Autore: Simona Granieri

  • Felipe Melo para rigori, Galatasaray ringrazia

    Felipe Melo para rigori, Galatasaray ringrazia

    L’esperienza italiana di Felipe Melo non è stata particolarmente brillante, giusto per usare un eufemismo, considerando che dopo una buona parentesi con la Fiorentina la sua parentesi in maglia juventina non è stata all’altezza delle aspettative ma, da quando è approdato al Galatasaray di Terim, il centrocampista brasiliano sembra essere ritornato ad alti livelli ed, in particolar modo, ha conquistato i tifosi del club di Istanbul, ancor di più dopo l’episodio accaduto nel match di campionato contro l’Elazigspor che ha mostrato un Felipe Melo para rigori e, dunque, in una veste quantomeno insolita. 

    Il Galatasaray, infatti, si trovava in vantaggio per 1-0 grazie alla rete di Kurtulus ed aveva, ormai, terminato i cambi a disposizione quando, proprio allo scadere del match, al minuto 89, il portiere dei giallorossi – ed ex numero uno della Lazio – Muslera compie un fallo da rigore, al quale consegue anche la sua espulsione. Tutto sembrava, ormai, compromesso per gli uomini di Terim considerando che non avevano neppure a disposizione la possibilità del cambio con il secondo portiere.

    Felipe Melo para rigori e regala vittoria al Galatasaray
    Felipe Melo para rigori e regala vittoria al Galatasaray | © Laurence Griffiths/Getty Images

    Felipe Melo, allora, decide di assumersi la responsabilità di indossare i guantoni per provare a difendere la propria porta: così, con un grande istinto riesce ad individuare il lato giusto, si tuffa sul primo palo e para il penalty calciato da Turkdogan, deviandolo addirittura in fallo laterale e salva il risultato della sua squadra che riesce a conquistare la vittoria proprio grazie al suo riflesso prodigioso. Singolare, poi, l’esultanza dello stesso Felipe Melo che, dopo la super parata, “mima” la camminata a gattoni, a sottolineare proprio  il  “balzo felino” appena compiuto, prima di essere travolto dall’abbraccio dei compagni di squadra.

    Grazie al Felipe Melo para rigori, dunque, il tecnico Fatih Terim riesce ad ottenere i preziosi tre punti e preservare il primo posto in classifica del suo Galatasaray nella Superliga turca.

    Il Video di Felipe Melo para rigori nel match tra Galatasaray e Elazigspor:

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  • Torino-Fiorentina, Montella conferma Toni-Ljajic

    Torino-Fiorentina, Montella conferma Toni-Ljajic

    Torino-Fiorentina in programma allo stadio Olimpico alle ore 15.00 sarà un impegno molto importante per testare le ambizioni dei Viola di mister Vincenzo Montella che, finora, hanno mostrato continuità di risultati e bel gioco sia in casa che in trasferta giungendo a conquistare un prestigioso terzo posto in classifica in coabitazione con il Napoli.

    L’avversario Torino, però, non è affatto da sottovalutare, soprattutto in virtù del suo gioco offensivo e spregiudicato mostrato finora ed i granata proverranno a riscattare la sconfitta subita nell’ultimo turno di campionato contro la Roma e lo stesso Vincenzo Montella afferma di gradire molto il modo di giocare della squadra di Ventura che, nonostante i molti attaccanti in campo, riesce a subire pochi gol.

    La Fiorentina, invece, giunge a Torino con la speranza di conquistare punti importanti per poi accomodarsi davanti alla Tv per seguire il posticipo di questa sera Milan-Juventus, nella speranza di potersi avvicinare ulteriormente alle zone alte della classifica anche se Montella ha sempre glissato ogni tipo di domanda relativa al discorso scudetto, preferendo concentrarsi sul presente senza sognare quel che sarà in futuro. In tal senso, nella conferenza stampa di presentazione di Torino-Fiorentina, il tecnico campano è stato molto chiaro su questo tema: si sta bene al terzo posto, ma non sarà facile mantenerlo o migliorarlo”.

