Autore: Simona Granieri

  • Fabio Quagliarella dalla panchina ad eroe di Stamford Bridge

    Fabio Quagliarella dalla panchina ad eroe di Stamford Bridge

    L’atmosfera allo Stamford Bridge, nella fresca serata del mercoledì londinese, ha significato un ritorno al passato per la Juventus, alle “buone vecchie abitudini”, dopo anni di latitanza o di opaca presenza. Era l’occasione per tornare a testa alta, riascoltando le note dell’inno della Champions, calcando il prato verde della tana dei campioni d’Europa, con la speranza di far bene e l’emozione del debutto per molti, con un pensiero agli assenti (Del Piero) ed ai presenti “fuori posto” (mister Conte in tribuna). Una serata che, però, rischiava di finire sui binari sbagliati dopo i due gol di Oscar, per i quali non era sufficiente la rete firmata dall’indomito Vidal ad accorciare le distanze: serviva un’arma in più. Ecco, così, che arriva il “cambio” della svolta, fuori Giovinco dentro Fabio Quagliarella, affamato e volenteroso nel dimostrare che anche lui può dire la sua in una squadra così, che i suoi gol possono servire più di qualche dribbling di troppo, che può essere decisivo anche in palcoscenici tanto importanti e prestigiosi.

    Fabio Quagliarella realizza il gol del pari a Stamford Bridge | © GLYN KIRK/AFP/GettyImages

    Fabio Quagliarella da Castellamare di Stabia non usa le parole per dimostrare il suo valore, ma preferisce i fatti: passaggio perfetto di Claudio Marchisio, inserimento in area, “face to face” con il colosso Cech che non gli concede alcun vantaggio rimanendo immobile: la furbizia e la sveltezza di pensiero, in questi casi, possono essere determinanti e, così, Quagliarella decide per il tiro-tunnel ai danni del portierone ceco: è il gol del definitivo pareggio per 2-2, è il gol dell’esultanza vicino la tribuna dei tremila bianconeri dello Stamford Bridge, a voler sottolineare “ci sono anch’io” anche se, forse, qualcuno lo aveva dimenticato. E poi la corsa verso la panchina, per abbracciare l’amico Marco Storari, incontrando nella sua esultanza l’abbraccio di Massimo Carrera, che Fabio ricambia, anche per ringraziarlo dell’occasione concessagli, sottolineando che “Massimo è uno che soffre con noi”. 

    Ma c’è di più: la serata del riscatto avrebbe potuto essere ancora più “magica” per Fabio Quagliarella se il suo tiro dalla distanza (il suo “marchio” distintivo) fosse riuscito ad infilarsi sotto l’incrocio piuttosto che colpire la traversa, realizzando il gol del “colpaccio” contro i detentori della Coppa dalle grandi orecchie. La sorte, in tal caso, non gli ha sorriso, negandogli quello che avrebbe potuto essere un gol tanto spettacolare quanto pesante, ma la sua prestazione ha lasciato comunque il segno, e non solo sul tabellino dei marcatori.

    Ecco perchè, nelle interviste dopo partita, il protagonista della serata subentrato dalla panchina si mostra sereno e sorridente, consapevole dei suoi mezzi e di sentirsi in perfetta forma, speranzoso che, dopo tale prestazione, la sua posizione possa esser considerata più vicina all’undici titolare piuttosto che alla lista dei panchinari, anche perchè soltanto con la continuità del ritmo partita è possibile riuscire ad essere decisivi quando si viene chiamati in causa, e non è facile “quando non giochi e stai sempre lì a guardare le partite”.

    Fabio Quagliarella, dunque, conferma di essere al cento per cento (già da un bel po’, ndr) e si candida ad un posto al fianco di colui che, ad oggi, appare come l’unico vero titolare del reparto offensivo, ossia Mirko Vucinic. La gara di sabato prossimo contro il Chievo sarà la prima “verifica” in tal senso: Conte e Carrera lo premieranno?

  • Calcioscommesse, Stefano Mauri dietro il tesoro svizzero?

    Calcioscommesse, Stefano Mauri dietro il tesoro svizzero?

