Autore: Simona Granieri

  • Sei Nazioni, Italrugby sconfitta a testa alta

    Sei Nazioni, Italrugby sconfitta a testa alta

    Torna il Sei Nazioni, con la prima giornata del torneo che ha visto in campo, nella giornata di sabato, il match tra Francia e Inghilterra terminato 26-24 per i transalpini, e Galles-Italia conclusosi 23-15 per i gallesi campioni in carica. La prima giornata del torneo si completerà questo pomeriggio con l’incontro tra Irlanda e Scozia a Dublino. Per quanto riguarda gli azzurri di Brunel, nonostante la sconfitta nel tempio della palla ovale, il Millenium Stamdium di Cardiff, in campo si è vista un’Italia con una gran dose di freschezza, tenacia, aggressività e voglia di fare con i suoi “ragazzi terribili” che riescono perfino a far tremare i mostri sacri per buona parte del match, con  i settantamila Gallesi che non possono mostrare la loro assoluta supremazia dovuta alle due vittorie consecutive del torneo nei due anni precedenti.

    L’Italrugby ne esce sconfitta per 15 a 23, ma a testa alta, anzi altissima. E’ l’Italia, infatti, a terminare la gara in crescendo, spaventando non poco il Galles nel secondo tempo, facendo la partita nella seconda parte di gara, con grandissima personalità. L’Italia, dunque, dimostra di essere un buon mix tra esperienza  e giovinezza: pacchetto di mischia ben rodato e giovanissimi sulla trequarti.

    Tra i giovani da segnalare, in tal senso, un ottimo Michele Campagnaro nominato “man of the match”, e tra i senatori di grande esperienza, il grande match del solito Martin Castrogiovanni. L’Italia ha così confermato di possedere gli ingredienti giusti per crescere ancora e continuare a stare a pieno titolo tra le migliori di questo sport.

    Sei Nazioni, Italrugby sconfitta dal Galles | © Stu Forster/Getty Images
    Sei Nazioni, Italrugby sconfitta dal Galles | © Stu Forster/Getty Images

    Il prossimo impegno degli azzurri nella seconda giornata del Sei Nazioni sarà ancora in trasferta, contro la Francia, in un altro stadio che si preannuncia molto “caldo”, lo Stade de France di Parigi, per arrivare, poi, il prossimo 22 Febbraio al primo incontro casalingo all’Olimpico di Roma contro la Scozia.

    Il torneo è appena iniziato e gli uomini del ct Brunel hanno voglia di dimostrare tutto il loro valore.

  • Wanda Nara contro Maxi Lopez: tradita 7 volte

    Wanda Nara contro Maxi Lopez: tradita 7 volte

    Il 2014 dei calciatori di Serie A sembra essere iniziato all’insegna dei tormenti dal punto di vista sentimentale, acuiti dalla macchina del gossip che spesso ingigantisce ogni cosa, o mette in risalto particolari e dettagli apparentemente ininfluenti. Se nel caso del chiacchiericcio del momento legato a Gigi Buffon e Alena Seredova si tratta solo di supposizioni abbastanza fantasiose, nel caso della coppia – ormai scoppiata – Wanda Nara-Maxi Lopez si tratta di certezze. Wanda Nara, infatti, ha voltato pagina e da alcune settimane è ormai testimoniata da numerosissimi scatti e tweet la sua love story con Icardi. Dopo un periodo iniziale in cui i due preferivano glissare sostenendo che la loro fosse solo un’amicizia, Wanda Nara e Mauro Icardi ora  si nascondono più: fanno shopping insieme per le vie del quadrilatero della moda milanese; si mostrano in tribuna a San Siro ad assistere ai match dell’Inter in attesa del ritorno in campo dello stesso Icardi; infine, imprimono i rispettivi nomi su di un tatuaggio.

    Wanda Nara contro Maxi Lopez: tradita 7 volte | © Claudio Villa/Getty Images
    Wanda Nara contro Maxi Lopez: tradita 7 volte | © Claudio Villa/Getty Images

    Con Maxi Lopez, attualmente alla Sampdoria (ex squadra di Icardi, tra l’altro) dunque, è finita definitivamente e lei stessa, in una mail di fuoco, avrebbe spiegato all’ex marito il perchè elencando con dovizia di nomi e particolari una serie di tradimenti che lei stessa avrebbe scoperto. Sarebbero sette diverse donne corrispondenti a sette tradimenti, italiane, brasiliane, argentine; in periodi diversi incontrate in barca, in hotel, a casa.

