Autore: Federico giuliani

  • Vince Cellino, Roma-Cagliari si gioca il primo febbraio

    Vince Cellino, Roma-Cagliari si gioca il primo febbraio

    Questa volta si può dire che abbia vinto il Cagliari. Non stiamo parlando di una sfida giocata sul campo bensì di una questione relativa all’apparato burocratico. I rossoblu avrebbero dovuto affrontare la Roma per la 23 giornata di campionato di Serie A, il primo febbraio. Ci sono stati nei giorni scorsi dei problemi e la partita era stata rimandata al ventisette febbraio. In particolare la Roma si è qualificata in settimana per la semifinale di Tim Cup e la partita di ritorno contro l’Inter è prevista per il trenta gennaio. Di conseguenza, giocare anche il primo febbraio contro il Cagliari in campionato sarebbe stato proibitivo. Ecco che la partita Roma-Cagliari era stata posticipata al ventisette febbraio. L’incontro era stato anticipato al venerdì per via del Sei Nazioni di rugby: il tre febbraio l’Olimpico di Roma verrà utilizzato infatti dall’Italia. Cellino e il Cagliari però non hanno voluto sentire ragioni e hanno alzato la voce. Ai rossoblu la data del ventisette febbraio non andrebbe bene in quanto la sfida sarebbe nel bel mezzo di due partite salvezza molto delicate. Ecco che il presidente Cellino ha inviato una lettera al presidente della Lega Beretta.

    Massimo Cellino stavolta ha vinto | ©Claudio Villa/Getty Images
    Massimo Cellino stavolta ha vinto | ©Claudio Villa/Getty Images

    VINCE IL CAGLIARI – Il risultato dopo la protesta del Patron del Cagliari è che la sfida si giocherà regolarmente il primo febbraio. Ad essere posticipata sarà invece la sfida di Tim Cup fra Inter e Roma che slitterà al 17 aprile. Il contenuto della lettera è sembrato abbastanza infuocato. Cellino ha scritto che il fatto di giocare Roma-Cagliari il ventisette febbraio potrebbe avere una conseguenza molto grave sul campionato tanto da poterlo falsare. Il Cagliari si troverebbe a disputare un match infrasettimanale in più e questa fatica toglierebbe molte energie ai sardi impegnati in altre delicate sfide per la salvezza. Dopo essersi riunito, il Consiglio di Lega ha deciso che Roma-Cagliari si giocherà il primo febbraio e non il ventisette. Il Cagliari ha vinto la sua partita burocratica.

    PRECEDENTI – In questa stagione il Cagliari ha già avuto di che lamentarsi in più di un’occasione. In particolare basti pensare a tutte le sfide disputate lontane dal proprio stadio causa indisponibilità. I fatti più clamorosi riguardano la sfida di andata contro la Roma e quella contro la Juventus. Nel dettaglio contro i giallorossi all’andata fu uno 0-3 a tavolino per la Roma per un ritardo di pratiche burocratiche relative all’utilizzo del terreno di gioco, contro la Juventus discorso simile. Cagliari-Juventus si è giocata infatti al Tardini per inagibilità dello stesso terreno di gioco dei gialloblu. Si può pensare che l’ira di Cellino sia dovuta anche a tutti gli episodi che il Cagliari ha dovuto passare in questa stagione. Una sorta di ripicca giustificata e a quanto pare giustificata dalla Lega. Giocare lontano dal proprio stadio di casa o farlo a porte chiuse è molto improducente e il Cagliari ha dovuto farlo per molto tempo, precisamente fino a quando la Is Arenas è diventata agibile. La Roma per ora non si è lamentata di questa decisione: vedremo se nei prossimi giorni anche i giallorossi si faranno sentire. Per ora tutto tace.

  • Verso Roma-Inter, Strama e Zeman in emergenza

    Verso Roma-Inter, Strama e Zeman in emergenza

    La particolarità è che Roma e Inter si ritrovano, dopo alcuni anni di astinenza, a lottare fra loro per qualcosa di importante. Negli anni in cui sulla panchina nerazzurra sedeva Mourinho, i giallorossi erano l’unica compaggine in grado di mettere il bastone fra le ruote della corazzata al servizio dell’allenatore portoghese. Poi, dopo il Triplete, l’Inter si è lentamente sgonfiata ed è tornata una squadra normale o almeno non  più imbattibile come eravamo abituati a vederla. E’ chiaro che i cicli, così come iniziano, finiscono anche e quello nerazzurro era arrivato al capolinea. Adesso l’Inter sta cercando di ripartire e sulla sua strada trova una Roma in cerca di identità. Dopo la sfortunata annata con Luis Enrique in panchina, la società ha affidato a Zeman il delicato compito di far tornare grande la Roma. Per adesso il boemo non sembra però aver convinto la dirigenza. L’Inter in classifica si trova con 38 punti, esattamente a meno 7 dalla Juventus capolista mentre la Roma ha raccolto fino ad adesso 32 punti. La distanza fra le due squadre non è molta ma chi ha da perdere di più fra le due formazioni? Analizziamo meglio la situazione in casa Inter e in casa Roma.