    Ulteriori importanti sviluppi e nuovi scenari nell’inchiesta calcioscommesse che acquista, così, dimensioni internazionali estendendo i suoi confini fino alla Svizzera, dove sarebbe “conservata” una cospicua somma alimentata dai flussi di giocate e combine. La Procura di Berna, in tal senso, ha avviato accertamenti per individuare l’eventuale coinvolgimento della criminalità organizzata in tali operazioni transnazionali finalizzate al riciclaggio di tali somme depositate su diversi conti segreti elvetici. Inoltre, a rendere ulteriormente intricata la vicenda vi sarebbe il diretto coinvolgimento di un calciatore “importante”, così come definito dalle fonti investigative , che non sarebbe “nuovo” a coinvolgimenti di tal specie, essendo già indagato dalla Procura di Cremona con il reato di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”. Il nome in questione, in un primo momento non era ancora stato reso noto in maniera ufficiale inducendo a formulare svariate ipotesi sull’identità del giocatore coinvolto ma, nella giornata di oggi, il “mister X” ha assunto finalmente un nome e cognome: Stefano Mauri, centrocampista della Lazio. 

    Stefano Mauri sarà interrogato Venerdì a Cremona | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Il calciatore biancoceleste, già arrestato a margine della seconda parte dell’ inchiesta condotta dalla Procura di Cremona – ma attualmente tornato regolarmente in campo – sarà ascoltato Venerdì  21 Settembre a Cremona dal gip Guido Salvini alla presenza del procuratore Roberto Di Martino, dopo che il calciatore ha richiesto uno slittamento dell’interrogatorio (fissato inizialmente per Giovedì, ndr) a causa del match di Europa League della Lazio, a Londra contro il Tottenham.

    L’importanza dell’interrogatorio di Mauri, dunque, diventa più che cruciale considerando che la stessa procura della capitale Svizzera ha già richiesto una rogatoria internazionale per acquisire gli atti dell’inchiesta italiana e far luce sugli eventuali (ed a questo punto più che probabili, ndr) contatti fra le due inchieste. Se tale ipotesi fosse confermata, dunque, potrebbe essere chiarito definitivamente il meccanismo a doppio canale che per lega l’Italia e la Svizzera: dal nostro Paese, infatti, partirebbero gli input connessi alla possibilità di combinare i risultati indirizzandoli su quanto scommesso, con la complicità di calciatori tanto corruttibili quanto indispensabile per garantire il “buon esito” delle operazioni, ed in Svizzera finirebbero, poi, i flussi di denaro, segregati in conti ad hoc e, poi, riciclati con la diretta partecipazione della criminalità organizzata.

    Nella specifica fattispecie che coinvolge il “giocatore importante tuttora in attività”, il conto svizzero – non cifrato – sarebbe stato intestato ai genitori di Stefano Mauri, in veste di “prestanome” ma conterrebbe proprio le ingenti somme (centomila euro, ndr) derivanti dall’ incasso di un bonifico a seguito delle combine. Il passo successivo, quello del “riciclaggio”, resta da accertare e, per tal motivo, si è resa necessaria la rogatoria e la richiesta di interrogatorio del calciatore, anche perchè la Procura di Cremona mira ad individuare ulteriori somme “sospette” nei conti correnti elvetici.

    Da Venerdì, dunque, dopo l’interrogatorio di Stefano Mauri, la sua posizione potrebbe ulteriormente essere aggravata, anche se il suo legale Matteo Melandri ha mostrato sdegno ed indignazione per le notizie circolate in questi giorni circa il suo assistito, precisando che “la nostra difesa è in fase di organizzazione” e che la convocazione in procura del suo assistito è soltanto in veste di “persona informata sui fatti”, in qualità di testimone per conto dell’autorità giudiziaria svizzera.

  • Liam Gallagher espulso dal Bernabeu

    Liam Gallagher espulso dal Bernabeu

    La sfida del primo turno di Champions League fra il Real Madrid di Josè Mourinho ed il Manchester City di Roberto Mancini è stata, senza dubbio, la più avvincente ed emozionante fra quelle disputate nel martedì di Coppa e proprio l’intensità del match, con le emozioni dei cinque gol realizzati complessivamente, ha coinvolto anche un tifoso “eccellente” dei Citizen, Liam Gallagher, l’ex leader degli Oasis presente in tribuna al Santiago Bernabeu, perlomeno fino al gol del definitivo vantaggio delle merengues, quando gli addetti alla sicurezza lo hanno allontanato dallo stadio.

