Autore: Simona Granieri

  • Dimissioni Berlusconi, i tifosi del Milan si dividono

    Dimissioni Berlusconi, i tifosi del Milan si dividono

    Esce dalla porta di servizio del Quirinale dopo aver rassegnato le dimissioni, Berlusconi oscurato dai vetri blindati dell’auto blu, che sfreccia nella notte romana, lontano dai fischi, lontano dai cori, dai lanci delle monetine, dai festeggiamenti di coloro che celebrano la ritrovata libertà dell’Italia. intonando l’inno di Mameli e stappando spumante, accogliendo come una vittoria la fine definitiva di un’epoca durata fin troppo tempo.

    21.42 del 12 Novembre 2011, l’ora esatta del giorno che verrà ricordato da molti come il “nuovo 25 Aprile Italiano”, la fine del “ventennio” del berlusconismo, la fine di un’epoca buia per l’Italia, fra inganni e promesse disattese, passando per momenti di imbarazzanti cadute di stile, dichiarazioni miopi, noncuranti di una situazione drammatica per troppo tempo sminuita e negata.

    Dimissioni, 12 Novembre 2011 | ©Getty Images

    Per anni si è nascosto dietro l’apparente forza dei suoi consensi, esaltando la democraticità delle sua investitura, basandosi  sull’appoggio di coloro che avevano creduto ai suoi proclami ingannevoli, alla riduzione delle tasse, al “non mettere le mani in tasca agli italiani”, ai videomessaggi diffusi dalle televisioni asservite, fidandosi dei sorrisi tanto rassicuranti quanto artefatti, ritrovandosi a fare i conti con una crisi profonda, che ha corroso il Paese in ogni settore, mentre coloro che dovevano provare a contrastarla si ostinavano a negarne l’esistenza, preoccupandosi esclusivamente di riforme ad personam.

    Per anni si è nascosto dietro la maschera del “padre di famiglia, cattolico e perbenista”, mentre apriva le porte di Palazzo Grazioli al “bunga bunga”, contornandosi di personaggi eufemisticamente discutibili, innescando l’ilarità dell’Europa e del Mondo intero nei suoi confronti e, di riflesso, anche verso il nostro Paese.

    Oggi, “the day after tomorrow”, si attende di conoscere quale sarà per l’Italia il modo di affrontare il “post”, che – quantomeno – sarà contraddistinto dalla speranza di un cambiamento, di un miglioramento, di una risalita innescata dall’aver, ormai, già toccato il fondo.

    Un post che sarà contraddistinto con tutta probabilità da un governo tecnico, di professori, lontano dai ricatti delle alleanze di comodo, dai trasformismi e dai giochi di potere di una classe politica inadeguata a risolvere la crisi economica e finanziaria che rischia di farci precipitare in un baratro senza via di ritorno.

    Silvio Berlusconi | ©Getty Images

    Cosa ne sarà Berlusconi? Non è ancora dato saperlo: alcuni uomini di fiducia giurano che continuerà con la politica, restando a capo del Pdl; quel che pare certo, però, è che non si ricandiderà più, non “scenderà più in campo” –  come sosteneva nel lontano 1994, in occasione della prima candidatura elettorale. Potrebbe dedicare, quindi, il suo tempo alle sue aziende, ed al Milan, cercando di ricucire il rapporto con i tifosi rossoneri, più che mai divisi nel giudicare il ruolo del presidente nei confronti della squadra.

    Un ruolo molto spesso contraddistinto dalla “convenienza” nell’interpretare le varie situazioni, preoccupandosi di considerare i tifosi soprattutto come papabili elettori, indirizzando gran parte dei gesti e delle strategie di mercato della società in chiave di propaganda elettorale, anteponendo i suoi interessi a quelli della squadra, in parallelo con il suo ruolo istituzionale, contraddistinto dall’anteporre i suoi interessi a quelli del Paese.

