Autore: Simona Granieri

  • Arcidiacono tre anni di Daspo per “Speziale innocente”

    Arcidiacono tre anni di Daspo per “Speziale innocente”

    Dopo il grande clamore e l’indignazione suscitati dall’esultanza di Pietro Arcidiacono a seguito del suo gol realizzato nel match di Serie D Sambiase-Nuova Cosenza, con il calciatore rossoblu che aveva mostrato sopra la divisa di gioco una T-Shirt con la scritta “Speziale è innocente“, si attendeva la risposta delle autorità competenti.

    L’episodio che coinvolge l’attaccante del Nuova Cosenza era stato una sua “personale iniziativa” al fine di “solidarizzare” con Antonino Speziale, l’ultrà catanese condannato con sentenza passata in giudicato per l’omicidio dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti durante il derby di Catania-Palermo del 2 Febbraio 2007 e le motivazioni avanzate dallo stesso Arcidiacono avevano fatto riferimento al suo rapporto d’amicizia di lunga data con Speziale dovuto alle comuni origini catanesi.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Nella giornata di sabato, il segretario regionale del Coisp – il sindacato delle forze di polizia – aveva chiesto la radiazione del tesserato da parte della società di appartenenza, rivolgendo anche un appello alla città ed al tifo di Cosenza affinchè, nella prossima partita casalinga, si astenesse dal recarsi allo stadio per dimostrare di prendere le distanze da tale episodio. La società, dal canto suo, aveva immediatamente condannato l’iniziativa personale del calciatore, dichiarandosi all’oscuro di tutto, decidendo immediatamente per la sospensione del proprio tesserato in attesa di conoscere i provvedimenti decisi dalle autorità.

    La decisione in questione è giunta in queste ore, ed è stata determinata dal Questore di Catanzaro Guido Marino, che ha emesso nei confronti del ventiquattrenne Pietro Arcidiacono un Daspo che gli impone tre anni lontano dagli stadi: non si tratta, dunque, di radiazione ma il provvedimento imporrà al calciatore di tornare a calcare i campi da gioco quando avrà ormai 28 anni.

    Una decisione che la vedova Raciti, Marisa Grasso, commenta con senso di soddisfazione, soprattutto perchè – come lei stessa sottolinea – “l’applicazione del Daspo è stata determinata proprio dopo la morte di mio marito e sono contenta per la decisione del questore di Catanzaro”. 

    La signora Marisa Grasso, però, ritiene doveroso sottolineare come Arcidiacono sia stato “stupido e presuntuoso”, ritenendosi fortemente indignata per il fatto che Arcidiacono abbia scelto di solidarizzare con Antonino Speziali e non con chi, in questa triste e dolorosa vicenda, ha perso il proprio padre: “quella maglietta ha offeso i miei figli, da lui mi aspetto solo che chieda loro scusa”.

  • Galliani punzecchia Moratti: Milan penalizzato nel Derby

    Galliani punzecchia Moratti: Milan penalizzato nel Derby

    Nel lunedì delle proteste arbitrali Interiste a seguito del pari interno contro il Cagliari e del rigore non concesso a Ranocchia, del “no comment” apparso sul sito della Juventus con tanto di link alla relazione del procuratore Palazzi sugli illeciti dei dirigenti nerazzurri nel periodo Calciopoli riferendosi alla non possibilità di chiedere il deferimento a causa della “prescrizione”, anche Adriano Galliani non poteva sottrarsi ad un proprio commento sulla vicenda di strettissima attualità.

    Un intervento finalizzato a sminuire le polemiche dei cugini nerazzurri e le successive pesanti illazioni sollevate dal presidente Massimo Moratti che ha tuonato contro la classe arbitrale con un inequivocabile riferimento al periodo Calciopoli, rimarcando da parte di Galliani il fatto che sia “fisiologico che le proteste avvengano quando si hanno dei danni e non quando vi sono dei vantaggi”.  In tal senso, dunque, si evidenzia come l’intento del dirigente rossonero sia proprio quello di ridimensionare la vis polemica dell’ambiente nerazzurro, nonostante le dichiarazioni siano finalizzate a “non commentare i fatti di Inter e Juventus“. Fra il dire ed il non dire, dunque, Galliani sottolinea come, ritenendo opportuno guardare in casa propria, il Milan sia stato penalizzato nel derby disputato quest’anno, “con un gol regolare annullato ed un rigore non concesso”.

    Adriano Galliani risponde alle polemiche arbitrali nerazzurre
    Adriano Galliani risponde alle polemiche arbitrali nerazzurre | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Al problema arbitri, però, secondo Galliani non si può trovare agevolmente una soluzione, perchè non può esserci un rimedio agli errori umani, evidenziando che il Milan lo scorso anno ha subìto uno degli errori più eclatanti – riferendosi evidentemente al gol annullato a Muntari in Milan-Juventus – ma “non si è lamentato più di tanto”. 

