Autore: Simona Granieri

  • Catania – Fiorentina, viola orfani di Jovetic

    Catania – Fiorentina, viola orfani di Jovetic

    Alle ore 15 al Massimino si affronteranno  Catania Fiorentina  che vivranno questa sfida con motivazioni diverse, anche alla luce della diversa stagione che hanno fin qui “costruito”, ma con un obiettivo comune, quello di far bene per avvicinarsi con maggiore tranquillità al finale di stagione.

    La Fiorentina è reduce da un campionato travagliato e, in tutta la stagione, ha attraversato fasi molto altalenanti, con un rendimento sicuramente inferiore alle attese della vigilia; il Catania di Montella, invece, ha ben impressionato, costruendo buoni risultati e mostrando spesso anche bel gioco, al punto da essere paragonato ad un piccolo Barcellona, non soltanto per il colore delle maglie di gioco.

    Il calendario, però, riserva ai rossoazzurri un ciclo di ferro da qui alle prossime quattro gare, poichè dovranno affrontare, oltre ai Viola, anche Lazio, Milan e Napoli. Il presente, però, vede gli uomini dell’ ex aeroplanino proiettati in un trend positivo, con ben quattro risultati utili consecutivi, ed i preziosi pareggi esterni contro Cesena ed Inter, nei quali gli etnei avrebbero, probabilmente, meritato anche di più.

    L’obiettivo è quello di non accontentarsi, continuando sulla strada positiva intrapresa, puntando a raggiungere la salvezza in tranquillità e, soprattutto, in scioltezza, evitando di sprecare il positivo lavoro finora svolto, così come lo stesso Montella ha sottolineato ritenendo che la salvezza “non è ancora stata conquistata”.

    I Viola di mister Delio Rossi stanno cercando di assorbire del prezioso ossigeno per provare  a tirarsi fuori da un baratro nel quale rischiavano di cadere, in una stagione caratterizzata dalla necessità di rifondare la squadra, puntando sui talenti a disposizione e sulla ricerca di qualche giovane interessante ma che, di fatto, si è rivelata deludente.

    I quattro punti conquistati nelle gare contro il Parma ed il Cesena sono stati “aria fresca” per la classifica e per il morale e, pertanto, i viola vogliono proseguire il loro cammino verso un finale di stagione sereno, invertendo la rotta nelle gare in trasferta in cui, a parte qualche eccezione, hanno sempre sofferto più del dovuto.

    Vincenzo Montella | © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    Per quanto riguarda le scelte di formazione, Montella dovrà fare a meno della presenza dello squalificato Almiron, pedina fondamentale del suo centrocampo, sostituito dal cileno Seymour, proponendo comunque il suo modulo prediletto, ossia il 4-3-3 che vedrà in porta Carrizo, in difesa Motta, Legrottaglie, Spolli e Marchese; a centrocampo Seymour, Lodi, Izco ed in avanti Barrientos, Gomez e Bergessio.

    Gli ospiti, invece, presenteranno una formazione senza uno degli uomini più talentuosi, ossia Jo-Jo Jovetic, acciaccato, così come Koldrup, mentre mancheranno a causa della squalifica rimediata da parte del giudice sportivo Nastasic e Behrami, mentre rientrerà dalla squalifica l’uruguagio Olivera. Un’assenza pesante quella di Nastasic soprattutto considerando che era andato a segno nelle ultime partite.

    La formazione di Delio Rossi preverà un modulo 4-3-2-1 con in porta Boruc, in difesa Cassani, Gamberini, Natali e Pasqual; a centrocampo Montolivo, Karja e Olivera, e poi Cerci e Vargas a suggerire per l’unica punta Amauri.

    Il direttore di gara al Massimino sarà il signor Doveri della sezione arbitrale di Roma, coadiuvato dai guardalinee Carrer e Meli, e dal quarto uomo Velotto.

    PROBABILI FORMAZIONI CATANIA – FIORENTINA

    CATANIA (4-3-3): Carrizo; Motta, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Seymour, Lodi, Izco; Barrientos, Gomez, Bergessio.
    Panchina: Kosicky, Bellusci, Capuano, Ricchiuti, Llama, Catellani, Ebagua.
    Allenatore: Montella.

    FIORENTINA (4-3-2-1): Boruc; Cassani, Gamberini, Natali, Pasqual; Montolivo, Karja, Olivera; Cerci, Vargas; Amauri.
    Panchina: Neto, Felipe, Camporese, De Silvestri, Salifu, Lazzari, Acosty.
    Allenatore: Rossi.

