Autore: Simona Granieri

  • Roma Juventus, De Rossi vs Marchisio sfida nella sfida

    Roma Juventus, De Rossi vs Marchisio sfida nella sfida

    Verso Roma Juventus, il Monday Night dell’Olimpico, la sfida fra giallorossi e bianconeri si colora di un confronto nel confronto, a distanza, fra Claudio Marchisio e Daniele De Rossi che offuscano quella che, fino a qualche anno fa, era sempre stata la sfida nella sfida fra i due capitani-simbolo, ossia Alessandro Del Piero e Francesco Totti.

    Claudio Marchisio | © Valerio Pennicino/Getty Images

    I due centrocampisti sono accomunati, oltre che dalle sembianze fisiche, entrambi biondi e con gli occhi chiari, da un iter calcistico molto simile, e da un percorso lungo ed intenso nelle rispettive squadre, compiendo la classica gavetta, ossia la lunga trafila nelle formazioni giovanili, prima di approdare in prima squadra – in età comuque giovane – e dimostrare in campo la propria forza, il proprio attaccamento alla maglia ed ai tifosi.

    I due si stimano molto, e lo dimostrano anche pubblicamente: inevitabile che sia così, perchè – rivalità di campo a parte – è come se si specchiassero l’uno nell’altro, nei rispettivi cammini calcistici.

    Daniele De Rossi, classe 1983, approda a Trigoria all’età di dodici anni, Claudio Marchisio, classe 1986, approda al centro di allenaento bianconero, a Torino, a soli sette anni. Entrambi non si allontanano, però, da casa: De Rossi non si allontana dal mare della sua Ostia, mentre Marchisio rimane vicino ad Andezeno, alle porte di Torino, crescendo in una famiglia totalmente bianconera, come il suo Dna.

    Capitolo famiglia, altro elemento che li accomuna: entrambi divenuti papà molto giovani, del piccolo Davide, nato nel 2009, Claudio Marchisio, e della bionda Gaia, nata nel 2005, Daniele De Rossi.

    Entrambi fedeli alla maglia della squadra del cuore: Daniele De Rossi non ha mai abbandonato i colori giallorossi, Claudio Marchisio lo ha fatto solo per una stagione, andando a “farsi le ossa”, come si suol dire, ad Empoli, per poi tornare l’anno successivo nella Juve di Claudio Ranieri, riprendendo il “filo” del suo percorso bianconero dopo l’ottima stagione disputata nell’anno nero della serie B con Didier Deshamps in panchina.

    Altro punto di contatto fra i due, la tempistica necessaria prima di divenire punti fermi delle rispettive squadre: solo una stagione. De Rossi, soprannominato “Capitan Futuro”, osserva ed impara da Tommasi ed Emerson prima di appropriarsi del suo ruolo nel centrocampo giallorosso, Marchisio scalza la concorrenza e diventa imprescindibile, già nella Juventus di Ranieri, e poi in quella di Ferrara, Zaccheroni e Delneri, oltre che – oggi – in quella di Antonio Conte.

    Claudio Marchisio è attualmente l’uomo copertina della Signora, in un momento d’oro, anche in fase realizzativa, in cui gli riesce qualsiasi cosa, dai gol decisivi alle giocate di grande classe, ed il suo soprannome di “Principino” sembra più che mai appropriato.

    Daniele De Rossi, invece, nella Roma in difficoltà di Luis Enrique è uno dei pochi a mantenere un buon rendimento, anche se – si sa – nel calcio affinchè funzionino i singoli deve funzionare anche il collettivo.

    I due, amici fuori dal campo, alla vigilia della supersfida, non possono sottrarsi dal dichiarare cosa pensino l’uno dell’altro: parole al miele, naturalmente.

    Daniele De Rossi | © Getty Images
    De Rossi sostiene che Marchisio diventerà uno dei più forti centrocampisti del Mondo, perchè sta mostrando una crescita continua, anche quando si pensava che avesse completato la sua maturazione. Marchisio ritiene De Rossi un grande campione, augurandogli di chiudere la carriera in giallorosso e, dunque, di riuscire a raggiungere il rinnovo del contratto.

