Autore: Simona Granieri

  • La Liberazione di Borriello, un gol per il riscatto

    La Liberazione di Borriello, un gol per il riscatto

    Se c’è una ricetta per il successo in questa Juventus griffata Antonio Conte, senza dubbio è lo spirito di gruppo: ormai è risaputo, ma ogni volta sembra esserci un’ulteriore dimostrazione di questa unità di intenti, di questa voglia di porsi a disposizione della squadra per il bene comune, per portare un valore aggiunto al collettivo, e non per vane glorie personali. Il mantra dell’importanza del gruppo rispetto ai singoli è una certezza inossidabile, costruita giorno per giorno, alimentata dai risultati ottenuti, coltivata con la cura dei dettagli, maniacale. In un tale clima di perfetta armonia, però, sembrava stridere la presenza di un calciatore poco amato dal pubblico, poco “produttivo” in campo, deludente nelle prestazioni al punto da apparire quasi come un corpo estraneo: Marco Borriello, giunto nel mercato di Gennaio, per quasi cinque mesi ha rappresentato un “neo” nell’orchestra bianconera, a partire già dalla freddissima accoglienza (per usare un eufemismo) che i tifosi gli hanno tributato nella gara con il Lecce, al rientro dalla sosta natalizia, l’8 Gennaio, in cui uno striscione lo definiva pressapoco un “mercenario”.

    L’ostilità affondava le sue origini dal “gran rifiuto” di Borriello, lo scorso anno, quando preferì la maglia della Roma a quella Juventina, uno sgarbo mai digerito dai tifosi bianconeri che, pertanto, non hanno accolto di buon grado la notizia del suo arrivo del mercato di riparazione: nel calcio, però, spesso si ha la memoria corta ed ogni vecchia ruggine può essere smaltita a suon di gol, capaci di cancellare ogni precedente dissapore. Nel caso di Borriello, però, tutto questo non è avvenuto, perchè – per lunghi mesi – la sua condizione approssimativa ed il suo stato di forma non eccellente gli hanno impedito di essere protagonista in campo, alternando prestazioni mediocri e scampoli di partita disputati entrando dalla panchina, facendo storcere spesso il naso a chi lo vedeva entrare in campo, “rubando la scena” all’uomo più amato dal popolo bianconero, ossia Alessandro Del Piero.

    Marco Borriello | © TIZIANA FABI/Getty Images

    In molti non riuscivano a capire cosa inducesse un tecnico tanto pragmatico come Antonio Conte ad ostinarsi nel concedere fiducia ad un attaccante in apparenza spento ed appannato, nei movimenti e nel “vedere la porta”; una circostanza misteriosa che, a dieci minuti dalla fine nell’ostica gara con il Cesena, si svela improvvisamente, con un gran sinistro di controbalzo, dai molteplici significati: il gol dell’ 1 a 0 per la Juventus, il gol che consente di vincere la partita mantenendo il vantaggio sul Milan di tre punti a quattro giornate dalla fine, il gol che consente a Borriello di correre in direzione di Antonio Conte, per abbracciarlo e dirgli “grazie”, un gol che contente a Marco – nel giorno di San Marco – di riscattare tante prestazioni grigie e divenire nuovamente protagonista in campo, dopo 11 mesi di digiuno.

    Nel post partita Marco Borriello rivelerà di aver avuto, prima di entrare in campo dalla panchina, il sentore che avrebbe segnato, come mai gli succede, al punto da dirlo anche ai compagni seduti vicino a lui. Un sentore che gli ha portato bene, e che dà ragione a chi – a dispetto di tutti – gli ha voluto dare fiducia, credendo nel suo riscatto e nelle sue qualità, calcistiche ed umane: ecco perchè mister Conte afferma, con grande sincerità, di “esser felice più per l’uomo che per il calciatore”, lodando l’umiltà e lo spirito di sacrificio di Marco Borriello. Ecco perchè, nonostante la “gloria personale”, l’attaccante afferma che “non si può ancora festeggiare“, dimostrando di aver recepito alla perfezione lo spirito made in Conte, omaggiando, poi, con la dedica del suo gol, Andrea Fortunato il giovane calciatore bianconero scomparso 17 anni fa.

    Per Marco Borriello, dunque, il presente si può tingere di tinte più rosee, come il colore della maglia indossata ieri, nella speranza che –  con le sue prestazioni da qui al termine del campionato – possa indurre la società a riscattare il suo prestito: a suon di gol decisivi, la “mission” può non essere impossible.