  • Il Napoli coccola Lavezzi, Hamsik prolunga fino al 2016

    Il Napoli coccola Lavezzi, Hamsik prolunga fino al 2016

    Il momento del Napoli appare davevro eccellente, sia in campionato che in prospettiva Champions League, soprattutto dopo la bella vittoria ottenuta nell’anticipo di ieri contro il Cagliari, strapazzato con un perentorio 6 a 3 che ha messo in luce le caratteristiche essenziali del gioco della squadra di Mazarri, spettacolo, gol, cuore ed emozioni. Il Napoli, dunque, ora si prepara ad affrontare la vera e propria prova di maturità, facendo visita al Chelsea allo Stamford Bridge: i presupposti rassicuranti ci son tutti, dopo la grande prova disputata negli ottavi di andata al San Paolo, ma quando si tratta della coppa dalle grandi orecchie, la prudenza e la scaramanzia non è mai troppa, ancor di più se si fa riferimento al Napoli ed ai napoletani. Ecco, dunque, che si preferisce ragionare step by step, cercando di avvicinarsi alla trasferta in terra inglese nel migliore dei modi, soprattutto sotto il profilo psicologico.

    Serenità e tranquillità è la parola d’ordine, cercando di allontanare tutte le ombre e le tensioni potenzialmente incombenti. In tal senso, è da sottolineare una notizia molto importante e molto gradita all’ intero ambiente partenopeo, ossia il rinnovo contrattuale da parte di Marechiaro Hamsik, uno dei perni essenziali dello spogliatoio, ed imprescindibile per il gioco di Mazzarri. Come ha annunciato il presidente De Laurentiis, infatti, Hamsik ha firmato un prolungamento del suo contratto fino al 2016, sposando in pieno la causa Napoli, allontanando in un colpo solo le fastidiose ed insistenti voci su un possibile interessamento da parte del Psg nei confronti del centrocampista slovacco: Parigi sarà pure una bellissima città, ma “i napoletani sono più simpatici”. Una battuta, dunque, per liquidare in fretta qualsiasi voce che potesse turbare Marechiaro, ed enfatizzando, invece, la bella notizia del suo rinnovo per altre quattro stagioni.

    Tutto rose e fiori, dunque, se non fosse per una questione che potrebbe in qualche modo turbare un presente tanto brillante, ossia il pericolo che i grandi club possano allungare i loro tentacoli su questa creatura costruita con grande abilità gestionale, creatività ed oculatezza, cresciuta in modo graduale, assemblata ed oliata con grande cura in ognuno dei suoi meccanismi. In particolare, il pericolo principale riguarda il possibile interessamento dei club milionari sul pezzo più pregiato dell’ orchestra di Mazzarri, ossia Lavezzi, El Pocho, che sta vivendo un momento di forma eccezionale, anche in chiave realizzativa, colmando uno dei pochi aspetti nei quali aveva da migliorare: uno stato di grazia, coinciso soprattutto con la nascita del suo bambino, Thomas, che pare avergli regalato una carica in più, anche sotto il profilo psicologico.

    Lavezzi e Hamsik | © CARLO HERMANN/AFP/Getty Images

    In tal senso, nonostante il presidente De Laurentiis lo coccoli in ogni circostanza, “mi piace perchè è uno scapigliato, come lo ero io alla sua età”, esiste la possibilità che quella clausola rescissoria da 31 milioni di euro presente nel suo contratto, diventi un’arma a doppio taglio, se adoperata dagli altri club, soprattutto esteri, che avrebbero la possibilità di offrire quella cifra per assicurarsi le prestazioni del Pocho.

    Un argomento tabù, soprattutto in questa “vigilia”, in cui il Napoli sta preparando la sua pagina di storia, una pagina mai scritta, che potrebbe significare quarti di Champions League, un traguardo mai raggiunto, neppure nell’epopea Maradona.

    Un argomento che, però, dovrà essere affrontato, per evitare che nessuno provi a spezzare l’incanto di questo momento, scippando al Napoli il suo gioiello più prezioso.