    Tutto descritto nella mail che sancisce definitivamente la rottura tra Maxi Lopez e Wanda Nara, con quest’ultima che si sfoga affermando di aver trascorso gli ultimi anni “a piangere, soffrire e accudire i figli” sopportando i numerosi tradimenti del marito fedifrago per cercare di difendere la famiglia e per provare a mantenerla unita.

    Ma tutto questo, però, sembra ormai un lontano ricordo. Il presente di Wanda Nara, oltre che per i figli, è solo insieme a Mauro Icardi.

  • Addio Luis Aragones, padre dei trionfi della Spagna

    Addio Luis Aragones, padre dei trionfi della Spagna

    Addio a Luis Aragones, il “sabio de Hortaleza”, tecnico della Spagna campione d’Europa 2008, spentosi all’età di 75 anni questa mattina all’alba nella sua Madrid dopo una lotta con la leucemia. Un personaggio molto amato in Spagna, una “leggenda del calcio spagnolo”, un punto di riferimento per intere generazioni di allenatori, giocatori e appassionati, così come ha voluto ricordare anche Rafa Benitez, attuale allenatore del Napoli molto legato alla figura di Luis Aragones. Alla figura di colui che, dopo anni di delusioni, riuscì a portare le Furie Rosse ad un successo importante con l’Europeo 2008, preludio alla vittoria Mondiale del 2010 che sancì definitivamente la supremazia del calcio spagnolo, di quel Tiki Taka che proprio Luis Aragones contribuì a valorizzare, anche a costo di subire pesanti critiche come quelle legate – ai tempi dell’Europeo di Austria-Svizzera 2008 – all’esclusione dell’amatissimo Raul.

    Addio a Luis Aragones, ct della Spagna campione d'Europa | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images
    Addio a Luis Aragones, ct della Spagna campione d’Europa | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Il tiki taka, però, prima di tutto: prima della Nazionale Spagnola la sua carriera di tecnico inizia verso la metà degli anni ’70, quando allenò l’Atletico Madrid portandolo alla conquista della Coppa Intercontinentale e, negli anni immediatamente successivi, anche la Coppa del Re e la Liga. Ritornò, poi, all’Atletico per altre tre volte, inframezzando tali esperienze con altre panchine importanti: Betis Siviglia, Barcellona, Espanyol, Siviglia, Valencia, Maiorca, prima dell’approdo come commissario tecnico sulla panchina della Roja nel 2004 dove rimase fino al trionfo del 2008. Poi, la sua ultima esperienza in panchina al Fenerbahce, in Turchia.

    Ma la parentesi di maggior rilievo è di certo quella sulla panchina della Nazionale Roja durata quattro anni: una partecipazione mondiale, quella del 2006, in cui la Spagna venne eliminata dalla Francia – poi finalista sconfitta dall’Italia a Berlino – negli ottavi di finale. Un passaggio necessario, per “fare esperienza”, per rodare quel gruppo dall’altissimo potenziale. Due anni dopo, infatti, arrivò puntuale e atteso l’exploit Europeo delle Furie Rosse, con annessa eliminazione dell’Italia di Donadoni ai calci di rigore nei quarti di finale, e poi il trionfo in finale a Vienna contro la Germania.

    Una consacrazione definitiva per il calcio spagnolo che aveva finalmente imparato a non temere le grandi competizioni affermando la sua filosofia di calcio e aprendo un vero e proprio ciclo di successi, sia a livello di Nazionale che a livello di club. “Luis Aragones ha influenzato in maniera determinante la crescita di un’intera generazione di calciatori spagnolo, compiendo scelte importanti ma in modo franco e sincero” come ha ricordato in queste ore il portiere Iker Casillas. Ha cambiato la storia della Nazionale Spagnola e, su tutto questo, rimarrà indelebile per sempre la firma di Luis Aragones.

