Autore: Simona Granieri

  • Impresa Cosenza, i Lupi vincono i playoff di Serie D

    Impresa Cosenza, i Lupi vincono i playoff di Serie D

    Sul campo neutro di Arezzo, il Cosenza centra una vittoria al cardiopalma contro il San Donà Jesolo ed ottiene la conquista della finale playoff di Serie D: un traguardo importante per i rossoblu, che hanno saputo dimostrare carattere e determinazione, riuscendo a ribaltare una gara partita in salita, domando egregiamente la naturale tensione connessa all’importanza della gara, e proiettandosi in prima fila per il possibile salto di categoria.

    Il match, infatti, era partito male per il Cosenza, con la prima rete del San Donà Jesolo siglata da Llullaku e, poi, con il raddoppio dei veneti realizzato al 23′ del primo tempo da Minati: uno svantaggio per 2 a 0 che poteva abbattere chiunque ma che, già prima del riposo, gli uomini di mister Tommaso Napoli avevano ridotto, con la rete di Arcidiacono, autore di un bel sinistro da fuori area.

    Ma è nella ripresa che si concretizza l’impresa dei Lupi, dapprima con il gol del pareggio realizzato al 16′ da Mosciaro, con una punizione pennellata perfettamente a beffare il portiere avversario, e, soprattutto, con il gol vittoria realizzato da Varriale in extremis, al 49′, sempre su calcio di punizione, con la medesima precisione chirurgica, proprio dalla stessa mattonella (sarà stata magica?) da cui aveva segnato Mosciaro. Pietro Varriale, autore del gol-promozione a fine gara ha confidato “mi sembra di vivere un sogno“, lo stesso dei tanti supporters del Cosenza, che finalmente possono esultare con pieno titolo dopo la grande cavalcata playoff portata a termine brillantemente dalla loro squadra. Un cammino costellato da successi, un modo per “rifarsi” dalla delusione della promozione diretta sfuggita per un solo punto: dapprima sono giunte le sonore vittorie contro Palazzolo e Messina nel girone I dei playoff, e poi, nella fase conclusiva, le vittorie contro Pomigliano, Lavagnese, San Antonio Abate e, appunto, San Donà Jesolo nella finale di ieri.

    Logo Cosenza

    Un successo che per la squadra e la città Brutia significa molto, così come ha sottolineato anche il sindaco Mario Occhiuto, augurandosi che tale traguardo possa portare con sè l’apertura di una nuova pagina della storia sportiva della città. Fra i tanti artefici del successo, spicca su tutti la figura di Stefano Fiore, cosentino doc oltre che ex campione di serie A, che si è impegnato direttamente per restituire alla squadra ed alla società la dimensione che meritava, mettendo a disposizione la sua preziosa esperienza, portando entusiasmo e credendo nella squadra fin dal primo momento. Inevitabile, dunque, che nel post partita Fiore fosse realmente raggiante e che abbia voluto sottolineare quale fosse l’aspetto più importante di tale successo: “Sono dell’idea che l’aspetto più importante sia quello di aver riconciliato la squadra con i tifosi, ed il connubio squadra-tifosi potrà costituire un buon viatico per il futuro”.  

    L’argomento-futuro è, dunque, un tema caldo per Stefano Fiore, già proiettato ai progetti per la prossima stagione, che necessiterà di un’opportuna programmazione, per evitare di ripetere i numerosi errori gestionali del passato. In tal senso, Fiore ha rivelato di aver incontrato alcuni esponenti della società nei giorni scorsi e di aver presentato loro i suoi programmi e le sue condizioni che, in un senso o nell’altro, dovranno esser valutati da chi di dovere, altrimenti è pronto a lasciare, a malincuore.

    I cattivi pensieri, però, non devono trovar spazio nel giorno del post-festeggiamenti perchè è giusto assaporare a fondo il sapore di una vittoria meritata sul campo e che ha proiettato il Cosenza in prima posizione per i ripescaggi in Lega Pro.

  • Napolitano abbraccia Buffon, orgoglioso degli Azzurri

    Napolitano abbraccia Buffon, orgoglioso degli Azzurri

    La gara di ieri contro la Spagna, oltre al positivo risultato del campo ed al bell’approccio degli Azzurri al match d’esordio Europeo, ha mostrato altri temi interessanti, anche fuori dal rettangolo di gioco, restituendo al nostro calcio quella dimensione di cuore e passione che, a causa dei troppi scandali, spesso finisce in secondo piano.

    Nonostante tutti i veleni della vigilia e le problematiche connesse, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non è voluto mancare all’esordio azzurro, sedendo in tribuna d’onore allo stadio di Danzica, al fianco della moglie Clio e del presidente Uefa Michel Platini, ed a poca distanza dalla coppia reale spagnola, costituita dal principe delle Asturie Felipe e dalla consorte Letizia.

    Il presidente Napolitano, dunque, ha deciso di mostrare la sua vicinanza ed il suo supporto agli Azzurri, in un momento tanto delicato e decisivo, emulando quella che – nel fatidico 1982 (dopo il primo scandalo scommessopoli, ndr) – fu la “storica” decisione del presidente Pertini, premiato, poi, dalla conquista del Mondiale spagnolo dalla nazionale di Bearzot.

