Autore: Simona Granieri

  • F1 tensione in Bahrain, bomba sfiora team Force India

    F1 tensione in Bahrain, bomba sfiora team Force India

    Alta tensione in Bahrain, dove in questo week-end si correrà il quarto Gran Premio di Formula 1 della stagione. Un van della scuderia Force India, nella giornata di ieri è stato sfiorato da una molotov, sulla strada che separa il circuito dall’hotel in cui i componenti del team alloggiano. Tutti illesi, fortunatamente, perchè “non eravamo noi il bersaglio” come ha precisato il portavoce del team Will Hings, anche se la paura appare il sentimento predominante fra le scuderie di Formula Uno presenti, al punto che un meccanico – di cui non si conosce però il nome – ha chiesto di poter tornare in Gran Bretagna.

    Negli ultimi giorni, dunque, la tensione appare crescente soprattutto in considerazione del fatto che il Gran Premio potrebbe essere considerato un vero e proprio bersaglio per i dimostranti anti-governativi e, nonostante i controlli delle forze dell’ordine siano aumentati esponenzialmente, non sembra esserci il giusto clima necessario per una manifestazione sportiva.

    Bernie Ecclestone | © SAEED KHAN/AFP/Getty Images

    Lo scorso anno, il Gp del Bahrain era stato cancellato, a seguito di alcune dimostrazioni violente fra la maggioranza sciita e la minoranza sunnita, alla quale viene chiesta una maggiore eguaglianza sociale, e che avevano portato ad una cinquantina di morti, ma quest’anno – per scongiurare una nuova cancellazione – il capo del “Circus” di Formula Uno, Bernie Ecclestone, aveva provato a rassicurare tutti, definendo “tranquilla” la situazione nel Paese, facendo seguito anche alle dichiarazioni di Jean Todt, presidente della Fia, che – dopo un viaggio “esplorativo” compiuto nello scorso mese di Novembre in cui aveva incontrato alcuni vertici politici del Bahrain – aveva espresso parere favorevole alla “fattibilità” della manifestazione nel Paese del Golfo Persico.

    A seguito dell’episodio di ieri, il presidente del circuito Alzayani ha cercato di rassicurare tutti, definendo l’accaduto come “un episodio isolato”, anche perchè “ i manifestanti non volevano colpire l’auto”: allo stato dei fatti, dunque, le prove di venerdì e sabato dovrebbero svolgersi regolarmente, così come la gara in programma domenica, augurandosi, naturalmente, che non accadano altri episodi del genere e che la cronaca non si intrecci con il racconto sportivo.

  • Funerali Morosini, in 5 mila a Bergamo per l’ultimo saluto

    Funerali Morosini, in 5 mila a Bergamo per l’ultimo saluto

    La sua scomparsa ha commosso l’Italia e, la tragica sequenza di immagini che dal campo di Pescara si è diffusa con tanta rapidità, ha colpito il mondo intero. La morte di un ragazzo di soli 25 anni non può lasciar indifferente nessuno, ancor di più se giunge così improvvisa, come un fulmine a ciel sereno, durante una fase di gioco. Sabato scorso, sotto la pioggia battente, Piermario Morosini era felice di poter scendere in campo con la sua maglia 25 del Livorno: era felice perchè, come ha raccontato la sua giovane fidanzata Anna, amava giocare sotto la pioggia. Nel giorno dei suoi funerali, dunque, è meglio pensare che sia volato via con il sorriso sulle labbra, mentre faceva ciò che di più amava, piuttosto che in agonia. La commozione, però, resta ancora molto forte, ed è per questo che, ad assistere alla funzione dei suoi funerali, nella Chiesa di San Gregorio Barbarigo a Monterosso, nel bergamasco, sono giunte circa 5 mila persone che, pur di esserci per l’ultimo saluto a “Moro” si sono accontentate di seguire il rito dai maxischermi posti al di fuori della piccola Chiesa, che poteva contenere solo 500 persone.

    All’interno, invece, erano presenti i vertici del “calcio che conta”, dal presidente della Figc Giancarlo Abete, al suo vice Demetrio Albertini, al presidente della Lega Pro Mario Macalli, al presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta, e poi il presidente dell’ Aic Damiano Tommasi, il cittì della Nazionale Cesare Prandelli, il cittì dell’Under 21 Ciro Ferrara. Presenti, inoltre, anche numerosi rappresentanti dei club, come l’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta, dell’Inter Ernesto Paolillo, il direttore sportivo del Milan Ariedo Braida, l’allenatore del Parma Roberto Donadoni, il presidente della Reggina Lillo Foti, ed anche un collaboratore del presidente Fifa Joseph Blatter. Al completo è giunta, poi, la squadra dell’Atalanta, il club in cui Piermario era cresciuto ed aveva mosso i primi passi calcistici, nelle formazioni giovanili, con in testa il presidente Antonio Percassi, accompagnato da Pierpaolo Marino, così come il sindaco della città di Bergamo, oltre che i sindaci di Livorno e Pescara. Numerosissimi, poi, i tifosi fuori dalla chiesa: in particolare, quelli dell’Atalanta, e quelli del Livorno, che gli hanno dedicato diversi cori e lunghi applausi.

