Autore: Simona Granieri

  • Il Genoa supera il Bologna, Malesani 100 vittorie in A

    Il Genoa supera il Bologna, Malesani 100 vittorie in A

    Genoa Bologna è una gara fra due squadre che sanno aggredire il campo, ripartire e creare occasioni, che puntano al risultato pieno per diverse ragioni, e lo dimostrano fin dai primi minuti di gara, dando vita ad un primo tempo molto interessante ed a tratti divertente, con occasioni soprattutto per i padroni di casa, che dimostrano di essere sulla giusta strada per rispondere alle richieste della piazza, che vorrebbe un Grifone sempre brillante nel gioco e meno discontinuo nei risultati.

    Due protagonisti di Genoa Bologna, Diamanti e Marco Rossi | © Getty Images

    Così, dopo un primo tempo frizzante e vibrante nel ritmo di gioco, aggressivo da ambo le parti – con un’ammonizione per il Bolognese Pulzetti per fallo su Moretti al 32′ – con ripartenze veloci che non concedono attimi di respiro, al 39′ giunge il gol che sblocca la gara firmato dal capitano del Genoa, Marco Rossi, al suo terzo gol in campionato, anche se in sospetta posizione di fuorigioco su passaggio di Pratto in area di rigore; l’azione viene iniziata da Ze Eduardo che suggerisce per Pratto, il quale si allarga e serve Rossi proprio davanti alla porta difesa da Gillet: l’arbitro Giannoccaro e la terna arbitrale, però, convalidano, assumendo una decisione molto contestata dai giocatori del Bologna ed, in particolare, da Diamanti che ha seguito da vicino l’azione “sospetta”.

    Il secondo tempo, però, si apre subito con il pareggio del Bologna dopo sei minuti dall’inizio della ripresa ad opera di Ramirez che finalizza una bella azione innescata da Diamanti servito da Di Vaio che di tacco lo libera per la rete dell’1-1.
    Al 59′ ancora Bologna pericolosissimo quanto sfortunato con il palo colpito da Marco Di Vaio, dopo aver superaro Kaladze e Granqvist. Un minuto dopo, al 60′ è Diamanti a rendersi insidioso, ma il suo tiro finisce fuori non di molto.

    All’81’, altra buona occasione per gli ospiti emiliani ma è bravo il portiere del Genoa Sebastian Frey a farsi trovare prontissimo, negando a Gimenez la gioia del gol. All’84’, però, è il Genoa a passare nuovamente in vantaggio, con il gol realizzato dall’argentino Lucas Pratto, alla sua prima rete in serie A, che conclude di prima su assist di Caracciolo a battere Gillet.
    Il Bologna allo scadere avrebbe una buona occasione per agguantare il secondo pareggio con Konè, prima, e poi con una buona occasione in ripartenza avviata da Gimenez, il quale viene però fermato da Marco Rossi con un fallo “tattico” che gli costa l’ammonizione.

    Nel primo minuto dei quattro concessi per il recupero, Konè è impreciso e non riesce a sfruttare una buona occasione su calcio di punizione da posizione potenzialmente interessante: la gara termina, così, con la sconfitta di un Bologna comunque generoso e la vittoria del Grifone in casa, per la soddisfazione del tecnico Malesani, ex della gara, che festeggia la 100esima vittoria in Serie A e risponde in questo modo alle critiche ingenerose che gli vengono rivolte.

    Il Genoa sale a quota 21 punti in classifica, al pari del Napoli (impegnato questa sera nel posticipo contro la Roma, ndr) conquistando con merito la sua sesta vittoria in campionato, mostrando determinazione e buona condizione atletica, oltre che un pizzico di fortuna sulla dubbia posizione in occasione del gol del vantaggio del suo capitano Marco Rossi nel primo tempo: ma le partite si vincono anche così.

  • Genoa-Bologna probabili formazioni. Malesani sfida il suo passato

    Genoa-Bologna probabili formazioni. Malesani sfida il suo passato

    Dopo il recupero infrasettimanale contro l’Inter, non fortunato, il Genoa di Alberto Malesani cerca una vittoria interna domenica pomeriggio alle 15 al Marassi contro il Bologna di Pioli, ex squadra del tecnico dei grifoni. Il Bologna, però, è in un ottimo momento, soprattutto dopo aver strappato, nello scorso turno di campionato, un ottimo pareggio contro il Milan, con reti di Marco Di Vaio e Diamanti e la parziale complicità del portiere rossonero Amelia.

