Milan/Juve.

    PIACEVOLI NOVITA’ – Oltre ai già citati titolari, Prandelli ha convocato anche altri giocatori, alcuni delle vere e proprie sorprese, altri soltanto dei ritorni dopo tanta esclusione. Di quest’ultima schiera fa senza dubbio parte Alberto Gilardino, riesumato dopo la buonissima stagione che l’ex viola sta facendo a Bologna. Per lui già qualche scampolo di gara contro il brasile: probabile che stasera possa esserci il bis a partita iniziata. Un altro giocatore che ha dimostrato di essere da Nazionale, è Alessio Cerci. Contro i verdeoro il suo ingresso nella ripresa ha dato il via alla rimonta dell’Italia e intanto il valore di mercato dell’esterno granata è quasi raddoppiato.

    PROBABILI FORMAZIONI MALTA-ITALIA (Ore 20.45)

    MALTA (4-4-2): Hogg; Ajus, Dimech, Caruana, Failla; Herrera, Sciberras, Briffa, R. Fenech; Schembri, Mifsud. A disp. Haber, Camilleri, Borg, P. Fenech, A. Muscat, R. Muscat, Cohen, Vekka. All. Ghedin.

    ITALIA (4-3-1-2): Buffon: Abate, Barzagli, Bonucci, De Sciglio; Montolivo, Pirlo, Marchisio; Giaccherini; Balotelli, El Shaarawy. A disp. De Sanctis, Astori, Maggio, Ranocchia, Candreva, Diamanti, Florenzi, Poli, Cerci, Giovinco, Gilardino, Sirigu. All. Prandelli.

  • Pazza Inter, ad un passo dalla rimonta

    Pazza Inter, ad un passo dalla rimonta

    L’Europa League vede per la prima volta qualificarsi ai suoi quarti di finale una squadra italiana. Da quando l’ex Coppa Uefa ha cambiato nome, nessun club nostrano era mai arrivato a questo traguardo. La Lazio di Vladimir Petkovic arriva ai quarti di finale dopo aver superato in scioltezza lo Stoccarda, strapazzato sia all’andata (2-0) che al ritorno (3-1). Non ce la fa invece l’Inter che nonostante una grande impresa non riesce ad accedere alla fase successiva. Al termine dei novanta minuti di gioco, i nerazzurri hanno pareggiato i conti segnando tre reti ma ai tempi supplementari è arrivato il gol inglese a freddare Moratti e tifosi. Non è bastato il 4-1 di Alvarez: Inter eliminata. La partita degli uomini di Stramaccioni non è però affatto da dimenticare. Anzi, Moratti e company dovranno proprio ripartire dalla gara di ieri per cercare di ricominciare a vincere e convincere anche in campionato.

    La delusione di Cassano dopo l'impresa sfiorata contro il Tottenham | © OLIVIER MORIN/Staff/ Getty Images
    La delusione di Cassano dopo l’impresa sfiorata contro il Tottenham | © OLIVIER MORIN/Staff/ Getty Images

    IL CUORE NON BASTA – L’Inter ha vinto 4-1 contro il Tottenham e per poco non ha ottenuto la qualificazione, sfumata soltanto ai tempi supplementari. Dopo i primi novanta minuti di gioco i nerazzurri sono riusciti a segnare tre reti con Cassano protagonista assoluto. E’ proprio un suo colpo di testa a dare il via alla rimonta interista; ben servito da Palacio, l’ex rossonero batte Friedel con quello che di certo non è il suo forte: il gioco aereo. Il tempo per rimontare c’è e infatti arriva il raddoppio di Palacio e il gol della liberazione di Cassano. Anzi, l’autorete di Gallas perchè il calcio di punizione del 99 nerazzurro è stato deviato dal difensore inglese. Si va ai supplementari. Handanovic si dimostra super sfoggiando un paio di interventi sublimi ma non può nulla sul tap-in vincente di Adebayor che fredda San Siro. Dopo, come detto, è arrivato il 4-1 firmato Alvarez ma non è bastato. Inter con tanto cuore ma eliminata.