  • Lecce – Napoli 0-2, Hamsik e Cavani piegano i giallorossi

    Lecce – Napoli 0-2, Hamsik e Cavani piegano i giallorossi

    Alla vigilia era una gara ostica per il Napoli di Mazzarri la trasferta di Lecce, contro un avversario in grande spolvero, proiettato a conquistare il maggior numero di punti possibili in chiave salvezza, reduce dal pareggio contro la Lazio nell’ultimo turno di campionato. Non era semplice fare punti in trasferta, nel caldissimo Via del Mare, soprattutto per una squadra che sta cercando di ricostruire il suo morale e le sue motivazioni, dopo un periodo di tramortimento vero e proprio. Invece, il Napoli contro i salentini del Lecce è riuscito a ritrovare la stella polare, ossia la giusta grinta e motivazione per rincorrere gli obiettivi da raggiungere, cercando di imprimerli con nuova fermezza e determinazione: tutto ciò si è poi concretizzato nei tre punti, giunti contro un avversario mai domo, che assumono un grandissimo peso in classifica, considerando che i partenopei, dopo la vittoria, sono balzati a meno uno dalla Lazio, che occupa il terzo posto.

    La chiave di volta della gara è stato il vantaggio colto da Hamsik già dopo 4 minuti di gioco,su un’azione di destro al volo, su cross da punizione calciato da Inler. Il Lecce assorbe il colpo ma prova a ripartire, con uno dei  suoi uomini più pericolosi – come spesso accade – ossia Cuadrado, che si inserisce con alcune iniziative personali. Al 23′ Maggio ha, però, l’occasione per il raddoppio azzurro, che non riesce a cogliere prontamente. Al 30′, si rende pericoloso il Lecce, con un’azione che coinvolge i suoi “copertina”, Cuadrado, Di Michele e Muriel, con il colombiano che – da posizione più che favorevole – non riesce a concretizzare, calciando in maniera assolutamente flebile, facendo infuriare Cosmi, che vede la sua squadra meno decisa del solito.

    Un'immagine di Lecce-Napoli | © Getty Images

    Dopo l’intervallo, infatti, bastano appena sei minuti al Napoli per trovare il raddoppio, con un lancio preciso di Cannavaro per Cavani che scatta in contropiede e beffa il portiere salentino per il 2 a 0 definitivo, firmando il suo personale centesimo gol da quando gioca in Italia. Dopo il secondo gol del Napoli le velleità del Lecce sembrano spegnersi ulteriormente, considerando che la squadra di Mazzarri dà sempre l’impressione di riuscire a controllare la gara, anche alla luce di una ritrovata condizione fisica dei partenopei, che appaiono maggiormente lucidi rispetto alle ultime uscite. Date queste premesse, dunque, la gara termina senza particolari patemi per i napoletani, che perdono Campagnaro per infortunio muscolare ma che si consolano con una vittoria pesantissima che gli consentirà di affrontare con uno spirito differente la gara di domenica prossima contro la Roma. Per il Lecce, invece, un passo indietro tutto sommato “indolore” considerando la sconfitta della diretta concorrente Genoa contro il Milan.

    Le Pagelle di Lecce Napoli

    Lecce:

    Benassi 6 Gara sufficiente, sui gol è incolpevole

    Oddo 6.5 Vivace in fase di spinta, attento in difesa

    Esposito 5.5 Macchinoso contro la velocità implacabile del contropiede di Cavani

    Tomovic 6 Partita sufficiente, ma con qualche sbavatura

    Cuadrado 5.5 La sua capacità nel dribbling è ormai nota, ma a volte sembra volerla dimostrare con eccessiva ostinatezza

    Delvecchio 6 Umile e generoso, buona gara

    Giacomazzi 5.5 Uno dei perni fondamentali, viene però sostituito da Bojinov nell’assalto finale

    Blasi 6 Solita gara di sostanza

    Brivio 5 Uno dei peggiori del Lecce, pertanto Cosmi lo sostituisce con Di Matteo

    Di Michele 6 Generoso in avanti, prova a mettere in condizione i compagni di esprimersi in zona gol, ma non ci riesce

    Muriel 5 Sottotono e poco incisivo

    Napoli:

    De Sanctis 6 Gara tranquilla, senza patemi eccessivi

    Campagnaro 6 Gara tranquilla, se non fosse per l’infortunio

    Cannavaro 7 Attentissimo in difesa e preciso nell’assist per il raddoppio di Cavani

    Aronica 6 Gara di grinta e concentrazione

    Maggio 5.5 Inizia con buone iniziative, poi si spegne gradualmente nel corso della gara

    Gargano 6.5 Inesauribile energia, è ritornato il solito “motorino”

    Inler 6 Sua la punizione sulla quale Hamsik trova il vantaggio dopo 4 minuti

    Dzemaili 6 Gara sicuramente positiva, prova anche il tiro personale

    Zuniga 6 Ostacola e frena le iniziative di Cuadrado: di questi tempi, è un ottimo risultato

    Hamsik 7 Ritrova il gol, bello e preziosissimo, ponendo la gara in discesa dopo 4 minuti

    Cavani 7 Cento gol in Italia, autore del raddoppio-tranquillità: gara da incorniciare

    VIDEO LECCE – NAPOLI 0-2

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  • Lecce – Napoli, Lavezzi non ce la fa, Mazzarri lancia centrocampo a 5

    Lecce – Napoli, Lavezzi non ce la fa, Mazzarri lancia centrocampo a 5

    Lecce – Napoli sarà un crocevia importantissimo per le due squadre in campo, che vivono momenti molto diversi della loro stagione ma che inseguono obiettivi e risposte essenziali per il loro presente e per il futuro. La squadra di Serse Cosmi sta cercando, infatti, di sfruttare al massimo l’attuale momento di forma per conquistare pesanti punti salvezza, ed è reduce dal pareggio in extremis contro la Lazio con la rete realizzata da Bojinov al 91′.