     

    Alberto Malesani, impegnato contro il Bologna con il suo Genoa | © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Per il Genoa, invece, la tifoseria rimprovera Malesani di non aver plasmato a dovere la sua squadra, non avendole fornito ancora una precisa identità tattica, una problematica che, spesso, sfocia in un rendimento eccessivamente altalenante dei grifoni, che non riescono ad avere continuità di risultati.

    Inoltre, Malesani dovrà anche fare i conti con alcune assenze importanti, una su tutte quella del bomber Palacio, oltre che Bovo, Antonelli, Birsa e Kucka. Pertanto, mister Malesani dovrebbe presentare un Genoa in formato 4-4-2, con Frey in porta, Mesto, Granqvist, Kaladze, Moretti in difesa; Rossi, Veloso, Constant, Merkel a centrocampo; Zè Eduardo e Pratto in attacco.

    Il Bologna di Pioli, invece, non ha particolari problemi di formazione, con il solo Diego Perez che sarà assente per squalifica. Inoltre, i felsinei potranno contare su un ritrovato Marco Di Vaio, a segno domenica scorsa con un preciso pallonetto a scavalcare Amelia, e galvanizzato in vista del proseguio del campionato, cercando di dare il suo contributo per consentire al Bologna di ritornare alla vittoria in trasferta, che manca dal 26 Ottobre, in occasione della vittoria contro il Chievo a Verona.

    Pioli schiererà, così, un Bologna con modulo 4-3-2-1, con Gillet in porta; Crespo, Raggi, Portanova, Morleo in difesa; Casarini, Mudingayi, Kone; Ramirez, Diamanti a centrocampo, e Marco Di Vaio unica punta di ruolo, libero di svariare su tutto il fronte offensivo, supportato proprio da due trequartisti, Ramirez e Diamanti, con il quale Di Vaio sta trovando un’ottima intesa.

    Allo stadio Marassi di Genova, domani arbitrerà Giannoccaro di Lecce.

  • World Soccer, Napoli nella top ten

    World Soccer, Napoli nella top ten

    World Soccer, la rivista inglese specializzata in calcio internazionale, ha stilato – come di consueto a fine anno – le sue speciali classifiche inerenti i migliori club del mondo, in base ai risultati ottenuti durante l’anno solare, ma anche circa i mgliori tecnici, i migliori calciatori, ed i giovani più interessanti.

    Walter Mazzarri, il suo Napoli nella top ten di World Soccer | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Per quanto concerne la classifica delle migliori formazioni, ottime notizie per il Napoli di Walter Mazzarri che compare a fianco delle grandi squadre di caratura mondiale e, notizia ancor più prestigiosa per gli Azzurri partenopei, è l’unica italiana nella speciale graduatoria, occupando il sesto posto in classifica dietro il Super Barcellona, primo, la Nazionale Uruguayana, vincitrice della Coppa America, Porto, Santos e Borussia Dortmund. Il Napoli, così, precede nella top ten il Manchester City di Mancini, il Manchester United, la Nazionale Estone, e la formazione francese del Lille.

    Un risultato eccezionale, dunque, per i partenopei che dà lustro all’opera di Mazzarri e del vulcanico Presidente De Laurentiis che, dalle “macerie” della serie C ha saputo, in soli cinque anni, costruire una squadra competitiva, esuberante, determinata ed in grado, finalmente, di non porsi limiti, andandosi a giocare gli ottavi di Champions League contro il Chelsea, senza rinunciare ai sogni di gloria ed all’entusiasmo, ed alla voglia di dimostrare la propria forza.

    Nella speciale classifica dedicata ai tecnici dell’anno, altro importante riconoscimento per l’Italia, ed in particolare per Massimiliano Allegri, campione d’Italia con il Milan, presente al decimo posto dell’apposita classifica, vinta – in tal caso l’esito appariva abbastanza scontato – dal blaugrana Pep Guardiola, seguito dal ct della Nazionale Celeste Oscar Tabarez e da Sir Alex Ferguson.