    Infatti, se per Marchisio – in passato considerato “uomo mercato” – il futuro è esclusivamente a tinte bianconere, per De Rossi c’è un’incertezza fastidiosa sul rinnovo contrattuale, anche se l’ambiente giallorosso vorrebbe a tutti i costi che rimanesse “a casa sua”, per poi vestire la fascia di capitano quando Totti gli vorrà dare il cambio.

    Dopo tanti confronti, paralleli e similitudini, è ovvio ricordare ciò che li accomuna maggiormente sul campo: la maglia Azzurra, nella Nazionale di Cesare Prandelli, dove entrambi rivestono un ruolo fondamentale, nel centrocampo guidato da Andrea Pirlo.

    De Rossi ha già vinto un mondiale, nel 2006, Marchisio ha partecipato alla sfortunata edizione Sudafricana nel 2010: l’augurio, anche in prospettiva Euro 2012, è che entrambi continuino a brillare nel loro percorso, per fornire anche in maglia Azzurra l’apporto fondamentale di cui sono capaci.

  • Udinese Chievo 2-1, brillano Di Natale, Basta e Isla

    Udinese Chievo 2-1, brillano Di Natale, Basta e Isla

    Al termine della gara contro il Chievo, lo speaker del Friuli di Udine legge la classifica della serie A, dal basso verso l’alto, culminando la sua lettura con un urlo finale, più che mai significativo: “30 punti, Udinese”.

    La formazione di mister Francesco Guidolin, dopo la vittoria contro i gialloblu Veronesi, ed in attesa del posticipo del lunedì fra Roma e Juventus, è in vetta alla classifica, sopra la Juventus, sopra la vittoriosa Lazio di Lecce, sopra il Milan fermato a Bologna, centrando la settima vittoria casalinga in sette partite disputate, percorrendo un cammino assolutamente impressionante.

    Udinese-Chievo | © Dino Panato/Getty Images

    Una vittoria importante e convincente, per come è giunta e per come è stata costruita in campo, con determinazione e grinta, grazie ai gol del Super Capitano  Totò Di Natale, al 67′ e di Basta al 79′, che rendono inutile la rete – peraltro molto bella- firmata dal clivense Paloschi all’83’.

    A fine gara, finalmente sorridente il tecnico dei bianconeri friulani, Francesco Guidolin, solitamente molto pragmatico e dal low profile. In tale occasione, non si sbilancia più di tanto, ricordando che l’obiettivo dei suoi uomini dev’essere, in primis, raggiungere quota salvezza, ossia i fatidici “40 punti”, distanti solo dieci lunghezze, ma lasciando la porta aperta al sogno: “è un momento bello, magico, e proveremo a farlo durare il più a lungo possibile, vivendo il presente con grande continuità, serenità e gioia”. Un modo per dire, continuiamo a lavorare duramente, a testa bassa, senza farsi distrarre dai complimenti, ma non rinunciando a vivere le sensazioni positive che ruotano intorno al momento presente, assaporando in pieno l’entusiasmo della città e dell’ambiente, che si percepisce anche se lo Stadio Friuli non riesce mai a riempirsi.

    Le Pagelle dei protagonisti in campo:

    Migliore in campo assoluto il solito uomo-copertina dei friulani, ossia capitan Totò Di Natale, voto 7.5: brillante e pericoloso, sempre in partita, sbloccando la gara con un colpo di testa di assoluta precisione, e sfiorando più volte la personale doppietta.

    Importante anche la prestazione a centrocampo di Isla, voto 6.5, assist-man per Di Natale, ma fondamentale in fase di imostazione, facendo girare la squadra ed accendendo la luce in più circostanze.

    L’autore del secondo gol friulano, Basta, merita un 6.5 per la gara generosa disputata, proponendosi molto in fase di spinta, sulla fascia, e realizzando di testa il gol della sicurezza.

    Nel centrocampo friulano, ottime prestazioni anche per Armero e Asamoah, per entrambi voto 6.5, che spingono e recuperano, dominando in tutto e per tutto la metàcampo di gioco.

    In casa Chievo, la formazione di Mimmo Di Carlo aveva iniziato con buoni spunti la gara, provando in alcune occasioni ad impensierire la difesa friulana che, però, oggi regge alla perfezione ogni urto.

