Autore: Simona Granieri

  • Cagnotto: un bronzo dal sapore d’oro

    Cagnotto: un bronzo dal sapore d’oro

    Tania Cagnotto non delude. Anzi, entra nella storia del suo sport conquistando la quinta medaglia iridata nella quarta edizione consecutiva, un record finora mai raggiunto dalle tuffatrici azzurre. In tal caso, la medaglia è il bronzo dal trampolino da 1 metro, a Shangai, subito dietro le mostruose cinesi, Tingmao Shi ed Han Wang, rispettivamente oro ed argento, e davanti all’amica e compagna di allenamenti Maria Marconi, che con il quarto posto raggiunge il suo miglior piazzamento iridato dopo il sesto posto di Roma 2009.

    Tania Cagnotto | © Feng Li/Getty Images
    Un risultato eccezionale quanto inatteso per Tania, che si era qualificata alla finale con il peggior punteggio, ma che è stata in grado di scalare ben nove posizioni nella finale, anche sfruttando le imprecisioni delle avversarie. Un risultato inatteso per le difficoltà che lo hanno preceduto, ossia per l’ incidente con il motorino che le aveva procurato la frattura al polso ed una ferita al ginocchio, con trenta punti di sutura, che l’avevano costretta a rallentare notevolmente i ritmi degli allenamenti proprio a ridosso del mondiale, mettendone anche in dubbio la sua partecipazione. Invece, a pochi giorni dalla gara, ha cercato di stringere i denti e di intensificare al massimo i ritmi, consapevole del gap fisico con le avversarie, per provare a colmarlo. In allenamento ci ha creduto, in gara ha sperato, ed alla fine è stata ripagata con questo bronzo dal sapore d’ oro. Un risultato, per questo, ancora più importante, frutto anche della sua tenacia e del suo grande carattere, come ha sottolineato il presidente della Federazione Tuffi, Paolo Barelli. Un altro successo, dunque, per la ventiseienne figlia d’arte, preludio alle prossime olimpiadi di Londra.

  • Galliani a cena per Montolivo: Milan più vicino

    Galliani a cena per Montolivo: Milan più vicino

    A cena, di solito, si possono concludere molti affari. E’ questa la tattica intrapresa da Adriano Galliani per avvicinarsi al centrocampista della Fiorentina e della Nazionale Riccardo Montolivo, ormai inviso ai tifosi Viola per il suo rifiuto di rinnovare il contratto con la Viola, e che è stato pubblicamente elogiato dal tecnico milanista Massimiliano Allegri nei giorni scorsi, che lo ha consacrato come “uno da Milan”.

    © Gabriele Maltinti/Getty Images
    Il ristorante, in tal caso, non poteva che essere il ritrovo rossonero per eccellenza, quello dove la squadra festeggia i successi e dove spesso si ritrova, “Giannino”. L’incontro fra Galliani e il procuratore di Montolivo, Brachini, dunque, è destinato ad essere una base importante per il futuro dell’ormai ex capitano della Fiorentina. Il Milan sarebbe una destinazione molto gradita a Riccardo Montolivo, ed i rossoneri, dal canto loro, per assicurarselo, nonostante per ora si stiano muovendo a fari spenti, sembrano intenzionati ad offrire otto milioni di euro più la contropartita del giovane attaccante Paloschi, che potrebbe essere girato alla Fiorentina in comproprietà. La distanza con la dirigenza Viola è di due milioni di euro, poichè Corvino ne vorrebbe almeno dieci milioni, anche se potrebbe esserci qualche sviluppo nei prossimi giorni, anche e soprattutto perchè la Fiorentina, dati i difficili rapporti del giocatore con la dirigenza, ha tutto l’interesse a cederlo ora piuttosto che perderlo a paramentro zero in scadenza di contratto. Si attendono sviluppi, magari durante unaltra cena.