    Giorgio Napolitano in veste di presidente-tifoso ha spiegato alla moglie Clio chi fosse l’uomo seduto al suo fianco, (riferendosi a Michel Platini, ndr), ha seguito attentamente la gara, esultando al gol del vantaggio di Totò Di Natale ed assistendo, quattro minuti dopo, al pareggio spagnolo firmato da Fabregas, con un simpatico scambio di battute con il principe spagnolo a proposito del buon risultato che stava maturando per entrambe le squadre e della possibilità di “firmare per il pareggio”.

    Al termine della gara, ancor prima che gli Azzurri facessero la doccia, il presidente ha voluto salutare personalmente la Nazionale, scendendo personalmente nello spogliatoio per complimentarsi dell’ottima prestazione: i calciatori sono rimasti piacevolmente sorpresi da tanto affetto e partecipazione, ancor di più, dopo il lungo e sentito abbraccio del presidente Napolitano al capitano Gigi Buffon. Anche in tal caso, curioso siparietto con il presidente che rivela al portiere quanto era accaduto in tribuna d’onore con il principe Felipe, raccomandandosi con una battuta di “non rivelare a nessuno che abbiamo firmato per il pari”, ottenendo la pronta risposta ironica di Gigi: “eh no, altrimenti ci mettono dentro”.

    Il presidente Giorgio Napolitano | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Battute a parte, l’aspetto più bello del post-gara è stata proprio l’intensità emozionale ed il coinvolgimento del Capo dello Stato, che ha dismesso i panni istituzionali per mostrarsi nel ruolo di appassionato,  complimentandosi con tutti – “Bravi siete stati bravi, è stata una grande soddisfazione, abbiamo visto una bellissima partita” – ricevendo la risposta entusiasta dei calciatori, che hanno apprezzato particolarmente il gesto ed il coinvolgimento del presidente, con capitan Buffon che ha deciso di donargli la sua maglia da gara, con il numero uno naturalmente.

    Un bel regalo e tanti sorrisi, che testimoniano la ritrovata serenità del  gruppo di Prandelli, confermata proprio dalle parole del suo uomo di maggiore esperienza, soddisfatto di aver visto in campo “l’Italia che sognavo, è stato bello vedere i miei compagni sacrificarsi e giocare alla pari con la Spagna”.

    Il cammino è appena iniziato, con il passo giusto, ma solo con l’unione di forze ed intenti il gruppo Azzurro può cementarsi ancora di più, raccogliendo gli stimoli esterni e tramutandoli in maggiori motivazioni e voglia di far bene, elementi sempre preziosi in una competizione tanto importante quanto breve e intensa come gli Europei.

    Il sostegno del Presidente, la figura più importante della nostra Nazione, in tal senso, è un tassello importante per riportare loro la vicinanza di una Nazione delusa e ferita, ma pronta ad appassionarsi ed innamorarsi nuovamente allo sport che da sempre ama di più, sognando nuove notti magiche.

  • Irlanda-Croazia 1-3, brutto esordio per Trap

    Irlanda-Croazia 1-3, brutto esordio per Trap

    Nel girone C degli Europei 2012, dopo il pareggio per 1 a 1 tra Italia e Spagna maturato nel pomeriggio, Irlanda-Croazia, gara delle 20.45, si preannunciava come un’occasione importante al fine di conquistare punti preziosi nell’impegno, sulla carta, più abbordabile rispetto alle prossime contro gli Azzurri e le Furie Rosse.

    Teatro del match è lo stadio di Poznan, dove il 73 enne Giovanni Trapattoni da Cusano Milanino compie il suo esordio in questo Europeo alla guida dell’Irlanda, che si è affacciata alla fase finale della competizione continentale per la seconda volta, dopo il debutto nel lontano 1988. Di fronte, la Croazia di mister Bilic, di maggiore esperienza in tal senso, alla luce delle sue precedenti tre presenze europee.

    Per le due formazioni outsider del girone C, dunque, il match d’esordio assume una connotazione realmente importante, un’occasione unica per incamerare punti preziosi nell’economia di un girone tanto complesso: si sono, pertanto, approcciate alla gara con uno schieramento speculare, il classico 4-4-2 tanto caro al Trap.

    Gli equilibri della gara, però, si rompono appena dopo 4 minuti dal fischio d’inizio, con il gol che porta in vantaggio la Croazia firmato di testa da Mandzukic, attaccante del Wolfsburg, raccogliendo un cross di Srna impennatosi al centro dell’area di rigore dopo una deviazione della difesa irlandese: 1 a 0 per la Croazia.

    La gara inizia, così, con il giusto piglio per i croati, che provano a spingere nei minuti iniziali, per sfruttare l’effetto sorpresa: l’Irlanda del Trap, però, riesce a ricompattarsi e, nonostante la pioggia copiosa che cade sul campo da gioco, al 19′ trova il gol del pareggio: punizione pennellata da Mc Geady, errore della difesa croata con Corluka che si lascia sfuggire St Ledger, libero di deviare in rete e di realizzare l’ 1 a 1 che riporta la gara in equilibrio.

    Un minuto dopo, però, è già in agguato la Croazia, con Jelavic libero in area fermato da un provvidenziale intervento difensivo di Dunne; al 36′ grande giocata di Jelavic che regala un assist-sombrero per Perisic, che sfodera un bel destro al volo impensierendo il portiere irlandese. Al 44′ la giornata di grande ispirazione di Jelavic si concretizza con il gol del 2 a 1 per la Croazia, realizzato da vero rapinatore d’area, approfittando di un errore difensivo di Ward, e superando in pallonetto il portiere Given impreciso.

