Autore: Simona Granieri

  • Napoli è già City, contro Mancini per la vittoria

    Napoli è già City, contro Mancini per la vittoria

    Dopo il pareggio in campionato nell’anticipo contro la Lazio di sabato sera, per il Napoli di Mazzarri è già tempo di proiettarsi in chiave Europa alla sfida di Champions League contro il Manchester City di Roberto Mancini.

    Walter Mazzarri | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Oggi è già giorno di vigilia e domani sera il San Paolo si preannuncia tutto esaurito con 51000 biglietti venduti fino a ieri per una gara decisiva per le sorti del cammino di Champions degli uomini di Mazzarri che, finora, hanno collezionato nel girone A, una vittoria con il Villareal, una sconfitta contro il Bayern Monaco e due pareggi contro il City in trasferta e Bayern in casa.
    Per il tecnico dei partenopei, l’obiettivo è quello di ripartire dal secondo tempo giocato contro la Lazio, da quell’intensità di gioco e da quell’approccio alla gara: i suoi sono già carichi, Mazzarri è già in clima partita anche se è perfettamente consapevole delle difficoltà del match contro i Citizens.

    Il Napoli dovrà far valere il fattore casalingo, puntando non solo sulle proprie eccellenti individualità, ma soprattutto sul gioco di squadra esprimendo il “120 per cento del potenziale” contro un avversario ostico che, nell’ultima gara di Premier League disputata contro il Newcastle, ha liquidato la pratica agevolmente dimostrando di essere in un momento di grande forma, al pari delle grandissime d’Europa.
    Il Napoli, però, secondo Mazzarri, per partire con il piede giusto, non dovrà patire complessi di inferiorità, lasciando da parte la timidezza e riuscendo – nel corso della gara – ad interpretare al meglio le diverse situazioni, non facendo calcoli ma giocando con raziocinio.

    Fra le certezze di Mazzarri, il tridente offensivo Hamsik-Cavani-Lavezzi, con l’uruguaiano che punta a ritrovare il gol con la continuità della scorsa stagione: tuttavia, il Matador alla vigilia della gara con il City mette da parte le sue ambizioni personali, ponendo in pole position l’interesse della squadra che mira a conquistare i punti ncessari per andare avanti in una competizione così importante.

    In casa City, invece, il tecnico Roberto Mancini, sembra tentato dalla soluzione Mario Balotelli in avanti al fianco del bosniaco Dzeko potendo contare, comunque, su un attacco stellare e sulla possibilità di adoperare pedine di primissimo livello come Nasri, Aguero e gli stessi Balotelli e Dzeko.

    La notte partenopea, dunque, promette sicuro spettacolo e grande fascino.

  • Adriano torna al gol, rinascita o ennesima illusione?

    Adriano torna al gol, rinascita o ennesima illusione?

    Il ritorno dell’Imperatore: Adriano torna al gol con la maglia del Corinthians, nell’importante vittoria contro l’Atletico Mineiro, fornendo un contributo essenziale alla sua squadra in vista della lotta per il titolo 2011, con il Corinthias che – grazie alla vittoria di ieri – riesce a mantenere la vetta della classifica con 67 punti, due in più del Vasco da Gama, prima inseguitrice.

    Adriano | © Nelson Almeida/Getty Images
    Condizioni ancora non ottimali per l’ex bomber interista, ma la rete segnata all’88’, dopo circa venti minuti dal su ingresso in campo – che fissa il risultato sul 2 a 1 definitivo – vale una grande iniezione di fiducia ed uno stimolo per continuare sulla strada del recupero, fisico e mentale, per ritrovare la forza necessaria. Non a caso, l’esultanza del brasiliano, dopo la rete segnata, è una lunga corsa liberatoria, mostrando i muscoli, togliendosi la maglia numero dieci, come a voler dire: “ci sono ancora”.

    Un gol che arriva dopo 17 mesi di digiuno, e ripaga Adriano dei sacrifici finora fatti per rimettersi in gioco, dopo gli anni precedenti trascorsi a disfare quanto di buono aveva costruito, fra serate all’insegna dell’eccesso, e scarsa attenzione alle responsabilità connesse al suo essere giocatore, prima che “Imperatore”, ossia personaggio.