    Roma e Inter: il remake dei tempi d'oro | © New Press/Stringer / Getty Images
    Roma e Inter: il remake dei tempi d’oro | © New Press/Stringer / Getty Images

    ROMA – Zeman non ha quasi smaltito del tutto l’emergenza che affliggeva la squadra in certi reparti. Dopo aver messo in campo contro la Fiorentina una formazione d’emergenza, ecco che alcuni giocatori chiave potrebbero essere nuovamente disponibili. L’unico dubbio riguarda il capitano Francesco Totti che dovrebbe partire soltanto dalla panchina. Con in porta Goicoechea, la difesa tornerà con ogni probabilità a quattro e sarà formata da Piris, Marquinhos, Castan e Taddei, quest’ultimo in ballottaggio con Balzaretti non al top delle condizioni. A centrocampo spazio al trio De Rossi, Bradley e Florenzi mentre i tre impegniati in fase offensiva saranno Destro, Lamela e Osvaldo.

    INTER – I nerazzurri, dopo un mese da incubo, stanno rientrando nella carreggiata giusta, quella delle vittorie. Reduci dal successo in campionato contro il Pescara e in Tim Cup contro il Bologna, la banda Stramaccioni si appresta a prepararsi per la delicata trasferta di Roma. Occhio perchè il tecnico romano non è neancora riuscito a vincere contro una squadra della capitale da quando siete sulla panchina dell’Inter. Le occasioni ci saranno dato che Roma e Inter si affronteranno domenica sera per il ventunesimo turno di campionato ma anche per due volte in Tim Cup nella fase semifinale. L’Inter dovrebbe scendere in campo domenica sera con il 3-5-1-1. In porta l’intoccabile Handanovic, in difesa ancora out Samuel quindi spazio al rientrante Juan Jesus, Ranocchia e Chivu. A centrocampo ci saranno Cambiasso e Zanetti a far muro dietro le spalle di Gargano, Pereira e Nagatomo che finalmente torna disponibile. A sostenere l’unica punta, Palacio, ci sarà Guarin, l’uomo più in forma dell’Inter in questo periodo. La zona offensiva è quella più in emergenza per i nerazzurri perchè Milito non è ancora disponibile e Cassano non è al top. Le alternative a Palacio diventano dunque il neo acquisto Rocchi e il baby Livaja.

    MERCATO – Sul fronte mercato intanto spuntano nomi nuovi in casa Inter: qualora l’affare Schelotto con l’Atalanta saltasse, i nerazzurri si stanno tutelando con un’alternativa. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, è Cassani il nome nuovo per l’Inter: il giocatore della Fiorentina piacerebbe molto alla dirigenza nerazzurra. Intanto per giugno ci sono due piste molto calde: quella che porta a Cigarini e quella che porta a Icardi.

  • Sneijder, dopo il Galatasaray tocca al Liverpool

    Sneijder, dopo il Galatasaray tocca al Liverpool

    Wesley Sneijder è ormai diventato l’uomo del momento in casa Inter ma non per i gol e le belle giocate in campo bensì per temi riguardanti il calciomercato. I nerazzurri finchè non troveranno una sistemazione per il giocatore, ormai ai ferri corti con la società, non potrà operare sul mercato in entrata. Su Sneijder si sono fatte avanti diverse squadre ma, notizia delle ultime ore, è arrivata anche una proposta dalla Premier League, in particolare dal Liverpool. Attenzione però perchè i reds hanno dettato delle condizioni ben precise alle quali non è detto che l’olandese vadano bene. Analizzando meglio la situazione di Wesley Sneijder, l’Inter farebbe bene a cedere uno dei giocatori più talentuosi della rosa? Ormai pare non ci sia più un rimedio per convincere Moratti a trattenere l’olandese, però guardando gli elementi nerazzurri su cui può contare Stramaccioni si vede che in casa Inter ci sono poche soluzioni per ricoprire il ruolo vacante di Sneijder.