    Fra i gialloblu, il migliore si rivela Hetemaj, voto 6.5, che si rivela un prezioso collante fra centrocampo ed attacco, indispensabile nel rifornire gli attaccanti gialloblu e, soprattutto, Sergio Pellissier.

    Insufficiente, invece, il reparto arretrato del Chievo, specie con Frey, voto 5, che subisce molto la presenza di Armero in fase di spinta, e di Cesar, colpevole di lasciare Di Natale libero di colpire a rete in occasione dell’1 a o realizzato, che ha condizionato definitivamente l’andamento della gara.

    Udinese Chievo video highlights
    [jwplayer config=”180s” mediaid=”114179″]

  • Palermo Cesena 0-1, le pagelle. Mutu trascinatore

    Palermo Cesena 0-1, le pagelle. Mutu trascinatore

    Una vittoria fatta di bel gioco e capacità di interpretare tatticamente la gara per il Cesena di Arrigoni che sbanca il Renzo Barbera, impedendo alla squadra di Mangia di inanellare la settima vittoria consecutiva interna.

    Abdelkader Ghezzal | © Tullio M. Puglia/ Getty Images

    Una partita in cui i romagnoli hanno saputo esprimere al meglio il loro potenziale, già nella prima frazione di gara e prima ancora di sbloccare il risultato, mostrando una grande armonia di squadra, soprattutto nel reparto offensivo, con Candreva e Mutu a svariare dietro Eder. Il Palermo, invece, si mostra opaco, in serata decisamente storta, molto lontano dai suoi standard migliori nelle gare in casa, e molto più simile alla squadra che stenta in trasferta.

    Oltre ad Adrian Mutu, autore del gol decisivo, protagonisti assoluti i due portieri, Benussi e Ravaglia: il primo evita che il passivo diventi molto più pesante, il secondo si rivela pronto ed attento, sventando i pericoli provenienti dai rosanero sul finire del primo tempo e negli ultimi minuti della ripresa.

    PAGELLE PALERMO

    Benussi 6.5 Nel primo tempo evita un gol di Candreva, poi si rivela attento in tutte le circostanze, sempre reattivo e concentrato: subisce il gol dell’ 1-0 da parte di Mutu, ma evita che il passivo diventi più pesante

    Silvestre 5.5 Non la sua migliore serata, è in parte sua la responsabilità sul gol subito da Mutu su azione di calcio d’angolo

    Munoz 4 Il peggiore in assoluto: disattento, impreciso, confuso. Due ammonizioni ingenue, delle quali la seconda per fallo su Eder, lasciando i compagni in inferiorità numerica

    Balzaretti 6 Uno dei migliori dei suoi, nel primo tempo confeziona cross e sortite offensive, ma la serata “no” della squadra rosanero contagia anche lui, che si spegne progressivamente nel secondo tempo

    Pisano 6 Impegno e generosità, termina la gara in avanti stringendo i denti a causa di un infortunio

    Barreto 5 Impreciso sotto porta, sbagliando un gol clamoroso calciando in braccio a Ravaglia

    Ilicic 5 Dovrebbe suggerire per le punte, ma non suggerisce; dovrebbe inventare, ma non inventa

    Bacinovic 5 Come Ilicic, la sua luce è spenta, e viene sostituito dopo appena 30 minuti per Bertolo, che dà un contributo maggiore

    Acquah 5 Impreciso e nervoso, sull’azione del gol lascia troppa libertà a Mutu, che punisce subito

    Pinilla 5 Serata storta anche per lui, poco in partita, quasi mai pericoloso: spento

    Miccoli 6 Uno dei migliori dei suoi, prova a creare pericoli per la porta di Ravaglia, ma il portiere romagnolo è attento e non gli concede nulla: è troppo solo

    PAGELLE CESENA

    Ravaglia 7 Preciso, concentrato, reattivo: salva su Miccoli e Barreto nel primo tempo: mostra di essere un degno sostituto dello squalificato Antonioli

    Rossi 6.5 Attento e concentrato in fase difensiva, non rinuncia a proporsi in avanti: buona gara