    Quel che sarà in futuro, al momento non è dato saperlo, ma una parte del tifo rossonero appare preoccupata del fatto che – senza l’input della competizione elettorale – possa esserci un ridimensionamento negli investimenti nella squadra; un’altra parte, invece, spera che possa ritornare ad occuparsi a tempo pieno del Milan, lasciando definitivamente le velleità politiche.

    Un’ ipotesi che, però, non appare troppo fondata, almeno attenendosi alle dichiarazioni dei suoi “fedelissimi”, che tendono a sottolineare il “gesto di responsabilità” compiuto ieri sera, dimettendosi nonostante il suo Governo non fosse stato sfiduciato in Parlamento, paventando l’esistenza di forze oscure e di speculazioni dei mercati orientate a raggiungere questo risultato.

    Ombre sollevate inopportunamente, ennesima conferma che la responsabilità non alberghi affatto nel Governo dimissionario e nel suo Presidente, che – fino all’ ultima esalazione del suo esecutivo- continuava a mostrare spavalderia, salvo poi additare come “Traditori” coloro che, hanno provato – seppur tardivamente – ad evitare che l’Italia annegasse fra le sabbie mobili.

    Dimissionario, contraddittorio, confuso: The end?

  • Lotito sospeso da presidente Lazio e consigliere Figc

    Lotito sospeso da presidente Lazio e consigliere Figc

    La notizia è ufficiale: Claudio Lotito, presidente della Lazio, condannato a margine del processo Calciopoli di Napoli – al pari dell’ex presidente della Fiorentina Diego Della Valle e di altri dirigenti sportivi – ha ricevuto, nel tardo pomeriggio di ieri, ufficialmente la comunicazione della sospensione dalla carica di presidente come “atto dovuto” a seguito della condanna in primo grado, sulla scia della “linea dura” attuata dalla Federcalcio.

    Claudio Lotito | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Il provvedimento di sospensione potrà essere interrotto esclusivamente in occasione di un’assoluzione in secondo grado ed inibirà, inoltre, le partecipazioni di Claudio Lotito alle riunioni di Lega e della Federcalcio, poichè la sospensione comporta anche la decadenza dal ruolo di consigliere federale in rappresentanza della Lega Calcio.
    A sostituirlo, in veste di consigliere della Figc, sarà il suo fidato collaboratore Marco Moschini, membro del Consiglio di Gestione della società biancoceleste, che aveva già ricoperto tale ruolo proprio nel 2006, ossia nell’anno nero in cui scoppiò lo scandalo Calciopoli, quando Claudio Lotito fu sospeso per la prima volta per il reato di frode sportiva.

    Proprio su quest’ultimo aspetto punterà la difesa del patron della Lazio per tentare di rimediare alla sospensione, ritenuta “ingiusta” da Lotito e dal suo entourage, sottolineando come non sia possibile ottenere una condanna duplice per la stessa motivazione, ossia – appunto – la frode sportiva.
    Con la grande determinazione e la proverbiale “vis polemica”, che lo hanno reso celebre in questi anni da presidente biancoceleste, inoltre, Claudio Lotito ha già annunciato di essere intenzionato di lottare fino in fondo per evitare tale provvedimento di sospensione, presentando ricorso in tutte le sedi ritenute opportune, dal Tar all’Alta corte di Giustizia Europea.

  • Lavezzi salva l’Argentina, poker di Suarez in Uruguay-Cile

    Lavezzi salva l’Argentina, poker di Suarez in Uruguay-Cile

    Le gare di qualificazione ai Mondiali 2014 per le Nazionali Sudamericane riportano alla ribalta l’Uruguay, vittorioso con un sonante 4-0 contro il Cile, mentre confermano le perplessità sulla Nazionale Argentina, che non riesce ad andare oltre il pareggio per 1-1 contro la Bolivia, continuando a mostrare difficoltà nel gioco e nell’impostazione di squadra, nonostante il “patrimonio” di interpreti a propria disposizione.