    Il Napoli, invece, dopo il periodo di crisi che aveva minato le certezze e gli entusiasmi dell’ambiente, nello scorso turno ha ottenuto un’importantissima vittoria al San Paolo contro il Novara, una vera e propria boccata d’ossigeno, che ha rinvigorito le speranze connesse al raggiungimento del terzo posto (obiettivo stagionale, ndr), ora lontano quattro punti in classifica.

    Necessità di continuità di risultati positivi per i salentini, che lanciano l’assalto alla zona salvezza cercando di approfittare delle attuali difficoltà del Genoa, diretto concorrente distante, ora, solo un punto; necessità di continuità anche per i partenopei, che cercano l’input per chiudere la stagione positivamente in campionato, in vista della finale di Coppa Italia: per tali ragioni, il match del Via del Mare di Lecce si preannuncia davvero molto caldo.

    Il Napoli vuole dare un ulteriore segnale di ripresa per provare a metter pressione alla Lazio, considerando che anche gli uomini di Reja non sembrano avere più il passo deciso delle precedenti uscite e che Reja stesso ha detto di temere più di tutti proprio lo stesso Napoli: il momento, dunque, è topico, da dentro o fuori, anche considerando la difficile sfida di domenica contro la Roma di Luis Enrique.

    Walter Mazzarri © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Walter Mazzarri, dunque, sperava di poter contare sull’importante recupero del Pocho Lavezzi che pare stia superando i problemi muscolari che lo avevano costretto a saltare la gara con il Novara: l’argentino aveva già ripreso a correre per bruciare le tappe ma il provino effettuato ieri a Castel Volturno ha sconsigliato la sua presenza, raccomandando maggiore prudenza soprattutto per preservarlo per la delicata sfida contro la Roma di domenica prossima. In attacco, certa, invece, l’assenza di Pandev per squalifica, che costringerà Mazzarri ad adattare il modulo, con un centrocampo a cinque, ed Hamsik a supporto del solo Edinson Cavanidi punta.

    Il Lecce di Cosmi, invece, sarà probabilmente schierato con il modulo, ormai consolidato, 3-5-2, con la coppia d’attacco Muriel-Di Michele, recuperando anche l’ex partenopeo Blasi, che rientra dalla squalifica, confermando Cuadrado, apparso sempre in grande forma nella precedente gara contro la Lazio. Partirà, dunque, dalla panchina l’uomo-gol che ha acciuffato il pari contro i biancocelesti, ossia Valeri Bojinov.

    Probabili formazioni Lecce Napoli:

    LECCE (3-5-2): Benassi; Oddo, Miglionico, Tomovic; Cuadrado, Delvecchio, Giacomazzi, Blasi, Brivio; Muriel, Di Michele. A disposizionePetrachi, Esposito, Bertolacci, Carrozzieri, Giandonato, Bojinov, Corvia. Allenatore: Serse Cosmi

    NAPOLI (3-5-1-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Dzemaili, Zuniga; Hamsik, Cavani. A disposizione: Colombo, Fernandez, Dossena, Vargas, Ammendola. Allenatore: Walter Mazzarri

    Il direttore di gara sarà il signor Tagliavento di Terni, coadiuvato dagli assistenti di linea Manganelli e Padovan e dal quarto uomo Rizzoli.

  • Conte e l’accusa di Carobbio “Vogliono destabilizzarci ma non ci riusciranno”

    Conte e l’accusa di Carobbio “Vogliono destabilizzarci ma non ci riusciranno”

    La vittoria di ieri contro la Roma per 4 a 0 è stata la risposta più bella ed importante per Antonio Conte: i suoi ragazzi hanno talmente tanta fame di vittoria e di riscatto che non si lasciano scalfire da nulla. Non si lasciano “destabilizzare” come ha detto lui nel dopo partita, in maniera netta, senza giri di parole, guardando dritto alla telecamera. Un modo per ribadire che la sua Juventus è più forte di tutto, e che le difficoltà tendono a cementare ancora di più un gruppo già granitico, che si esalta di fronte ai tentativi di turbamento: “vinciamo sempre quando mi criticano, una volta per 3 a 0, oggi per 4 a 0, quindi va bene così”.