    Alle parole di Adriano Galliani non si è fatta attendere la lapidaria replica del presidente Massimo Moratti, che – intercettato all’uscita della sede Saras di Milano – alla precisa domanda sulle affermazioni del dirigente rossonero si è limitato ad affermare: “Chissenefrega, e poi non mi sembra che abbia detto nulla di strano”, rispedendo seccamente la “morale” al mittente.

  • Bersani-Renzi, le primarie passano anche dallo sport

    Bersani-Renzi, le primarie passano anche dallo sport

    Pierluigi Bersani contro Matteo Renzi, il leader pacato contro il giovane rottamatore, il segretario del Partito democratico contro il sindaco di Firenze, che da mesi gira l’Italia in camper con il suo slogan “Adesso!”: un duello a distanza che, almeno fino al prossimo 25 di Novembre, accompagnerà gli italiani prima di conoscere il verdetto delle primarie del centrosinistra che, oltre a loro, coinvolgono anche Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci.

    In particolar modo sul dualismo Bersani-Renzi è stata focalizzata l’intervista rilasciata ad Enrico Varriale, andata in onda in sintesi a “Stadio Sprint” e che verrà trasmessa integralmente a “Novanta minuti” di Rai Sport 1, e l’attenzione incentrata sul “testa a testa” tra i due ha suscitato le polemiche degli altri tre sfidanti, ai quali la Rai ha deciso di concedere “tre finestre di intervento” nella medesima trasmissione, per cercare di applicare una par condicio in termini di spazio concesso.

    Ma, a parte le polemiche, il confronto Bersani-Renzi ha presentato degli aspetti di grande interesse e curiosità soprattutto considerando le sostanziali divergenze che li contrappongono ad ampio raggio: sulle politiche del lavoro, sul fisco, sulle politiche economiche – come ben noto – ma anche sullo sport. D’altronde, almeno su quest’ultimo aspetto, era inevitabile fosse così: le posizioni calcistiche di un tifoso della Juventus e di un tifoso della Fiorentina sono tradizionalmente inconciliabili.

    Bersani e Renzi (foto) si sfidano per le primarie anche su temi sportivi
    Bersani e Renzi (foto) si sfidano per le primarie anche su temi sportivi | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Per questo motivo, la prima domanda rivolta ai due ha voluto creare un parallelo sugli obiettivi stagionali di bianconeri e viola e le rispettive possibilità di vincere le primarie del centrosinistra e, poi, le successive elezioni di Marzo. In tal senso, la risposta di Pierluigi Bersani ha paragonato la positiva partenza della sua Juventus in campionato con la sua posizione in chiave primarie sottolineando, però, con la consueta e proverbiale pacatezza dei toni, che il “campionato è ancora lungo”. Nel caso di Matteo Renzi, invece, il parallelo riguarda la qualificazione della squadra di Vincenzo Montella alla prossima Champions League  ed il “diventare premier” da parte dell’attuale sindaco di Firenze: in tal senso, Renzi si dichiara possibilista riguardo entrambi gli aspetti, precisando ,però, con ironia che la sua città sembra più interessata alla vittoria della Fiorentina rispetto ad una sua affermazione politica a livello Nazionale.

    Oltre agli aspetti prettamente legati alla fede calcistica, inevitabile che i candidati alle primarie si esprimessero in tema sportivo anche sulla questione della rinuncia alla candidatura italiana per l’organizzazione delle olimpiadi del 2020, con la presa di posizione in tal senso da parte del presidente del consiglio Mario Monti nello scorso mese di Febbraio. In tal senso la spaccatura Bersani-Renzi è molto netta. Secondo il primo, infatti, la decisione di ritirare la candidatura è  stata “una scelta responsabile”, considerando il momento di forte crisi del Paese che non permettono un esborso di sedici miliardi come quello effettuato dall’ ottima organizzazione londinese.

    Dello stesso avviso anche Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci mentre l’unica voce fuori dal coro è stata quella di Matteo Renzi che la definisce categoricamente come una “scelta sbagliata”, soprattutto considerando la recente esperienza di Londra 2012 che, secondo l’attuale sindaco di Firenze, è stata “una scommessa vinta dall’amministrazione della capitale inglese”.

    Differenti, poi, anche le posizioni in tema di problematiche connesse al mondo del calcio italiano. Secondo Pierluigi Bersani si tratta di un “sistema da rifondare”, analizzando criticamente gli innumerevoli scandali che lo hanno colpito negli ultimi anni – dai passaporti falsi a calciopoli a scommessopoli – minandone la credibilità; Matteo Renzi, invece, si è espresso in maniera meno netta, affermando che “non è un mondo da rifondare, ma un mondo dove molte cose non vanno”, al contrario di quanto affermato da Nichi Vendola, dalla Puppato e Tabacci che si sono allineati con Bersani sulla necessità di un “big bang” che rifondi alle fondamenta l’intero mondo dello sport nazionale.