    Dopo l’intervallo, le due formazioni rientrano con gli stessi uomini sul terreno di gioco, anche se probabilmente l’Irlanda del Trap avrebbe avuto bisogno di qualche correttivo per “registrare” meglio alcuni meccanismi che, nella prima frazione, erano apparsi poco oliati: dopo soli tre minuti dall’inizio della ripresa la Croazia mostra un’azione da manuale, con iniziativa sulla fascia sinistra di Perisic che crossa per Mandzukic, che firma di testa la sua personale doppietta ed il gol del 3 a 1: nell’azione del gol la palla colpisce prima il palo e, poi, il portiere Given prima di terminare in rete ma il gol è, comunque, da attribuire al calciatore croato perchè, anche senza il rimbalzo su Given sarebbe entrata in gol.

    Giovanni Trapattoni | © DANIEL MIHAILESCU/AFP/GettyImages

    Dopo il terzo gol subito, l’Irlanda esce definitivamente di scena, rischiando di incassare anche un passivo più pesante, soprattutto quando, al minuto 77, Rakitic sfiora il secondo palo d’interno destro: i minuti finali vengono, così, contraddistinti dalla Croazia che amministra il rassicurante vantaggio e la squadra del Trap che si mostra ancora più confusa e incapace di alcun tipo di reazione.

    La gara termina, così, con la vittoria della Croazia con il definitivo punteggio di 3 a 1, che le regala i tre punti ed il primo posto nel girone C, davanti ad Italia e Spagna a quota uno; fanalino di coda, l’Eire a zero punti, con la necessità di analizzare al più presto le criticità di tale prestazione all’insegna di un preoccupante appannamento e di una carenza di idee di gioco: il prossimo impegno del Trap (che perde l’imbattibilità dopo 14 gare) sarà ancora più ostico contro la Spagna, mentre la Croazia – apparsa realmente in gran forma – sarà la prossima avversaria degli Azzurri di Prandelli, giovedì prossimo: una partita che si preannuncia per nulla semplice.

    Pagelle Irlanda – Croazia:

    Irlanda: Given 4.5 Uno dei peggiori dei suoi, molto lontano dai suoi standard del passato, non riesce a dare sicurezza alla sua retroguardia ed, anzi, entra goffamente nell’azione del terzo gol firmato dalla Croazia.

    Croazia: Mandzukic 7.5 Autore di una doppietta, sempre in agguato: una spina nel fianco per la traballante difesa irlandese, grande lottatore

    Jelavic 7 Giocate di pregiata fattura, un gol e assist: ottimo esordio per uno degli uomini più attenzionati di questo Europeo, di cui si candida a divenire “rivelazione”

    Rakitic 6.5 Bella prova, fatta di buone iniziative e suggerimenti preziosi: sfiora il gol del potenziale 4 a 1 con un bel tiro a giro.

    CLASSIFICA GIRONE C

    SPECIALE EURO 2012

    VIDEO IRLANDA-CROAZIA 1-3

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  • Italia verso il debutto Europeo, Prandelli ostenta tranquillità

    Italia verso il debutto Europeo, Prandelli ostenta tranquillità

    Gli esordi della Nazionale Italiana nelle fasi finali dei campionati mondiali ed europei molto spesso sono stati accompagnati da polemiche e problematiche di disturbo, lontane da questioni prettamente di campo. Nella migliore (o peggiore) delle tradizioni, la vigilia dell’Europeo in Polonia ed Ucraina è stata contraddistinta dalle ormai note vicende relative al calcioscommesse, fra blitz e veleni, che hanno spostato nettamente l’attenzione dalle questioni tattiche: ora, però, l’Europeo è iniziato, mostrando i suoi primi risultati del campo e, dunque, anche per gli Azzurri è tempo di calarsi in pieno nel clima pre-partita, nell’immediata vigilia del match d’esordio che, sulla carta, appare realmente proibitivo. L’impegno contro i padroni del calcio mondiale ed europeo, la Spagna di Vicente del Bosque, sarà un importante spartiacque delle velleità della nostra Nazionale anche se è quantomeno insolito che il “bivio” giunga già alla prima gara che, solitamente, viene considerato un match di assestamento.

    Un esordio così complesso, però, mostra sicuramente dei temi di gran fascino ed interesse, oltre che regalare certe motivazioni e stimoli che, soprattutto dopo una preparazione tanto tribolata, appaiono realmente come una risorsa preziosa su cui far leva, da capitalizzare il più possibile: è già accaduto in altre occasioni e, se dovesse accadere nuovamente, potrebbe essere considerato realmente come un fattore distintivo degli Azzurri, una speciale “skill” da sfoggiare nel momento delle difficoltà, per rialzare la testa e dimostrare con orgoglio che questo sport è ancora vivo.

    Cesare Prandelli | © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    Le parole adoperate sul suo profilo Facebook dal capitano Azzurro Gigi Buffon, finora solo sfiorato dalle vicende esterne, devono essere lette proprio in tal senso, come la necessità di un leader di caricare i suoi compagni, spronandoli a far bene per dimostrare il loro valore a tutti i detrattori ed ai cosiddetti “seminatori di zizzania”.