    I Viola, dal punto di vista degli uomini a disposizione, si presentano al match con i granata ancora senza Stevan Jovetic, che mister Montella ha deciso di lasciare a Firenze per permettergli di recuperare al meglio, senza forzare i tempi e senza rischiare fastidiose ricadute considerando la zona delicata del suo infortunio: “Jovetic è guarito ma preferisco non rischiarlo”. D’altronde, anche senza il talento cristallino di Jovetic i Viola sono riusciti a vincere a San Siro contro il Milan e dilagare contro l’Atalanta nel match di domenica scorsa. In avanti, dunque, vi sarà ancora spazio per la coppia formata da Luca Toni (in gol proprio nell’ultimo turno contro i bergamaschi, ndr) e  Ljajic, mentre a centrocampo mancherà la preziosa pedina Pizarro per squalifica, che dovrebbe essere sostituito da Olivera, affiancato da Alberto Aquilani (in grandissimo spolvero nelle ultime due gare disputate in cui ha segnato tre gol, ndr) e Borja Valero.

    Nel Torino, invece, il tecnico Giampiero Ventura sembra intenzionato a proporre il suo modulo a vocazione offensiva, il 4-2-4, con il reparto offensivo composto dai due grandi ex della gara Alessio Cerci – che ha lasciato la Fiorentina non senza qualche strascico polemico – e Santana che agiranno sulle corsie laterali, e la coppia d’attacco formata da Rolando Bianchi (che è diffidato) e Sansone. A centrocampo, invece, vi sarà il duo Basha-Gazzi con il primo che sembra favorito rispetto a Brighi.

    Vincenzo Montella, impegnato alle 15 in Torino-Fiorentina
    Vincenzo Montella, impegnato alle 15 in Torino-Fiorentina | © Marco Luzzani/Getty Images

    Torino-Fiorentina le probabili formazioni:

    Torino (4-2-4): Gillet; Darmian, Glik, Ogbonna, D’Ambrosio; Basha, Gazzi; Cerci, Bianchi, Sansone, Santana. A disposizione: Gomis, Di Cesare, Agostini, Masiello, Rodriguez, Birsa, Brighi, Sgrigna, Stevanovic, Verdi, Vives, Meggiorini. Allenatore: Ventura

    Fiorentina (3-5-2): Viviano; Roncaglia, Rodriguez, Tomovic; Cuadrado, Aquilani, Olivera, Borja Valero, Pasqual; Ljajic, Toni. A disposizione: Neto, Cassani, Savic, Hegazi, Fernandez, Migliaccio, Romulo, El Hamdaoui, Llama, Seferovic.

    Torino-Fiorentina sarà diretta dal signor Damato di Barletta, coadiuvato dagli assistenti Paganessi e Padovan, dagli arbitri di porta Mazzoleni e Nasca e dal quarto uomo Dobosz.

  • Daspo integrato per Pietro Arcidiacono. Disciplinare lo squalifica 8 mesi

    Daspo integrato per Pietro Arcidiacono. Disciplinare lo squalifica 8 mesi

    Dopo il Daspo comminato dal questore di Catanzaro Guido Marino nei confronti del calciatore del Nuova Cosenza Pietro Arcidiacono, a seguito della scritta Speziale è innocente mostrata dal calciatore su una t-shirt al fine di solidarizzare con Antonino Speziale – ultrà catanese condannato per omicidio dell’ispettore Raciti –  sembrava che per il ventiquattrenne attaccante catanese la carriera calcistica dovesse interrompersi per i prossimi tre anni.

    Il questore di Catanzaro Guido Marino, però, è intervenuto in questi giorni per spiegare e precisare la portata del Daspo, alla luce del fatto che l’attività calcistica costituisce l’attività professionale principale per Pietro Arcidiacono e, dunque, in questi casi il provvedimento di Daspo viene ad essere integrato – “né modificato, né ridotto” come ha sottolineato lo stesso questore catanzarese – al fine di consentirgli di continuare la sua attività, “mentre per il resto il Daspo rimane immutato”. Per tal ragione, si applica la possibilità di continuare a svolgere la sua principale fonte di sostentamento autorizzandolo alla preparazione fisica ed atletica e “a disputare, se convocato, le gare del Cosenza calcio”, mentre gli si vieta di partecipare per i prossimi tre anni a qualsiasi altro tipo di manifestazione sportiva.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Dopo tale necessario chiarimento relativo all’integrazione del Daspo, sul futuro di Pietro Arcidiacono incombe, ora, la squalifica di otto mesi comminata dalla giustizia sportiva che lo terrà fermo fino al prossimo 20 Luglio 2013, anche se il legale del calciatore, l’avvocato Aristide Leonetti, pare sia intenzionato a ricorrere contro tale squalifica ed il termine per l’eventuale ricorso è fissato per il prossimo martedì 27 Novembre.

