Autore: Simona Granieri

  • Chloe Evans divide Mario Balotelli e Raffaella Fico

    Chloe Evans divide Mario Balotelli e Raffaella Fico

    Il perdono era già arrivato in passato ma ora, per l’ex gieffina Raffaella Fico, la pazienza ha superato ogni limite. Ecco perchè, dopo le ultime notizie sulle ulteriori scappatelle di Mario Balotelli con la sua assistente Chloe Evans (che pare sia stata la sua amante per ben due anni, dal 2010 ad oggi, ndr) ha deciso di troncare definitivamente la storia con l’attaccante del Manchester City, stanca di essere messa in ridicolo dalle continue illazioni e dichiarazioni sulle sbandate del suo compagno. Dichiarazioni pesanti quelle della Evans, che ha definito Mario Balotelli “ossessionato da lei, ed ossessionato dalla paura che lei potesse tradirlo”. 

    Inoltre, sempre secondo le dichiarazioni della Evans, “Raffaella era convinta di essere l’unica per lui, ma non è così perchè lui vuole me ed è da me che Mario torna sempre”. Parole pesanti come macigni che hanno scatenato una lite furibonda fra la Fico e Balotelli, placata solo dall’arrivo della polizia locale, al termine della quale Raffaella ha lasciato Mario fuori di casa, portandosi via effetti personali e qualche vestito dell’attaccante. Parole che sembra abbiano convinto Raffaella a metter la parola fine ad una situazione che le faceva male, considerando anche la reiterazione dei tradimenti del suo uomo che, a detta della Evans, nei loro incontri amava “farsi travestire da donna, con tanto di parrucca bionda e di trucco, come una wag”.

    Raffaella Fico | © Fan page

    Balotelli, così, per rientrare in casa ha dovuto sfondare la porta e, quando è giunto nuovamente nell’abitazione, era in compagnia della stessa Chloe che, alla vista dell’appartamento a soqquadro, lo ha definito un “vero e proprio porcile”. Dichiarazioni al veleno della bionda assistente di Mario che, ora, pare voler cavalcare l’onda della celebrità improvvisa, andando giù pesante con i dettagli ed i particolari: a suo avviso, nonostante la furente lite con l’ormai ex fidanzata, Mario sarebbe stato “tranquillo, stava bene e non sembrava avesse il cuore spezzato”.

    Inoltre, la Evans ha voluto rivelare anche un gesto che confermerebbe inequivocabilmente la rottura fra Mario e Raffaella, considerando che il bomber del City avrebbe lanciato via dal finestrino della sua automobile un costosissimo anello sul quale erano incise le sue iniziali e quelle di Raffaella Fico.

    Tutto finito, dunque, nonostante i buoni propositi di Mario che, con l’ex concorrente del Gf, sembrava avesse trovato la compagna ideale, al punto da parlare apertamente anche di matrimonio e da chiedere la mano della bella napoletana alla sua famiglia: ancora una volta, però, i suoi comportamenti borderline – così come accade spesso anche sul campo da gioco – hanno finito per compromettere tutto.

  • Hodgson ct Inghilterra, Redknapp beffato

    Hodgson ct Inghilterra, Redknapp beffato

    Il successore di Fabio Capello sulla panchina della Nazionale di Sua Maestà  Elisabetta II sarà mister Roy Hodgson: un inglese doc, nello stile e nell’aspetto. Una decisione ancora non ufficializzata, ma ormai realmente molto probabile, considerando che il tecnico è giunto in mattinata negli uffici della federazione britannica per discutere gli accordi contrattuali che dovrebbero prevedere un accordo quadriennale in scadenza nel 2016, in virtù del quale Hodgson guiderebbe la Nazionale Inglese agli Europei 2012 e 2016 ed ai Mondiali Brasiliani del 2014.

    La conferma ufficiale potrebbe giungere nelle prossime 48 ore, ma fonti interne alla federazione hanno già confermato che “Roy è l’unico tecnico che abbiamo contattato, e siamo nei tempi stabiliti per la scelta del nuovo commissario tecnico”, chiudendo, così, definitivamente la porta alle voci che volevano l’attuale mister del Tottenham – Harry Redknapp– come il più papabile tecnico dell’Inghilterra ai prossimi Europei di Polonia ed Ucraina.

    Roy Hodgson | © Getty Images

    La pista, inizialmente battuta, è stata, però, abbandonata soprattutto per ragioni economiche, considerando che il club londinese pretendeva il pagamento di una clausola rescissoria da 10 milioni di sterline per lasciar andar via il suo tecnico, oltre alla scarsa esperienza internazionale del coach del Tottenham.

