Allo stadio Friuli di Udine, i bianoneri trovano un Palermo rinvigorito dalla vittoria del giovedì contro il Lecce, e porvano a rispondere alla pesante sconfitta subita al San Paolo contro il Napoli di Mazzarri. Una sconfitta che ha riportato gli uomini di Guidolin con i piedi per terra, dopo il primato in classifica e l’ebbrezza di sognare traguardi importanti, ma che rende il match ancora più interessante perchè l’Udinese dovrà dimostrare di saper reagire alle difficoltà, dimostrando maturità e ritrovando le certezze difensive, che apparivano granitiche prima dei due gol subìti dal Napoli. Francesco Guidolin ritroverà con tutta probabilità il suo finalizzatore di razza, Totò Di Natale, assente al San Paolo contro il Napoli mercoledì sera: l’attaccante napoletano dovrebbe stringere i denti e scendere in campo, nonostante non sia ancora in perfette condizioni, in coppia con l’altro napoletano Floro Flores, in modo da concedere un turno di riposo al giovane rumeno Torje. A centrocampo dovrebbe essere nuovamente schierato da titolare, Isla, anche lui assente contro il Napoli. Nel Palermo, i dubbi per il tecnico Devis Mangia sono in attacco, ma sembrano ormai risolti con la decisione di schierare Hernandez in coppia con Fabrizio Miccoli, che torna in campo dal primo minuto e cerca di sfatare il tabù Udinese, una delle poche squadre a cui non ha mai fatto gol, mentre il trequartista sarà lo sloveno Ilicic, mentre Bertolo non è stato convocato per scelta tecnica. Le probabili formazioni: L’Udinese, schierata con modulo 3-5-2 vedrà in porta Handanovic, poi Benatia, Danilo, Domizzi, Isla, Badu, Pinzi, Asamoah, Armero, Floro Flores, Di Natale. Il Palermo, schierato con modulo 4-3-1-2 vedrà in porta Tzorvas, poi Pisano, Silvestre, Cetto, Balzaretti, Migliaccio, Barreto, Acquah, Ilicic, Hernandez, Miccoli. Al Friuli di Udine, arbitrerà Giannoccaro di Lecce.
Autore: Simona Granieri
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Lippi torna in pista: supervisore di Lega pro
Dopo la non felice esperienza del Mondiale Sudafricano del 2010, Marcello Lippi aveva deciso di prendersi una pausa dal calcio giocato, dalle polemiche, dallo stress, da quei meccanismi che per una vita lo avevano coinvolto e che, forse, non gradiva più, preferendo la libertà del mare della sua Viareggio, della sua barca, ed il ruolo da nonno. Ora, però, Marcello Lippi torna in pista, non più da tecnico, ma da supervisore della Lega Pro, così come ha annunciato Mario Macalli, presidente della Lega Pro. Marcello Lippi sarà presente dal 21 al 24 Novembre all’amichevole di Assisi, fra Nazionale Under 20 della Lega Pro e la selezione Olimpica della Palestina, e poi il 30 Novembre sarà presente anche in Belgio, iniziando ufficialmente il percorso da supervisore della Lega Pro, dando la possibilità – all’intero movimento – di fare un vero e proprio “salto di qualità”, fornendo a tutto l’ambiente uno stimolo di crescita, così come lo stesso Presidente Macalli ha voluto sottolineare.