  • Sochi 2014, 113 convocati per le Olimpiadi invernali

    Sochi 2014, 113 convocati per le Olimpiadi invernali

    Le Olimpiadi invernali di Sochi 2014 sono alle porte e prenderanno il via il prossimo 7 Febbraio. La Russia intera è in fibrillazione per il tanto atteso evento, che darà lustro ad un Paese controverso, in cerca di “leggerezza” e di visibilità internazionale. Un Paese che deve fare i conti con una situazione interna non semplice, di spaccatura tra i “paperoni” oligarchi petrolieri e la classe povera ancora costretta a emigrare a Ovest a cercar fortuna. Il tutto in un clima politico teso, in cui le libertà sono ben lontane dagli standard delle vere democrazie, e il pericolo di atti terroristici è comunque forte. In tal senso, è stato individuato l’autore delle minacce terroristiche inviate via mail al Comitato organizzatore: si tratta di un cittadino russo attualmente residente all’estero, ma ci sarebbero forti dubbi sulle sue condizioni di salute mentale. Per ora la situazione è, dunque, sotto controllo così come aveva voluto sottolineare lo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò in vista della partenza della truppa azzurra per Sochi 2014. La composizione della spedizione italiana è stata ufficializzata in queste ore e prevede la presenza di 113 atleti in totale, 69 uomini e 44 donne, suddivisi per le diverse specialità in programma: Sci alpino, sci di fondo, freestyle, snowboard, biathlon, salto, slittino, bob, skeleton, pattinaggio di figura, pattinaggio di velocità, short track.

    Sochi 2014,  113 azzurri convocati | © Matthew Stockman/Getty Images
    Sochi 2014, 113 azzurri convocati | © Matthew Stockman/Getty Images

    Ecco la lista completa con i nomi dei 113 Azzurri che prenderanno parte alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014 in programma dal 7 al 23 Febbraio:

    Sci Alpino: Luca De Aliprandini, Peter Fill, Stefano Gross, Werner Heel, Christof Innerhofer, Manfred Moelgg, Roberto Nani, Dominik Paris, Giuliano Razzoli, Davide Simoncelli, Patrick Thaler, Federica Brignone, Chiara Costazza, Elena Fanchini, Nadia Fanchini, Denise Karbon, Francesca Marsaglia, Daniela Merighetti, Verena Stuffer.

    Freestyle: Markus Eder, Giacomo Matiz, Silvia Bertagna, Deborah Scanzio.

    Snowboard: Mainhard Erlacher, Roland Fischnaller, Tommaso Leoni, Aaron March, Luca Matteotti, Christoph Mick, Emanuel Perathoner, Omar Visintin, Corinna Boccacini, Raffaella Brutto, Michela Moioli, Nadya Ochner.

    Sci di Fondo: Roland Clara, Francesca De Fabiani, Giorgio Di Centa, David Hofer, Enrico Nizzi, Dietmar Noeckeler, Fabio Pasini, Mattia Pellegrin, Federico Pellegrino, Debora Agreiter, Elisa Brocard, Virginia De Martin Topranin, Ilaria Debertolis, Greta Laurent, Marina Piller, Gaia Vuerich.

    Biathlon: Christian De Lorenzi, Lukas Hofer, Daniel Taschler, Dominik Windisch, Markus Windisch, Nicole Gontier, Karin Oberhofer, Michela Ponza, Alexia Runggaldier, Dorothea Wierer.

    Salto: Davide Bresadola, Sebastian Colloredo, Roberto Dellasega, Evelyn Insam, Elena Runggaldier.

    Combinata Nordica: Armin Bauer, Samuel Costa, Giuseppe Michielli, Alessandro Pittin, Lukas Runggaldier.

    Bob: Simone Bertazzo, Francesco Costa, Simone Fontana, William Frullani

    Slittino: Dominik Fischnaller, Patrick Gruber, Christian Oberstolz, Patrick Rastner, Emanuel Rieder, Ludwig Rieder, Armin Zoeggeler, Sandra Gasparini, Sandra Robatscher, Andrea Voetter. Skeleton: Maurizio Oioli.

    Pattinaggio di Velocità: Matteo Anesi, David Bosa, Andrea Giovannini, Mirko Nenzi, Yvonne Daldossi e Francesca Lollobrigida.

    Pattinaggio di figura: Paul Bonifacio Parkinson, Carolina Kostner, Valentina Marchei, Stefania Berton e Ondrej Hotarek, Anna Cappellini e Luca Lanotte, Nicole Della Monica e Matteo Guarise, Charlene Guignard e Marco Fabbri.