    La grinta e la determinazione di Buffon saranno l’esempio fondamentale per lo spogliatoio ma, di certo, la gara contro gli spagnoli necessiterà anche di una buona dose di accorgimenti mirati a resistere all’onda d’urto delle furie rosse. Nell’ultimo scontro ufficiale, disputato nei quarti di finale dell’Europeo 2008 con Donadoni in panchina, gli Azzurri si arresero agli iberici solo ai calci di rigore, dopo una gara lunga e tirata, bloccata sullo 0 a 0: in tal occasione, nonostante l’eliminazione, l’Italia non sfigurò, anche e soprattutto perchè ebbe la “consolazione” di essere eliminata dalla formazione che si aggiudicò, poi, la competizione, oltre che il Mondiale 2010.

    Contro gli iberici, inoltre, la Nazionale di Prandelli ha ottenuto un prestigioso successo per 2 a 1 in amichevole, con reti di Montolivo ed Aquilani, dimostrando che quando il gioco girava a dovere, la formazione azzurra poteva essere comunque competitiva anche contro i migliori in assoluto: quello smalto e quella brillantezza che hanno contraddistinto il cammino di qualificazione, però, alla luce delle ultime tre sconfitte consecutive nelle amichevoli di “avvicinamento” , sembrano realmente lontani. Gli Azzurri avranno l’arduo compito di provare a sorprenderci, smentendo lo scetticismo diffuso in queste ore di vigilia, dimostrando di essere “vivi” nonostante l’emergenza in difesa e l’attacco poco rodato.

    Come annunciato, al posto di Barzagli (in attesa del suo recupero) sarà Daniele De Rossi il centrale difensivo, con Chiellini e Bonucci a competare il terzetto: nella gara di domani saranno loro il trio più attenzionato, soprattutto alla luce delle difficoltà mostrate dalla retroguardia nell’ultima amichevole contro la Russia, conclusasi con tre gol al passivo. In particolare, gli occhi saranno puntati sul romanista che ha, comunque, mostrato grande disponibilità nell’accettare di “retrocedere” in difesa, così come già accaduto nella Roma di Luis Enrique e, chissà, questa mossa potrebbe rivelarsi una soluzione vincente, dettata proprio dalla necessità. Così come sarà molto forte l’attenzione sul ct Prandelli, al debutto nella fase finale di un campionato europeo: lui, per ora, ostenta serenità, concedendosi nel pomeriggio di oggi anche un “pisolino“, caratteristica di chi sa di aver lavorato al massimo delle sue possibilità e, probabilmente, di chi vuole dare un segnale di rottura rispetto alle molteplici tensioni circostanti.

    Nella gara di domani alle ore 18 il campo esprimerà il suo verdetto: tutti ci auguriamo che anche dopo il match con la Spagna il mister possa continuare a dormire sonni tranquilli.

  • Criscito a Chiambrettopoli: “Bonucci all’Europeo, io a casa”

    Criscito a Chiambrettopoli: “Bonucci all’Europeo, io a casa”

    Piero Chiambretti ama i programmi non convenzionali, fuori dal coro, poco inclini al perbenismo: ecco perchè la prima puntata del suo programma radiofonico su Radio 2 dedicato agli Europei di Polonia ed Ucraina, dal titolo emblematico “Chiambrettopoli” (in onda fino al 2 Luglio), ha avuto come ospite “il grande escluso” dalla competizione calcistica continentale, ossia Domenico Criscito.

    Il suo nome in questi giorni è stato uno dei più pronunciati, in bilico fra la cronaca sportiva e la cronaca giudiziaria, a partire dall’ormai tristemente celebre blitz della Polizia nel ritiro della Nazionale a Coverciano, con annesso avviso di garanzia e perquisizione della sua camera alle 5 del mattino. Un risveglio brusco e traumatico per il difensore campano che, da allora, ha vissuto giorni realmente difficili: i sospetti su di lui, sul suo coinvolgimento nelle combine, sulla sua partecipazione ad una riunione in un ristorante di Genova insieme agli ultras rossoblu, e poi l’esclusione dai ventitrè convocati di Cesare Prandelli, dopo un breve colloquio con il cittì ed il vicepresidente federale Demetrio Albertini. L’intervista radiofonica di Criscito si apre, così, sulle note di “la Lontananza”, a voler sottolineare proprio la distanza fra il difensore dello Zenith San Pietroburgo ed il ritiro di Cracovia, dove si trovano attualmente gli Azzurri: Mimmo Criscito conferma di avvertire proprio tale “distanza”, oltre che “La nostalgia da questa competizione a cui tenevo moltissimo”.