    Questa nuova esperienza brasiliana, dunque, sembra esser nata sotto una stella migliore delle precendenti: già nel 2007, infatti, Adriano aveva deciso di tornare in patria, al San Paolo, per trovare una maggiore continuità di gioco, per poter acquisire uno stato di forma idoneo lontano dalle distrazioni milanesi. In quell’occasione, Adriano segnò ben 17 gol, ma il seguente ritorno all’Inter – nel 2008 – disattese le aspettative positive di chi gli aveva concesso fiducia, su tutti il presidente Massimo Moratti.

    Infatti, Adriano, dopo il ritorno all’Inter dal prestito alla formazione Paolista, comunicò di “non aver più la gioia di giocare a calcio”, preferendo prendersi una pausa dai campi, e risolvendo consensualmente il contratto con la squadra nerazzurra.

    La seconda esperienza brasiliana, nel 2009 al Flamengo, portò Adriano alla vittoria della classifica marcatori con ben 19 reti segante, ma la sua successiva esperienza italiana, alla Roma nel 2010, deluse le aspettative che la società giallorossa aveva riposto nella sua voglia di riscatto in Italia; troppi infortuni impedirono ad Adriano di trovare la giusta continuità e, a seguito delle difficoltà riscontrate, tornò alle cattive abitudini, vedendosi ritirare la patente dalla polizia brasiliana dopo essere stato sottoposto al test alcolemico.

    Per Adriano, ora, all’età di 29 anni, è tempo di non sprecare altre occasioni: per ora, sembra aver intrapreso la strada giusta.

    Il gol di Adriano
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  • Parma – Udinese 2-0, le pagelle

    Parma – Udinese 2-0, le pagelle

    L’Udinese deve arrendersi alla sconfitta, che frena i sogni di primato in classifica e riporta “con i piedi per terra” la formazione di Guidolin, amareggiato per l’atteggiamento con cui i suoi hanno affrontato la trasferta di Parma, soprattutto con eccessive leggerezze in fase difensiva. Il Parma, invece, riscopre un grande Biabiany – migliore in campo – oltre che la freddezza realizzativa di Sebastian Giovinco, autore del rigore che fissa il risultato sul 2-0.

    Jonathan Biabiany | © Dino Panato/Getty Images

    PAGELLE PARMA

    Mirante 6.5 Qualche buon intervento, ma, date le scarse iniziative dell’Udinese, vive un pomeriggio nel complesso relativamente tranquillo. Buona parata sul tiro insidioso di Floro Flores

    Zaccardo 6 Gara attenta, di ordinaria amministrazione

    Paletta 6 Anche per lui un pomeriggio di sicurezza ed attenzione, agevolata dalle scarse iniziative dei friulani

    Lucarelli 6.5 Il migliore della difesa gialloblu, preciso e sicurissimo in ogni chiusura

    Gobbi 6 Buona gara, utile e prezioso nelle ripartenze, frenando anche le iniziative di Basta. Sostituito da Rubin al 32′ del secondo tempo

    Biabiany 7.5 Straripante: il migliore in campo. Corre, inventa, crossa, si propone, segna di testa il gol dell’1-0, si procura il rigore che vale il 2-0, e che chiude la gara definitivamente

    Morrone 6.5 Tiene uniti i reparti, con una gara di grande grinta, sostanza e quantità

    Galloppa 7 Sfortunato al 10′ a colpire il palo, con un buon tiro di destro dalla distanza. In seguito, ottima gara di sostanza

    Valiani 6 Sulla sinistra per esigenza, gara ordinata: non sfigura

    Giovinco 6.5 Freddo dagli undici metri, chiude la gara sul 2-0. Partecipa alle azioni principali, sempre nel vivo del gioco, sempre in agguato.