  • Champions League, impresa Malaga. Arsenal così non basta

    Champions League, impresa Malaga. Arsenal così non basta

    La Champions League entra nel vivo. Dopo le due partite di ieri sera, la competizione ha concluso la fase degli ottavi di finale e si appresta a quella dei quarti. Osservando le squadre qualificate, si nota un evidente predominio spagnolo con tre club: Barcellona, Real Madrid e il sorprendente Malaga che è riuscito nella vera e propria impresa di ribaltare il risultato dell’andata contro il Porto. Oltre a queste troviamo due rappresentanti tedesche: il Bayern Monaco, che ha rischiato molto ieri con l’Arsenal, e il Borussia Dortmund. Spazio poi al Galatasaray di Drogba, al Paris Saint-German di Ibrahimovic e alla Juventus, unica squadra italiana rimasta in corsa per il titolo. Le favorite sono sempre loro, Real e Barça con questi ultimi favoriti rispetto alle merengues ma occhio alle possibili outsiders quali Borussia e, perchè no, la Juventus. Facciamo ora un passo indietro e analizziamo le due sfide di ieri sera ovvero Bayern Monaco-Arsenal e Malaga-Porto.

    L'esultanza di Santa Cruz dopo il gol che ha qualificato il Malaga | IlPallonaro &Copy/ JORGE GUERRERO/Stringer / Getty Images
    L’esultanza di Santa Cruz dopo il gol che ha qualificato il Malaga | © JORGE GUERRERO Getty Images

    SOLLIEVO BAYERN – Mostro in Bundesliga, meno sicuro in Champions. Questo per il momento è il ritratto del Bayern Monaco di Heynckes. Nell’attesa di accogliere il nuovo allenatore Pep Guardiola, i tedeschi continuano sulla scia degli ultimi anni: qualificarsi per lo meno ai quarti di finale. Dopo la cocente delusione della scorsa stagione, che ha visto i tedeschi perdere in finale davanti al loro pubblico contro il Chelsea, quest’anno serve la riscossa. L’avversario degli ottavi era l’Arsenal e dopo la partita d’andata i giochi sembravano già fatti: un 3-1 all’Emirates e una qualificazione quasi in cassaforte. Non è stato però così perchè in terra tedesca gli uomini di Wenger hanno rischiato di compiere la Remuntada. Davanti a un Bayern molto rinunciatario, l’Arsenal si è portato in vantaggio dopo appena 3′ con un Giroud, ben assistito da Walcott. Il tempo per rimontare c’era tutto ma i tedeschi hanno subito alzato l’asticella dell’attenzione e sono riusciti a contenere i Gunners fino ai minuti finali. Poco prima del recupero però ecco la zuccata di Koscielny a riaccendere le speranze. Tutto è però vano perchè l’Arsenal non riesce a trovare il terzo gol. Bayern ai quarti di finale.

    IMPRESA MALAGA – Il Malaga delle meraviglie continua a stupire in Champions League. Dopo esser passata come prima nel girone del Milan, la squadra spagnola riesce a far fuori il Porto qualificandosi ai quarti di finale: traguardo storico per il club allenato da Pellegrini. Dopo un intenso primo tempo il Malaga si porta in vantaggio con un grandissimo gol del suo gioiellino Isco. E’ il 43′ e il discorso qualificazione è più aperto che mai. Con questo risultato Porto e Malaga andrebbero ai supplementari ma non ce ne sarà bisogno. Nel secondo tempo il Porto resta in dieci per l’espulsione di Defour e il Malaga mette la freccia per il sorpasso. Al 77′ il colpo di testa di Santa Cruz regala la qualficazione, abbastanza insperata al club spagnolo. Adesso sognare è lecito.

  • Remuntada, Messi si sblocca ma quel palo di Niang…

    Remuntada, Messi si sblocca ma quel palo di Niang…

    Il Barcellona asfalta il Milan e ribalta il risultato dell’andata. Risultato: i blaugrana sono qualificati ai quarti di finale di Champions League mentre il Diavolo dovrà seguire il resto della competizione da Milanello. Forse dopo il 2-0 del Milan all’andata in molti, forse troppi, pensavano che l’eliminazione del Barcellona fosse cosa scontata. Tutti i cicli finiscono, Barcellona in crisi, Messi non è decisivo con le squadre italiane. Concetti da aggiornare. Il tabellino del Camp Nou, alla fine dei novanta minuti di gioco, è impietoso così come la faccia di Adriano Galliani seduto in  tribuna a fianco del presidente del Barcellona Rossell. Un 4-0 pesante come un macigno che demolisce le certezze di un Milan  dominato alla perfezione da un collettivo, quello blaugrana, tornato a giocare come ai tempi d’oro di Pep Guardiola. I discorsi di Villanova, attraverso Skype e le varie tecnologie, da New York, hanno evidentemente rivitalizzato una squadra stanca e forse piena di così tante vittorie. Qualcuno deve aver ricordato ai catalani che non ci si deve accontentare e Messi deve aver detto qualcosa tipo “Non vi preoccupate che ci penso io”. Infatti così è stato.

