Autore: Simona Granieri

  • Calciomercato Juve-Inter duello per Giovinco Destro Borini

    Calciomercato Juve-Inter duello per Giovinco Destro Borini

    Nella stagione appena conclusasi lo scontro Juventus-Inter è parso meno “caldo” del solito, considerando le difficoltà della formazione nerazzurra che l’hanno allontanata dalla vetta della classifica e dalla competizione scudetto: tuttavia, nella prossima sessione di calciomercato, non è affatto escluso che possa tornare ad accendersi improvvisamente la scintilla, considerando l’interesse dei due club per alcuni giocatori importanti e giovani, che si preannunciano come pedine chiave delle trattative.

    I due nomi in questione sarebbero, in primis, quelli di Borini e Giovinco, in comproprietà – rispettivamente – tra il Parma e la Roma e tra il Parma e la Juventus. Scontato che i due club che detengono la metà dei due cartellini vogliano fortemente evitare che si giunga alle buste per il riscatto definitivo della comproprietà, proprio per scongiurare l’ipotesi che possa essere il Parma a prevalere e che, poi, la società gialloblu ceda i due gioiellini all’Inter. Il sodalizio nerazzurro-gialloblu, infatti, sarebbe uno degli assi più importanti di questa estate di mercato e, dunque, gli altri club devono preservarsi dagli assalti del club di Moratti che, dopo una stagione di digiuno e sofferenze, pare già scatenato sul mercato per provare a rafforzare la formazione di Stramaccioni.

    In particolare, l’interessamento per Sebastian Giovinco scaturirebbe dalla difficoltà di concludere positivamente la trattativa per portare a Milano il Pocho Lavezzi, che sarebbe sempre più vicino al Paris Saint Germain di Ancelotti, Leonardo e degli sceicchi arabi, pronti a battere la concorrenza nerazzurra con capitali freschi.

    Nel caso di Borini, invece, la Roma preme per il rinnovo della comproprietà con il Parma, mentre la società del presidente Ghirardi vorrebbe una soluzione definitiva: l’Inter potrebbe, così, inserirsi in questo discorso e provare a soffiare il giovane gioiellino ai giallorossi. Nello scontro Juventus-Inter, poi, sembra rientrare anche l’affare Marco Verratti, il diciannovenne centrocampista del Pescara di Zdenek Zeman, esploso nello scorso campionato di Serie B: il giovane, convocato a Coverciano da Prandelli per la pre-lista Europei, nei giorni scorsi ha manifestato apertamente la sua preferenza per l’approdo in maglia bianconera, considerandolo “un sogno che si avvererebbe”, ma, in periodo di mercato, le certezze non sono mai un’entità assoluta e, dunque, le situazioni possono mutare repentinamente.

    Sebastian Giovinco | © Dino Panato/Getty Images

    Resta da capire, però, quale sarà la contro-offerta dei nerazzurri che, in ogni caso, sembrano intenzionati a puntare prioritariamente su un’ “azione di disturbo” nei confronti dei bianconeri, considerando che l’Inter sarebbe l’unica squadra – fra le varie pretendenti – ad essere disposta a lasciare Verratti per un altro anno a Pescara.

    In tal caso, se l’Inter riuscisse a portare a termine lo “sgarbo” alla Juventus, i bianconeri non starebbero, però, a guardare ed avrebbero già pronta la contro-mossa, relativa all’affare Mattia Destro, cresciuto in casa Inter e poi ceduto con troppa facilità ed, oggi, in comproprietà fra Siena e Genoa: i nerazzurri sperano di far leva sui trascorsi del giovane attaccante e sulla sua volontà di tornare a Milano ma se la Juventus riuscisse ad inserirsi nell’affare – facendo leva sui rapporti con il Siena – sarebbe uno smacco che l’Inter non digerirebbe affatto, ed è proprio per questo  che il club nerazzurro ha avviato il pressing su Verratti e Giovinco, un modo per fissare dei “paletti” e far capire – tra le righe – che ad ogni azione corrisponde una reazione, probabilmente ancora più “pesante”.

  • Formula 1 pronta a quotarsi in Borsa

    Formula 1 pronta a quotarsi in Borsa

    La notizia è di quelle che portano con sè una grande risonanza ed un forte impatto connesso, in particolare, a due fattori assolutamente rilevanti: il soggetto e l’oggetto. In primis, il soggetto, ossia la Formula Uno, il circus dorato e plurimilionario che muove capitali ed espande la sua portata in ogni parte del mondo, dai Paesi emergenti a quelli della vecchia Europa; l’oggetto, invece, è la possibile quotazione in borsa, sulla piazza di Singapore o di Hong Kong.