    Von Bergen 7 La vera saracinesca della difesa bianconera romagnola: è lui che guida il reparto alla perfezione

    Ceccarelli 6 In alcuni cross troppo impreciso, ma nel complesso disputa una gara generosa

    Rodriguez 6 Anche per lui gara generosa: ammonito per fallo su Pinilla

    Parolo 6.5 Fosforo per il centrocampo del Cesena: fondamentale per servire Mutu ed Eder

    Candreva 6.5 Da trequartista, gara di qualità e quantità: prezioso e sempre lucido, è suo il calcio d’angolo-assist raccolto di testa da Mutu e trasformato nel decisivo gol-vittoria

    Guana 6 Gara di sostanza e di quantità per l’ex rosanero: recupera e fa ripartire

    Ghezzal 6.5 Veloce e scattante sulla sua corsia, dove irretisce gli avversari confezionando dribbling e cross, mettendo in difficoltà anche Balzaretti

    Eder 6.5 Preferito  a Bogdani, la sua gara è condita da numerosi inserimenti in velocità, vivacità e brio: non segna, ma la sua presenza si rivela importante in avanti

    Mutu 7 Gol vittoria, di testa su cross di Candreva, ma si rivela pericoloso anche in altre occasioni, quando viene fermato soltanto da grandi interventi di Benussi. Un campione ritrovato.

    IL VIDEO DI PALERMO – CESENA 0-1

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”114088″]

  • Mutu zittisce il Barbera. Palermo Cesena 0-1

    Mutu zittisce il Barbera. Palermo Cesena 0-1

    Un risultato dai toni clamorosi, soprattutto perchè giunto contro ogni previsione della vigilia. Il Palermo di Devis Mangia, reduce da sei vittorie consecutive al Renzo Barbera, ad un passo dalla conquista del record di sette vittorie, si ferma per opera del Cesena di Arrigoni e, soprattutto, di Adrian Mutu, il fuoriclasse prestato alla provincia romagnola, che sta ritrovando la sua dimensione più congeniale, quella del gol, e delle reti decisive.

    Adrian Mutu | © Getty Images

    Al Renzo Barbera la partita inizia con il Cesena che, da subito, mostra di essere più tonico ed in partita, sfruttando la mobilità di Candreva e Mutu dietro la punta Eder, che riescono a creare non pochi grattacapi alla difesa rosanero ed al portiere Benussi, in grande serata, che chiude la porta ad Eder e Mutu più volte, evitando un passivo più pesante di quello finale.

    Il primo tempo si chiude sul risultato di 0 a 0, anche se già nella prima frazione i bianconeri avevano mostrato salute atletica, bel gioco, capacità di ripartire, freschezza e meccanismi di squadra collaudati, al contrario di una situazione di classifica ancora non del tutto rosea, anche se il picco della gara rosanero giunge proprio sul finire del primo tempo, con due grandi interventi di Ravaglia prima su Silvestre e poi su Fabrizio Miccoli.

    Ad inizio ripresa, però, il Cesena ritorna in campo con grande determinazione, sfiorando subito il gol del vantaggio, colpendo la traversa con cross di Ghezzal deviato da Munoz, con il portiere rosanero già battuto. Pochi minuti dopo, al 63′ la rete che decide la gara, firmata di testa da Adrian Mutu, che salta più alto di Acquah e batte il portiere Benussi, infilando la palla sotto la traversa, sfruttando al meglio in calcio  d’angolo battuto da Antonio Candreva.

    Un minuto dopo, al 64′, Munoz – al culmine della sua serata negativa – raccoglie il secondo cartellino giallo per fallo su Eder, e termina, così, anzitempo la sua gara, lasciando in inferiorità numerica il Palermo.

    Al 72′, però, il Palermo prova a scuotersi, con assist di Ilicic per Miccoli, che prova il sinistro da fuori area, parato dal portiere romagnolo. Al 77′ ci prova, invece, Lores per i rosanero, ma anche il suo tiro viene respinto da  Ravaglia.