    Short Track: Arianna Fontana, Cecilia Maffei, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Elena Viviani, Yuri Confortola, Tommaso Dotti, Anthony Lobello, Nicola Rodigari e Davide Viscardi.

  • Mondiali di basket, l’Italia non parteciperà

    Mondiali di basket, l’Italia non parteciperà

    Pagare per partecipare al Mondiale? No, grazie. A dirlo, con grande fermezza, è stato il presidente della FIP Gianni Petrucci, riferendosi ai Mondiali di basket in programma per il prossimo mese di Giugno in Spagna ai quali la Nazionale italiana non parteciperà. Il presidente Petrucci, infatti, ha rifiutato di pagare la somma richiesta per la partecipazione ai Mondiali di basket, pari a un milione di franchi. La questione è la seguente: la Nazionale Italiana ha ben figurato nella prima fase dell’europeo in Slovenia con un’ottima fase a gironi ma, poi, nelle sfide dirette ha subito un forte calo di rendimento che le è costato la qualificazione al mondiale e l’ottavo posto europeo.

    Per questo, piuttosto che “sborsare” la pesante cifra per l’acquisto di una delle wild card disponibili per la partecipazione ai Mondiali di basket, la federazione italiana pallacanestro ha deciso di rinunciare all’appuntamento iridato. Le reazioni in merito sono state, ovviamente, molto forti e  contrastanti tra loro.

    Da un lato, chi ha appoggiato la posizione del presidente Gianni Petrucci sottolineando che sia concettualmente giusto, anche in linea di principio, non accettare di pagare per partecipare ad una competizione sportiva.

    Mondiale di basket, l'Italia dice no | © Paolo Bruno/Getty Images
    Mondiale di basket, l’Italia dice no | © Paolo Bruno/Getty Images

    Dall’altro lato, invece, alcuni hanno protestato perchè delusi dalla non partecipazione della Nazionale ad un appuntamento così importante come i Mondiali di basket, soprattutto perchè avrebbe potuto essere occasione di riscatto dopo la cocente delusione della sconfitta contro la Serbia che ha relegato la Nazionale di basket all’ottavo posto tra le nazionali europee, non mancando di sottolineare che – se si fosse trattato dalla mancata partecipazione dell’Italia ai Mondiali di calcio – ci sarebbe stata una vera e propria sollevazione popolare ad impedire una simile decisione.

    C’è, poi, da considerare un altro aspetto di rilievo: sarà in grado la Federazione di adoperare quel milione risparmiato per investirlo in maniera proficua al fine di risollevare le sorti di questo sport in Italia? Oppure si sarà trattato di un sacrificio, alla fine dei conti, inutile?

  • Schumacher, un mese dall’incidente

    Schumacher, un mese dall’incidente

    E’ trascorso ormai un mese dall’incidente sciistico che ha coinvolto Michael Schumacher sulla neve delle Alpi francesi, il 29 Dicembre 2013, mentre sciava insieme a suo figlio e ad altri ragazzi. Una fatalità tremenda, una caduta accidentale, un urto violento nonostante il casco indossato, che ha tenuto con il fiato sospeso per lunghi giorni, tra la diramazione di un bollettino medico e quello successivo. Ad un mese di distanza le notizie non sembrano essere più da prima pagina ma moltissimi tifosi dell’ex pilota ferrarista continuano ad interrogarsi sulle sue reali condizioni e, soprattutto, sulle possibilità di rivederlo in piena salute. Le notizie che trapelano raccontano di una situazione stabile: un fatto positivo in una situazione così delicata, in cui i medici dell’ospedale di Grenoble provano ad allentare la somministrazione di farmaci anestetici che, finora, hanno indotto il coma artificiale. Al fianco di Schumacher è, poi, sempre presente la moglie Corinna, così come il fratello ed ex pilota Ralf Schumacher, del padre e dell’amico fraterno Jean Todt, ex dirigente del team del cavallino rampante ai tempi dei pluri-trionfi mondiali di Schumi.

    Schumacher, un mese dopo l'incidente | © KARIM JAAFAR/AFP/GettyImages
    Schumacher, un mese dopo l’incidente | © KARIM JAAFAR/AFP/GettyImages

     

    I neurologi sostengono tesi contrapposte in merito alle reali possibilità di recupero in una simile situazione, soprattutto considerando il mese di coma: secondo alcuni medici, sarebbe possibile un recupero completo anche dopo tre mesi di coma, ed in tale direzione andrebbero alcuni precedenti casi.

