Che i brasiliani abbiano il ritmo nel sangue è, ormai, risaputo, ma nel caso di Neymar, stella del Santos, la danza appare come una grandissima passione che, a quanto pare, riesce a trasmettere con successo anche agli altri, con un riscontro incredibile in termini di seguito. Basti pensare, ad esempio, allo straordinario successo di “Ai se eu te pego” di Michel Telò, resa celebre dai balletti in campo di Neymar dopo ogni gol, che lo hanno trasformato in breve tempo nel tormentone dell’inverno 2012.
Inevitabile, dunque, che alle porte della bella stagione, in cui solitamente le canzoni leggere hanno il sopravvento, Neymar si impegnasse direttamente in tal senso, questa volta con la collaborazione di Gusttavo Lima, lanciando “Balada” e, naturalmente, il balletto annesso, interpretato dallo stesso campioncino carioca.
Neymar Balada si preannuncia, così, come il nuovo tormentone estivo, anche a giudicare dalle numerosissime visualizzazioni del video sul web, e potrebbe avere una cassa di risonanza ancora maggiore nel caso in cui il balletto in questione venisse “sfoggiato” dopo un gol in maglia verde oro, alle prossime Olimpiadi di Londra.
Proprio i prossimi giochi, infatti, sono l’obiettivo dichiarato dal talentino brasiliano, che ha recentemente dichiarato di puntare alla vittoria dell’oro olimpico con la sua Selecao, proprio per raggiungere l’unico traguardo mai conquistato dalla Nazionale carioca pentacampione del mondo.
Nella Nazionale brasiliana, dunque, Neymar da Silva Santos Junior, classe 1992, dovrà fornire il suo fondamentale contributo, completando positivamente una stagione di alto livello, con 27 reti realizzate nel Santos, anche per mettersi definitivamente in luce agli occhi dei grandi club europei ponendo sul piatto le sue straordinarie doti tecniche: dai calci di punizione pennellati magistralmente, ai dribbling ubriacanti per i difensori avversari, dalla grande facilità di tiro, considerando che è ambidestro, alla straordinaria vena realizzativa, alla velocità e facilità di corsa. Tutto questo è Neymar, dunque molto di più di un estroso “ballerino” di tormentoni estivi.
Il video Neymar Balada , che si preannuncia come il tormentone della prossima estate:
Dopo le dichiarazioni di Zlatan Ibrahimovic sulle problematiche economiche del Milan e sulle conseguenti presunte difficoltà nel far pervenire in rossonero i giusti rinforzi per la prossima stagione, si aggiungono le dichiarazioni del brasiliano Thiago Silva, perno della difesa di Allegri, ancor più dopo l’addio di Alessandro Nesta, elemento essenziale ed imprescindibile.
Il centrale difensivo parla dal ritiro della nazionale brasiliana ed analizza la sua situazione personale, sia in chiave mercato che in ottica recupero post-infortunio: Thiago Silva, infatti, dichiara di esser intenzionato a rimanere in maglia rossonera, invitando, però, la società ad intervenire sul mercato, per arricchire l’organico con i necessari innesti di qualità.
Anche per lui, dunque, i rinforzi sono assolutamente prioritari per rendere la squadra più competitiva, dopo la delusione del tricolore sfuggito quest’anno e del cammino europeo interrotto prematuramente. Tuttavia, per il difensore resta il grande orgoglio di esser considerato dalla società un elemento prioritario, incedibile, come lui stesso sottolinea: “Al Milan mi considerano importante, mi sento coccolato, questa società è casa mia. E’ importante sentirsi incedibile. Se il club è disposto a trattare è diverso, invece ho avuto la conferma che sono fondamentale”. Nessuna ipotesi di cessione, dunque, anche alla luce delle dichiarazioni dell’amministratore delegato rossonero Galliani, che pare assolutamente deciso a respingere ogni assalto delle grandi d’Europa, tra cui le varie Manchester City e Barcellona.
La sua mente, ora, è proiettata alle vacanze e, poi, alla preparazione per le Olimpiadi di Londra, cui parteciperà con la Nazionale Verde oro come fuori quota; a tal proposito, Thiago Silva rivela un particolare curioso, relativo ad una raccomandazione ricevuta da Adriano Galliani, che gli avrebbe detto “vai all’Olimpiade solo se prometti di fare anche un mese di vacanza.
