Autore: Federico giuliani

  • Isco, il gioiello del Malaga corteggiato da mezza Europa

    Isco, il gioiello del Malaga corteggiato da mezza Europa

    Se cercate “Isco” all’anagrafe spagnola, non troverete niente o almeno non il gioiellino del Malaga corteggiato e voluto da molti club europei. Il nome completo del ragazzo è infatti Francisco Roman Alarcon Suarez, abbreviato semplicemente in Isco. Il giovane, classe 1992, è nato a Benalmadena, comune andaluso in provincia di Malaga. La sua formazione calcistica è passata attraverso le giovanili del Valencia: con la squadra B collezionerà infatti la bellezza di 63 presenze condite da 24 reti nel periodo tra il 2009 e il 2011. In questo lasso di tempo, avrà modo anche di affacciarsi alla realtà della prima squadra. L’esordio con il Valencia avvenne l’11 novembre 2010 in una partita di Coppa del Re contro il Logrones. Pochi giorni dopo, arrivò anche il debutto in Champions League: era il 24 novembre dello stesso anno quando il giovane Isco mise piede nella competizione più importante d’Europa nel match disputato dal Valencia contro il Bursaspor. Nel 2011, dopo aver disputato soltanto 4 presenze con la prima squadra del Valencia ecco la prima svolta nella carriera del giovane spagnolo. Il Malaga lo acquista a titolo definitivo per la cifra di sei milioni di euro: un bell’investimento per un ragazzo dalle belle promesse ma con ancora pochissima esperienza. Scelta azzeccata per il Malaga che in breve tempo si renderà conto di aver fra le mani un grande campione.

    L’ESPLOSIONE – La prima stagione fra le fila del Malaga è passata tutto sommato inosservata: 32 presenze arricchite da 5 reti. E’ però a partire dall’annata successiva, ovvero la seguente, che Isco avrà modo di esplodere definitivamente e di consacrare il suo talento di fronte al calcio che conta. Nonostante alcuni problemi societari causati dalle follie dello sceicco Al Thani, che prima decise di investire molti soldi per acquistare fenomeni di ogni tipo e poi si vide costretto a vendere tutto, all’inizio di quest’anno, il Malaga disputa per la prima volta nella sua storia la Champions League. Il trascinatore degli spagnoli, nemmeno a farlo apposta, è proprio Isco che nella partita d’esordio contro il quotatissimo Zenit, segna una doppietta di fronte al suo pubblico che permise al Malaga di sconfiggere i russi per 3-0. I “Boquerones”, da cenerentole del girone C, divennero squadra protagonista passando addirittura come prima forza dello schieramento davanti a Milan, Zenit e Anderlecht. Storico passaggio agli ottavi contro il Porto e altro miracolo sportivo: rimonta nella partita di ritorno dopo la sconfitta dell’andata e approdo ai quarti di finale di Champions League. I riflettori su Isco si sono triplicati e adesso tutti ammirano la classe dello spagnolo, entrato anche nel giro della nazionale maggiore della Spagna con cui esordirà nel febbraio 2013. Il cammino di Isco sarà ancora molto lungo ma intanto ecco alcuni premi individuali della sua bacheca: giocatore rivelazione della liga spagnola (2011-2012) e European Golden Boy (2012).

    Isco in Borussia-Malaga | © PATRIK STOLLARZ / Getty Images
    Isco in Borussia-Malaga | © PATRIK STOLLARZ / Getty Images

    SOGNO PROIBITO – Isco è diventato il sogno proibito di moltissime squadre europee, fra queste da segnalare anche la presenza di alcuni club italiani. In particolare la Juventus è apparsa molto interessata allo spagnolo così come il Milan, che, coerentemente alla linea di puntare sui giovani, vorrebbe strappare il giocatore al Malaga in estate, approfittando anche della crisi economica della società iberica. Sogno però che dovrà restare tale a meno di clamorosi colpi di scena perchè su Isco sono piombate le corazzate d’Europa: Real Madrid e Barcellona. Appare tutt’ora improbabile la permanenza di Isco in una realtà come quella del Malaga; certo, attualmente il ragazzo è il vero idolo del pubblico della Rosaleda ma in futuro quasi sicuramente, si trasferirà altrove. Forse al Barcellona, assieme agli idoli di sempre Xavi e Iniesta o forse al Real, con un ingaggio faraonico.