    Per ora, riguardo ai parametri medici, sembra che qualche valore stia migliorando, anche se non ancora sufficiente  a garantire il risveglio completo e la respirazione spontanea. Si tratta solo di supposizioni trapelate, però, perchè attorno alla cartella clinica di Schumacher vige il massimo riserbo, acuito anche dal fatto che secondo le disposizioni dei vertici della struttura sanitaria, anche il minimo sospetto circa una fuga di notizie costerà il posto di lavoro.

    Per “recuperare tempo”, poi, i fisioterapisti provvedono quotidianamente a sottoporre Michael Schumacher a sedute di ginnastica passiva finalizzate a mantenere il tono muscolare nonostante la permanenza a letto. Tutto nella speranza dell’arrivo di buone notizie.

  • Gran Gala del calcio, trionfo Juventus con Pirlo e Conte

    Gran Gala del calcio, trionfo Juventus con Pirlo e Conte

    Non sarà la notte degli Oscar “originale” con tanto di red carpet made in Usa e parata di stelle ma, per il calcio di casa nostra, il Gran Gala organizzato dall’Associazione Italiana calciatori è considerato un evento importante ed atteso, a suggellare con i suoi Oscar le eccellenze di ogni stagione. (altro…)

  • Fair play finanziario, l’Uefa fa sul serio

    Fair play finanziario, l’Uefa fa sul serio

    Fair play finanziario, questo sconosciuto. Cerchiamo di fare chiarezza su uno dei concetti maggiormente discussi in ambito calcistico-gestionale, andando a comprendere quale sia la ragione alla base della sua introduzione e come questo possa influire sulle vicende quotidiane dei diversi club. L’idea di fari play finanziario nasce nel 2009 dalla considerazione, tutto sommato ovvia, che nel calcio moderno le maggiori disparità tra club – in termini di competitività – nascano proprio dall’aspetto economico, ossia dalle diverse disponibilità che, di conseguenza, influenzano le possibilità di investimento. Il fair play finanziario, dunque, è divenuto uno degli undici valori promossi dall’Uefa e, in particolar modo, dal suo presidente Michel Platini. Il concetto è semplice: cercare di far sì che tutti i club possano avere possibilità economiche quanto più equilibrate al fine di salvaguardare la giusta competizione, evitando lo strapotere (in termini economici oligopolio) di pochi eletti, quali Real Madrid, Bayern Monaco, Barcellona, Manchester United e, new entry, il Paris Saint Germain, facendo in modo da evitare che le squadre che rispettano le regole soccombano di fronte ai milioni sonanti delle super big.

    Nel dettaglio, gli obiettivi del fair play finanziario di sostanziano in diversi punti, tra cui i più salienti sono: stimolare l’auto-sostenibilità delle società nel lungo periodo, stimolare la crescita delle infrastrutture, valorizzare i settori giovanili, incoraggiare le società a competere entro i propri introiti.  Il primo ed il secondo punto, dunque, mirano a creare un circolo virtuoso che leghi insieme costruzione di strutture di proprietà (stadi, musei, spazi dedicati) che possano divenire fonti di guadagno stabili e durature nel tempo, in modo da sganciare le società di calcio dalla dipendenza-diritti televisivi. Il modello italiano, in tal senso, è la Juventus che da tre anni ha intrapreso questa strada, a sua volta emulando il modello inglese che, per anni, ha fatto scuola. La valorizzazione del settore giovanile, poi, rientra fra i punti chiave proprio perchè permette di sganciarsi dalle logiche delle folli aste di mercato: il vivaio è un “prodotto” da curare con pazienza e progettualità e, solo così, darà i suoi frutti. L’ultimo punto legato al fair play finanziario è, poi, collegato all’obiettivo “No debito“, considerando che molte società, soprattutto negli anni trascorsi, erano solite chiudere il bilancio in perdita.