  • Juventus, allarme Vucinic. Probabile il forfait contro il Chelsea

    Juventus, allarme Vucinic. Probabile il forfait contro il Chelsea

    Il pareggio interno a reti inviolate contro la Lazio avrebbe potuto far cambiare gli equilibri in vetta al campionato ma così non è stato: ha pareggiato la Juventus, l’hanno seguita Napoli ed Inter e solo la Fiorentina ha compiuto un importante balzo in avanti. Ma, anche se il vantaggio in classifica è rimasto immutato, la Juventus ha l’obbligo di analizzare con attenzione il principale problema emerso nel match di sabato contro i biancocelesti. Un problema che si ripropone e che, dunque, non è affatto una novità: il gol. Ecco perchè la Juventus, ora come non mai, proverà a far di tutto per mandare in campo Mirko Vucinic, che sta provando a smaltire l’ennesimo attacco influenzale che lo ha colpito e costretto a saltare la gara con la Lazio.

    La difficoltà sotto porta per i bianconeri è un dato di fatto, anche se nelle ultime uscite era stata mascherata dalla goleada ai danesi del Nordsjaelland in Champions League e dalle sei reti al Pescara in campionato. Contro la solida difesa laziale ed la super prestazione di Marchetti, invece, la Juventus non è riuscita a concretizzare nessuna delle occasioni create, e la palla-gol più clamorosa è stata quella capitata a Leonardo Bonucci, che ha centrato la traversa: il gol, però, non è e non dev’essere il suo mestiere.

    Il ritorno di Mirko Vucinic avrebbe una grande importanza proprio nel momento topico, e mister Conte vorrebbe affidarsi a lui per provare a mettere in difficoltà la difesa dei blues di Di Matteo: il condizionale, però, è più che una necessità proprio perchè nella seduta defaticante di ieri, il montenegrino non si è allenato pur essendo presente al centro di Vinovo, sempre a causa dei postumi influenzali che lo hanno non poco debilitato. Martedì sera, se le condizioni fisiche glielo consentiranno, proverà a stringere i denti per essere in campo soprattutto in virtù dell’importanza del match che, già a Novembre, potrebbe valere un’intera stagione.

    Vucinic ancora in dubbio per il Chelsea a causa dei postumi dell'influenza
    Vucinic ancora in dubbio per il Chelsea a causa dei postumi dell’influenza | ©GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    L’arma Vucinic avrebbe un peso specifico non trascurabile, essendo il montenegrino l’unico uomo offensivo bianconero capace di far reparto, di risolvere il match in qualunque momento con una giocata, con un colpo di genio. Inoltre, la sua presenza sarebbe fondamentale anche per un’altra ragione, non trascurabile: Mirko Vucinic, fra Roma e Juventus, ha al suo attivo dodici reti in Champions League, mentre gli altri componenti dell’attacco bianconero  non hanno esperienza internazionale. Fabio Quagliarella ha esordito in Champions proprio in questa stagione, anche se è andato a segno proprio nella gara d’andata nella tana dei blues, a Stamford Bridge. Così come Quagliarella, anche Alessandro Matri ha fatto il suo debutto in questa stagione nella Coppa dalle grandi orecchie, mentre Sebastian Giovinco aveva già esordito in Champions prima dell’esperienza di Parma, collezionando, però, soltanto una rete, segnata proprio nell’ultima contro il Nordsjaelland e confermando anche in Europa la tendenza a “non segnare reti decisive”, riuscendo ad essere concreto  soltanto quando la squadra è già in vantaggio di almeno due gol.

    Alla luce di tali aspetti, contro i campioni d’Europa in carica il fattore “esperienza” potrebbe essere determinante e, declinandolo in riferimento al reparto d’attacco della Juventus, dev’essere inteso come sinonimo di capacità di concludere positivamente le azioni che la squadra riesce a creare.

    Tuttavia, nell’ipotesi in cui Vucinic non dovesse essere “arruolabile”, la coppia d’attacco sarà necessariamente formata proprio da Quagliarella e Giovinco, che mister Conte considera titolare nonostante il pubblico dello Stadium ha più volte dimostrato di non condividere affatto tale scelta.

    Ma, indipendentemente dalle possibili combinazioni degli interpreti in attacco, l’imperativo per la Juventus è quello di esser concreta: in Europa gli errori di misura si pagano a caro prezzo.

  • Fiorentina-Atalanta 4-1, Aquilani stende i bergamaschi

    Fiorentina-Atalanta 4-1, Aquilani stende i bergamaschi

    Alla vigilia del match, Fiorentina-Atalanta si preannunciava come una gara divertente ed interessante, fra due formazioni che esprimono un buon calcio, considerate le due rivelazioni del campionato. Fra i Viola, a differenza di quanto ipotizzato nel pre-gara, il montenegrino Jovetic non è neppure in panchina.