    Leo Messi si sblocca con le italiane | ©JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images
    Leo Messi si sblocca con le italiane | ©JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images
    RE MESSI – Si sono spesi fiumi d’inchiostro per elogiare questo splendido giocatore e forse è davvero lui il migliore della storia. Lo dimostrano i due gol segnati al Milan che hanno permesso al Barcellona di qualificarsi ai quarti di Champions League. Il primo, dopo pochi mminuti dal fischio d’inizio, una gemma: pallone che transita dal destro al sinistro con una velocità mostruosa e tiro scagliato dove Abbiati non può far altro che guardare. Non c’è cosa migliore per fare una rimonta di andare in gol prestissimo. Nonostante questo la difesa del Barcellona regala una palla gol clamorosa al Milan che potrebbe pareggiare segnando un gol pesantissimo. Mascherano cicca il colpo di testa e Niang si ritrova a tu per tu con Valdes. Il tiro del francese è indirizzato sul palo opposto a quello del portiere blaugrana ma la conclusione termina sul palo. Occasione grandissima che avrebbe potuto scrivere un altro finale alla gara anche perchè il Milan non creerà più azioni degne di nota. Gol sbagliato, gol subito: prima legge non scritta del calcio. Come da copione, dopo il palo di Niang, ecco Messi che trafigge ancora una volta il povero Abbiati che in precedenza si era dimostrato superlativo nel salvare su Iniesta (anche con l’aiuto della traversa) e Xavi. Il bello è che la Pulce ha segnato entrambi i gol con una facilità pazzesca, con tutta la difesa del Milan schierata e con almeno quattro giocatori a ingabbiarlo. Demeriti del Milan? Solo in piccola parte. Dovessimo fare una percentuale, il 90% è merito del Barcellona e di Messi, il restante sono le colpe del Milan.

    RITMI ASFISSIANTI – Dopo il 2-0 maturato nel primo tempo la gara prosegue con il solito copione. Barcellona aggressivo, pressing asfissiante sui portatori di palla rossoneri che il più delle volte sono costretti a buttar via il pallone. In mezzo a questo c’è un Camp Nou gremito che ruggisce e spinge i blaugrana e li fomenta in ogni azione. Su un grande recupero di Mascherano arriva il terzo gol. Constant non riesce a chiudere un lancio filtrante e Villa insacca il terzo gol della serata, quello della qualificazione. Ora il Milan deve far qualcosa perchè adesso è il Diavolo che deve rincorrere l’avversario. Allegri inserisce nella mischia Robinho e Bojan. Qualche lieve miglioramento c’è soprattutto con il brasiliano che si ritrova sul piede la palla del possibile 3-1. Giocata di Bojan che mette in mezzo un bel traversone per Robinho. Il tentativo del carioca viene però murato, a distanza ravvicinata, da un grande recupero di Jordi Alba. Proprio il terzino spagnolo chiude i conti in contropiede in pieno recupero. Assist di Sanchez e gol facile facile di Jordi Alba. C’era poco da fare per il Milan. Questi sono marziani.

  • Remuntada o no? Ultimissime di Barcellona-Milan

    Remuntada o no? Ultimissime di Barcellona-Milan

    Milan-Barcellona terminò 2-0 a favore dei padroni di casa. Un risultato impensabile, fuori da ogni pronostico prima del fischio d’inizio. A San Siro, nella sfida d’andata, segnarono Boateng e Muntari, con il primo che partirà ancora una volta titolare nell’undici iniziale scelto da Max Allegri. Questo non vedrà sostanziali stravolgimenti rispetto alla scorsa gara contro i catalani eccezion fatta per Giampaolo Pazzini sostituito da uno fra Niang o Bojan. In porta il solito Abbiati, difesa con Zapata e Mexes centrali -il francese ha recuperato in tempo- e Abate e Constant sulle corsie. A centrocampo Montolivo con Ambrosini e Flamini. Davanti El Shaarawy e Boateng a dar man forte alla punta centrale. Allegri vuol scordarsi del 2-0 ed esige, giustamente, la massima concentrazione da parte di tutti. Non si può andare al Camp Nou e giocare una partita in difesa ma neppure rischiare di non usare la testa. Bisognerà quindi sfruttare il contropiede o infilarsi nei varchi che lasceranno aperti i blaugrana senza troppo sbilanciarsi perchè dall’altra parte c’è un certo Leo Messi. E non l’unico alieno. Comunque sia possiamo dire che al Milan andrebbero bene due risultati su tre: la vittoria e il pareggio. Potrebbe addirittura andar bene anche la sconfitta ma solo e soltanto se questa avverrà per 1-0 in favore del Barça o con due gol di scarto ma segnando una rete. Infatti, con il 2-0 per i catalani si andrà ai supplementari.  L’arbitro della gara sarà l’ungherese Kassai, vecchia conoscenza rossonera. Il direttore di gara in questione, recentemente, ha arbitrato Milan-Arsenal, gara degli ottavi di finale d’andata di Champions dell’anno scorso vinta per 4-0 dal Diavolo, e Italia-Spagna degli ultimi europei terminata 1-1.