  • Striscione Pessotto, procura federale apre un’inchiesta

    Striscione Pessotto, procura federale apre un’inchiesta

    La gara contro il Bologna, nel recupero di mercoledì pomeriggio al Dall’Ara, ha avuto molteplici riscontri negativi in casa Juventus, dal risultato del campo, con il pareggio per 1 a 1 che ha allontanato la Signora dalla vetta della classifica, all’immagine che gli uomini di Conte han dato di sè, molto lontani dalla forza d’urto che avevano saputo esprimere nelle precedenti uscite, molto piu’ confusi nelle idee e meno reattivi nelle gambe.

    La formazione che mister Conte ha mandato in campo era, di certo, rimaneggiata dagli infortuni soprattutto nel reparto difensivo, dove mancavano la colonna portante Andrea Barzagli e il fondamentale Giorgio Chiellini, ma gli alibi non possono bastare ad evitare il “grido d’allarme” in casa  Juventus.

    Tuttavia, oltre alle questioni prettamente calcistiche, la partita contro il rossoblu di mercoledì sera ha lasciato un residuo polemico, inerente una questione certamente non piacevole, perlomeno per colui che – protagonista indiretto dell’episodio – lo ha subito: Gianluca Pessotto. Allo stadio Dall’Ara, infatti, è comparso un indelicato striscione rivolto all’ex difensore bianconero ed attuale direttore organizzativo delle squadre giovanili bianconere.

    Lo striscione, con macabra ironia, tentava di creare un parallelismo fra le polemiche arbitrali relative ai rigori non concessi alla Juventus in questa stagione e l’episodio del 27 giugno del 2006, proprio mentre si svolgevano i Mondiali di Calcio in Germania, inerente la caduta di Gianluca Pessotto dal tetto della sede juventina in Corso Galileo Ferraris a Torino – ed il conseguente tentativo di suicidio – che lo costrinse ad un periodo di coma e, poi, ad una lunga degenza ospedaliera per raggiungere il completo recupero fisico.

    Gianluca Pessotto | © Getty Images
    In particolare, lo striscione in questione riportava testualmente le seguenti parole: “Pessotto simulatore, si è buttato o era rigore” ed è stato esposto dalla curva del Bologna, ma solo per pochi minuti. Per tal ragione, l’episodio non è stato inserito nel referto del direttore di gara, e, pertanto, non è stato sanzionato dal giudice sportivo.

    Tuttavia, l’incresciosità dell’episodio ha indotto il procuratore federale Stefano Palazzi ad aprire comunque un fascicolo d’inchiesta sull’accaduto, rispondendo, così, alle durissime reazioni di gran parte del mondo del calcio ed, in particolar modo, del club juventino che, per mezzo di Antonio Conte e Beppe Marotta, avevano definito lo striscione “incommentabile”, come ha sottolineato nei giorni scorsi il mister bianconero, ex compagno di squadra e grande amico di Pessotto, ed “una vera e propria infamia da punire da parte delle autorità competenti”, come  ha puntualizzato il direttore generale bianconero.

  • Il Milan ricorda Simoncelli un girone dopo

    Il Milan ricorda Simoncelli un girone dopo

    Sono trascorsi ormai cinque mesi dalla morte di Marco Simoncelli nella tragica domenica di Sepang, in Malesia, in quella curva che pareva conoscere bene e che, invece, lo ha tradito, come la sua moto, come il suo destino. Un destino amaro, che lo ha strappato all’affetto dei suoi cari, ai quali non rivolge piu’ i suoi dolci sorrisi, ma che lo sentono sempre vicino e cercano di onorare e mantener viva la sua memoria in ogni occasione, anche pubblica, perchè “il rumore” salga fin lassu’, dove Marco riposa.

    Ecco, dunque, che la famiglia ha organizzato in tal senso diverse iniziative per celebrare il suo ricordo, con positività e senza retorica, in pieno stile Sic, scanzonato ed allegro. Il suo venticinquesimo compleanno, infatti, nel mese di Gennaio, è stato festeggiato in grande stile, con una serata di musica e comicità allo stadio di Rimini, per far “casino” e festeggiare degnamente, come sarebbe piaciuto a Marco. Ed ancora, altre celebrazioni svolte in questi mesi, promosse anche dalla Fondazione appositamente creata dai genitori e dagli zii di Sic, come l’intitolazione del Palazzetto dello Sport di Coriano di Romagna, il suo amato paese, a suo nome.

    Domenica pomeriggio, invece, il viso sorridente di Sic verrà ricordato a San Siro, in occasione della partita casalinga del suo amato Milan contro il Lecce, la gara di ritorno che giunge esattamente “un girone dopo” la partita d’andata, disputata proprio quel maledetto 23 Ottobre, poche ore dopo che Sic era volato in cielo.