  • “Remuntade” storiche: ecco perchè la Juventus può sperare

    “Remuntade” storiche: ecco perchè la Juventus può sperare

    Remuntada è uno dei termini più usati in questi anni. La sua origine, o meglio, il momento in cui questa parola ha fatto il giro del mondo finendo in primo piano in ogni paese è stato nei giorni precedenti il ritorno delle semifinali di Champions League (altro…)

  • Tagliavento in giornata no, Fiorentina-Milan 2-2

    Tagliavento in giornata no, Fiorentina-Milan 2-2

    Fiorentina-Milan hanno deciso di dividersi la posta in palio. Un 2-2 che lascia tutti quanti scontenti,  con gli animi caldissimi grazie, o, meglio ancora, per colpa, del pessimo arbitraggio del signor Tagliavento. (altro…)

  • I problemi finanziari del calcio italiano: tante perdite, pochi tifosi

    I problemi finanziari del calcio italiano: tante perdite, pochi tifosi

    I problemi finanziari del nostro calcio si presentano come sempre puntuali al termine di ogni inchiesta o sondaggio. La Figc ha stilato proprio in questi giorni, assieme al Centro Studi Arel, un rapporto riguardante vari aspetti del pallone: dai conti dei nostri club, alla quantità di spettatori che assistono mediamente agli eventi, dall’utilizzo dei giovani, all’età media delle squadre in serie A. Analizzando questi dati (presenti e ordinati molto bene nelle pagine odierne de La Nazione), e mettendoli a confronto con le altre realtà europee, si può notare un netto divario fra l’Italia del pallone e le altre nazioni. Partiamo, per esempio, dall’aspetto anagrafico.

    GIOVANI NON SFRUTTATI – Nel nostro campionato l’età media dei giocatori è di circa 27,54 anni, elevata se paragonata a quelle di Spagna (26,51) o Germania (25,66). Per capire meglio questo paragone, basta pensare ai talenti che abbiamo da noi e a quelli che ci sono all’estero: mentre in Italia ci vantiamo di gente come Totti, Buffon, Pirlo, tutti sopra i 30 anni, in Germania hanno già pronta e collaudata una Nazionale ricca di giovani talenti. Nulla da obiettare sulla classe e la professionalità degli atleti nostrani appena citati ma sicuramente c’è da dire che questi non potranno giocare in eterno e quindi un cambio generazionale andava fatto prima. I prodromi di una nuova generazione ci sono già, vedi El Shaarawy, De Sciglio, Balotelli e via dicendo però partiamo svantaggiati, per esempio, nei confronti della Germania, brava a capire prima di noi l’importanza di puntare sui giovani. Sono comunque pochi i club di serie A decisi a puntare sui campioni di domani. Eccezion fatta per il Milan che ha affermato di voler creare una Cantera stile Barcellona, gli altri preferiscono comprare dall’estero piuttosto che puntare sulle proprie scuole calcio. Il risultato è che solo il 7,4% dei giocatori tesserati nella massima provengono dai settori giovanili.

    Stadio Bentegodi | ©  Dino Panato / Getty Images
    Stadio Bentegodi | © Dino Panato / Getty Images

    POCHI SPETTATORI – Altro dato allarmante su cui riflettere è quello relativo al numero di spettatori sugli spalti. Il numero medio di coloro che in Italia decidono di andare allo stadio è di 22005: in Germania ci doppiano con una cifra pari a 45191 presenze. Anche l’Inghilterra e la Spagna ci superano rispettivamente con 34600 e 28005 unità. Questo significa che la maggioranza dei nostri impianti risulta essere deprimentemente vuota. In effetti è così. I sold out sono ormai casi rari di poche partite all’anno e i guadagni sono sempre minori dei costi che i club devono pagare. Dovendo fare un conto della stagione 2011/2012 fra i ricavi e i costi di ogni squadra, si nota che in serie A soltanto 8 club su 20 sono riusciti ad avere un risultato netto positivo. Stiamo parlando di Cagliari (+2,5), Catania (+4,3), Cesena (+2,1), Lazio (+4,2), Napoli (+ 14,7), Siena (+1,8) e Udinese (+8,8). Le big calano a picco. Regina delle perdite l’Inter con -89,8 seguita dal Milan (-67,3), Roma (-58,5) e Juventus (-48,7). Risultati davvero bassi. Una delle cause potrebbe comprendere anche la sicurezza degli stessi impianti sportivi. Stadi insicuri? I dati parlano di una diminuzione di partite con incidenti tanto che dalle 90 del 2007/2008 siamo scesi alle 60 dell’anno scorso. Un numero comunque sempre troppo alto rispetto le altre nazioni. La Tessera del Tifoso ha prodotto l’effetto di ridurre, o almeno di contenere la violenza, ma dall’altra parte ha contribuito a dare un taglio netto al numero di persone presenti allo stadio. Tutte cose che si sapevano, direte voi, ma che nessuno è ancora riuscito a risolvere.