    Pellè 6 Gara generosa, ed anche di sacrificio: una buona occasione, ma sempre prezioso ed utile: gli servirebbe un gol per premiare il lavoro oscuro

    PAGELLE UDINESE

    Handanovic 6 Il pararigori, stavolta, non riesce  a dare continuità alla sua fama. Incolpevole, però, nell’occasione del primo gol subito, laddove i suoi compagni di difesa hanno sbagliato clamorosamente, salva deviando sul palo sul tiro di Galloppa

    Benatia 6.5 Uno dei migliori del reparto arretrato, prova a spingere oltre che a contenere

    Danilo 6 Gara sufficiente, ma è colpevole – insieme all’intero reparto – nella disattenzione difensiva che regala il gol del vantaggio al Parma su calcio d’angolo

    Domizzi 6 Stesso giudizio di Danilo, sostituito al 41′ per Pasquale

    Basta 5 Giornata no: errori difensivi, poca spinta, condizione fisica appannata e una grande ingenuità che causa il rigore su Biabiany realizzato da Giovinco

    Isla 5 Alla vigilia era in dubbio, Guidolin lo schiera da titolare, ma non incide: in difficoltà fisica dopo la trasferta di Nazionale, sostituito da Torje al 20′ del secondo tempo. Probabilmente sarebbe stato preferibile un turno di riposo per lui

    Pinzi 5.5 Non brillante, molto sotto i suoi standard abituali, anche se mostra la solita grinta in fase di recupero

    Asamoah 5 Opaco, appare stanco e poco lucido: perde troppi palloni e non riesce ad essere l’uomo in più per collegare i reparti, sostituito da Battocchio al 38′ del secondo tempo

    Armero 5 Anche per lui gara mediocre e sottotono, con l’attenuante della stanchezza dopo la trasferta transoceanica in Colombia

    Floro Flores 6 Si rende pericoloso, costringendo Mirante ad una grande parata. Poi, poco altro

    Di Natale 6 Non segna, ed è già una notizia: per lui solo qualche conclusione non fortunata dalla distanza

  • Il Parma frena l’Udinese, Biabiany straripante

    Il Parma frena l’Udinese, Biabiany straripante

    Alla vigilia, il pari era considerato il risultato maggiormente probabile, bilanciando le volontà dell’Udinese di balzare al comando della classifica e la volontà del Parma di far bene in casa, dando maggiore continuità alle sue prestazioni.

    Sebastian Giovinco | © Dino Panato/Getty Images

    E’ arrivato, invece, il risultato che non ci si attendeva, con la sconfitta per gli uomini di Francesco Guidolin, per lunghi tratti troppo lontani dalle loro caratteristiche di gioco, dalla loro abituale coralità di espressione: al contrario, al Tardini, questo pomeriggio non hanno avuto la possibilità di esprimersi, bloccati nelle ripartenze, meno incisivi nei recuperi, lontano dalla forma fisica migliore, soprattutto nei sette uomini impegnati con le rispettive Nazionali, sfiancati dai viaggi transoceanici.

    L’inizio del match aveva dato l’illusione ai friulani, quest’oggi in maglia arancione, di una gara in discesa, ma – dopo un avvio positivo nei primi minuti – il Parma riesce a prendere le misure, e frenare le velleità friulane. Al 10′ il Parma si rende pericolosissimo con Galloppa che colpisce il palo su azione innescata da un’incursione di Biabiany, dopo il tentativo di parata di Handanovic, qualche minuto dopo, ci prova, invece, Sebastian Giovinco su punizione, ma la palla è alta.
    Solo sul finire del primo tempo, al 42′, si rende pericolosa l’Udinese con Totò Di Natale, ma la palla finisce alta sulla traversa: sarà questa, per l’Udinese, l’occasione più importante per i friulani nella gara di questo sfortunato pomeriggio.

    Nel secondo tempo, infatti, il Parma riesce a raccogliere quanto di buono aveva seminato nella prima frazione di gioco, con un Biabiany in grande spolvero, capace di accendere la luce delle ripartenza gialloblu, e di fare la differenza: è proprio del francese la rete che sblocca la gara, al 58′, su azione di calcio d’angolo, battendo di testa Handanovic anche se, in tale occasione, sono gravi le responsabilità della difesa Udinese, perchè l’esterno offensivo ducale è stato colpevolmente lasciato solo nell’area piccola.
    Un minuto più tardi, altra occasione per i padroni di casa gialloblu con Pellè che prova a girarsi per battere Handanovic anche se non riesce a tenere la palla bassa. Ad un quarto d’ora dalla fine altra straripante azione di spinta di Biabiany in contropiede, che termina in un’azione rocambolesca quanto sfortunata per i gialloblu: la difesa friulana riesce a sbrogliare sulla linea di porta, con Handanovic battuto, deviando in calcio d’angolo, mentre Sebastian Giovinco era pericolosamente in agguato a pochi passi dalla porta.
    La formica atomica, però, riesce a timbrare comunque il cartellino al 78′, su calcio di rigore concesso dal direttore di gara per ingenuo fallo di Basta sull’incontenibile Biabiany, battuto magistralmente, con freddezza e chirurgica precisione, spiazzando un “pararigori” come Handanovic e sigillando il risultato sul 2-0 definitivo.