    Il tifo del Camp Nou: sarà questo un ulteriore problema per il Milan | © David Ramos/Stringer / Getty Images
    Il tifo del Camp Nou: sarà questo un ulteriore problema per il Milan | © David Ramos/Stringer / Getty Images

    IL FUOCO SCOTTA – Il Barcellona è una squadra ostica. Vince quasi sempre e le poche volte in cui è sotto pressione tira fuori ogni stratagemma mediatico per riuscire a incutere timore sugli avversari. C’è un precedente: l’anno del triplete Mourinhano quando l’Inter eliminò proprio i catalani. In quell’occasione, come succede da giorni, i giocatori del Barcellona dichiararono frasi alquanto pesanti. Iniesta ha ha dichiarato di mettere la mano sul fuoco da quanto è sicuro di passare il turno, Piquè si è trasformato in veggente e ha addirittura tirato un pronostico: 3-0 per il Barcellona e tutti a casa. Dani Alves si è dimostrato impavido: a differenza del compagno Iniesta lui mette tutto il corpo sul fuoco. La Remuntada è la parola d’ordine, concetto che in casa Barcellona viene utilizzato soltanto nei momenti di sfiducia estrema.

    DERBY D’EUROPA – Il Camp Nou sarà gremito in ogni ordine di posto. Gran parte degli sportivi di tutto il globo guarderanno le gesta dei vari fenomeni impegnati nella maxi sfida. Nel Barcellona non ci dovrebbero essere assenze pesanti con Xavi che pare pronto dopo i problemi della scorsa settimana. In attacco, accanto all’insostituibile Messi, spazio a Pedro e a un revitalizzato Villa. Il resto è cosa nota: Xavi, Busquets, Iniesta, Alves, Piquè, Puyol, Jordi Alba e Valdes. In panchina ci sarà ancora Roura ma non sarà solo perchè da New York la sapienza di Villanova lo assisterà. Intanto il Barcellona benedice la tecnologia: non solo allenamenti seguiti dal mister di ruolo attraverso il computer ma anche un confronto con ogni singolo giocatore via Skype. Peccato che il mondo dell’ high tech non sia in grado di vincere le partite a tavolino. Il Milan vuol fare bene per la storia, il Barcellona anche. In ogni caso la cosa importante per tutti i tifosi rossoneri e per il calcio italiano è che il Diavolo spedisca i blaugrana all’inferno. Va bene anche passare con una sconfitta. D’altronde meglio tirare avanti che tirare le cuoia.

    PROBABILI FORMAZIONI BARCELLONA-MILAN (Ore 20.45)

    BARCELLONA (4-3-3): Valdes; Alves, Piquè, Puyol, Jordi Alba; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Villa. A disp. Pinto, Mascherano, Adriano, Alcantara, Fabregas, Sanchez, Tello. All. Roura.

    MILAN (4-3-3): Abbiati; Constant, Mexes, Zapata, Abate; Ambrosini, Montolivo, Flamini; El Shaarawy, Bojan, Boateng. A disp. Amelia, Yepes, Nocerino, Traorè, Robinho, Niang. All. Allegri.

    Arbitro: Kassai

  • La zampata di Gilardino e la crisi dell’ Inter

    La zampata di Gilardino e la crisi dell’ Inter

    L’Inter non riesce a uscire dalla crisi nera che ormai la assale da troppo tempo. Colpa di Moratti, colpa di Stramaccioni, colpa di alcuni giocatori non da Inter e di altri decisamente in calo. Unendo tutti questi fattori riusciamo ad arrivare alla radice della crisi nerazzurra, iniziata, come per scherzo del destino, in una giornata di festa. Era esattamente il 3 novembre quando la banda Stramaccioni sbancava lo Juventus Stadium con il punteggio di 3-1: è nata l’anti-Juve. Non l’avessero mai detto. Da allora è arrivato in filotto deprimente: soltanto cinque vittorie e cinque pareggi in campionato tralasciando le altre competizioni. Il resto tutte sconfitte, più o meno pesanti, con squadre di alta o bassa classifica. Queste statistiche sono da aggiornare perché ieri sera l’Inter ha perso ancora, a San Siro, contro il Bologna non nuova a imprese simili visto che l’anno scorso gli stessi uomini di Pioli sconfissero proprio l’Inter con un secco 3-0. Nell’ultimo incontro il Bologna si è imposto di misura, un 1-0 che ha comunque un sapore molto amaro. Ha deciso il match una zampata di Alberto Gilardino, attaccante dai trascorsi rossoneri che con il suo gol ha messo in ginocchio per l’ennesima volta la squadra di Stramaccioni, sempre più nell’occhio del tornado.