    Una notizia non ancora ufficiale ma che pare avere buone probabilità di diventarlo ben presto, considerando che l’ipotesi in questione è stata discussa apertamente dal presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, a margine della presentazione di un nuovo centro per le cure delle malattie neuromuscolari dell’infanzia all’Ospedale Niguarda di Milano, alla cui realizzazione la scuderia di Maranello ha dato un diretto contributo. Il presidente del Cavallino, infatti, si è mostrato ben disposto all’eventualità di una quotazione in borsa per la Formula Uno, perchè tale operazione porterebbe con sè sicuri benefici, fra cui maggiore “trasparenza e stabilità”: in tal senso, il riferimento – neppure troppo velato – pare essere rivolto ad una necessità di cambiamento radicale rispetto all’attuale situazione, in cui gli aspetti della gestione economica e commerciale dei diversi team sono perlopiù gestiti dalla società Formula One Group, posseduta – a sua volta – in parte da Cvc Capital Partners che, però, ha progressivamente ridotto la sua partecipazione, ed in parte dallo stesso patron Bernie Ecclestone.

    Bernie Ecclestone | © Vladimir Rys/Getty Images

    I tempi necessari a gettare le basi per l’avvio della “nuova fase” non dovranno essere, però, troppo lunghi ed, in tal senso, pare che già nel corso della riunione di venerdì prossimo a Montecarlo (dove si correrà nel weekend anche il prossimo Gran Premio, ndr) i vari team discuteranno la delicata questione, considerando che – se l’operazione dovesse avere concreta attuazione – le diverse squadre entreranno direttamente come azionisti e soci del progetto. Ci sarà da testare gli umori dei diversi team ed, in particolare, di quelli più potenti ma, se i vari step necessari verranno superati senza intoppi, già per la fine del mese di giugno la collocazione potrebbe prendere il via, con un’offerta iniziale da circa 2,3 milardi di euro in azioni, pari a 3 miliardi di dollari.

    Oltre alla conferma da parte di Montezemolo, anche Dow Jones Newswires ha segnalato che Cvc Capital, la società che detiene attualmente il 40% del capitale della Formula One Group (la quota del 25% è di proprietà di Ecclestone, mentre la restante parte è di proprietà di BlackRock, Waddell & Reed Financial e Norges Bank Investment Management, ndr) si starebbe apprestando a lanciare una campagna di marketing appositamente studiata per il prossimo lancio in borsa, a partire dalla metà di giugno.

    Alla luce di tale notizia riportata, sembra che la piazza borsistica prescelta sia quella di Singapore, che avrebbe già dato il parere favorevole al lancio dell’operazione, e lo stesso Bernie Ecclestone si recherà nella metropoli asiatica subito dopo il Gp di Monaco per definire nel dettaglio tutti gli aspetti necessari.

  • Zeman da eretico a re del mercato

    Zeman da eretico a re del mercato

    Il suo ritorno in serie A con il Pescara, il record di gol segnati nel campionato cadetto, ed il calcio spettacolo nuovamente espresso sembrano aver risvegliato l’attenzione su uno dei personaggi più “sui generis” del campionato italiano, Zdenek Zeman. Il tecnico boemo, impassibile come una sfinge, sembra essere, infatti, l’oggetto del desiderio di quei club che sono alla ricerca di una guida tecnica per la prossima stagione, che sia in grado di plasmare la squadra, regalandole principi tattici, filosofia di gioco spregiudicato e spettacolo in campo, in risposta all’ormai noto dogma zemaniano del “basta segnare un gol in più degli avversari per vincere la partita”.

    Su tutte, in particolare due grandi “decadute” come Lazio e Fiorentina sembrano seguire da vicino il tecnico, considerando che, per ragioni diverse, entrambe hanno la necessità di trovare una guida per la prossima stagione: la Lazio perchè “orfana” di Edi Reja, dopo il tira e molla sulla sua permanenza che si è poi concluso con la decisione del tecnico goriziano di andar via; la Fiorentina per il post-Delio Rossi, alla luce del burrascoso addio del tecnico a seguito dello scontro fisico con Ljaljc.

    Nei giorni immediatamente seguenti alla vittoria del Pescara contro la Sampdoria, che ha sancito la matematica promozione in Serie A, pareva certa la riconferma di Zeman sulla panchina abruzzese, per “esportare” il progetto biancoazzurro anche nella massima serie, per dimostrare che le sue idee di gioco, nonostante il passare degli anni, sono ancora molto valide: negli ultimi giorni, però, il tecnico boemo non è stato presente alle diverse riunioni tecniche svoltesi con il presidente Sebastiani ed il direttore sportivo Delli Carri, finalizzate alla programmazione della prossima stagione e, quindi, anche delle questioni di mercato, oltre a disertare, nel pomeriggio di ieri, la visita della squadra al Pescara store, per salutare i tanti tifosi che attendevano, sotto la pioggia, i loro beniamini.