    Su Wesley Snejider c'è ache il Liverpoo | © Maurizio Lagana / Getty Images
    Su Wesley Snejider c’è ache il Liverpool | © Maurizio Lagana / Getty Images

    LIVERPOOL – Come dicevamo, la Premier League si è fatta avanti per Wesley Sneijder. In particolare il Liverpool sarebbe seriamente interessato al giocatore nerazzurro ma ci sono già delle condizioni applicate dai Reds ai fini della trattativa. Come riporta Tuttomercatoweb.com, il giornale inglese Mirror ha scritto che se Wesley vorrà davvero giocare in Inghilterra dovrà tagliarsi lo stipendio. Troppi i 6 milioni di sterline richieste dal giocatore; il Liverpool al massimo arriverebbe intorno ai 90 mila. I Reds si erano già fatti avanti a fine dicembre ma tutto si congelò in quanto il Liverpool non poteva accettare di avere in rosa un giocatore che guadagnasse più di Gerrard. Ecco però che i Reds si sono rifatti vivi nonostante dalla turchia confermino che l’affare sia concluso. C’è però da considerare che Sneijder ha solo 28 anni e che conterebbe di partecipare ai prossimi Mondiali da capitano dell’Olanda: giocare nel Galatasaray non sarebbe il massimo della visibilità per un giocator del suo livello.

    GALATASARAY – La pista turca sembra comunque essere quella più calda per Sneijder. Il Galatasaray è pronto a offrire 7,5 milioni di euro per assicurarsi l’olandese. Le due società, Inter e Galatasaray, sarebbero d’accordo. Chi invece sembra vacillare è lo stesso Sneijder non convinto del tutto dal trasferimento in Turchia. Come se non bastasse anche alla sua compagna non piace molto l’idea di trasferirsi a Istanbul. A proposito: Snejider vorrebbe dall’Inter una buonuscita di 2 milioni di euro per trovare casa in terra turca. Non proprio il massimo per i nerazzurri che fra ricavo e spese varie, vedrebbero entrare nelle loro casse un bottino del tutto insufficiente per tentare l’assalto a Paulinho. Con 7,5 milioni di euro al massimo si potrebbe far un tentativo per l’atlantino Schelotto. Attenzione però alle pretendenti dell’ultimo minuto. Il Milan per esempio, maestro dei colpi di questo tipo, potrebbe tentare l’ultimo assalto dell’olandese e bruciare la concorrenza che corteggia da tanto Sneijder. Lo smacco di fare un dispetto ai cugini è tanto e per di più ada Allegri uno come Wesley servirebbe eccome. Comunque sia, l’inter si vede costretta a dire addio a uno dei protagonisti del Triplete Mourinhiano. Resta però la sensazione che la situazione Sneijder poteva e doveva essere gestita meglio da un ambiente come quello dell’Inter.

  • Kakà al Milan, le ultime. Gli agenti incontrano Galliani in sede

    Kakà al Milan, le ultime. Gli agenti incontrano Galliani in sede

    Kakà al Milan. Le voci di un possibile ritorno del brasiliano in rossonero si fanno sempre più insistenti. Tutto è iniziato con l’avvistamento di Ricky in quel di Milano, per la precisione in un ristorante giapponese assieme ad alcuni giocatori del Milan. Fra questi, oltre a Robinho suo grande amico, figuravano anche  le rispettive compagne dei due brasiliani. Una cena fra amici. Siamo proprio sicuri che non c’entri niente il calciomercato? Galliani ha fatto sapere che l’ingaggio del giocatore è troppo alto per il calcio italiano e che l’affare non potrà essere fatto. Nonostante questo la società rossonera riaccoglierebbe Kakà a braccia aperte. Analizziamo meglio la situazione.

    Kakà disposto a tutto pur di tornare a Milano | ©Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images
    Kakà disposto a tutto pur di tornare a Milano | ©Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images

    DICHIARAZIONI AL BACIO – Intanto Kakà ha dichiarato a più riprese la sua voglia e volontà di ritornare al Milan e per farlo, il brasiliano sarebbe pronto anche a ridursi l’ingaggio. Come riportato da tutti i quotidiani Ricky avrebbe affermato di aver sempre amato il Milan e che Milano è una città al quale è molto legato. A questo punto, poche ore fa, è arrivata l’ufficialità da Sky Sport 24: Berlusconi e Perez hanno iniziato un colloquio per trovare un accordo per far tornare Kakà al Milan. E’ inutile ormai nascondersi: il Milan è uscito allo scoperto, Kakà sarebbe disposto fare i salti mortali pur di ritornare a Milano e  il Real Madrid si toglierebbe dallo spogliatoio un peso.