    Al termine della gara, il tecnico dei friulani, Francesco Guidolin commenta la sconfitta attribuendo le responsabilità alla scarsa umiltà dei suoi, che hanno affrontato la gara con eccessiva sufficienza: con amarezza si dichiara “deluso”, sostenendo che i suoi – dopo quanto mostrato questo pomeriggio – non possono ambire a grandi traguardi, necessitando, invece, di “volare bassi” per non cadere nelle insidie che il campionato presenta. L’Udinese, infatti, ha mostrato poca cattiveria agonistica ed eccessiva leziosità, non supportata da una condizione fisica ottimale, aggravata soprattutto dalle non perfette condizioni di alcuni uomini chiave, soprattutto a centrocampo. Una leziosità che, secondo il mister dovrà essere corretta al più presto, con un approccio totalmente differente alle partite, e con maggiore cattiveria agonistica e concentrazione.

    Il Parma di Franco Colomba, invece, si proietta al sesto posto in classifica, dimostrando grande capacità di lettura del match, riuscendo a porre l’incontro sui binari giusti, quelli desiderati, ossia sfruttando i contropiedi e le ripartenze dei suoi uomini più rapidi, mettendo il luce Biabiany come il migliore in campo, e Sebastian Giovinco come punto di riferimento per i meccanismi di squadra, oltre che freddo e lucido nell’episodio del calcio di rigore.

  • Parma Udinese, Giovinco vs Di Natale

    Parma Udinese, Giovinco vs Di Natale

    Parma-Udinese, al Tardini, oggi pomeriggio alle 15, è la sfida fra due attaccanti “tascabili”, indiscussi protagonisti di questo avvio di stagione, Totò Di Natale, capitano dell’Udinese, e Sebastian Giovinco, formica atomica gialloblu. Il bomber napoletano è leader della classifica marcatori, mentre Giovinco lo segue a due reti di distanza, ma Sebastian, in piena fase di maturazione, sta riscoprendo una vena realizzativa invidiabile soprattutto grazie al ruolo ideato per lui da mister Colomba.

    I due, alla vigilia della sfida hanno parlato sia del match di campionato che del loro momento stagionale, ma anche delle prospettive future, individuali e di squadra. Di Natale ha, così, voluto ricordare gli obiettivi della sua Udinese, volando basso e non facendo voli pindarici, puntando, invece, l’attenzione sull’Europa League e sulla quota 40 punti, “soglia salvezza”, da raggiungere al più presto per poter dormire sonni tranquilli.

    Giovinco, invece, è sempre in bilico fra Torino e Parma, fra il ritorno a “casa”, in bianconero, e la conferma nella città ducale: nel mercato di Gennaio, stando alle ultime indiscrezioni,  Sebastian non si muoverà e, pertanto, la sua attenzione è fissa sul campionato dei Parmensi, con l’obiettivo di mettersi ulteriormente in luce, anche in chiave Nazionale.

    Antonio Di Natale | © Dino Panato/Getty Images

    I due mini bomber saranno sicuramente in campo e potranno dare vita ad una sfida nella sfida di sicuro interesse: Giovinco in coppia con Pellè, anche  a causa dell’assenza di Floccari, mentre – in casa friulana – Di Natale agirà al fianco di Floro Flores, con il giovane Torje che partirà dalla panchina.

    Negli altri reparti, qualche dubbio per i tecnici Guidolin e Colomba legati alle condizioni degli infortunati e dai reduci dagli impegni di Nazionale.