    Fra i migliori giovani dell’anno 2011, invece, stravince Neymar del Santos, mentre Mario Balotelli compare al nono posto della speciale classifica: fra i giocatori già affermati, invece, ennesimo trionfo per Lionel Messi, eletto giocatore dell’anno, staccando nettamente la concorrenza di Cristiano Ronaldo, Xavi, Luis Suarez, Iniesta, Forlan, Neymar, Falcao, Ibrahimovic e Van Persie.

  • Balotelli e Richards, pace sul ring

    Balotelli e Richards, pace sul ring

    Super Mario Balotelli deve sempre far parlare di se, in Italia come in Gran Bretagna, sempre all’insegna delle sue “sbandate” fuori dal campo e di curiose iniziative, che rendano maggiormente colorite e meno prevedibili le sue giornate. Dopo la lite in allenamento, che ha coinvolto il compagno di  squadra Richards, e che stava per sfociare in una rissa se non ci fosse stato il provvidenziale intervento di Yaya Tourè e di altri compagni di squadra, ecco la “pace”, che giunge in una modalità quantomeno originale.

    Mario Balotelli | © GLYN KIRK/AFP/Getty Images

    Una pace probabilmente “forzata”, dato il rimprovero – uno dei pochi – di mister Roberto Mancini all’ indirizzo del suo pupillo, chiedendogli, con tono polemico, “perchè sempre tu?”, facendo il verso all’ormai celebre scritta sulla maglietta di Super Mario: “Why always me?”

    Una pace a prova di flash, immortalata in una fotografia, in cui i due sono ritratti mentre vestono i guantoni da boxe e si preparano al “combattimento”, in posa, ma con il sorriso naturalmente: pace fatta, dunque, anche perchè i motivi del litigio di giovedi scorso in allenamento erano davvero futili, connessi ad un passaggio non effettuato, ed a qualche parola di troppo durante la partitella rivolta da Richards all’indirizzo di Mario: “Non cresci mai”.

    Per gettare acqua sul fuoco, dopo l’irritazione iniziale per l’accaduto, è intervenuto mister Roberto Mancini, che ha precisato come l’episodio possa essere considerato “ordinaria amministrazione” sui campi di calcio, anche perchè lui stesso da giocatore alla Sampdoria è stato protagonista di simili episodi, in particolare con Trevor Francis e Liam Brady. Nonostante questo, però, mister Mancini sostiene che Mario Balotelli “dovrebbe stare più attento, in generale”, evitando di trovarsi  sempre in simili situazioni, riferendosi anche al recente episodio dell’incendio divampato nella casa di Mario Balotelli, che lo sta “costringendo” a soggiornare in un lussuosissimo hotel di Manchester. A tal proposito, significativo l’invito rivolto – in toni comunque scherzosi – da mister Mancini a Super Mario: “In vista del Natale e di Capodanno, sarebbe preferibile che stesse a casa, perchè si sa che in quel periodo i fuochi d’artificio sono particolarmente pericolosi”.

  • Van Nistelrooy vince la classifica dei bomber del decennio

    Van Nistelrooy vince la classifica dei bomber del decennio

    Chi è il miglior bomber del decennio 2001-2011? Non Ibra, non il pluripallone d’oro Lionel Messi, ma bensì l’olandese Ruud Van Nistelrooy, attualmente attaccante del Malaga, ma ex di Manchester United, Real Madrid ed Amburgo, con ha all’attivo 86 reti in ambito internazionale, davanti al francese Thierry Henry, autore di 85 gol, ed all’ivoriano Didier Drogba, a quota 83 reti.

    Ruud Van Nistelrooy | © Denis Doyle/Getty Images
    Buon posizionamento nella speciale graduatoria stilata dall’Iffhs, anche per il laziale di nazionalità tedesca, Miroslav Klose, a quota 81 reti, a pari merito con l’ex interista, ora approdato in Russia, Samuel Eto’o. Buoni posizionamenti, poi, anche per gli Spagnoli Raul e Villa, rispettivamente all’ottavo ed al nono posto della classifica con 71 e 68 reti, e per l’ucraino ed ex milanista Shevchenko, anch’egli a quoto 68 gol.

    Tra gli italiani, l’unico a posizionarsi fra i primi 35, è Filippo Inzaghi, con 57 gol realizzati (al pari di Ballak, Luis Fabiano e Gerrard) che gli valgono il diciannovesimo posto nella speciale graduatoria stilata sulla base delle reti realizzate nelle fasi finali dei tornei internazionali con le Nazionali maggiori e nelle fasi finali dei tornei continentali, dall’Iffhs, l’istituto mondiale di storia e statistica del calcio, davanti al gigante della Repubblica Ceca Koeller, ventesimo in graduatoria con 56 reti.