    Marco Simoncelli | © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Per questo motivo, prima della gara, San Siro tributerà un applauso a Marco Simoncelli e, prima della gara, entreranno in campo 58 bambini (il numero non è casuale, ma rappresenta “58” che Sic adoperava come numero della moto da gara, ndr) della scuola calcio Milan di Coriano di Romagna, che indosseranno una maglietta con l’immagine di Marco: sarà, dunque, un’ occasione per ricordarlo e applaudirlo ancora una volta, anche alla Scala del calcio.

    In tal senso, le parole del papà di Marco Simoncelli esprimono grande gratitudine nei confronti del Milan, per “un gesto bellissimo che contribuisce in maniera genuina e positiva a ricordare il nome e quello che è stato Marco”.

    Paolo Simoncelli, a causa di un imprevisto, purtroppo non potrà esser presente allo stadio domenica pomeriggio ma, con il cuore, sarà comunque lì ed intanto fissa già il prossimo appuntamento, al quale sicuramente non mancherà: fra maggio e giugno si terrà, a Milano, un torneo di calcio in onore di Marco.

    Sic, di certo, apprezzerà molto.

     

  • Melissa Satta su Max “Non sono ninfomane, nè Bruce Lee”

    Melissa Satta su Max “Non sono ninfomane, nè Bruce Lee”

    Il suo nome fino a qualche tempo fa era associato al ruolo di Velina, prezzemolina, modella, presenzialista delle serate della movida milanese. Fidanzata di Daniele Interrante, ex tronista ed amico di Costantino Vitagliano, poi dell’ex bomber (ora ballerino di”Ballando con le stelle”, ndr) Bobo Vieri, poi ancora nuovamente fidanzata di un calciatore, il milanista Kevin Prince Boateng.

    Un’unione, quella con il centrocampista del Milan, che pare ormai consolidata, all’insegna di uscite per le vie dello shopping, serate nei locali in, e tanti scatti di vita quotidiana prontamente caricati su Twitter, spesso in tempo reale, inquadrando, così, momenti di vita quotidiana di coppia. La passione per il web e la voglia di raccontarsi, però, ha contribuito anche a scatenare un altro effetto attorno alla coppia ed, in particolare, attorno al personaggio Melissa Satta, soprattutto dopo alcune dichiarazioni da lei stessa rilasciate, circa un’intensa intesa intima con il suo calciatore. A tal proposito, dopo l’onda lunga dei riferimenti a tale questione, il giornale “Max” le ha dedicato un particolare “approfondimento”, che ripercorre gran parte della sua carriera, dagli inizi ad oggi. Con l’occasione, dunque, Melissa ha deciso di sgombrare il campo da tante illazioni sul suo conto ed, in particolare, sulla diffusa ironia a proposito della sua vita sessuale.

    Melissa Satta | © Getty Images

    La Satta sostiene di “non aver tempo per farlo 10 volte a settimana” e che l’attenzione su tale questione l’ha molto sorpresa, al punto da farle pensare che in Italia sia solo lei ad avere una vita sessuale. Inoltre, Melissa Satta coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, in particolar modo a proposito delle voci false circolate sul suo conto e che l’avrebbero dipinta come una persona violenta, al punto da accanirsi con calci e pugni contro un fotografo: una circostanza che la modella sarda smentisce categoricamente, dichiarandosi infastidita per le “cavolate che la riguardano sulle riviste patinate” e precisando di “non esser mica Bruce Lee”!

  • Balotelli verso l’altare con Raffaella Fico “Sono pronto”

    Balotelli verso l’altare con Raffaella Fico “Sono pronto”

    Roberto Mancini consiglia al suo pupillo Mario Balotelli di metter la testa a posto, di trovare un equilibrio nella sua vita privata per poter trovare la giusta serenità e continuare a giocare ad alti livelli per molto tempo ancora, anche quando avrà 25-26 anni, per evitare che la sua eccessiva “foga” ed irruenza possa compromettere in qualche modo la sua carriera, vincolandola e ponendo in secondo piano il suo straordinario talento, riconosciuto da tutti, ma finora offuscato proprio dal suo carattere altre le righe e le sue ormai celebri “bravate” fuori dal campo, ma anche dentro il rettangolo verde.