    Zeman eroe di Pescara | ©Getty Images
    Probabilmente, il mister aveva solo bisogno di riposare e di allontanarsi da tutto dopo una stagione così intensa ma i malpensanti associano tale situazione a segnali inequivocabili di un improvviso raffreddamento dei rapporti con il Pescara, cui potrebbe far seguito l’eventualità di un suo trasferimento altrove. In tal senso, pare ci sia già stato un primo contatto telefonico fra la Fiorentina e Zeman, con il club Viola che sarebbe fortemente interessato ad assicurarselo per la prossima stagione, al punto da proporgli di portar con sè i suoi gioiellini più preziosi, ossia i giovani Insigne e Verratti che, però, piacciono anche ad altri club.

    Oltre ai Viola, come detto, anche la Lazio sarebbe disposta a tutto pur di assicurarselo, al punto che il ds Igli Tare avrebbe seguito dallo stadio alcune delle ultime gare del Pescara, tentando un pressing ravvicinato nel tentativo di riportarlo nella Capitale che lo ha tanto amato: data l’accesa concorrenza, però, se l’operazione Zeman sfumasse, il presidente Claudio Lotito potrebbe decidere di “ripiegare” su Luigi Del Neri, ex tecnico di Chievo, Atalanta, della Roma, della Sampdoria e della Juventus, che porterebbe con sè il suo modulo 4-4-2 e la sua impostazione di gioco, focalizzata soprattutto sul gioco degli esterni di fascia.

    In ogni caso, comunque, a prescindere dalla sua prossima destinazione, il personaggio-Zeman calamiterà ancora a lungo l’attenzione su di sè.

  • De Laurentiis punta su Insigne per il dopo Lavezzi

    De Laurentiis punta su Insigne per il dopo Lavezzi

    Come in un film, uno dei più riusciti e ben scritti, domenica sera l’avventura di Aurelio De Laurentiis alla presidenza del Napoli ha avuto un risvolto da incorniciare, raggiungendo un traguardo importante e desiderato, una vittoria che la città partenopea bramava da troppo tempo, una Coppa da alzare al cielo, una nottata dedicata ai festeggiamenti, che facesse rivivere i fasti di un tempo, di un epoca lontana e spesso rimpianta. Il presidente Aurelio De Laurentiis è stato l’artefice di tutto questo, ha creduto fortemente nel suo progetto, ha portato avanti i valori della napoletanità e della valorizzazione dei suoi aspetti peculiari, per dimostrare al mondo intero che il prodotto Napoli può essere un investimento redditizio, ma anche molto di più, regalando un sogno alla sua città che, ora, lo ama ancora di più.

    Parla del risultato raggiunto ma non solo, il presidente produttore, che da uomo d’affari navigato guarda già al futuro, alle prospettive della società e della squadra. In ottica mercato in uscita, ad esempio, la questione più importante e delicata riguarda il Pocho Lavezzi, in bilico fra la commozione del saluto e la volontà di voltare pagina, calandosi in una realtà diversa che, probabilmente, sarà oltralpe, nel Paris Saint Germain di Ancelotti e Leonardo che, allo stato dei fatti, sembra essere l’unico club in grado di versare la clausola rescissoria nelle casse del club partonopeo: 30,8 milioni di euro, all’incirca.

    De Laurentiis, dunque, non si lascia abbattere dalla nostalgia per un addio sempre più vicino, e punta dritto ad individuare il successore dell’argentino. Un giovane, naturalmente, che possa garantire al Napoli un futuro importante ed al quale il Napoli possa offrire il giusto spazio e l’adeguata visibilità, com’è giusto che sia: sarà il giovane Insigne il successore designato di Lavezzi, e sarà lui la pagina nuova del club azzurro. “A me piace Insigne perché e un uomo squadra, lui e suo fratello stanno facendo benissimo, avete visto? E allora che facciamo? Li riportiamo a Napoli per non farli mai giocare perché gioca sempre il Pocho Lavezzi? I giovani devono giocare”.

    Lorenzo Insigne | © Getty Images

    Parole chiare, dirette e mirate, per far capire al giovane gioiellino del Pescara di Zeman la volontà del club di puntare su di lui, per valorizzarlo al meglio, in campo, perchè “solo chi gioca può migliorare e crescere facendo esperienza e nel Napoli potrà farlo, perchè con gli impegni europei serve un organico meno ridotto. In questo organico Insigne ci può stare bene”.

    Ecco perchè, nonostante ci siano molte società interessate essendo disposte anche a rilevarlo “in toto” (anche dall’Inghilterra e dalla Francia, ndr) ed altrettante interessate ad un eventuale prestito (su tutte Chievo e Atalanta, ndr) il procuratore del calciatore, Fabio Andreotti, finora ha sempre sottolineato la volontà del calciatore di “rimanere legato al Napoli, che lo detiene in comproprietà”.