    Struggente il ricordo del parroco che ha officiato il rito, don Luciano Manenti, che ha definito Piermario come “un dolce amico”, ricordando la continua lotta contro il dolore, la sofferenza e le difficoltà che Piermario ha dovuto affrontare durante la sua giovane vita, costellata dal lutto dei suoi genitori, dalla disabilità e dal suicidio del fratello, dai gravi problemi della sorella: una vita in salita, nella quale però, era riuscito – con il lavoro ed i sacrifici – a ritagliarsi anche delle belle soddisfazioni, a costruire qualcosa di buono. Il destino, però, ha voluto essere ancora più crudele con lui, strappandolo via all’affetto di chi lo amava: la fidanzata Anna, i cugini e gli zii, la madre della sua fidanzata, Mariella Vavassori che, nel corso del funerale, gli ha rivolto un pensiero commosso: “Ciao Mario, ti ringraziamo della presenza nella nostra vita, ci hai insegnato tanto, hai reso i nostri cuori più veri e leali, liberi come eri tuTi ringraziamo per aver donato tanto tanto amore alla nostra Anna: ti chiedo solo un favore, chiamami Mariella e non più signora, almeno quando mi chiamerai dal cielo”. 

    Non era ancora tempo per la sua dipartita, non era ancora tempo per lui: ecco perchè in Chiesa hanno risuonato le note di questa canzone di Luciano Ligabue, il cantante che Piermario apprezzava di più, oltre che “Il giorno del dolore“, per esprimere lo stato d’animo che questa giornata porta con sè. In questa triste giornata, però, è giusto ricordarlo sorridente, così come lo ritrae la foto posta al fianco della sua bara, avvolta dalla maglia numero 25 del Livorno, la “sua” maglia, che ora gli apparterrà per sempre. Riposa in pace Piermario.

    Video di “Non è tempo per noi” cantata in Chiesa durante i funerali di Morosini:

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  • Balotelli scaricato dai compagni, addio City?

    Balotelli scaricato dai compagni, addio City?

    Mario Balotelli, nello spogliatoio del Manchester City, è un uomo solo: dopo l’ultima bravata in campo durante il match contro l’Arsenal, che gli è costata la squalifica di tre giornate, i suoi rapporti con mister Roberto Mancini si sono ormai raffreddati e, pare che anche i compagni di squadra abbiano “fatto quadrato” contro di lui, stanchi di sopportare le conseguenze dei suoi comportamenti fuori dalla righe. A riportare tale notizia sono, come spesso accade, i tabloid inglesi ed, in particolare, il Daily Star, che ha diffuso il malumore che contraddistingue, in questi giorni, i componenti del City.

    Il sentimento prevalente, dunque, sembra essere la preoccupazione per la reiterazione di tali episodi in campo, in particolare durante il derby di Premier League contro i “cugini” Red Devils del Manchester United in programma il prossimo 30 Aprile, proprio quando Balotelli avrà terminato di scontare la squalifica rimediata.

    Mario Balotelli © Scott Heavey/Getty Images

    Un timore che spinge i compagni di squadra di Mario Balotelli a sperare che lui non sia in campo durante un match tanto delicato, per evitare che – a causa della sua difficoltà di gestire la pressione – possa commettere altre imprudenze e danneggiare ancora la squadra: “Tutti sono più a proprio agio se lui non c’è”.

    Il malcontento nei suoi confronti, poi, sembra aver spinto gli altri giocatori del City a “parlare in libertà”, al punto che il tabloid inglese riporta un particolare rivelato da “una fonte anonima, interna alla squadra”, secondo la quale “Mario Balotelli non è mai stato un uomo squadra”.

    In un clima di tale sfiducia nei suoi confronti, dunque, appare inevitabile che – a fine stagione – per decisione sua o del club possa maturare l’ipotesi di divorzio: in tal caso, il Milan sarebbe pronto a farsi avanti, mettendo sul piatto un’offerta da circa 15 milioni di euro, esattamente dieci in meno rispetto al prezzo al quale il City lo rilevò dall’Inter: sarebbe una minusvalenza per il club inglese, ma i tempi sono ormai cambiati ed i comportamenti non consoni del calciatore non possono far altro che ridurre irrimediabilmente le sue quotazioni di mercato.