    Secondo quanto riporta l’edizione odierna del quotidiano spagnolo “As”, dopo il gol del vantaggio della squadra di Roberto Mancini, realizzato al 69′ del match da Edin Dzeko, Liam Gallagher non è riuscito a trattenere il suo entusiasmo ed ha iniziato a correre all’interno della tribuna in cui si trovava, scendendo i gradini e giungendo nei pressi degli addetti alla sicurezza, terminando la sua corsa con un bacio ad uno steward dello stadio.

    Liam Gallagher espulso dal Bernabeu | © Jeff J Mitchell/Getty Images

    Come se non bastasse, durante il resto del match, Liam Gallagher ha continuato ad “agitarsi” in maniera spropositata, soprattutto in conseguenza dell’altro provvisorio vantaggio del Manchester City, firmato dall’ex laziale Kolarov al minuto 86′ su calcio di punizione. in risposta al gol dell’1-1 firmato qualche minuto prima dal “blanco” Marcelo. In pochi minuti, però, dopo il pareggio per 2-2 di Benzema ed il vantaggio (poi definitivo, ndr) siglato da Cristiano Ronaldo al 91′ minuto, il suo umore è cambiato radicalmente, passando dall’incontenibile entusiasmo ad un plateale nervosismo per la beffa di un risultato “sfuggito di mano” alla sua squadra proprio nei minuti finali del match.

    Così, dopo la rete del 3 a 2 per il Real Madrid, gli addetti alla sicurezza del Bernabeu hanno deciso di espellerlo dallo stadio, accompagnandolo fuori: considerando che la partita era praticamente ormai terminata, più che altro resta l’immagine di una gran brutta figura per Liam Gallagher che, comunque, non è di certo nuovo a comportamenti “sopra le righe”.

  • Alessandro Del Piero primo allenamento con il Sydney

    Alessandro Del Piero primo allenamento con il Sydney

    Dalle parole ai fatti, ossia al campo: dopo la presentazione alla stampa ed al pubblico Australiano per Alex Del Piero è ora di ritornare ad indossare gli scarpini e la tenuta da allenamento, per preparare la nuova stagione in A-League, in vista della prima di campionato in programma sabato 6 Ottobre in Nuova Zelanda contro il Wellington. Il primo allenamento di Alessandro Del Piero con la nuova squadra si è svolto, così, in una mattinata soleggiata, che ha reso ancor più allegra l’atmosfera attorno al Sydney Fc.

    L’impatto con il gruppo, agli ordini del tecnico inglese Ian Croock, pare sia stato assolutamente positivo per l’ex bianconero, anche a giudicare dall’atmosfera rilassata che trapela dalle foto che lo ritraggono insieme al gruppo: stretching, corsa e qualche esercizio con il pallone, ma soprattutto sorrisi e strette di mano, a testimoniare che l’ “approccio umano” di Alex con i nuovi “mates” è stato felice. In tal senso, il tecnico Ian Crook ha già espresso grande soddisfazione dopo il primo allenamento del suo nuovo numero dieci, sottolineando che “ha già impressionato in allenamento con ottimi tocchi di palla”, mostrando grande professionalità fin dal primo giorno, rimanendo al campo di allenamento per tutta la durata della seduta, nonostante per lui fosse in programma una sessione ridotta e precisando che quando avrà definitivamente smaltito il fuso orario andrà ancora meglio.

    Nonostante la presenza di una “star” d’eccezione, però, secondo Ian Crook gli equilibri di gruppo devono conservare la priorità e, dunque, nonostante qualche giorno fa il capitano Mc Flynn avesse offerto, molto gentilmente, la sua fascia ad Alex, non vi saranno cambiamenti in tal senso: Alessandro Del Piero non sarà il capitano del Sydney Fc, anche se dovrà mettere in campo tutta la sua esperienza al servizio del collettivo, perchè “lui è uno dei 22, nonostante sia uno speciale”.

  • Moratti elogia l’Inter e il Wesley Sneijder furioso

    Moratti elogia l’Inter e il Wesley Sneijder furioso

    Dopo la vittoria nel posticipo di ieri sera contro il Torino, in casa Inter è tempo di smorzare le polemiche sorte in conseguenza al malumore di Wesley Sneijder a seguito della sostituzione che lo ha visto protagonista al minuto 66, per lasciar spazio ad Antonio Cassano, autore del secondo gol che ha permesso di concludere la gara in porto con maggiore tranquillità. Il Wesley Sneijder furioso, infatti, è stato l’unica nota stonata della serata domenicale per i nerazzurri e, dunque, nella giornata odierna la questione è stata affrontata sia dal presidente Moratti che dal tecnico Stramaccioni, con la “chiosa finale” del giocatore stesso, per mezzo di un messaggio su Twitter.