    Resi inutili i tentativi dei padroni di casa di evitare la prima sconfitta fra le mura amiche, dopo quattro minuti di recupero la gara termina con la vittoria del Cesena, che conduce la gara in porto senza troppe difficoltà, sfruttando anche le difficoltà del Palermo che, oltre all’inferiorità numerica per l’ espulsione di Munoz, ha perso anche Pisano per infortunio, costretto a terminare la gara in attacco perchè il mister Mangia aveca già effettutato le tre sostituzioni.

    Una serata da dimenticare, dunque, per i siciliani, che oltre all’imbattibilità interna, è parso avessero perso lo smalto che aveva contraddistinto le gare casalinghe, fatte di bel gioco e determinazione. Il Palermo di questa sera, invece, è sembrata la squadra formato trasferta, opaca e spenta, timorosa e distratta.

    La squadra di mister Arrigoni, invece, ha ripreso il positivo cammino intrapreso prima della sconfitta dello scorso turno contro la Juventus, conquistando tre punti fondamentali in chiave classifica, ma non esaltandosi eccessivamente, ben consapevole del lungo cammino ancora da intraprendere: nonostante la serata vincente, infatti, il mister Arrigoni non ha voluto mancare alla sua consuetudine scaramantica tale per cui, da inizio stagione non commenta mai le vittorie della sua squadra.

  • Palermo Cesena, Mangia cerca la settima vittoria in casa

    Palermo Cesena, Mangia cerca la settima vittoria in casa

    Allo stadio Barbera alle ore 20:45 anticipo della quindicesima giornata di Serie A fra il Palermo e il Cesena, in una gara in cui i romagnoli sono attesi da un esame molto complesso, contro la formazione di Devis Mangia, fortissima fra le mura amiche, al punto che questa sera potrebbe ottenere il record di sette vittorie consecutive in casa, eguagliando il record già raggiunto due volte da Delio Rossi.

    Devis Mangia, tecnico rosanero | © Dino Panato/Getty Images

    Mangia però, nonostante la possibilità di raggiungere il prestigioso risultato, pensa più che altro alle questioni di campo, all’aspetto pragmatico e concreto, ossia alla possibilità di conquistare tre punti pesanti che sarebbero importanti per la classifica dei rosanero, ma anche consapevole della difficoltà del match connessi alla possibilità di sottovalutare la difficoltà della gara e le forze dell’avversario.

    Punti casalinghi fondamentali, poi, soprattutto in virtù dell’eccessiva discrepanza dei rendimenti dei rosanero fra le partite in casa e quelle in trasferta, considerando che, lontano dallo stadio Barbera, finora hanno raccolto soltanto due punti, con due pareggi, dei quali l’ultimo in ordine cronologico è stato ottenuto contro il Parma al Tardini, sotto una filtre coltre di nebbia, nello scorso turno di campionato.

    Il Cesena, invece, cerca il riscatto dopo la sconfitta subita nell’ultimo turno di campionato contro la capolista Juventus, cercando di dare continuità ai positivi risultati ottenuti prima dello stop di Torino, puntando ancora sulla sua punta di diamante, il rumeno Adrian Mutu, in coppia con Eder e con Candreva nelle vesti di trequartista, maggiormente libero di svariare e di esprimersi. Al Renzo Barbera arbitrerà Gianpaolo Calvarese di Teramo.

    PROBABILI FORMAZIONI PALERMO CESENA

    PALERMO (4-3-1-2): Benussi; Pisano, Silvestre, Munoz, Balzaretti; Acquah, Bacinovic, Barreto; Ilicic; Pinilla, Miccoli.
    Allenatore: Mangia.

    CESENA (4-3-1-2): Ravaglia; Ceccarelli, Von Bergen, Rodriguez, Rossi; Parolo, Guana, Djokovic; Candreva; Eder, Mutu.
    Allenatore: Arrigoni.

  • Lecce Lazio, esordio per Cosmi. Reja conferma Rocchi

    Lecce Lazio, esordio per Cosmi. Reja conferma Rocchi

    Corsi e ricorsi storici per Serse Cosmi, esordiente sulla panchina del Lecce quest’oggi nel primo anticipo della quindicesima giornata di serie A, alle 18 contro la Lazio di Edi Reja, che giunge al Via del Mare di Lecce, così come lo scorso anno quando esordì sulla panchina del Palermo proprio contro la formazione biancoceleste, aspetto ancora più curioso se si considera la sua fede giallorossa (romanista).