     

  • Il Real Madrid finisce sotto inchiesta per aiuti di Stato illegittimi

    Il Real Madrid finisce sotto inchiesta per aiuti di Stato illegittimi

    Il Real Madrid è finito nell’occhio del ciclone. Questa mattina il quotidiano inglese The Indipendent ha trattato un argomento molto scomodo che, se confermato in toto, rischia seriamente di creare dei grandi problemi al club spagnolo. Secondo quanto riportato dal giornale britannico, in passato il Real sarebbe stato agevolato da alcuni aiuti illegittimi da parte dello Stato spagnolo. In effetti solo in pochi si sono chiesti come sia possibile che in un paese sempre più in crisi e sempre più povero come la Spagna ci possano essere squadre come i blancos capaci di spendere annualmente una fortuna per rafforzarsi. Quest’indagine è stata aperta nel 2011 da Joaquin Almunia, commissario spagnolo dell’Ue nonchè responsabile della concorrenza, ma solo in questi giorni si ha notizia di tutto ciò.

    Il Real Madrid è finito al centro di un'inchiesta preliminare da parte dell'Ue | © David Ramos/Stringer / Getty Images
    Il Real Madrid è finito al centro di un’inchiesta preliminare da parte dell’Ue | © David Ramos/Stringer / Getty Images

    TERRENI E PLUSVALENZA – L’Unione Europea non è rimasta di certo a guardare in quanto ha subito aperto un’inchiesta nei confronti del Real e delle sue manovre finanziarie. Nel dettaglio l’episodio incriminato risalirebbe al 1996 ovvero all’accordo fra il Real Madrid e il Comune relativo allo sfruttamento dei terreni adiacenti allo stadio che avrebbe permesso al club di costruire alberghi e centri commerciali. Spieghiamo meglio. Il comune di Madrid avrebbe ceduto a prezzi molto bassi alcuni terreni nei dintorni del Bernabeu, noto stadio del Real Madrid. Questa cessione, con il passare del tempo, avrebbe fatto guadagnare alla squadra madrilena moltissimi soldi visto che in pochi anni il valore di quei terreni è passato dall’iniziale cifra di 421 mila euro all’attuale cifra di 22,7 milioni di euro. Il Real Madrid, propietario dei beni, ha poi rivenduto tutto nel 2011 portandosi nelle tasche una bella plusvalenza grazie alla sovrastima del Comune di Madrid. Dopo lo sfruttamento dei terreni, altri soldi in cassa. Con questo denaro la squadra spagnola avrebbe addirittura finanziato l’acquisto di alcuni costosissimi giocatori. Da Luis Figo a Zinedine Zidane fino al più recente Cristiano Ronaldo: tutti, secondo l’indiscrezione riportata, acquistati grazie anche alla valutazione del Comune di Madrid.

    RISCHIO ESCLUSIONE – Adesso l’Unione Europea vuol capire se il Comune di Madrid abbia effettivamente favorito il Real Madrid sovrastimando quei terreni proprio per favorire il club. I Blancos si difendono affermando che il Comune non abbia mai favorito l’interesse del Real e che anzi abbia tutelato soltanto sè stesso. In ogni caso, importante dirlo, siamo soltanto in una fase preliminare dell’indagine. I rischi sono comunque dietro l’angolo. Si passa dalla restituzione di eventuali somme di denaro, a multe salate fino all’ipotesi di un’esclusione dalla prossima Champions League per una violazione delle importanti norme del fair play. Il tutto è ancora in una fase embrionale però un po’ di puzza di bruciato attorno al Real Madrid poteva già esserci: cosa dire dei milioni spesi nel 2009 per i vari Kakà e Cristiano Ronaldo oppure dello stipendio dei vari giocatori? Insomma, la Spagna fra indebitamenti con le banche, eventuali aiuti di stato illegittimi, lo scandalo del doping con il caso Fuentes, ha messo in discussione la sua immagine e quella di alcune fra le sue più note squadre.