    Wesley Sneijder in campo contro il Torino | © Claudio Villa/Getty Images

    Andando a ritroso, è bene ricordare come – al momento della sostituzione – l’olandese sia apparso visibilmente molto contrariato nei confronti del tecnico Stramaccioni, anche se lo stesso mister nerazzurro già nel dopo partita ha provato ad usare parole inequivocabilmente all’insegna della diplomazia, sottolineando come “sia normale che un giocatore come Wesley voglia finire tutte le partite”, motivando la sua decisione di sostituirlo facendo riferimento ai ravvicinati impegni in Nazionale che avevano visto impegnato l’olandese nella settimana precedente.

    In vista del probabile “confronto” ad Appiano tra il tecnico e l’olandese, il presidente Massimo Moratti concorda con la linea “diplomatica” di Stramaccioni, precisando che l’eventuale malumore del fantasista olandese dev’essere letto in maniera positiva, affermando come “sia un bene che si arrabbi”, leggendo tale nervosismo come sintomo del grande attaccamento alla squadra da parte del calciatore, concordando con l’approccio adottato dal tecnico romano che, secondo il Presidente nerazzurro, “ci sa fare con i giocatori” e che, dunque, merita fiducia nelle sue scelte sulla gestione del gruppo.

    Ad ulteriore conferma che l’episodio-polemico sia già rientrato, alle parole del tecnico Stramaccioni e del Presidente Moratti, si associano quelle del diretto interessato, ossia lo stesso Wesley Sneijder, che ha voluto “gettare acqua sul fuoco”, con un Twit molto chiaro e conciso, focalizzandosi sull’importanza del risultato ottenuto ieri contro i granata e precisando che la sua reazione sia stata innescata esclusivamente dalla voglia di giocare “tutte le partite fino in fondo”, e smentendo ogni tipo di problema con il suo allenatore, con la consapevolezza che gli impegni stagionali saranno numerosi, a partire dalla prossima partita di Europa League, in programma giovedì contro il Rubin Kazan, a San Siro.

    Le parole “distensive” saranno confermate dai fatti?

  • Alessandro Del Piero si presenta, a Sidney per vincere

    Alessandro Del Piero si presenta, a Sidney per vincere

    Dopo il momento degli annunci, dei saluti, delle foto in aeroporto con tanto di valigie, dopo il lungo viaggio intercontinentale da Torino a Sidney, per Alessandro Del Piero è finalmente giunto il momento di tuffarsi nell’avventura Australiana, che ha scelto e voluto fortemente, nonostante abbia implicato una scelta di rottura con il suo passato, portandolo a 24 ore di distanza dall’Italia e dalla sua “dimensione” abituale. Se però, come spesso si suol dire “chi ben inizia è a metà dell’opera” la sua permanenza a Sidney non potrà che essere positiva, almeno a giudicare dal grandissimo entusiasmo con  cui è stato accolto al suo arrivo in aeroporto, con una folla festante a scandire cori in sui onore, acclamandolo già come un idolo ed indossando le magliette con stampato il suo nome.

    Alessandro Del Piero si presenta a Sidney | © Mark Metcalfe/Getty Images

    Un tale entusiasmo non poteva di certo lasciarlo indifferente ed, infatti, il neo numero 10 (e probabilmente anche neo capitano, ndr) del Sidney Fc ha sentito il bisogno di ringraziare pubblicamente tutti coloro che in questi giorni tanto intensi hanno manifestato nei suoi confronti tanto affetto e calore, anche solo con le parole, anche perchè – come lui stesso ha sottolineato – “la passione è importante per me ed io mi sono appassionato a questo progetto”. 

    Dalla sala stampa della sua nuova casa (provvisoria), l‘Hotel Star City di Sidney, le parole di Alex risuonano come ulteriore “benzina” per alimentare l’entusiasmo nei suoi confronti, che vorrebbe fosse una costante in quella che lo stesso Pinturicchio ha definito come una “sfida unica”, di cui vorrà essere vero protagonista per aggiungere altre pagine alla sua già gloriosa carriera, con la volontà di esprimersi al meglio nel suo “habitat” naturale, ossia il terreno di gioco. Per questo motivo, dopo le presentazioni di rito, Alex inizierà ben presto anche la sua avventura in campo, agli ordini del mister Ian Crook, aggregandosi al Sidney Fc che ha già avviato la preparazione in vista dell’esordio in campionato il prossimo sabato 6 Ottobre, in  Nuova Zelanda contro il Wellington: tuttavia, la preparazione atletica di Alex in vista dell’imminente esordio in A-League pare essere già “a buon punto”, grazie alle intense sedute svolte con il suo personal trainer già dal mese di Luglio.