Per quanto riguarda il capitolo condizioni fisiche, dopo l’infortunio dello scorso mese di Marzo, che lo ha costretto a terminare anzitempo la stagione, il brasiliano sembra stia ritrovando la giusta forma, così come ha evidenziato l’amichevole disputata ieri ad Amburgo contro la Danimarca in cui è sceso in campo proprio per testare le sue condizioni, nella prima gara dopo il lungo stop:“sto bene ho giocato una buona partita. Il problema muscolare contro la Roma è stato solo colpa mia, volevo giocare a tutti i costi nonostante non stessi benissimo ed alla fine mi sono fatto male; il mister e i preparatori non c’entrano nulla. Se tornassi indietro, non lo rifarei oggi. La nostra stagione, forse, sarebbe stata diversa”.
A proposito dello scudetto sfuggito, Thiago Silva non sembra aver ancora metabolizzato completamente la delusione, e lo afferma apertamente riferendosi alla rabbia ed al rimpianto provato nel vedere la Juventus trionfare: “rimpianto è dire poco, sono ancora incazzato per come sono andate le cose, mi chiedo ancora come sia stato possibile perdere uno scudetto del genere, avevamo quattro punti di vantaggio ed abbiamo chiuso con quattro punti di meno”.
Tuttavia, nonostante la delusione, il brasiliano è già pronto a proiettarsi alla prossima stagione, tracciando quelli che sono i suoi obiettivi principali: “Ora voglio le Olimpiadi con la mia Nazionale, poi la Champions League sarebbe il massimo”. Il Milan è avvertito.
I tifosi napoletani saranno ben felici di queste dichiarazioni, quasi d’amore, del loro attaccante principe, Edinson Cavani rilasciate al quotidiano uruguaiano “El Observador”. El Matador, infatti, ha voluto rassicurare tutti coloro che – in questi giorni di fine Maggio in cui stanno prendendo piede le trattative del lungo calciomercato estivo – temevano per una sua partenza che, se associata con quella molto probabile del Pocho Lavezzi in direzione Parigi, li avrebbe privati, in un colpo solo, di due tenori, di due simboli imprescindibili per la squadra e per la città.
Per l’uruguaiano, di certo, le offerte non mancano, con Juventus, Manchester City e Chelsea ben attente ad ogni possibile movimento, pronte a mettere sul piatto offerte sicuramente importanti, ma per lui – nel suo prossimo futuro – c’è solo la squadra partenopea, la maglia azzurra: “Leggo le notizie che mi riguardano a proposito di mercato: so come vanno le cose. Non mi infastidiscono, io penso a ricaricare le batterie per continuare a dare soddisfazione ai tifosi del Napoli”.
Sarebbero proprio i tifosi, notoriamente calorosi e passionali come pochi altri, il valore aggiunto della squadra partenopea secondo Cavani, ed è il loro affetto a costituire la principale spinta emotiva a rimanere, nonostante ciò corrisponda spesso ad una vita senza privacy: “L’affetto dei tifosi è incredibile, vorrei poterli salutare tutti, uno a uno, ma è impossibile”. Un amore, quello dei partenopei, definito da molti “spropositato” ma che, invece, Edinson Cavani giustifica in pieno, considerando che anche in Uruguay dopo i Mondiali 2010 e la vittoria della Coppa America dello scorso anno, ha assistito a manifestazioni d’affetto molto calorose, per usare un eufemismo, con i tifosi appostati vicino la sua abitazione, che rendevano difficile anche andare a fare la spesa o una semplice passeggiata.
Per Edinson Cavani, dunque, non sembrano esistere tentazioni da parte delle sirene di mercato ed, anzi, la vittoria ottenuta una settimana fa in Coppa Italia nella finale di Roma, rappresenta un importante punto di partenza, un primo passo per far assaporare all’intero ambiente il sapore dolce della vittoria, dopo tanti anni di digiuno ed astinenza, considerandolo, così, un trampolino di lancio per traguardi più ambiziosi da inseguire già nella prossima stagione.
Uno su tutti, l‘Europa League, alla quale il Napoli parteciperà, sperando di far bene per regalare nuove vittorie ed emozioni ai suoi tifosi; con la sua Nazionale, invece, El Matador desidera partecipare alle prossime Olimpiadi di Londra indossando la maglia della Celeste, perchè “non c’è niente di più bello che rappresentare il tuo Paese con la maglia della Nazionale, sarebbe stupendo, ma vedremo…”.
