Autore: Simona Granieri

  • Squalifica Conte, motivazioni Tnas: probabilmente colpevole

    Squalifica Conte, motivazioni Tnas: probabilmente colpevole

    Le motivazioni della riduzione di squalifica ad Antonio Conte da dieci a quattro mesi per omessa denuncia nell’ambito dell’inchiesta Scommessopoli, è stata sintetizzata in un documento di dodici pagine in cui il Tnas, collegio arbitrale della Cassazione dello Sport, esprime le sue ragioni in merito alla decisione.

    Il tutto si riconduce al principio cardine del “non poteva non sapere” dell’illecito di Albinoleffe-Siena del 29 Maggio 2011, che si riferisce direttamente all’autoaccusa del suo vice, dunque il suo più fidato collaboratore, Cristian Stellini. Il ragionamento seguito, che assume le forme di una sorta di sillogismo aristotelico, è il seguente: Cristian Stellini sapeva dell’illecito, Cristian Stellini è il vice di Conte, Conte sapeva dell’illecito o, meglio, “non poteva non sapere”, nonostante lo stesso Stellini aveva specificato che Conte era all’oscuro delle combine.

    In termini prettamente giuridici, il Tnas definisce l’applicazione di tale principio come “assenza di necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio“, proprio alla luce del fatto che tra le due ipotesi – Conte sapeva o Conte non sapeva – “l’una appare più probabile e plausibile dell’altra”. Da qui discende la squalifica, strettamente connessa alla confessione di Stellini, che ha avvalorato e “tolto ogni dubbio” alle parole di Pippo Carobbio e, dunque, emerge come la confessione del vice di Conte sia stata interpretata in maniera difforme: ritenuta credibile nel confermare le parole del “grande accusatore” Carobbio, ritenuta non credibile nella parte in cui esclude ogni coinvolgimento di Conte.

    Ma l’aspetto più rilevante è che, se anche la “deduzione” fosse corretta dal punto di vista formale, manca la prova provata della colpevolezza di Antonio Conte perchè si fa sempre riferimento al coinvolgimento di Stellini – che ebbe un ruolo diretto nell’illecito di quella gara – estendendo in automatico le sue responsabilità a quelle di Conte presumendo che se il suo vice sapeva delle irregolarità anche l’allora tecnico del Siena doveva esserne a conoscenza dato lo stretto rapporto tra i due.

    Antonio Conte, le motivazioni del Tnas alla sua squalifica | © Filippo Alfero/AFP/GettyImages

    In tal senso, però, viene ad essere corretto il tiro rispetto al primo grado, quando i giudici della Commissione Disciplinare attribuirono a tutti la regola della “certezza” in merito all’illecito di quella gara, prima della condanna a dieci mesi inflitta a Conte da parte della Corte Federale della Figc nel processo d’appello in cui si fece riferimento al medesimo principio richiamato dal Tnas, ossia a quello della “non necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio“.

    In tutto ciò, per semplificare al massimo, la posizione di Antonio Conte è quella di essere “probabilmente colpevole” e questo pare essere sufficiente per la giustizia sportiva che, come noto, può attenersi ad un differente standard probatorio rispetto alla giustizia ordinaria. In tal senso, infatti, lo stesso documento del Tnas afferma che sotto il profilo probatorio per affermare la colpevolezza di un incolpato “non occorre la certezza assoluta della commissione dell’illecito né il superamento di ogni ragionevole dubbio come nel diritto penale”; per la giustizia sportiva, invece, “risulta sufficiente un grado inferiore di certezza, ottenuta sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti”.

    Alla luce di tale motivazione, parafrasando l’ormai celebre conferenza stampa dello stesso Conte riproposta dal comico Maurizio Crozza, lo stesso mister bianconero avrà nuovamente lo spunto per ritenere la sua squalifica “agghiacciante” perchè nell’ambito delle non certezze e della probabilità, la sua lontananza dalla panchina dal 10 Agosto al prossimo 9 Dicembre è, e rimarrà, una certezza.

  • Chi è il quaquaraqua, botta e risposta Conte-Cassano

    Chi è il quaquaraqua, botta e risposta Conte-Cassano

    Antonio contro Antonio, il leccese contro il barese: non si tratta, però, di una classica rivalità locale connessa ad un derby pugliese bensì di un’altra pagina del botta e risposta Conte-Cassano che si protrae da alcune settimane. Tutto è iniziato con l’intervista rilasciata da Antonio Cassano alla trasmissione di Rai Tre “Che Tempo che fa” condotta da Fabio Fazio, nella quale il fantasista dell’Inter aveva dipinto i calciatori della Juventus come dei “soldatini” enfatizzando in maniera ironica quelle caratteristiche di rigore e disciplina che mister Conte pretende dai suoi uomini.