    MIGLIORE STRATEGIA – Gli unici problemi sembrano essere quelli economici. Punto primo: l’ingaggio del giocatore. Kakà adesso percepisce uno stipendio troppo alto per le casse del Milan ma la soluzione sembra essere dietro l’angolo in quanto lo stesso Kakà ha dichiarato, come detto, di essere disposto a ridursi l’ingaggio. Punto secondo: la modalità dell’operazione. Il Real Madrid, come riportato dal sito Gianlucadimarzio.com, non sarebbe disposto a lasciar partire Kakà in prestito. Sarebbe troppa la perdita del club spagnolo che spinge invece per la cessione a titolo definitivo ma il Milan non sarebbe intenzionato a spendere quanto richiesto dal Real. Più probabile la strategia del prestito gratuito con diritto di riscatto obbligato, chissà, magari in stile Ibrahimovic, con la spesa “spalmata” in più anni.

  • Milan, Kakà pronto a tornare in rossonero

    Milan, Kakà pronto a tornare in rossonero

    Kakà è un giocatore rimasto nel cuore ai tanti tifosi del Milan. Il suo addio fu una botta terribile da digerire e il tutto avveniva a poco tempo di distanza da un altro addio illustre, quello di Shevchenko. Già l’ucraino fu ceduto al Chelsea per una somma altissima e il brasiliano rischiava seriamente di seguirlo in Premier, sponda Manchester City. Un intervento di Berlusconi bloccò la trattativa per la gioia dei rossoneri ma il tutto era solo rimandato di qualche mese perchè a fine stagione ecco la tanto temuta separazione. I ricconi del Real Madrid offrono una cifra irrifiutabile che la dirigenza rossonera accettano senza troppo dannarsi. C’è però da dire che Kakà non si è mai calato a trecentosessanta gradi nell’universo spagnolo. Numerose le partite del brasiliano sottotono che hanno costretto Mourinho addirittura a relegarlo in  panchina per certe sfide. La pressione a Madrid, negli anni del mercato faraonico che portò numerose stelle nella capitale spagnola, era altissima anche perchè la vittoria con una formazione così forte doveva essere scontata.

    Kaka pronto a tornare a "casa" | ©Jasper Juinen/Getty Images
    Kaka pronto a tornare a “casa” | ©Jasper Juinen/Getty Images

    MAL DI SPAGNA – Invece, con grande rammarico dei blancos, il Real Madrid riuscì a vincere meno del previsto tanto da ritenere un fallimento quella campagna, visti i milioni di euro spesi. Kakà è considerato essere uno di quei giocatori che più ha deluso le aspettative. Fra la pubalgia, le gare giocate malissimo e gli screzi con Mourinho, pochissime le gioie del brasiliano con la maglia del Real Madrid. Già quest’estate il Milan si era fatto avanti per riportare il figliol prodigo a Milano ma lo stipendio troppo alto del giocatore aveva fatto saltare tutto. Il Real inoltre non intendeva svendere i suoi campioni: casomai vendere ma non regalare. Niente prestiti come avrebbe voluto il Milan. A distanza di pochi mesi ecco la clamorosa indiscrezione: Kakà potrebbe tornare al Milan. Il motivo? Ieri il brasiliano è stato visto a Milano assieme ad alcuni suoi ex compagni rossoneri e i contatti fra lui e la società di via Turati sembrano infittirsi.

    CON ROBINHO – La prova più eclatante che farebbe pensare ad un avvicinamento fra il Milan e lo stesso KaKà sarebbe  la presenza dello stesso brasiliano in quel di Milano assieme a Robinho, suo grande amico, e altri giocatori rossoneri. Galliani continua però a smentire il tutto per via dell’ingaggio troppo alto del giocatore. Sarà un bluff di mercato o è veramente così? E’ presto per dirlo ma qualcosa sembra muoversi.