    Inoltre, a seguito dell’inchiesta aperta dalla Procura federale, la Figc ha inviato alcuni emissari nel capoluogo bruzio al fine di svolgere alcune necessarie audizioni nelle quali sono stati sentiti lo stesso Pietro Arcidiacono, il capitano del Nuova Cosenza Manolo Mosciaro, il dirigente addetto agli arbitri del Cosenza Pier Paolo Perri, e Salvatore Arcidiacono, fratello di Pietro, il quale ha consegnato fisicamente la maglietta “incriminata” all’attaccante rossoblu dopo il suo gol nel match Sambiase-Nuova Cosenza disputato a Lamezia Terme.

  • Palermo-Catania 3-1, Miccoli e Ilicic show

    Palermo-Catania 3-1, Miccoli e Ilicic show

    Il derby siciliano Palermo-Catania apre la quattordicesima giornata “spezzatino” di serie A, ed è un match dai temi interessanti sia in campo che fuori, alla luce dell’intensa rivalità che tradizionalmente accompagna i rosanero ed i rossoazzurri anche se, a guardare la classifica, il match appariva come lo scontro tra una squadra in difficoltà, il Palermo di Gasperini invischiato in pieno nella lotta salvezza, ed il brillante  Catania di Maran che occupa il settimo posto in classifica.

    I derby, però, sfuggono ad ogni regola logica e, dunque, è proprio il Palermo a partire forte per sorprendere gli etnei e, dopo soli 10′ di gioco, Fabrizio Miccoli beffa la difesa catanese con un perfetto tiro dal limite dell’area che diviene imprendibile per il portiere etneo: 1-0 e centesima rete in serie A nel match da lui più sentito. Inoltre, per Miccoli è quantomeno curiosa la successione di “dieci” che lo riguardano in quest’azione in cui compare il suo numero 10 di maglia, il numero 10 del minuto di gioco e il 100, inteso come dieci per dieci, che rappresenta i suoi gol nella massima serie. Il Catania dopo il gol subìto non riesce a scuotersi, anche perchè il Palermo aggredisce molto bene ed appare molto reattivo anche in fase d’iniziativa, creando un gran pericolo per Andujar anche con Brienza che colpisce la traversa.

    Il secondo tempo si apre con il botto, dopo soli 4′ il Palermo trova il gran raddoppio con Ilicic con un altro tiro dal limite dell’area sul quale Andujar non può far nulla: 2-0. Il Palermo continua a macinare gioco, con il Catania che fatica a farsi avanti: la prima azione degli etnei giunge al 13′ con Morimoto che si infila in area e viene bloccato in calcio d’angolo. Sul capovolgimento di fronte, un minuto dopo, grandissima azione di Ilicic, imbeccato da Brienza, con il numero 27 rosanero che s’invola e supera in velocità palla al piede tutta la difesa catanese e realizza al minuto 14 della ripresa il 3-0.

    Al 19′, dopo la grande rete di Ilicic, il Catania prova a scuotersi e crea la prima vera occasione da gol con Barrientos, ma il portiere rosanero Benussi neutralizza a terra. Al 20′ il Barbera offre la standing ovation per il numero dieci Miccoli, autore del primo gol e di un’ottima partita, con il salentino che rivolge il saluto alla curva rosanero baciando la maglia all’altezza del cuore, dimostrando ancora una volta grande attaccamento al Palermo.

    Al 24′ il Catania prova a riaprire una gara che sembrava ormai chiusa con il suo specialista delle punizioni, Francesco Lodi, che realizza magistralmente su calcio piazzato il gol del 3-1 che permette agli etnei di accorciare le distanze. Al 35′, però, è ancora il Palermo ad attaccare, con una grande iniziativa di Brienza sulla quale può giungere Morganella per la deviazione in gol, ma Spolli salva sulla linea con Andujar ormai battuto. Al 42′ è il neo entrato Dybala che si rende pericolosissimo palla al piede e si invola verso la porta di Andujar, con il portiere catanese che riesce a deviare sull’esterno della rete.