Il periodo ipotetico adoperato in proposito, però, appare riferito esclusivamente al fatto che la decisione circa la convocazione di Edinson Cavani spetta soltanto al commissario tecnico uruguagio Oscar Tabarez, mentre il Napoli non sembra intenzionato a fare alcuna opposizione in merito: di certo, ai fini della preparazione estiva, la partecipazione alle Olimpiadi ritarderebbe il raggiungimento della condizione ottimale da parte di Cavani rispetto all’inizio del prossimo campionato ma, dopo tali dichiarazioni di fedeltà assoluta, sarebbe davvero difficile per la società negargli il permesso a vivere l’esperienza olimpica.
Una decisione apparentemente insolita quella avvenuta a Cesena, relativamente alla scelta del tecnico per la prossima stagione, incaricato di guidare i romagnoli in Serie B dopo la retrocessione maturata nello scorso campionato: verrebbe da definirla una scelta di fiducia o, meglio, di famiglia. Infatti, il presidente dei bianconeri romagnoli, Igor Campedelli, ha affidato a suo fratello Nicola Campedelli la panchina della squadra, nella speranza di creare un vero e proprio sodalizio, una comunione totale di intenti e progetti, che possa garantire alla squadra un pronto ritorno nella massima serie.
In merito alla questione, secondo fonti vicine al club, pare che il presidente fosse titubante sulla scelta del fratello, probabilmente proprio a causa del legame personale che avrebbe potuto influenzarne le valutazioni sull’operato, ma è stato grazie al vice presidente Luca Mancini che la decisione è stata “partorita”, facendo leva proprio sulla giovane età di Nicola Campedelli e sulla sua voglia di dimostrare di essere all’altezza del compito affidatogli, portando una ventata di entusiasmo, la volontà di lavorare con i giovani e di misurarsi in un’avventura sicuramente stimolante.
L’esperienza di alto livello probabilmente gli farà difetto – considerando che finora ha guidato soltanto formazioni di serie minori tra cui il Bellaria ed il Cesenatico – ma cercherà di sopperire proprio con le motivazioni. Proprio su questo aspetto, infatti, nella conferenza stampa di presentazione ha voluto premere il neo tecnico Cesenate, classe 1979, facendo leva sulla sua volontà di far bene: ” Faccio una premessa: io ho grande convinzione di essere pronto, sarà un’avventura stimolante, voglio ringraziare la società Cesena Calcio che ha deciso di puntare su di me e darmi quest’opportunità“. Inevitabile, poi, un riferimento al fratello-presidente Igor, con il quale“il rapporto non cambierà perchè abbiamo valori solidi”.
Lo staff tecnico che coadiuverà Nicola Campedelli sarà composto da Simone Groppi ed Adriano Piraccini, proseguendo il cammino intrapreso insieme che, finora, ha permesso di sperimentare anche nuove idee e nuove metodologie di preparazione atletica: in particolare, secondo quanto sostenuto dal neo tecnico del Cesena, anche sulla panchina bianconera proseguirà l’utilizzo costante della sabbia negli allenamenti, almeno una volta a settimana, come mezzo per prevenire gli infortuni che, finora, pare abbia mostrato riscontri molto positivi in tal senso.
Un aspetto ancor più interessante in virtù del fatto che il Cesena disputa tutte le sue gara casalinghe al Manuzzi sul campo sintetico. Per Campedelli, però, l’erba sintetica non rappresenta affatto un ostacolo ma, bensì, un valore aggiunto perchè consente di allenarsi con intensità e continuità. Oltre agli aspetti prettamente tecnici, però, per il neo allenatore la chiave di successo rimane sempre la spinta emotiva, l’ardore agonistico che permette di affrontare le gare con decisione e con fame, dimostrando di “poter guardare in faccia gli avversari ed andare a batterli”.
Motivazioni che ai giocatori bianconeri non dovranno far difetto e che lui proverà a trasmettere a tutto l’ambiente, che conosce molto bene, considerando la sua decennale esperienza di calciatore in tutte le formazioni giovanili del Cesena: “ho fatto tutto il settore giovanile qui, e conosco molto bene il valore di questa maglia“.