  • Ibra risponde a Messi: Psg-Barcellona pareggio in extremis

    Ibra risponde a Messi: Psg-Barcellona pareggio in extremis

    Psg-Barcellona doveva garantire spettacolo e così è stato. Al termine dei novanta minuti di gioco nessuna delle due squadre è riuscita ad imporsi sull’altra e il risultato finale è stato un 2-2 agguantato all’ultimo secondo dai padroni di casa. (altro…)

  • Psg-Barcellona: Ibrahimovic contro Messi

    Psg-Barcellona: Ibrahimovic contro Messi

    Psg-Barcellona potrebbe sembrare la sfida finale della Champions League. No. Si tratta solamente di una “banale” andata dei quarti di finale della coppa ambita da tutti i migliori club d’Europa. Davanti, per contendersi il passaggio alle semifinali, ci sono proprio due dei migliori club del momento. Da una pare troviamo il Barcellona degli extra terrestri, dei fenomeni spagnoli che hanno vinto tutto o quasi fra premi individuali e non. Dall’altra i riflettori saranno puntati sul Paris Saint-Germain dello sceicco Nasser Al-Khelaifi, capace di trasformare la formazione parigina in una vera e propria corazzata ricca di fenomeni più o meno conosciuti. Il match, che si giocherà questa sera al “Parco dei Principi” alle ore 20.45, vedrà di fronte anche due icone del calcio mondiale: Ibrahimovic contro Messi. Due giocatori completamente opposti l’uno dall’altro sia per quanto riguarda la tecnica in campo sia per quanto concerne l’aspetto caratteriale.

    Ibrahimovic colpo dello scorpione durante Brest-Psg | ©KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
    Ibrahimovic colpo dello scorpione durante Brest-Psg | ©KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images

    I RICCONI – Il Psg è salito alla ribalta grazie ai costosi investimenti dello sceicco Al Khelaifi. Infatti prima di questa rivoluzione, i francesi erano un normalissimo club di media classifica con un mix di giocatori buoni ma di certo non fenomenali. In breve tempo è arrivata all’ombra della Tour Eiffel gente del calibro di Thiago Slva, Ibrahimovic (presi a fior di milioni dal Milan), Lavezzi, Verratti che è andata a integrarsi al nucleo esistente ovvero Pastore, Sirigu e Menez tanto per citare qualche nome. Ultimo acquisto: David Beckham. A guidare il tutto c’è Carlo Ancelotti, altra conoscenza del calcio nostrano. Nel campionato nazionale, il Psg non ha rivali e prosegue il suo cammino verso il probabile titolo ma in Europa la musica cambia. Per le squadre come il Paris Saint-Germain, non basta vincere il campionato per diventare una big, è necessario stupire nell’Europa che conta, magari vincendo anche lo stesso trofeo. Visti poi i prezzi dell’investimento, arrivare in finale non dovrebbe essere poi tanto difficile. Barcellona permettendo.

    TRADIZIONE CATALANA – Il Barcellona è quasi l’opposto del PSG. Se i francesi hanno puntato tutto sull’acquisto di giocatori dalla fama internazionale per riuscire a emergere dalla mediocrità, i catalani hanno scelto di puntare sui propri giovani per fondare un ciclo che in breve tempo si è rivelato vincente. Certo, anche i blaugrana hanno speso qualche soldo per rafforzarsi (vedi Sanchez e Fabregas per esempio) ma l’ossatura della squadra è composta da ragazzi sfornati dalla Masìa. Il modello Barça è particolare: non tutti possono integrarsi in un gioco simile tanto che campioni come Ibrahimovic sono stati inghiottiti dal sistema spagnolo. Nel Barcellona può esserci solo un campione e quel fenomeno si chiama Messi. Tutti gli altri devono giocare con e per lui, non sono permessi egoismi e individualità all’interno dello spogliatoio catalano eccezion fatta per la Pulce. Ecco che Ibra si è subito trovato male con questi sillogismi e, con la maglia del PSG sarà voglioso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa segnando almeno una rete al club che non lo ha saputo valorizzare a dovere. Da ricordare inoltre che sulla panchina del Barcellona torna Tito Vilanova dopo le cure ricevute in quel di New York.