    Nelle altre gare disputate, bene il Paraguay, vittorioso contro l’Ecuador, e pareggio fra Colombia e Venezuela. Dopo il turno disputato ieri, dunque, la classifica del girone è la seguente: Uruguay 7 punti, Argentina 4, Colombia 4, Paraguay 4 , Venezuela 3, Ecuador 3, Perù 3, Cile 3 , Bolivia 1.

    Lavezzi | © JUAN MABROMATA / Getty Images

    La Celeste di Oscar Tabarez prosegue, dunque, il suo momento di forma sfavillante battendo i Cileni e confermandosi in testa al girone con sette punti: protagonista della gara, l’attaccante Suarez, autore del poker di reti dell’incontro, sempre più uomo-simbolo di questa Nazionale.
    Gli Uruguayani contro il Cile, però, hanno avuto vita fin troppo facile poichè l’avversario è parso troppo arrendevole e quasi mai in partita, privo del suo campione Alexis Sanchez, che si è fermato precauzionalmente per un problema al bicipite femorale avvertito durante il riscaldamento pre-gara.

    La Celeste, ora, osserverà un turno di riposo nel girone di qualificazione e scenderà in campo martedì prossimo nell’amichevole di Roma contro gli Azzurri di Cesare Prandelli, un’occasione importate per testare il potenziale di entrambe le Nazionali, che sembrano vivere un momento di grande forma, oltre che un’occasione molto speciale per celebrare “calcisticamente” i 150 anni dell’Unità d’Italia.

    Il poker di Suarez nell’Uruguay video youtube
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    L’Argentina del cittì Sabella, invece, continua a navigare in acque tempestose, non riuscendo ad andare oltre il pari al Monumental contro la Bolivia, ultima nel girone, ma che si conferma ancora una volta avversaria “bestia nera” della Nazionale Albiceleste, dopo che – nel girone di qualificazione agli scorsi  Mondiali 2010 in Sudafrica – aveva sconfitto l’Argentina a La Paz con il clamoroso punteggio di 6-1.

    Nella gara di ieri, infatti, è stato soltanto grazie al gol di Pocho Lavezzi, giunto al 14′ del secondo tempo, che gli argentini hanno potuto evitare la clamorosa sconfitta ed acciuffare il pareggio dopo il gol del boliviano Moreno al 56′ che, però, non pare affatto soddisfare i tifosi della Nazionale Albiceleste, innescando un “processo” al commissario tecnico ed alla squadra, accusata di eccessiva fragilità difensiva, di lentezza e macchinosità nel possesso palla e di scarse iniziative, nonostante l’immenso potenziale offensivo, con Higuain di punta e Messi e Pastore che agiscono alle sue spalle.

    Il gol di Lavezzi in Argentina Bolivia (video Youtube)
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    Nelle altre gare Sudamericane di qualificazione al prossimo Mondiale 2014, importante vittoria del Paraguay per 2-1 contro l’Ecuador, con i paraguayani che ottengono la prima vittoria nel girone di qualificazione che consente di rilanciare le loro ambizioni, grazie ai due gol segnati da Riveros e Veron, mentre gli ecuadoreni accorciano le distanze soltanto al 92′ con rete di Mendoza.

    Pareggio per 1-1, invece, fra Colombia e Venezuela, con reti di Guarin per i colombiani all’11’ del primo tempo, e di Feltscher per i venezuelani al 78′, in una gara contraddistinta dalle pessime condizioni metereologiche che hanno reso pesante e scivoloso il manto erboso del terreno di gioco.