Sicuramente molto di più di una semplice questione di famiglia.
Daniele Pradè è il nuovo direttore sportivo della Fiorentina e si presenta alla società ed ai tifosi Viola con piglio deciso e determinato, con grande volontà di lavorare e costruire, stimolato dalla sfida Viola e dall’anno sabbatico che per lui si è appena concluso, considerando che nella Roma era stato messo in secondo piano dall’arrivo di Walter Sabatini e che, pertanto, si è concesso del tempo per sè stesso, viaggiando molto – soprattutto in Inghilterra – per perfezionare la lingua e lo studio di un modello di calcio vincente e sempre all’avanguardia, come quello della Premier League.
Tutto questo, dunque, è un bagaglio assolutamente importante che Daniele Pradè porta con sè nell’esperienza Viola appena intrapresa, nella speranza che la squadra dalla prossima stagione possa ritrovare la quadratura del cerchio necessaria a competere in maniera adeguata, lasciandosi alle spalle le difficoltà del campionato appena concluso, e che porta ancora qualche strascico per il celebre episodio dello scontro fisico fra l’ex tecnico Delio Rossi e Ljajic. Da Pradè, dunque, i Della Valle si aspettano la giusta tempra per affrontare una questione spinosa che lui, da dirigente navigato, con il supporto del presidente esecutivo Cognini e dell’altro direttore sportivo Edoardo Macia si è detto pronto ad affrontare con il dialogo ma anche per il calciomercato Fiorentina che dovrà segnare la rinascita.
Se quelle di Ljajic e Vargas sembrano, dunque, posizioni da valutare ed analizzare, per Daniele Pradè il punto di partenza del nuovo corso della Fiorentina dovrà essere il suo giocatore di maggiore qualità e potenziale, ossia Jovetic, definito – “un calciatore pazzesco” – e, pertanto, molto appetito sul mercato soprattutto da club di primo livello: trattenerlo a Firenze non sarà semplice, ma la “mission” di Pradè è quella di fare un tentativo, cercando di coinvolgerlo in pieno nel nuovo progetto Viola, di cui dovrà essere l’uomo simbolo. Naturalmente, la decisione finale spetterà al calciatore ma – considerando che “siamo padroni di noi stessi e Jovetic è il nostro punto di partenza, chiunque deve parlare con noi”.
Con o senza il gioiellino Jo-Jo, la Fiorentina e Daniele Pradè hanno, poi, un’altra decisione delicata da prendere, considerando i risvolti importanti che potrà presentare: la scelta del tecnico. L’allenatore in questione dovrà condividere i principi del progetto, e la scelta del mister dovrà esser “di testa e non di pancia, da non sbagliare”. L’impatto umano, in tal caso, sarà fondamentale e, pertanto, prima di decidere bisognerà analizzare i pro e i contro, i pregi e difetti di ogni possibile candidato e poi “guardarsi negli occhi per comprendere cosa pensano di questa squadra, di questa città e di questa società”.
Gli stimoli, dunque, saranno la priorità assoluta e le motivazioni in questione dovranno essere condivise da ogni componente perchè solo così sarà possibile voltare pagina e tuffarsi definitivamente nel nuovo corso: in tal senso, il desiderio e l’obiettivo principale del neo ds Pradè è che “tutti i giocatori che avremo abbiano le motivazioni che ho io perchè, per me, la Fiorentina è una grandissima opportunità”. Fra i possibili nuovi arrivi, le voci accostano al calciomercato Fiorentina soprattutto il nome del bomber argentino Maxi Lopez, in questi giorni in vacanza in Toscana con la moglie (ha twittato “Firenze, che bella città”) probabilmente con la stessa formula con cui era approdato al Milan, ossia con la comproprietà con il Catania (per circa 4 milioni di euro, ndr) da rivedere, poi, alla fine della prossima stagione in base al rendimento mostrato dall’attaccante.