  • Omicidio Bergamini, escluso il movente droga

    Omicidio Bergamini, escluso il movente droga

    Alcuni casi di cronaca italiani sembrano dei gomitoli difficile da districare, lasciati lì, ingarbugliati ed annodati in un angolo, impolverati dal tempo che scorre, e dal trascorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. Il caso legato alla morte di Donato Denis Bergamini è uno di questi gomitoli, in cui pareva impossibile “trovare il bandolo della matassa” ma che, contrariamente a molti casi mai risolti e “dimenticati”, sta riemergendo all’attualità delle cronache, soprattutto grazie ad alcune novità emerse negli ultimi due mesi nell’ambito dell’indagine portata avanti dal procuratore capo di Castrovillari, Franco Giacomantonio, che hanno stravolto le prospettive delle indagini precedenti, che si alternavano fra ipotesi di suicidio, coinvolgimento in traffici di droga e misteriosi retroscena connessi alla Maserati a doppio fondo dell’ex calciatore del Cosenza.

    Dopo i rilievi compiuti nello scorso mese di Febbraio dai Ris era stata esclusa la tesi di suicidio, che, invece, era stata sempre sostenuta dall’unica testimone oculare presente in quel pomeriggio piovoso di Novembre, sulla statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, l’ex fidanzata Isabella Internò: non è stata rinvenuta compatibilità fra le tracce rinvenute sugli oggetti indossati da Bergamini, (soprattutto l’orologio, rimasto praticamente intatto, ndr) e l’ipotesi di suicidio, gettandosi sotto il tir che lo avrebbe trascinato per 60 metri sull’asfalto.

    Donato Bergamini

    I rilievi compiuti dai Ris, poi, hanno portato alla luce un’ulteriore aspetto, rimasto finora nel limbo dell’incertezza: non esisteva alcun doppio fondo nella Maserati posseduta da Bergamini, perchè l’automobile non possedeva le caratteristiche tecniche necessarie, nè è stata rinvenuta traccia di possibile manomissione e, dunque, viene meno l’ipotesi di un suo coinvolgimento, consapevole o meno, nel traffico di droga legato alla ‘ndrangheta, in veste di corriere.

    Una rivelazione assolutamente clamorosa, considerando che, per lungo tempo, tale elemento veniva considerato proprio uno delle “chiavi di volta” dell’inchiesta, che cercava di associare la morte dell’allora ventisettenne Denis ad “amicizie pericolose”, connesse proprio al traffico degli stupefacenti.

    Se, dunque, il “campo” appare, ora, finalmente sgombro da false notizie, e da supposizioni infondate, gli inquirenti dovranno compiere un ulteriore e, ci si augura, decisivo passo avanti nell’indagine: individuare il movente dell’omicidio, per comprendere – una volta per tutte – chi ha “mosso i fili” in quel lontano 18 Novembre 1989. Le piste da considerare, dunque, escludendo quelle legate al mondo della malavita organizzata, sono da ricondursi perlopiù in ambito strettamente personale, per capire chi e cosa ha scatenato tale delitto. In particolare, come spesso accade in tali casi, l’attenzione si dovrà soffermare sulla ricostruzione minuziosa delle ultime ore di vita del calciatore, definendone nel dettaglio spostamenti, contatti, telefonate, approfondendo il ruolo di alcune persone che pare abbiano avvicinato Bergamini all’uscita dal cinema dove si trovava insieme ai compagni di squadra. In tal senso, poi, appare assolutamente prioritario effettuare un ulteriore verifica sul ruolo dell’ex compagna, in virtù del fatto che la sua versione dei fatti non collima più con le tesi investigative e, soprattutto, con le indagini della scientifica.

    Elementi essenziali da sciogliere ancora, ma che renderanno finalmente chiaro, dopo 23 lunghissimi anni, il quadro di una vicenda rimasta nell’ombra per troppo tempo: tutti i nodi, però, prima o poi, “vengono al pettine”.

  • Alex Del Piero da Vanity Fair addio alla Juve

    Alex Del Piero da Vanity Fair addio alla Juve

    Cuore e dignità, la perfetta sintesi di Alex Del Piero, la sua essenza, sempre e comunque. Questo è il messaggio che può esser tratto dal suo libro, in uscita il prossimo 24 Aprile, “Giochiamo ancora” recensito in anteprima su Vanity Fair: un titolo emblematico, che racchiude la volontà della bandiera bianconera, e che racconta tutta la sua voglia di proseguire nel suo più intimo sogno di bambino, che non aveva il coraggio di rivelare – per timidezza – nei suoi temi delle scuole elementari, dove si limitava a raccontare che avrebbe intrapreso il mestiere del suo papà, Gino, ossia l’elettricista.