    Le premesse non sono state affatto disattese, con tante emozioni fin dai primi minuti di gioco, con un primo tempo “condito” da ben quattro gol: al 5′ la squadra di casa passa già in vantaggio, con la rete realizzata da Gonzalo Rodriguez sugli sviluppi di un calcio di punizione, che porta il risultato immediatamente sull’ 1-0. La gara si incanala sui binari ideali per la formazione di casa che, però, subito dopo inizia a commettere qualche errore di troppo in fase di impostazione, con un Pizarro che sembra meno lucido del solito, fino a subire al minuto 33′ il pareggio atalantino siglato da Giacomo Bonaventura: 1-1.

    Al 41′, però, la Fiorentina ottiene un calcio di punizione dal limite dell’area di cui si incarica Alberto Aquilani che, con un magistrale destro, supera la barriera e mette la palla in rete, con un immobile Consigli che non avrebbe potuto far nulla per intervenire: 2-1.

    Al 45′, altro episodio importante del match: fallo di Cigarini su Cuadrado che si stava involando verso la porta di Consigli. Il direttore di gara decide per il rosso diretto  a Cigarini e, così, l’Atalanta rimane in dieci uomini. Dalla successiva punizione, calciata da Pasqual, altro pericolo creato dai Viola, ma stavolta il portiere Consigli riesce a deviare in calcio d’angolo.

    Dopo una manciata di secondi, però, sugli sviluppi del calcio d’angolo è ancora Alberto Aquilani nelle vesti di goleador, anticipando il diretto marcatore Raimondi ed infilando con una “zampata” l’incerto portiere Consigli: 3-1 e doppietta personale per Aquilani, al terzo gol in due partite da titolare (dopo la rete realizzata nello scorso turno al Milan, ndr), che il centrocampista romano celebra con una corsa sotto la curva Fiesole.

    Il secondo tempo inizia subito con altre emozioni a tinte Viola, quando al 3′ della ripresa, su perfetto assist di Aquilani (ancora lui) Luca Toni colpisce di testa e realizza il gol del 4-1.

    La gara è, ormai, più che chiusa e la Fiorentina blinda il possesso palla per tutto il secondo tempo, con l’Atalanta che prova a difendersi in inferiorità numerica per evitare di incassare un passivo ancora più pesante. La Fiorentina conferma, così, la sua striscia straordinaria in casa, ottenendo altri tre punti preziosi che la portano al terzo posto a pari punti con il Napoli a quota 27, mentre l’Atalanta si ferma dopo una serie positiva, condizionata pesantemente dall’espulsione di Cigarini, anche se nel primo tempo non aveva demeritato, mostrando capacità di giocare a viso aperto.

    I Viola celebrano Aquilani, autore di una doppietta in Fiorentina-Atalanta
    I Viola celebrano Aquilani, autore di una doppietta in Fiorentina-Atalanta | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Pagelle di Fiorentina-Atalanta:

    Aquilani 8 Doppietta, la prima in serie A, con una straordinaria punizione, terzo gol in due partite, un assist. Cosa chiedere di più? Nulla, è ritornato determinante come non lo era da troppo tempo. Migliore in campo

    Toni 6.5 Gioca a suo modo, è sempre utile alla squadra e viene premiato con il perfetto assist di Aquilani, che lui sfrutta segnando il definitivo 4-1

    Consigli 5.5 Incolpevole sulla perfetta punizione, incerto sul 3-1 realizzato da Aquilani

    Raimondi 5 La difesa atalantina era stata un punto di forza della squadra, ma oggi è proprio il reparto che delude di più. Perde di vista Aquilani sul calcio d’angolo che costa il 3-1

    Tabellino di Fiorentina-Atalanta:

    Fiorentina (3-5-2): Viviano 6; Roncaglia 6.5 (31′ st Hegazi), Rodriguez 6.5, Savic 6; Cuadrado 6.5, Aquilani 8 (23′ st M. Fernandez), Pizarro 6, Borja Valero 6.5, Pasqual 6.5; Ljajic 6, Toni 6.5 (12′ st El Hamdaoui). A disposizione: Neto, Cassani, Tomovic, Migliaccio, Olivera, Romulo, Llama, Seferovic. Allenatore: Montella.

    Atalanta (4-4-1-1): Consigli 5.5; Raimondi 5, Stendardo 5, Manfredini 5, Brivio 5.5; Schelotto 5.5, Carmona 6 (8′ st Cazzola), Cigarini 5, Bonaventura 5 (33′ st Marilungo); Moralez 5 (1′ st Biondini); Denis 4.5. A disposizione: Frezzolini, Polito, Ferri, Lucchini, Miles, Scozzarella, Matheu, De Luca, Troisi. Allenatore: Colantuono

    Marcatori: 5′ Rodriguez, 33′ Bonaventura, 42′, 48′ Aquilani, 4′ st Toni

    Espulso: Cigarini

    Ammoniti: Pizarro, Stendardo, Manfredini, Brivio, Cazzolla.