  • Boateng testimonial Onu contro il razzismo

    Boateng testimonial Onu contro il razzismo

    Kevin Prince Boateng è stato ufficialmente invitato dall’Onu a partecipare alla giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali.  L’importante evento si terrà il giorno 21 marzo al Palazzo delle Nazioni Unite in quel di Ginevra. Il Milan e Boateng sono ormai diventati degli esempi, dei modelli da imitare per come si sono comportati durante l’amichevole a Busto Arsizio contro la Pro Patria. La partita era iniziata da una decina di minuti quando, dopo continui e incessanti “buu” razzisti provenienti dagli spalti ai danni dei giocatori di colore del Milan, Boateng ha preso una decisione forte seguito da tutti i suoi compagni: abbandonare il terreno di gioco. Il ghanese, stanco degli insulti di una piccola parte del tifo, se così si può considerare, ha prima calciato il pallone sugli spalti, poi si è tolto la maglia e si è diretto negli spogliatoi assieme agli altri giocatori.Era dal primo minuto circa che gli incivili presenti allo stadio di Busto Arsizio fischiavano e si facevano sentire all’indirizzo non solo del Boa ma anche di altri giocatori.

    Kevin Prince Boateng contro il razzismo | ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images
    Kevin Prince Boateng contro il razzismo | ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    CASO – Nei giorni successivi all’accaduto, l’opinione pubblica si spaccò in due: la maggior parte riteneva esemplare il comportamento di ritirarsi dal campo da parte dei giocatori, una minoranza invece contestava la poca serietà del Milan accusando gli stessi calciatori di non avere un comportamento da professionista. Alcuni hanno poi focalizzato l’attenzione sul gesto di stizza, quasi di esasperazione di Boateng, di calciare il pallone in tribuna all’indirizzo del pubblico: questo gesto era forse da evitare ma sicuramente il Milan ha fatto bene a comportarsi cosi facendo ricadere l’attenzione sul razzismo, un problema spesso preso sotto gamba dalle istituzioni italiane.

    INVITATO DALL’ONU – Intanto Boateng, dopo aver ricevuto solidarietà da colleghi e persone di tutto il globo, è stato come detto invitato dall’Onu per essere un portavoce di primo livello nella giornata contro il razzismo nello sport. In questo caso il rossonero potrà raccontare la sua esperienza e sarà senz’altro un esempio positivo da imitare dai ragazzi di tutto il mondo. Fra l’altro, dopo l’episodio di Busto Arsizio, Boateng ha ingaggiato un bodyguard che controllerà 24 ore su 24 lui e Melissa Satta: fra l’altro si tratta dell’ex guardia del corpo di Fiorello. Il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, per far calmare le acque, sarebbe pronto a nominare Boateng cittadino onorario del paese. Inoltre è stata già fissata la data in cui si rigiocherà il match amichevole fra la Pro Patria e il Milan: il 28 gennaio.

    CASO ARCHIVIATO – Intanto il ritiro del Milan dal terreno di gioco nell’amichevole disputata contro la Pro Patria è stato archiviato dal giudice.  La motivazione è presto detta: riassumendo le parole della sentenza, non è possibile punire il comportamento di solidarietà avuto dal Milan nei confronti del suo giocatore Boateng caduto vittima di insulti anche abbastanza pesanti. Ecco che il caso è archiviato e il Milan non avrà nulla da temere. Il giudice sportivo della Serie A ha però voluto sottolineare la regola secondo la quale non si può lasciare il terreno di gioco senza autorizzazione dell’arbitro. Boateng comunque è già diventato un esempio e il Milan è orgoglioso di avere un campione di questo livello, sia in campo che fuori.

  • Coppa d’Africa, il programma e i possibili protagonisti

    Coppa d’Africa, il programma e i possibili protagonisti

    Lo start della Coppa d’Africa 2013 avverrà questo sabato. Il prestigioso trofeo continentale, giunto alla sua ventinovesima edizione, vedrà impegnate le 16 squadre africane che hanno superato le fasi eliminatorie. L’ultimo torneo fu disputato nel 2012 e, nonostante la cadenza biennale della competizione, la Coppa d’Africa è stata riproposta anche per quest’anno. Il motivo è semplice: era necessario adeguarsi al calendario della FIFA. Lo stato che ospiterà il tutto sarà il Sud Africa, e lo farà negli stessi stadi nei quali sono state disputate le partite degli ultimi Mondiali di calcio. Ricordiamo che il detentore della Coppa d’Africa è lo Zambia, squadra che riuscì ad aggiudicarsi il titolo scorso contro ogni pronostico iniziale. Focalizziamo meglio l’attenzione su questa entusiasmante competizione spesso snobbata perchè rea di non avere abbastanza qualità. Quest’anno, coloro che sostengono tale tesi dovranno ricredersi visti i giocatori e le squadre presenti.