  • Tiago rescinde con la Juve

    Tiago rescinde con la Juve

    Un’amore mai nato realmente, era destinato a finire in questo modo. Anzi, si era già protratto troppo a lungo, senza avere alcuna ragione per andare avanti. Il legame fra Tiago e la Juventus, mai sbocciato, ma trascinatosi nella sopportazione reciproca, poi nella freddezza e nella separazione ed, ora, nella rottura definitiva.

    © Karim Jaafar/Getty Images
    L’approdo alla Juventus, appena tornata in serie A, con Ranieri in panchina, in una squadra che si stava ricostruendo e stava cercando la sua identità, non fu il migliore degli esordi, ma poi le difficoltà si sono trascinate per tutta la stagione, anche a causa di continui infortuni del centrocampista. Tredici milioni di euro mal spesi, uno dei ” peggiori affari della storia della Juve “, così veniva dipinto da tifosi e dalla critica Tiago Mendes, scivolando nelle retrovie, e poi nell’ ombra. Arriva, così, il prestito all’Atletico Madrid, per due anni, dove in qualche modo riesce a riscattare le stagioni in bianconere, ma non lascia comunque il segno. Fino all’epilogo di questi giorni: rescissione del contratto con la Signora, consensuale, come recita il comunicato ufficiale apparso sul sito della Juventus, che produrrà un effetto economico negativo pari a 2,8 milioni di euro per effetto della svalutazione del valore residuo del centrocampista portoghese. Un acquisto sbagliato, una rescissione naturale conseguenza degli eventi: ma in questi casi, l’importante è che la dirigenza Juventus possa imparare dai suoi stessi errori e non ricommetterli in questa sessione di mercato, valutando bene gli acquisti e, soprattutto, la loro reale utilità al gioco del nuovo tecnico. D’altronde, sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

  • Martin Caceres, la Juve medita il ritorno

    Martin Caceres, la Juve medita il ritorno

    © Pablo Porciuncula/Getty Images
    A volte ritornano, verrebbe da dire. E’ il caso della Juventus, nei confronti di Martin Caceres, esterno uruguagio passato da Torino ai tempi della sfortunata gestione di Ciro Ferrara, che aveva regalato qualche buona prestazione, anche se con rendimento troppo discontinuo anche a causa degli infortuni e che, per tale ragione, non fu riscattato al prezzo – ritenuto allora eccessivo – di 11 milioni di euro. Il terzino 24 enne, ora, sta disputando una buona Coppa America con il suo Uruguay e, dunque, pare che l’entourage del mercato bianconero voglia ritornare alla carica per riportarlo a Torino, nuovamente con la formula del prestito, anche se a condizioni differenti. Il terzino, infatti, attualmente al Siviglia dopo la parentesi al Barcellona, potrebbe far molto comodo al gioco di Antonio Conte, andando a rinforzare ulteriormente un ruolo già coperto dai recenti arrivi di Lichtesteiner e Ziegler, anche perchè possiede una caratteristica molto gradita al tecnico salentino, ossia la capacità di adattamento a diversi ruoli. Secondo quanto riporta il quotidiano iberico “Sport”, però, anche al Milan piacerebeb il terzino, capace di adattarsi all’occorrenza anche al ruolo di centrale e, dunque, la Juventus – se volesse riportarlo a Torino – dovrebbe agire d’anticipo. In ogni caso, però, pare che il giocatore sia ben disposto nei confronti di un ritorno, perchè ha sempre dipinto positivamente l’ambiente bianconero ed ha sempre dichiarato di essersi trovato molto bene alla Juventus. Beppe Marotta sembra, dunque, sulla buona strada nella trattativa intavolata con il Siviglia società con cui si sta discutendo anche di Diego Perotti 22enne esterno offensivo di sinistra.

