Claudio Lotito non finisce mai di sorprendere e stupire: solo qualche giorno fa il Consiglio Federale aveva deciso che i club di serie A possono diventare proprietari di club di serie D, ed il vulcanico presidente biancoceleste non se l’è lasciato ripetere due volte, andando all’assalto di un club dalla storia importante come la Salernitana.
Un investimento di 300 mila euro, non molto se rapportato alle cifre dominanti nel mondo del calcio, un investimento dettato da ragioni di cuore e di interessi. In primis, “questioni familiari”, ossia il rapporto fra Lotito ed il cognato Mezzaroma, compagno del ministro Mara Carfagna, salernitana.
Una “buona azione” per tentare di risollevare le sorti di un club dal passato importante, una grande piazza che vive di entusiasmi e di calore, e che merita qualche soddisfazione in più del presente grigio che sta vivendo, aspirando a tornare fra i professionisti. In quel caso, però, Lotito dovrebbe lasciare il club per conflitto di interessi, in quanto la normativa cconsente la doppia proprietà soltanto nel caso in cui uno dei due club sia nella serie dilettantistica. In quel caso, ci sarebbe, però, già pronta la soluzione: entrerebbe in gioco proprio Mezzaroma, uomo di famiglia e di fiducia di Lotito.
Un’iniziativa comunque ambiziosa ed importante quella dell’innovatore Lotito, che potrebbe presto essere seguita, in altre piazze, da altri presidenti intenzionati ad espandere il proprio “bacino di competenza”.
Ma, anche nel caso della Salernitana, Lotito potrebbe trovare la concorrenza di altri imprenditori intenzionati a presentare offerte per rilevare la proprietà della società campana, Rainone e Lombardi.
Nonostante la concorrenza, però, sembra escluso che Lotito possa lasciarsi intimorire: la tenacia e la caparbietà sono il suo carattere distintivo.
Giallo o giallorosso? Un gioco di parole cromatico per definire la sutuazione sul futuro prossimo di Bojan, giovane talento blaugrana che, però, pare ormai vicinissimo alla Roma di Luis Enrique: il club catalano, infatti, lo aveva convocato per l’inizio del ritiro ma, poi, gli ha concesso per la giornata di oggi un permesso che gli ha consentito di non allenarsi con i compagni, proprio in vista del suo trasferimento.
Inoltre, lo staff del Barca, di comune accordo con Pep Guardiola, gli ha anche concesso di sottoporsi alle visite mediche di rito previste all’ inizio del ritiro precampionato. Il Barcellona, comunque, potrebbe averlo convocato anche per “far numero”, alla luce del fatto che i giocatori convocati per il ritiro sono stati solo 18, in attesa dei rientranti dalla Coppa America e dei nuovi acquisti.
L’operazione di mercato legata all’arrivo di Bojan alla Roma pare legata a doppio filo all’acquisto di Sanchez da parte del Barcellona, poichè i due presentano unruolo simile in campo, ed il cileno andrebbe proprio a sostituire il giovane talentino. El Ninho maravilla, dopo tante tribolate vicende, pare ora, però, più vicino al club blaugrana, soprattutto in virtù dell ‘ eliminazione del suo Cile dalla Coppa America, che gli consentirà di concrentrarsi concretamente sul suo futuro.
Bojan, dunque, può iniziare a preparare le valigie in direzione della Capitale, o meglio, del Trentino, dove si trova la formazione di Luis Enrique in ritiro, a Riscone di Brunico. Il costo dell’ operazione si aggirerà intorno ai 10-12 milioni di euro, una cifra sulla base della quale l’operazione potrà essere conclusa con il benestare di entrambi i club.
Giappone sul tetto del mondo, nel calcio. Non è uno scherzo, ma pura realtà: nel mondiale femminile le calciatrici nipponiche hanno vinto battendo in finale la formazione strafavorita del torneo, ossia gli Usa, ai calci di rigore.
Una vittoria resa ancora più importante e significativa dalla avversità sopportate e superate, dal terremoto disastroso allo tsunami, dalla difficoltà di allenarsi alla possibilità di non prender parte alla competizione, alla voglia di reagire e partecipare ugualmente, più forti delle disgrazie e delle tragedie, più forti di tutto, in linea con lo spirito Samurai di un popolo intero, mai domo, e dalla grandissima forza d’animo.
Una vittoria anche simbolica, dunque, dedicata ad un grande ed ammirevole Paese, culla di un grande popolo. Le calciatrici nipponiche hanno incarnato tutti questi valori, allenandosi spesso al buio, nelle serate in cui il razionamento della corrente elettrica rendeva il tutto più complesso, ma, forse, più eroico.
Eroico come l’impresa di eliminare le padrone di casa del torneo, le tedesche, ai quarti di finale, e poi, di seguito, le vichinghe Svedesi, altra Nazionale di tutto rispetto.
Per poi giungere, appunto, all’impresa di ieri in finale, ribaltando il risultato del campo per ben due volte, prima con il pareggio di Miyama per 1 a 1, e poi di Sawa, capocannoniere del torneo e migliore giocatrice, che ha fissato il risultato sul 2 a 2, costringendo le statunitensi alla roulette dagli undici metri.
La freddezza, si sa, è uno dei segni distintivi di questo popolo: i rigori, infatti, le nipponiche sono state più precise e concentrate, mente le Americane hanno fallito tre tiri dal dischetto.
Vincono le Giapponesi, vince il Giappone mai domo: le neo campionesse del mondo, però, non dimenticano il supporto e la solidarietà che hanno ricevuto dal Mondo intero, esponendo uno striscione di ringraziamento collettivo. Una bella favola, dunque, con tanto di happy end.