    Zlatan Ibrahimovic, invece, appare nelle retrovie, con all’attivo soltanto 51 reti internazionali: una “mancanza” ormai nota nel curriculum dello svedese che, dai tempi della Juventus, dell’Inter, del Barcellona ed, ora, del Milan ha sempre mostrato una minore verve realizzativa ed una minore incisività nelle partite decisive, come quelle di Coppa, rispetto alle gare di campionato.

    Non presente nelle prime posizioni della speciale lista, neppure Lionel Messi: in tal caso, è necessario considerare la sua giovane età rispetto ai colleghi che si sono classificati nelle prime posizioni: il blaugrana, infatti, è un classe 1987 mentre l’olandese Van Nistelrooy – primo classificato – è un classe 1976 e, pertanto, fra le date di nascita dei due intercorrono ben undici anni di differenza.

    Nella classifica del prossimo decennio, dunque, potrebbe esserci spazio per Lionel Messi, a patto che il suo rendimento con la maglia dell’Argentina possa essere all’altezza di quello mostrato con la maglia di club.

    LA CLASSIFICA IFFHS – Questa la top-20 dei bomber internazionali:
    1) Van Nistelroy (Olanda) 86 gol
    2) Henry (Francia) 85 gol
    3) Drogba (Costa d’Avorio) 83
    4) Klose (Germania) 81 gol
    5) Eto’o (Camerun) 79
    6) Amado (Angola) 73
    7) Berbatov (Bulgaria) 71
    8) Raul (Spagna) 71
    9) Villa (Spagna) 68
    10) Shevhcenko (Ucraina) 68
    11) Frei (Svizzera) 63
    12) Larsson (Svezia) 61
    13) Tomasson (Danimarca) 59
    14) Borgetti (Messico) 58
    15) Adriano (Brasile) 58
    16) Ballack (Germania) 57
    17) Luis Fabiano (Brasile) 57
    18) Gerrard (Inghilterra) 57
    19) F. Inzaghi (Italia) 57
    20) Koeller (Rep. Ceca) 56.

  • Conosciamo Eduardo Vargas, un pò Sanchez e un pò Lavezzi

    Conosciamo Eduardo Vargas, un pò Sanchez e un pò Lavezzi

    Derby Italo-Russo per il giovane cileno Eduardo Vargas, esterno offensivo della Universidad del Chile, conteso soprattutto da Napoli e Zenith Sanpietroburgo.

    Eduardo Vargas | ©JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images
    La squadra Azzurra pare si sia mossa con dovuto anticipo, inviando un emissario di fiducia per incontrarsi con il procuratore del calciatore, Cristian Ogalde, presentando – a margine di un pranzo d’affari in un noto ristorante della capitale cilena – una prima offerta da 13 milioni di euro, con l’intervento telefonico, sempre durante il pranzo, del presidente De Laurentiis che, pare, sia interessato al buon esito dell’operazione. Oltre al Napoli, poi, fra le italiane l’Inter potrebbe rivestire il ruolo di concorrente principale dei partenopei per l’affare Eduardo Vargas, ed il club nerazzurro starebbe vagliando la possibilità di offrire al calciatore un ingaggio simile a quello proposto ad Alvarez, con schema retributivo misto, con una quota “fissa” ed una quota legata al rendimento.

    Il Napoli e l’Inter, però, dovranno ben guardarsi dalla concorrenza dello Zenit, che pare molto interessato al talentuoso esterno cileno, soprannominato “Edu”, anche perchè il prezzo del cartellino del giocatore è, ormai, cresciuto di molto, e la squadra russa potrebbe decidere di sborsare la somma necessaria per regalare a mister Luciano Spalletti un rinforzo importante in vista ottavi di Champions League.

    In prospettiva calciomercato invernale e, soprattutto, nell’eventualità che il giovane cileno possa approdare in Italia, ecco una sintesi delle sue principali caratteristiche: Eduardo Vargas è un classe 1989, già Nazionale Cileno (ha esordito in Nazionale Maggiore nel 2009), è dotato di buone capacità tecniche, velocità di corsa, imprevedibilità e buon tiro.