    Palermo-Catania si chiude, così, con la vittoria finale dei rosanero che esultano alla grande con il loro pubblico, riuscendo a vincere nuovamente il derby dopo due anni, riscattando il difficile inizio di stagione e mostrando un potenziale ben superiore rispetto a quanto “fotografato” dalla classifica; il Catania in versione trasferta, invece, è apparso molto appannato e lontano dalla solita brillantezza del Massimino: il derby è sempre la gara delle sorprese e le motivazioni ne rappresentano la chiave fondamentale.

    I rosanero festeggiano la vittoria in Palermo-Catania
    I rosanero festeggiano la vittoria in Palermo-Catania | © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Pagelle Palermo-Catania:

    Ilicic 8 Il migliore in campo: segna una doppietta ed è straordinaria l’azione che conduce al 3-0: sembra lontanissimo dal giocatore appannato di questo inizio di stagione e conferma il suo enorme potenziale

    Miccoli 7 Sblocca il risultato, realizza il centesimo in serie A, riceve una standing ovation dal Barbera: serata perfetta, se non fosse per l’ammonizione rimediata dalla panchina che gli farà saltare il match con l’Inter

    Almiron 4 In occasione della sua distrazione connessa al cambio scarpe, lascia la squadra in dieci e Miccoli realizza l’1-0: un errore imperdonabile, in particolare in Palermo-Catania

    Lodi 6.5 Il voto positivo è dato dalla straordinaria punizione che realizza, che poi sarà il gol della bandiera per il Catania

    Tabellino Palermo-Catania:

    Palermo: Benussi 6.5; Munoz 6, Donati 6, Von Bergen 6 (30′ st Pisano sv); Morganella 6.5, Arevalo Rios 6, Kurtic 6.5, Garcia 6.5 ; Ilicic 8, Brienza 7 (41′ st Viola sv); Miccoli 7  (21′ st Dybala 6.5)

    Catania: Andujar 6; Alvarez 5.5, Legrottaglie 5.5, Spolli 6 (41′ st Capuano), Marchese 5; Izco 5.5 (44′ Castro), Lodi 6.5 , Almiron 4; Barrientos 5, Morimoto 5 (19′ st Doukara), Gomez 5.

    Marcatori di Palermo-Catania 3-1: 10′ Miccoli, 4′ st e 15′ st Ilicic, 25′ st Lodi

    Video di Palermo-Catania:

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  • Palermo-Catania derby infinito: tradizione, cucina e religione

    Palermo-Catania derby infinito: tradizione, cucina e religione

    Nell’Italia dei campanilismi e delle rivalità locali, ogni Derby ha un suo perché, delle motivazioni che lo rendono particolarmente sentito per chi lo vive in prima persona e che affascinano gli osservatori esterni che possono cogliere nel confronto interessanti sfaccettature e curiosità, conoscendo per mezzo del calcio peculiarità “locali” che permettono di compiere un viaggio negli usi e costumi, negli aspetti linguistici e nelle tradizioni gastronomiche. Il derby Palermo-Catania racchiude alla perfezione tutti questi aspetti, incarnando una rivalità calcistica che rappresenta soltanto la punta visibile dell’iceberg che porta con sé uno scorcio di Sicilia.

    Palermo è il capoluogo di regione, il luogo del potere e dei palazzi di governo regionale, che porta con sé una tradizione culturale di primissimo livello frutto del lontano Regno delle due Sicilie, di cui ne fu la capitale prima di Napoli. Catania è stata spesso ribattezzata la “Milano del sud”, in particolare nel periodo di massimo splendore degli anni ’70, ma ancora oggi la sua economia si fonda sul suo polo industriale e tecnologico dell’Etna Valley, giusto per creare un parallelo con la più celebre Silicon Valley americana.

    Aristocrazia contro borghesia, per semplificare all’osso le caratteristiche del passato, che oggi vengono ad essere in parte sfumate, ma che ancora oggi si ripercuotono in una differente impostazione della mentalità: più marcatamente isolani i palermitani, più aperti al “Continente” i catanesi anche se anche nella città etnea è forte l’attaccamento alle radici ed alle tradizioni sicule.