    Il suo sogno è rimasto quello di quando era un bambino della provincia veneta, laboriosa e operaia, fondata sui valori del risparmio, dell’oculatezza, del “guardare alle mille lire”: valori che, nonostante i milioni guadagnati nella sua lunga carriera, gli sono rimasti, e che ha intenzione di trasmettere ai suoi tre figli, per far capire loro che, “nonostante oggi sia uno di quei bambini che può comprare tutti i giochi che vuole, il suo preferito resta il pallone”.

    Ecco perchè, dato il suo amore smisurato per questo sport, che è la sua passione e la sua vita, la stagione in corso è stata la più difficile della sua carriera, perchè lo ha messo di fronte ad una realtà che non conosceva, ossia la difficoltà di trovare spazio in squadra, giocando pochi scampoli di gara.

    Nonostante ciò, però, Alex non si arrende, e continua a lottare per conquistare quel posto e per farsi trovare pronto ogni qualvolta viene chiamato in causa, segnando gol pesantissimi come quelli realizzati nelle ultime gare. Gol che hanno contribuito ad alimentare il sogno scudetto della Juventus, portando punti pesantissimi alla causa della “sua Signora”, che – con tutta probabilità – il prossimo anno dovrà fare a meno del suo simbolo, nonostante i tifosi lo osannino e lo continuino ad amare visceralmente. Una pagina, quella del suo addio a fine stagione, che resta assolutamente dolorosa per Alex Del Piero, perchè significa rinunciare alla sua volontà di chiudere la carriera in bianconero, dopo vent’anni di emozioni e di momenti straordinari, provando il brivido di scrivere pagine fondamentali della storia juventina, firmando quasi tutti i record associati al club bianconero.

    Ma, nonostante tutto, la sua dignità ed il suo senso del dovere restano superiori ad ogni rancore: ecco perchè, dopo l’annuncio “Shock” del presidente Andrea Agnelli nel mese di Ottobre, il suo primo pensiero è stato quello di non voler fare polemiche, coerentemente con la condotta di tutta la sua carriera, e con il suo modo d’essere, proprio perchè, “io sono quello che dimostro di essere, sono quello che io stesso penso di me. Per primo saprò quando dovrò smettere, ma non ancora”. Il suo futuro, dunque, dopo il 30 Giugno 2012, sarà all’insegna dell’incertezza, come mai gli era capitato prima d’ora: in tal senso, sarà un po’ come “andare via di casa per la seconda volta”, lasciando Torino, la città che lo ha accolto appena diciassettenne, la città in cui ha conosciuto Sonia, la donna della sua vita, la città in cui sono nati i suoi tre figli; Alex, però, proverà a viverla con spirito positivo, immaginando di “dover super superare un nuovo livello, come nei videogiochi.

    Accettare questo distacco sarà un passo difficile per tutto l’ambiente, ed è per questo che tutti i tifosi si augurano che, anche in extremis, ci possa essere un ripensamento da parte della società, che possa consentire alla storia bianconera di proseguire ancora, di pari passo, con colui che la rappresenta. Giochiamo ancora, con Alex.

  • Bunga Bunga ad Arcore, perizoma e con la maschera di Ronaldinho

    Bunga Bunga ad Arcore, perizoma e con la maschera di Ronaldinho

    Dopo la caduta del governo Berlusconi, ed il clima di serietà e morigeratezza connesso al governo Monti, i retroscena dei festini di Arcore non sembravano essere più d’attualità, in particolare in un momento di grande crisi generale, e di totale distacco dell’opinione pubblica dalla classe “politica”, o pseudo tale, e dai suoi componenti.

    Ogni tanto, però, quelle vicende scabrose sembrano riemergere, lasciando trapelare qualche particolare “significativo” del contesto in cui alcuni personaggi di spicco (Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, ndr) trascorrevano le loro serate. In una delle udienze del Caso Ruby a carico di Berlusconi, ha parlato ieri la teste marocchina Imane Fadhil, interrogata dal Tribunale penale della quarta sezione di Milano. La ragazza ha tracciato una descrizione dell’atmosfera delle diverse feste di Villa San Martino, residenza dell’ex Premier.