    Franco Colomba, dovrebbe schierare un 4-4-1-1, con Mirante in porta, Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Gobbi; Biabiany, Galloppa, Morrone, Valdes; Giovinco, Pellè.

    Francesco Guidolin, invece, sembra proiettato sul suo classico modulo 3-5-2, concedendo un turno di riposo ad Isla, schierando Handanovic in porta, Ferronetti, Danilo, Domizzi, Basta; Badu, Pinzi, Asamoah, Armero; Floro Flores, Di Natale.

    Al Tardini, arbitrerà Romeo di Verona.

  • Razzismo calcio, Blatter si scusa ma non si dimette

    Razzismo calcio, Blatter si scusa ma non si dimette

    Inopportuno, indelicato, poco sensibile: Joseph Blatter, presidente della Fifa, dopo l’ultima gaffe in ordine cronologico per ovviare al razzismo calcio, ritiene che sia sufficiente scusarsi per metter fine alle polemiche scatenate dalle sue dichiarazioni rilasciate a Fox Soccer, in cui il presidente svizzero sosteneva che fosse sufficiente “una stretta di mano a fine gara per metter fine alle tensioni provocate da insulti razziali nel corso delle partite”.

    Un pensiero che non poteva lasciare indifferenti i giocatori, spesso vittime di episodi di razzismo, ma anche il governo inglese che ha reso noto di essere “indignato” per le parole adoperate da Blatter.

    Josep Blatter non molla la poltrona ©Getty Images

    Rio Ferdinand, pilastro della Nazionale inglese, definisce “ignoranti” le parole del massimo esponente della Fifa, così come David Beckham, che oltre a definire inappropriato l’ intervento di Blatter, ha precisato che il razzismo calcio“non si può spazzare via nascondendolo sotto il tappeto”, ribadendo come si tratti di un problema molto serio per il mondo del calcio – riflesso di un problema intrinseco alla società – e che, pertanto, non dev’essere nè ignorato, nè sminuito.

    Alla luce della gaffe commessa, appaiono troppo comode, dunque, le semplici scuse del numero uno della Fifa, che – resosi conto tardivamente della risonanza negativa delle sue parole – aveva provveduto a diffondere su Twitter una lettera di rettifica, unitamente ad una sua foto insieme ad un ministro di colore Sudafricano.

    In aggiunta, ha provveduto, inoltre, alla diffusione di un’ ulteriore rettifica alla Bcc, nella quale si definisce “amareggiato” per l’accaduto e per le “sfortunate parole adoperate”, precisando però, come – nonostante l’errore commesso – non abbia alcuna intenzione di dimettersi, perchè le dimissioni sarebbero contrarie “al suo atteggiamento ed al suo spirito”.

    La poltrona prima di tutto, dunque, nonostante le parole adoperate abbiano ferito molti protagonisti dei campi che subiscono il razzismo calcio, spesso costretti a convivere con vergognosi insulti e beceri cori razzisti.

  • Italia, avanti con fiducia nonostante la sconfitta con l’Uruguay

    Italia, avanti con fiducia nonostante la sconfitta con l’Uruguay

    L’amichevole dell’Italia di Cesare Prandelli contro l’Uruguay di Tabarez, disputata nella fredda notte romana, è stata – risultato a parte – una bella serata di sport ed un’occasione importante per celebrare i 150 anni dell’Unità del nostro Paese, in particolare in un momento tanto delicato e difficile per le nostre istituzioni politiche e per l’instabilità economico-finanziaria.

    E’ stata la serata del record di Gigi Buffon, capitano da 112 presenze in Azzurro, al pari di un altro portierone storico, l’altro portiere campione del Mondo, Dino Zoff. Gigi Buffon, totem Azzurro, che – anche fuori dal campo, in occasione della visita al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – nel suo discorso da Capitano, ha dimostrato grande attaccamento alla Nazionale oltre che maturità di pensiero e capacità di analisi della delicata situazione attuale.

    E’ stata la serata delle conferme per il cittì Cesare Prandelli che ha visto la propria squadra reggere bene il confronto con una grande Nazionale, campione del Sudamerica, quarta nel ranking Fifa, ed in testa alla classifica del proprio girone nelle qualificazioni sudamericane ai prossimi Mondiali di Brasile 2014.