    Piero Chiambretti

    La nostalgia però non è l’unico sentimento che pervade l’animo di Criscito in questi giorni delicati: c’è posto anche per una punta di risentimento nei confronti dei vertici della Federcalcio, Albertini e Abete, che non hanno fatto scudo per proteggerlo dalla vicenda che lo stava coinvolgendo, al contrario di quanto hanno fatto per Leonardo Bonucci, difensore della Juventus, regolarmente convocato dal cittì nonostante gli siano stati ascritti gli stessi reati di Criscito, anche se nel suo caso non gli è stato consegnato l’avviso di garanzia. Piero Chiambretti provoca Criscito chiedendogli (con un gioco di parole rispetto al cognome del presidente Figc, ndr) “se a Natale farà l’Abete”, sottolineando, poi, senza peli sulla lingua la netta differenza di trattamento tra lui e Bonucci: “tu sei a Forte dei Marmi in vacanza mentre lui è all’Europeo”. Dopo la “provocazione” la risposta di Criscito non tarda ad arrivare, anche se con toni sempre moderati, all’insegna della diplomazia: “Avviso di garanzia non vuol dire essere colpevoli, sia io che Bonucci meritavamo la nazionale”. 

    Sulla questione-Nazionale, poi, è d’obbligo affrontare l’argomento-Prandelli, per approfondire quale sia stato il reale comportamento del cittì nei confronti di Criscito e, soprattutto, per comprendere meglio cosa si siano detti nel colloquio che ha poi preceduto la sua esclusione dai convocati per Euro 2012. In tal senso, Criscito adopera parole di gratitudine nei confronti del mister: “mi aveva promesso che se la mia situazione fosse migliorata, mi avrebbe portato all’Europeo, ma in 8 giorni la situazione non poteva cambiare, sono stato condannato per una foto, ma io ero lì per spiegare una partita giocata male”.

    Una promessa che era stata “resa nota” in occasione dell’infortunio di Barzagli che aveva imposto la necessità di individuare un sostituto (anche se in queste ore si è deciso di non sostituirlo, ndr): il nome di Criscito, però, non venne preso in considerazione, preferendo l’opzione Astori, probabilmente a causa della contrarietà dello stesso Albertini. La risposta di Mimmo Criscito, in tal caso, appare molto più decisa:  “sono felice che il mister creda in me, nella persona che sono. Per il resto, se è vero, mi dispiace”. 

  • Calcioscommesse, colletta Sampdoria per vincere il derby

    Calcioscommesse, colletta Sampdoria per vincere il derby

    Nuovi sviluppi e nuovi scenari sulla vicenda calcioscommesse, ed in particolar modo a proposito del “derby della Lanterna”, come si suole definire, fra Genoa e Sampdoria, dell’ 8 Maggio 2011: sulla partita in questione, infatti, sono piovuti sospetti di combine.

    L’aspetto più inquietante, in tal senso, riguarderebbe il fatto che i promotori dell’ iniziativa sarebbero stati gli stessi giocatori blucerchiati, i quali avrebbero organizzato una vera e propria colletta per raccogliere la somma di ben 350 mila euro e farla, poi, recapitare ai cugini genoani nell’immediata vigilia del derby in prossimità del finale di stagione per tentare di “comprare la vittoria”.

    Un derby che era realmente essenziale per le speranze di salvezza dei doriani ma che la Sampdoria perse contro un Genoa già salvo, dopo aver raggiunto il pareggio per 1 a 1, facendosi superare proprio nei minuti di recupero: una sconfitta che fu un passo decisivo verso la retrocessione in serie B ma che, ora, se la “colletta Sampdoria” venisse confermata, potrebbe avere conseguenze ben più gravi di quelle già negative del campo.

    Il tutto è emerso, come spesso accade, proprio da un’intercettazione telefonica che ha coinvolto il capo ultras della curva del Genoa, Massimo Leopizzi, anch’egli indagato con l’accusa di associazione per delinquere e frode sportiva: nell’intercettazione in questione, infatti, Leopizzi parla con un terzo interlocutore riferendosi esplicitamente ad un derby “comprato” dietro pagamento della somma in questione, precisando che la sua fonte informativa in merito sia stato proprio un giocatore del Genoa. Dopo l’interrogatorio che lo ha coinvolto a Cremona martedì scorso, però, il capo ultrà rossoblu avrebbe minimizzato la problematica, riferendosi ad una semplice “sensazione” nata dopo aver assistito alla gara di Marassi, simile alla stessa percezione degli altri ventimila spettatori presenti allo stadio.

    Procuratore Roberto Di Martino | OLIVIER MORIN/AFP/GettyImages

    Fra i presunti coinvolti ci sarebbe anche Mimmo Criscito, ex difensore del Genoa escluso dagli Europei dopo il blitz della Polizia a Coverciano, ed iscritto dalla Procura nel registro degli indagati, anche se in merito a tale vicenda la sua posizione dovrà essere ancora verificata. Nell’interrogatorio di Leopizzi però, pare siano emersi “a favore” dell’attuale difensore dello Zenith, considerando che il capo ultrà ha sottolineato come l’ormai famosa riunione cui parteciparono alcuni giocatori del Genoa – e, appunto, Criscito – insieme al trafficante Safet Altic: l’incontro, nel ristorante “il coccio” secondo Leopizzi, era finalizzato a “fare il culo a Criscito perchè non aveva esultato dopo il gol alla Sampdoria”  e, dunque, sarebbe da escludere in tal senso un riferimento alle scommesse.

    La questione combine legata al derby genovese, però, non è affatto secondaria ed, a tal proposito, il procuratore di Cremona Roberto Di Martino, a margine dell’interrogatorio di Omar Milanetto dopo l’arresto del calciatore, avrebbe rivolto all’ex rossoblu una specifica domanda in merito, riferendosi a quel derby come ad una gara che potrebbe avere “effetti devastanti”, aggiungendo che la vicenda legata alle combine sul derby “sarà la peggiore fra quelle connesse a questa inchiesta”.