  • Moggi condannato a 4 mesi per minacce a Baldini

    Moggi condannato a 4 mesi per minacce a Baldini

    Piove sul bagnato per Luciano Moggi: dopo la condanna per il processo Calciopoli giunta nei giorni scorsi dopo anni di attesa, all’ex direttore generale della Juventus è stata attribuita un’ ulteriore condanna da parte del giudice monocratico Luca Comand, del tribunale di Roma. In questo caso, il capo di imputazione atteneva alle minacce rivolte da Moggi nei confronti di Franco Baldini, ex team manager della Nazionale inglese oltre che braccio destro di Fabio Capello, avvenute il 19 Giugno 2008, proprio all’ interno del Tribunale Romano, dove all’ epoca dei fatti si stavano svolgendo le udienze per il processo alla Gea, la società di cui faceva parte – tra gli altri – anche Alessandro, figlio di Luciano Moggi.

    Franco Baldini | ©Paolo Bruno/Getty Images
    In quell’occasione, l’ex direttore generale minacciò Franco Baldini – che si era costituito parte civile nel processo ed era stato, pertanto, chiamato a testimoniare – puntandogli il dito contro ed apostrofandolo con un inequivocabile: “Buongiorno, pezzo di m… stai attento che finisce male”. Proprio quel “finisce male”, dunque, è stato considerato un tentativo di minaccia nei confronti di Baldini, appena prima che quest’ ultimo entrasse in aula per essere ascoltato. Nella fattispecie, dunque, il reato è “minaccia a pubblico ufficiale”, poichè Baldini, essendo stato chiamato a testimoniare, ricopriva in quella specifica circostanza la carica di pubblico ufficiale: la condanna – giunta quest’ oggi – prevede, così, quattro mesi per Luciano Moggi, oltre che un risarcimento danni nei confronti di Baldini, da liquidarsi in separata sede, per un ammontare di 5 mila euro. Non accolte, dunque, le richieste della difesa di Moggi, formata dagli avvocati Matteo e Marcello Melandri, che ritenevano le dichiarazioni del loro assistito “ingiurie” piuttosto che “minacce”.

  • Il Brasile batte il Gabon ma non brilla, Hernanes a segno da trequartista

    Il Brasile batte il Gabon ma non brilla, Hernanes a segno da trequartista

    Il Brasile, nell’amichevole contro il Gabon disputata ieri, su un campo appesantito ed allentato dalla pioggia copiosa, appare un po’ sbiadita, mai brillante nel gioco, e contraddistinta da un appannamento complessivo, nonostante l’attenuante della formazione “sperimentale”, con molti giovani in campo. Contro il Gabon, comunque, il Brasile riesce ad evitare scivoloni clamorosi, nonostante la gara si sia disputata su un campo al limite della praticabilità. Un biglietto da visita non proprio entusiasmante per l’impianto D’Angondje di Libreville, capitale del Gabon, che dovrà ospitare la finale della Coppa d’Africa per Nazioni nel 2012. Oltre alle pessime condizioni del terreno, infatti, a causa della pioggia, il fischio d’inizio della partita è stato posticipato di qualche minuto, per ovviare al balck out che aveva messo fuori uso l’impianto di illuminazione dello stadio.

    Hernanes | © Getty Images

    Un inizio da incubo, dunque, anche se in campo i Verdeoro riescono a rendere la gara in discesa già dopo pochi minuti di gioco. Al 12′ del primo tempo, Sandro realizza il gol del vantaggio per la Seleçao mettendo a segno un colpo di testa sulla respinta del difensore africano Banega, ma – nonostante il vantaggio – i Brasiliani non riescono ad acquistare sicurezza nel corso della gara, rischiando di subire le iniziative avversarie in più occasioni, dove il portiere Diego si rivela decisivo. Al 36′, però, è il laziale Hernanes, all’esordio imn Nazionale nel ruolo di trequartista, a siglare la rete della sicurezza, il 2 a 0 definitivo. Una rete che, oltre al tabellino, segna anche una nuova pagina dell’avventura di Hernanes con la Seleçao, in un ruolo che meglio si adatta alle sue caratteristiche offensive, con una maggiore libertà di azione e di pensiero, senza preoccuparsi eccessivamente dei ripiegamenti difensivi. Al termine della gara, dunque, il biancoceleste si dichiara molto soddisfatto, sottolineando di aver percepito egli stesso la sua crescita notevole in campo, trovandosi a suo agio nel nuovo ruolo, ritenendo che, per far bene, sia necessario il giusto mix fra la volontà ed il piacere di giocare. Nonostante la soddisfazione per la vittoria, però, il Brasile è ancora molto lontano dai suoi standard del passato e sembrano necessari molti altri esperimenti per consolidare al meglio gli equilibri di squadra.