    Il trionfo dello Zambia lo scorso anno | ©ISSOUF SANOGO/AFP/Getty Images
    Il trionfo dello Zambia lo scorso anno | ©ISSOUF SANOGO/AFP/Getty Images

    MADE IN ITALY – Fra le sedici squadre presenti, ve ne sono alcune che hanno convocato giocatori “italiani”. La nostra Serie A, sarà ben rappresentata da una nutrita schiera di baldi giovani in questa edizione della Coppa d’Africa. Facciamo i nomi. In totale sono 9 i giocatori di proprietà di club italiani. La Juventus può vantare il cartellino di Kwadwo Asamoah, ventiquattrenne centrocampista del Ghana. Sempre nella stessa nazionale troviamo Badu, e Boakye: il primo è il centrocampista dell’Udinese mentre il secondo è il giovane attaccante del Sassuolo che tanto piace alla Juventus di Conte. Nel Marocco da segnalare le presenze del fiorentino El Hamdaoui e del difensore Benatia. In Nigeria ci sono Onazi (Lazio) e Nwankwo (Padova), nel Mali il clevense Samassa mentre in Algeria il milanista Mesbah. Le possibili sorprese e rivelazioni del torneo possono essere molte e non è detto che riguardino giocatori “italiani”. Fra questi segnaliamo il giovanissimo difensore dei campioni dello Zambia, Emmanuel Mbola, diciannove anni del Porto B anche se di proprietà del TP Mazanbe: il ragazzo è già alla terza partecipazione nonostante la sua età. Da tenere sotto stretta sorveglianza anche la coppia d’attacco dell’Algeria: Soudani e Slimani potrebbero fare davvero bene in tandem.

    IL PROGRAMMA – Per quanto riguarda il programma della competizione, la Coppa d’Africa 2013 inizierà sabato 19 gennaio: le due partite inaugurali saranno Sud Africa- Capo Verde e Angola-Marocco. Capo Verde è una sorpresa di questa edizione in quanto è la squadra più piccola che abbia mai partecipato a una Coppa d’Africa. Vedremo come se la caverà. Una grande nazionale che invece sarà costretta a guardare la competizione dalla tv sarà il Camerun: Eto’o e compagni non ce l’hanno fatta a qualificarsi. I favoriti sono Ghana e Costa d’Avorio, due squadre ricche di giocatori europei fra cui Drogba, Asamoah e molti altri ancora. Occhio però alle piacevoli sorprese: l’anno scorso toccò allo Zambia, quest’anno potrebbe toccare all’Algeria o al Marocco. Dal 19 gennaio fino al 30 gennaio spazio alla fase a gironi mentre per i quarti, a cui accedono solo le prime due di ogni gruppo, dovremo attendere il 2 e 3 febbraio. Semifinali il 6 febraio. La finalissima si giocherà invece il 10 febbraio mentre quella per il terzo posto sarà disputata il 9 febbraio. Le sedi, come detto, sono le stesse dei Mondiali scorsi e sono: Port Elizabeth, Nelspruit, Rustenburg, Durban e la sede della finale Johannesburg.

  • Napoli, niente San Paolo per Edu Vargas: la trattativa è saltata

    Napoli, niente San Paolo per Edu Vargas: la trattativa è saltata

    Edu Vargas non andrà al San Paolo, squadra brasiliana che aveva praticamente in tasca il trasferimento del giocatore. Era quasi tutto pronto ma alla fine non se ne fa di nulla. Secondo quanto riportato dal sito Corrieredellosport.it, il presidente del San Paolo avrebbe accusato il Napoli di un comportamento scorretto: per questo la trattativa è saltata. Nel dettaglio, queste le parole del Patron dei brasiliani: “Il Napoli si è comportato male: interrotta la trattativa per Edu Vargas. La società italiana ha provato a fare un’asta e noi abbiamo raggiunto il limite. Prima volevano 1,5 milioni per un prestito di 18 mesi e abbiamo accettato. Poi la stessa cifra ma per un anno. Poi hanno ancora cambiato e volevano una clausola che permettesse al giocatore di rientrare al Napoli in qualsiasi momento. Allora abbiamo detto basta”. 

    Edu Vargas
    Edu Vargas verso l’addio | ©Getty Images
    Nonostante sia saltato tutto, è difficile pensare ad una permanenza di Vargas al Napoli. E’ vero che il San Paolo era la pretendente più accreditata per comprare il cileno ma adesso c’è da cercare un’alternativa. Intanto ci sono due pretendenti sicure: il Gremio e l’Arsenal ma il giocatore non gradirebbe l’ipotesi inglese.