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”115100″]

    Nella sua attuale squadra di club gioca da ala destra, ma può ricoprire anche il ruolo di seconda punta essendo dotato di un’ottima capacità realizzativa che ha messo in mostra soprattutto nell’ultima stagione disputata con l’Universidad de Chile, realizzando ben 28 reti complessive. In molti lo paragonano già al blaugrana ed ex Udinese Alexis Sanchez, suo connazionale, altri invece vedono caratteristiche simili a quelle di Lavezzi, dati gli interessamenti di Napoli ed Inter, occorrerebbe vederlo all’opera nel nostro campionato per comprenderne le reali potenzialità.

  • Michele Padovano condannato il pusher della Juve

    Michele Padovano condannato il pusher della Juve

    Brutte notizie per l’ex attaccante della Juventus anni novanta Michele Padovano, autore di 56 gol in serie A e vincitore, nella Juventus targata Marcello Lippi, di scudetti, Champions League, Coppa Intercontinentale e Supercoppa Europea. L’ex attaccante, infatti, è stato condannato ad otto anni ed otto mesi di reclusione dal Tribunale di Torino per associazione a delinquere finalizzata a traffico di stupefacenti, in contrasto con quanto richiesto inizialmente dal pm Antonio Rinaudi, che aveva chiesto ben 24 anni e sei mesi di reclusione.

    Michele Padovano condannato per droga | ©Allsport UK/Allsport
    Michele Padovano, ora 45 enne, era stato arrestato nel Maggio 2006 in un’operazione antidroga internazionale, condotta fra Italia e Spagna, dove vennero sequestrati ben 23 quintali di hashish, corrispondenti a 14 milioni di euro, che venivano trasportati fra l’Italia e la Spagna in camion destinati al trasporto di frutta ed agrumi.

    A seguito dell’arresto, insieme al suo complice Luca Mosole – ritenuto il capo dell’organizzazione – a Michele Padovano vennero, nel 2007, concessi i domicilari: un bel “privilegio” per colui che – si stima – mediante tali “operazioni” avrebbe guadagnato complessivamente circa il quintuplo del denaro originariamente investito nell’acquisto delle sostanze stupefacenti.

    La questione Michele Padovano, poi, sembra aggravata anche – in termini di risonanza mediatica soprattutto – dalle accuse  a suo carico mosse dal padre di Mark Iuliano, ex difensore bianconero e, ai tempi, compagno di squadra di Padovano nella Juventus.

    Alfredo Iuliano, dalla sua pagina Facebook, infatti, accusa l’ex giocatore di essere stato pusher dello spogliatoio e di aver rifornito, fra gli altri, anche suo figlio Mark, oltre a Gianluca Vialli e Bachini. In particolare, Mark Iuliano – stando alle dichiarazioni di suo padre Alfredo – aveva una stima ed un affetto infiniti per il suo compagno di squadra Padovano, fin dai tempi della militanza di Padovano nel Cosenza (la città di cui la famiglia Iuliano è  originaria, ndr).

    Alfredo Iuliano, poi, rincara la dose, definendo Michele Padovano come un “cancro da espiare” poichè ha rovinato decine e decine di calciatori, attribuendo le colpe principalmente al suo passato difficile, connesso all’essere cresciuto in orfanotrofio e ad aver frequentato fin da piccolo “ambienti difficili”, portando, poi, anche nel mondo calcio le sue cattive abitudini.

  • Lazio Sporting Lisbona, Reja ci prova senza Klose e con Cavanda

    Lazio Sporting Lisbona, Reja ci prova senza Klose e con Cavanda

    Impegno europeo questa sera alle ore 19.00 allo stadio Olimpico, Lazio Sporting Lisbona vale per l’undici di Edy Reja le residue speranze di qualificazione ai sedicesimi, nell’ultima gara della fase a gironi dell’Europa League, in cui i biancocelesti si giocano la possibilità di approdare ai sedicesimi di finale.

    Edi Reja, tecnico della Lazio | © Getty Images

    In prospettiva qualificazione, la formazione di Edi Reja, dovrà centrare la vittoria contro i portoghesi per poi sperare nella non vittoria del Vaslui contro lo Zurigo. In alternativa, la Lazio potrebbe accontentarsi anche di un pareggio contro lo Sporting Lisbona, ma a condizione che i rumeni del Vaslui perdano contro lo Zurigo, peraltro già eliminato dalla competizione: una circostanza alquanto improbabile.