    Ronaldinho | © Clive Rose/Getty Images

    Oltre alla Minetti ed a Barbara Fagioli travestite da suore, in stile sister act, la giovane marocchina ha rivelato un particolare “inedito” di una delle serate, svoltasi nell’agosto 2010. In tal caso, pare che la giovane modella brasiliana Iris Berardi, una delle protagoniste delle serate insieme alle gemelle napoletane De Vivo, si fosse travestita da Ronaldinho, con tanto di maglia del Milan, divisa da gioco e maschera del giocatore brasiliano. Naturalmente, dopo l’apparizione in “scena”, nell’ormai celeberrima “sala del bunga bunga”, seguiva lo strip di rito, per restare in abiti succinti e, poi, in perizoma.

    Oltre al riferimento alla Berardi travestita da Ronaldinho, la giovane marocchina nel corso della sua deposizione ha rivelato anche che l’ex presidente del Consiglio le avrebbe chiesto alcuni consigli in merito a “cosa fare per poter rinforzare il suo Milan”. A tale domanda, Imane Fadhil avrebbe risposto che, a suo avviso, era necessario l’acquisto di un giocatore “forte e giovane”.

    Una risposta che, a giudizio dell’ex Premier, avrebbe denotato competenza in materia calcistica, al punto da proporre – dopo aver consultato Adriano Galliani – alla giovane marocchina un posto di lavoro nel canale tematico dedicato alla squadra rossonera, Milan Channel.

  • No allo slittamento, la 33esima di Serie A il 25 Aprile

    No allo slittamento, la 33esima di Serie A il 25 Aprile

    Slittamento o recupero? Alla fine, è prevalsa la seconda opzione e, dunque, è ufficiale che si scenderà in campo il 24 e 25 Aprile per disputare il recupero della 33esima giornata di Serie A, che era in programma lo scorso weekend, e che è stata rinviata a seguito della notizia della morte di Piermario Morosini nel pomeriggio di sabato scorso. La decisione, però, non sembrava affatto agevole da concordare perchè era necessario metter d’accordo due opposte fazioni in seno al consiglio straordinario di Lega Calcio, svoltosi questo pomeriggio a Milano.

    La prima “fazione”, che comprendeva l’Inter ed altre tre società, spingeva per far giocare la 34esima giornata regolarmente come previsto dalle date del calendario (ossia il prossimo weekend, ndr), e recuperare la 33esima proprio mercoledì 25 Aprile. L’altra fazione, invece, costituita dagli altri club (tra cui la Juventus, ndr) avrebbe preferito far disputare la 33esima nel prossimo weekend e la 34esima il 25 Aprile, per seguire, così, “l’ordine” del calendario. In sostanza “ha vinto l’Inter” anche se i toni dei partecipanti al consiglio di Lega pare non siano stati neppure troppo accesi, al contrario di quanto era possibile ipotizzare alla vigilia.

    Stando alle dichiarazioni post-riunione, infatti, sembra che la decisione sia stata presa in un clima sereno, “in un’ora e mezza ed a larghissima maggioranza, nell’interesse di tifosi e televisioni“, come ha sottolineato Adriano Galliani. Il dirigente rossonero, inoltre, ha aggiunto che “per il Milan era quasi indifferente l’una o l’altra soluzione considerando che dovrà affrontare due partite casalinghe con Bologna e Genoa, e nemmeno un indovino saprebbe quale delle due è meglio affrontare per prima”. Molto soddisfatto, invece, è parso Ernesto Paolillo – ad nerazzurro – che ha sottolineato come in tale decisione abbia prevalso “il buonsenso”, rimarcando la “condivisione della scelta”. Impressioni positive anche dal presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta, secondo il quale “la Lega ha fatto quello che doveva fare, ieri è stata la giornata del silenzio e del rispetto, oggi quella delle decisioni”.

    maurizio beretta | © Vittorio Zunino/Getty Images

    Deciso, dunque, che non ci sarà nessuno slittamento, per il programma delle partite del giorno della Liberazione le fasce orarie a disposizione per il recupero della 33esima giornata di Serie A saranno quella delle 12.30, delle ore 15:00 e delle 18:00, mentre non vi sarà un turno serale alle 20:45 poichè le disposizioni Uefa impediscono la contemporaneità dei campionati nazionali con le gare di Champions e, nel caso specifico, con la semifinale di Champions League fra Bayern Monaco e Real Madrid.

    Per il recupero della 33esima giornata, dunque, il 24 Aprile anticiperanno alle 18.30 Atalanta-Chievo; Cagliari-Catania (che si disputerà a Trieste, ndr), mentre il 25 Aprile  alle 12.30 si disputerà Novara-Lazio; alle 15.00 Lecce-Napoli; Palermo-Parma; Roma-Fiorentina; Siena-Bologna; Udinese-Inter; ed alle 18.00, in contemporanea, Cesena-Juventus e Milan-Genoa.