    Un appellativo che, nell’ambiente bianconero, nessuno ha digerito e la risposta non si è fatta attendere: prima con Leonardo Bonucci, “entrato in tackle” con un Twit perentorio, in cui scriveva “professionisti, non soldatini” ed aggiungendo, poi, una frecciatina allo stesso Cassano, sottolineando la sua scarsa propensione alla corsa ed al lavoro duro. A questo, è seguita la risposta di Cassano che ha accettato la “battuta” di Bonucci, confermando il suo giudizio: “Ha detto la verità, io ho sempre fatto fatica a correre”.

    Il fuoco polemico, però, non si è spento qui: dopo tre mesi di silenzio mediatico, mister Conte nei giorni scorsi è ritornato a parlare, con una videochat con i tifosi sulla piattaforma Google + ed ha risposto ad alcune domande in merito alle precedenti parole di Antonio Cassano. Il mister bianconero, in tal senso, non è stato di certo “morbido” ed, anzi, ha espresso in maniera molto schietta il suo punto di vista. Antonio Conte ha, così,  precisato quali siano le caratteristiche necessarie per essere un calciatore da Juventus, ossia “serietà e professionalità” ed ha aggiunto che “se dietro ad un calciatore c’è un quaquaraqua preferiamo lasciarlo a qualcun altro”.

    Nuovo botta e risposta Conte-Cassano | © Claudio Villa/Getty Images

    Ecco, dunque, che dopo l’appellativo ricevuto, Antonio Cassano torna a rispondere a margine di un’intervista rilasciata a Sport Mediaset, rispedendo al mittente la frecciata ricevuta ed aggiungendovi una punta di veleno che va a toccare un tasto molto delicato per il mister juventino, ossia la vicenda “scommessopoli” e la relativa squalifica per omessa denuncia. Cassano, infatti, pur riconoscendo di aver compiuto diverse “cassanate” nella propria carriera, afferma di non poter accettare lezioni di moralità da una persona che ha ricevuto una squalifica per omessa denuncia: “se lui viene a parlare di moralità a me è finito il mondo”. 

    La risposta di Antonio Conte non si è fatta attendere e l’allenatore bianconero ha scelto un canale ufficiale per esprimere il suo punto di vista e le dovute precisazioni in merito, con un comunicato apparso proprio sul sito della Juventus. In primis, Conte precisa di non aver mai accennato alla parola “moralità” nel giudizio espresso su Cassano, ma di essersi limitato ad esprimere delle valutazioni sui criteri necessari per individuare un calciatore da Juventus evidenziando, in tal senso, il necessario rispetto dei ruoli,  l’impegno e l’attaccamento al bene comune della squadra. Ed, alla luce di ciò, secondo Conte “il signor Cassano ha dimostrato di non avere tali requisiti”, avvalorando la sua tesi riferendosi ad alcune fra le più celebri ‘Cassanate’ quali l‘imitazione-sfottò a Fabio Capello, il gesto delle corna all’indirizzo dell’arbitro Rosetti ed altri episodi che lo stesso Cassano ha citato nella sua biografia, “a pagina 109”.

    Un intervento a “piedi uniti” quello di Antonio Conte, che dopo mesi di silenzio è tornato a mostrare la sua grinta, anche dialettica: c’è da scommettere, però, che la nuova replica di Antonio Cassano non si farà di certo attendere per un’ altra puntata di “Antonio vs Antonio”.

  • Juventus, Lichtsteiner può partire a Gennaio: arriva Kolarov?

    Juventus, Lichtsteiner può partire a Gennaio: arriva Kolarov?

    Stephan Lichtsteiner era stato associato ad un interessamento da parte del Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti nell’ultima parte del mercato estivo che, però, si era ben presto “sgonfiato” anche perchè la Juventus aveva posto il veto alla partenza del laterale svizzero anche a causa dell’infortunio di Isla che ha tenuto fuori il neo acquisto cileno fino a metà settembre.

    Ora, però, la situazione risulta essere molto differente e, già nel mercato di Gennaio, potrebbe esservi l’addio a Lichtsteiner a causa di un bilancio negativo che ha contraddistinto il suo inizio di stagione e, soprattutto, per alcune incomprensioni con mister Conte sfociate, in particolare, con la sostituzione nella gara contro l’Inter dopo il fallo su Palacio che avrebbe dovuto costargli l’espulsione. In quell’occasione, nel momento di uscire dal campo, Lichtsteiner è apparso visibilmente contrariato e non ha fatto nulla per evitare di mostrare platealmente di non aver gradito la decisione del team Alessio-Conte.

    A questo si aggiungono, poi, altre piccole crepe emerse negli allenamenti settimanali,  causate da alcuni comportamenti “sopra le righe” dello svizzero, lasciatosi andare a reazioni istintive che contraddistinguono, spesso, il suo temperamento: parafrasando Antonio Cassano, la Juventus non gradisce coloro che “escono dai binari” e, dunque, tale discorso potrebbe essere esteso proprio al caso specifico di Lichtsteiner.