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Gattuso a Rizziconi con gli Azzurri
La Nazionale di Prandelli il prossimo 13 Novembre, al ritorno dalla trasferta amichevole contro la Polonia, sarà a Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, per un allenamento simbolico quanto importante sul un campetto situato su un terreno confiscato alla n’drangheta, con una presenza in più, che dà un significato ancora maggiore all’evento: Rino Gattuso. Il centrocampista rossonero, fuori dal calcio giocato dalla gara contro la Lazio per i noti problemi alla vista, che lo stanno tenendo in apprensione, non vuole mancare un’occasione così importante per la sua Calabria. Un Calabrese verace come Rino, testimonial della sua Regione, oltre che notoriamente legatissimo alle sue origini, non poteva, infatti, non presenziare alla prima manifestazione pubblica della Nazionale Italiana finalizzata a diffondere un chiaro messaggio contro la criminalità organizzata, contro l’arroganza, i soprusi e le violenze, rispondendo con la purezza dei bambini che giocano a calcio, permettendo loro di realizzare il sogno di incontrare sul campo i loro idoli del calcio. La manifestazione, infatti, nata a seguito di un’idea di don Luigi Ciotti e promossa dall’Associazione Libera, prevederà sugli spalti la presenza di oltre mille bambini, molti dei quali allievi della scuola calcio locale, che comprende oltre cento bambini fra 6 e 14 anni, che si allenano abitualmente su quel campo, confiscato nel 2003 alla n’drangheta, che assisteranno ad un mini torneo organizzato per l’occasione dal cittì Prandelli, che dividerà i suoi in quattro squadre, per creare maggiore interesse nell’allenamento degli Azzurri. Un’occasione di grande prestigio per la Calabria, per lanciare un messaggio fondamentale e che necessita ancora di esser ripetuto affinchè la lotta all’illegalità diventi un principio radicato e diffuso nella popolazione e, pertanto, è bene ribadire tali concetti con eventi di tal genere e con la presenza di personaggi amati dal grande pubblico.
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Simoncelli addio davvero speciale. Ciao Sic impenna fra gli angeli
Un abbraccio collettivo, una stretta intensa e forte, colma di lacrime e dolore, di stima e di affetto per quel ragazzo, prima che campione, con i ricci crespi e gli occhi dolci, dal sorriso sempre pronto e la battuta facile, che trasmetteva allegria e solarità a chiunque incontrasse, nel paddock dei circuiti di Moto Gp come nei giri in Paese, nella sua amata Coriano di Romagna. Una persona semplice, anzitutto. Genuino ed altruista, aldilà di ogni retorica di commiato. Tutti lo hanno voluto ricordare così, semplicemente perchè lo era realmente. Coriano lo saluta, l’Italia lo saluta, nell’ultimo atto, celebrato ieri nella chiesa del suo paesello, nella sua Romagna, che portava sempre nel cuore, nelle parole e nelle espressioni colorite quanto genuine, che lo avevano reso un personaggio tanto simpatico, anche a coloro che non seguono il motociclismo. La Chiesa di Coriano, oggi, lo ha abbracciato metaforicamente, stringendosi attorno al papà-amico di Sic, Paolo, alla mamma Rossella, alla sorellina Martina, ed alla fidanzata Kate, che ricorda Marco come “una persona perfetta, e le persone perfette non possono vivere tra di noi comuni mortali” . Il feretro è giunto portato a braccio dai suoi più cari amici, scortato da due moto, simbolico filo di connessione fra la sua vita, la sua passione, e ciò che lo ha portato via, ma anche una nuvola di palloncini rossi, con il suo numero di gara, il 58, che in molti vorrebbero, ora, ritirare dalle competizioni motociclicistiche in suo ricordo. Insieme ai familiari, anche Valentino Rossi, l’amico fraterno, il fratello maggiore, che nel libro dei saluti ha lasciato una frase tipica del loro rapporto fatto di ilarità, goliardia e straordinaria complicità: “Cazzo… mi manchi, Rossi”. Parole semplici e sentite, vere come il vuoto immenso che la scomparsa di Marco lascia per Valentino. E poi altri piloti, come Loris Capirossi, Marco Melandri, Andrea Dovizioso, Sete Gibernau, per citarne solo alcuni, e Jorge Lorenzo, che si scusa nel messaggio di saluti per “aver discusso con lui”, confermando anche oggi la vicinanza che aveva già mostrato nei confronti di papà Paolo appena appresa la tragica notizia. E poi il dottor Costa, medico della Moto Gp, ed in rappresentanza delle istituzioni il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni ed il sottosegretario Rocco Crimi. A suggellare l’essere “speciale” di Super Sic, la sua canzone preferita di Vasco Rossi, che il parroco ha concesso di far risuonare all’uscita del feretro dalla Chiesa: “Siamo solo noi”. Un clima che i tanti fan hanno cercato di mantenere sulla scia del ricordo, non struggente, ma positivo, come era il sorriso contagioso di Sic, quel sorriso che aveva sfoderato anche nell’ ultima intervista rilasciata in Malesia, appena sveglio in hotel, quando si augurava si salire sul gradino più alto del podio, per esser ben visibile dalla televisione. E’ lì che è giusto ricordarlo, mentre vinceva e festeggiava, ondeggiando quei riccioli biondi. La speranza è che ci guardi dal gradino più alto che ci sia, come ha detto il vescovo di Rimini al termine dell’omelia. Addio Marco, riposa in pace ed insegna anche agli angeli ad impennare.