    Serse Cosmi, esordio sulla panchina del Lecce | © Tullio M. Puglia/Getty Images

    A giudicare dall’esito dell’esperienza in rosanero, il “battesimo” non nasce sotto i più rosei auspici ma, senza badare agli aspetti scaramantici, sarà un’occasione importante per testare il suo Lecce, per compiere una svolta dopo il termine dell’avventura non felice sotto la guida di Eusebio Di Francesco, conclusasi con tre sconfitte consecutive e con l’ultimo posto in classifica, non riuscendo mai a vincere di fronte al proprio pubblico.

    In campo la Lazio, che vuole rimanere agganciata alla vetta della classifica, per ora distante quattro punti, cercando di mantenere l’imbattibilità esterna stagionale e la continuità di risultati, perderà in campo il difensore Konko, infortunatosi durante la rifinitura, che sarà sostituito con tutta probabilità da Scaloni o Diakitè. L’ultima gara disputata al Via del Mare vide la Lazio imporsi per 4-2 con reti di Rocchi, Zarate (doppietta) e autogol di Vives per i biancocelesti, per i salentini gol di Coppola e Piatti.

    Il Lecce di mister Serse Cosmi, invece, cerca punti fondamentali in chiave salvezza, cercando di risollevarsi da una situazione di classifica assolutamente delicata oltre che preoccupante, e si schiererà in campo con un modulo 4-1-4-1. Arbitrerà il signor Carmine Russo di Nola.

    PROBABILI FORMAZIONI LECCE LAZIO

    LECCE (4-1-4-1): Benassi; Oddo, Tomovic, Esposito, Mesbah; Obodo; Cuadrado, Giacomazzi, Olivera, Di Michele; Muriel.
    Allenatore: Cosmi.

    LAZIO (4-3-1-2): Marchetti; Stankevicius, Diakitè, Biava, Radu; Gonzalez, Ledesma, Lulic;  Hernanes; Klose, Rocchi.
    Allenatore: Reja.

  • Joanna Krupa, la sexy ereditiera madrina Euro 2012

    Joanna Krupa, la sexy ereditiera madrina Euro 2012

    Joanna Krupa sarà la prossima madrina degli Europei 2012 in Polonia ed Ucraina, “giocando in casa”, essendo polacca, ereditiera, figlia di un proprietario di una catena alberghiera molto nota, Steven Krupa, e, per questo, soprannominata Paris Hilton della Polonia.

    Oltre al ruolo di ereditiera ed imprenditrice, però, la bionda Joanna Krupa ha intrapreso la carriera di modella, per Playboy, oltre che partecipare a molti programmi televisivi, soprattutto negli USA, dove ha anche vinto l’edizione a stelle e strisce di “Ballando con le stelle”, alias “Dancing with the stars”, nel  2000, ed ha partecipato allo show “Superstar”, e dove si è cimentata anche nel ruolo di attrice con alcune partecipazioni cinematografiche.

    Da quanto risulta, però, pare che la bionda Joanna Krupa non gradisca particolarmente il paragone con la Hilton, probabilmente anche a causa delle bravate che Paris ha collezionato negli ultimi anni, dalla guida in stato di ebbrezza a scandali di vario genere: Joanna preferisce, invece, fornire un’immagine diversa di se, oltre che senza veli sulle riviste patinate, divenendo testimonial di molteplici campagne animaliste, in particolare in favore dell’abolizione di alcune barbare pratiche contro gli animali che avvengono in Cina.

    Nonostante abbia già annunciato di tifare per la Polonia ai prossimi Europei, dove parte dei riflettori saranno puntati proprio su di lei in veste di madrina ufficiale della manifestazione, di “polacco” la bella Joanna ha – più che altro – i colori (capelli biondissimi ed occhi chiari), mentre la sua crescita è avvenuta prettamente negli Stati Uniti, nello stato dell’Illinois, dove si trasferì all’età di cinque anni con la famiglia.