    La Lazio, nel suo cammino europeo ha, finora, totalizzato tre pareggi, un successo ed una sconfitta, (proprio all’andata contro lo Sporting Lisbona in trasferta) per un totale di sei punti in classifica generale: non sufficienti per poter contare solo sulle proprie forze ed essendo costretti a badare al risultato altrui, anche se Reja puntualizza che per prima cosa bisognerà dare il massimo contro i portoghesi, in una gara che si prospetta particolarmente insidiosa.

    Infatti, i portoghesi, dal canto loro, sembrano attraversare ora un’ottimo stato di forma e mostrano una particolare propensione per le gare in trasferta: nel campionato lusitano, infatti, sono reduci da ben sei vittorie consecutive fuori casa.

    In casa biancoceleste la vigilia della gara Europea è stata caratterizzata da qualche infortunio di troppo, e la formazione che il tecnico goriziano schiererà in campo sarà, con tutta probabilità, la seguente con modulo 4-2-3-1: in porta Bizzarri al posto dell’infortunato Marchetti (ritorna dopo aver giocato la prima di campionato per sostituire Federico Marchetti), poi Cavanda, Diakité, Biava, Radu; Cana, Ledesma; Cissé, Hernanes, Sculli; Rocchi. A disposizione: Carrizo, Crescenzi, Radu, Gonzalez, Zampa, Klose, Kozak. Allenatore: Reja.

    Lo Sporting Lisbona, invece, dovrebbe schierarsi con un modulo 4-4-2, con in campo:  Marcelo, Pereirinha, Daniel Carrico, Onyewu, Evaldo; Martins, Santos, Schaars,  Carrello; Insua, Bojinov. A disposizione: Tiago, Carlos, Mario, Betinho, Esgaio, Rui Patricio, Rubio. Allenatore: Paciencia.

  • Cristiano Ronaldo flop: il peggiore del Clasico

    Cristiano Ronaldo flop: il peggiore del Clasico

    Alla vigilia del Super Clasico spagnolo, fra Real Madrid e Barcellona al Santiago Bernabeu, il Real pensava fosse giunta finalmente “la volta buona” per interrompere il predominio blaugrana, nella Liga e nel calcio mondiale, anche in virtù della posizione di classifica dei blancos alla vigilia del super match.

    Cristiano Ronaldo flop nel Clasico | © Jasper Juinen/Getty Images
    Invece, i sogni di rivalsa di Josè Mourinho nei confronti di Pep Guardiola, e delle merengues nei confronti dei catalani, si sono sonoramente infranti sul secco 3 a 1 in rimonta (per la prima volta nella storia il Barca ha vinto un Clasico ribaltando il risultato, ndr) ed in trasferta, messo a segno dal Barcellona, con reti di Alexis Sanchez, gol di Xavi con la complice deviazione di Marcelo e colpo di testa di Fabregas a rendere totalmente vana l’illusione del vantaggio Real Madrid, firmato dopo soli venti secondi di gioco da parte di Benzema.

    Sconfitta a parte, ennesima lezione di calcio, e conseguenti goliardici festeggiamenti blaugrana sulle Ramblas, nel plumbeo clima attorno alla truppa delusa di Josè Mourinho, c’è un giocatore, in particolar modo, che ha colpito in negativo per quanto mostrato in campo, con un rendimento deludente e più che mai lontano dalle sue potenzialità: Cristiano Ronaldo.

    Distratto e quasi assente dalla gara Cristiano Ronalto è impreciso al 25′ del primo tempo – sul risultato ancora di 1 a 0 – quando ha fallito l’occasione del raddoppio; al 65′ del secondo tempo, poi, altro clamoroso errore su colpo di testa, che avrebbe potuto consentire al Real di agguntare il pareggio (la gara era ancora sull’ 1 a 2), per non parlare delle punizioni dal limie dell’area – una delle sue specialità – tirate sempre contro la barriera blaugrana.