    La scelta è ricaduta, così, su un tecnico esperto e navigato, dall’altro dei suoi 64 anni, che ha già guidato le Nazionali di Svizzera (dal 1992 al 1995), Emirati Arabi (dal 2002 al 2004) e Finlandia, (dal 2006 al 2007) oltre che molti club svedesi, inglesi (Blackburn, Fulham e, attualmente, il West Bromwich Albion con contratto in scadenza a Giugno) ed anche italiani (Udinese ed Inter). Un’esperienza senz’altro di lungo corso, ma non esattamente costellata da grandi traguardi raggiunti: una scelta che appare sicuramente di rottura rispetto a quella che aveva portato all’ingaggio di Don Fabio Capello e che, probabilmente, non sarà graditissima ai big della Nazionale, fra cui Wayne Rooney e Rio Ferdinand che, all’indomani delle dimissioni di Capello lo scorso 8 Febbraio, avevano espresso chiaramente la loro preferenza per Redknapp esponendosi apertamente con dei messaggi su Twitter.

  • Stangata Lazio, squalificati Marchetti e Dias

    Stangata Lazio, squalificati Marchetti e Dias

    Sono arrivate come una fitta pioggia le decisioni del giudice sportivo in merito agli episodi di ieri, verificatisi al termine di Udinese-Lazio allo stadio Friuli, dopo il “fischio non fischio” dell’arbitro Bergonzi: mano pesante della giustizia sportiva, nella persona di Giampaolo Tosel, che costerà moltissimo alla formazione biancoceleste soprattutto in vista dell’accesissimo finale di stagione per la conquista del terzo posto valido per la qualificazione in Champions League.

    Il portiere Federico Marchetti, colpevole di aver spintonato nella foga delle proteste il direttore di gara, ha ricevuto quattro turni di squalifica e tornerà disponibile alla seconda giornata del prossimo campionato: il suo atteggiamento, inoltre, potrebbe avere ripercussioni anche sulle chance di ottenere una convocazione ai prossimi Europei da parte di Cesare Prandelli che, in applicazione del “codice etico” di certo non può aver gradito la reazione del portiere. Tre giornate, invece, ad Andrè Dias, colpevole di aver “assunto un atteggiamento aggressivo e gravemente intimidatorio nei confronti del quarto ufficiale”, e che termina, così, il suo campionato e rientrerà nella prima giornata della prossima stagione. Inoltre, gli episodi di ieri ed i connessi atteggiamenti a dir poco sopra le righe dei dirigenti laziali, ed in particolar modo di Igli Tare sceso dalla tribuna appositamente per protestare contro Bergonzi, sono costati, anche un’ammenda pecuniaria di ben 20 mila euro al club biancoceleste che ora dovrà fronteggiare una gravissima emergenza per le prossime tre giornate di campionato.

    Federico Marchetti | © Enrico Locci/Getty Images

    Fuori gli infortunati Klose, Brocchi, Stankevicius e Hernanes, fuori il terzino Dias ed il portiere titolare Marchetti, il tecnico Edi Reja dovrà lavorare di fantasia per riuscire a schierare una formazione competitiva già nel prossimo impegno di mercoledì contro il Siena: contro i toscani sarà una vera e propria prova d’appello per la Lazio, reduce da sei sconfitte nelle ultime nove partite disputate, che determinerà definitivamente le ambizioni europee dei capitolini, anche alla luce della feroce concorrenza di Udinese, Inter e Napoli, tutte a quota 55 punti in classifica, al pari della stessa Lazio.

    La strada, dunque, si preannuncia irta d’ostacoli e tremendamente difficile da percorrere, a meno che non giunga un improvviso cambio di rotta, nelle gambe e, soprattutto, nella testa degli uomini di Reja. Il nervosismo e le reazioni esagitate di ieri, infatti, riflettono una condizione psicologica tutt’altro che serena che si rivela assolutamente inadatta e inopportuna nel caso di professionisti di serie A: i nervi non saldi e la rissa scatenatasi, infatti, non può essere giustificata dalle valutazioni – giuste o sbagliate che siano – del direttore di gara, ancor di più considerando che la partita era praticamente conclusa. In tal senso, in favore dell’operato di Bergonzi, si è espresso oggi anche il presidente dell’Aia Nicchi, che condanna le reazioni violente dei calciatori, sottolineando come la condotta di Bergonzi sia stata corretta poichè, a livello regolamentare, ha fatto ciò che doveva, valutando che il triplice fischio proveniente dagli spalti “non ha inficiato” e ha fatto capire “con gesti inequivocabili” di continuare il gioco, al punto che uno solo si è fermato ma cinque calciatori hanno proseguito l’azione. Assoluzione piena, dunque, per il direttore di gara.