    Inoltre, sempre nella riunione di Lega svoltasi quest’oggi, è stato deciso di apportare una leggera modifica al calendario previsto per la 34esima giornata, considerando che gli anticipi previsti per sabato 21 Aprile saranno quattro anzichè due, con l’aggiunta di Parma-Cagliari e Catania-Atalanta.

    Pertanto, alle 18.00 si disputeranno Chievo-Udinese e Parma-Cagliari, mentre alle ore 20.45 sono previste Napoli-Novara e Catania-Atalanta. Resterà immutato, invece, il programma delle restanti gare previste, con in posticipo il big match di domenica 22 Aprile alle 20.45 fra Juventus e Roma.

  • Juve tra Cavani e Suarez, bomber uruguagio per la Champions

    Juve tra Cavani e Suarez, bomber uruguagio per la Champions

    Manca ancora più di un mese alla fine della stagione, considerando anche la finale di Coppa Italia contro il Napoli in programma il 20 Maggio, ma per la Juventus è già tempo di guardare al futuro, programmando la prossima stagione e, di conseguenza, gli acquisti finalizzati a potenziare la rosa, soprattutto in vista della partecipazione alla prossima Champions League. In tal senso, uno dei reparti da potenziare appare l’attacco soprattutto alla luce della filosofia di gioco di mister Conte, e del “flop” di alcuni uomini come Marco Borriello, che ha reso molto meno delle aspettative, soprattutto a livello realizzativo, e che quasi sicuramente non verrà riscattato dalla Roma. Il calciomercato della Juve, dunque, è già iniziato.

    Nella lista di Paratici e Beppe Marotta, infatti, per la prossima stagione si fanno già alcuni nomi importanti e, fra questi, spiccano quelli del bomber del Napoli Edinson Cavani e dell’attaccante del Liverpool Luis Suarez: entrambi venticinquenni, entrambi Nazionali della Celeste, ossia l’Uruguay.

    edinson cavani | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Nonostante le similitudini fra i due, le trattative che potrebbero riguardarli appaiono sostanzialmente differenti. Per quanto riguarda Edinson Cavani, infatti, stando alle dichiarazioni del presidente Aurelio De Laurentiis, non ci sarebbe margine per intavolare alcuna trattativa, considerando quanto sostenuto dallo stesso patron del Napoli “molti sono interessati ai tre tenori ma i contratti li ho io”, riferendosi esplicitamente alla sua volontà di mantenerli in squadra: una circostanza che, però, potrebbe mutare nel caso in cui la squadra di Walter Mazzarri fallisse l’obiettivo stagionale della qualificazione in Champions League perchè, in tal caso, verrebbero meno gli introiti cospicui che la Coppa dalle grandi orecchie garantisce e De Laurentiis potrebbe dover decidere di sacrificare uno dei suoi tre pezzi pregiati, Hamsik, Lavezzi o, appunto, Cavani. In tal caso, però, la cifra richiesta per il cartellino del Matador sarebbe sicuramente molto elevata, anche alla luce del fatto che la Juventus è una diretta concorrente, oltre che una “rivale storica”: per rilevare Cavani, dunque, potrebbero esser necessari circa 40-45 milioni di euro. Un sacrificio economico importante per il club bianconero, anche se Cavani resta in assoluto l’attaccante preferito sia da mister Antonio Conte (e le  sue valutazioni contano moltissimo in chiave mercato, ndr) sia dal Presidente Andrea Agnelli.

    Data la potenziale onerosità dell’operazione, però, pare che il club bianconero stia valutando attentamente anche altre possibili piste e, fra queste, quella di maggior rilievo appare la soluzione che potrebbe condurre all’uruguagio del Liverpool, Luis Suarez, autore di otto reti nella presente stagione ma che, in altre circostanze, ha mostrato tutto il suo valore dal punto di vista dell’abilità realizzativa, laureandosi capocannoniere nell’ultima edizione della Coppa America, vinta proprio dal suo Uruguay. Il suo cartellino, secondo la valutazione dei Reds comunicata nei contatti informali fra i due club, potrebbe aggirarsi sui 30 milioni di euro, una cifra più “abbordabile” rispetto a quella necessaria per acquistare Cavani, ma rimangono alcuni dubbi circa la rispondenza di Suarez con il profilo ricercato dal club bianconero, non dal punto di vista tecnico, ma considerando alcuni comportamenti del giocatore non propriamente consoni all’immagine della Juventus: basti pensare all’episodio degli insulti razzisti all’indirizzo di Evra.