    PROBABILI FORMAZIONI PSG-BARCELLONA (Ore 20.45)

    PSG(4-2-3-1): Sirigu; Maxwell, Thiago Silva, Alex, Van der Wiel; Matuidi, Verratti; Pastore, Lavezzi, Moura; Ibrahimovic. All. Ancelotti.

    BARCELLONA( 5-2-3): Valdes; Dani Alves, Piquè, Busquets, Mascherano, Jordi Alba; Xavi, Iniesta; Sanchez, Messi, Villa. All. Vilanova.

  • Il Milan espugna Verona con un gol di Montolivo: terzo posto al sicuro?

    Il Milan espugna Verona con un gol di Montolivo: terzo posto al sicuro?

    Il Milan riesce a portare a casa una vittoria pesantissima su un campo difficile come il Bentegodi grazie alla rete messa a segno da Montolivo al 24′. (altro…)

  • Verso Inter-Juventus: fra polemiche e ricordi

    Verso Inter-Juventus: fra polemiche e ricordi

    Inter-Juventus non è una gara come le altre. I motivi di questa affermazione sono tantissimi ma potrebbero essere ridotti a due cause principali. Intanto c’è da considerare la rivalità sportiva visto che questa sfida mette di fronte due squadre da sempre in lotta per lo scudetto. In un passato non troppo lontano, Inter-Juventus in un periodo simile sarebbe stata decisiva per le prime posizioni: oggi invece i nerazzurri si trovano nettamente distanziati dai bianconeri, in procinto di riconfermarsi campioni d’Italia. Sicuramente se la Juve battesse l’Inter, tre quarti di tricolore andrebbe già a cucirsi sul petto degli uomini allenati da Antonio Conte. L’altro motivo riguarda i noiosi e interminabili fatti di “Calciopoli”, dagli scudetti tolti alla Juventus e consegnati all’Inter a una vastissima gamma di polemiche in tutte le salse: diverbi fra presidenti, frecciatine dei rispettivi allenatori in conferenza stampa, dichiarazioni e polemiche. Tutto questo, quando i due club si trovano di fronte, confluisce e si ritrova all’interno della partita, sul terreno di gioco a formare un’insidia enorme per gli arbitri che devono dirigere il match. A proposito di arbitri: Inter-Juventus di domani sabato 30 Marzo sarà arbitrata da Rizzoli.

    Uno scorcio della sfida d'andata fra Juventus e Inter | © Valerio Pennicino/Stringer / Getty Images
    Uno scorcio della sfida d’andata fra Juventus e Inter | © Valerio Pennicino/Stringer / Getty Images

    IL PASSATO – Sono ormai moltissimi gli episodi che andrebbero citati quando si vuol fare un resoconto della storia infinita di Inter-Juventus: sicuramente necessitano menzione i due concitati Inter-Juventus a cavallo fra il 1997 e il 1998. Nel primo caso – si giocava a Milano – l’arbitro Collina annullò un gol (in fuorigioco) a Ganz dopo averlo inizialmente convalidato mentre nel secondo – questa volta a Torino – è rimasto epico il contatto Ronaldo-Iuliano con un rigore abbastanza solare negato da Ceccarini ai nerazzurri. Attenzione però perchè non è solo l’Inter a lamentarsi ma anche i bianconeri hanno avuto da recriminare precisamente in un’Inter-Juventus del 2002. La Juventus si era portata in vantaggio con Del Piero all’87’ ma nell’ultimo dei cinque minuti di recupero concessi da Collina arriva il pareggio dell’Inter con un gol di Toldo/Vieri. I bianconeri hanno fortemente protestato per una carica ai danni del loro portiere Buffon. Il tempo passa ma le polemiche non sono mai giunte a conclusione, ci sarebbero moltissimi altri episodi da ricordare ma senza dubbio qualcuno rimarrebbe fuori.