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Lazio-Catania pareggio giusto ma ricco di rimpianti. Le pagelle
Nel mercoledì di campionato, la Lazio aveva accarezzato il sogno del primato solitario in classifica, svanito poi con il pari del Catania firmato da Bergessio, ma l’ 1 a 1 dell’Olimpico è, comunque, un buon risultato che può accontentare entrambe le squadre. Gli uomini di Edi Reja conquistano, comunque, il secondo posto in classifica, al pari dell’Udinese fermata dal Napoli con quindici punti, ad una sola lunghezza dalla capolista Juventus; gli uomini di Montella, invece, salgono ad undici punti, e strappando un risultato prestigioso contro una delle squadre più in forma del momento, dimostrando carattere anche lontani dalle mura amiche del Massimino. Partita caratterizzata da un primo tempo di impronta biancoceleste, con il gol di Klose al 17′ su cross di Brocchi a suggellare un vantaggio meritato, anche se il portiere Catanese non è parso totalmente esente da responsabilità. Il secondo tempo, invece, si è aperto con la reazione del Catania, determinato a raddrizzare le sorti dell’ incontro: buone occasioni per Bergessio, con parata di Marchetti, e poi di Lodi, fino ad arrivare al pareggio dei rossoazzuri, sempre con Bergessio, che raccoglie una palla non ben controllata in area da Stankevicius, e batte Marchetti realizzando l’1 a 1 definitivo. Il risultato non cambierà più, soprattutto per merito degli etnei, attenti e concentrati in difesa, capaci di erigere un efficace muro contro gli attacchi laziali, con una prestazione importante dell’ intero reparto arretrato, con gran merito per Montella che sembra aver individuato l’assetto ottimale per schierare i suoi in campo, con i giusti equilibri di gioco. Le pagelle dell’incontro: Lazio: Marchetti 7 Buona prova, qualche buon salvataggio. Konko 5.5 Qualche sbavatura e disattenzione di troppo Biava 5 Non ottimale la sua gara, viene sostituito da Diakitè al 43′ Stankevicius 4.5 Distratto ed impreciso nell’ occasione del gol subìto dalla Lazio, ma anche nel corso della gara non sembra fornire le giuste garanzie Radu 6 Partita sufficientemente attenta Ledesma 6 Gara di sostanza, prezioso contributo Brocchi 6.5 E’ suo il perfetto cross che vale l’assist per il gol vincente di Klose che porta in vantaggio la Lazio Lulic 5 Molto sottotono Cissè 6 Non brilla ancora come dovrebbe, potrebbe incidere di più, sostituito da Hernanes Sculli 6.5 Meglio di Cissè in alcune giocate, ma non riesce a realizzare Klose 7 Ottima gara, si conferma un attaccante di grande spessore, per il gol realizzato e per molte giocate utili e precise. Catania: Andujar: 6.5 Partita attenta, contro il gol di Klose nulla può Izco, Bellusci, Legrottaglie, Spolli 6.5 Valutazione positiva per l’intero blocco difensivo rossoazzurro, capace di frenare le velleità di vittoria dei biancocelesti nel secondo tempo Marchese 5.5 Il meno brillante dei compagni di reparto, sostituito da Sciacca al 71′ Almiron 5 Potrebbe incidere di più sulla gara Delvecchio 6 Gara di buona sostanza ed intensità, ma viene sostituito da Lanzafame al 63′ Lodi 6 Il suo tiro dalla distanza spaventa un po’ tutte le squadre di serie A, che hanno imparato a conoscerlo. Una buona occasione per lui, ma finisce alta sopra la traversa. Lopez 6 Non incide sul risultato e neppure sulla gara, Montella lo sostituisce con Catellani al 71′ Bergessio 6.5 Preciso e furbo in zona gol, raccoglie un pallone vagante in area e realizza il pareggio, meritato, per i rossoazzuri. Si conferma fondamentale nel gioco di mister Montella-