  • Calciopoli, Lotito e Della Valle sospesi per “non onorabilità”

    Calciopoli, Lotito e Della Valle sospesi per “non onorabilità”

    Claudio Lotito e Diego Della Valle, a meno di diverse decisioni in secondo grado di giudizio, non potranno essere considerati i presidenti di Lazio e Fiorentina, avendo perso il requisito di “onorabilità” – necessario per ricoprire tale carica, ai sensi dell’articolo 22 bis del Noif, le Norme organizzative Interne della Federcalcio, e dell’articolo 9 del Regolamento della Lega Nazionale Professionisti – poichè condannati per frode sportiva in primo grado dal giudice Teresa Casoria del processo a Calciopoli. Nella fattispecie in questione, il Tribunale di Napoli, infatti, ha deciso, nei giorni scorsi, le condanne di un anno e tre mesi per i vertici della Fiorentina, Andrea e Diego Della Valle e Sandro Mencucci – amministratore delegato del club Viola – e per il presidente laziale Claudio Lotito.

    Claudio Lotito | ©Getty Images
    Nel caso della Fiorentina, il fratello di Diego Della Valle, Andrea Della Valle, non corre, invece, alcun rischio di sospensione dal proprio incarico, in quanto presidente onorario e, quindi, non coinvolto in ruoli operativi. In casa Lazio, invece, il Presidente Lotito – oltre alla condanna ed alla sospensione – rischia di perdere anche il diritto di far parte del consiglio federale di Lega e Figc. Nonostante ciò, però, tali provvedimenti rischiano di essere esclusivamente delle condanne formali, che impediranno le trattative fra Lotito, Della Valle ed i tesserati delle rispettive società, ma – in sostanza – i due resteranno comunque proprietari dei rispettivi club, lasciando gli aspetti gestionali e dirigenziali ai propri fidati delegati. Sia il presidente Lotito che il presidente Della Valle, hanno, però già annunciato che presenteranno immediatamente ricorso, sia per la questione della sospensione dalle cariche ufficiali, sia per la questione strettamente legata alle condanne inflitte dal Tribunale di Napoli. In tale direzione, inoltre, appare rilevante ricordare come i legali dei due presidenti coivolti si siano dichiarati assolutamente fiduciosi circa la possibile assoluzione in secondo grado, dopo i 135 giorni necessari per presentare ricorso, ostentando sicurezza e dichiarando che “non son neppure necessarie ulteriori prove a discarico”

  • Tevez fugge dal City. La Juve nel suo futuro per i bookmakers

    Tevez fugge dal City. La Juve nel suo futuro per i bookmakers

    Il sodalizio fra Carlito Tevez ed il Manchester City si è interrotto ormai da tempo, con gli screzi fra l’argentino e il mister Roberto Mancini, oltre che con la società, fra disobbedienze in campo e durante gli allenamenti, colpi di indisciplina fin troppo plateali, puniti con multe molto salate. Nonostante le punizioni “economiche” ricevute finora, il ribelle Tevez, però, non accenna a voler provare a ricucire il rapporto con i Citizens, tutt’altro. Lo scorso martedì mattina, alle 9.40, infatti è atterrato a Buenos Aires, “per riposare un pò” – come ha riferito ai cronisti argentini – nonostante il City non fosse assolutamente a conoscenza del suo “viaggetto” ed, anzi, lo attendeva al centro sportivo per l’allenamento quotidiano che prevedeva uno specifico programma finalizzato a cercare di migliorare proprio il suo stato di forma, tutt’altro che ottimale dopo il suo recente ultimo viaggio in Argentina.