  • Balotelli dallo psicologo per “salvare la carriera”

    Balotelli dallo psicologo per “salvare la carriera”

    La tragedia che ha colpito Piermario Morosini ha scosso profondamente il mondo del calcio e dello sport, colpendo intimamente molti atleti, spingendoli a riflettere sul valore della vita, e sulla sua contemporanea fugacità, sulla crudeltà del destino e sull’importanza di apprezzare il proprio presente, data l’incertezza del domani. Riflessioni, queste, compiute anche da Mario Balotelli, attaccante del Manchester City finito troppo spesso nell’occhio del ciclone per comportamenti assolutamente poco consoni, sopra le righe (per usare un eufemismo), all’insegna dell’esagerazione sia in campo che fuori, che hanno spesso rischiato di offuscare e di porre in secondo piano il suo immenso talento calcistico.

    Eppure, Mario Balotelli in tale circostanza ha mostrato tutta la sua sensibilità di ragazzo ventunenne, spesso nascosta dall’immagine di “duro”, usando parole davvero toccanti nel descrivere le proprie sensazioni in merito a quanto accaduto, riflettendo anche sul senso della propria vita. “Questa storia mi fa riflettere su tante cose della mia vita. Mi insegna ad apprezzare la vita, a rispettarla, a vivere con cautela e dignità”, aggiungendo anche un ricordo personale di Piermario Morosini, che Mario aveva conosciuto ai tempi della Nazionale Under 21“sono rimasto scioccato e senza parole quando ho saputo della morte di Morosini, non ci credevo, pensavo a un brutto scherzo, era un bravo ragazzo, davvero un ragazzo d’oro“.

    Mario Balotelli © Scott Heavey/Getty Images

    Una riflessione profonda quella di Mario Balotelli, che lo ha spinto a riconsiderara tanti comportamenti sbagliati, che rischiano di mettere a rischio la sua carriera, bruciando e distruggendo il suo immenso potenziale, e rovinando anche i rapporti umani con chi gli sta attorno, come ad esempio il suo mister Roberto Mancini che ha sempre cercato di difenderlo e proteggerlo ma che, dopo l’ultimo episodio in cui Balotelli si è mostrato come protagonista assolutamente negativo(durante il match decisivo fra City ed Arsenal, ndr), è parso assolutamente deluso nei confronti del suo (ex?) pupillo.

    Per tutte queste ragioni, dunque, sembra che Balotelli abbia deciso di correggere tutti quei suoi comportamenti “borderline” e, per farlo, si rivolgerà ad uno psicologo. Secondo quanto riporta il tabloid inglese “The Sun”, (facendo riferimento ad un’indiscrezione rilasciata all’edizione domenicale dello stesso tabloid da un amico intimo di Balotelli, ndr), solo l’aiuto di un esperto potrebbe indurre SuperMario a mettere ordine nella sua vita, finora “fuori controllo”, “affrontando il problema prima che sia troppo tardi“. Inoltre, questo potrebbe essere anche inteso come un segnale all’indirizzo di Mancini e del Manchester City per provare a riconquistare la loro fiducia, proprio perchè Mario, dopo aver preso coscienza dei suoi errori, ha intenzione di non lasciare il City e sarebbe disposto a tutto pur di rimanervi, evitando di esser ceduto a fine stagione. In tal senso, l’attaccante ha già avanzato le sue scuse formali, sia nei confronti della società che nei confronti del suo coach, ma la volontà di prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di “risolvere il suo problema”, rivolgendosi ad uno specialista, potrebbe essere un elemento maggiormente apprezzato perchè il solo fatto di riuscire ad ammettere di aver bisogno d’aiuto, in questi casi, è un importante passo avanti.

  • Piermario Morosini, il cordoglio del mondo del calcio su Facebook e Twitter

    Piermario Morosini, il cordoglio del mondo del calcio su Facebook e Twitter

    Il pomeriggio di Sabato 14 Aprile 2012 rimarrà a lungo nella mente e nei cuori di molti: doveva essere una normale giornata di anticipi di campionato, di parole “leggere” su tematiche sportive, ed invece si è trasformato in una giornata di sgomento e tristezza, incredulità e commozione per la morte di un ragazzo di appena 25 anni, accasciatosi al suolo mentre giocava una partita di calcio, a Pescara. Un ragazzo già sfortunato nella vita, Piermario Morosini, che aveva perso i genitori quand’era ancora minorenne, ed il fratello disabile qualche tempo dopo, e che la vita ha voluto strappare ingiustamente, proprio mentre calcava il terreno verde, sotto gli occhi del pubblico incredulo, sotto gli occhi dei compagni di squadra e degli avversari. Inevitabile, per chi lo conosceva e per chi aveva condiviso con lui qualche momento importante, rivolgergli un pensiero, un ultimo saluto, un messaggio. Poche righe – diffuse dai social network – ma significative, perchè in questi casi, per chi vive questo mondo dall’interno, è immediato identificarsi.