    Oltre alle motivazioni comportamentali, però, la sua partenza potrebbe essere connessa ad un discorso di opportunità: nelle ultime gare finite in goleada – contro il Nordsjaelland in Champions League e contro il Pescara in campionato – infatti, la Juventus ha valutato di potersi affidare con profitto a Mauricio Isla nel ruolo di esterno sinistro, anche alla luce delle sue caratteristiche maggiormente offensive e la sua capacità di inserirsi e proporre cross, che lo rendono più idoneo al gioco voluto da Antonio Conte, che ne aveva richiesto esplicitamente l’acquisto.

    Stephan Lichtsteiner potrebbe lasciare la Juventus a Gennaio | © Claudio Villa/Getty Images

    Inoltre, emerge un’ulteriore aspetto da valutare con attenzione e “per tempo”: nel prossimo mese di Gennaio, a partire dal 19, la Juventus dovrà rinunciare per circa un mese ad un giocatore fondamentale come Asamoah, che partirà con la Nazionale Ghanese per disputare la Coppa d’Africa. Per tal motivo, la società potrebbe decidere di correre ai ripari ed individuare nel mercato di riparazione un sostituto del ghanese che finora si è rivelato un giocatore imprescindibile per Conte, anche perchè il vice-Asamoah in organico è Paolo De Ceglie che, nelle ultime uscite, ha mostrato non poche difficoltà in campo. In tal senso, quindi, la cessione di Lichtsteiner nel mercato di riparazione potrebbe divenire una ghiotta occasione per far cassa, con una cifra per il suo cartellino che potrebbe aggirarsi attorno ai dieci milioni di euro.

    A quel punto la Juventus potrebbe decidere, quindi, di reinvestirli immediatamente nell’acquisto di un esterno per sostituire Asamoah ed, in tal caso, il candidato numero uno sarebbe Aleksandar Kolarov che potrebbe essere un obiettivo ancor più “fattibile” nel caso in cui la Juventus si qualificasse agli ottavi di Champions ed il Manchester City ne venisse eliminato. Oppure, più verosimilmente, la Juve potrebbe accontentarsi di un prestito a Gennaio per colmare l’assenza provvisoria di Asamoah ed utilizzare l’introito della vendita di Lichtsteiner per l’assalto al top player d’attacco, con la pista Didier Drogba che sembra essere tornata prepotentemente d’attualità.

  • Simone Pepe fuori dal tunnel, Conte ripropone il 4-3-3?

    Simone Pepe fuori dal tunnel, Conte ripropone il 4-3-3?

    La gara contro la Lazio di sabato pomeriggio alle 18 porterà in casa Juventus qualche novità, in particolare in un momento stagionale fitto d’impegni in cui è necessaria una giusta ed attenta rotazione per dosare al meglio le energie e le risorse disponibili. In tal senso, il primo gradito ritorno sarà quello di Simone Pepe, al rientro dopo aver percorso un tunnel buio e ricco di insidie.

    Dopo essere stato uno degli uomini più importanti della scorsa stagione, in termini di corsa, condizione atletica e duttilità tattica, dopo esser stato uno dei più “attivi” durante i festeggiamenti per lo scudetto conquistato, l’estate di Simone Pepe si è trasformata in un incubo, in una corsa ad ostacoli improvvisa, sia sul piano fisico che psicologico. Prima l’infortunio subito nel torneo Tim di Bari, con lesione di primo grado del muscolo semimembranoso della coscia sinistra, e poi – quando sembrava prossimo alla guarigione – problema al polpaccio. Il tutto condito dall’uragano scommessopoli che lo ha coinvolto al pari di Leonardo Bonucci e che si è concluso, poi, con l’assoluzione di entrambi: ma, mentre Bonucci è riuscito a rimanere concentrato sul campo e sulla preparazione estiva, Pepe è stato maggiormente turbato e distratto dalla vicenda e ciò ha condizionato anche i tempi di recupero dall’infortunio e la sua preparazione stagionale; a ciò si sono aggiunti anche il litigio con mister Conte e le voci di mercato che lo volevano in partenza. Un periodo nero, insomma, che avrebbe potuto piegare chiunque. Alla luce di questo, la stagione di Simone Pepe non è ancora iniziata “in campo” anche se, secondo Pulvirenti, sarebbe stato uno dei principali artefici della vittoria juventina a Catania, andando a protestare con il guardalinee per chiedere l’annullamento del gol di Bergessio: questa, però, è un’altra storia.