    Video di Fiorentina-Atalanta:

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  • Speziale innocente, bufera su Pietro Arcidiacono

    Speziale innocente, bufera su Pietro Arcidiacono

    Era il minuto 75’ del match Sambiase-Nuova Cosenza, gara disputata a Lamezia Terme e valida per il campionato di serie D, quando Pietro Arcidiacono, calciatore dei rossoblu cosentini, realizza la rete del provvisorio 2-3 (la gara terminerà, poi, con la vittoria finale con punteggio di 3-4 per il Cosenza) e mostra una T-shirt indossata sopra la divisa da gioco. Un gesto comunissimo nel mondo del calcio – in ogni categoria – dove questo tipo di esultanza è molto frequente, con i calciatori che mostrano sulle proprie T-shirt le scritte più curiose e, spesso, anche difficili da interpretare. Questa volta, però, il messaggio è ben chiaro, secco e sintetico, e non lascia spazio ad alcun tipo di interpretazione. Due parole, un cognome ed un aggettivo: Speziale innocente.

    “Speziale” si riferisce ad Antonino Speziale, ultrà del Catania condannato insieme a Daniele Micale per omicidio preterintenzionale dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti, deceduto a seguito degli scontri del Massimino durante il derby Catania-Palermo del 2 Febbraio 2007, con sentenza passata in giudicato; “innocente” è il termine che Arcidiacono gli attribuisce, in maniera apparentemente inspiegabile, e che ha lasciato sbigottiti tutti i presenti e, soprattutto, ha suscitato fortissimo sdegno nell’opinione pubblica.

    Solo al termine della gara lo stesso Pietro Arcidiacono, tramite l’ufficio stampa della società rossoblu, ha tentato di spiegare le ragioni del suo gesto che, però, rimane un’iniziativa assolutamente deprecabile e degna di essere fortemente condannata: “Conosco Speziale perché siamo dello stesso quartiere ed il mio voleva essere un gesto di solidarietà verso il ragazzo ma non era assolutamente contro le forze dell’ordine”. Le ragioni alla base della sua “solidarietà” sarebbero, dunque, dettate esclusivamente da motivi personali e di amicizia e, dunque, alla luce di quanto sostenuto dallo stesso Arcidiacono non è opportuno interpretarlo in chiave provocatoria nei confronti delle forze dell’ordine.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Quel che è certo, però, è che si tratta di un gesto che, in primis, può offendere, infastidire e ferire la famiglia dello scomparso ispettore Raciti ed, in secundis, attaccare il sistema di giustizia che ha condannato Speziali e Micale. In tal senso, si è espresso anche Giuseppe Brugnano, segretario calabrese del Coisp, ossia il sindacato della polizia: “È ignobile e non trova riscontri nel calcio giocato il gesto del calciatore del Cosenza che oggi ha esibito una maglietta di solidarietà a Speziali”.

    La società Nuova Cosenza ha, comunque, prontamente preso le distanze dal gesto di Arcidiacono sottolineando come tutta la squadra fosse all’oscuro della sua iniziativa e che la maglietta “incriminata” gli è stata fornita, dalla panchina, da suo fratello Salvatore Arcidiacono, anche lui calciatore del Cosenza. Inoltre, il club ha comunicato tramite una nota ufficiale di aver immediatamente sospeso il tesserato Pietro Arcidiacono, sottolineando, così, la ferma volontà di condannare l’episodio e di prenderne nettamente le distanze.

    Ma, secondo alcuni, la sospensione non è un provvedimento sufficientemente punitivo ed è necessario calcare maggiormente la mano: lo stesso segretario regionale del Coisp ha, infatti, fatto appello alla Federcalcio affinchè provveda subito con “una sanzione disciplinare durissima”, invitando la società Nuova Cosenza alla radiazione di Pietro Arcidiacono e chiedendo, inoltre, al pubblico di Cosenza di prendere totalmente le distanze da tale “iniziativa”, ricorrendo anche al gesto plateale di disertare lo stadio nella gara casalinga di domenica prossima.

  • Fiorentina-Atalanta: Jovetic recupera ma parte dalla panchina

    Fiorentina-Atalanta: Jovetic recupera ma parte dalla panchina

    A giudicare dalle premesse, Fiorentina-Atalanta che si disputerà allo stadio Artemio Franchi di Firenze alle ore 15 per la tredicesima giornata di serie A, sarà un match molto interessante, fra due squadre che esprimono un bel gioco e che, finora, hanno mostrato le loro qualità anche contro avversari proibitivi. Si potrebbe parlare di “rivelazioni” del campionato, ma adoperare tale definizione potrebbe essere riduttivo riferendosi a due progetti ben ponderati, sia a livello tecnico che societario.