    I riferimenti agli eventuali turbamenti sono, naturalmente, alle accuse dell’ex calciatore Filippo Carobbio che ha citato il tecnico salentino nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse, precisando che – ai tempi in cui sedeva sulla panchina del Siena – Conte era venuto a conoscenza delle combine di Novara-Siena del 1 Maggio 2011, perchè sarebbe stato lo stesso Carobbio a raccontare l’accordo fra le due squadre per far terminare la gara in parità per 2-2: in tal caso, il “reato” contestato a Conte sarebbe l’omessa denuncia alla quale è connesso il rischio di un anno di squalifica. Nonostante le accuse, però, Antonio Conte sembra tranquillo, cercando di rimanere concentrato sul suo presente e sul sogno scudetto: “Ho poco da dire, c’è un indagine in corso, sono sereno e fiducioso nelle istituzioni. Non sono stato chiamato da nessuno, quando mi chiamano avrò il piacere di rispondere”. 

    Antonio Conte | © AFP/Getty Images

    Il punto focale della questione è proprio il fatto che il mister Antonio Conte non sia mai stato ascoltato dalla procura che indaga sul calcioscommesse, pur considerando che le pesanti accuse di Carobbio risalgono al lontano 29 febbraio, quasi due mesi fa. In particolare tale “impostazione di indagine” non sarebbe coerente con la linea adottata dal procuratore Stefano Palazzi che, finora, ha fatto in modo da ascoltare anche persone non direttamente coinvolte sui fatti, citate in maniera marginale.

    E’ ragionevole considerare che la Figc nei confronti della Juventus e dei suoi esponenti agisca “con i piedi di piombo” dopo i fortissimi attriti relativi al 2006, ossia allo scandalo calciopoli? Potrebbe essere, soprattutto alla luce della cospicua richiesta di risarcimento danni avanzata dal Presidente bianconero Andrea Agnelli, pari a 444 milioni di euro, anche considerando il momento topico della stagione, in cui Conte è l’artefice principale della scalata Juventina ai vertici della classifica, con il sorpasso ai danni del Milan compiuto nel sabato pre pasquale e la legittimazione del primo posto con le pesantissime vittorie contro Lazio e Roma. Quel che mister Conte vuole ribadire con assoluta fermezza è che “Non ci faremo destabilizzare. Queste situazioni aumentano la cattiveria agonistica, la voglia, la determinazione. Ci sta che dall’esterno arrivi di tutto e di più, già l’avevo detto tempo fa”.

    In quell’occasione, era già successo che Antonio Conte venisse coinvolto nel filone dell’inchiesta di Bari, in cui veniva definito “contattabile” dall’ex barese Antonio Bellavista, in merito alla possibilità di un suo coinvolgimento sulle combine, ma, poi, tutto si risolse in una bolla di sapone. La Juventus si augura che sarà così anche stavolta.

  • Caos Genoa, paga Malesani

    Caos Genoa, paga Malesani

    Il pomeriggio di follia del Marassi di Genova ha portato con sè i primi “verdetti”, anche se – ancora una volta – a pagare il conto per tutti resta sempre l’allenatore: Alberto Malesani, infatti, non è più il tecnico del Genoa, e sarà sostituito con effetto immediato da Gigi De Canio, che guiderà i rossoblu fin dalla prossima delicatissima gara contro il Milan. Una scelta d’impulso, probabilmente, anche perchè la lucidità può far difetto in un clima di tale tensione ed agitazione come quello che ha contraddistinto la gara di ieri contro il Siena, ma che ancora una volta lascia sul banco degli imputati esclusivamente il tecnico, con l’aggravante che  il tecnico veronese era già stato esonerato nel mese di Dicembre, per far posto a Pasquale Marino, e che era stato poi richiamato in concomitanza con l’esonero di Marino, dal 2 Aprile. La sua nuova permanenza, dunque, è durata meno di un mese ma è bastato a farlo divenire il primo espiatore della difficile situazione in cui versa la squadra.

    Alberto Malesani | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Di certo, la sconfitta subita nello spareggio salvezza contro i toscani è stata una resa preoccupante, considerando il passivo di quattro gol subiti ed il fatto che la squadra non ha mostrato la voglia di lottare sul campo ma, all’indomani della pesantissima contestazione degli ultras, che – con lancio di fumogeni e petardi, dopo essersi arrampicati sulla barriera di plexiglass che separa gli spalti dal terreno di gioco e dopo essersi posizionati anche sul tunnel che separa gli spogliatoi dal terreno di gioco – esigevano che la squadra consegnasse loro le maglie da gioco, la decisione di sollevare il tecnico appare come un punto a loro favore. Probabilmente, anche senza la contestazione, la dirigenza avrebbe preso la medesima decisione dopo una sconfitta di tale misura, ma farlo dopo la violenta ed aberrante “messa in scena” di ieri pomeriggio, appare come una decisione poco saggia.