    Contro la Lazio, dunque, potrebbe ritornare a calcare il manto erboso, e mister Conte potrebbe ritrovare una pedina fondamentale per il suo scacchiere tattico, ritornando a quel modulo 4-3-3 tanto caro al mister salentino, in cui Simone Pepe interpreta alla perfezione il ruolo di esterno destro offensivo, non disdegnando gli inserimenti ed il tiro che, nella scorsa stagione, spesso è andato a buon fine come, ad esempio, proprio nella gara contro la Lazio disputata allo Juventus Stadium lo scorso 11 Aprile. La possibilità di adottare il 4-3-3 potrebbe, all’occorrenza, fornire quel pizzico di necessaria imprevedibilità al gioco juventino che, dopo un anno e mezzo, molti allenatori avversari hanno studiato ed imparato a conoscere anche se, in realtà, solo pochi hanno saputo contrastare.

    Simone Pepe al rientro con la Lazio | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Ma, anche senza il 4-3-3, la presenza di Pepe potrebbe rivelarsi molto preziosa per la duttilità tattica che lo scorso anno gli ha consentito di giocare in quattro diversi ruoli: da esterno destro e sinistro, da mediano al posto di Marchisio, e anche da seconda punta: Simone Pepe è, dunque, quel che si definisce un “valore aggiunto” all’interno di una squadra, e potrebbe esserlo ancor di più facendo leva sulla sua voglia di riscattare le difficoltà subìte e di recuperare il tempo perduto.

    Il ritorno di Simone Pepe non sarà, però, l’unica novità in campo sabato pomeriggio: a causa della squalifica di Andrea Pirlo, infatti, Antonio Conte sembra intenzionato a concedere nuovamente fiducia a Paul Pogba, dopo i ritardi in allenamento, l’esclusione dalla trasferta di Pescara e le scuse del giovane francese. Giocando da vice-Pirlo il suo compito non sarà affatto agevole ma il suo processo di crescita e formazione passa anche da questo e, pertanto, dovrà dimostrare di poter essere un valido sostituto puntando sul suo indiscutibile talento. In attacco, invece, tornerà Mirko Vucinic che ha ormai superato la botta al polpaccio rimediata contro l’Inter e proverà a ritrovare la via del gol casalingo.

  • Altri guai per Spalletti, tifosi dello Zenit incendiano la tribuna

    Altri guai per Spalletti, tifosi dello Zenit incendiano la tribuna

    Per lo Zenit San Pietroburgo di Luciano Spalletti, finora, è stata una stagione senz’altro complessa, tormentata da guerre intestine nello spogliatoio, alimentate da rivalità e gelosie, connesse alla differenza di ingaggi fra la “vecchia guardia russa” e gli stranieri, che – in particolare all’inizio della stagione – hanno minato alla base la solidità del gruppo incidendo, di conseguenza, anche sui risultati del campo.

    Le problematiche interne sono emerse, in particolare, nel mese di Ottobre dopo l’esternazione del centrocampista Igor Denisov che, pubblicamente, aveva rivolto uno spinoso quesito alla società, chiedendo come fosse possibile che giocatori come Hulk e Witsel guadagnassero tre volte più dei calciatori russi in squadra, affermando la non equità di tale situazione: una presa di posizione, quella del senatore Denisov, punita nel mese di Ottobre con l’allontanamento dalla prima squadra per volere della società ed, in particolare, del direttore generale Maksim Mitrofanov che aveva immediatamente preso le distanze dalle affermazioni del centrocampista.

    Luciano Spalletti allenatore dello Zenit San Pietroburgo | ©KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images

    Ma i problemi legati agli ingaggi non sono state, finora, le uniche grane all’interno dello spogliatoio dello Zenit: basti pensare alla situazione dell’attaccante Kerzhakov che, nonostante un buon rendimento ed una soddisfacente media realizzativa, qualche settimana fa era stato allontanato da mister Spalletti dalla prima squadra, invitandolo ad allenarsi con le riserve a causa del suo comportamento giudicato “non idoneo” e, secondo il mister toscano, non utile alla squadra che “non ha bisogno di giocatori che pensano soltanto a se stessi”. Tuttavia, tale questione si è risolta dopo pochi giorni con le scuse dell’attaccante al tecnico, che ha deciso di reintegrarlo in prima squadra e di schierarlo fra i titolari.

    Oltre alle questioni legate alla gestione dei singoli calciatori, i grattacapi di Spalletti sono stati connessi alle deludenti performance della squadra che, soprattutto in Champions League, ha mostrato un rendimento ben inferiore rispetto alle attese. L’esordio in Coppa è stato pessimo con la sconfitta per 3 a 0 rimediata contro il Malaga nella prima gara del gruppo C, ed il successivo ko contro il Milan per 2-3. L’unica vittoria, che ha portato ai russi gli unici tre punti in classifica finora conquistati, è stata conquistata contro l’Anderlecht nella terza giornata, prima dell’ulteriore sconfitta rimediata contro lo stesso Anderlecht nel quarto  turno del girone.