    Carlos Tevez | ©Getty Images
    In vista, per il ribelle assente ingiustificato, l’ennesima pesante multa che potrebbe ammontare a due settimane di stipendio, ossia circa 400 mila sterline, al pari di quella comminata a seguito del rifiuto di entrare in campo contro il Bayern Monaco nella gara di Champions League. Pare proprio, dunque, che quest’ultimo viaggio in Argentina sia lo sgarbo che farà saltare definitivamente l’unione (non di certo idilliaca) fra Tevez ed il City, spalancando le porte ad una sua cessione durante il mercato di Gennaio, anche se il City dovrà provare a ridurre le proprie richieste economiche, inizialmente pari a circa 40 milioni di euro, fermandosi ad un prezzo che si aggiri sui 20 milioni di euro, la metà di quanto richiesto inizialmente. In un tale scenario assume importanza capire quali possano essere le pretendenti all’acquisto di Tevez nel mercato di riparazione. Nel Paese dei bookmakers, in cui scommettere è quasi una filosofia di vita, la cessione di Tevez a Gennaio viene quotata ad 1.30 – in via definitiva poichè Carlito non intende ritornare più ai Citizens – e, fra le candidate a rilevarlo a titolo definitivo, in pole position c’è la Juventus, quotata a 3.75. Di seguito, il Corinthias a 5.00, mentre Inter e Milan sono appaiate a quota 7.00. A tal proposito, pare che la decisione dei bookmakers di porre la Juventus in pole position sia legata al discorso “addio Del Piero” ed alle dichiarazioni sibilline di Beppe Marotta che, nonostante le dichiarazioni sull’eccessiva onerosità delle richieste del City, apre alle possibilità che si potranno presentare durante il mercato di Gennaio: “Il mercato di Gennaio si fa in base alle opportunità che ci sono in quel momento”. Nonostante lo scetticismo dei bookmakers, anche il Milan pare concretamente interessato a rilevare Tevez, soprattutto in vista della necessità di sostituire lo sfortunato Antonio Cassano, che – come noto – dovrà restare fuori dai campi almeno per 4-5 mesi. L’altra squadra milanese, l’Inter, invece, potrebbe essere spinta ad intervenire sul mercato per provare a colmare il pesante gap in classifica evitando di lasciare per strada altri punti importanti per tentare di raggiungere almeno il terzo posto in classifica, che vale l’ultimo biglietto disponibile per la qualificazione alla prossima Champions League. In tal senso, il presidente Moratti è ormai abituato ad intervenire sul mercato di Gennaio in maniera importante, sulla scia dello scorso anno, quando in nerazzurro approdarono Pazzini, Ranocchia, Nagatomo e Kharja. L’assalto a Tevez pare già lanciato: sarà corsa a tre?

  • Pallavolo, World Cup: Azzurre travolgenti Algeria ko

    Pallavolo, World Cup: Azzurre travolgenti Algeria ko

    Cinque su cinque: numeri entusiasmanti per le azzurre del Volley femminile impegnate nella World Cup in Giappone, dall’inizio della competizione iridata ad ora sempre vittoriose. L’ultima squadra superata, in ordine cronologico, è l’Algeria, senza alcuna difficoltà, con un punteggio netto: 3 a 0, 14-25, 14-25, 15-25, salendo a quota 14 punti in classifica generale. Una vittoria frutto di una grande prestazione di squadra, con una protagonista in particolare, la veterana Sara Anzanello, autrice di 16 punti, ma anche le sorelle Bosetti e la giovane Folie.

    Massimo Barbolini | ©JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images
    Una gara in cui, il coach Barbolini ha approfittato della forza non propriamente straripante dell’avversario, per concedere un pò di turnover a chi ha giocato di più finora, soprattutto in vista del proseguio della competizione, che si sta avvicinando alla fase clou. Dopo la quinta vittoria, le Azzurre hanno, infatti, terminato la fase della competizione ad Hiroshima e si trasferiranno a Sapporo, dove affronteranno la Corea del Sud venerdì, un match più complesso rispetto a quelli con Argentina ed Algeria, e poi di seguito le campionesse olimpiche del Brasile e le campionesse Europee della Serbia.