L’avventura Azzurra in vista degli Europei è appena cominciata per Gigi Buffon, giunto ieri nel ritiro di Coverciano, ma per lui è ancora tempo di riflessioni sulla maiuscola stagione Juventina, analizzandone gli aspetti salienti e i momenti cruciali. Secondo il portierone, il protagonista principale e maggiore artefice del successo bianconero è stato il tecnico Antonio Conte, determinante nel fornire alla squadra le giuste motivazioni, la fame di vittoria e la cattiveria necessaria: un contributo fondamentale, offerto soprattutto grazie alla sua profonda conoscenza dell’ambiente juventino, delle ambizioni della società e dell’atteggiamento che bisogna avere quando si indossa quella maglia. Essenziale, secondo Gigi Buffon, la fiducia della società nei suoi confronti, che lo ha “messo al centro del progetto” e, secondo il numero uno bianconero, nonostante solitamente sia difficile valutare quanto un tecnico incida nei successi di una squadra, nel caso del mister salentino è palese il suo apporto in termini di valori e impostazione.
Per tali ragioni, Gigi Buffon è sereno in merito alla posizione del tecnico nella vicenda calcio scommesse affermando di “non aver paura di questo, prima di tutto perchè lo conosco, secondo perchè conosco il calcio e terzo perchè ho sentito che diversi giocatori del Siena hanno dato versioni diverse da quelle accusatorie”. Inoltre, il portiere della Juve e della Nazionale, con la consueta schiettezza che da sempre lo contraddistingue, esprime una considerazione assolutamente non banale sulla vicenda in questione, mostrando senza timore di giudizio il suo punto di vista sulle presunte combine: “alcune volte si pensa e in alcuni casi si dice che sono meglio due feriti che un morto. Le squadre le partite se le giocano ma ogni tanto qualche conto bisogna farlo”. Il riferimento, naturalmente, è alle gare di fine stagione, in cui gli obiettivi da raggiungere diventano un peso importante e, dunque, nelle squadre in campo scattano alcuni meccanismi psicologici, totalmente avulsi dal coinvolgimento della malavita: un modo per dire che, in quelle circostanze, la cultura della sportività ad ogni costo risulta, spesso, secondaria.
Gigi Buffon a tutto tondo parla, poi, anche del suo campionato personale, assolutamente perfetto se non fosse stato per la “macchia” dell’errore nella gara contro il Lecce; un errore che, di certo, non è passato inosservato e che, anzi, ha fatto il giro del mondo ed, in poche ore il portierone ha ricevuto messaggi anche dall’estero: tutto ciò, però, a posteriori deve essere considerato positivamente da Buffon, poichè è un segnale del fatto che “sono considerato ancora il più forte e questo mi ha fatto molto piacere”.
Lasciato alle spalle il campionato, la Juventus sta già programmando la prossima stagione, analizzando le diverse ipotesi di mercato, per rafforzare soprattutto il reparto offensivo, orfano di Alex Del Piero. In tal senso, in queste ore si parla di Van Persie, Suarez e Balotelli, ed il futuro capitano bianconero esprime la propria opinione personale in merito, sottolineando le capacità realizzative dell’olandese – “determinante finalizzatore” – e soffermandosi, soprattutto, sulla questione-Balotelli che, se giungesse alla Juventus,“diventerebbe l’idolo dei tifosi”.
Juventus ma non solo, per Gigi Buffon il presente è, ora, solo la maglia Azzurra e la preparazione in vista della partenza per l’Ucraina e la Polonia, al fine di affrontare al meglio il campionato Europeo con la Nazionale di Cesare Prandelli, artefice di una nuova impostazione di gioco, selezionando, in particolare, giocatori guizzanti e tecnici, come Di Natale, Giovinco e Cassano. Gigi Buffon sarà il capitano della spedizione e, naturalmente, il leader assoluto dello spogliatoio, dall’alto del suo carisma e della sua esperienza.
Ecco, dunque, che è già tempo di fissare l’obiettivo minimo, per invertire la tendenza negativa delle ultime competizioni continentali, in cui la nostra Nazionale ha sofferto soprattutto le prime gare del girone: questa volta, poi, l’esordio sarà particolarmente complesso, contro la Spagna campione del mondo in carica ma la difficoltà dovrà essere uno stimolo in più a far bene, per provare a compiere un cammino positivo e giungere “almeno in semifinale”.