    Radici che vengono declinate su diversi aspetti ma, in particolare, sul fronte enogastronomico che rende le due città celebri in tutto il mondo, simboleggiata egregiamente dai cannoli. Sul prodotto dolciario siculo per eccellenza, le due città si contendono da sempre il primato, pur adoperando una ricetta molto simile, differenziata dalle caratteristiche della ricotta (ricotta zuccherata a Catania e crema di ricotta a Palermo) e  nella decorazione: canditi all’arancia a Palermo, granella di pistacchi a Catania. Le ragioni del campanilismo culinario, però, non si limitano al cannolo ma si estendono anche alla cassata, alla ricetta della “pasta alla Norma” ed ai celeberrimi ”supplì di riso” che i catanesi declinano al maschile ed i palermitani al femminile: arancini contro arancine.

    Palermo-Catania
    Palermo-Catania © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Catania è Sicilia orientale, affacciata sul Mar Ionio all’ombra dell’Etna che rende la zona pianeggiante ricca dei celebri agrumeti, Palermo è Sicilia nord-occidentale, con i monti in prossimità del mare a dipingere i magnifici scorci della spiaggia di Mondello.

    Catania è la città devota alla martire Sant’Agata e le dedica una grande festa ogni 5 Febbraio, fatta di religione e folklore, che coinvolge tutta la città agitando fazzoletti bianchi al grido di “cittadini, semu tutti devoti tutti”. Palermo venera Santa Rosalia che viene celebrata il 14 Luglio con una grande processione che attraversa la città, e che ha il suo culmine rituale nel momento in cui il sindaco della città depone i fiori ai piedi della santa, affermando “viva Palermo e Santa Rosalia”.

    Un dualismo totale, dunque, che questa sera in campo vedrà in campo due squadre che faranno di tutto per avere in predominio isolano in un match ad alta intensità emozionale, il più sentito da queste parti nonostante la differente situazione di classifica con cui le due squadre si presentano. Inoltre, Palermo-Catania di quest’anno è ancora più pepato del solito, grazie al botta e risposta fra Lo Monaco (ex ds catanese ed attuale amministratore delegato del Palermo) ed il presidente etneo Pulvirenti, polemizzando sull’attribuzione dei meriti connessi alla forza del Catania attuale.

    Alla vigilia, il Catania sembra favorito a fronte del suo settimo posto in classifica che lo distanzia di ben otto lunghezze dal Palermo, attualmente in piena zona salvezza ma, come spesso accade, nei derby le premesse vengono stravolte e le sorprese non mancano mai: fischio d’inizio di Palermo-Catania, questa sera alle 20.45 allo Stadio Barbera, per lo spettacolo di un Derby che vive ben aldilà dei novanta minuti.  

  • Il Milan ospita la Juventus, quanto è lontano il gol di Muntari…

    Il Milan ospita la Juventus, quanto è lontano il gol di Muntari…

    Milan-Juventus non vale lo scudetto, almeno per ora, ma da sempre è la partita più affascinante in Italia. La rivalità è forte ma non tanto da essere paragonata a quella delle sfide tra i bianconeri ed i nerazzurri, nè fra i cugini milanesi; è un dualismo che non poggia su ragioni “ideali” – geografiche, politiche, culturali – bensì sui numeri poichè sono le squadre più titolate in Italia, perchè hanno il maggior numero di tifosi e simpatizzanti, perchè hanno condiviso negli anni calciatori ed allenatori sull’asse Milano-Torino, da Inzaghi a Pirlo, Zambrotta e Davids, da Ancelotti a Capello solo per citare alcuni esempi significativi.

    Si sono incontrate nella notte di Manchester 2003, finale di Champions League, ed il Milan ha dimostrato, fino all’ultimo calcio di rigore, la sua superiore vocazione europea; si sono incontrate negli scontri scudetto dei successivi campionati, e la Juventus “in forze” ha mostrato la sua dominanza in Italia: l’ultimo precedente in ordine cronologico è quello passato alla storia per il gol annullato a Muntari, un grossolano errore arbitrale che ha condizionato l’esito di quella gara ma che non può offuscare o scalfire il cammino nello scorso campionato della squadra di Conte.