    Il compito del nuovo tecnico, Gigi De Canio, sarà quello di risollevare il morale all’ambiente, scosso dalla sconfitta e, soprattutto, dalla contestazione, considerando che molti giocatori sono stati bersaglio della follia ultras, che non hanno mostrato alcuna forma di rispetto neppure verso la bandiera del Grifone, il capitano Marco Rossi, costretto a rimanere in canotta, nè verso altri pilastri dello spogliatoio come il portierone Sebastian Frey, o l’argentino Palacio. In tale clima, la squadra è partita già per Milano, anche per allontanarsi dalle tensioni di Genova, e rimarrà in ritiro fino alla partita contro i rossoneri in programma a San Siro mercoledì pomeriggio alle ore 18. Difficoltà del confronto a parte, per il Grifone sarà essenziale ricominciare a far punti, considerando come la situazione in classifica sia diventata improvvisamente molto preoccupante: il Lecce di Serse Cosmi, infatti, dopo il pareggio in extremis contro la Lazio, dista, ora, solo un punto dal quart’ultimo posto, occupato proprio dai rossoblu. Il fatto sportivo, però, nonostante l’importanza della notizia, non può che restare in secondo piano dopo i vergognosi episodi di ieri, di cui ha parlato anche il Presidente Preziosi, sceso anche sul terreno di gioco per provare a parlare con gli ultras: ferma la sua condanna per l’accaduto, anche in virtù del pessimo esempio che è scaturito da scene tanto becere, in cui le famiglie ed i bambini presenti allo stadio sono stati costretti a fuggire via impauriti, lasciando la scena al gruppetto di facinorosi.

    VIDEO: TIFOSI BLOCCANO GENOA-SIENA

  • Giallo morte Bergamini, fu evirato? Il Pm smentisce

    Giallo morte Bergamini, fu evirato? Il Pm smentisce

    Quando un giallo appare sul punto di risolversi, ecco che giunge il colpo di scena; succede nei migliori film, così come nei libri di Agata Cristhie e, purtroppo, anche nella realtà. Il giallo in questione è quello legato alla morte di Donato Denis Bergamini, calciatore del Cosenza anni ’80, morto il 18 Novembre 1989 nei pressi di Roseto Capo Spulico, sulla statale 106 Jonica. Una morte misteriosa, sulla quale in questi ventitre anni si sono rincorse solo supposizioni, calunnie, false notizie, false testimonianze, ricostruzioni parziali: tanta nebbia, una fitta coltre difficile da superare.

    Donato Bergamini

    Tutto ciò, però, sembrava destinato a diradarsi, con la riapertura delle indagini da parte della procura di Castrovillari che, con il procuratore Giacomantonio, ha fatto compiere un importante passo avanti alle indagini: è stata smontata, così, l’ipotesi di suicidio – per anni portata avanti dall’allora fidanzata del calciatore, unica testimone oculare – analizzando, con il lavoro dei Ris, l’ottimo stato di conservazione dell’orologio che Denis Bergamini indossava al momento della morte, incompatibile con l’eventuale dinamica del suicidio, in cui si sarebbe lanciato contro un Tir che lo avrebbe trascinato per sessanta metri sull’asfalto.

    Nonostante i recenti sviluppi abbiano portato ad una maggiore chiarezza su uno dei punti focali della vicenda, è emerso in questi giorni un particolare agghiacciante relativo al cadavere del povero Bergamini, risultante da una perizia redatta nel 1990 dal medico legale Francesco Maria Avato: nella perizia in questione, il dottor Avato avrebbe rilevato che Bergamini sarebbe stato evirato e sarebbe, poi, morto dissanguato proprio a seguito delle mutilazioni subite al basso ventre. Una circostanza che potrebbe far pensare, in prima battuta, ad una “punizione” inflitta anche in maniera simbolica, giustiziando Bergamini per questioni legate a fatti sessuali o ad una relazione sentimentale “scomoda”.

    Tuttavia, nonostante la perizia redatta un anno dopo la morte del calciatore sia, ora, riemersa fra le carte dell’indagine, la procura di Castrovillari – nella persona dello stesso Giacomantonio – ha voluto smentire la notizia categoricamente, aggiungendo anche di aver avuto “un sussulto alla vista della locandina che riportava la notizia apparsa sul Quotidiano della Calabria”. Il procuratore di Castrovillari, dunque, ha definito la notizia un “falso scoop”: le mutilazioni e la devastazione del bacino del calciatore ci sono state ma, secondo quanto sostenuto dalla procura di Castrovillari, sarebbero state causate da “schiacciamento” e non da arma da taglio.

    Nel panorama investigativo, però, le certezze paiono davvero poche, considerando il fatto che se si fosse trattato effettivamente di evirazione punitiva, le indagini sarebbero state in qualche modo manipolate, non rilevando un elemento tanto agghiacciante quanto rilevante  ai fini investigativi, indirizzandosi, invece, su binari ben differenti, fra cui la pista del traffico di droga: quest’ultima ipotesi, però, nonostante fosse stata battuta per lungo tempo, si sarebbe rivelato un “binario morto” secondo la procura, considerando anche il fatto che dai rilievi effettuati sulla Maserati Biturbo del calciatore non sarebbe emersa alcuna manomissione nè alcun tipo di doppiofondo e, pertanto, nessun elemento parrebbe confermare il suo coinvolgimento in traffici di stupefacenti.