    Tali difficoltà di risultati hanno acuito le tensioni all’interno della tifoseria – tradizionalmente molto esagitata – al punto che nel mese di Ottobre è stata rinvenuta una falsa bomba nei pressi del centro di allenamento della squadra, cui era stato associato un messaggio inequivocabile: “No Hulk”, a testimoniare che l’ambiente delle violente frange di ultras si è schierato contro “gli stranieri” in squadra, da intendersi – in una più ampia ottica di analisi – come deprecabile espressione del sentimento di xenofobia ed avversione agli stranieri che, negli ultimi anni, si è diffuso in Russia.

    Nonostante sia trascorso più di un mese da tale episodio, la tifoseria dello Zenit non sembra aver intenzione di cambiare registro, neppure dopo i progressi compiuti dalla squadra nelle ultime uscite di campionato che le hanno permesso di risalire al secondo posto in classifica a tre punti di distanza dal Cska di Mosca. Al termine della tiratissima gara di domenica scorsa contro il Volga,  culminata con un’importante vittoria ottenuta nei minuti di recupero con rete di Kerzhakov, gli ultras dello Zenit hanno, infatti, incendiato alcuni seggiolini della tribuna del Centralnyi Stadion Lokomotiv”.

    Video della tribuna in fiamme a causa dei tifosi dello Zenit:

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  • Juventus, Buffon rinnova Suarez si avvicina

    Juventus, Buffon rinnova Suarez si avvicina

    La partita con il Chelsea del prossimo 20 Novembre sarà un crocevia importante per la stagione bianconera ma, oltre che sul cammino della Juventus in Champions League, potrà essere un momento importante anche per l’ufficializzazione ed il “nero su bianco” dell’accordo ormai raggiunto fra la società ed il suo capitano Gigi Buffon per il rinnovo contrattuale del portierone fino al 2016, quando avrà compiuto 38 anni. Proseguirà, così, quello che finora è stato un rapporto di grande amore, da quando è iniziato – arrivando dal Parma, nel lontano 2001, con Marcello Lippi in panchina – ad oggi, passando per le stagioni dell’opulenza con Fabio Capello, al calvario della serie B, alla difficile transizione, ed alla rinascita targata Antonio Conte.

    Un percorso lungo ben undici anni, che ha reso Gigi Buffon il pilastro inamovibile dello spogliatoio, soprattutto dopo la partenza di Alessandro Del Piero, l’uomo dalle analisi lucide e schiette, senza peli sulla lingua e contro ogni ipocrisia. Ecco perchè la firma è, ormai, solo una semplice formalità anche se comporterà un taglio netto per il suo stipendio stagionale che passerà dagli attuali sei milioni a tre milioni e mezzo, anche se a questi dovranno essere aggiunti gli eventuali (ma molto cospicui) bonus in caso di vittoria, che potranno anche fargli raggiungere gli otto milioni di euro. Nello specifico, in caso di vittoria dello scudetto il premio sarà pari a cinquecentomila euro e, dunque, il suo ingaggio stagionale salirebbe a quattro milioni; nell’ipotesi di “Triplete”, invece, sommando lo stipendio “fisso” e tutti gli eventuali bonus, si raggiungerebbero gli otto milioni di euro, ossia ben 4 milioni e mezzo in più della cifra-base.

    Gigi Buffon, vicina ufficialità del rinnovo fino al 2016 | ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    Anche nel caso di Buffon, dunque, la Juventus mette in pratica la politica retributiva “a vincere”, con gli ingaggi direttamente proporzionali ai successi conquistati dalla squadra facendo leva proprio sui bonus legati ai risultati: uno strumento per puntare alle vittorie ed alimentare ulteriormente la “fame” e gli stimoli dei calciatori bianconeri anche se, nel caso di un campione assoluto come Buffon, si tratta di una precisazione quasi superflua. Ancor di più considerando il suo attuale stato di forma fisica e mentale, come lui stesso ha confermato: “Non mi sono mai sentito così bene sotto l’aspetto tecnico. Rispetto ad alcuni anni fa sono meno esplosivo ma ho acquisito altri pregi: l’esperienza, il piazzamento, il saper valutare le situazioni che mi rendono più completo e più forte”.