    Italia | © Claudio Villa/Getty Images

    Una Nazionale italiana che ha provato sempre a costruire, a fare gioco, a cercare il gol con convinzione, chiudendo in positivo – nonostante la sconfitta, che Cesare Prandelli definisce “ingiusta per quanto visto sul campo” – l’anno 2011 proiettandosi già verso il 2012, ossia l’anno degli Europei.

    E’ stata la prima sconfitta casalinga dell’era Prandelli, una sconfitta che – in casa – mancava dal 16 Agosto 2006 nell’amichevole contro la Croazia, nella gestione Donadoni, ma è stata una battuta d’arresto che potrebbe rivelarsi anche utile nel percorso futuro, poichè ha permesso all’Italia di misurarsi contro un avversario di spessore ed in un momento di grande forma, senza sfigurare affatto.

    Fra le note positive in campo, su tutti la grande prova di Mario Balotelli che sembra stia diventando imprescindibile per il ct, nonostante ieri sera abbia dovuto sopportare un trattamento “particolare” da parte dei duri difensori uruguaiani. Mario Balotelli, dunque, sta divenendo una certezza, anche se al suo fianco – ad oggi – manca qualcuno in grado di completarlo al meglio nelle manovre offensive, aspettando il ritorno di Antonio Cassano.

    Fra gli aspetti da rivedere, invece, la difesa Azzurra di ieri sera non è parsa sufficientemente sicura: nel gol incassato “a freddo”, che ha poi deciso l’incontro, pesa la responsabilità di Ranocchia che ha concesso troppo spazio a Fernandez; responsabilità individuali, ma non solo: anche Balzaretti non è parso in gran serata, in difficoltà soprattutto nei ripiegamenti, lasciando troppo spazio agli uomini di fascia della Celeste.

    Le certezze inossidabili, invece, si riferiscono alle iniziative di Andrea Pirlo, come sempre fulcro indispensabile del centrocampo, alla generosità di Simone Pepe, entrato a gara in corso, e di Claudio Marchisio, che – con il geometra Pirlo – nell’ormai collaudata coppia bianconera, dimostra di trovarsi a meraviglia.

    Una sconfitta di misura, dunque, dalla quale trarre importanti spunti di riflessione per il prossimo futuro, fra certezze, esperimenti riusciti, uomini ritrovati e consolidamento dei meccanismi di squadra: la strada verso le speranze del 2012 è ancora lunga, il tempo per lavorare è dalla parte del gruppo Azzurro, e la parola d’ordine, dopo quanto visto, sembra essere una sola: fiducia.

    Il video di ITALIA – URUGUAY 0-1

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  • Messi risolleva l’Argentina, Ok anche il Cile

    Messi risolleva l’Argentina, Ok anche il Cile

    Nel giorno di sosta per la Celeste Uruguayana, impegnata nella vittoriosa amichevole disputata contro gli Azzurri di Cesare Prandelli allo stadio Olimpico di Roma, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dall’Unità d’Italia, nelle gare di qualificazioni Mondiali 2014, emerge l’Argentina, vittoriosa in trasferta contro la Colombia; vittorie importanti, poi, anche per il Cile contro il Paraguay, per il Venezuela contro la Bolivia e per l’Ecuador contro il Perù.

    La Nazionale Albiceleste, in trasferta contro la Colombia, inizia la gara in salita dopo che, al 44′, Mascherano realizza uno sfortunato autogol deviando nella propria porta una punizione calciata da Pabon, che consente ai padroni di casa di passare in vantaggio. L’Argentina, però, non si arrende ed inizia un forcing intenso per agguantare il pari che, poi, trova al 60′ con gol di Messi su cross di Sosa.

    Lionel Messi | © EITAN ABRAMOVICH/Getty Images

    Gli ulteriori sforzi degli argentini per agguantare la vittoria sono premiati all’84’ con il gol di Kun Aguero che fissa il risultato sul definitivo 2-1 per la sua Nazionale.
    Nella gioia per la vittoria che risolleva le sorti della Nazionale albiceleste dopo lo stentato pareggio con la Bolivia, però, la nota dolente è rappresentata dall’infortunio del difensore Nicolas Burdisso, con rottura dei legamenti a seguito di un fortuito scontro di gioco che, ora, rischia sei mesi di stop.