    Ma, ancor prima di vederlo all’opera, la stampa australiana (non solo sportiva) ha voluto accoglierlo come una vera star, dedicandogli titoli roboanti, che esprimono all’unisono come – grazie al suo arrivo – “il calcio australiano non sarà più lo stesso”, sottolineando che sarà l’intero movimento calcistico a trarne beneficio, acquistando popolarità in un Paese che, tradizionalmente, predilige la “palla ovale”, ossia il rugby, ed il cricket.

    Alessandro Del Piero, però, ritiene che “potenzialmente ogni persona che conosco è un tifoso di calcio” e, dunque, per indurre la gente ad innamorarsi di questo sport sarà necessario far leva anche sulla presenza dei tantissimi immigrati italiani, inglesi, greci e slavi che potranno essere i primi “ricettori” della passione calcistica. Tutto ciò, naturalmente, dovrà essere “coltivato” e amplificato con i risultati e le vittorie, ed è per questo che Alex, fin dalla sua presentazione, ha voluto sottolineare l’importanza della mentalità vincente, accennando al suo Dna juventino, precisando che il suo obiettivo è quello di vincere anche con la sua nuova squadra.

    In tal senso, la frase finale del messaggio apparso sul suo sito ufficiale, non può che risuonare come una vera e propria promessa: “Sono sicuro che ci divertiremo ancora molto insieme”.

  • Un Armadillo la mascotte di Brasile 2014

    Un Armadillo la mascotte di Brasile 2014

    Archiviata l’avventura degli Europei di Polonia ed Ucraina 2012, il prossimo appuntamento per le Nazionali di calcio sarà il Mondiale di Brasile 2014, che si preannuncia già come un evento di grandissima importanza, soprattutto in considerazione del fatto che il Paese ospitante è, per tradizione e cultura, la patria del bel calcio, dello spettacolo e dei giocatori di maggior tasso tecnico. Il Mondiale verdeoro, dunque, sta già prendendo forma ed, in tal senso, la televisione brasiliana “Globo” ha lanciato la mascotte Brasile 2014, con un presentatore d’eccezione che è anche uno dei membri del LOC (Local Organising Committee): Ronaldo Luis Nazario da Lima. 

    Armadillo, mascotte Brasile 2014 | foto tratta dal web

    L’ex campione dell’Inter e del Real Madrid, oltre che vincitore del Mondiale con la Nazionale Brasiliana nel 2002, ha così dato il benvenuto ufficiale all’Armadillo, la mascotte che “avrà un importante ruolo in veste di ambasciatore del Mondiale 2014 per i prossimi due anni”, e che già dalle prossime settimane inizierà il suo tour “promozionale” in giro per il Brasile, accompagnata dal sottofondo musicale della canzone ufficiale, “Tatu Bom de Bola”, di Arlindo Cruz.

    La scelta dell’Armadillo a tre fasce come mascotte e simbolo, inoltre, non è stata affatto casuale: si tratta, infatti, di una specie indigena del Brasile in via d’estinzione e, dunque, in tal modo si punterà ad una maggiore sensibilizzazione verso le problematiche connesse alla tutela dell’ambiente e della fauna del luogo che possiede un immenso patrimonio naturalistico (Foresta Amazzonica in primis, ndr), ma troppo spesso poco tutelato; l’auspicio, dunque, è che tale mascotte possa avere un significato ben più ampio del mero ambito calcistico, divenendo il simbolo ed icona di una piattaforma di comunicazione per dar maggior spazio a tali tematiche a livello internazionale.

    Ben presto, l’Armadillo avrà anche un nome e sarà la stessa popolazione Brasiliana a “battezzarlo”, così come accaduto già nel caso della scelta del nome del pallone ufficiale della competizione, “Brazuca”. Anche questa volta, la scelta sarà affidata ad una votazione pubblica, che prenderà il via a partire dal prossimo mese di Novembre , potendo scegliere fra una terna di nomi dal significato molto importante: Amijubi, che racchiude il significato di “amicizia e gioia”, due valori tradizionalmente caratteristici del popolo brasiliano, e Fuleco e Zuzeco, che si ricollegano alla finalità di rappresentare il messaggio ecologista.