    Negli Usa, dunque, è già molto popolare, mentrein Europa al momento è meno conosciuta ma la bella Joanna Krupa, 32 ani, alta 1, 70 cm, dal prossimo mese di Giugno, con la partecipazione ai campionati Europei in veste di madrina, acquisirà sicuramente una grande popolarità anche in Europa e nella sua terra d’origine, la Polonia, in particolare se la sua presenza dovesse divenire un portafortuna per la squadra del ct Smuda.

    La gallery di Joanna Krupa

  • Calciopoli, Franco Carraro “la Juve deve smetterla”

    Calciopoli, Franco Carraro “la Juve deve smetterla”

    Franco Carraro , “a volte ritornano”. L’ex presidente della Figc torna a parlare dalle pagine della Gazzetta dello Sport della situazione calcistica italiana, a proposito della questione Calciopoli, anche in vista del prossimo “tavolo della pace”, sottolineando proprio come nel mondo del calcio si sia un grande bisogno di pacificazione.

    Franco Carraro ex presidente della Figc | ©ANDREAS SOLARO/Getty Images
    Un messaggio “buonista”, quello di Franco Carraro, in accordo con l’atmosfera natalizia che si sta avvicinando, ripercorrendo le tematiche dello scandalo Calciopoli, che lo coinvolse nel 2006 con l’accusa di frode sportiva, provocandone le dimissioni.

    Nel 2009, però, l’ex presidente della Federcalcio venne prosciolto da tale accusa e, dunque, in un momento in cui si sta cercando in ogni modo di promuovere la distensione fra i club principali della nostra serie A, su tutte Juventus ed Inter, Franco Carraro decide di esprimere la sua posizione in merito, non rinunciando a qualche frecciatina in direzione del club bianconero.

    Nonostante l’intento distensivo paventato, dunque, le parole di Carraro appaiono nettamente “schierate” a favore del club di Massimo Moratti.

    Pur professandosi molto contento e soddisfatto per l’iniziativa del prossimo “tavolo della pace”, in programma il 14 Dicembre e promosso per iniziativa del presidente del Coni Gianni Petrucci, infatti, l’ex presidente Franco Carraro precisa di non esser d’accordo con le azioni intraprese dalla Juventus di Andrea Agnelli per sottolineare il reale numero di scudetti conquistati sul campo – ventinove – ed, inoltre, di non ritenere giusto che all’Inter possano essere “sottratti” per motivi disciplinari lo scudetto che le frettolose sentenze calcistiche dell’estate 2006 le avevano attribuito. “Pensare di togliere lo scudetto all’Inter non sta nè in cielo nè in terra,  la Juventus non può continuare a dire di avere ventinove scudetti e mettere quel numero pure nel proprio stadio”.

    Purtroppo in Italia si dimentica troppo facilmente e chi un minuto primo è messo alla berlina poco dopo può ergersi a giustiziere. L’intervento, solo in apparenza pacificatore, probabilmente, si poteva anche fare a meno di esprimerlo e magari Franco Carraro poteva riprender le sue intercettazioni per ricordarsi che pur assolto la sua gestione nulla aveva a che vedere con l’etica.

  • Ibarbo, fra Suazo e Asprilla, ma il suo esempio è Robinho

    Ibarbo, fra Suazo e Asprilla, ma il suo esempio è Robinho

    Un’azione spettacolare, degna dei più grandi del mondo del calcio, che ha stupito tutti coloro che lo hanno visto all’opera per la prima volta, nella gara fra Catania e Cagliari di domenica scorsa, Victor Ibarbo, l’ultima scommessa di Cellino.

    Victor Ibarbo | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Un’azione da manuale, al 64′, quando il colombiano Ibarbo porta a spasso un difensore esperto come Nicola Legrottaglie, fino alla linea di fondo, facendolo cadere con una finta,  vitando Spolli ed Andujar con una irridente quanto solo apparente facilità, di tocco e di passo, mettendo in rete il gol decisivo per la vittoria del suo Cagliari al Massimino. (di seguito il video Ibarbo)

    [jwplayer config=”15s” mediaid=”113253″]

    Victor Ibarbo, “il Prupu” come lo hanno ribattezzato in Sardegna (il Polipo, per le sue movenze, ndr) così, conquista gli onori della cronaca, all’età di 21 anni, con il primo gol in maglia rossoblu, dove è approdato nel Luglio 2011, dopo un’esperienza in Colombia nell’Atletico Nacionàl, con cui ha vinto il Torneo Apertura 2011, e dove è stato “scovato” dal figlio del presidente Cellino, che non ha esitato ad acquistarlo immediatamente.