    Il Cile, turbato dalla vicenda interna degli “epurati” per presunto comportamento “non consono”, riesce a conquistare una vittoria molto importante contro la Nazionale Paraguayana per 2-0 con gol di Contreras al 28′ del primo tempo e raddoppio di Matias Campos all’86’, che archivia la seconda vittoria nel girone di qualificazione per gli uomini di Borghi.

    Importante vittoria per il Venezuela contro la Bolivia – fanalino di coda del girone con  un solo punto in classifica – con il punteggio di 1-0 che consente ai venezuelani di compiere un balzo fondamentale in classifica, agganciando Argentina ed Uruguay a quota sette punti, grazie alla rete di Vizcarrondo al 24′ del primo tempo.

    Successo casalingo anche per l’Ecuador per 2-0 contro il Perù con le due reti firmate, rispettivamente, al 70′ da Mendez, ed all’88’ da Benitez.

    Alla luce di quanto accaduto, dunque, la  classifica del girone vede un trio in testa, formato da Uruguay, Argentina e Venezuela a quota 7 punti, a seguire Ecuador e Cile a 6, Colombia e Paraguay a 4, Perù a 3 e la Bolivia con un solo punto, conquistato contro l’Argentina nella precedente giornata.

    Il video di COLOMBIA – ARGENTINA 1-2

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  • Italia Uruguay, Buffon raggiunge Zoff. Balotelli Osvaldo vs Cavani Suarez

    Italia Uruguay, Buffon raggiunge Zoff. Balotelli Osvaldo vs Cavani Suarez

    Dopo la vittoria nell’amichevole contro la Polonia e la bella domenica di Rizziconi, dal valore importante aldilà del significato calcistico, gli Azzurri sono pronti ad affrontare domani sera all’Olimpico la Celeste di Tabarez in un succulento Italia Uruguay, un’amichevole dal significato anche simbolico, ricordando la ricorrenza dei 150 anni dell’ Unità d’Italia.

    Cesare Prandelli, ct Azzurro | © Getty Images

    Calcisticamente sarà un’amichevole di prestigio assoluto, contro la Nazionale Campione d’America, un test utile per mettere alla prova gli Azzurri di Cesare Prandelli contro un avversario in grande forma, al comando del girone sudamericano di qualificazione ai prossimi Mondiali 2014, e reduce dalla roboante vittoria contro il Cile, ottenuta per 4 a 0, e siglata da Luis Suarez, uno degli uomini più temibili della Nazionale Uruguagia di Tabarez, oltre al Matador napoletano Edinson Cavani.

    Cesare Prandelli, pertanto, ci tiene a non fare sfigurare i suoi in una tale circostanza, anche se non rinuncia agli esperimenti, vera essenza delle gare amichevoli: in avanti, spazio alla coppia Balotelli-Osvaldo, mentre in difesa il palermitano Federico Balzaretti sostituirà Domenico Criscito, e Cristian Maggio prenderà il posto di Abate. A centrocampo, quasi certa la presenza di Aquilani, mentre è in dubbio la presenza del milanista Nocerino, mentre al posto di Montolivo dovrebbe esserci Simone Pepe, in un 4-3-3 in stile Juventus di Conte.

    Per Osvaldo, in particolare, sarà una gara speciale, una sorta di derby, perchè – anche se ormai difende i colori azzurri – la sua parte argentina continua a “sentire” ancora molto la sfida contro i cugini uruguayani. Speciale, però, sarà anche la gara di un veterano assoluto, il capitano Azzurro Gigi Buffon: il portierone si è dichiarato emozionato nell’incontrare domani sera il Presidente Napolitano, soprattutto in un momento tanto delicato per il Paese, proprio in concomitanza del raggiungimento delle 112 presenze, al pari di un mito come Dino Zoff, nella speranza che “possa essere un punto di partenza e non di arrivo” con la maglia della Nazionale.

    Una grande serata di sport, dunque, fra emozioni speciali, celebrazioni e spettacolo assicurato in campo.