  • I tre fischi di Udinese – Lazio, ecco perchè protestano le aquile

    I tre fischi di Udinese – Lazio, ecco perchè protestano le aquile

    I minuti finali di Udinese Lazio rimarranno alla storia per la concitazione, la confusione ed il parapiglia che ha coinvolto i protagonisti in campo, dopo il secondo gol dell’Udinese, segnato da Pereyra a porta sguarnita. Un episodio che, scene deplorevoli a parte, necessita di un maggiore approfondimento, perlomeno nelle “cause” che lo hanno scatenato. Al Friuli di Udine – sul risultato di 1 a 0 per i padroni di casa (gol di Di Natale, ndr) – il tempo di gioco non era ancora scaduto, ma improvvisamente si avverte distintamente un triplice fischio, proveniente dagli spalti, simile a quello che da lì a poco il signor Bergonzi avrebbe effettuato. Ciò induce molti calciatori a fermarsi, ritenendo che la gara fosse terminata, così come ha fatto lo stesso portiere laziale Federico Marchetti, avvicinandosi al centrocampo, sconfortato per la sconfitta: molti si sono fermati, ma non tutti. Non Pereyra, l’autore del gol Udinese, non il direttore di gara che fa segno di proseguire, non il guardalinee che continua a seguire l’azione: così, dopo la rete messa a segno dai friulani e poi convalidata, accade di tutto.

    La spinta di Marchetti all’indirizzo di Bergonzi, le proteste veementi di Dias e Scaloni, oltre che le urla dell’addetto stampa della Lazio e lo scontro fra Igli Tare ed un dirigente dell’Udinese non sembravano, però, esser giustificate dal rapporto causa-effetto: in molti, infatti, si sono chiesti il perchè di proteste tanto veementi in una partita che la Lazio – con o senza il triplice fischio fantasma – avrebbe perso comunque, lasciando strada ad una diretta concorrente per il terzo posto. Le motivazioni, in realtà, ci sono anche se reazioni tanto accese non sono giustificabili in alcun modo, anche perchè – razionalmente – porteranno soltanto conseguenze negative al club biancoceleste, considerando che il giudice sportivo provvederà a comminare lunghe squalifiche ai protagonisti di tali episodi.

    Antonio Di Natale| © ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    Premesse a parte, ecco quali potrebbero essere le ragioni strettamente calcistiche che hanno generato tante recriminazioni in campo. In primis, la differenza reti che, se il campionato dovesse terminare con classifica avulsa, risulterebbe essere decisiva nell’assegnazione del terzo posto valido per l’accesso in Champions League. In secondo luogo, la violazione del regolamento della Figc che, all‘articolo 5 delle Regole del Giuoco Calcio prevede che, qualora “uno spettatore emette un fischio e l’arbitro considera che tale fischio abbia interferito col gioco, l’arbitro interromperà il gioco e lo riprenderà con una propria rimessa dal punto in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrotto, a meno che il gioco sia stato interrotto all’interno dell’area di porta, nel qual caso l’arbitro effettuerà la propria rimessa sulla linea dell’area di porta parallela alla linea di porta, nel punto più vicino a quello in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrotto“.

    I biancocelesti, dunque, invocavano proprio l’applicazione di tale regola e, dunque, che il gioco venisse fermato e si ripartisse con lo scodellamento del pallone, considerando anche che il tempo di gioco era in via di esaurimento. L’aspetto più clamoroso è proprio questo, considerando l’errore tecnico del direttore di gara: il regolamento in questione potrebbe concedergli un “appiglio”, in virtù del fatto che il signor Bergonzi potrebbe sostenere di aver valutato che il triplice fischio “non abbia interferito con il gioco”, ma – attenendosi anche solo alle immagini del campo – sarebbe inverosimile sostenerlo.

    Video scontri Udinese-Lazio

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  • Lecce Parma 1-2, Giovinco inguaia i salentini

    Lecce Parma 1-2, Giovinco inguaia i salentini

    Nell’anticipo delle 12.30 il Genoa, diretto avversario del Lecce in zona retrocessione, aveva dato un assist importantissimo agli uomini di Serse Cosmi, rimediando una pesante sconfitta contro il Bologna che avrebbe potuto consentire al Lecce di metter la freccia in corsia di sorpasso, con la chance di potersi tirar fuori dalla zona caldissima della classifica.