E’ il napoletano Lorenzo Insigne il miglior giovane del campionato di Serie B secondo il sondaggio effettuato dal sito di Sky Sport: il giocatore del Pescara, neopromosso di Zeman, in prestito dal Napoli, ha ottenuto, infatti, il 52,93% delle preferenze, che gli hanno permesso di battere la concorrenza di un’altra promessa del nostro calcio, ossia Alessandro Florenzi del Crotone, ma in prestito dalla Roma. Un testa a testa in finale tra i due gioiellini, entrambi classe 1991, ventunenni di belle speranze e dal grande potenziale, che si affacciano al grande calcio con la volontà di far bene, continuando sulla positiva strada intrapresa finora.
In tal senso, si è espresso anche Angelo Peruzzi, vice di Ciro Ferrara tecnico dell’Under 21 Azzurra, che ha sottolineato il grande talento del giovane Lorenzo Insigne, proprio nel giorno della sua consacrazione come miglior giovane del campionato cadetto, oltre che vincitore del titolo di migliore attaccante esterno della serie Bwin 2012, realizzando diciotto gol in maglia biancoazzurra.
La premiazione del giovane Lorenzo Insigne verrà trasmessa in diretta da Sky Sport nel pre-partita di Pescara-Nocerina, in programma sabato 26 Maggio alle ore 20.45 e che si preannuncia come una passerella festosa per gli abruzzesi, che celebreranno nello stadio casalingo la promozione in serie A ottenuta con una giornata di anticipo al Marassi contro la Sampdoria.
Dopo la festa e la premiazione, però, per il giovane Lorenzo sarà tempo di pensare al proprio futuro che, al momento, è ancora incerto: le richieste di certo non mancano, soprattutto da parte di club che vorrebbero ottenerlo in prestito, ma ci sarebbe anche la possibilità di un suo ritorno al Napoli, in particolare dopo le parole di grande stima nei suoi confronti espresse dal presidente De Laurentiis, sempre che il tecnico Walter Mazzarri gli offra le opportune garanzie, “senza aver la pretesa di partire titolare” ma, perlomeno, la possibilità di essere considerato alla pari con gli altri attaccanti: in caso contrario, il giovane Lorenzo è pronto a restare ancora un anno a Pescara.
I gol di Lorenzo Insigne nel campionato Serie B 2012
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La roulette dei rigori, la lotteria dagli undici metri, l’epilogo di gare infinite ed estenuanti, la conclusione di finali epiche, rimaste nella Storia del calcio e nella mente dei tifosi, vincitori e vinti: tutto questo, secondo il presidente della Fifa Joseph Blatter, “snaturerebbe il calcio” facendone perdere l’essenza, al punto che la stessa Fifa starebbe seriamente vagliando ipotesi alternative, per introdurre un diverso regolamento nel caso di gare ad eliminazione diretta, inserendo l’eventuale innovazione nel pacchetto “Calcio 2014”, un insieme di cambiamenti in fatto di regolamento finalizzato ad un restyling del calcio, anche se eventuali soluzioni alternative non sarebbero di immediata applicazione.
Un annuncio-shock, a margine del 62esimo congresso dell’Organizzazione calcistica mondiale in corso a Budapest, che – se venisse realmente confermato – muterebbe nello scenario calcistico l’impostazione stessa delle gare che, soprattutto nel caso delle finali, è fortemente influenzato dalla presenza dei rigori: temuti dalle squadre tecnicamente più forti e, soprattutto, da chi fatica a reggere la pressione di quel tiro dagli undici metri, l’ansia della rincorsa, la preparazione al tiro, lo sguardo al portiere, la scelta della direzione, l’esecuzione, l’esito inappellabile. I rigori, pur nel loro brutale sentenza, sono parte essenziale della gara, imprescindibili nell’immaginario collettivo, al punto da ispirare poeti e cantautori, da Umberto Saba a Francesco De Gregori.
In ordine cronologico, l’ultima finale decisa ai calci di rigore è stata quella di Champions League, all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, sancendo la sconfitta dei padroni di casa tedeschi contro il Chelsea di Roberto Di Matteo, mostrando umori totalmente opposti, dalla gioia irrefrenabile di Didier Drogba, ultimo rigorista dei blues che ha regalato di fatto la vittoria, alla delusione cocente di Schweinsteiger, “responsabile” dell’errore fatale dei bavaresi. Bayern-Chelsea, ma non solo: la storia del calcio è zeppa di episodi e protagonisti legati alla sequenza dei calci di rigore finali. Fra le più emozionanti, scontato ricordare la finale del Mondiale 2006 fra Italia e Francia, conclusasi con la perfetta sequenza di rigori calciati dagli Azzurri, ed il tiro vincente di Fabio Grosso ed il suo urlo incredulo, con gli occhi spalancati a celebrare la gioia per quel momento, impresso indelebilmente nella memoria di tutti gli italiani.