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Lazio-Catania, probabili formazioni. Hernanes out, c’è Sculli
Lazio-Catania sarà un match che vedrà di fronte, questa sera all’Olimpico, una delle squadre più in forma del campionato, i biancocelesti di Edy Reja, reduci dalla vittoria nel derby con la Roma di due settimane fa e dalla vittoria contro il Bologna nel posticipo della scorsa settimana, ed i catanesi di Montella, reduci dal pari in casa della Fiorentna di Mihajlovic nell’anticipo di sabato scorso. La Lazio affronterà l’impegno in grande emergenza date le assenze di Matuzalem, Mauri, Gonzalez, Hernanes e Diaz. Niente alibi, però, per Reja, determinatissimo alla vigilia a trasmettere ai suoi l’importanza della continuità dei risultati, frenando i facili entusiasmi della piazza. L’imperativo è la vittoria, perchè – secondo il pragmatico tecnico friulano – soltanto con un ciclo di risultati positivi sarà possibile valutare correttamente le potenzialità dei suoi. Questa sera, il tecnico laziale disporrà i suoi in campo con un 4-3-3, con una novità nello schema offensivo poichè, pur confermando Klose, Cissè e Sculli, al tedesco toccherà un compito diverso dal solito, agendo anche da trequartista, arretrando per favorire gli inserimenti di Sculli e Cissè. Una partita che, in casa etnea, Vincenzo Montella sente molto, perchè significa ritorno all’Olimpico dopo i suoi felici trascorsi giallorossi, e perchè i suoi stimoli si trasmettono a tutto l’ambiente rossoazzurro. Mancherà però ancora il talento di Alejandro Gomez, anche se in avanti vi sarà spazio per la coppia Maxi Lopez – Bergessio. Montella riproporrà, così il suo modulo 3-5-2, che nelle ultime uscite ha ben figurato, portando ben 5 punti e fornendo gli equilibri necessari. LAZIO (4-3-3): Marchetti; Radu, Stankevicius, Biava, Konko; Ledesma, Lulic, Brocchi; Sculli, Klose, Cissè. CATANIA (3-5-2): Andujar; Bellusci, Legrottaglie, Spolli; Izco, Almiron, Lodi, Delvecchio, Marchese; Maxi Lopez, Bergessio.
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Fifa vs tecnologia, banditi iPhone e iPad dalla panchina
Il mondo del calcio e, soprattutto le sue istituzioni, sono da sempre contrari all’utilizzo delle tecnologie per il supporto alle decisioni arbitrali, con le celebri opposizioni a qualsiasi tipologia di moviola in campo, di sensore e di quant’altro possa limitare il fattore “umano” in campo.
Per questa ragione tale impostazione è proseguita ostinatamente sulla linea dell’anti-progresso, anche da parte della commissione task force Fifa 2014, riunitasi a Zurigo, e composta da Pelè, Beckenbauer, Savicevic, Hierro, Bobby Charlton, Cafu, l’ex arbitro Busacca, Karembeu. L’esito della decisione presa unanimemente è il divieto di adoperare qualsiasi mezzo di comunicazione all’interno del campo da gioco.