    Il popolo merengues lo ha anche fischiato, e – questa volta – sarà difficile per lui interpretare la contestazione ricevuta come un “segnale d’invidia”, come aveva dichiarato qualche mese fa, attribuendo i fischi delle tifoserie avversarie all’invidia nei confronti “della sua ricchezza e della sua bellezza”. Questa volta, invece, il malumore è giunto dai suoi stessi tifosi, che sul quotidiano spagnolo di fede madridista – Marca – lo hanno votato come peggiore in campo del Clasico.

    Real Madrid Barcellona 1-3, le pagelle del Clasico

  • Federico Viviani, Luis Enrique si affida alla Cantera

    Federico Viviani, Luis Enrique si affida alla Cantera

    Il battesimo di Federico Viviani in serie A, classe 1992, potrebbe essere proprio sotto i riflettori dello Stadio Olimpico, illuminato per la super sfida del lunedì fra la Roma di Luis Enrique e la Juventus di Antonio Conte, trovandosi ad affrontare direttamente – al debutto – un mostro sacro del centrocampo bianconero, come il campione del Mondo Andrea Pirlo, vincitore di scudetti, Champions League e di ogni altro trofeo esistente.

    Federico Viviani debutto Roma Juve | ©Paolo Bruno/Getty Images
    Un debutto da far tremare le gambe al giovane Federico Viviani, diciannovenne molto promettente del nostro calcio, ma che potrebbe rendersi necessario a causa delle squalifiche e delle indisponibilità con cui Luis Enrique deve fare i conti, costretto a schierare Daniele De Rossi nel ruolo di centrale difensivo, nell’inedita coppia con Heinze.

    Luis Enrique lo ha osservato con molta attenzione, visionandolo in allenamento con la Primavera giallorossa, e poi ha deciso di portarlo in ritiro con la prima squadra già in estate, a Brunico, consentendogli di prendere parte alle Amichevoli disputate “dai grandi”, in cui ha segnato anche un gol contro il Vasas. Luis Enrique, abituato a lavorare con i giovani e cresciuto con la culuta della valorizzazione della “cantera”, in stile blaugrana, ha sempre speso parole di elogio per il giovane Federico, anche pubblicamente, per infondergli più carica e coraggio per affrontare un debutto così importante quanto difficile.

    Nel giorno del suo probabile esordio in serie A, dunque, è utile tracciare un profilo del giovane Federico Viviani centrocampista giallorosso, che in molti già paragonano a Daniele De Rossi per le caratteristiche di gioco, oltre che per il suo iter fra le giovanili della ed il “sangue calcistico” che scorre nelle sue vene.

    Federico Viviani, Viterbese di Grotte di Castro, infatti, è figlio di un calciatore professionista, Mauro, che ha giocato negli anni 80 nella Lazio in serie B: Federico, invece, è stato ingaggiato dalle giovanili della Roma all’età di 13 anni, fino ad approdare agli Allievi Nazionali di Stramaccioni e, poi, alla Primavera di Alberto De Rossi, papà di Daniele.

    Lo scorso anno, Vincenzo Montella lo ha convocato tre volte in Prima squadra, anche alla luce del suo fondamentale apporto alla formazione Primavera, che lo scorso anno ha vinto lo scudetto di categoria, giocando nel ruolo che gli è più congeniale, regista basso, come Daniele De Rossi, appunto. Bravo ad inserirsi negli spazi, ed anche a fare gol, soprattutto di destro, abile anche nella fase di copertura, aggressivo e deciso in fase di recupero, sfruttando anche il fisico possente, 75 chilogrammi per 180 centimentri di altezza.

    Per ora, è già approdato nella Nazionale Under 19 di Zoratto, realizzando anche un gol,  ma non è escluso che presto potrà essere convocato anche nell’Under 21 di Ciro Ferrara.

    Questa sera, dunque, potrebbe essere il suo turno, indossando la maglia numero 92, il suo anno di nascita, che ricorderà a tutti la sua giovane età.

    Un’occasione molto importante per lui e per la sua crescita, anche in chiave rinnovo ed adeguamento contrattuale: oggi, il suo ingaggio è in linea con quello dei Primavera, ed il suo contratto scade nel 2014, ma, se riuscirà a compiere il fatidico salto di qualità, potrebbe sedersi presto al tavolo delle trattative per ottenere un rinnovo adeguato, anche in prospettiva.

    Leggi anche
    Verso Roma Juventus, De Rossi vs Marchisio sfida nella sfida
    Roma Juventus, il più grande spettacolo come il week end