    Qualuque sia la scelta del nome della mascotte, dunque, potrà essere un fondamentale veicolo di valori positivi, nell’ottica di una sinergia fra calcio giocato e diffusione di messaggi di alto profilo, per fare in modo che manifestazioni tanto importanti e seguite sfruttino la loro “visibilità” per nobili finalità, cercando di raggiungere il più ampio target possibile, in maniera trasversale, e proseguendo un lodevole cammino già intrapreso dalla FIFA anche in occasione di precedenti edizioni della Coppa del Mondo, come nel caso del Mondiale Sudafricano del 2010, quando l’obiettivo prefissato era quello di fornire un’opportunità di crescita, sviluppo e visibilità all’intero Continente Africano, il più povero del Pianeta.

    In tale direzione, dunque, la Coppa del Mondo “verde” di Brasile 2014 ha già avuto il suo importante calcio d’inizio.

  • Hernanes fa volare la Lazio a punteggio pieno

    Hernanes fa volare la Lazio a punteggio pieno

    Alla vigilia, Chievo-Lazio era considerata un importante banco di prova per la Lazio di Petkovic alla ricerca di punti e conferme nella trasferta di Verona, e la formazione biancoceleste ha saputo fornirle con una prestazione convincente, fin dai primi minuti del primo tempo di gara. N0n casuale che, già al quarto minuto, la Lazio sia passata in vantaggio con una splendida rete firmata da Hernanes, ossia l’ “esperimento” del tecnico serbo, che ha deciso di arretrarlo per essere di maggior supporto all’unica punta Miroslav Klose e che, finora, ha dato i frutti sperati, mostrando il brasiliano in grandissima condizione, anche realizzativa: un tiro di sinistro dal limite dell’area, forte e preciso a colpire prima il palo interno e poi a terminare dietro le spalle del portiere clivense Sorrentino,  realizzando lo 0-1.

    Dopo il vantaggio la Lazio acquisisce ancora maggiore sicurezza di gioco, dando l’impressione di trovarsi già a memoria, con meccanismi perfettamente “oliati”, nonostante sia solo la terza giornata di campionato: unica sbavatura difensiva di Dias che prova un pericoloso retropassaggio di testa, e conseguente prima palla gol per i padroni di casa gialloblu, al minuto 34, con Di Michele che si ritrova a tu per tu con Marchetti, tirando al volo ma vedendosi sbarrare la porta dalla reattività del portiere biancoceleste, nonostante la distanza molto ravvicinata.

    La “dura legge del gol” non si smentisce, gol sbagliato, gol subito: dopo l’occasione sfumata per il Chievo, la Lazio ritorna pericolosa al minuto 38, con un’altra grande iniziativa del Profeta Hernanes, che con una serie di finte lascia sulla trequarti la difesa del Chievo, prova il tiro di destro dalla distanza che viene ribattuto di piede da Sorrentino, e poi raccolto lestamente da Miroslav Klose in agguato, che realizza lo 0-2 in tapin da pochi passi.

    Al rientro in campo dopo l’intervallo, primo cambio per la Lazio a causa di un infortunio subito da Konko, sostituito da Scaloni sulla fascia destra. Al rientro dagli spogliatoi è il Chievo che prova a reagire, con maggior ritmo di gioco che, però, non porta a costruire grandi occasioni da gol, ad eccezione dell’occasione “confezionata” da un altro errore difensivo di Dias al 24′ del secondo tempo e che mette Moscardelli in condizione di tirare in porta da ottima posizione: la palla, però, termina leggermente a lato.

    Ancora una volta, dopo il gol fallito dal Chievo, la Lazio sale in cattedra con il suo uomo migliore al minuto 74′, il brasiliano Hernanes, che s’inventa una discesa sulla fascia palla al piede, saltando la difesa gialloblu fino ad arrivare in area e beffare il portiere Sorrentino realizzando il gol dello 0-3 con apparente quanto disarmante facilità.