    AFFARE SALTATO – Il Napoli, secondo il presidente del San Paolo Juvencio Juvenal, sarebbe reo di aver rilanciato per quattro volte l’offerta, creando un vero e proprio effetto asta che avrebbe fatto irritare il club brasiliano. Comunque sia, Bigon, secondo quanto riportato da Tuttosport, starebbe lavorando ad un trasferimento di Vargas in Sudamerica. Queste le parole dello stesso Bigon: “A ore chiuderemo il trasferimento di Vargas in Sudamerica”. L’ipotesi più probabile, come detto, sembra essere il Gremio. Intanto il Napoli può coccolarsi Emanuele Calaiò, attaccante ritornato all’ombra del Vesuvio dopo alcune stagioni passate al Siena. Il giocatore ha effettuato le visite mediche e ha firmato il contratto che lo terrà legato al colore azzurro fino al 2015. Ha parlato anche Armero, l’altro colpo del mercato invernale dei partenopei. Il colombiano crede fermamente nello scudetto e ha dichiarato di voler far bene con la maglia del Napoli. Queste le sue parole: “E’ un momento importante della mia carriera, il Napoli è una grande squadra. Mi parlano bene della città, dei compagni e di Mazzarri e non vedo l’ora di conoscerli. Arrivo con grande allegria e voglia di vincere, sono pronto per la concorrenza con il mio amico Zuniga e voglio lottare per lo scudetto“.

  • Josè Mourinho: “Un giorno tornerò ad allenare in Inghilterra”

    Josè Mourinho: “Un giorno tornerò ad allenare in Inghilterra”

    Josè Mourinho ha parlato espressamente del suo futuro. L’Inghilterra sembra essere la terra del ritorno dello Special One viste e considerate le sue frasi. Come riporta il sito SportMediaset.it: “In Inghilterra si sente la vera passione per il gioco. Mi è piaciuto allenarvi dal primo fino all’ultimo giorno. E’ stata la mia prima esperienza al di fuori del Portogallo. Ero ancora un allenatore molto giovane quando sono arrivato, ma non ci potrebbe essere un posto migliore dove andare. So che un giorno tornerò, perché il calcio inglese significa molto per me“. Mourinho ha potuto affermare ciò durante un video messaggio fatto per celebrare il centocinquantesimo anniversario della “Football Association” e la frecciatina scagliata alla dirigenza del Real Madrid mai era stata più chiara. Perchè un allenatore vincente come Mourinho dovrebbe lasciare la Spagna, in particolare la panchina delle merengues, una delle corazzate dell’Europa contemporanea?

    Josè Mourinho | ©  Denis Doyle / Getty Images
    Josè Mourinho | © Denis Doyle / Getty Images

    STAGIONE DISASTROSA – Rispondendo dettagliatamente alla domanda di prima, Mourinho avrebbe più di un motivo per cui lasciare la Liga. Intanto le mancate vittorie di certe competizioni, obiettivi fortemente voluti dalla società, volatilizzati in favore degli acerrimi rivali del Barcellona. In due stagioni con il Real Madrid, escludendo quella in corso, Mourinho non è riuscito a vincere la Champions League, vera e propria fissazione del club madrileno. In compenso, moltissimi sono stati i milioni spesi dalla società per mettere a disposizione dello Special One una rosa di primissimo livello, anzi forse dal punto di vista dei nomi, la più forte del mondo. Mourinho è riuscito però “solo”, si fa per dire, a portare a casa un campionato spagnolo, una coppa e una supercoppa di Spagna. Sicuramente non quanto auspicato dai dirigenti. Guardando poi la stagione in corso ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli: terza forza in campionato a ben 17 punti dal Barcellona. C’è però ancora la Champions da disputare e chissà che Mou non voglia regalare al Real la coppa tanto desiderata prima di tornare in Inghilterra.
    Un altro motivo per cui lo Special One potrebbe salutare la Spagna è il dissidio avuto di recente con i tifosi: dalle polemiche su Casillas lasciato in panchina alle varie polemiche di ogni sorta. Non tira un buon vento per Mourinho in Spagna.