    Dopo aver formalizzato il rinnovo di Buffon, la Juventus potrà poi dedicarsi ai necessari rinforzi offensivi per la prossima stagione: nella lista dei probabili arrivi torna, così, di grande attualità l’uruguaiano Luis Suarez, sempre più in difficoltà all’interno dello spogliatoio del Liverpool, soprattutto dopo l’ultimo gol realizzato domenica scorsa: dopo aver segnato, Suarez è andato a festeggiare sotto la curva dei Reds ma nessuno dei suoi compagni si è avvicinato per congratularsi con lui, evidenziando ulteriormente la frattura con il resto della squadra. Le difficoltà connesse alla posizione dell’uruguaiano sono un “attrattore” per la Juventus che, alla luce di ciò, ha colto la possibilità di ottenere una cospicua riduzione di prezzo per il cartellino del giocatore che, poi, potrebbe essere “compensata” con la cessione di Alessandro Matri che potrebbe interessare al Chelsea in veste di vice-Torres.

  • Fumata bianca Diritti Tv: cifre e criteri dell’accordo raggiunto

    Fumata bianca Diritti Tv: cifre e criteri dell’accordo raggiunto

    La complessa ed intricata ripartizione dei diritti Tv per il prossimo triennio 2012-2015 ha raggiunto una conclusione dopo una lunga e tirata assemblea di Lega fra i venti presidenti dei club di serie A.

    La decisione sarà ratificata nell’assemblea della prossima settimana ed, intanto, il presidente Maurizio Beretta ha illustrato i punti salienti che riguardano la presente stagione, nella quale saranno applicati i criteri previsti per il biennio precedente (2011-2012), con l’aggiunta di una sorta di “paracadute” da 30 milioni di euro per i tre club che retrocederanno in serie B: una cifra che ha conosciuto un sostanziale incremento considerando che, precedentemente, oscillava fra i 7 milioni ed i 22 milioni di euro.

    Nei due anni seguenti, invece, vi sarà una sorta di “bonus” connesso ai ricavi incrementali che verrà ripartito fra le prime dieci squadre in classifica. Per avere un quadro più chiaro e preciso è necessario, però, illustrare le cifre: il monte diritti tv per la presente stagione sarà pari a 840 milioni di euro, mentre nel prossimo biennio vi si aggiungeranno circa 17 milioni di euro che, appunto, verranno “distribuiti” seguendo la “top ten” della classifica finale di campionato cercando si attenersi,  così, ad un criterio meritocratico che determinerà, quindi, un nuovo obiettivo stagionale per molti club: non solo vincere lo scudetto, classificarsi fra le prime tre per raggiungere la Champions League ma, anche, ottenere una posizione fra le prime dieci per beneficiare della ripartizione del bonus.

    Maurizio Beretta annuncia accordo su diritti Tv | © Vittorio Zunino/Getty Images

    A parte il 40% attribuito in parti uguali, gli altri due parametri sono stati, in questi mesi, oggetto di dibattito e aspre polemiche fra i diversi club: in particolare, il concetto maggiormente controverso ed intricato è stato quello del “bacino d’utenza” che, allo stato dei fatti, viene determinato per il 25% in base ai sostenitori del club, e per il 5% in funzione della popolazione del Comune in cui il club gioca. Fra i club maggiormente scontenti dall’applicazione di tali parametri, c’è il Chievo che ha intenzione di impugnare la decisione finale dell’assemblea e che aveva presentato una contro-proposta, finalizzata ad incrementare la percentuale di distribuzione “uguale per tutti” e di rivedere gli altri parametri di assegnazione. Oltre ai gialloblu veronesi, secondo quanto rivela il presidente Beretta, anche le “sei grandi” e l’Udinese avevano avanzato proposte alternative che, però, non sono state accolte.

    In virtù dell’attuale fotografia della situazione e non considerando la parte “extra” connessa alla composizione della classifica, per il prossimo triennio la Juventus incasserà dai diritti Tv circa 100 milioni di euro, ad Inter e Milan andranno circa 90 milioni a testa, a Roma e Napoli 65 milioni, alla Lazio 50, alla Fiorentina 45 milioni, ad Udinese e Palermo 40. Alla Sampdoria circa 37 milioni, al Genoa 35 milioni così come Cagliari, Bologna, Atalanta e Catania. Al Toro andranno circa 34 milioni, due in più del Parma, mentre Chievo e Siena ne otterranno, rispettivamente, 29 e 27. Il neo promosso Pescara, invece, sarà la “Cenerentola” con 24 milioni di euro.

  • Italia-Francia, Prandelli consola Balotelli e comprende De Rossi

    Italia-Francia, Prandelli consola Balotelli e comprende De Rossi

    L’amichevole Italia-Francia di mercoledì è molto di più di un semplice test per la Nazionale di Prandelli, soprattutto a giudicare dallo spirito con cui gli Azzurri si avvicinano alla gara con i transalpini allenati da Didier Deschamps: per capitan Buffon incontrare la Francia è “come un derby“, mentre Claudio Marchisio si dichiara contento di “ritrovare mister Deschamps” che lo allenò nel campionato di serie B del post-Calciopoli. Incroci importanti, dunque, che rendono la sfida sempre pepata, anche se mister Prandelli sembra interessato solo al presente, all’importanza di fare risultato “per il ranking”, ed all’utilità degli esperimenti che potranno essere proposti in campo.