    Quest’anno, Milan-Juventus arriva un po’ in sordina, a passi silenziosi, dopo la settimana degli scintillii Europei, in cui le energie delle due squadre sono state incentrare – rispettivamente – su Chelsea ed Anderlecht, per conquistare punti importanti in chiave qualificazione: il Milan ha già centrato matematicamente l’obiettivo, la Juventus è ad un passo dal farlo poichè le manca un punto da ottenere contro lo Shakhtar. Il Milan utilizza la Champions come “habitat naturale” in cui dar sfogo alle proprie difficoltà di campionato, la Juventus considera la Champions League come un completamento del proprio percorso di crescita, come un rafforzamento del proprio cammino in campionato per testare le proprie potenzialità.

    Due approcci diversi all’Europa, due approcci diversi al campionato: la Juventus giunge a San Siro da capolista, con quattro punti di vantaggio sulla prima inseguitrice, il Milan galleggia a metà classifica, con 15 punti all’attivo a fronte dei 32 della Juventus. La classifica non permette, dunque, di poter considerare questa sfida come uno scontro diretto, ma il Milan appare in crescita ed ha ritrovato fiducia nelle ultime uscite, forse anche grazie al conforto del suo ritrovato presidente Berlusconi, che prima della gara con il Napoli al San Paolo ha fatto visita alla squadra per caricarla, e ripeterà la visita a Milanello nella speranza di sortire i giusti effetti psicologici e motivazionali. La Juventus è un collettivo in cui il presidente Andrea Agnelli non ha bisogno di caricare i calciatori (a questo pensa mister Conte, ndr) ma parla nei momenti in cui è necessario difendere le battaglie della società, senza paura di inviare frecciatine agli avversari.

    Milan-Juventus, tematiche diverse rispetto allo scorso campionato
    Milan-Juventus, tematiche diverse rispetto allo scorso campionato | © Dino Panato/Getty Images

    Il Milan punta sul suo gioiellino  Stephan El Shaarawy, attaccante dimostratosi finora infallibile aldilà di ogni più rosea aspettativa rossonera; la Juventus è alla ricerca della miglior coppia d’attacco, con Quagliarella che segna e scalpita, Vucinic che cerca la miglior forma dopo gli acciacchi delle scorse settimane, e Giovinco che vuol dimostrare il suo valore nel realizzare “gol decisivi”, quando la gara è ancora bloccata.

    Milan-Juventus sarà la serata del secondo ritorno di Andrea Pirlo a San Siro, laddove – nonostante la barba – lo riconosceranno di sicuro molto bene, ma sarà soprattutto un importante banco di prova per l’acciaccata difesa bianconera, con Chiellini che proverà a stringere i denti dopo l’infortunio di Champions, e Bonucci influenzato. Nel Milan, invece, la “non novità” è che mancherà Pato per trauma alla coscia sinistra ed, oltre a lui, Massimo Ambrosini a centrocampo, che con tutta probabilità non riuscirà a recuperare.

    Interpreti a parte, però, domenica sera le luci di San Siro illumineranno un grande Milan-Juventus, all’altezza del fascino di questa sfida.

  • Premier League, arbitri registrati dopo il caso Clattenburg

    Premier League, arbitri registrati dopo il caso Clattenburg

    In Italia i problemi sorgono e, tendenzialmente, non vengono affrontati e risolti ma rimandati, in attesa di future soluzioni. Parliamo di problematiche legate al calcio, ma non solo: il nostro Paese dovrebbe prendere esempio dall’efficienza di altre Nazioni che, di fronte ad un problema, cercano di individuarne prontamente la soluzione piuttosto che continuare a discuterne vanamente. E’ questo il caso dell’Inghilterra, che ha deciso di applicare in Premier League una novità importante: arbitri registrati durante le conversazioni in campo con i propri assistenti, al fine di utilizzarle come “prova” in caso di eventuali controversie.

    La soluzione adottata ed annunciata dal presidente dell’Aia britannica Mike Riley, è stata studiata a seguito dell’episodio accaduto al direttore di gara Mark Clattenburg, prima accusato di aver rivolto un insulto razzista al calciatore del Chelsea Obi Mikel nella gara di Premier League contro il Manchester United dello scorso 28 Ottobre, e poi scagionato dalla Federazione Inglese che ha deciso di non intraprendere nessuna azione disciplinare nei suoi confronti.