    Al momento, però, i dubbi restano vivi, sia perchè la gara in questione – nonostante la presunta combine – terminò comunque con la vittoria del Genoa, sia perchè, secondo gli inquirenti, la cifra di 350 mila euro sarebbe troppo alta. Gli interrogativi da risolvere restano ancora molteplici.

    Video Sampdoria Genoa dell’ 8 maggio 2011:

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  • Indiscrezioni nuova maglia Juventus 2013, manca la terza stella

    Indiscrezioni nuova maglia Juventus 2013, manca la terza stella

    Due stelle o tre? Il dibattito potrebbe essere infinito, fra tifosi juventini orgogliosi dei trenta scudetti conquistati in campo e gli altri supporters, pronti a sottolineare come nell’albo ufficiale del club di Corso Galileo Ferraris i tricolori all’attivo siano ventotto e, dunque, non sia possibile ancora applicare la terza stella sulla maglia Juventus 2013 . Nei giorni immediatamente successivi alla conquista dello scudetto, vinto sul campo nella gara contro il Cagliari e poi celebrato con la “parata” allo Juventus Stadium contro l’Atalanta, l’intensità della gioia per la straordinaria vittoria ottenuta aveva indotto il presidente Andrea Agnelli a sbilanciarsi in merito alla possibilità della terza stella, raccogliendo il malcontento degli organi di vertice del nostro calcio: di contraltare, quell’ iniziativa dialettica venne accolta da gran parte della tifoseria con entusiasmo, leggendola come la giusta “rivendicazione” dopo il purgatorio della serie B, e le successive difficoltà connesse.

    D’altronde, nei festeggiamenti che invasero le piazza d’Italia tingendole di bianconero, il “vessillo” più diffuso erano proprio le fatidiche tre stelle, impresse sulle magliette celebrative e sugli striscioni, a testimonianza della volontà di sottolineare la grande impresa ottenuta nonostante gli anni difficili, nonostante le sentenze di Calciopoli: un modo per dire, più forti di tutto e di tutti.

    Andrea Agnelli | © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Anche i calciatori, ed in particolare quelli che parteciparono attivamente a quelle vittorie “sul campo”, rivendicarono la tre stelle, accompagnando sul pullman scoperto che attraversò le strade di Torino i cori dei tifosi: da Buffon a Del Piero, da Marchisio a Pepe a Conte, in un’euforia contagiosa e incontenibile, in cui l’ostentazione del successo ottenuto era prioritaria.

    Ora che è trascorso quasi un mese e che la sbornia è smaltita, è giunto il momento di decidere concretamente come impostare la maglia per la prossima stagione. Dalle indiscrezioni che trapelano in questi giorni, sembra che la Juventus abbia intenzione di non apporre sulla maglia con cui affronterà il campionato e la Champions 2012-2013 la terza stella ed attinendosi, così, ai numeri ufficiali dell’albo.

    Una divisa ufficiale con strisce verticali più larghe, lo sponsor Jeep, relativo all’operazione Fiat-Crysler, in bella mostra, lo scudetto ed il riquadro nero che ospiterà il numero, con la chicca del colletto nero che riporta internamente la frase “must” di Giampiero Boniperti, che è divenuta anche il simbolo di questo nuovo corso bianconero targato Antonio Conte: “vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta”.

    Un revival del passato che, però, se i rumors saranno confermati, potrebbe non accontentare i tifosi che, invece, avrebbero voluto fortemente le tre stelle, come aspetto simbolico di grande valore.

    Una decisione che, dunque, dev’essere intesa in chiave prettamente “diplomatica”, volta a non compiere uno strappo con le istituzioni calcistiche, tutelandone i rapporti, anche a discapito dell’umore dei tifosi che, sicuramente, non gradiranno.

  • Prandelli copia Luis Enrique, De Rossi in difesa aspettando Barzagli

    Prandelli copia Luis Enrique, De Rossi in difesa aspettando Barzagli

    Nel giorno della visita della truppa Azzurra ai luoghi dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, tempio degli orrori nazisti divenuti luogo della memoria, della riflessione, della commozione e del ricordo, le questioni tattiche in prospettiva della gara di esordio con la Spagna passano in secondo piano ma, considerando che il match con le furie rosse campioni d’Europa e del Mondo si avvicina sempre più, nel pomeriggio odierno sarà già tempo di tornare a lavoro, soprattutto perchè il cittì Cesare Prandelli ha intenzione di proporre “condizioni nuove”, necessarie e indispensabili dopo la pessima prestazione nell’amichevole contro la Russia.

    Novità che, secondo lo stesso Prandelli, la squadra ha accolto con grande positività e volontà di sperimentare, anche alla luce della palese necessità di trovare un assetto migliore, per provare a fronteggiare l’emergenza infortuni in difesa: d’altronde, a volte la necessità può diventare virtù e dalle difficoltà possono nascere situazioni positive. E’ questo il pensiero positivo cui bisogna far riferimento, anche perchè – allo stato dei fatti – pare l’unico possibile, sempre che la squadra riesca a trovare dentro di sè la giusta motivazione e la giusta cattiveria derivante proprio da tanti ostacoli. In tal senso, il ct si dichiara “curioso” di vedere una squadra che all’Europeo possa fare cose importanti.