    In tal senso, risulta molto probabile che la coppia d’attacco titolare sarà quella composta da Mario Balotelli e Stephan El Sharaawy. Il condizionale è d’obbligo perchè l’allenamento di questa mattina nel centro sportivo di Collecchio si è svolto a porte chiuse e, soltanto quello pomeridiano intorno alle 17 potrà fornire indicazioni più sicure anche in merito all’eventuale schieramento del tridente con il laziale Candreva ad affiancarsi alla coppia formata da “Super Mario” e dal “Faraone”.

    A completare il probabile modulo 4-3-3, a centrocampo pare probabile il lancio del giovane Marco Verratti, per premiare anche in Azzurro il suo ottimo momento al Psg di Carlo Ancelotti, con una maglia da titolare al posto di un mostro sacro come Andrea Pirlo in uno schieramento a tre completato da Riccardo Montolivo e Claudio Marchisio: l’eventuale esclusione di Pirlo, però, non deve far pensare ad una scelta di Prandelli strumentale alle esigenze della Juventus di farlo rifiatare, anche perchè il regista bianconero è squalificato per la prossima gara di campionato contro la Lazio. Il reparto difensivo, invece, dovrebbe vedere uno schieramento a quattro, con i centrali juventini Giorgio Chiellini ed Andrea Barzagli ed i terzini Balzaretti e Maggio.

    Ma, prima di fornire maggiori dettagli sugli interpreti in campo mercoledì sera, il ct Cesare Prandelli nella consueta conferenza stampa ha affrontato diverse tematiche ed, in primis, ha parlato del momento di Daniele De Rossi. Il centrocampista giallorosso, infatti, non è stato convocato a seguito dell’applicazione del “codice etico” – dopo il pugno sferrato durante il Derby a Stefano Mauri – ma il commissario tecnico Azzurro non pare essere particolarmente duro nei suoi confronti, cercando di analizzare in profondità le reali cause del disagio di De Rossi che possono determinare il suo particolare momento di nervosismo dentro e fuori dal campo: secondo Prandelli, De Rossi “avverte troppo la responsabilità, perchè è troppo tifoso“. Tuttavia, il ct non è preoccupato dal centrocampista della Roma, ritenendo che tale esclusione potrà servirgli per il futuro per non commettere simili errori.

    Cesare Prandelli verso Italia-Francia di mercoledì | © Claudio Villa/Getty Images

    L’altro tema-caldo è, poi, quello legato a Mario Balotelli ed al suo momento non brillante al City, dove Roberto Mancini lo relega molto spesso in panchina: Cesare Prandelli vede Super Mario “preoccupato per le esclusioni, che non prende sottogamba” ma il ct ha intenzione di fornirgli un’occasione per il pronto riscatto proprio con la maglia della Nazionale, con al fianco un partner d’attacco inedito che, appunto, potrebbe essere lo stesso El Sharaawy, oppure il romanista Mattia Destro.

    Infine, una considerazione di Prandelli sull’eventualità di nuovi scenari attorno alla figura dell’allenatore che, seguendo “il modello Conte”, potrebbero assistere alle gare dalla tribuna. Il ct, in tal senso, si dichiara possibilista, ritenendo che potrebbe essere una soluzione – accompagnata da adeguati strumenti di comunicazione – per “veder bene la situazione ed evitare di trasmettere ansie alla squadra”.

  • Valentino Rossi ritrova la sua Yamaha a Valencia

    Valentino Rossi ritrova la sua Yamaha a Valencia

    Dopo la gara di domenica scorsa a Valencia che ha mandato definitivamente in archivio la difficile e deludente esperienza biennale in Ducati, per Valentino Rossi è ora tempo di rituffarsi nella dimensione Yamaha, rincontrando la sua M1 e la scuderia nella quale, dal 2004 al 2010, ha vinto ben quattro titoli mondiali.

    Si inizia, anzi si ricomincia, proprio sulla pista di Valencia laddove è terminata la parentesi Ducati, in una giornata piovosa iniziata intorno alle dieci del mattino, che ha costretto Valentino Rossi a rientrare ai box dopo appena due giri di pista al fine di montare gomme da bagnato con cui il “Dottore” ha poi effettuato venti giri nonostante le difficili condizioni meteorologiche confermando – ancora una volta – la sua grandissima professionalità ed, in particolar modo in questo momento, una grande voglia di riscatto e di risultati positivi dopo due stagioni insolitamente grigie: i risultati di questa giornata, seppur poco indicativi, vedono Valentino Rossi registrare il sesto tempo, a 8″222 dalla Honda dello spagnolo Alvaro Bautista, provvisorio leader della giornata, ed i test proseguiranno anche nella giornata di domani.