    I PROTAGONISTI – Chi sono i protagonisti di Inter-Juventus? Anche in questo caso urge fare affidamento alla nostra memoria. Considerando solo il passato più recente, sicuramente trova spazio per l’Inter, Julio Cruz, l’attaccante argentino che ha segnato sette volte alla Juventus nel periodo compreso dal 2003 al 2008.  Nelle file dei bianconeri citiamo il simbolo Alessandro Del Piero, che ha siglato dieci reti ai nerazzurri.

  • Calciomercato Inter: dentro Robben e fuori Cassano?

    Calciomercato Inter: dentro Robben e fuori Cassano?

    L’Inter deve rifondarsi. Prima o dopo, la società nerazzurra dovrà sedersi a un tavolo e dovrà capire cosa vuol fare nel futuro: tornare a lottare per grandi traguardi o tirare avanti facendo un campionato anonimo con l’Europa League come massimo obbiettivo? Una squadra del blasone dell’Inter, ovviamente, seguirà la prima via, o almeno lo sperano tutti i tifosi della Beneamata che hanno sempre sostenuto il club anche nei momenti più bui. Alcuni giocatori storici del Triplete probabilmente abbandoneranno la nave al termine di questa stagione ma vorranno farlo nel migliore dei modi, regalando da ora a giugno qualche soddisfazione. Per esempio, una buona iniezione di fiducia sarebbe riuscire a vincere contro la Juventus nel prossimo match di campionato. L’infortunio di Diego Milito ha distrutto l’equilibrio che aveva costruito Stramaccioni e senza l’argentino in attacco l’Inter si è persa e ha smarrito la sua identità. Basti pensare che soltanto nella partita d’andata contro i bianconeri, i nerazzurri erano considerati l’anti-Juve. I tempi sono cambiati e adesso gli Strama Boys devono tirare fuori tutta la loro determinazione se vorranno arrivare terzi e quindi in Champions League. Non sarà comunque facile perchè davanti ci sono squadre più favorite come il Milan, la Fiorentina e ultimamente sta tornando ai suoi livelli anche la Roma.

    Robben | © AFP/ Getty Images
    Robben | © AFP/ Getty Images
    ROBBEN E IL FUTURO – Il futuro dell’Inter si deciderà in questo calciomercato estivo. E’ ancora presto però per fare delle previsioni perchè i colpi in entrata saranno adeguati al traguardo raggiunto. Chiaramente se l’Inter dovesse qualificarsi per la Champions, Moratti potrebbe pensare di investire qualcosa in più per rafforzare la squadra. Indipendentemente da questo però il club nerazzurro deve rifondarsi e ricreare un’ossatura a una squadra ormai stanca e logora. Non è possibile puntare soltanto sui vari Cambiasso, Zanetti, Samuel tanto per citare qualche nome. Servono rinforzi giovani e utili al modulo di Stramaccioni che predilige il 4-2-3-1. Nei giorni scorsi si era parlato di Alexis Sanchez, talento offensivo del Barcellona ma lo stesso giocatore ha chiuso la questione dicendo di voler restare in Catalogna. Altro innesto che è stato accostato all’Inter è Robben, ala del Bayern Monaco che no riesce più a trovare uno spazio adeguato nel futuro club di Guardiola. L’unico problema della trattativa, che non è poco, è relativo alla parte pecuniaria. Il cartellino di Robben ha un valore stimato intorno ai 18 milioni di euro, tanti per un giocatore che ha superato la soglia dei 30 anni. L’ingaggio dell’olandese inoltre è alquanto elevato: sei milioni all’anno non sono noccioline e l’Inter che vorrebbe puntare sui giovani ha un progetto ben diverso da quello di prelevare gente così onerosa.

    LE SIRENE DI CASSANO – Occhio anche al mercato in uscita. Tanto si parla di chi potrebbe arrivare ma serve spiegare anche la situazione di alcuni probabili partenti. Come detto, i veterani argentini Milito e Cambiasso hanno ancora un futuro incerto: continuare ancora con l’Inter o tornare in patria? Decisione che verrà presa non prima della conclusione di questa stagione. Negli ultimi giorni si sono susseguite delle insistenti voci che parlano di un forte interessamento arabo per Antonio Cassano. Il contratto in nerazzurro dell’ex milanista scadrà nel 2014 ma dalla Turchia e dal Qatar sono pronti a fare una grande offerta per assicurarsi il fantasista barese, soprattutto il Fenerbache.