    Ecco, dunque, che dopo l’invito del suo mister, Super Mario ha deciso di prendere spunto dall’esortazione del suo tecnico per riflettere circa il suo futuro, non strettamente calcistico, ma bensì personale: in particolare, la “decisione” in questione che potrebbe consentirgli di “metter la testa a posto” potrebbe essere il fatidico grande passo, ossia le nozze con la sua fidanzata, Raffaella Fico.

    Mario Balotelli | ©ANDREW YATES/AFP/Getty Images

    Quello che sembrava uno dei tanti flirt di Super Mario, con una starlette della televisione assetata di popolarità, dopo diversi mesi di frequentazione sembra essersi, infatti, trasformato in un’unione importante, al punto che Mario Balotelli ha deciso di dichiarare il suo amore per la  ex gieffina con tanto di dedica dopo un gol, mostrando una maglietta appositamente preparata. Ora, però, pare si sia spinto oltre, dichiarandosi pronto al matrimonio con la bella napoletana.

    Per Mario Balotelli, infatti, “Raffaella è la cosa più bella mi sia mai capitata, è comprensiva quando ne combino qualcuna”. Ed ancora, una dichiarazione da ragazzo davvero innamorato della sua compagna: “Fa cose normali, ma come le fa lei, con dolcezza, diventano eccezionali”.

    In merito al discorso matrimonio, però, Raffaella Fico sembra non aver fretta, sostenendo che lei ed il suo Mario sono ancora giovani per pensare al grande passo e che, almeno per ora, è meglio concentrarsi sul lavoro. Tuttavia, Mario ribatte sostenendo che “non è presto quando ami davvero una persona e trovi la persona giusta, può essere l’ora”.

  • Udinese – Atalanta 0-0, le pagelle. Consigli paratutto

    Udinese – Atalanta 0-0, le pagelle. Consigli paratutto

    La gara del Friuli fra Udinese ed Atalanta ha regalato ai pochi spettatori presenti allo stadio un match di certo non entusiasmante, con poche emozioni e zero gol, anche e soprattutto a causa di una giornata sottotono da parte di coloro che, alla vigilia, erano i protagonisti più attesi dell’incontro, Totò Di Natale e  German Denis, i bomber infallibili.

    Il risultato del campo, invece, li ha visti come semplici comprimari, lasciando gli onori delle cronache a coloro che, solitamente, tendono a fare il “lavoro sporco”: Pazienza nell’Udinese, autore di una gara di grande sostanza, in cui ha tenuto compatto il suo centrocampo, e Consigli nell’Atalanta, che ha salvato la sua porta con un provvidenziale intervento, proprio su tiro di Di Natale, a pochi istanti dal fischio finale.

    Le pagelle di Udinese – Atalanta

    Udinese

    Handanovic 6 Poco impegnato dalle scarse incursioni nerazzurre. Una domenica davvero tranquilla

    Benatia 6 Fa valere il fisico negli interventi, che riesce a completare positivamente con gran senso dell’anticipo

    Danilo 6 Gara senza particolari affanni, ma portata a casa con precisione

    Domizzi 6 Qualche intervento rude, qualche incursione in avanti, proivando il tiro dalla distanza

    Basta 6 La sua presenza si fa sentire, produce un buon numero di cross che, se sfruttati meglio, avrebbero potuto essere pericolosi. Sostiuito sul finire della gara da Ferronetti

    Fernandes 5.5 Potrebbe incidere di più sulla gara; ha delle buone occasioni che non riesce a sfruttare a dovere.

    Pazienza 6.5 Oggi il migliore dei suoi; qantità, lucidità, concentrazione: riesce a tenere bene in mano il suo centrocampo dimostrando di essersi inserito perfettamente nel gioco di Guidolin

    Asamoah 6 Solita gara generosa ma meno lucido del solito. Probabilmente stanco dalla trasferta in Nazionale

    Pasquale 5 Schierato da Guidolin per dare un turno di riposo ad Armero, non coglie l’occasione concessagli; si dimostra confuso e poco lucido al punto che lo stesso tecnico decide si sostituirlo proprio con Armero

    Fabbrini 5 In campo al posto di Floro Flores, non punge in avanti, gioca lontano dalla porta, si muove molto ma invano. Sostituito da Floro Flores che, quantomeno, mostra maggiormente la sua presenza

    Di Natale 5.5 Non la sua miglior giornata. Troppe volte in off-side, troppo testardo nel cercare l’azione solitaria. Avrebbe l’occasione di segnare il gol vittoria nei minuti di recupero, ma Consigli lo neutralizza in maniera eccellente

    Andrea Consigli © Dino Panato/Getty Images

    Atalanta

    Consigli 7 La sua parata finale vale un gol, perchè consente all’Atalanta di uscire imbattuta dal Friuli. Per il resto, grande prestazione, sempre reattivo e concentrato

    Raimondi 6 Una gara sufficiente, portata a casa con giusta grinta e concentrazione

    Stendardo 6 Copre bene, ma è facilitato dalla giornata “no” di Di Natale

    Manfredini 6 Una buona prestazione, di grande applicazione

    Bellini 6 Poteva subire le incursioni di Basta, ma riesce a tenergli testa egregiamente.