    Valentino Rossi ritorna in Yamaha | © Robert Cianflone/Getty Images

    Ecco perchè il ritorno in Yamaha ha dato, fin da subito, nuovo lustro alla sua nota vena umoristica e goliardica, postando su Twitter uno speciale saluto alla sua ritrovata moto, rivolgendole un simpatico messaggio ed immaginando un fantasioso botta e risposta con il suo numero 46 impresso sulla M1 Yamaha: ” Ciao. Ciao. Come stai? Ti vedo bene”. “Mi sei mancato”. “Anche tu”. 

    Si erano tanto amati e, dunque, si sono finalmente ritrovati prendendo nuovamente “confidenza”, prima di essere pronti per nuove sfide e per nuove pagine da scrivere: il lavoro di preparazione della nuova stagione sarà, di certo, impegnativo e complesso ma Valentino Rossi sembra intenzionato a dedicare tutto sè stesso a questo progetto che ha voluto risposare fortemente, per provare a rivivere quelle intense emozioni che, fino a due anni fa, avevano sempre contraddistinto la sua straordinaria carriera.

  • Botta e risposta Conte-Branca per le parole di Cassano

    Botta e risposta Conte-Branca per le parole di Cassano

    Le parole di Antonio Conte nel corso della videochat su Google + con i tifosi juventini non potevano passare sottotraccia, soprattutto in virtù della lunga lontananza da microfoni e telecamere del mister bianconero, divenuto “uomo del silenzio” durante questi tre mesi di squalifica che lo hanno costretto lontano dalla panchina e relegato nei box dai vetri oscurati degli stadi d’Italia. Le sue parole, in risposta alle domande rivoltegli dai tifosi, hanno toccato diversi argomenti “caldi” e, indirettamente, anche la tematica sempre attuale della rivalità con l’Inter che, in particolar modo dopo lo scontro diretto dello Juventus Stadium, sembra essersi rinvigorita ulteriormente, al punto da accendere un botta e risposta Conte-Branca, che segue le polemiche delle scorse settimane fra mister Stramaccioni ed il dg bianconero Beppe Marotta sull’aggettivo “spensierato” adoperato dal dirigente juventino in riferimento allo schieramento tattico dell’Inter con tre punte.

    La “mela della discordia”  questa volta, è rappresentata proprio dalle parole adoperate da Antonio Conte in riferimento alle caratteristiche distintive dei calciatori della Juventus, da intendersi come risposta ad una precedente esternazione di Antonio Cassano in merito all’eccessiva disciplina richiesta dalla società ai calciatori juventini. Secondo il mister bianconero, coloro che vestono la maglia della Signora devono essere “professionisti seri” perchè i requisiti umani sono essenziali nelle difficoltà dove il giocatore viene sempre in secondo piano ed emerge l’uomo, ed aggiungendo che “se dietro l’uomo c’è un quaquaraqua c’è il rischio che faccia affondare la squadra e preferiamo lasciarlo agli altri”. Un’affermazione molto netta e tagliente che, indirettamente, sembra riferirsi proprio alle parole usate da Antonio Cassano durante l’intervista dello scorso 15 Ottobre a “Che Tempo che fa” – il programma condotto da Fabio Fazio in onda su Rai Tre – che aveva sottolineato il suo rifiuto “per ben tre volte” di andare alla Juventus, poichè il club bianconero “cerca solo soldatini che vanno diritto, mentre io amo andare a destra e sinistra ed esco spesso fuori dai binari”. Alle parole del fantasista di Bari Vecchia, prima della risposta di mister Antonio Conte, era giunta la replica del difensore Leonardo Bonucci che aveva precisato come alla Juventus non ci fossero soldatini, bensì soltanto “professionisti seri ed impeccabili”: dunque, le parole adoperate dal mister bianconero, sono da intendersi, principalmente, come un elogio di quanto già affermato in precedenza dallo stesso Bonucci.

    Polemica Conte-Branca per le parole di Cassano | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    Dopo l’intervento di Antonio Conte, però, non si è fatta attendere la risposta del direttore dell’area tecnica interista Marco Branca che, con tono ironico, ringrazia l’allenatore della Juventus per “averci lasciato certi tipi di giocatori” ed esprimendo, poi, il suo giudizio sulla decisione del tecnico bianconero di intervenire direttamente nel merito della questione che, secondo il direttore tecnico interista, “era già stata risolta fra calciatori senza la necessità dell’intervento di persone che ricoprono un ruolo di maggiore responsabilità”. Parole che, poi, non tralasciano una velata frecciatina allo stesso mister salentino ed alla sua squalifica, sottolineando “l’attuale posizione in cui si trova” e precisando di non voler ulteriormente continuare la polemica.

    Per il momento, dunque, pare esservi una tregua: fin quando durerà?