    Hernanes, migliore in campo contro in Chievo-Lazio | © Dino Panato/Getty Images

    Al minuto 36′ del secondo tempo, sugli sviluppi di un calcio di punizione,arriva una trattenuta in area da parte di Klose ai danni di Sardo che induce il direttore di gara Rizzoli a concedere il calcio di rigore, di cui si incarica Sergio Pellissier, che dagli undici metri spiazza Marchetti, realizzando il gol dell’ 1-3.

    Un minuto dopo, punizione pericolosa per il Chievo, dal limite dall’area, con il tiro di Rigoni che avrebbe potuto essere una buona occasione per accorciare ancora le distanze ma che s’infrange contro la barriera. Nei minuti finali la Lazio perde autorevolezza nella gestione della gara, anche se il Chievo non sembra sfruttare i varchi che la retroguardia biancoceleste lascia maggiormente liberi: la gara termina, così, senza altre emozioni, con la formazione di Petkovic che conquista tre punti pesanti, volando in testa alla classifica con nove punti all’attivo, sempre a punteggio pieno, confermando il trend positivo al Bentegodi, con sei vittorie consecutive nello stadio Veronese.

    Le pagelle di Chievo-Lazio:

    Pellissier 6 Freddo nel segnare il rigore contro la sua vittima preferita in serie A, poco assistito durante il match per rendersi pericoloso

    Di Michele 5 Fallisce l’occasione che avrebbe potuto cambiare il corso della gara, su punteggio di 0-1, tirando addosso a Marchetti

    Dias 5 Le sue indecisioni difensive “stonano” con la compattezza della Lazio, rischiando in due occasioni di regalare due palle gol pericolose agli avversari, Di Michele e Moscardelli

    Hernanes 8 Il migliore in campo in assoluto, fantasia, corsa, magia e gol: è il fulcro imprescindibile di questa squadra

    Klose 6.5 Gol di “rapina”, sempre in agguato in area

    Tabellino:

    Chievo (4-3-1-2): Sorrentino ; Sardo, Dainelli, Cesar, Jokic; Luciano, L. Rigoni, Hetemaj (61′ M. Rigoni); Thereau; Di Michele (60′ Moscardelli), Pelissier.

    Lazio (4-5-1): Marchetti; Konko (46′ Scaloni), Dias, Biava, Cavanda; Ledesma; Candreva (79′ Ederson), Hernanes, Gonzalez (66′ Cana), Mauri; Klose.

    Video Chievo-Lazio 1-3:

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  • Chievo-Lazio, Petkovic punta su Klose per continuare a sognare

    Chievo-Lazio, Petkovic punta su Klose per continuare a sognare

    Chievo-Lazio sarà il primo anticipo dell’ora di pranzo per questa stagione 2012-2013, oltre che un match molto importante per testare le reali ambizioni della Lazio a punteggio pieno di Vladimir Petkovic, impegnata allo Stadio Bentegodi di Verona contro i gialloblu.

    Un inizio sorprendente quello del campionato biancoceleste che ha “eletto” i capitolini  al ruolo di “mina vagante” della serie A, con due vittorie ottenute contro Atalanta e Palermo, che hanno finora convinto anche per la modalità con cui sono state “messe a segno”, con compattezza di gioco, corsa e grinta, adattandosi egregiamente al modulo 4-5-1 proposto dal tecnico serbo che garantisce equilibri difensivi (finora nessuna rete subita dal portiere Marchetti, ndr) e gol, soprattutto grazie all’ispirato Miroslav Klose nel ruolo di terminale offensivo, autore di una doppietta nell’ultimo turno prima della sosta, grazie ai “suggerimenti” del folto centrocampo, con Ledesma nel ruolo di play maker basso, ed Hernanes che gioca in posizione più arretrata, quasi da trequartista a supporto della punta tedesca.

    Miroslav Klose, unica punta contro il Chievo | © ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Nonostante l’ostico impegno di Europa League in programma giovedì 20 Settembre contro il Tottenham, dunque, il tecnico Vladimir Petkovic sembra molto lontano dall’idea di proporre un turnover, mantenendo le certezze fin qui acquisite in campo e ricercando, inoltre, una Lazio “molto affamata”.