    Schelotto 6 La sua verve oggi è offuscata dai compiti di copertura che Colantuono gli ha attribuito. Alla distanza, però, si concede anche qualche iniziativa

    Carmona 5 Uno dei meno brillanti della sua squadra: appare in difficoltà contro il centrocampo friulano e viene sostituito da Cazzola

    Brighi 6 Gara generosa, di determinazione e grinta: troppa, forse.

    Bonaventura 6 Gara positiva sulal sua corsia di competenza

    Marilungo 5 Dovrebbe supportare Denis ma non gli riesce quasi mai: El Tanque è troppo isolato

    Denis 5.5 Isolato per lunghi tratti della gara non riesce a pungere come fa di solito: le responsabilità, però, sono da dividere con la squadra che lo supporta poco.

  • Udinese – Atalanta 0-0, pari giusto

    Udinese – Atalanta 0-0, pari giusto

    Alla vigilia, Udinese – Atalanta poteva essere considerata una partita molto delicata soprattutto per gli ospiti, considerando il trend positivo dei risultati dei Friulani, oltre che l’entusiasmo del gruppo di Guidolin per il riconoscimento prestigioso ricevuto dal tecnico nella scorsa settimana, con la consegna della panchina d’oro per l’otimo lavoro svolto nella scorsa stagione. L’Atalanta di Stefano Colantuono ha saputo reggere bene l’urto dei padroni di casa, senza demordere e senza timori reverenziali, riuscendo a portare a casa un punto pesante quanto prezioso, soprattutto in chiave salvezza.

    E’ stato uno 0-0 non eccessivamente emozionante, condizionato dall’atteggiamento prudente delle due squadre ma, soprattutto, dal fatto che l’Udinese non fosse nella sua miglior giornata, con un gran numero di giocatori stanchi a causa dei viaggi infrasettimanali con le proprie nazionali, rientrati in Friuli soltanto nella serata di giovedì, avendo affrontato trasferte anche transoceaniche. Non un alibi, ma lo stesso Guidolin a fine partita ha ritenuto opportuno sottolineare tale fattore, ricordando proprio come tale intasamento dei calendari vada inevitabilmente a penalizzare soprattutto le squadre come la sua Udinese, che ha un gran numero di Nazionali (soprattutto africani e sudamericani) ma non ha la possibilità (al contrario delle grandi squadre) di ovviare a tale aspetto ricorrendo ad adeguati ricambi.

    Francesco Guidolin | © Getty Images

    Il risultato è stato dunque frutto di un match in cui le due squadre hanno dato l’impressione di non volersi far male, con un solo tiro in porta nel primo tempo da parte dei padroni di casa, peraltro neppure troppo percoloso, ad opera di Asamoah. Nel secondo tempo, la gara si è ravvivata maggiormente, anche se le emozioni sono state comunque centellinate: una punizione di Di Natale al 47′, deviata dalla barriera nerazzurra, l’esterno della rete colpito da Pazienza al 48’sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Al 62′ il brivido maggiore per gli ospiti: cross da destra di Basta con Fernandes che, di testa, colpisce in direzione della porta di Consigli, ma riesce solo a sfiorare la traversa da distanza ravvicinata. Ancora Udinese al minuto 69′ con il neo entrato Floro Flores che prova un tiro rasoterra che non sorprende Consigli che riesce a parare.

    Il leit motive della gara continua così, alternando qualche iniziativa personale di Totò Di Natale a qualche buona ripartenza Atalantina, ma la gara non riesce a sbloccarsi: in casa nerazzurra il centravanti “simbolo”, German Denis, quest’oggi pare troppo isolato e lasciato da solo contro la difesa friulana che riesce a neutralizzare i suoi (sporadici) tentativi, anche a causa di una scarsa assistenza da parte dei compagni di reparto. La gara continua su tali binari, e dopo tre minuti di recupero concessi dal direttore di gara Giannoccaro, è proprio negli istanti finali ad esserci la migliore occasione per l’Udinese per sbloccare il risultato e portare a casa il match: al 93′, grande assist di Asamoah per il capitano friulano Totò Di Natale che si incunea e prova il tiro al volo: Consigli, però, si supera in tale occasione e riesce a deviare la palla d’istinto.