    In primis il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, che esprime il dolore e lo sgomento di tutta la società: “Siamo tutti a terra. Per noi è un momento durissimo, dal quale dovremo provare a uscire tutti insieme. Dobbiamo avere coraggio ma adesso siamo in stato confusionale. Purtroppo contro il destino non c’è niente da fare”. Di seguito, il Pescara, la squadra avversaria nella gara di ieri, che ha voluto esprimere solidarietà alla “consorella Livorno“, per “un altro angelo volato in cielo troppo presto. Riposa in pace Piermario”.

    Un pensiero commosso anche da parte del presidente della Reggina Lillo Foti, che aveva conosciuto “Moro” durante la sua militanza in maglia amaranto: “Ciao Moro, mi sarà impossibile dimenticarti. Ho avuto la fortuna di conoscerti ed averti avuto, seppure per un breve periodo, all’interno del nostro club. Porterò sempre con me il patrimonio di straordinari valori umani e morali che possedevi e riuscivi a trasmettere. In questo momento di incommensurabile dolore vorrei solo dirti che ti voglio un bene dell’anima. Con affetto e riconoscenza”.

    Molto toccante, poi, il post lasciato sulla sua pagina Facebook da parte di Claudio Marchisio: “Non so cosa dire, pensare ad un amico oltre che collega, morire così su un campo di calcio! Non sono sicuramente la persona che lo conosceva meglio ma posso dire che era un ragazzo straordinario! Quante sfide fatte con lui nel settore giovanile, io con la maglia bianconera e lui con quella dell’Atalanta…poi l’under 21 insieme!! Ci mancherai tantissimo Piermario. Cordoglio anche dall‘Atalanta, dove il bergamasco Morosini ha militato per ben dieci anni nel settore giovanile: “Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta, attoniti e increduli, piangono la scomparsa di Piermario Morosini e si stringono affettuosamente ai suoi familiari. Ciao Piermario, resterai sempre nei nostri cuori” e da parte di Mino Favini, responsabile del settore giovanile dello stesso club bergamasco, che aveva visto crescere Piermario: “Pensavo che la vita l’avesse già provato fin troppo e invece è arrivata anche quest’ultima tragedia. Aveva perso la mamma che era un bambino e poi il papà, poi il fratello handicappato si è suicidato e gli era rimasta la sorella, anche lei con handicap. Era triste, ma dolcissimo e disponibile”.

    piermario morosini | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Struggente anche il messaggio di Roberto Baronio su Twitter: “Adesso potrai riabbracciare tutta la tua famiglia, ciao Mario!” così come quello di Stefano Mauri, che aveva giocato insieme a Morosini ai tempi dell’Udinese: “Ti ricordo ad Udine, compagno leale, sempre sorridente, un abbraccio Moro. RIP“.

    Cordoglio anche da parte del capitano della Juventus, Alessandro Del Piero, sulla sua pagina Facebook: “ È morto in campo un ragazzo di 25 anni, Piermario Morosini. Torniamo a casa pensando a lui e al dolore di chi gli è vicino. Alessandro”; del capitano dell’Inter Javier Zanetti: ” Siamo veramente sconvolti per quello che è successo a Morosini. Siamo tutti colpiti nel profondo e ci dispiace tantissimo”; del milanista Kevin Prince Boateng: “Rest in peace Piermario”; dello Juventino Giorgio Chiellini “Davvero sconvolto e senza parole, non ci posso ancora credere”; il difensore Mimmo Criscito, che aveva condiviso con lui l’esordio in Under 17 “Ricordo la prima volta il under 17 quando dividevo la stanza con te, sei sempre stato un grande. Il destino è crudele, riposa in pace Mario”.

    Oltre che in Italia, anche a livello internazionale la tragedia di Piermario Morosini ha lasciato un segno profondo: messaggio di cordoglio dall’Inghilterra da parte di Rio Ferdinand, e soprattutto nella Liga spagnola, che ha voluto rendere omaggio al giovane Piermario, con diverse manifestazioni. Dal lutto al braccio del Barcellona, al Twit del Valencia, al minuto di silenzio al Santiago Bernabeu prima della gara fra Real Madrid e Sporting Gijon, annunciato anche su Twitter (le immagini nel video sottostante, ndr).

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