    Fair play finanziario, l'Uefa ora fa sul serio | © Harold Cunningham/Getty Images
    Fair play finanziario, l’Uefa ora fa sul serio | © Harold Cunningham/Getty Images

    Su questo punto la stessa Uefa effettua un’azione di monitoraggio finalizzata a verificare che non siano presenti debiti arretrati, che siano fornite informazioni finanziarie inerenti l’orizzonte temporale futuro (una sorta di budget finanziario) e che, soprattutto, si raggiunga il pareggio di bilancio. Gli esiti di tale monitoraggio sono, poi, fortemente connessi alle sorti sportive dei club: le sanzioni, infatti, per mancato rispetto dei “punti” fissati per il fair play finanziario possono comportare anche la mancata iscrizione alle competizioni europee, quali Champions League ed Europa League, così come già sperimentato da alcuni club come Malaga,Partizan Belgrado, Dinamo Bucarest e Rapid Bucarest.

    Fino al 2018, tuttavia, sarà concesso un “margine” di deficit pari a cinque milioni di euro ed ulteriori possibili “aggiustamenti” a patto che le eventuali perdite, non superiori ad un tot fissato, vengano ripianate con tempestività. Nonostante tali deroghe, però, a partire da quest’anno il periodo di “prova” è terminato e la mannaia delle decisioni Uefa  in agguato non consente ai club di dormire sonni tranquilli: saranno puniti i club che sforeranno di 45 milioni. Basti pensare che, in questi giorni, è prevista un’ispezione presso la sede del Psg proprio per verificare alcuni documenti finanziari e, in particolare, l’accordo di sponsorizzazione che lega il club parigino all’ente turismo Qatar e che frutta al club il 50% dei suoi ricavi annui, circa 200 milioni di euro, permettendogli di abbattere le perdite di bilancio. In tal caso, il forte sospetto è che l’operazione sia una “manovra interna” e che nasconda, dunque, un aumento di capitale considerando che il Psg è di proprietà proprio del Qatar Sport Investment. Ma il presidente Platini farà un “torto” al principale club francese?  In passato l’ex numero dieci aveva annunciato di “non voler guardare in faccia nessuno” e, ovviamente, se di fair play si parla è necessario che le regole siano uguali per tutti.

    Tra le italiane, nessun problema fair play finanziario – ad oggi – per le big, ad eccezione dell‘Inter che potrebbe chiudere in rosso di 70 milioni il bilancio di quest’anno. Thohir dovrà compiere molti sforzi per ripianare: sarà sufficiente?

  • Atalanta nella top ten dei vivai d’Europa

    Atalanta nella top ten dei vivai d’Europa

    La cantera del Barcellona è conosciuta a livello mondiale come fucina di campioncini a cui attingere a piene mani: lo fa il club blaugrana, ovviamente, ma anche le altre grandi d’Europa che conoscono bene il valore del settore giovanile del Barca che ha “sfornato”, solo per fare qualche esempio, Xavi, Iniesta e Leo Messi. In Spagna l’eterna rivalità Barcellona-Real Madrid spinge, poi, anche il club delle merengues ad investire nei suoi giovani, così come fa il Bayern Monaco trionfatore della scorsa Champions League che, in tal senso, fornisce un gran numero di giovani talenti alla Nazionale tedesca. In Italia la cultura della valorizzazione dei giovani del vivaio è un elemento che, fino a qualche anno fa – in epoca di “vacche grasse” – ben pochi consideravano ma che, ora, in tempi di crisi si può rivelare una preziosissima risorsa. Tra le grandi, la Juventus persegue questa strada con maggiore convinzione ma anche le altre stanno gradualmente investendo in tale direzione. Il vero modello da imitare, però, è l’Atalanta che, da sempre, fa della valorizzazione dei giovani da lanciare in prima squadra un proprio valore aggiunto.

    Sono passati dal vivaio dell’Atalanta quasi tutti i più grandi del nostro calcio, in diverse generazioni. Solo per citarne alcuni: da Scirea e Donadoni, da Pazzini a Montolivo, a Pippo Inzaghi che, seppur non nelle giovanili, vestì la maglia Atalantina per la sua definitiva consacrazione in serie A prima di approdare alla Juventus.

    Atalanta nella top ten dei vivai | © ALBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images
    Atalanta nella top ten dei vivai | © ALBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images

     

    Ora, questa consacrazione dell’Atalanta come importante serbatoio di giovani talenti è giunta anche dall’Osservatorio Internazionale per gli studi sportivi che ha stilato una classifica europea dei migliori vivai. In testa troviamo, ovviamente, il Barcellona, seguito da Olympique Lione e Real Madrid, poi Rennes, Arsenal, Manchester United, Bayern Monaco, Stoccarda, Atalanta e Athletic Bilbao.