    Invece, al Via del Mare, i salentini non sono riusciti a sfruttare la grandissima occasione ed, anzi, hanno subito una pesante sconfitta, contro un Parma che si è rivelato superiore proprio nella testa e nella concentrazione. Ecco, dunque, che la tensione ha giocato un brutto scherzo ai giallorossi, che pur avevano iniziato con un buon piglio la gara, con alcuni pericoli creati dagli uomini d’attacco, come il palo colpito al 7′ da Di Michele su calcio di punizione. Sfortunati i padroni di casa, che nella prima fase risultano essere più propositivi e decisi, e si rendono pericolosi anche sul finire della prima frazione di gioco con assist di Muriel per Giacomazzi che, però, non riesce a calciare in porta. Nel secondo tempo, però, il Parma trova al 65′ il gol che sblocca la partita con una grandiosa punizione del suo uomo più talentuoso, Sebastian Giovinco, che vale l’1 a 0; il gol gialloblu tramortisce le velleità salentine e, al 71′, i ducali trovano anche il raddoppio con Paletta, su assist ancora di Giovinco, che supera il portiere Benassi in uscita: 2 a 0.

    Nel finale il Lecce prova a scuotersi ed, all’ 82′ accorcia le distanze con Tomovic che capitalizza l’assist di Di Michele sugli sviluppi di un corner: l’ 1 a 2 riaccende le speranze per gli uomini di Cosmi che, però, danno l’impressione di essersi “svegliati troppo tardi”. Infatti, il Parma continua a giocare in contropiede, costringendo il leccese Esposito al secondo giallo per fallo su Biabiany: l’espulsione del difensore è l’elemento che chiude definitivamente la gara, ancor di più dopo l’occasione fallita nel recupero da Di Michele che non inquadra la porta.

    Il Lecce perde, così, la partita e l’occasione di superare il Genoa, restando al terz’ultimo posto in classifica con tre giornate dal termine del campionato e con l’insidia della prossima trasferta di mercoledì a Torino contro la Juventus capolista.

    Le Pagelle di Lecce Parma:

    Lecce:

    Benassi 6 Partita sufficiente, forse leggermente incerto in occasione del gol di Paletta
    Miglionico 5.5 Sembra meno brillante del solito
    Tomovic 6 Autore del gol che illude i salentini, in difesa comunque se la cava
    Esposito 5 Uno dei peggiori dei suoi, è dal suo lato che il Parma attacca di più; rimedia l’espulsione
    Blasi 5.5 Partita mediocre, soffre molto lo spostamento sulla destra
    Delvecchio 5 Non mette in campo la sua solita sostanza e la sua grinta
    Giacomazzi 5 Appare stanco ed appannato: non sfrutta l’occasione gol che gli capita e non incide
    Bertolacci 5 Inadatto sulla corsia, viene sostituito da Oddo
    Di Matteo 5.5 Generoso ma incide molto poco
    Di Michele 6 Mostra voglia di “portarsi la squadra in spalla”: un assist per Tomovic, una partita di grande anima
    Muriel 4 In fase totalmente calante, lo stadio lo fischia e Cosmi lo sostituisce meritatamente

    Esultanza del Parma dopo il gol di Giovinco | ©Giuseppe Bellini/Getty Images

    Parma:

    Mirante 6.5 Finchè resta in campo è attentissimo, dal 17′ del secondo tempo è costretto a lasciare i pali a Pavarini che comunque se la cava bene

    Feltscher 6 Gara sufficientemente attenta
    Paletta 6.5 Buona prova in difesa, si avventura anche in zona gol e riesce a segnare su assist di Giovinco il gol del raddoppio
    Lucarelli 6 Buona prestazione, senza troppi affanni
    Jonathan 6 Donadoni gli dà spazio dal primo minuto ma non incide a dovere: sostituito da Babiany che ha qualche guizzo in più
    Valiani 6.5 Partita di ottima sostanza
    Valdes 6.5 Riesce ad interpretare la gara in maniera giusta, annoverandosi fra i migliori
    Galloppa 6 Buona partita, di generosità ed applicazione
    Gobbi 6 Anche per lui una buona prestazione
    Giovinco 7 Il migliore in campo; magistrale la punizione che vale l’ 1 a 0 per il Parma, e l’assist per Paletta
    Floccari 6 Partita di grande lavoro e generosità

    Lecce Parma 1-2 video highlights
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  • Lecce – Parma, Cosmi senza Cuadrado