    Lorenzo Insigne, dunque, secondo il presidente partenopeo è già maturo e può essere lanciato nei prossimi impegni di Europa League del Napoli, invertendo la rotta rispetto all’impostazione gestionale di Walter Mazzarri, che finora ha sempre dato maggior spazio ai senatori piuttosto che ai giovani, ritenendo che – prima di esser lanciati – debbano avere le spalle larghe e la necessaria esperienza, soprattutto per poter giocare in una piazza particolarmente calda ed ambiziosa come quella napoletana.

  • Conte – Juve, accordo raggiunto per il rinnovo fino al 2015

    Conte – Juve, accordo raggiunto per il rinnovo fino al 2015

    Dopo la delusione, non celata, per la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro il Napoli, per mister Antonio Conte è tempo delle meritate vacanze, anche se – per uno come lui – pare difficile riuscire a staccare completamente la spina, allontanando la mente dal suo habitat naturale, ossia le questioni di campo. In vacanza, però, Antonio Conte riceverà una notizia che gli farà sicuramente piacere, un annuncio che potrebbe avvenire a breve, considerando che – come ha sottolineato lo stesso ad Beppe Marotta – è solo una “formalità”. La notizia in questione riguarda, naturalmente, il rinnovo contrattuale del mister salentino, con conseguente adeguamento in fatto di cifre: in particolare, l’attuale contratto scadrebbe a fine della prossima stagione, a Giugno 2013, e prevede una retribuzione da 1,5 milioni di euro a stagione; la proposta di prolungamento, invece, legherebbe mister Conte alla Signora fino al 2015, con un ingaggio esattamente raddoppiato, a ben 3 milioni di euro l’anno, che lo renderà il tecnico più pagato d’Italia. Un traguardo importante per Antonio Conte, soprattutto considerando la diffidenza iniziale che ha contraddistinto la scelta di affidargli la guida della Juventus: poca esperienza di alto livello, si diceva: lui, invece, ha smentito tutti, ha fatto ricredere coloro che storcevano il naso e lo ha fatto nella maniera più semplice e diretta, con i risultati, inconfutabili.

    L’imbattibilità stagionale è sfumata proprio sul più bello, ma resta l’impressione di un percorso perfetto e, soprattutto, resta la sensazione di un condottiero che riesce sempre ad avere il polso della situazione, che conosce nel dettaglio ogni aspetto che riguarda i suoi uomini, sia inerente l’aspetto calcistico che l’aspetto umorale, che riesce a tenere unito il gruppo valorizzandolo nel suo complesso, anteponendo il collettivo ad ogni individualità, valorizzando i singoli nel momento topico, mettendoli in luce per regalargli gli stimoli giusti per migliorarne sempre più il rendimento.

    La Juventus non può far altro che riconoscergli tutti questi meriti, e blindarlo alla sua corte, perchè – come lo stesso Conte ha più volte ripetuto – “l’appetito vien mangiando” e la vittoria dello scudetto può esser considerata solo un punto di partenza e non un punto d’arrivo, soprattutto in una squadra che solo ora ha riassaporato il gusto dolcissimo del trionfo.

    Antonio Conte | ©GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    Inoltre, anche se manca la controprova, appare come un dato di fatto che la Juventus di questa stagione senza la tenacia e la determinazione della sua guida tecnica non avrebbe potuto compiere la straordinaria cavalcata che l’ha resa protagonista: mister Conte è stato il valore aggiunto determinante ed imprescindibile e, pertanto, appare ovvio e scontato che si debba ripartire da lui, nonostante le voci di disturbo e la questione-Carobbio, che lo ha tirato in ballo nello scandalo calcio scommesse legato ai tempi della sua esperienza sulla panchina del Siena. Su tale tematica, il presidente Andrea Agnelli si è schierato apertamente al fianco del tecnico, sostenendo senza mezzi termini: “Credo che il tecnico abbia ragione quando dice che per ora ci stiamo limitando a leggere opinioni uscite sui media. Aspettiamo. Se e quando qualcuno sarà convocato andremo a rispondere con fiducia agli organi inquirenti”.

    Ecco, dunque, che il rinnovo contrattuale si baserà su un fattore che nel mondo del calcio è spesso assente, o comunque secondario, un valore importante, che – anche se intangibile – rappresenta un aspetto essenziale di ogni rapporto, umano e lavorativo e che può essere l’unica vera base solida su cui costruire qualcosa di duraturo: la fiducia.