Quella straordinaria vittoria Azzurra fu una gioia tanto intensa anche perchè arrivò dopo anni di grandi delusioni legate alla roulette-rigori per la nostra Nazionale, dalla semifinale del mondiale di Italia ’90 in cui gli Azzurri persero contro l’Argentina al San Paolo di Napoli, alla finale mondiale persa nel 1994 contro il Brasile, con Arrigo Sacchi in panchina, ed il celebre rigore calciato alle stelle dal “divin codino” Roberto Baggio, all’eliminazione nei quarti di finale nei mondiali di Francia ’98 ad opera della stessa Francia padrona di casa.
Dal tetto del mondo alla delusione più bruciante, la lotteria dei rigori può essere crudele e frustrante, ma anche esaltante, ancor più di una vittoria ottenuta nei tempi regolamentari perchè ad essa è connessa l’attesa spasmodica, la tensione che taglia il fiato, i brividi di emozioni irripetibili.
Pensare di cambiare le regole, dunque, priverebbe il calcio di tutto questo e rischierebbe di rendere meno intense le notti magiche delle grandi competizioni: non sempre il “nuovo” è meglio del presente.
“Tremendamente bello“, accostamento di parole di significato opposto, un ossimoro affatto casuale: una frase pronunciata con la solita pacatezza, con la serenità di chi è consapevole di aver vissuto intensamente diciannove anni di storia personale che si sono intrecciati indissolubilmente con la Storia della Juventus e del calcio italiano. Due parole per esprimere ciò che l’anno appena trascorso ha rappresentato, il suo ultimo in maglia juventina, il suo passo d’addio da Capitano bianconero: una stagione terminata con la vittoria del campionato, con la punizione pennellata nella gara decisiva con la Lazio, con il gol-marchio di fabbrica all’Atalanta nella passerella finale, con il saluto allo stadio, con il giro di campo e l’inchino finale, ricco di gratitudine, affetto, sincerità e commozione, trattenuta a fatica.
Quel finale è già archiviato dalle cronache, ma non nel cuore, ed a quasi due settimane di distanza Alessandro Del Piero torna a parlarne, nella conferenza stampa dedicata alla presentazione della nuova linea di occhiali “ADP10”, lanciata in società con Lapo Elkann ed al suo marchio “Italia Independent”. Una nuova veste per Alex, da imprenditore, in cui prova a calarsi, portando con sè le qualità che lo contraddistinguono, quella passione e quella determinazione che lo portano ad impegnarsi al cento per cento in ogni avventura intrapresa, permettendogli di avere sempre e comunque un atteggiamento vincente, in ogni campo.
Oltre alla nuova pagina imprenditoriale, però, la conferenza stampa di questa mattina era attesa per le altre tematiche che avrebbe portato con sè, ed Alex non si è tirato indietro, rispondendo alle domande sul suo futuro che, però, è ancora un “work in progress”, alla ricerca di una soluzione ottimale, a tutto tondo, che possa regalargli gli stimoli giusti, indipendentemente dall’eventuale partecipazione alla prossima Champions League o ad un campionato minore. L’essenziale è che la nuova situazione gli consenta di esprimersi al meglio, di coltivare ancora con gioia la sua passione, la sua linfa vitale, che gli offra la possibilità di calarsi in una realtà che gli regali “uno scambio di energie”. Il suo futuro, dunque, è ancora da definire, ma nella mente di Alex c’è già una ferma certezza: sarà all’estero, portando con sè la sua famiglia, perchè “per una serie di ragioni il mio futuro in Italia non può essere in un’altra squadra; mi pare una cosa giusta e non rientra nei miei principi“.
Il riferimento ai suoi valori, in tal caso, non appare casuale, bensì un modo per spiegare ancora una volta il suo stato d’animo attuale, che gli “fa vivere fra le nuvole questo periodo”, un momento intenso e “topico”, da brividi come il saluto alla “sua” Torino ed alla sua gente, che non smetterà mai di ringraziarlo per ciò che ha saputo trasmettere, in campo e fuori, con la sua semplicità e la sua signorilità: “tutte belle cose che porterò sempre con me”.