    I risultati finora ottenuti da entrambe sono stati a tratti sensazionali, basti pensare che l’Atalanta di mister Colantuono è reduce, nell’ultimo turno, dalla brillante vittoria contro l’Inter, bloccandola allo Stadio Atleti Azzurri nonostante fosse giunta a Bergamo sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria contro la Juventus. I nerazzurri bergamaschi hanno fermato l’Inter con la forza del gioco, con la solidità difensiva ed il brio della manovra offensiva, così come avevano fatto qualche settimana prima anche contro il Napoli. L’ultima vittoria contro l’Inter, dunque, potrebbe essere un’importante spinta psicologica, soprattutto dovendo affrontare la Viola al Franchi, dove la squadra di Montella finora ha sempre vinto, ad eccezione del pareggio per 0-0 contro la Juventus.

    Mister Colantuono riproporrà il consolidato modulo 4-4-1-1 con  l’unica punta German Denis supportato sulla trequarti da Maxi Moralez, mentre la linea mediana a quattro prevederà Schelotto, Carmona, Cigarini e Bonaventura. In difesa, confermatissima la brillante coppia difensiva formata da Manfredini e Stendardo, mentre i due terzini saranno Brivio e Raimondi.

    Vincenzo Montella impegnato al Franchi in Fiorentina-Atalanta | © Marco Luzzani/Getty Images

    La Fiorentina di Vincenzo Montella, invece, ha incantato tutti con il gioco e con la sua identità spregiudicata, capace di giocare a viso aperto anche a San Siro contro il Milan, conquistando una nettissima vittoria e mettendo in mostra, ancora una volta, alcune caratteristiche in stile “blaugrana” che hanno indotto anche Cesare Prandelli – grande ex – e Marcello Lippi a manifestare pubblici elogi al lavoro fin qui svolto dal giovane tecnico. Montella, però, vuole isolarsi dai complimenti e continua a volare basso, pensando di partita in partita e concentrandosi, ora, soltanto sulla gara contro i bergamaschi che, a suo avviso, “non sono una sorpresa, è una squadra con un cammino d’alta classifica e vengono da un anno e mezzo di grandi risultati”.

    Facendo leva sul fattore campo, dunque, i Viola cercano di fare risultato pieno, anche se dovranno ancora fare a meno del gioiellino ”Jo-Jo” Jovetic che, reduce da un problema muscolare, partirà dalla panchina: secondo quanto sostenuto da Montella, il montenegrino “ha voglia di esserci” e, dunque, nel corso della gara è molto probabile che possa essere impiegato nonostante non sia al cento per cento della condizione.

    Il modulo dell’aeroplanino sarà il solito 3-5-2, con la difesa composta da Roncaglia,Rodriguez e Tomovic, il centrocampo a cinque composto da Cuadrado, Aquilani, Pizarro, Valero e Pasqual ed, in avanti, la coppia formata da Luca Toni e Ljajic.

    Le probabili formazioni di Fiorentina-Atalanta:

    Fiorentina (3-5-2): Viviano; Roncaglia, Rodriguez, Tomovic; Cuadrado, Aquilani, Pizarro, Borja Valero, Pasqual; Ljajic, Toni. A disposizione: Neto, Lupatelli, Hegazy, Cassani, Savic, M. Fernandez, Migliaccio, Olivera, Romulo, El Hamdaoui, Llama, Seferovic. Allenatore: Montella.

    Atalanta (4-4-1-1): Consigli; Raimondi, Stendardo, Manfredini, Brivio; Schelotto, Carmona, Cigarini, Bonaventura; Moralez; Denis. A disposizione: Frezzolini, Polito, Ferri, Lucchini, Miles, Gagliardini, Matheu, Biondini, Cazzola, De Luca, Troisi, Marilungo. Allenatore: Colantuono.

    Per Fiorentina-Atalanta il direttore di gara allo stadio Franchi sarà il signor Andrea De Marco della sezione di Chiavari.

  • Mancini mascherato da Platt in conferenza stampa

    Mancini mascherato da Platt in conferenza stampa

    Dopo tre stagioni sulla panchina del Manchester City, Roberto Mancini sembra essersi calato perfettamente nella realtà “British”, cogliendone appieno anche il celebre humor ed alcuni aspetti distintivi della cultura inglese  come, ad esempio, la necessità di stemperare le tensioni con un gesto ironico e divertente, senza prendersi troppo sul serio.