  • Valentina Vezzali portabandiera dell’Italia a Londra 2012

    Valentina Vezzali portabandiera dell’Italia a Londra 2012

    Era nell’aria, ora è ufficiale: Valentina Vezzali, signora del fioretto Azzurro, sarà la portabandiera italiana alle prossime Olimpiadi di Londra. Una scelta giusta, a riconoscimento di una carriera straordinaria, costellata di trionfi e medaglie, a conferma della superiorità della scuola italiana in fatto di scherma e, d’altronde, i numeri parlano per lei: cinque ori olimpici, tre successi consecutivi nel fioretto individuale da Sidney 2000 a Pechino 2008, ed un argento ad Atlanta 1996.

    Così, il prossimo 22 Giugno Valentina Vezzali farà visita al Quirinale al Presidente Giorgio Napolitano, da cui riceverà la bandiera tricolore che, poi, avrà l’onore di rappresentare nella parata inaugurale dei giochi londinesi, coronando quello che era il suo sogno, non segreto. Dopo la vittoria dell’oro ad Atene 2004, “Vale” aveva dichiarato apertamente la sua volontà di diventare mamma e, detto-fatto, il 9 Giugno 2005 è nato Pietro: subito dopo è tornata in pedana, ancora più grintosa, ancora più affamata di successi ed ha ottenuto, così, anche la vittoria a Pechino 2008, dove sperava di essere scelta come porta bandiere: in tal caso, venne preferito il canoista Antonio Rossi ma lei non ha desistito ed, ora, il suo desiderio è stato esaudito.

    Le spetterà un grande onore, ma anche l’onere di rappresentare a livello di immagine lo sport del nostro Paese ed, in particolare, la parte “rosa” che, di questi tempi, risulta essere la più competitiva, in ogni disciplina, partendo proprio dalla scherma, di cui la Vezzali è la regina incontrastata, con un palmares da capogiro, con ben undici coppe del mondo in bacheca, 76 vittorie individuali e tredici ori all’attivo. Valentina è Jesina ed, in tal caso, la provenienza geografica non è un particolare irrilevante, considerando che la cittadina marchigiana ha dato i natali anche ad altre stelle della scherma, come – tra gli altri – Giovanna Trillini ed Elisa Di Francisca, e che è riconosciuta in tutta Italia come la scuola di scherma maggiormente accreditata, al punto da associare alla città di Jesi un vero e proprio “cromosoma scherma”, come se vi fosse un fattore genetico che renda gli atleti jesini maggiormente competitivi: in realtà, il merito non è legato al Dna ma, bensì, alle strutture ed alla tradizione, alla bravura dei maestri, ed all’eccellenza di una scuola che continua a sfornare talenti della pedana.

    Valentina Vezzali | © Getty Images

    Valentina, dunque, rappresenterà tutto questo, incarnerà i valori del su background sportivo e sociale, porterà la sua immagine “acqua e sapone”, sempre sorridente, ma con una grande forza interiore, con una determinazione ferrea, che le permette di scendere in gara ponendosi sempre e comunque l’imperativo della vittoria, a prescindere da ciò che è stato già fatto e già conquistato, come solo i grandi riescono a fare: una piccola-grande donna, una mamma sprint, una campionessa. Tutto questo è Valentina Vezzali, agli antipodi rispetto alla sfrontatezza e dall’immagine patinata di Federica Pellegrini, ormai nota per il “gran rifiuto”, per aver declinato la proposta di divenire alfiere azzurro. La scelta della Vezzali, però, non è affatto una decisione di ripiego, bensì è il giusto riconoscimento per la sua gloriosa ed impeccabile carriera, così come ha sottolineato lo stesso presidente del Cio, Jacques Rogge, che ha già annunciato che “tiferà per lei, e sarà felice se riuscirà a conquistare il suo quarto oro olimpico”.

    Sarà certamente onorata di questo Valentina Vezzali, così come sarà felice di coronare il suo sogno, vestendo i vessilli Azzurri e succedendo  alla sua collega-concittadina Giovanna Trillini, ultima alfiere donna ad Atlanta ’96, in un’ideale “passaggio del testimone” a distanza di sedici anni.

  • Futuro di Alessandro Del Piero, venerdì la verità

    Futuro di Alessandro Del Piero, venerdì la verità

    Nonostante il sorriso di circostanza durante le interviste postpartita e la volontà di pensare alle meritate vacanze, dopo una stagione intensa e comunque vittoriosa, la finale di Coppa Italia persa contro il Napoli lascerà nella mente e nel cuore di Alex Del Piero il ricordo di una serata all’insegna della malinconia, del rammarico per il trofeo sfuggito e, soprattutto, del guardarsi indietro, ripercorrendo con lo sguardo la lunga strada e le tappe di questi diciannove anni in bianconero, il suo unico amore, che lui stesso ha definito “One Love“, stampandolo anche sulla maglia da gioco del suo ultimo capitolo juventino.