    Lecce – Parma, Cosmi senza Cuadrado

    La trentacinquesima giornata di serie A propone il confronto fra il Lecce di Serse Cosmi ed il Parma di Roberto Donadoni, allo stadio Via del Mare del capoluogo salentino. Un match essenziale per alimentare le speranze di salvezza dei giallorossi, che viaggiano sul binario parallelo Lecce-Genova. Nel caso in cui gli uomini di Cosmi dovessero conquistare i tre punti con il Parma, ed il Genoa non riuscisse a vincere contro il Bologna, il Lecce avrebbe la possibilità di emergere dalle sabbie mobili della zona retrocessione  con tre giornate da disputare fino al termine del campionato.

    Il risultato di Genova, poi, verrà conosciuto dai salentini già prima del fischio d’inizio, considerando che la gara di Bologna si disputerà alle 12.30, ed un eventuale risultato negativo del grifone potrebbe essere uno stimolo in più per il Lecce nell’ affrontare la gara contro gli emiliani. Risultato della diretta concorrente a parte, l’importanza della gara di domani è fotografata perfettamente dal tecnico Cosmi, che punta l’attenzione sull’aspetto nervoso, considerando che i suoi uomini dovranno affrontare il match al meglio “in tutti i momenti, anche quelli di sofferenza”. Sofferenza che, contro una squadra dal buon collettivo e dalle individualità di spessore come Sebastian Giovinco, deve essere messa in conto, considerando soprattutto i pericoli che un giocatore come “la formica atonica” può creare, in ogni momento dell’incontro, anche perchè il tecnico Donadoni ha caricato a dovere i suoi alla vigilia, incitandoli a non farsi distrarre dall’ambiente caldo e “carico” del Via del Mare, rimanendo concentrati ed affrontando la gara con il giusto approccio, così come quello mostrato nel secondo tempo della partita contro il Palermo.

    Per quanto riguarda le scelte dei giocatori in campo, Serse Cosmi sarà costretto a rinunciare ad uno degli uomini più pericolosi e più in forma del suo Lecce, ossia Cuadrado, che dovrà scontare un turno di squalifica e, con tutta probabilità, verrà sostituito da Bertolacci, mentre in attacco si punterà ancora sulla consolidata coppia Muriel-Di Michele, mentre si preannuncia un ballottaggio per la maglia da esterno nel centrocampo a cinque fra Di Matteo e Brivio.

    Serse Cosmi | © Getty Images

    La formazione salentina, dunque, dovrebbe scendere in campo con modulo 3-5-2, con Benassi in porta, la linea difensiva a tre composta da Oddo, Esposito e Tomovic; la mediana composta da cinque  uomini, Bertolacci, Delvecchio, Giacomazzi, Blasi, Di Matteo, e la coppia gol con Muriel e David Di Michele.

    Il Parma, invece, sembra avere qualche dubbio per gli uomini da schierare a centrocampo, con i ballottaggi tra Valiani e Morrone e fra Jonathan e Biabiany, con Valiani e Jonathan in vantaggio: in attacco confermata la coppia Giovinco-Floccari, mentre in difesa vi sarà spazio per  Santacroce che sostituirà l’infortunato Zaccardo. Mister Donadoni, dunque, dovrebbe schierare i suoi con modulo  speculare al Lecce, ossia il 3-5-2, con Mirante fra i pali, in difesa Santacroce, Paletta e Alessandro Lucarelli; a centrocampo  Jonathan, Valiani, Valdes, Galloppa, Gobbi; ed in avanti Sergio Floccari e Sebastian Giovinco.

    Probabili formazioni Lecce Parma:

    LECCE (3-5-2): Benassi; Oddo, Esposito, Tomovic; Bertolacci, Delvecchio, Giacomazzi, Blasi, Di Matteo; Muriel, Di Michele. A disposizione: Petrachi, Brivio, Carrozzieri, Obodo, Miglionico, Bojinov, Corvia. Allenatore: Cosmi.

    PARMA (3-5-2): Mirante; Santacroce, Paletta, Lucarelli; Jonathan, Valiani, Valdes, Galloppa, Gobbi; Floccari, Giovinco. A disposizione: Pavarini, Feltscher, Modesto, Morrone, Marques, Biabiany, Okaka. Allenatore: Donadoni

    Direttore di gara al Via del Mare di Lecce sarà il signor Mazzoleni, coadiuvato dagli assistenti Ghiandai e Rosi ed il quarto uomo Calvarese.