  • Acquafresca in viaggio verso Bologna, manca solo l’ufficialità

    Acquafresca in viaggio verso Bologna, manca solo l’ufficialità

    Per l’ufficialità manca poco, ormai, questione di dettagli: Robert Acquafresca sarà del Bologna a breve. Ha, infatti, già lasciato il ritiro del Genoa e si attende a momenti la notizia che confermi il tutto “formalmente”.

    © Enrico Locci/Getty Images
    Già un paio di giorni fa il presidente Preziosi aveva ammesso l’ interessamento del Bologna e la prossimità dell’accordo per la cessione dell’ attaccante, che ora è in dirittura d’arrivo. Accordo individuato sulla base del prestito con diritto di riscatto della metà, fissato per 5,5 milioni di euro. Un accordo che le società avevano già trovato, e che per essere perfezionato richiedeva il sì del diretto interessato, che prima di accettare voleva due giorni per riflettere, come ha rivelato lo stesso presidente del Genoa Preziosi: alla fine, la sua volontà ha combaciato con quella delle due parti e, dunque, ha deciso di accettare il trasferimento in rossoblu (sponda emilana). Una curiosità: dopo Cagliari e Genoa, Robert Acquafresca continua a non abbandonare questo accostamento cromatico.

  • Lotito vicino alla Salernitana

    Lotito vicino alla Salernitana

    Claudio Lotito non finisce mai di sorprendere e stupire: solo qualche giorno fa il Consiglio Federale aveva deciso che i club di serie A possono diventare proprietari di club di serie D, ed il vulcanico presidente biancoceleste non se l’è lasciato ripetere due volte, andando all’assalto di un club dalla storia importante come la Salernitana.

    Un investimento di 300 mila euro, non molto se rapportato alle cifre dominanti nel mondo del calcio, un investimento dettato da ragioni di cuore e di interessi. In primis, “questioni familiari”, ossia il rapporto fra Lotito ed il cognato Mezzaroma, compagno del ministro Mara Carfagna, salernitana.

    Una “buona azione” per tentare di risollevare le sorti di un club dal passato importante, una grande piazza che vive di entusiasmi e di calore, e che merita qualche soddisfazione in più del presente grigio che sta vivendo, aspirando a tornare fra i professionisti. In quel caso, però, Lotito dovrebbe lasciare il club per conflitto di interessi, in quanto la normativa cconsente la doppia proprietà soltanto nel caso in cui uno dei due club sia nella serie dilettantistica. In quel caso, ci sarebbe, però, già pronta la soluzione: entrerebbe in gioco proprio Mezzaroma, uomo di famiglia e di fiducia di Lotito.

    Un’iniziativa comunque ambiziosa ed importante quella dell’innovatore Lotito, che potrebbe presto essere seguita, in altre piazze, da altri presidenti intenzionati ad espandere il proprio “bacino di competenza”.

    Ma, anche nel caso della Salernitana, Lotito potrebbe trovare la concorrenza di altri imprenditori intenzionati a presentare offerte per rilevare la proprietà della società campana, Rainone e Lombardi.
    Nonostante la concorrenza, però, sembra escluso che Lotito possa lasciarsi intimorire: la tenacia e la caparbietà sono il suo carattere distintivo.

  • Terremoto Totti-Baldini: la Roma trema

    Terremoto Totti-Baldini: la Roma trema

    Un idillio come quello che sembrava essere nato in casa Roma, con i giocatori affascinati dal nuovo tecnico e dalle sue idee rivoluzionarie, pareva ormai destinato a consolidarsi ulteriormente. A sorpresa, invece, arrivano come un fulmine a ciel sereno le parole di Franco Baldini, che evidenziano alcune crepe nel rapporto con il capitano – totem giallorosso, Francesco Totti.