Stop, dunque, ad iPhone ed iPad, strumenti che permettono ai tecnici in panchina di adoperare personalmente la moviola in campo, rivedendo le immagini, o comunicando con altri soggetti che, guardando la partita da casa, possono riferire circa l’esito delle decisioni arbitrali in partita, incrementando, così, in caso di episodi contestati le proteste all’indirizzo dei direttori di gara.
Pertanto, secondo l’indicazione fornita dalla task force della Fifa, gli arbitri dovrebbero provvedere – prima delle gare – a sequestrare gli strumenti tecnologici in possesso di coloro che siedono in panchina, per prevenire tali circostanze. A tal proposito, giungono le prime reazioni ed i primi commenti da parte di alcuni tecnici del nostro campionato che abitualmente adoperano l’iPad per preparare gli allenamenti in settimana, per organizzare i dettami tattici, sostituendo, così, la tradizionale lavagnetta. Malesani e Luis Enrique, due dei tecnici più “tecnologici” della serie A, si dichiarano disposti ad uniformarsi al diktat della Fifa, poichè adoperano l’iPad soltanto per preparare il lavoro settimanale.
Nonostante la disponibilità dei tecnici a rispettare tale decisione, però, risulta in modo sempre più evidente l’eccessiva impronta conservatrice della Fifa, che non riesce in alcun modo ad andare oltre i rigidi schemi ormai consolidati. L’unica innovazione che è emersa dal summit di Zurigo, potrebbe riguardare la decisione di eliminare la “doppia” punizione, in occasione dei falli da ultimo uomo in area di rigore, che ad oggi provocano per regolamento l’espulsione ed il calcio di rigore: in futuro, potrebbe essere eliminato il cartellino rosso, conservando soltanto il penalty.
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Il City multa Tevez e lui denuncia Mancini
Carlito Tevez probabilmente ricorderà a lungo la scelta – inopportuna – di rifiutarsi di entrare in campo contro il Bayern Monaco nel match di Champions League che opponeva il suo City ai bavaresi. In particolare, il City ha voluto rimarcare la “malefatta” dell’attaccante argentino comminandogli una pesante multa, pari a circa un milione di sterline, ( 1,15 milioni di euro), ossia ben quattro settimane del suo ingaggio, pari a 250 mila sterline a settimana. Tevez, dopo l’episodio, ha provato a giustificarsi soprattutto agli occhi dei tifosi dei Citizen, affermando di non essersi rifiutato di scendere in campo, bensì soltanto di effettuare il riscaldamento, dato che lo aveva già fatto in precedenza e riteneva di esser già pronto per scendere in campo. Una versione che, però, non ha convinto il club, che oltre alla salatissima multa, ha ritenuto opportuno fermarlo per sei settimane, proprio per punire ancor più duramente il suo atto di insubordinazione. L’argentino ha annunciato ricorso, ma pare difficile che possa spuntarla ed, intanto, si trova a vivere da vero e proprio separato in casa ed i rapporti con mister Roberto Mancini sono sempre più tesi. Infatti, stando alle dichiarazioni di Richard Conway, un giornalista della proncipale emittente inglese, la BBC, l’agente di Carlito Tevez, Kia Joorabchian, avrebbe intenzione di denunciare Mancini per “diffamazione del carattere del suo assistito” e intraprendere, così, le vie legali di fronte alla commissione disciplinare della Premier League. Tutti segnali che, però, è possibile leggere in un’ unica direzione: la spaccatura, ormai pressocchè insanabile, fra Tevez e la società, con un malessere neppure celato che nel mercato di Gennaio potrebbe portarlo altrove: in tal senso, l’Inter ed il Corinthias sono le principali pretendenti all’acquisto del ribelle argentino.