    CRISI D’IDENTITA’ – Chi è l’Inter? Difficile saperlo. A occhio possiamo dire che in questo periodo è una squadra senza capo nè coda. Difesa in bambola al minimo assalto ospite, attacco non incisivo e un centrocampo che non fa filtro: in queste condizioni è difficile ottenere buoni risultati. Il Bologna, a dirla tutta, non è arrivato a San Siro con un atteggiamento di squadra che cerca la vittoria a ogni costo. Gli emiliani hanno fatto la loro partita, ordinata, compatta e concreta. Pioli ha saputo schierare un ottimo undici iniziale con il 4-2-3-1 con Gabbiadini e Diamanti a rifinire alle spalle dell’unica punta Gilardino. Schieramento speculare per l’Inter. Stankovic e Benassi dal primo minuto, davanti spazio a Palacio supportato da Guarin. In porta Carrizo sostituisce Handanovic. Pronti, via. La squadra a cercare la via del gol è quella ospite prima con Gabbiadini poi con Gilardino. Dell’Inter non c’è traccia e più la partita scorre più gli incubi diventano realtà. Il pesante k.o subito a Londra contro il Totthenam per 3-0 si fa sentire non solo sulle gambe ma soprattutto sulla testa dei giocatori di Stramaccioni, incapaci di essere all’apparenza sereni. Al 57′ ecco il vantaggio del Bologna. Lancio perfetto di Perez che pesca in area il Gila: l’ex milanista non ci pensa due volte e colpisce al volo battendo Carrizo. In questa circostanza la difesa nerazzurra si è dimostrata molto poco ortodossa.

    Gilardino - Inter-Bologna | © Claudio Villa / Getty Images
    Gilardino – Inter-Bologna | © Claudio Villa / Getty Images

    CASSANO NON BASTA – SuBìta la rete ci si aspetta un’Inter arrembante ma sarà così solo a sprazzi. Gargano corre per mille ma perde altrettanti palloni, inammissibile per chi ricopre un ruolo così delicato. Ranocchia sembra il cugino del roccioso difensore ammirato negli anni passati. L’unico che ogni tanto accende la luce è Cassano, entrato solamente nella ripresa ma il barese sembra predicare nel deserto. Guarin prova a impensierire Curci con delle bordate da fuori ma il portiere del Bologna è bravo a salvarsi in più di una circostanza. A dieci minuti dalla fine potrebbe arrivare il colpo della sconfitta definitiva per l’Inter con un bello stacco di testa di Khrin sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Carrizo devia in corner. Il k.o è però soltanto rimandato. Il Bologna batte l’Inter e ne allarga la crisi.

  • Pazzini e Balotelli abbattono il Genoa: Milan vicino al Napoli

    Pazzini e Balotelli abbattono il Genoa: Milan vicino al Napoli

    Genoa-Milan non si preannunciava una partita tranquilla. Il pronostico si è avverato e uno dei fautori del suo avvenire è stato il direttore di gara Damato, letteralmente disastroso sia da una parte che dall’altra. Fra rigori non dati ed espulsioni mancate, l’arbitro di Barletta ha inciso e non poco sul match di Marassi. Si comincia subito al 22′ del primo tempo quando Portanova interviene da dietro duramente sulle gambe di Pazzini. Il bomber rossonero, uomo più in forma del Diavolo, zoppica vistosamente ed è pronto ad uscire per lasciare spazio a Balotelli. Il destino è però amico del Milan perchè pochi istanti prima di abbandonare il campo, De Sciglio mette in mezzo un buon cross male allontanato dalla difesa. Il pallone schizza proprio sul destro di Pazzini che con una potenza singolare riesce a battere Frey portando il Milan in vantaggio.
    Al 25′ entra dunque Balotelli e il Pazzo si accomoda in panchina con il ghiaccio sulla gamba colpita: ancora non si sa se l’ex giocatore dell’Inter possa essere disponibile per il delicato match di martedì contro il Barcellona. Il Genoa, trovatosi improvvisamente sotto, non ci sta e diventa più aggressivo. In più di un’occasione i rossoblu hanno invocato il calcio di rigore. La moviola ha poi dimostrato che i genoani avevano ragione solo in due episodi: mano di Niang non sanzionata e spinta dello stesso francese su Granqvist. Arbitraggio a favore del Milan? Non proprio perchè anche i rossoneri hanno di che recriminare.