    Premier League, dopo caso Clattenburg gli arbitri saranno registrati
    Arbitri registrati in Premier League dopo caso Clattenburg  | © Shaun Botterill/Getty Images

    Per evitare che si ripetano simili episodi, dunque, le registrazioni delle comunicazioni fra il direttore di gara ed i suoi collaboratori può essere una soluzione semplice ed immediata che, inoltre, potrebbe avere un’applicazione anche più ampia, qualora dovessero sorgere dubbi e problematiche relative alla responsabilità delle decisioni prese in campo, su episodi contestati: gli arbitri registrati, dunque, potrebbero anche beneficiare di questa innovazione anche se, in prima battuta, è stata considerata “invasiva”.
    Il mestiere di arbitro, dunque, diviene sempre più complesso e delicato considerando che, oltre alle pressioni su cosa “fanno” e sulle decisioni intraprese, dovranno prestare molta attenzione anche a cosa “dicono”, al tono che usano nelle risposte ai calciatori in campo, cercando di mantenere un comportamento irreprensibile e professionale, all’insegna dell’ “integrità e dell’imparzialità” così come ha sottolineato il presidente dell’associazione arbitrale inglese.

    Il sistema arbitrale di casa nostra, per ora, non verrà coinvolto nella “sperimentazione” degli arbitri registrati, ma potrebbe essere uno spunto interessante da considerare per fornire una maggiore trasparenza e prevenire, in alcuni casi, accuse e polemiche.

  • Cori antisemiti, l’Uefa indaga sulla Lazio

    Cori antisemiti, l’Uefa indaga sulla Lazio

    Dopo la notte di paura a Campo de’ Fiori, la serata della vergogna dei cori antisemiti durante il match della Lazio all’Olimpico, all’insegna di cori e striscioni razzisti, quasi a solidarizzare con i violenti aggressori incappucciati. I due avvenimenti non sono necessariamente connessi, ma il filo che li lega non sembra poi così sottile.

    Quel che ha spaventato mercoledì notte, è stata la violenza inaudita esplosa nello splendido scenario della movida romana, laddove l’episodio di una lite in un pub potrebbe essere considerato un fatto di “ordinaria amministrazione” – considerando la frequenza con cui avvengono – ed, invece, la ferocia riversatasi all’interno del pub all’indirizzo del gruppetto di tifosi del Tottenham ha sconvolto tutti. Come in un film dell’orrore, d’improvviso, sono piombati all’interno ed hanno letteralmente preso d’assalto il locale, accanendosi contro il gruppo con ogni possibile mezzo da guerriglia urbana: mazze da baseball, tirapugni, cinghie, coltelli. In pochi minuti il locale si è trasformato in una pozza di sangue, volavano pezzi di sedie, tavoli, e tutti coloro che hanno assistito alla scena, anche da lontano, ne sono rimasti scioccati: uno degli inglesi “era tutto bianco, sembrava morto” come afferma una residente che ha osservato dalla propria finestra il tremendo spettacolo.

    La cronaca ha poi raccontato di una lesione all’aorta per uno dei colpiti – ma fortunatamente le sue condizioni stanno migliorando – e di altre ferite meno gravi per gli altri componenti del gruppo inglese, oltre che di un ultrà romanista arrestato per essere stato riconosciuto come “parte attiva” dell’aggressione. Il movente, come ipotizzato fin dalle prime ore, potrebbe essere l’antisemitismo, considerando che la squadra e la tifoseria del Tottenham tradizionalmente appartengono al quartiere ebraico posto a nord di Londra, adoperando come propri simboli anche la stella di Davide. Questo aspetto non fa che rendere ancora più deplorevole l’episodio, come ha sottolineato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, e la gravità è stata ulteriormente accentuata e sottolineata da quanto accaduto allo stadio Olimpico durante il match di Europa League fra Lazio e Tottenham.

    Curva Nord della Lazio
    Curva Nord della Lazio, striscioni e cori antisemiti | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Dalla paura alla vergogna, appunto: dopo quanto accaduto, era lecito aspettarsi un comportamento consono da parte dei tifosi presenti allo stadio ed, invece, è accaduto tutt’altro. Nella curva Nord della Lazio sono stati esposti striscioni con scritte pro-Palestina, e cori antisemiti ed offensivi nei confronti dei “Juden”, ossia Giudei, accompagnati da “bu” razzisti all’indirizzo dei giocatori di colore degli Spurs, in un clima di grandissima tensione nonostante la soddisfazione per il risultato ottenuto sul campo dalla Lazio, che ha conquistato la qualificazione ai sedicesimi di Europa League.