    Le vacanze gli serviranno sicuramente a metabolizzare il fiume di emozioni che ha conservato dentro di sè, riuscendo a trattenere la commozione, ad una settimana di distanza dal bagno di folla dello Juventus stadium, con giro di campo annesso per salutare il suo pubblico ma, prima della partenza per qualche località esotica, Del Piero incontrerà ancora la stampa, venerdì prossimo, in un Hotel del centro di Torino nel quale sicuramente si scoprirà il futuro di Alessandro Del Piero.

    Lo ha annunciato quest’oggi Stefano Del Piero, fratello di Alessandro e suo agente, che – in merito al contenuto della conferenza stampa – ha mantenuto uno stretto riserbo, considerando “prematuro” ogni discorso di mercato, rimarcando quanto dichiarato dallo stesso Capitano bianconero (bisognerebbe scrivere ex, ndr) che, fra il serio ed il faceto, la scorsa settimana aveva sottolineato di “non esser più abituato alle trattative di mercato, considerando che da diciannove anni sono fuori dal giro”. L’unico aspetto che sembra trapelare con maggior forza rispetto agli altri, è che la prossima destinazione del numero dieci sarà all’estero, alla luce di quanto dichiarato sempre da suo fratello, che ha fatto riferimento ad un certo interesse del calcio internazionale per Alessandro, manifestatosi dallo scorso mese di Ottobre, ossia in concomitanza con l’ormai celebre discorso all’Assemblea dei soci del presidente Andrea Agnelli, in cui annunciò che il campionato in corso sarebbe stato l’ultimo di Del Piero in maglia juventina.

    Alessandro Del Piero © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    L’aggettivo “internazionale”, dunque, necessita di essere maggiormente approfondito, per comprendere a cosa faccia riferimento nello specifico, anche alla luce del fatto che – come ha rivelato lo stesso procuratore – gli attestati di stima nei confronti di Alessandro sono trasversali, a testimonianza che in questi anni ha “seminato bene”: gli States, che Del Piero ha spesso dichiarato di amare, al punto da sceglierli come frequente meta dei suoi viaggi, oppure la Cina, per raggiungere Marcello Lippi, il mister con cui ha vinto praticamente tutto? Fra le due ipotesi potrebbero collocarsi, naturalmente, altri scenari ben diversi o qualche risvolto clamoroso, come – ad esempio – l’approdo in una grande della Premier League per disputare la prossima Champions League, magari proprio contro la Juventus. Uno scenario che, ad oggi, sembra davvero incredibile e che i tifosi bianconeri si augurano non si materializzi, per scongiurare il pericolo di considerare Alex in veste di “avversario”.

    Quel che è certo è che, “da adesso inizieremo ad approfondire tutte le questioni che si presenteranno, e quando sarà il momento Alessandro renderà tutti partecipi della sua decisione”: parola di Stefano Del Piero, c’è da fidarsi.

  • Torino e Pescara in Serie A, scoppia la festa. Il trionfo di Zeman e Ventura

    Torino e Pescara in Serie A, scoppia la festa. Il trionfo di Zeman e Ventura

    Due piazze, stessa festa e stesso entusiasmo: Torino e Pescara, hanno conquistato la promozione diretta in Serie A per la prossima stagione, ritagliandosi un posto nel calcio che conta con una giornata di anticipo rispetto alla conclusione del campionato cadetto, confermando la superiorità mostrata durante tutta la stagione, in cui hanno svolto un ruolo da protagoniste assolute.

    Ventura e Zeman i due tecnici “guida”, protagonisti di entrambi i capolavori, completati ieri con le rispettive vittorie contro il Modena e la Sampdoria: per il Torino, una vittoria casalinga nello stadio Olimpico tutto esaurito griffata da Oduamadi e De Feudis, mentre per gli uomini di Zeman il trionfo è giunto sul campo di Marassi blucerchiato, alla presenza di Roberto Mancini neo campione d’Inghilterra, con le reti di Caprari (autore di una doppietta) e di Ciro Immobile, al suo 27esimo centro in campionato, che hanno fissato il punteggio sul perentorio 1-3.

    Il Toro ha sancito, così, il suo ritorno fra i grandi dopo tre anni di purgatorio, sintetizzato dallo striscione apparso sugli spalti “Scusate il ritArdo”, mettendosi in pari – almeno dal punto di vista dei festeggiamenti – con gli eterni rivali-cugini bianconeri, celebrando dopo la partita vinta allo Stadio Olimpico, la promozione con un bagno di folla nelle vie del centro città, nonostante la pioggia battente, a bordo dell’ormai classico pullman scoperto, con i calciatori ebbri di gioia che indossavano una maglietta dalla scritta più che eloquente: “GodiAmo“, che riflette la gioia incontenibile degli interpreti di un campionato praticamente perfetto, condotto quasi sempre in testa alla classifica.