    Mario Balotelli ha segnato il secondo gol nella vittoria del Milan sul Genoa | © GIUSEPPE CACACE/Stringer / Getty Images
    Mario Balotelli ha segnato il secondo gol nella vittoria del Milan sul Genoa | © GIUSEPPE CACACE/Stringer / Getty Images

    BOLLETTINO DI GUERRA – Per il Milan si tratta di un vero bollettino di guerra. Gli interventi duri e decisi dei genoani, spesso anche cattivi, hanno causato un infortunio pesante in casa rossonera. Pazzini ko, Mexes anche: il francese è rimasto acciaccato e non ha proseguito la ripresa. Da segnalare le mancate espulsioni a Bertolacci (intervento killer su Muntari in netto ritardo) e Bovo (falcione da dietro a Constant) senza scordarsi della possibile espulsione iniziale di un Portanova decisamente troppo agitato. A rimetterci le penne è stato Constant che, dopo l’intervento di Bovo, ha perso completamente la testa scatenando una mini rissa: l’intervento del Genoano è stato duro e brutto, la reazione anche ma il rossonero non doveva reagire così. Non è una corrida ma Genoa-Milan.

    BOVO PALO, BALO GOL – Il Genoa scende in campo nella ripresa con un piglio diverso, decisamente più aggressivo volto a cercare il pareggio. Il Grifone ci va veramente vicino quando Bovo colpisce il palo direttamente da calcio di punizione. Potrebbe essere l’inizio di un’altra partita ma il Milan, zitto zitto, viene fuori e su un’azione nata da corner trova il secondo gol. Sul pallone respinto dalla difesa Zapata è bravo a rimettere il pallone dentro per Balotelli che batte Frey con un tocco sontuoso. Tutto finito? Nemmeno per idea perchè come detto il Milan si ritrova con l’uomo in meno e gli ultimi 25′ minuti circa di gioco sono un assedio genoano al fortino di Abbiati. Lo stesso portierone rossonero è bravissimo a salvare su Jorquera e Granqvist. Il Milan esce quindi da Marassi con tre punti pesantissimi per il campionato: adesso Allegri dovrà schierare una squadra simile anche al Camp Nou ma con un avversario ben diverso che, 11 contro 10, difficilmente lascia scampo: il Barcellona di Leo Messi.

  • Il Totthenam asfalta l’Inter: 3-0 a Londra. Qualificazione compromessa

    Il Totthenam asfalta l’Inter: 3-0 a Londra. Qualificazione compromessa

    Un’Inter davvero brutta da vedere subisce una pesante sconfitta al White Hart Lane di Londra. Il Totthenam passeggia davanti ai propri tifosi e infligge un sonoro 3-0 alla squadra di un Andrea Stramaccioni sempre più in confusione come i suoi giocatori. La qualificazione al turno successivo adesso è davvero compromessa perchè i nerazzurri per riuscire a ribaltare questo punteggio dovranno sconfiggere la prossima settimana a San Siro il Totthenam con quattro gol di scarto. Impresa non impossibile ma quasi. Soprattutto se si guarda questa partita d’andata dove l’Inter ha giocato malissimo in ogni reparto, mostrando lacune individuali e collettive. La difesa è stata fatta a fette dai velocissimi giocatori del Totthenam, il centrocampo schiacciato dalla pressione inglese: l’attacco non pervenuto. L’infortunio di Milito ha davvero messo in ginocchio l’Inter incapace di creare e di segnare. Cassano, convocato dopo l’esclusione con lite di Catania, va a sprazzi ma il più delle volte gioca a nascondino con i possenti difensori inglesi. L’unico a salvarsi fra i nerazzurri è il solito Handanovic che in più di un’occasione ha salvato i suoi dal tracollo. Davanti c’era il Totthenam, signora squadra, ma così è veramente troppo. Una batosta che influirà anche sul morale e sulla testa dei giocatori. Giocarsela nella gara di ritorno sarà un’impresa stoica. Passiamo però all’analisi della sfida.