    © Giuseppe Bellini/Getty Images
    Parole che pesano come macigni, perchè scalfigono l’aurea di intoccabilità di un deo del calcio per i giallorossi che, secondo Franco Baldini sarebbe troppo pigro: parole che non lasciano spazio ad altre interpretazioni, molto chiare. Baldini, poi, aggiunge che Totti potrà avere davanti a se altri 4-5 anni, ma dovrà evitare la pigrizia che lo accompagna, ocupandosi in prima persona della sua gestione, ed evitando di circondarsi di persone che “usano il suo nome”. Parole pesanti come macigni, che dovranno essere analizzate meglio per le implicazioni che possono comportare, e, soprattutto, capire se sono condivise dall’ intero ambiente giallorosso, ossia dalla nuova proprietà americana e dall’entourage di DiBenedetto. Parole alle quali capitan Totti non vuole rispondere, forse per evitare di alimentare un fuoco di polemiche che potrebbe nuocere alla serenità di tutto l’ambiente, e soprattutto del gruppo che si sta formando e consolidando con Luis Enrique in panchina, in un clima che, finora, appariva assolutamente sereno. In parallelo, potrebbe esplodere anche un altro caso, legato a Daniele De Rossi, altro “Intoccabile” giallorosso. Il capitan futuro, infatti, vorrebbe un rinnovo contratttuale con ritocco al rialzo dell’ ingaggio, dagli attuali 4 milioni a 5, mentre la dirigenza vorrebbe ridurlo a 3,5 milioni: sarà un ulteriore nodo da risolvere, che, altrimenti, potrebbe portare De Rossi a scegliere altre destinazioni, Real Madrid in primis. Ora, però, in casa Roma si deve lavorare per ripristinare la serenità, elemento fondamentale per preparare un nuovo corso, ma non è escluso che possano essere scoccate nuove frecciatine.

  • Bojan, Roma vicinissima. Salta le visite mediche

    Bojan, Roma vicinissima. Salta le visite mediche

    Giallo o giallorosso? Un gioco di parole cromatico per definire la sutuazione sul futuro prossimo di Bojan, giovane talento blaugrana che, però, pare ormai vicinissimo alla Roma di Luis Enrique: il club catalano, infatti, lo aveva convocato per l’inizio del ritiro ma, poi, gli ha concesso per la giornata di oggi un permesso che gli ha consentito di non allenarsi con i compagni, proprio in vista del suo trasferimento.

    Inoltre, lo staff del Barca, di comune accordo con Pep Guardiola, gli ha anche concesso di sottoporsi alle visite mediche di rito previste all’ inizio del ritiro precampionato. Il Barcellona, comunque, potrebbe averlo convocato anche per “far numero”, alla luce del fatto che i giocatori convocati per il ritiro sono stati solo 18, in attesa dei rientranti dalla Coppa America e dei nuovi acquisti.

    L’operazione di mercato legata all’arrivo di Bojan alla Roma pare legata a doppio filo all’acquisto di Sanchez da parte del Barcellona, poichè i due presentano unruolo simile in campo, ed il cileno andrebbe proprio a sostituire il giovane talentino. El Ninho maravilla, dopo tante tribolate vicende, pare ora, però, più vicino al club blaugrana, soprattutto in virtù dell ‘ eliminazione del suo Cile dalla Coppa America, che gli consentirà di concrentrarsi concretamente sul suo futuro.

    Bojan, dunque, può iniziare a preparare le valigie in direzione della Capitale, o meglio, del Trentino, dove si trova la formazione di Luis Enrique in ritiro, a Riscone di Brunico. Il costo dell’ operazione si aggirerà intorno ai 10-12 milioni di euro, una cifra sulla base della quale l’operazione potrà essere conclusa con il benestare di entrambi i club.

  • Il Giappone è Campione del Mondo, una favola con lieto fine

    Il Giappone è Campione del Mondo, una favola con lieto fine

    Giappone sul tetto del mondo, nel calcio. Non è uno scherzo, ma pura realtà: nel mondiale femminile le calciatrici nipponiche hanno vinto battendo in finale la formazione strafavorita del torneo, ossia gli Usa, ai calci di rigore.