    Un brivido finale su cui si spengono le emozioni della gara, che termina con il definitivo risultato di 0-0: dopo tutto, un risultato giusto.

  • Udinese – Atalanta, sfida fra bomber. Di Natale contro Denis

    Udinese – Atalanta, sfida fra bomber. Di Natale contro Denis

    Dopo il riconoscimento come miglior tecnico della scorsa stagione, con la panchina d’oro ricevuta a Coverciano, per Francesco Guidolin è tempo di tornare in campo alle questioni domenicali, con la sua Udinese che sarà impegnata al Friuli contro l’Atalanta di Colantuono.

    Un impegno non del tutto agevole, considerando anche il buon campionato che i bergamaschi hanno fin qui disputato, impartendo nella scorsa domenica di campionato una “lezione” molto pesante alla Roma di Luis Enrique. In trasferta, però, le quotazioni dei nerazzurri si ridimensionano notevolmente, così come fra le mura amiche l’Udinese assume una forza notevolmente maggiore.

    Questi, in sintesi, gli spunti che il match offre alla vigilia, ma – com’è noto – il campo ha sempre la capacità di ribaltare qualsiasi pronostico. Nella conferenza stampa di presentazione, Francesco Guidolin non ha tralasciato di caricare i suoi, augurandosi che – da qui al termine del campionato – riescano a conservare la cattiveria e le motivazioni necessarie per restare ai vertici della classifica, pur non considerando il match di domenica pomeriggio come un crocevia, forse anche per non caricare i suoi di eccessive pressioni.

    Guidolin, così, si limita a considerare che “non abbiamo imperativi, ma dobbiamo limitarci a fare una bella partita“, soprattutto contro l’Atalanta che è una delle più belle sorprese della stagione, che con i suoi 37 punti all’attivo è una  bella realtà, molto prossima a raggiungere l’obiettivo salvezza nonostante la penalizzazione iniziale con cui ha affrontato questo campionato.

    Francesco Guidolin © Dino Panato/Getty Images

    Il match non è stato preparato con molto tempo a disposizione a causa degli impegni dei Nazionali, che sono rientrati soltanto nella giornata di giovedì, ed in particolare sono da valutare le condizioni dei “ritardatari” Asamoah ed Armero, con quest’ultimo, proprio a causa della stanchezza del lungo viaggio, che potrebbe essere sostituito da Pasquale. Fra gli indisponibili, Isla, Badu ed Abdi, mentre al fianco di capitan Totò Di Natale potrebbe trovar posto Fabbrini.

    Pertanto, l’undici friulano dovrebbe scendere in campo con il solito modulo 3-5-1-1 con Handanovic in porta, la difesa a tre composta da Benatia, Danilo, Domizzi, a centrocampo Basta, Pinzi, Pazienza, Fernandes e Pasquale e in avanti Fabbrini e Di Natale.

    In casa Atalanta, gran parte delle speranze di far bene al Friuli sono aggrappate alla vena realizzativa del “Tanque” German Denis, che sta attraversando un momento di forma straordinario, accompagnato da una vena realizzativa eccellente: inoltre, Denis tornerà domani al Friuli in veste di ex e, probabilmente, vorrà provare a togliersi la soddisfazione di segnare alla sua ex squadra, anche se comunque il ricordo che in casa Udinese serbano di lui è sicuramente positivo, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista prettamente umano, descrivendolo come una persona generosa ed umile, con un grandissimo attaccamento al lavoro ed alla squadra.

    L’Atalanta di mister Colantuono, dunque, con la certezza Denis in attacco, si schiererà con modulo 4-4-2, dovendo rinuciare a Moralez e Lucchini, che in difesa verrà sostituito da Stendardo: la probabile formazione dell’Atalanta prevede, dunque, Consigli fra i pali, Ferri, Stendardo, Manfredini, Bellini in difesa; a centrocampo Schelotto, Cigarini, Brighi, Carrozza; in avanti Marilungo e Denis.