    Tottenham-Inter | © Richard Heathcote/Getty Images
    Tottenham-Inter | © Richard Heathcote/Getty Images

    SOLO SPURS – In campo c’è stata una sola squadra: il Totthenam. Dispiace dirlo ma la squadra di Stramaccioni non ha fatto quasi niente. A dire il vero ha avuto due occasioni nitidissime ma le ha incredibilmente sprecate. Andiamo però con ordine. Gli Spurs partono subito a razzo e dopo pochi minuti si portano in vantaggio con il solito Bale, abile a staccare di testa anticipando la difesa nerazzurra. Poco dopo è Sigurdsson a raddoppiare con un tap in vincente a pochi passi da Handanovic. Il punto esclamativo arriva nella ripresa con un altro colpo di testa, questa volta di Vertonghen. Inter ko e incapace di reagire. Nel primo tempo la partita poteva essere riaperta da Alvarez, lanciato da Cassano verso la porta avversaria, ma il giocatore arrivato a tu per tu con l’estremo difensore ha calciato sul fondo. L’altra grande occasione arriva nella ripresa ed è Palacio a spedire addosso al portiere. Sarebbe stato un gol inutile ai fini del risultato ma utilissimo in vista di un ritorno più abbordabile. Così non è stato e l’Inter adesso dovrà scalare l’Everest.

  • Rooney e Manchester United divorziano? Milan e Inter alla finestra

    Rooney e Manchester United divorziano? Milan e Inter alla finestra

    Wayne Rooney è il bomber indiscusso del Manchester United dal 2004, anno del suo arrivo all’Old Trafford. I Red Devils lo prelevarono ancora giovanissimo all’Everton pagandolo fior di quattrini fra lo scetticismo generale. I risultati si videro dopo poche partite e in breve tempo tutto il mondo calcistico iniziò a considerare Rooney un talento purissimo. Lo dimostrano i numeri che ormai hanno fatto di Wayne un vero e proprio fuori classe, un top player: più di 100 gol segnati con la maglia del Manchesater United e una bacheca ricca di trofei. Con i Reds Rooney ha conquistato in patria 4 campionati, 3 Coppe di Lega e 4 Community Shield poi una Champions League e un Mondiale per Club. Seppur con un palmarès notevolmente ridotto, i gol sono arrivati anche con la maglia della nazionale inglese. Insomma tutto questo per dire, anzi ribadire, che Wayne Rooney è un giocatore capace di cambiare volto a una squadra e di fare la differenza contro chiunque. L’idillio fra l’attaccante e il Manchester United sembra però essere arrivato al capolinea. Ci sono molti indizi che portano alla conferma di ciò e uno, grandissimo e inconfutabile, è la sua esclusione da parte di Ferguson nella partita di ritorno degli ottavi di Champions League contro il Real Madrid. In breve tempo le indiscrezioni sono aumentate e alcune parlano anche di un interessamento di italiane per il giovane bomber inglese. Secondo LaStampa.it, Milan e Inter sarebbero pronte ad accogliere a braccia aperte Rooney i cui rapporti con Ferguson sembrano essere sempre più tesi.

    Wayne Rooney-Manchester United: divorzio in vista? | © ANDREW YATES/Stringer / Getty Images
    Wayne Rooney-Manchester United: divorzio in vista? | © ANDREW YATES/Stringer / Getty Images

    ESCLUSIONE – La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’esclusione dal primo minuto di Wayne Rooney dal match di Champions contro il Real Madrid. Nella sfida contro i madrileni il Manchester United è poi uscito sconfitto di certo non per l’assenza di Rooney quanto per alcune decisioni arbitrali. Comunque sia Ferguson ha schierato una formazione post Rooney, probabilmente quella che farà scendere in assenza dell’attaccante ormai prossimo all’addio. I tabloid inglesi scommettono sulla sua partenza nel mercato estivo e c’è già addirittura un prezzo di partenza fissato: 25 milioni di euro per portarsi a casa Wayne Rooney, prezzo più che dimezzato rispetto a quando il City voleva strapparlo agli odiati cugini dello United. I rapporti con Ferguson sarebbero diventati più freddi  tanto da considerare Rooney non più indispensabile per i Reds.