    Il club bergamasco, dunque, si colloca in nona posizione, unica italiana della importante “top ten”. Un riconoscimento importante che premia il buon lavoro compiuto in questi anni, che continuerà ancora in futuro su questa strada, e che ha un importante “mente” dietro tutto ciò.

    Si tratta di Mino Favini, ex calciatore classe 1936, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta da circa quarant’anni che fa di tre regole d’oro il suo “credo” riferito ai calciatori in erba: lo spirito dell’oratorio, l’educazione e la formazione culturale.

  • Buffon-Seredova, separazione o destabilizzazione Juve?

    Buffon-Seredova, separazione o destabilizzazione Juve?

    Crisi Buffon-Seredova al punto che la separazione sarebbe vicina? La notizia, se fosse confermata, avrebbe del clamoroso considerando la “portata” dei due protagonisti e, soprattutto, il grande seguito legato alla coppia italo-ceca. Se ne fa un gran parlare in rete, rimbalzando da una supposizione all’altra e scavando tra le possibili cause.  Secondo alcuni ci sarebbe addirittura lo “zampino” della giornalista e conduttrice di Sky Sport Ilaria D’Amico che avrebbe ammaliato Buffon durante un evento di beneficenza al quale i due avrebbero partecipato nello scorso mese di Ottobre presso l’ospedale San Carlo Borromeo di Milano. In tutto ciò l’unica certezza risulta essere il fatto che la D’Amico, la scorsa estate, ha interrotto la relazione settennale con l’imprenditore Rocco Attisani a causa di un tradimento del compagno. Per tale motivo il gossip ha avuto terreno fertile, dando il “via” alle libere associazioni di idee: la D’Amico nuovamente single, la D’Amico vicina al mondo del calcio, la D’Amico e Buffon insieme a un evento di beneficenza dimostrano un buon feeling, Buffon prende una “sbandata” per la D’Amico, almeno stando alle deduzioni di Alfonso Signorini durante il suo programma radiofonico su Radio Montecarlo “poi i diretti interessati smentiranno e la verità prima o poi verrà fuori”.

    Buffon-Seredova, separazione o destabilizzazione Juve? | © Claudio Villa/Getty Images
    Buffon-Seredova, separazione o destabilizzazione Juve? | © Claudio Villa/Getty Images

    A ben vedere, qualche smentita pare sia già arrivata: durante le scorse vacanze natalizie, la coppia Buffon-Seredova appariva tutt’altro che scoppiata, passeggiando  tra le strade innevate di Courmayeur insieme ai due bambini, Louis Thomas e David Lee. In quei giorni, la stessa Alena Seredova sul suo profilo Twitter aveva accennato una risposta polemica ai suoi followers che le rivolgevano domande a proposito della vociferata rottura con Gigi, lasciando trapelare un pizzico di irritazione per una notizia che lei stessa definiva “inventata” e smentita dalle fotografie in compagnia del marito da lei stessa pubblicate su Twitter.

    C’è poi da considerare un altro aspetto che, forse, alcuni potranno ricondurre al “Conte-pensiero“, ossia alle esternazioni del mister della Juventus che, negli ultimi tempi, sembra molto deciso nel sottolineare le azioni di disturbo attorno alla sua squadra.

    Riconducendo la vicenda all’aspetto prettamente “calcistico” piuttosto che al mondo del gossip,  potrebbe risultare uno dei vari tentativi finalizzati a destabilizzare il clima dello spogliatoio bianconero colpendo direttamente uno dei suoi simboli, ossia il capitano ed uomo carismatico, così come lo stesso mister juventino ha più volte sostenuto, in associazione alle voci di calciomercato ed alle polemiche “montate ad arte” che lo hanno indotto, in questi giorni, a scegliere la strada del silenzio-stampa come forma di protesta.

    Sarà vero lo scoppio della coppia Buffon-Seredova? Sarà un tentativo di destabilizzare la capolista? Sarà una voce di gossip per risollevare le sorti di qualche testata giornalistica? Per ora non v’è certezza alcuna ma, in alcuni casi, sarebbe meglio contenere le attività di “brainstorming”.