    In tanta oscurità, dunque, l’unico punto fermo pare essere la determinazione certa ed inconfutabile di quanto accaduto quel pomeriggio di Novembre: in tal senso, dunque, la procura attende nei prossimi giorni l’esito dell’ultima perizia, in ordine cronologico, commissionata al professor Testi dell’Università di Torino. Sarà sufficiente a scrivere la parola fine su questo giallo?

  • Lazio – Lecce 1-1, Bojinov gela l’Olimpico

    Lazio – Lecce 1-1, Bojinov gela l’Olimpico

    Per la Lazio di Edi Reja era una partita decisiva, o almeno così era stata definita alla vigilia dal tecnico friulano: decisiva per la qualificazione in Champions, naturalmente, e per dare un segnale alle dirette concorrenti, il Napoli in particolar modo, che Reja considera la squadra più temibile e più attrezzata. La Lazio, per una decina di minuti, ossia dal minuto 82 al minuto 91, era riuscita nell’ardua impresa, compiendo un importante balzo in avanti, assaporando il dolce gusto del terzo posto in tranquillità: il gol di Matuzalem, al suo primo centro stagionale, di testa, poteva essere l’episodio decisivo del match dell’Olimpico, ma così non è stato perchè, nei minuti di recupero, il Lecce di Cosmi, mai domo, è riuscito nella zampata del pareggio finale, con Bojinov, giunta al termine di un’azione realmente rocambolesca, fra batti e ribatti in area biancoceleste.

    Un pareggio che ha fatto esplodere di gioia Serse Cosmi,imitando il celeberrimo aeroplanino dell’ex giallorosso Vincenzo Montella, traendo spunto dalla sua mai nascosta fede romanista, proprio nello stadio colorato di bianconeleste: un punto importantissimo per il suo Lecce in chiave salvezza, soprattutto considerando il pesante stop del Genoa, fermato dal Siena in casa. Grande amarazza e rammarico, invece, in casa Laziale, recriminando per la sfortunata traversa colpita da Candreva con un tiro cross al 23′, e soprattutto per l’occasione gol, fallita dallo stesso centrocampista, al 37′, quando Candreva ha mandato a lato la ghiotta occasione sugli sviluppi di una respinta di Benassi su Rocchi.

    L'esultanza di Valeri Bojinov | © MONTEFORTE/Getty Images

    Anche il Lecce, però, prima del pari in extremis aveva avuto l’occasione di passare in vantaggio con la traversa colpita da Cuadrado al 50′, oltre che alcune ripartenze pericolose. Il ribaltone di Bojinov, entrato da pochi minuti, è stata, però, una vera  e propria doccia gelata per gli uomini di Reja, sia perchè giunta al miunuto 91, sia per la modalità in cui è maturata, nella totale confusione: tiro di Corvia, respinta di Marchetti, tocco di Cuadrado e poi il decisivo tiro di Bojinov che fissa il risultato sul definitivo 1 a 1. Il cammino per la qualificazione in Champion, dunque, è ancora lungo per i biancocelesti, mentre per i salentini il quart’ultimo posto occupato dal Genoa dista, ora, solo un punto.

    Le pagelle di Lazio Lecce:

    Lazio:

    Marchetti 6 Attento quando viene chiamato in causa, ma viene trafitto dalla rete di Bojinov in un’autentica carambola nella sua area

    Scaloni 6.5 Prestazione positiva, con buona diligenza e determinazione: gioca d’esperienza contro Muriel e Di Michele

    Diakite 6.5 E’ prezioso nell’arginare la velocità di Muriel che, anche grazie al difensore Laziale, oggi rende meno del solito

    Biava 6 Attento e concentrato, non sbaglia nulla

    Garrido 6 Anche il suo compito appariva molto arduo, contro la velocità di Cuadrado: riesce a cavarsela

    Ledesma 6.5 Grintoso e determinato, buona sostanza

    Matuzalem 7 Prezioso in fase di corsa, prezioso in zona gol, con la rete del provvisorio vantaggio che aveva regalato alla Lazio l’illusione della vittoria

    Gonzles 6 Partita di grande dinamismo e duttilità

    Hernanes 5 Non è in perfette condizioni, e non incide mai sulla gara, costringendo Reja a sostituirlo, forse anche per un acciacco

    Candreva 6.5 Sta bene e si vede, anche se è sfortunato nel colpire la traversa e troppo “sciupone” nel mandare a lato una ghiottissima palla gol. Poi cala nella ripresa

    Rocchi 6 Gara di sacrificio, spende troppe energie lontano dall’area

    Lecce:

    Benassi 6 Il gol di Matuzalem non è responsabilità sua, per il resto è attento ed anche fortunato in occasione dell’errore di Candreva

    Oddo 6 Sulla sua fascia da sicurezza al reparto

    Esposito 6.5 Attento soprattutto nel gioco aereo

    Tomovic 6 Fisico imponente, interventi rudi ma importanti

    Cuadrado 6.5 Anche se non è la sua giornata migliore, risulta fra i protagonisti: dribbling, corsa, e mette lo zampino nel pari di Bojinov