Un saluto senza rancori, un epilogo in perfetto stile Del Piero, che non apre e non chiude la porta ad un suo prossimo futuro dirigenziale alla Juventus, semplicemente perchè “a quella porta non si è proprio arrivati perchè per parlarne ora ci sono troppi se e troppi ma”: una chiosa netta a smentire le voci circolate di recente, almeno per ora.
Non è il momento di affrontare questi discorsi, il distacco si è appena consumato, la ferita – anche se ben celata – è ancora fresca, anche se la famiglia Agnelli sembra comunque essere al suo fianco, indipendentemente da ciò che è accaduto nell’ormai nota Assemblea dei soci dello scorso Ottobre. A rimarcare tale legame è lo stesso Lapo Elkann, pur evitando di intervenire sulle questioni legate al futuro di Alex, limitandosi a sottolineare che “Del Piero ha fatto ‘tantissimissimo’ per la Juve e per l’Italia ed ha sempre portato alti i valori dello sport nel mondo, è un gran signore. Ogni scelta che farà non potrò che approvarla e augurargli ogni bene”.
La chiusura di Alessandro, ormai ex capitano bianconero, ritorna, poi, sull’argomento “maglia numero 10” che – ribadisce – non deve esser ritirata, per concedere ad ogni bambino il desiderio di vestirla, coltivando quello che è stato il suo stesso sogno, poi avverato, che lo ha portato dalla profonda provincia Veneta fin sul tetto del mondo, battendo ogni record esistente.
Per ora, il suo cammino continua, allontanandosi dalla sua amata Signora e portando con sè un bagaglio molto pesante, di cui si sentirà fortemente la mancanza, ma in questo caso è giusto pensare romanticamente che il vero amore non conosce distanze.
Sembrano già archiviate le accesissime liti con Raffaella Fico, la fine della loro love story durata circa un anno (con annessa richiesta di matrimonio), gli interventi della polizia per sedare la furia dei due ex fidanzati, le paparazzate dei tabloid inglesi connesse ai tradimenti di Mario Balotelli nei confronti della showgirl napoletana: per l’attaccante del Manchester City di Roberto Mancini, neo campione d’Inghilterra, è già tempo di voltare pagina, lasciandosi il passato alle spalle e di farlo insieme ad una bionda, la venticinquenne pallavolista Veronica Angeloni , quattro in più di Balotelli, una delle più forti schiacciatrici azzurre.
Di certo, quella della Angeloni appare come una “scelta” nettamente diversa, per aspetto fisico e professione, rispetto all’ex gieffina e, dunque, potrebbe rappresentare inequivocabilmente la volontà di Mario di tagliare con il passato, dimenticandolo in fretta, in particolar modo dopo l’ultimo tentativo di “riappacificazione”. non andato a buon fine, con annesso lancio di sassi alla finestra di Raffaella Fico e nuovo intervento della Polizia.
I due sono stati sorpresi insieme in Versilia dal settimanale di gossip Novella 2ooo, mentre sfrecciavano a bordo dell’ormai celebre Ferrari rosso fiammante di Mario Balotelli, fra negozi griffati e passeggiate nel centro di Forte dei Marmi, dove sono stati ospiti, tra l’altro, nella villa del tenore Andrea Bocelli, tifoso dell’attaccante azzurro: probabilmente avranno avuto modo di approfondire la loro conoscenza, avvenuta nelle scorse settimane in un locale milanese, e di scoprire qualche elemento in comune, oltre allo sport naturalmente.
Tutto questo accadeva, però, nello scorso weekend, appena prima dell’inizio del ritiro pre-Europei di Coverciano, dove attualmente si trova SuperMario, impegnato in sedute di allenamento e preparazione per affrontare la competizione che prenderà il via il prossimo 8 Giugno in Polonia ed Ucraina e che, tutta probabilità, vedrà Balotelli come titolare dell’attacco azzurro.
Per il momento, dunque, la testa di Mario dovrà allontanarsi da tutte le questioni extra calcistiche e, dunque, la bella Veronica Angeloni dovrà pazientare ancora, sperando di diventare una delle prossime “wags”.
Le foto di Mario Balotelli e Veronica Angeloni (Novella 2000)