    L’avvio del campionato clivense, invece, ha mostrato fin qui due facce ben differenti: vittorioso all’esordio in campionato contro il Bologna, sconfitto contro il Parma, mostrandosi opaco e ben poco lucido. Il tecnico Mimmo Di Carlo, però, sembra intenzionato a non stravolgere la sua formazione, proponendo Di Michele – al posto di Cruzado – in coppia offensiva al fianco di Sergio Pellissier, sperando nell’ispirazione dell’attaccante gialloblu, che in carriera contro la Lazio ha già segnato ben sei gol, nonostante la Lazio sia una vera e  propria “bestia nera” in casa per i veronesi, così come ha precisato lo stesso direttore sportivo dei veronesi, Giovanni Sartori. Il Chievo, dunque, scenderà in campo con il modulo 4-3-1-2, potendo contare sull’intera rosa a disposizione, con le sole eccezioni dei due indisponibili, ossia il terzo portiere Squizzi ed di Alberto Paloschi, fermo per un problema alla caviglia destra: l’unico dubbio per Di Carlo sembra essere per il ruolo di terzino sinistro, dove il ballottaggio è tra Frey e Jokic, con il primo che appare favorito nella partenza dal primo minuto.

    Le probabili formazioni di Chievo-Lazio:

    Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Sardo, Dainelli, Cesar, Frey; Luciano, L. Rigoni, Hetemaj; Thereau; Di Michele, Pellissier. In panchina: Puggioni, Andreolli, Viotti, Jokic, Papp, Vacek, M. Rigoni, Guana, Cruzado, Samassa, Moscardelli, Stoian. Allenatore: Mimmo Di Carlo.

    Lazio (4-5-1): Marchetti; Konko, Biava, Dias, Cavanda; Candreva, Gonzalez, Ledesma, Hernanes, Mauri; Klose. Allenatore: Vladimir Petkovic. In panchina: Bizzarri, Scaloni, Ciani, Zauri, Cana, Lulic, Ederson, Rocchi, Zarate, Kozak, Floccari.

    Al Bentegodi di Verona dirigerà la gara Nicola Rizzoli della sezione arbitrale di Bologna, assistito dai guardalinee Francesco De Luca di Pescara, Luca Maggiani di La Spezia e dal quarto uomo Andrea Padovan di Conegliano, mentre i due arbitri di porta saranno Gianpaolo Calvarese di Teramo e Francesco Borriello di Mantova.

  • Ezequiel Schelotto incidente in auto. Per fortuna solo tanta paura

    Ezequiel Schelotto incidente in auto. Per fortuna solo tanta paura

    Grande spavento per l’atalantino Ezequiel Schelotto, protagonista di un incidente automobilistico nella serata di Venerdì, intorno alle ore 21,30, quando era in libera uscita e, dunque, non doveva sottostare agli obblighi imposti dal ritiro pre-gara, poichè non era stato convocato dal tecnico atalantino Stefano Colantuonoper la partita di questa sera contro il Milan a San Siro a causa di un acciacco muscolare.

    Secondo quanto riportato dal quotidiano bergamasco “l’Eco di Bergamo“, l’esterno dell’Atalanta e della Nazionale Azzurra stava viaggiando da solo alla guida della sua Bmw X1dal centro della città di Bergamo in direzione dell’autostrada A4, quando è avvenuto l’impatto presso lo svincolo autostradale di Colognola, fra Brescia e Padova.

    Ezequiel Schelotto, protagonista di un incidente stradale | © Claudio Villa/Getty Images

    Con tutta probabilità è stata l’alta velocità con cui ha affrontato il rondò autostradale a fargli perdere il controllo del veicolo ed a causare lo scontro della sua vettura contro il guard-rail prima che venisse sbalzata sull’altro lato della carreggiata, senza coinvolgere, fortunatamente, altri veicoli.

    Un urto non di lieve entità che ha distrutto completamente la parte anteriore del suo veicolo, determinando anche l’apertura dei due airbag anteriori a causa del forte impatto che, stando alla dinamica, avrebbe potuto determinare conseguenze ben peggiori oltre allo spavento. Fortunatamente, invece, il ventitreenne calciatore italo argentino è stato prontamente trasportato da un’ambulanza del 118 accorsa sul posto presso le Cliniche Gavazzeni di Bergamo per essere sottoposto agli accertamenti del caso, che hanno evidenziato soltanto qualche leggera ferita ed escoriazione, oltre che un leggero problema al collo, che ha indotto i medici ad applicargli un piccolo collarino prima di dimetterlo nella tarda nottata di ieri.

    Inoltre, per approfondire le cause dell’incidente, Ezequiel Matias Schelotto è stato sottoposto al test alcolemico dell’etilometro, anche se, al momento, non si conoscono ancora i risultati emersi in merito.