  • Alex Del Piero ultimo compleanno bianconero. Auguri Capitano

    Alex Del Piero ultimo compleanno bianconero. Auguri Capitano

    Il numero 10 è la sua essenza, il suo destino, dai tempi in cui giocava nel corridoio di casa, allenandosi con le punizioni, con una pallina di stoffa ad oltrepassare la “barriera” del divano; dai tempi in cui giocava in giardino le partite notturne, in stile “Coppa dei Campioni” – come si chiamava allora – grazie ad una lampadina montata con tanto amore; dai tempi in cui incantò il popolo bianconero, con uno dei gol più belli mai realizzati, quel tiro al volo contro la Fiorentina, diciott’anni fà. Dai tempi in cui regalò alla Signora la vittoria della Coppa Intercontinentale con la sua rete decisiva; dai tempi in cui è caduto, e con tanta forza si è rialzato, superando critiche ed accuse infondate, sempre con garbo e signorilità, sottraendosi alle provocazioni; dai tempi in cui realizzò il gol al Bari, nel pomeriggio più triste, con lo sfogo più struggente; dai tempi in cui segnò il gol della sicurezza nella notte magica di Dortmund, il biglietto verso la finale Mondiale di Berlino; dai tempi in cui, in quella finale, segnò con freddezza e lucidità il penultimo rigore, alzando al cielo la Coppa del Mondo; dai tempi in cui accettò senza esitare di giocare in serie B da Campione del Mondo, con umiltà e senso di appartenenza, perchè un Capitano non abbandona la nave che affonda. Dai tempi che furono, remoti o vicini, ad oggi. Alex Del Piero è la Juventus, è l’essenza dello spirito bianconero, è la presenza imprescindibile, anche quando siede in panchina ed entra in campo solo nel recupero, con il suo tocco inconfondibile e vellutato, e la sua corsa leggera. E’ l’anima di una squadra che sta ritrovando la sua identità, è il collante fra ciò che prima era certezza ed ora è obiettivo da raggiungere, fra le sicurezze del passato e le speranze del presente. E’ una persona che, nella sua carriera, ha regalato emozioni indescrivibili con le sue gesta sul campo, ed ha suscitato ammirazione e stima per il suo modo di essere fuori dal campo, elegante e posato, riservato nel voler custodire le proprie emozioni più grandi, come il suo matrimonio e la nascita dei tre figli. Per la sua umiltà, nonostante i traguardi raggiunti, che gli permette di fermarsi in allenamento ad allenarsi con tanta costanza sulle punizioni, in compagnia dei più giovani, per trasmettere loro qualche segreto e, soprattutto, per il puro piacere di divertirsi sul campo. Alessandro Del Piero è colui che ha ricevuto, da avversario, la standing ovation del Santiago Bernabeu di Madrid e dell’Old Trafford di Manchester, riscrivendo tutti i record della storia bianconera, segnando più gol di Giampiero Boniperti, collezionando più presenze di Gaetano Scirea, divenendo l’unico juventino a giocare in quattro stadi diversi con la maglia della Signora. Oggi, Alex compie 37 anni ed, ancora una volta, ricorre il numero dieci, come lui stesso ironicamente ricorda. Non 37, ma “3 + 7 = 10+”, un modo divertente per puntualizzare e ricordare, a chi ne avesse bisogno, che quel numero gli appartiene, semplicemente perchè lo sente parte di sè.