    Per questo motivo, alla vigilia della gara di Premier League fra il suo Manchester City e l’Aston Villa, il mister jesino ha rispolverato la sua capacità di dribblare “l’avversario” che lo distingueva da calciatore e, così, si è presentato ai cronisti con la maschera del volto del suo vice David Platt, il quale lo aveva sostituito nelle ultime conferenze stampa, proprio a causa delle tensioni fra Mancio e la stampa, che aveva criticato aspramente il suo operato. Indossare la maschera del suo secondo ha, dunque, voluto essere una simpatica frecciatina ai giornalisti che seguono il City, accompagnando il siparietto con una domanda rivolta ai presenti – “preferite che a parlare sia io oppure David Platt?” – e, solo dopo aver ricevuto una risposta positiva ed aver suscitato le risate dei cronisti, si è tolto la maschera ed ha iniziato a rispondere alle loro domande.

    Fra i quesiti più gettonati, quelli che riguardano la posizione in squadra di Mario Balotelli che, negli ultimi tempi, è solito sedersi in panchina per scelta dello stesso mister, che ha motivato la sua decisione spiegano che “chi non lavora bene sta fuori” ed aggiungendo, però, che il rapporto personale che lo lega a Super Mario non è in discussione “voglio bene a Mario come agli altri calciatore, ma non siamo marito e moglie” ed evidenziando perentoriamente che Balotelli non è sul mercato e, dunque, non c’è alcuna possibilità che possa partire a Gennaio, precisando, inoltre, che il parco attaccanti del City non verrà modificato neppure con ulteriori acquisti “non compreremo nè Suarez nè altre punte dato che abbiamo quattro attaccanti”.

    Mancini
    Roberto Mancini risponde alle critiche mascherato da Platt © Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    Ma, a proposito del suo rapporto con i calciatori e della sua capacità di gestire lo spogliatoio e la squadra, alle pesanti critiche rivoltegli nelle scorse settimane dalla stampa inglese si è associato anche Edgar Davids, ex centrocampista della Juventus di fine anni novanta ed inizio duemila. L’olandese è, attualmente, allenatore-giocatore del club londinese di League Two, il Barnet, “senza guadagnare un penny” ma con grande entusiasmo e voglia di divertirsi ancora e, di recente, ha rilasciato un’intervista al tabloid Dalily Mail in cui ha passato in rassegna le caratteristiche di diversi allenatori, fra cui anche lo stesso Roberto Mancini, a proposito del quale Edgar Davids si esprime in maniera piuttosto critica, affermando che “non ci sono tante cose positive da dire” sottolineando la non capacità di Mancini nel riuscire a gestire le persone, perchè “manca di polso”, al contrario di altri tecnici come Van Gaal, Marcello Lippi e Fabio Capello, di cui Davids ha elogiato – rispettivamente – le capacità di preparare le partite, la gestione del gruppo e l’acume tattico.

    Cosa escogiterà questa volta Roberto Mancini per rispondere con ironia anche alle frecciatine di Davids?

    Video di Roberto Mancini mascherato da David Platt in conferenza stampa:

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  • Derby Sampdoria-Genoa, ultimo appello per Ferrara e Del Neri

    Derby Sampdoria-Genoa, ultimo appello per Ferrara e Del Neri

    Il derby è sempre il derby, e sotto la lanterna Sampdoria-Genoa è la partita più sentita, più importante, da vincere a tutti i costi ed in qualsiasi modo.

    Ancor di più dato l’attuale momento difficile attraversato dalle due squadre che, in due, hanno inanellato ben dodici sconfitte consecutive, e dai rispettivi allenatori che sentono sempre più in bilico la loro posizione: in casa Sampdoria, Ciro Ferrara è reduce da sette stop consecutivi e, pertanto, appare più che probabile che l’”apertura di credito” ricevuta dal presidente Garrone potrà concludersi in caso di un altro risultato negativo, per di più nel match contro i cugini-rivali. Da buon napoletano, Ciro Ferrara sembra intenzionato a tentarle tutte pur di contrastare la sfortuna che sta accompagnato questo difficile periodo, con episodi in gara e numerosi infortuni importanti tra cui quello del brasiliano Eder che lo costringerà a saltare la stracittadina: per la serie “non è vero ma ci credo”, Ciro porterà una manciata di sale in panchina a mò di gesto scaramantico, in puro stile Trapattoniano. Quel che è certo, però, è che la tegola dello stop di Eder lo costringerà a modificare il modulo provato in settimana, passando dal 4-4-2 al 4-3-3 con il tridente leggero formato da Icardi, Estigarribia – reduce dall’impegno con la Nazionale Paraguayana – e Kristicic.