    Una vittoria resa ancora più importante e significativa dalla avversità sopportate e superate, dal terremoto disastroso allo tsunami, dalla difficoltà di allenarsi alla possibilità di non prender parte alla competizione, alla voglia di reagire e partecipare ugualmente, più forti delle disgrazie e delle tragedie, più forti di tutto, in linea con lo spirito Samurai di un popolo intero, mai domo, e dalla grandissima forza d’animo.

    Una vittoria anche simbolica, dunque, dedicata ad un grande ed ammirevole Paese, culla di un grande popolo. Le calciatrici nipponiche hanno incarnato tutti questi valori, allenandosi spesso al buio, nelle serate in cui il razionamento della corrente elettrica rendeva il tutto più complesso, ma, forse, più eroico.

    Eroico come l’impresa di eliminare le padrone di casa del torneo, le tedesche, ai quarti di finale, e poi, di seguito, le vichinghe Svedesi, altra Nazionale di tutto rispetto.

    Per poi giungere, appunto, all’impresa di ieri in finale, ribaltando il risultato del campo per ben due volte, prima con il pareggio di Miyama per 1 a 1, e poi di Sawa, capocannoniere del torneo e migliore giocatrice, che ha fissato il risultato sul 2 a 2, costringendo le statunitensi alla roulette dagli undici metri.

    La freddezza, si sa, è uno dei segni distintivi di questo popolo: i rigori, infatti, le nipponiche sono state più precise e concentrate, mente le Americane hanno fallito tre tiri dal dischetto.

    Vincono le Giapponesi, vince il Giappone mai domo: le neo campionesse del mondo, però, non dimenticano il supporto e la solidarietà che hanno ricevuto dal Mondo intero, esponendo uno striscione di ringraziamento collettivo. Una bella favola, dunque, con tanto di happy end.

  • La Roma inizia bene, di Totti il primo gol

    La Roma inizia bene, di Totti il primo gol

    Come sostenevano nei giorno scorsi molto giocatori giallorossi, nello spogliatoio l’”aria è cambiata”, riferendosi all’ entusiasmo portato da Luis Enrique, una ventata d’ aria nuova, con nuovi dettami tattici, ma anche uno spirito nuovo, più fresco, più spensierato, più “spagnolo”, appunto.

    © Filippo Monteforte/Getty Images
    Risultati già positivi, ma che vanno a completare un quadro che si sta formando, tassello dopo tassello, in quel di Brunico, in Trentino. Ieri l’amichevole disputata contro una formazione locale, è stata vinta per 10 a 0, con Francesco Totti ad aprire le marcature della gara, e poi, a seguire, i gol di Borriello, con una tripletta, e poi Taddei, Perrotta e Menez ed alcuni giovani della Primavera, fra cui il promettente Caprari. Un impatto che già si nota, quello di Luis Enrique, con maggiore insistenza sul gioco palla a terra, con reti di passaggi e possesso palla più prolungato. Una diversa impostazione mentale che, gradualmente, i giallorossi stanno imparando ad assorbire, con entusiasmo. Oltre allo spagnolo Luis Enrique, le guide tecniche saranno diverse, un vero e proprio staff composto da 10 elementi, presentati sempre nella giornata di ieri. Ivan De La Pena, sarà il collaboratore tecnico, Moreno Gonzales Robert l’allenatore in seconda, Antonio Llorente il mental coach, Pol Cabanellas Rabel il preparatore atletico. Si tratta di un gradito ritorno, invece, nel caso di Franco Tancredi, come preparatore dei porteri, lui che visse 27 anni a Roma e difendeva i pali nel secondo scudetto delal storia giallorossa. Lui che, però, era stato additato come traditore quando seguì Capello alla Juve, e che ora deve riconquistare l’affetto dell’ambiente romanista: fino ai prossimi Europei farà la spola con l’