  • Novara Juventus,  Conte “adesso ci credo”

    Novara Juventus, Conte “adesso ci credo”

    Niente di nuovo sotto il sole, nella conferenza stampa di Antonio Conte prima della gara Novara Juventus in programma domani pomeriggio alle 15 i temi sono quelli che, nel corso della stagione, il tecnico salentino ripete instancabilmente. Determinazione, grinta, coltello fra i denti, esprimersi al massimo, non tirarsi indietro, non lasciare nulla di intentato, mangiare il campo, stare sempre sul pezzo. Il Conte-pensiero è sempre lo stesso, in salse diverse, e conduce ad un unico imperativo: la vittoria. Niente proclami, niente festeggiamenti anticipati, niente sorrisi rilassati in virtù dei tre punti di vantaggio sul Milan a quattro giornate dal termine della stagione (che sarebbero 4 se si considera il vantaggio della Juventus negli scontri diretti, ndr).

    L’attenzione di Antonio Conte è totalmente focalizzata ad alimentare quel sogno che inizia per “s”, una parola che il mister bianconero non aveva mai pronunciato apertamente, e che nella conferenza stampa di oggi, invece, ha scandito, anche se, subito dopo, ha preferito rimanere sui temi che gli sono più cari, che fanno parte del suo “mantra”, e che – se declinati correttamente – possono portare proprio al raggiungimento di quell’0biettivo che ora sembra reale, concreto e raggiungibile. In tal senso, mister Conte elogia il gruppo, i “suoi” ragazzi, protagonisti di un processo di crescita velocissimo, riuscendo a districarsi egregiamente in diverse situazioni, sia di rincorsa che da capolista, che li hanno fortificati e resi impermeabili alle pressioni ed alle difficoltà esterne. Ecco perchè, a questo punto del cammino, sarebbe insensato negare ad ogni costo le speranze riposte in questo finale di stagione ed, infatti, Antonio Conte apre uno spiraglio alla possibilità di “crederci”: “Ora ci credo perchè è giusto visto dove siamo arrivati, siamo nella condizioni di far qualcosa di straordinario”. 

    Antonio Conte | © Fabio Muzzi/Getty Images

    Qualcosa di straordinario che, però, è ancora distante, nonostante l’entusiasmo di tutto l’ambiente bianconero, tifosi in testa, che sembrano sprizzare euforia da tutti i pori: ecco perchè Conte cerca di riportare l’attenzione solo sul presente, ossia la gara contro il Novara, per non perdere di vista l’importanza del ragionare step by step, partita dopo partita. Nella gara contro la squadra di Tesser, Conte sembra essere intenzionato a non fare troppi cambi rispetto alla trasferta di Cesena, con l’unico dubbio legato all’attaccante da affiancare a Mirko Vucinic: Borriello o Quagliarella? Marco Borriello sta vivendo sulle ali dell’entusiasmo dopo la rete decisiva contro i romagnoli, mentre Quagliarella si è allenato poco a causa di un fastidio agli adduttori, pertanto le sue quotazioni sembrano inferiori, così come quelle di capitan Del Piero, anche lui acciaccato a seguito dei minuti di gara disputati sul sintetico del Manuzzi. Campo sintetico che la Juventus ritroverà anche a Novara e che, insieme al caldo ed alle pressioni legate alla contemporaneità della gara del Milan, possono essere ostacoli aggiuntivi sul cammino della Signora, almeno della testa del suo tecnico. Difficoltà che si aggiungono alle caratteristiche della squadra piemontese, che “prova sempre a far gioco, ed è così che è arrivato dalla C alla serie A”.

    Il pomeriggio di Novara sarà importante e delicato, in una giornata che si preannuncia caldissima non solo meteorologicamente: in tribuna, ci saranno anche due fra i più illustri personaggi della storia juventina, Michel Platini e Giampiero Boniperti, “ma non va inteso come una festa anticipata, ma solo come uno stimolo in più per far bene” – ipse dixit.

  • Milan, Ogbonna e Criscito per il dopo Nesta

    Milan, Ogbonna e Criscito per il dopo Nesta

    Sul futuro di Alessandro Nesta c’è una certezza, non di poco conto per i tifosi rossoneri, ossia che non andrà alla Juventus, evitando di seguire le orme del suo amico Andrea Pirlo. Nonostante ciò, all’età di 36 anni, il suo contratto in scadenza non verrà rinnovato dal club di Via Turati, e l’ex centrale della Lazio e della Nazionale, con tutta probabilità si trasferirà oltre Oceano, negli Stati Uniti, per chiudervi la carriera, disputando un’ultima stagione nel club di New York, i NY Red Bulls, dove militano anche Thierry Henry e Rafael Marquez. Dopo il saluto ad un baluardo di lungo corso come Alessandro Nesta, il Milan, dunque, ha già aperto la caccia ad un sostituto che possa essere all’altezza di sostituire un calciatore che, dal suo approdo nel lontano 2002, ha rappresentato sempre una certezza assoluta per la retroguardia, conquistando in maglia rossonera due scudetti, due Champions League ed una Coppa del Mondo per club.