    Festa Granata | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    Protagonista dei festeggiamenti, in particolare, il presidente Urbano Cairo che ha avuto il grande merito di riorganizzare la società, puntando su un tecnico esperto come Giampiero Ventura, alla sua quarta promozione dopo quella ottenuta a Lecce e le due di Cagliari, e su un collettivo di buone individualità, nonostante i problemi fisici che hanno colpito alcuni uomini simbolo come Guberti e Rolando Bianchi che, comunque, hanno sentito “propria” la promozione ottenuta, così come dimostrava la grande esultanza del bomber granata, che si è regalato un vero e proprio “tuffo nella folla”, in perfetto stile rockstar.

    Per il futuro prossimo è quasi certa la permanenza di mister Ventura, come il presidente granata ha annunciato nel postpartita, così come nell’altra piazza festante, Pescara, è molto probabile la permanenza di Zdenek Zeman, vero e proprio artefice della promozione degli abruzzesi dopo ben vent’anni. Un risultato “storico”, che ha il sapore del calcio spettacolo, dei dogmi tattici e della filosofia spregiudicata impartita dal tecnico boemo, riassunto da numeri assolutamente notevoli: dagli 89 gol segnati, miglior attacco del campionato, alle 25 vittorie, alla giovane età media dei protagonisti biancoazzurri, che sembra abbiano già captato l’attenzione dei grandi club, da Verratti (convocato da Prandelli a Coverciano per la preselezione prima degli Europei, ndr) a Caprari, da Immobile (scuola Juventus, ndr) a Insigne, Anania e Balzano, che costituiscono la spina dorsale dell’Under 21 di Ciro Ferrara.

    Un collettivo di grande prospettive, che – se verrà preservato – potrà recitare un ruolo importante anche nella massima serie, mettendo ancora più in vetrina i suoi gioiellini, sapientemente valorizzati da Zeman. La prossima Serie A si preannuncia già molto interessante.

    VIDEO PROMOZIONE PESCARA IN SERIE A

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    VIDEO PROMOZIONE TORINO IN SERIE A

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  • Montpellier sul trono di Francia, Psg secondo

    Montpellier sul trono di Francia, Psg secondo

    Nel campionato francese Davide batte Golia, contro ogni possibile pronostico di inizio campionato: il piccolo Montpellier, squadra di provincia, infatti, si è laureato campione della Ligue 1 staccando in classifica il milionario Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti e Leonardo. Eppure, l’ultima giornata del campionato transalpino ha regalato diverse emozioni, un vero e proprio finale thriller, considerando che la squadra parigina ed il Montpellier sono giunte in lotta al fotofinish considerando i tre punti che, alla vigilia dell’ultima giornata, le separavano in classifica: ieri, il Psg ha ottemperato ai suoi doveri, vincendo in rimonta contro l’ FC Lorient per 2 a 1 con reti di Pastore e Thiago Motta ma, per capire definitivamente cosa stesse accadendo ai diretti concorrenti, ha dovuto attendere diversi minuti considerando che la contemporanea gara del Montpellier contro l’Auxerre veniva sospesa a più riprese per una ventina di minuti a causa del lancio di oggetti in campo dalle tribune da parte di alcuni teppisti.

    Alla fine, il Montpellier di Girard ha fissato sul 2 a 1 il risultato della gara contro l’Auxerre già retrocesso (il gol dell’Auxerre era stato firmato al 20′ del primo tempo da Kapo, ndr), grazie alla rete siglata dal nigeriano Utaka, autore di una doppietta, che regala alla piccola realtà di provincia il sogno scudetto, il primo della sua storia, assolutamente meritato dopo una stagione eccezionale, soprattutto nel girone di ritorno, in cui il fattore casalingo si è rivelato determinante.

    Riconoscimenti importanti, frutto di bel gioco, mentalità giusta e investimenti oculati e ben ponderati, che hanno messo in luce la possibilità di far bene anche senza i grandi nomi altisonanti, di contraltare rispetto alle peculiarità dei blasonati parigini.

    Montpellier campione di Francia | © EFF PACHOUD/AFP/GettyImages

    Qualità importanti del Montpellier che anche il diretto avversario Carlo Ancelotti ha sottolineato nel post-gara di ieri: “Faccio i complimenti al Montpellier che ha fatto una grande stagione. Anche se fino all’ultimo abbiamo sperato in un altro scenario e forse sarebbe stato più equilibrato che le partite finissero tutte allo stesso momento”. A proposito del suo futuro, poi, mister Ancelotti non sembra essere disfattista, considerando l’ottimo cammino della sua squadra (che ha rilevato a campionato in corso, nel mese di dicembre, quando era prima in classifica alla guida del tecnico Antoine Kombuarè, ndr) e sottolineando il duro lavoro effettuato, che porterà benefici in futuro, nella prossima stagione, in cui gli obiettivi sono già fissati: vincere il campionato e far bene in Champions League, “aprendo un nuovo corso”. 