    Non ci sono, dunque, più dubbi: sarà Daniele De Rossi il centrale difensivo nella gara d’esordio, a completare il reparto a tre insieme al recuperato Giorgio Chiellini ed a Leonardo Bonucci. Una scelta che si può interpretare nell’ottica di voler attendere almeno fino a venerdì il recupero di Barzagli, definito dal cittì “troppo importante, tenteremo di recuperarlo fino all’ultimo”, con fiducia rispetto alla possibilità di proseguire nel cammino europeo oltre che nella volontà di proporre De Rossi in un ruolo in cui ha già giocato, per necessità, nella Roma di Luis Enrique, ottenendo buoni risultati.

    In tal senso, secondo Prandelli, Daniele De Rossi “sarà un centrocampista in più, non un difensore” e, considerando tale aspetto, pare consequenziale ritenere che lo schieramento tattico che verrà proposto presenterà in campo due “impostatori”, uno a centrocampo ed uno in veste di regista difensivo, capaci di far partire la manovra, con il “plus” riferito al fatto che “De Rossi centrale è una soluzione e non un’idea, perchè ci ha già giocato”. 

    Daniele De Rossi | © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    Per quanto riguarda le condizioni di Andrea Barzagli, al momento non lasciano ben sperare e sembra molto probabile l’ipotesi che, nonostante si attenderà fino a venerdì prima di una decisione definitiva, possa lasciare il posto al cagliaritano Astori, che raggiungerà nel pomeriggio di oggi, intorno alle ore 18, il ritiro di Cracovia: Davide Astori, dunque, è stato preferito a Mimmo Criscito ed a Ranocchia (che aveva subito uno stiramento nell’ultimo allenamento a Parma, ndr) ed approderà in Polonia dopo essere stato messo in preallarme già dallo scorso lunedì, dopo l’accertamento dello stiramento al polpaccio per Barzagli.

    La marcia di avvicinamento alla gara contro la Spagna si preannuncia ancora all’insegna della sperimentazione e dell’attesa, nella speranza che le brutte sorprese siano terminate.

    Da tante difficoltà, Prandelli sottolinea con grande ironia la presenza di un potenziale vantaggio per gli Azzurri, connesso all’ effetto-sorpresa sugli avversari spagnoli, i quali “non ci hanno capito nulla, fin qui”. Sarà sufficiente?

  • Juventus Pogba a Torino per la firma

    Juventus Pogba a Torino per la firma

    Sembrano molto lontani i tempi delle trattative blindate, nelle stanze segrete degli hotel milanesi, al riparo da giornalisti affamati di scoop e scatti compromettenti dei fotografi: il calciomercato ai tempi dei social network si vive in tempo reale, istantaneo come un “aggiornamento di stato”, sintetico come un twit, incisivo più di una conferma ufficiale.

    Un esempio chiarificatore? L’annuncio di Paul Pogba, giovane promessa del Manchester United, molto vicino alla Juventus. Un interessamento, quello del club bianconero, che non è stato affatto low profile ed è proseguito per diversi mesi. Per tal ragione, lo stesso calciatore non lo ha nascosto, così come non ha cercato di celare il reale motivo della sua presenza in Italia e, più in particolare, all’ombra della Mole Antonelliana di Torino.

    In tal senso, Paul Pogba ha “twittato” in 140 caratteri il “perchè” della sua presenza nel nostro Paese, confermando che è legato proprio alla trattativa in corso con la Juventus, che già da tempo lo stavano seguendo e monitorando: “sono a Torino per discutere il contratto con la Juventus”. Secco e chiarissimo il messaggio.

    Salvo clamorosi quanto improbabili cambiamenti, sarà dunque lui il primo rinforzo dei campioni d’Italia, che ancora una volta dimostrano di aver capacità di individuare giovani di valore e di prospettiva, considerando la giovane età del giocatore francese, classe 1993, prossimo a lasciare i Red Devils per approdare alla corte di Antonio Conte. Un colpo importante, sia in prospettiva tecnica sia in termini di convenienza economica, considerando che Pogba si è liberato a parametro zero, dopo aver declinato la richiesta di Alex Ferguson di firmare il prolungamento di contratto con lo United: una situazione in cui, secondo le fonti di mercato, ci potrebbe essere il diretto intervento del procuratore del calciatore, Mino Raiola, che lo ha convinto a non prolungare con gli inglesi, indirizzandolo verso il calcio italiano.

    Paul Pogba | © Michael Regan/Getty Images

    La Juventus, dunque, ha bruciato sul nascere le velleità delle altre pretendenti, tra cui il Real Madrid, anche se probabilmente potrebbe dover versare un indennizzo al Manchester United. Dettagli, questi, che non sono ancora conosciuti e che rimarranno in via di definizione almeno fino all’annuncio ufficiale del trasferimento in maglia bianconera. L’approdo di Pogba, dunque, è il primo tassello verso la missione-rinforzo, puntellando la difesa in attesa di concludere altre trattative intavolate riferite ad altri reparti: in primis, quella per il centrocampista dell’Udinese Asamoah, che piace moltissimo al mister salentino, pronto a tutto pur di averlo il prossimo anno, e con il quale il club bianconero avrebbe già raggiunto un accordo di massima.