    Un giocatore nato nel ruolo di attaccante, ma ben adattabile anche al ruolo di centrocampista, sfruttando le sue notevoli doti fisiche, fatte di velocità di corsa e grande capacità di inserirsi negli spazi.

    Ecco, così, che i paragoni già si sprecano, come sempre accade in occasione dell’esplosione di qualche giovane interessante: Asprilla e Suazo i paragoni più ricorrenti, il primo per la Nazionalità comune in parallelo alle sue grandi stagioni al Parma degli anni ’90, il secondo per la maglia comune, quella del Cagliari, con la quale l’hondureno ha raggiunto il picco massimo del suo rendimento italiano.

    Ibarbo, però, mantiene i piedi per terra, cercando di volare basso, e ritenendo eccessivi per lui questi paragoni così importanti, almeno per ora: “per adesso il mio unico pensiero è imparare a conoscere bene il calcio italiano”.

    Se David Suazo e Fausto Asprilla sono ancora lontani, il giovane colombiano ammette, però, di ispirarsi al brasiliano Robinho, per la sua allegria nello scendere in campo, che traspare dal suo modo di giocare: se continuerà sulla strada intrapresa domenica, l’allievo potrebbe superare il maestro.

    Leggi anche:
    Catania Cagliari 0-1 decide una magia di Ibarbo
    Serie A classifica

  • Fiorentina, pragmatismo tenacia la cura di Delio Rossi

    Fiorentina, pragmatismo tenacia la cura di Delio Rossi

    Domenica scorsa, contro la Roma di Luis Enrique, la Fiorentina di Delio Rossi ha mostrato di essere sulla strada giusta, quella della guarigione, dimostrando che la cura del tecnico romagnolo sta procedendo al meglio.

    Delio Rossi | © Marco Luzzani/Getty Images

    Una vittoria netta, per 3 a 0 che, però, non deve portare eccessivi entusiasmi, anche perchè giunta anche a causa di responsabilità evidenti dell’avversaria, frasteornata e nervosa, che ha concluso la gara in  otto, causa tre espulsioni indiscutibili.

    Per il tecnico romagnolo, dunque, è già tempo di guardare avanti, proiettandosi alla prossima gara di campionato, altro ostacolo importante da superare, contro l’Inter di Claudio Ranieri, a San Siro.

    L’obiettivo di Delio Rossi, presente con la squadra al Motorshow di Bologna presso lo stand Mazda, sponsor della Fiorentina, è quello di dare continuità ai risultati, oltre che di far divertire la tifoseria con il bel gioco. Il proverbiale pragmatismo di Rossi, infatti, gli fa rilevare che se la società ha ritenuto opportuno operare un cambio tecnico, con l’avvicendamento fra lui e Mihajilovic, c’era qualche problema da risolvere e, dunque, bisogna lavorare proprio in tale direzione.

    Un cambiamento che, comunque, è stato già visibile con la rigenerazione di uomini importanti, come Jovetic che, secondo il tecnico, “ha qualcosa in più degli altri”, cercando di recuperare ad alti livelli anche Vargas e Cerci, “che sono giocatori importanti”, anche se sarà necessario chiarire i rapporti e la reale considerazione che Delio Rossi attribuisce soprattutto a Cerci. Per quanto riguarda il capitolo Montolivo, invece, il tecnico pare avere le idee molto chiare in proposito, ritenendo che i giocatori si debbano distinguere in base alla bravura sul campo e non in base alla durata del loro contratto, oppure alla scadenza di esso: per tal motivo, nonostante i “conflitti” con la società, Montolivo avrà, finchè sarà a Firenze – sempre un posto in squadra, finchè “sarà idoneo per giocare”.

    Idee chiare, pragmatismo, tenacia: la cura Delio Rossi sembra funzionare.

    Leggi anche:
    Fiorentina-Roma 3-0, le pagelle
    Serie A risultati, marcatori e classifica 14 giornata