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Lazio-Catania, un derby per Montella. Reja cerca il tris
Una partita delicata, con una Lazio in grande spolvero, dopo la vittoria nel derby che ha rinvigorito gli animi dei biancocelesti, permettendo loro di conquistare i tre punti nello scorso turno di campionato. Il Catania di Vincenzo Montella, invece, è reduce dal pareggio contro la Fiorentina di Sinisa Mihajilovic nell’anticipo della scorsa giornata di campionato, ma appare evidente una discontinuità di risultati degli etnei fra partite in trasferta e partite al Massimino di Catania. Il tecnico dei biancocelesti Edi Reja, nonostante il grande entusiasmo dell’ambiente, alla vigilia del match riveste i panni del pompiere, spegnendo gli entusiasmi dell’ambiente, affermando che la lotta scudetto “E’ una faccenda che non ci riguarda”. Nonostante ciò, il tecnico friulano precisa che la sua squadra ha un grande potenziale non ancora completamente sfruttato, poichè alcuni giocatori non sono ancora al top della forma, e per testare le reali condizioni della squadra è necessario un ciclo di 10-15 partite. Il Catania, secondo Edi Reja è un avversario ostico, “che merita rispetto”, e che è importante superare al meglio per continuare positivamente nel cammino intrapreso. Vincenzo Montella, invece, torna nello stadio che lo ha visto protagonista da calciatore, in maglia giallorossa, da avversario degli ex cugini biancocelesti, riproponendo il modulo 3-5-2, che ha dato garanzie tecniche ed equilibri nelle ultime uscite, ma applicando un leggero turnover per far rifiatare alcuni interpreti maggiormente spremuti. In ogni caso, affrontare la Lazio, soprattutto in un momento di grande forma come questo, è un grande stimolo per l’Aeroplanino e, di riflesso, lo sarà per i suoi uomini.
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Pallone d’Oro 2011, Totò Di Natale l’unico italiano
L’Udinese in testa al campionato, l’ottimo avvio nel cammino di Europa League, i gol a ripetizione: sono questi gli ingredienti vincenti che hanno permesso a Totò Di Natale di essere inserito – unico fra gli italiani – nella lista dei 50 candidati al Pallone d’oro, così come ha anche confermato sul suo sito ufficiale il club friulano, sottolineando l’importanza ed il lustro che un simile riconoscimento dà al club ed alla sua punta di diamante.
Lustro ancora maggiore se si considera che Totò è l’unico a rappresentare il nostro Paese nella classifica stilata da Fifa-France Football. L’esito della decisione finale, che verrà – come sempre – votata da commissari tecnici, capitani delle Nazionali e stampa mondiale.
La prima scrematura della graduatoria verrà effettutata il primo novembre, mentre il 5 Dicembre verranno proclamati i tre finalisti.
Fra i 50 candidati, come accaduto negli ultimi anni, il ruolo da padrone lo giocano i blaugrana, con ben nove calciatori fra i primi cinquanta, con in testa il Pallone d’Oro uscente, ossia Lionel Messi, oltre ai vari Iniesta, Xavi, Puyol, Piquè, per citare i più rappresentativi, oltre agli “italiani” Snejider, Forlan ed il laziale Klose. Ben rappresentato anche il Bayern Monaco, con i vari Ribery, Gomez e Robben, c’èil “russo” Samuel Eto’o, i Red Devils Rooney ed Hernandez, Aguero e Silva del Manchester City, Suarez del Liverpool, il brasiliano del Santos Neymar, e gli olandesi Van Persie e Van der Vaart.
L’unica consolazione per gli italiani, proviene dalla speciale lista per la scelta dei migliori allenatori, in cui si trovano il tecnico campione d’Italia con il Milan, Massimiliano Allegri, il cittì dell’Inghilterra Fabio Capello e Roberto Mancini, coach del Manchester City, fresco reduce dalla roboante vittoria del derby di Manchester contro lo United. Anche nel caso degli allenatori, la lista verrà scremata per arrivate ai migliori dieci tecnici, e poi ai tre finalisti. In lizza, oltre agli italiani, Mourinho, Ferguson, Hiddink, Guardiola, Blanc, Tabarez e Villas Boas.