    Alessandro Del Piero | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
    Il 10 bianconero è suo, è lui: nonostante le frettolose dichiarazioni della Presidenza sul suo addio alla Juventus, da calciatore, alla fine di questa stagione. Nel giorno del suo compleanno, però, le riflessioni malinconiche non devono trovare spazio, anche se è inevitabile non pensare che, questo, potrebbe essere l’ ultimo compleanno da Capitano della Juventus. L’augurio e la speranza che il popolo juventino gli rivolge, e si rivolge, è che Alessandro Del Piero voglia stupirci ancora, regalandoci ancora qualcosa di emozionante, nell’immediato presente e nel prossimo futuro, perchè possa mostrare ancora la sua celebre “linguaccia” in stile Rolling Stones, ed ascoltare ancora a lungo quel coro, che lo stadio bianconero gli dedica da anni: “Io di te non mi stanco, sarò sempre al tuo fianco, sei la cosa più bella che c’è”. Auguri grande uomo, grande Capitano. Auguri Alex. Il racconto di Federico Buffa sul sito ufficiale del capitano [jwplayer config=”180s” mediaid=”104165″]

  • Denis, il riscatto del Tanque. Marino vince l’ennesima scommessa

    Denis, il riscatto del Tanque. Marino vince l’ennesima scommessa

    Lo chiamano el Tanque, il carroarmato e, finora, German Denis ha dimostrato di meritare quest’ appellativo, mettendo in mostra tutta la sua potenza, devastante e determinante, che ha reso l’avvio del campionato dell’Atalanta molto superiore alle attese. Nell’ultima uscita dell’Atalanta, German Denis ha lasciato la sua firma sulla vittoria da tre punti contro il Cagliari, ed il suo “talent scout”, Pierpaolo Marino – questa mattina a margine della riunione di Lega -non ha lesinato elogi nei suoi confronti, sottolineando la sua importanza negli equilibri della squadra nerazzurra, soprattutto per merito del mister Colantuono, che lo ha valorizzato più di chiunque altro.

    German Denis | ©Marco Luzzani/Getty Images
    Un lungo cammino quello di Denis nel nostro campionato che, ora, sembra esser giunto al suo massimo splendore: dopo l’avventura in maglia Azzurra, con il Napoli, dove approdò nel 2008 dall’Independiente – e dove non trovò spazio a sufficienza a causa dell’eccesiva concorrenza in attacco – il passaggio all’Udinese nel 2010 doveva essere l’occasione per mettersi in luce con maggior continuità. In Friuli, Denis lo scorso anno ha disputato un buon campionato, ma – anche in bianconero – il suo prinicipale avversario è stato la concorrenza interna, con Di Natale e Sanchez titolari inamovibili. All’inizio di questa stagione, dopo aver esordito nello sfortunato preliminare di Champions contro l’Arsenal, El Tanque lascia, così, il Friuli, per approdare in prestito all’Atalanta, fortemente voluto proprio da Pierpaolo Marino: il dirigente partenopeo non si sbagliava. In nerazzurro, finora, Denis ha realizzato sette gol in undici gare, divenendo un punto fermo ed inamovibile dell’undici di Colantuono, mettendosi in luce ed ottenendo la definitiva consacrazione, finalmente da protagonista e, finalmente, senza dover sgomitare con i compagni di reparto, dando libero sfogo alla sua vena realizzativa, così come aveva mostrato soltanto ai tempi dell’Independiente, quando arrivò a realizzare ben 27 reti in 36 partite. A tal proposito, il suo ex compagno di squadra al Napoli, El Pocho Lavezzi, rivela di avergli inviato un sms nei giorni scorsi per complimentarsi per il suo straripante avvio di campionato: “Mamma mia quanto sei forte”. Un complimento che El Tanque avrà, di certo, molto gradito, così come quelli di Pierpaolo Marino che, oltre a non nascondere la sua ammirazione per German, ora, ha un obiettivo ben preciso: riscattare Denis dal prestito con l’Udinese, sfruttando il diritto di riscatto già fissato. Perchè, per Marino, il suo pupillo Denis non è un giocatore qualunque, “German è German, di astuzia e di potenza, lui è sempre lì e non tradisce”.