    CHELSEA – Come detto, Mourinho potrebbe presto tornare ad allenare un club della Premier League. Chi? Il “Guardian” fa sapere che ci sarebbe addirittura già un accordo fra lo stesso portoghese e Roman Abramovich per far tornare Mou sulla panchina del Chelsea.  Rafa Benitez, attuale allenatore dei Blues, farebbe bene a guardarsi le spalle da un’ombra molto ingombrante. Il “Daily Express” la pensa invece in modo diverso: lo Special One tornerebbe sì in Inghilterra ma andrebbe a sostituire Ferguson sulla panchina del Manchester United qualora il longevo allenatore dei Reds Devils si ritirasse. I più nostalgici parlano anche di un eventuale ritorno in Italia sulla panchina dell’Inter, squadra ancora amata dallo stesso Mourinho ma puntuali sono arrivate le smentite. Indiscrezioni o meno, Josè Mourinho ha lanciato il suo messaggio, ora non resterà che attendere per capire dove possa sedere il portoghese.

     

  • Il Milan giovane non sfonda. Bene Zapata, Bojan delude

    Il Milan giovane non sfonda. Bene Zapata, Bojan delude

    Sia la Sampdoria che il Milan, erano due squadre che stavano attraversando un buon periodo di forma, soprattutto i blucerchiati, reduci dall’ormai nota vittoria in casa bianconera della scorsa giornata. I rossoneri presentavano un tridente offensivo giovanissimo formato da Bojan, El Shaarawy e Niang per infrangere la retroguadia doriana. Il Milan arrivava alla sfida di Marassi dopo i fatiscosi 120 minuti disputati in Tim Cup contro la Juventus: la partita, per dovere di cronaca, finì 2-1 per i bianconeri con la squadra di Allegri eliminata dalla competizione. Le previsioni erano dunque quelle che descrivevano la sfida come ricca di gol in quanto il Diavolo è solito sì far gol ma anche di concederne e la Sampdoria poteva vantare in zona offensiva il baby talento Icardi. Non è però andata così. Il Milan per la prima volta in campionato termina una partita sul risultato di 0-0. Era già successo una volta ma in Champions League contro l’Anderlecht.

    Bojan e Niang
    Prove d’intesa tra Bojan e Niang | ©Getty Images
    FURIA SAMP – Il Milan ci mette un bel po’ di tempo prima di entrare in partita. Nei primi 15|20 minuti di gioco c’era in campo una sola squadra: la Sampdoria. I padroni di casa hanno rischiato di portarsi in vantaggio in più di un’occasione ma un Abbiati in versione super è riuscito a parare tutto. Prima ci prova De Silvestri, ma i guantoni del portiere rossonero respingono il tiro insidiosissimo dell’ex viola, poi è la volta di Poli che in due occasioni ha testato i riflessi dell’estremo difensore rossonero. Abbiati ha ben deviato in corner entrambe le conclusioni. La furia della Samp termina e il Milan può iniziare la sua partita. Nel primo, scialbo di occasioni, sono pochi i giocatori rossoneri a convincere. El Shaarawy è spaesato e non riesce mai ad accendere la luce. Bojan è costretto ad arretrare fino a centrocampo per cercare di impostare l’azione vista l’assenza di piedi buoni in mediana ma il catalano è spesso impreciso. Niang si impegna come può ma Allegri non può chiedere miracoli ad un ragazzo di diciotto anni all’esordio in Serie A. Il risultato di tutto è che il Milan non riesce a pungere e Romero non ha quasi mai da sentirsi impensierito: solo qualche conclusione da distanza siderale ma niente di serio.

    ZAPATA OK – Il secondo tempo inizia così com’era terminato il primo. Il Milan è ormai entrato in partita e cerca di trovare il varco giusto per colpire i padroni di casa. La Samp, dopo i buonissimi minuti iniziali, si è spenta. Nonostante i 120 minuti sulle gambe della partita settimanale il Milan non decresce anzi, aumenta il proprio rendimento fino a confezionare una nitidissima palla gol. Bojan mette al centro un pallone tesissimo all’altezza della linea di porta. El Shaarawy non arriva all’appuntamento con il pallone, ci arriva Boateng che, solo con gran parte della porta sguarnita, calcia proprio dove Romero può far sua la sfera.  La Sampdoria comunque si difende bene, buona la prestazione di Palombo a sostituire Berardi, e il Milan non avrà più palle gol importanti. Gli stessi padroni di casa provano ad osare di più ma i rossoneri hanno in Zapata l’uomo in più: il colombiano ha praticamente annullato Icardi, pericolo numero uno della Samp. L’argentino si può mettere in mostra quando, trovatosi a tu per tu con Abbiati dopo un regalo di Mexes, potrebbe segnare il gol del vantaggio ma la conclusione è da dimenticare. Il punteggio non cambia e il pareggio è sostanzialmente giusto. Occasione sprecata per i rossoneri: buona prova della Sampdoria di Delio Rossi che colleziona un altro punto contro un’altra big.