    Delvecchio 6 Grinta  e determinazione a 360 gradi

    Giacomazzi 6 Non è in gran giornata, a volte la squadra ne risente

    Bertolacci 6 Partita di buona sostanza, ma viene sostituito da Bojinov (7) che, come si suol dire “toglie le castagne dal fuoco” realizzando il pari in extremis

    Brivio 5.5 Non incide particolarmente

    Di Michele 6 Conferma il buon momento di forma, corre molto e prova a costruire

    Muriel 5.5 La sua giornata è “no”, ma nonostante questo la difesa della Lazio lo teme molto

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  • Lazio – Lecce, Hernanes dal 1′ Dias va in panchina

    Lazio – Lecce, Hernanes dal 1′ Dias va in panchina

    Lazio Lecce, in programma domani pomeriggio all’Olimpico, sarà una gara decisiva, soprattutto per i padroni di casa biancocelesti, impegnati nella dura lotta alla conquista di un posto in Champions league per la prossima stagione. In questi termini si è espresso il tecnico laziale Edi Reja, nella conferenza stampa di presentazione del match, definendo la partita “decisiva per cullare il sogno terzo posto, che non possiamo assolutamente fallire”.

    In tal senso, il tecnico non vuole che si verifichino rilassamenti nella testa dei suoi giocatori e, pertanto, ritiene fondamentale motivarli, considerando che “la gara con il Lecce vale tre punti così come quelle con Milan e Juventus”, ancor di più in virtù delle caratteristiche tecniche dei salentini, in un buon momento di forma, capaci di chiudersi bene e ripartire in contropiede con i suoi temibili attaccanti, Muriel, Cuadrado e Di Michele.

    Dal canto suo, poi, Reja dovrà fare ancora a meno di uomini importanti, come Lulic e Klose, ma anche della pedina maggiormente decisiva nelle ultime uscite, ossia Mauri, spesso decisivo anche in zona gol, che sconterà un turno di squalifica. In tal senso, Reja recrimina contro la sfortuna della stagione, in cui la rosa è stata particolarmente flaggellata da infortuni ed acciacchi, pur non volendo cercare alibi, anche in virtù del fatto che “nelle difficoltà abbiamo sempre trovato gli stimoli per reagire con forza”.

    Edy Reja © Valerio Pennicino/Getty Images

    Per quanto concerne le probabili formazioni che scenderanno in campo, la Lazio scenderà in campo con modulo 4-4-1-1 con le squalifiche di Mauri, e l’assenza di Brocchi per infortunio, colpito da un guaio muscolare che lo terrà fermo per tre mesi, ossia fino al termine della stagione. In campo, dunque, ci saranno Marchetti in porta, Scaloni, Diakitè, Biava, Garrido in difesa, Ledesma, Matuzalem, Gonzales, Hernanes (che torna dal primo minuto, ndr), Candreva a centrocampo, ed in attacco il solo Tommaso Rocchi.

    Nel Lecce, invece, Cosmi sceglierà un modulo 3-5-2 con la formazione tipo, considerando che gli uomini di Cosmi, saranno praticamente tutti arruolabili. In porta vi sarà, dunque, Benassi, la linea a tre sarà composta da Oddo, Miglionico, Tomovic; a centrocampo vi saranno Cuadrado, Delvecchio, Giacomazzi, Bertolacci, Brivio; in attacco la coppia gol Muriel-Di Michele.

    PROBABILI FORMAZIONI LAZIO LECCE

    Lazio (4-4-1-1): Marchetti; Scaloni, Diakité, Biava, Garrido; Ledesma, Matuzalem; Gonzalez, Hernanes, Candreva; Rocchi
    A disp.: Bizzarri, Zauri, Dias, Zampa, Cana, Alfaro, Rozzi.
    Allenatore: Reja

    Lecce (3-5-2): Benassi; Oddo, Miglionico, Tomovic; Cuadrado, Delvecchio, Giacomazzi, Bertolacci, Brivio; Muriel, Di Michele
    A disp.: Petrachi, Di Matteo, Carrozzieri, Giandonato, Obodo, Bojinov, Corvia.
    Allenatore: Cosmi

  • Scontri in Bahrain, un morto. Ecclestone non ferma la F1

    Scontri in Bahrain, un morto. Ecclestone non ferma la F1

    Sempre più teso il clima attorno al Gran Premio di Formula Uno in programma domani in Bahrain, in considerazione delle violente manifestazioni che da giorni si svolgono nel Paese del Golfo Persico e che hanno condotto a diversi episodi di certo non rassicuranti per chi dovrà scendere in pista. Dopo la molotov esplosa al passaggio di un van del team Force India, ed il pericolo incendio anche per il minibus della Sauber, si registra la notizia di un morto tra i manifestanti, durante gli scontri fra sciiti e polizia.

    L’uomo aveva circa 30 anni ed è stato rinvenuto cadavere questa mattina, sul tetto di un edificio nei pressi del villaggio di Shukhura, a pochi chilometri di distanza della capitale Manama, Neche è stato uno dei principali teatri dei violenti scontri fra manifestanti e forze dell’ordine che hanno cercato di reprimere le proteste dei gruppi anti-regime, che lottano per i loro diritti, per l’uguaglianza e la libertà, di cui, finoad oggi, hanno conosciuto solo le parole.