    ACQUIRENTI –  Rooney è legato al Manchester United da un contratto che scadrà nel 2015 e attualmente guadagna più di 5 milioni di euro: chi potrebbe permettersi l’ingaggio di un giocatore tanto oneroso? I soliti noti. Ovvero il Chelsea, il Manchester City, il Paris Saint-German, cioè le squadre degli sceicchi/ricconi. La destinazione Parigi è però difficile vista la presenza in squadra di un certo Ibrahimovic: la Spagna è esclusa visto che Real Madrid e Barcellona non sono interessate ad acquistare l’inglese. Altre due squadre papabili, fa sapere la stampa inglese, sono le milanesi: Inter e Milan. Senza Rooney come farà il Manchester United? Nessun problema. I Red Devils hanno saputo sopperire alla cessione di Cristiano Ronaldo e ci riusciranno anche questa volta. Ferguson ha già pronto l’attacco per il futuro, una coppia formata da Welbeck e Van Persie.

  • Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona e Real Madrid sono due delle squadre che nell’ultimo periodo hanno riscosso più successo in tutto il panorama calcistico mondiale. Anzi, a dire il vero non solo gli sportivi conosco le gesta dei vari Cristiano Ronaldo, Messi, Casillas e via dicendo: dalle fiamme del portoghese ai numeri della Pulce fino al famoso bacio in diretta fra il portierone delle merengues e la sua ragazza/giornalista e potremmo continuare all’infinito. Insomma tutti, quando parliamo di Real Madrid e Barcellona, sanno a cosa si allude. Di solito il Barça degli ultimi cinque anni è considerato il club calcistico più forte della storia: grazie a Pep Guardiola i catalani sono riusciti a costruire un club che, come dice lo slogan cucito sulle magliette, è Mas que un club. Gioco incantevole, talenti purissimi, spazio ai giovani: c’è tutto nelle vittorie del fantastico Barcellona di Guardiola. Il Real Madrid è sempre stato invece l’antagonista, l’altra faccia del calcio champagne che, a dire il vero, non sempre è risultato tale. La frustrazione dei madrileni nell’arrivare sempre dietro gli odiati catalani ha raggiunto livelli altissimi: sconfitte in Liga, in Champions, in Coppa del Re con Mourinho a cavalcare l’onda della polemica. Recentemente però questa tendenza sembra essersi invertita. Il Barcellona sembra aver finito il suo ciclo stra vincente mentre il Real, al contrario, potrebbe aprirne subito un altro.

    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images
    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images

    BARCELLONA IN DECLINO – Il Barcellona non sta affatto vivendo un bel momento di forma. Guardando la Liga, il vantaggio dei catalani sulla seconda è sempre molto ampio però, per una squadra capace di offrire uno spettacolo assoluto, fare una stagione del genere è paragonabile a un fallimento. Le prime crepe di un possibile tramonto sono arrivate a fine agosto durante la finale di Supercoppa di Spagna disputata contro il Real: i mdarileni riuscirono a sconfiggere fra andata e ritorno la squadra blaugrana. Proseguendo, ecco altri problemini nel girone di questa Champions League: in un accoppiamento abbordabilissimo i catalani hanno perso qualche punto di troppo con squadre di livello nettamente inferiore (la sconfitta contro il Celtic è un esempio). Storia ancora più recente (si parla di qualche settimana fa): il Barça è stato sconfitto nell’andata degli ottavi di Champions League dal Milan per 2-0 poi nella Liga e in semifinale di Coppa del Re sono arrivate due ko contro il Real Madid. Perchè questo declino? Intanto bisogna vedere se di declino effettivamente si tratta: semmai possiamo parlare di calo rispetto agli anni scorsi. E’ anche vero che a dirigere l’orchestra blaugrana non c’è più Pep ma Villanova – anzi, Roura per via della malattia dell’erede di Guardiola – ma i giocatori sono rimasti gli stessi. Mancanza di stimoli? Possibile. Nel Barcellona attualmente giocano atleti che hanno vinto tutto e di più e un calo ci può stare. Resta da vedere se si tratta di declino vero e proprio o solo di una leggera flessione.

    REAL ALLA RISCOSSA – Se Barcellona piange, Madrid ride. Ebbene, dopo essere stati considerati gli eterni secondi sotto il Barcellona, il Real Madrid è riuscito a strappare i riflettori alla squadra catalana.  Ripercorriamo questo tragitto. La Liga attualmente è un discorso chiuso ma, nonostante questo, Mourinho si è tolto lo sfizio di sconfiggere il Barça per 2-1 al Bernabeu. Prima del turno di campionato c’è stata anche l’eliminazione dalla semifinale di coppa del Re. Poi? Le merengues si sono qualificati ai quarti di finale di Champions League sconfiggendo il Manchester United mentre il Barcellona rischia di non passare il turno, Milan permettendo. L’occasione di scrollarsi di dosso l’etichetta di eterni secondi è arrivata: tocca a Mourinho e a tutto il Real Madrid cogliere l’attimo, carpe diem.