    In casa Genoa, invece, il friulano Gigi Del Neri non dovrebbe adottare particolari accorgimenti scaramantici ma anche la sua posizione non sembra delle più rosee: dal suo arrivo, la squadra ha sempre perso. Quattro sconfitte consecutive, che si aggiungono all’ultimo stop della precedente gestione De Canio. Almeno stando ai numeri, la cura Del Neri non è stata affatto “assorbita” dai rossoblu ed, in particolare dopo la sconfitta di domenica scorsa contro il Napoli per 2-4 sono emerse anche alcune crepe all’interno dello spogliatoio con lo stesso Del Neri che ha accusato il giovane Ciro Immobile di essere “troppo egoista” in campo.

    Ciro Ferrara impegnato nel posticipo delle 20.45 nel derby Sampdoria-Genoa | © Valerio Pennicino/Getty Images

    L’aspetto più curioso è, dunque, che una partita tanto importante e delicata già di suo, giunga in calendario nel momento più buio per il calcio del capoluogo ligure e che, dunque, con tutta probabilità potrà cambiare le sorti dell’avventura di uno dei due tecnici accomunati da un preoccupante comune denominatore: entrambi hanno allenato la Juventus ed entrambi non hanno raggiunto i risultati sperati in casa bianconera e, dopo tale esperienza, anche le successive non sono state particolarmente brillanti.

    In tal senso, però, c’è un aspetto positivo da considerare: comunque finirà Sampdoria-Genoa, si interromperà la striscia negativa di una delle due squadre ed, ovviamente, in caso di pareggio si muoverebbe la classifica di entrambe. Quel che più ci si augura, però, è che questo Derby della Lanterna possa svolgersi all’insegna dello sport, senza violenze e tensioni: il questore di Genova Massimo Maria Mazza ha “dato fiducia” alla città e ai tifosi, confermando l’orario del fischio d’inizio inizialmente stabilito dalla Lega: 20.45, posticipo della tredicesima giornata.

    La gara in notturna, si sa, ha sempre un fascino in più e ci si augura che la città possa goderne in pieno, considerando la stracittadina come una festa ed , in tal senso, si sono espressi anche i due presidenti Garrone e Preziosi che hanno promosso anche l’iniziativa del “derby dei piccoli” fra le formazioni giovanili dei due club, che prenderà il via alle ore 18.15 sempre allo stadio Luigi Ferraris: una lodevole iniziativa per restituire ad una partita troppo spesso condita da eccessiva tensione, la giusta dimensione.

  • Prima doppietta di Del Piero, ma il Sydney perde ancora

    Prima doppietta di Del Piero, ma il Sydney perde ancora

    Prima della partenza per la trasferta di Brisbane, Alessandro Del Piero aveva postato sul suo profilo Facebook una sua foto, indossando la divisa del Sydney ed il cappellino con il suo logo personale, sorridente e speranzoso. Al ritorno dalla gara contro i Roar di Brisbane, ultimi in classifica prima della gara odierna, il sorriso di Alessandro Del Piero può essere considerato “a metà”, diviso fra la felicità per la prima doppietta realizzata in terra australiana ed il rammarico per un altro risultato negativo della sua squadra, nonostante il cambio in panchina che ha visto avvicendarsi il tecnico Ian Croock con il neo allenatore Corica.

    La gara contro i Roar è iniziata subito in salita per la formazione di Del Piero, andata in svantaggio al minuto 30′ del primo tempo con rete di Broich ed il successivo raddoppio, appena tre minuti dopo, firmato da Paartalu. Al minuto 42′, però, giunge la rete di Alessandro Del Piero, con un potente e preciso sinistro da fuori area che accorcia le distanze e che potrebbe permettere ai suoi compagni di giungere al riposo con soltanto un gol di scarto: al minuto 45′, però, il Brisbane si porta sul 3-1 con il gol realizzato da Halloran.

    Alessandro Del Piero, prima doppietta nonostante sconfitta del Sydney | © Bradley Kanaris/Getty Images

    Al rientro in campo, al 4′ del secondo tempo, Alessandro Del Piero riaccende la lampadina, con un altro gol di gran classe, superando la difesa avversaria con una combinazione in velocità ed eludendo con un’abile finta il possibile intervento del portiere del Brisbane: il gol del 3-2 racchiude in sè tutta la classe, e la grande condizione fisica, del numero dieci del Sydney che dimostra, ancora una volta, di poter essere ancora decisivo e determinante, nonostante la sua squadra non riesca a supportarlo a dovere.

    Il suo gol, però, non basta a ridare morale e vigore ai compagni che, dopo soli otto minuti, al 12′  subiscono la definitiva rete del 4-2 ad opera di Berisha che “taglia come burro” la fragile difesa del Sydney FC: la squadra di Alex, dunque, nonostante la doppietta del suo straordinario numero dieci e la sua magistrale prestazione, subisce un’altra pesante sconfitta, contro una diretta concorrente per la salvezza, che la relega al penultimo posto nell’ A-League, con soli sei punti in classifica in sette partite disputate.

    Video della doppietta di Alessandro Del Piero in Brisbane Roar-Sydney FC 4-2

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