    Nella notte, inoltre, numerosi focolai di protesta si sono accesi anche nei pressi di Sakhir, non lontano dalla località in cui si trova il circuito di Formula Uno, che dovrebbe essere (salvo cambiamenti dell’ultima ora, ndr) teatro del Gran Premio di domani e delle qualificazioni di oggi pomeriggio. Il condizionale è d’obbligo data la situazione che si sta vivendo, anche se i vertici della Formula Uno sembrano intenzionati a non chinare la testa agli eventi, ed a voler proseguire per la loro strada, rimanendo fedeli al motto “show must go on”.

    Manifestanti in Bahrain | © AFP/Getty Images

    In tal senso, si registrano le dichiarazioni di Bernie Ecclestone, che continua a ribadire come non ci siano i presupposti per poter cancellare la gara: “Siamo qui, abbiamo un accordo per essere qui. Solo l’autorità sportiva del Bahrain può chiedere di cancellare la gara”. Inoltre, Ecclestone pare essere molto contrariato nei confronti della stampa che, a suo dire, avrebbe “calcato la mano” nel descrivere e raccontare il clima di tensione in Bahrain, proprio in concomitanza con lo svolgimento del Gran Premio, perchè i giornalisti “hanno bisogno di un terremoto o di qualcosa del genere, di una buona storia di cui scrivere e, se non c’è, tendono ad inventarla, gonfiando le cose”, sottolineando, inoltre, che – probabilmente – la molotov esplosa nei pressi del van della Force India potrebbe essere un episodio non collegato con la situazione delle proteste in Bahrain ma, bensì, il team in questione “potrebbe essere nel mirino di qualcuno per altri motivi”.

    In realtà, però, la violenza degli scontri, la presenza di un morto e numerosi feriti, la volontà dichiarata di “accrescere le proteste in concomitanza dello svolgimento della gara di Formula Uno” per incrementare la visibilità internazionale delle manifestazioni, lasciano tutt’altro che tranquilli, mostrando le dichiarazioni del boss della Formula Uno in un’ottica assolutamente poco prudente. Dare la colpa ai media è, dunque, soltanto un modo “miope” di voler dribblare la difficoltà del momento, cercando di alleviare le proprie responsabilità e l’inevitabile pressione che si sta vivendo in questi delicati giorni, con la consapevolezza del fatto che una decisione non correttamente ponderata, in questi casi, può avere effetti realmente devastanti.

  • Classifica Forbes, il Milan “doppia” l’Inter

    Classifica Forbes, il Milan “doppia” l’Inter

    Il Milan vale il doppio dell’Inter: i riferimenti, però, non sono alla classifica dell’attuale campionato di calcio, in cui il distacco fra i due club meneghini è comunque notevole, bensì al valore “attribuito” ai due club dall’autorevole Forbes, rivista made in Usa di finanza ed economia, che ha stilato una classifica inerente le squadre più ricche al mondo, basando le sue valutazioni su alcuni indicatori “chiave” al fine di comprendere quale sia il Valore di un’azienda e, nel caso specifico, di una società calcistica.

    In tal senso, gli indicatori in questione sono: il giro d’affari, la potenza del marchio, il bacino d’utenza e l’indebitamento. Su tali basi, dunque, il Milan risulta essere, appunto, la prima fra le squadre italiane, classificandosi al sesto posto nella speciale graduatoria, guidata dal Manchester United, che, con un valore complessivo di 2235 milioni di dollari precede – nell’ordine – il Real Madrid, il Barcellona, l’Arsenal, il Bayer Monaco. La seconda delle italiane è, invece, la Juventus, giunta al nono posto della classifica generale, mentre l’Inter si è posizionata in dodicesima posizione (esattamente sei gradini più in basso dei cugini rossoneri, ndr); la Roma “a stelle e strisce”, invece, è giunta al diciassettesimo posto, mentre il Napoli di De Laurentiis si è collocato al ventesimo posto.

    adriano galliani | © ALBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images

    Andando nel particolare, il confronto “numerico” fra rossoneri e nerazzurri evidenzia una netta supremazia per il club di via Turati, soprattutto in termini di indebitamento netto: il Milan, infatti, riporta 238 milioni di euro, mentre l’Inter per 335 milioni di euro. Riguardo al fatturato, la differenza è meno marcata, nell’ordine dei dieci milioni di euro, mentre la discrepanza risulta essere nuovamente sostanziale in merito al bacino d’utenza, considerando che i “fan rossoneri”, nel panorama Europeo, risultano essere 22 milioni, mentre quelli nerazzurri circa 10 milioni. Alla luce di tali elementi, dunque, è possibile giungere alla conclusione del doppio valore del Milan rispetto all’Inter, espresso da due inconfutabili valori complessivi delle società: 989 milioni di dollari contro 490 milioni di dollari.