    Le scelte di mercato della scorsa stagione hanno portato, giocando d’anticipo, il francese Philippe Mexes alla corte di Allegri, anche se le prestazioni dell’ex romanista hanno lasciato non poche perplessità, inducendo il Milan a guardarsi ancora attorno alla ricerca di un giovane promettente: in tal senso, l’attenzione è stata puntata sul clivense Acerbi, a metà fra i veronesi ed il Genoa, che si è messo in mostra nell’attuale stagione in gialloblu e che potrebbe approdare a Milanello già in Estate.

    Alessandro Nesta © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Oltre a lui, però, sembra che l’entourage rossonero stia valutando anche altre opzioni di maggiore esperienza, come quelle che conducono all’ex genoano (anche se cresciuto in casa Juventus, ndr) ed attualmente in forza allo Zenith San Pietroburgo, Mimmo Criscito, nel giro della Nazionale di Prandelli: il suo cartellino non sarà fra i più economici, considerando la trattativa con i russi, ma la duttilità del difensore campano potrebbe essere un punto a suo favore, considerando che può essere schierato sia da centrale difensivo che nel ruolo di terzino sinistro.

    Se la pista Criscito venisse accantonata, le alternative sul taccuino potrebbero essere Angelo Ogbonna del Torino, che ha rifiutato le convocazioni della Nazionale Nigeriana nella speranza di poter conquistare un posto agli Europei in maglia Azzurra e che recentemente è stato premiato con il riconoscimento “Gentleman Serie B” dedicato a Piermario Morosini, per la sua correttezza in campo. Il difensore granata, così come Criscito, può giocare sia da terzino che da centrale e potrebbe essere, pertanto, una validissima soluzione anche se pare esserci la concorrenza del Valencia da superare.

    Nel caso si puntasse, invece, su soluzioni “low cost”, potrebbero condurre a Cesare Natali, trentaduenne centrale attualmente in forza alla Fiorentina ma in scadenza di contratto e che, quindi, approderebbe a parametro zero: in tal caso un elemento decisivo nell’operazione potrebbe essere rappresentato dal procuratore del difensore, Mino Raiola, che intrattiene ottimi rapporti con il club rossonero. A tal proposito, infatti, lo stesse Raiola, ha lasciato intendere – tra le righe – che l’approdo del suo assistito in maglia rossonera non sarebbe affatto un’ipotesi remota: “Il ragazzo non accetta le condizioni del rinnovo con la Fiorentina ed ha la moglie milanese…Vedremo”.

  • Atletico Madrid e Athletic Bilbao in finale di Europa League

    Atletico Madrid e Athletic Bilbao in finale di Europa League

    Dopo i fallimenti in Champions di Real Madrid e Barcellona, che hanno steccato la qualificazione alla finale della Coppa dalle Grandi orecchie, a tenere alto il nome della Spagna nelle competizioni europee resteranno le squadre di Europa League, la sorella minore di Madrid, l’Atletico, e l’Athletic Bilbao. In particolare, nel caso del Bilbao appare come un paradosso se si pensa al sentimento anti-nazionalista che pervade il territorio basco e il profondo senso di ribellione allo Stato centralista, eppure, lo stadio di Bilbao ieri sera ha festeggiato in perfetto stile spagnolo, dopo la qualificazione dell’Athletic alla finale di Europa League, ben trentacinque anni dopo l’ultima ed unica, disputata contro la Juventus, nell’allora Coppa Uefa.