    GUARDA LE IMMAGINI IN ANTEPRIMA DELLA NUOVA MAGLIA DEGLI AZZURRI

  • Calciomercato Napoli, Ferreyra e Yacob due figli d’Argentina

    Calciomercato Napoli, Ferreyra e Yacob due figli d’Argentina

    Napoli ed Argentina, connubbio perfetto. Basti solo pensare a Diego Armando Maradona, simbolo della squadra che a cavallo fra gli ’80 ed i ’90 sconvolse le gerarchie della Serie A, a ritmo di gol e di colpi di genio, firmati dal più forte di tutti i tempi, el Pibe de oro. Storia recente: il Napoli e l’Argentina, el Pocho Lavezzi, simbolo di una squadra che prova a sognare in grande, riaffacciandosi – dopo vent’anni di assenza – anche nell’Europa che conta, nei teatri “buoni” del calcio, non disdegnando neppure qualche sogno tricolore.

    Napoli e l’Argentina: prospettive future. Il presidente Aurelio De Laurentiis, sta cercando un vice – Cavani, che possa essere in grado di sostituire El Matador nei periodi di necessità e per dare respiro all’uruguayano, nella speranza che la squadra possa continuare il cammino positivamente intrapreso anche in Europa. Pertanto, la dirigenza napoletana punta con decisione verso l’Argentina, individuando come obiettivo principe, Facundo Ferreyra, attaccante del Banfield classe 1991. Il ventenne argentino, concittadino di un ex “napoletano”, German Denis, alto 1.80 per 70 Kg, è già nel giro della Nazionale Under 20 Argentina.

    Facundo Ferreyra | ©Getty Images

    Il ventenne “puntero” viene soprannominato “Chuchy”, e nelle sue caratteristiche tecniche emerge la grande duttilità e la grande personalità, che gli consentono di svariare su tutto il fronte offensivo, rendendosi utile anche in fase di protezione del pallone per far salire la squadra con grande spirito di sacrificio e generosità, una caratteristica sempre apprezzata dagli allenatori, soprattutto quando è necessario difendere il risultato stringendo i denti.

    Qualche immagine di Facundo Ferreyra (video youtube)
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    Il Napoli, inizialmente, aveva cercato di sondare il terreno per rilevare il cartellino di Ferreyra già nella finestra del mercato invernale, ma il Banfield – pur avendo necessità di liquidità – non vorrebbe provarsene nell’immediato. Tutto rimandato, per ora, a fine stagione, nel mercato estivo, prestando attenzione all’assalto della concorrenza, in particolare della Juventus, che già in passato aveva monitorato Ferreyra.

    Oltre a Ferreyra, il presidente De Laurentiis e Riccardo Bigon puntano sull’argentina anche per rinfoltire il centrocampo, con Claudio Ariel Yacob, capitano del Racing Avellaneda, classe 1987, 1.83 per 76 Kg, con doppio passaporto e, pertanto, ancora più “appetibile” per i club italiani ed europei.

    Il Napoli, in questo caso, pare il pole position anche se dovrà guardarsi anche dalla concorrenza di Palermo ed Udinese, in particolare perchè il cartellino del centrocampista non si aggira su cifre eccessivamente proibitive: circa 4 milioni di euro, trattabili.

    Claudio Ariel Yacob | © Getty Images

    Il tempismo, dunque, appare un elemento fondamentale per raggiungere l’obiettivo, e, pertanto, il Napoli potrebbe lanciare l’assalto definitivo già nel mercato di Gennaio, per sostituire Donadel che rientrerà fra circa un mese, anche se il Racing Avellaneda, allenato da Diego Pablo Simeone, è attualmente secondo in classifica e, nella lotta alla conquista del campionato, non vorrebbe privarsi di un pezzo fondamentale del suo centrocampo, abile e duttile sia nella fase di recupero ed interdizione, che nella fase di inserimento offensivo.

    La volontà del centrocampista, soprannominato “el Flaco”, però, potrebbe essere assolutamente decisiva nel sbloccare la trattativa, anche perchè è consapevole che non vi sarà alcuna difficoltà di inserimento nello spogliatoio partenopeo, data la già foltissima presenza di sudamericani ed, in particolare, di Argentini.

    Obiettivi fissati, il connubbio Napoli-Argentina è destinato a consolidarsi sempre più.