    Il direttore di gara allo stadio Friuli sarà il signor Giannoccaro di Lecce.

  • I segreti di Pato: dalla Play Station alla Prima alla Scala

    I segreti di Pato: dalla Play Station alla Prima alla Scala

    Quando arrivò in Italia il suo nome veniva associato all’immagine buffa che rappresenta, “Pato”, ossia Papero: oggi, invece, il suo nome è sempre più affiancato a quello della celebre compagna, figlia del presidente Berlusconi, oltre che ormai vertice del club rossonero. Le sue abilità calcistiche, dunque, sembrano finite in secondo piano, anche a causa di un rapporto non propriamente idilliaco con il mister Massimiliano Allegri, a causa del quale nella sessione di mercato di riparazione, è stato ad un passo dal trasferimento al Paris Saint Germain di Leonardo e mister Carlo Ancelotti, il suo mentore, colui che lo ha lanciato nel nostro calcio.

    Il trasferimento in terra francese, però, è sfumato in extremis e Pato è rimasto al Milan, a dover affrontare la convivenza con  Allegri, resa più complessa dalle sue non esaltanti prestazioni in campo, come – ad esempio – il delundente primo tempo disputato durante l’ultimo Milan-Juventus, dopo il quale il mister lo ha richiamato in panchina preferendogli il giovane El Shaarawy.

    Ma, come detto, la lista delle priorità nella vita di Alexandre Pato sembra ormai mutata, e ne è prova il suo atteggiamento in campo: poco cattivo, molto svagato. Ecco perchè, l’intervista rilasciata a Gq può essere un modo per “ripristinare” la sua immagine e guadagnare qualche punto in termini di simpatia, rivelando qualche particolare inedito sulla sua vita privata che possa suscitare maggiore curitosità da parte del grande pubblico, correngendo l’ etichetta – ormai acquisita – di “protetto” ed “intoccabile”, che hanno scalfito il gradimento dei tifosi nei suoi confronti.

    Ecco, dunque, che trovano posto alcuni dettagli inediti, i “50 segreti” di Pato, dal ritardo il giorno in cui doveva sostenere l’esame di guida a Novara, ed arrivò in ritardo perchè il suo “autista” aveva sbagliato direzione in autostrada; ai ricordi d’infanzia, con le partite alla play Station schierando in campo il suo idolo, Alex Del Piero, fino all’arrivo in Italia, prima in veste di turista nella bella Verona,  dove rimase incantato dal balcone di Giulietta e Romeo.

    alexandre pato | © Shaun Botterill/Getty Images

    E poi, il presente da uomo-copertina delle riviste patinate, da accompagnatore in smoking di Barbara Berlusconi alla prima della Scala, documentandosi accuratamente sui libretti per studiare le opere: tuttavia, l’essenza di intellettuale sembra proprio non appartenergli, considerando che – come lui stesso ha rivelato – aveva iniziato a leggere una biografia di Barak Obama, perchè incuriosito dal personaggio, ma non è riuscito ad andare oltre il decimo minuto di lettura, perchè sopraffatto dal sonno, e che alle opere liriche preferisce di gran lunga la musica di Beyoncè ed Eminem.

    Se la lettura non è il suo forte, il ballo lo è tantomeno: contrariamente alla gran parte dei brasiliani, con il ritmo nel sangue, Alexandre Pato sembra essere particolarmente goffo nei passi di danza, così come testimoniano gli stessi compagni di squadra che hanno iniziato a prenderlo in giro dopo aver assistito ad una sua personale interpretazione (insieme a Thiago Silva e Robinho) del tormentone “Ai se eu te pego” a bordo del treno Frecciarossa.

    E ancora, il sogno un po’ megalomane di comprarsi un isola, le dichiarazioni sul miglior difensore mai affrontato in carriera, Santacroce, attualmente panchinaro del Parma, e poi gli aneddoti sul primo pranzo a Milanello e l’incontro con Carlo Ancelotti: pare che, in quell’occasione, Pato avesse azzardato un menu “composito” nella mensa del centro sportivo, con pasta al pomodoro, al pesto, alle zucchine, con il mister Ancelotti che, avvicinandosi a lui, lo sottopose ad un corso “intensivo” di due ore sulla cucina italiana.

    Un corso che, probabilmente, ha dato i suoi frutti, almeno a giudicare dal fatto che, come racconta nell’intervista, Pato è cresciuto di otto centimetri ed è ingrassato di otto chilogrammi da quando è arrivato in Italia…