    Nella prima semifinale, al cardioopalma, l‘Athletic Bilbao, infatti, ha avuto la meglio sullo Sporting Lisbona, conducendo una “remontada” perfetta, battendo i portoghesi con il risultato di 3 a 1, dopo la sconfitta rimediata all’andata per 2 a 1. Lo stadio San Mames ha sostenuto i suoi calciatori in maniera intensissima, dal primo all’ultimo minuto, esplodendo di gioia al triplice fischio del direttore di gara: gli uomini di Bielsa hanno mostrato grande cuore e determinazione, riuscendo a condurre in porto una gara molto ostica, con l’uomo in più Llorente in grande spolvero, autore di una rete e di un assist. Le reti dell’incontro sono state firmate da Susaeta al 17′ (per il vantaggio iniziale dell’Athletic), da Van Wolfswinkel al 44′, per il provvisorio pari dei portoghesi, da Ibai Gomez che prima del riposo riporta in vantaggio i padroni di casa, ed, infine, il gol qualificazione firmato all’88’ da Llorente, al suo ventinovesimo centro stagionale, il settimo in Europa League.

    Nell’altra gara di semifinale, invece, tra Valencia ed Atletico Madrid, le emozioni sono state molto meno intense, considerando che il risultato dell’andata già pendeva nettamente a favore dell‘Atletico Madrid, che aveva vinto per 4 a 2 in casa al Vicente Calderon.

    Atletico Madrid © Angel Martinez/Getty Images

    Agli uomini di Diego Simeone, dunque, nonostante gli assalti iniziali del Valencia che cercava il gol in apertura, è bastato un solo gol realizzato al Mestalla, con Adrian Lopez su assit di Diego, per portare a casa la qualificazione, anche se nel finale sono state feroci le proteste del Valencia contro il direttore di gara che prima aveva concesso e poi revocato un rigore a suo favore, per un fallo di mano dell’ex juventino Tiago: la palla, però, era stata toccata da Tino Costa e ciò ha indotto l’arbitro a cambiare la sua decisione, anche se – nel clima di tensione generale – Tiago perde il controllo e si fa espellere per uno schiaffo ed un calcetto contro un avversario. Il punteggio, però, non cambierà più, ed i colchoneros staccano il biglietto per la finale di Bucarest prevista per il prossimo 9 Maggio.

    Una finale che sarà, dunque, interamente spagnola e vedrà di fronte Atletico ed Athletic, Marcelo Bielsa contro Diego Simeone, dimostrando che, qualche volta, le sorelle minori riescono a rubare la scena alle sorelle maggiori: la sostanza, però, non cambia, considerando che il calcio spagnolo riesce sempre a mettersi in luce, con o senza le stelle di Real Madrid e Barcellona.

  • Zamparini e Lotito squalificati per calciomercato irregolare

    Zamparini e Lotito squalificati per calciomercato irregolare

    Un altro caso si abbatte sul mondo del calcio, anche se in confronto alla bufera calcioscommesse di tratta di una pioggia leggera: protagonisti del “fatto” sono due presidenti di serie A, Zamparini e Lotito, rispettivamente patron di Lazio e Palermo, condannati dalla Commissione disciplinare della Federcalcio a 10 e 12 mesi di squalifica, per “operazioni di mercato irregolari”. Nel caso di Lotito le irregolarità sono legate agli acquisti di Mauro Zarate e Julio Cruz mentre, nel caso di Zamparini, la contestazione riguarda le operazioni condotte per acquistare l’ argentino Pastore, attualmente in forza al Paris Saint Germain.

    Nel caso di Maurizio Zamparini, in particolare, il reato è legato al ricorso ad una società esterna per visionare il calciatore – una possibilità riservata solo ai direttori sportivi – e per non aver conferito il mandato agli agenti del calciatore sull’apposto modulo standard previsto dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio.

    Maurizio Zamparini | © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Oltre a Zamparini, poi, è stato punito anche il segretario generale del club rosanero, Roberto Fellicori, cui è stata inflitta un’inibizione di due mesi. Sono stati assolti, invece, l’allora ds del Palermo Walter Sabatini, ed il procuratore di Pastore, con grande disappunto del vulcanico presidente rosanero che commenta la squalifica ricevuta come un classico “pasticciaccio all’italiana, perchè io non ho nulla da nascondere, anche se a 71 anni sono stanco di queste cose: da parte mia non c’è stato alcun giochino e la sentenza che mi riguarda è un cumulo di errori formali”.

    Il presidente biancoceleste Claudio Lotito, invece, è stato condannato per aver intrattenuto rapporti con due società, nel ruolo di mediatrici, nelle operazioni connesse agli acquisti degli argentini Mauro Zarate e Julio Cruz, nella sessione di mercato del 2009: società alle quali il patron laziale ha versato commissioni per circa due milioni di euro ma senza conferire loro mandato ufficiale violando, dunque, il regolamento della Figc. Oltre alla squalifica comminata al presidente Lotito, così come nel caso del Palermo, anche alla Lazio è stata inflitta una multa da 80 mila euro.