    La trattativa con la famiglia Pozzo, però, come spesso accade non si preannuncia delle più agevoli, soprattutto per le richieste economiche che sembrano realmente al di sopra degli standard: 18 milioni di euro cash, non accettando l’inserimento di eventuali contropartite tecniche. Una cifra che la Juventus, almeno per ora, non sembra intenzionata a spendere, anche perchè sta contemporaneamente monitorando Van Persie per il rinforzo d’attacco: non è escluso, dunque, che il Manchester United – fortemente interessato ad Asamoah – possa “ricambiare la cortesia” ricevuta nell’affare Pogba, bruciando sul tempo la concorrenza dei bianconeri per l’acquisto del centrocampista ghanese. Si preannuncia una volata al foto-finish.

  • Italia senza Barzagli. Criscito si ricandida, Astori in preallarme

    Italia senza Barzagli. Criscito si ricandida, Astori in preallarme

    La profezia Maya circa la fine del mondo non si è avverata e, dunque, la Nazionale di Cesare Prandelli partirà quest’oggi alla volta della Polonia, e giungerà nel pomeriggio a Cracovia, dove risiederà almeno fino al prossimo 19 Giugno: poi, il destino Azzurro dipenderà dai risultati ottenuti nel girone eliminatorio che determineranno l’eventuale continuazione della permanenza nella città polacca.

    L’approdo nel ritiro polacco, dunque, si preannuncia come un punto importante da considerare, perchè determinerà l’allontanamento della truppa di Prandelli dall’Italia, da Coverciano, dai veleni e dalle tensioni connesse alla vicenda scommesse, che hanno portato con sè malumori, blitz e la pessima serata di Zurigo nell’amichevole persa contro la Russia. Ci si augura, dunque, che il cambio di “location” porti con sè qualche beneficio, se non altro a livello psicologico, anche perchè per quanto riguarda il capitolo infortuni la situazione non è delle migliori.

    La situazione più preoccupante, sia per l’entità dell’infortunio che per il peso specifico di una sua assenza, è quella relativa al difensore bianconero Andrea Barzagli, che nel corso dell’amichevole contro la Russia ha subito uno stiramento di primo grado al polpaccio sinistro: sulla carta, lo stop previsto alla luce degli esami effettuati, dovrebbe essere di circa venti giorni. Un’eternità, in queste circostanze, considerando che l’esordio Azzurro – nella difficilissima gara con i campioni d’Europa e del Mondo Spagnoli – è prevista per domenica prossima. Il punto cruciale in merito alla questione-Barzagli è il seguente: sostituirlo oppure trattenerlo in ritiro sperando in un suo recupero per la seconda fase, sempre che si superi il girone? L’interrogativo non è di facile risoluzione, soprattutto perchè la presenza di un centrale esperto come Barzagli, che ha garantito alla Juventus di Antonio Conte un’ottima solidità difensiva in coppia con Chiellini, era uno dei cardini dello schieramento Azzurro.

    Ad oggi sembra che l’intenzione di Prandelli e del suo staff sia quello di aggregare Andrea Barzagli e di attendere almeno fino a Venerdì prima di prendere una decisione definitiva sulla sua permanenza in Polonia, avvalendosi della possibilità di sostituirlo fino a 24 ore prima della gara d’esordio. E’ questa la versione confermata anche dal medico della Nazionale, il dottor Enrico Castellacciche si è dichiarato fiducioso in merito al recupero di Barzagli, nella speranza che possa essere celere come quello di Giorgio Chiellini, per il quale era stato originariamente previsto uno stop di venti giorni e che, invece, ha bruciato le tappe: il difensore livornese è pronto per scendere in campo già contro la Spagna poichè si sta già allenando in gruppo da diversi giorni.

    Andrea Barzagli | © Claudio Villa/Getty Images

    Dopo la pesante sconfitta contro la Russia, Cesare Prandelli aveva lasciato trapelare la sua intenzione di provare l’assetto difensivo a tre, proponendo il pacchetto arretrato della Juventus, affidandosi ai suoi meccanismi già collaudati durante un’intera stagione: la tegola-Barzagli, almeno per le prime tre gare non permetterà questo, e il ct dovrà studiare in fretta una soluzione alternativa.

    Nell’ ipotesi in cui gli accertamenti strumentali di venerdì daranno segali incoraggianti circa la permanenza di Barzagli, una possibile soluzione nelle gare del girone potrebbe essere lo schieramento a tre con la soluzione De Rossi arretrato in difesa, come già provato nell’allenamento di ieri.

    Oppure, nel caso di un’Italia senza Barzagli le alternative sarebbero due: la chiamata di Astori del Cagliari – che era nella rosa dei 30 convocati – che comporrebbe la linea a tre con Chiellini e Bonucci. Assai meno probabile, invece, la chiamata di Domenico Criscito, rimasto a casa dopo la perquisizione ricevuta a Coverciano in merito all’inchiesta calcio-scommesse in cui è indagato, e dopo un colloquio con Prandelli ed Albertini in cui – secondo quanto raccontato dal difensore – il cittì gli promise di tenerlo in considerazione in caso di infortuni. Il vicepresidente Albertini, però, smentisce tale versione, sottolineando che al momento “non avrebbe senso cambiare una decisione già presa e motivata”.