    Un futuro che, con i copiosi capitali a disposizione, potrebbe portare rinforzi importanti alla corte di Carlo Ancelotti, che sembra comunque certo di restare alla guida dei parigini.

    Uno su tutti, il Pocho Ezequiel Lavezzi, visibilmente commosso nella finale di Coppa Italia vinta ieri contro la Juventus, quasi a certificare il suo prossimo addio ai partenopei, proprio per approdare sotto la Tour Eiffel, se – come pare probabile – il presidente Aurelio De Laurentiis riterrà congrua l’offerta di 23 milioni di euro per rilevare il cartellino della stella argentina e, soprattutto, se lo stesso Lavezzi deciderà di non ascoltare gli appelli che i tifosi azzurri gli hanno rivolto anche nella nottata festante di ieri: “Pocho, resta a Napoli, a Parigi non c’è il mare”.

    VIDEO MONTPELLIER CAMPIONE DI FRANCIA

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  • Roberto Di Matteo, fra la Storia e la Lazio

    Roberto Di Matteo, fra la Storia e la Lazio

    Il toto allenatore in casa Lazio è già iniziato per trovare un degno successore di Edi Reja, che ha chiuso definitivamente il suo capitolo sulla panchina biancoceleste, e gli uomini del presidente Claudio Lotito sembra si stiano muovendo in maniera decisa per convincere Roberto Di Matteo a sedere sulla panchina laziale nella prossima stagione. Di certo, il pensiero dell’attuale mister del Chelsea in queste ore non sarà rivolto al futuro, bensì all’immediato presente, che significa per lui finale di Champions League contro il Bayern Monaco, a Monaco di Baviera, in programma proprio questa sera all’ Allianz Arena. Un appuntamento da brividi per il giovane allenatore, che ha già scritto un pezzo di storia del club londinese di Abramovich eliminando il colosso Barcellona in semifinale, e che punta a realizzare l’impresa di una vita proprio nella tana dei tedeschi, lasciando il suo nome di “mister precario” impresso negli annali del calcio Europeo.

    Nonostante l’impresa fin qui realizzata, però, sembra ormai chiaro che il magnate russo non abbia intenzione di confermarlo alla guida dei blues per la prossima stagione, indipendentemente dal risultato della finalissima di questa sera, lasciandosi tentare da soluzioni di maggiore esperienza per la prossima stagione, con in testa Fabio Capello: per tal motivo, dunque, gli emissari laziali guidati da Igli Tare vogliono mostrare ancora una volta tutto il loro apprezzamento ed il loro interesse nei suoi confronti e, questa sera, assisteranno allo stadio di Monaco alla finalissima.

    In tal senso, dunque, Roberto Di Matteo sembra aver ben captato l’interessamento laziale e, durante la conferenza stampa di ieri in preparazione della finale, si è detto ben predisposto in merito ad un suo ritorno in “Patria”, dichiarandosi possibilista ad un suo ritorno alla Lazio, considerando anche il suo passato da calciatore in maglia biancoceleste dal 1993 al 1996, per ben tre stagioni: “Ora penso alla finale di Champions, certo mi sento italiano e sarebbe bello tornare in Italia. Sono aperto a diverse soluzioni…” Soluzioni che, dunque, potrebbero riportarlo nel nostro campionato, riportandolo ad una realtà “diversa” rispetto a quella inglese, dove gli allenamenti settimanali sulla tattica sono più intensi e, di certo, anche le pressioni dell’ambiente esterno.

    Roberto Di Matteo | © AFP/GettyImages

    Un messaggio piuttosto chiaro rivolto all’indirizzo della Lazio ma anche del presidente del Chelsea, con il quale Di Matteo rivela di “non aver ancora parlato”: l’incontro avverrà di certo nei prossimi giorni e, a seconda degli umori-post finale, potrebbe anche rivelare qualche sorpresa.

    Tuttavia, Roberto Di Matteo ha comunque tracciato un punto fermo, precisando chiaramente che un eventuale ritorno in Italia, lasciando la Premier League che è divenuta la sua seconda casa, non sarebbe affatto una seconda scelta.

    Inoltre, la soluzione Lazio sarebbe, come detto, un vero e proprio tuffo nel suo passato, un’esperienza che Di Matteo ricorda con molto piacere, affermando che “a Roma mi sentivo a casa mia”, facendo poi riferimento, in particolare, a Gascoigne che ebbe modo di conoscere da compagno di squadra quando militava proprio nella Lazio di quegli anni: “Ero molto giovane quando sono approdato alla Lazio e c’era già Gascoigne, stella del calcio europeo. Era un bel personaggio, una persona singolare, scherzava sempre e dovevi stare attento. Era un calciatore di grandissimo talento”.

    Da domani, Roma potrebbe divenire nuovamente casa sua.