    Un risultato del campo che, però, potrebbe non essere definitivo considerando che – a seguito dei comportamenti tenuti da una parte della Curva Nord – l’Uefa ha deciso di aprire un’indagine disciplinare per verificare l’accaduto e che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe portare anche ad una penalizzazione della squadra di qualche punto togliendole qualche punto in classifica e costringendola a riconquistare la qualificazione all’ultima giornata. Alternativamente, se si scegliesse per una strada meno rigida, potrebbe esservi la squalifica del campo per le gare Europee, oppure l’obbligo di disputare le gare di Europa League a porte chiuse.

    Sulla decisione dell’Uefa potrebbe pesare significativamente il precedente della gara d’andata disputata a White Hart Lane, dove alcuni tifosi che hanno seguito la squadra di Petkovic nella trasferta londinese, hanno dato sfogo ad altri comportamenti razzisti sempre nei confronti dei calciatori del Tottenham oltre che, anche in quel caso, intonato cori antisemiti: sommando ciò che è accaduto nella gara di andata e ritorno, e senza considerare l’episodio di Campo de’ Fiori perchè avvenuto lontano dallo stadio e senza una diretta riconducibilità al club, il provvedimento potrebbe essere esemplare.

  • Aik Solna-Napoli 1-2, Cavani regala qualificazione al 94′

    Aik Solna-Napoli 1-2, Cavani regala qualificazione al 94′

    All’ultimo respiro, quando ormai la gara sembrava scivolare verso il triplice fischio finale che avrebbe portato ad un pareggio in Aik Solna-Napoli, El Matador Edinson Cavani ha lasciato la sua firma, realizzando al 94′ il calcio di rigore che ha regalato agli uomini di Walter Mazzarri la vittoria e l’aritmetica  qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League, scongiurando il rischio di rimanere “sospeso” fino all’ultima giornata, quando – con la qualificazione ormai in tasca – la gara con il PSV al San Paolo avrà, ora, il significato di un buon allenamento.

    Il Napoli, dunque, ha dimostrato in terra svedese di avere grande grinta e cuore, nonostante l’ampio turnover voluto da Mazzarri, che ha schierato Gamberini in difesa, al posto di Campagnaro che è andato in tribuna, e poi ha riproposto il 3-4-1-2 con Dzemaili sulla trequarti dietro a Cavani ed Edu Vargas.

    Al 20′ del primo tempo giunge l’episodio che sblocca il match, con una grande iniziativa di Edinson Cavani, che parte dall’area partenopea e dà il La ad un grande contropiede che travolge la difesa svedese: il portiere Turina respinge di piede ma, poi, Dzemaili è pronto a ribadire il rete: 0-1. Il Napoli, dopo aver ottenuto il vantaggio, sembra perfettamente in grado di controllare la gara in scioltezza anche alla luce della forza non irresistibile dell’avversario. Tuttavia, come spesso accade, l’imprevisto è dietro l’angolo e basta un episodio a rimettere tutto in discussione: al 35′ Danielsson raccoglie di testa un cross proveniente da sinistra e riesce ad inventare una traiettoria che beffa il portiere Rosati: 1-1.

    Nel secondo tempo di Aik Solna-Napoli, Walter Mazzarri prova ad affidarsi ai suoi titolari per provare a vincere la gara, considerando che la rete del pareggio dell’Aik Solna era giunta in maniera fortuita: il tecnico dei partenopei manda in campo, così, Zuniga ed Inler al posto di Mesto e Donadel e prova a fornire alla squadra un maggior tasso di esperienza, oltre ad una migliore freschezza fisica per poter sfruttare eventuali errori della statica difesa svedese. La squadra trae beneficio dagli innesti dei due nuovi entrati ed in particolar modo Inler riesce a dare il suo contributo al match, con un prezioso cross per Cavani – che di poco non riesce a deviare il rete – e con altre giocare di qualità. Dopo poco, Mazzarri fa entrare anche Hamsik al posto di Dzemaili, giocandosi l’ultima carta a disposizione per l’assalto finale nonostante gli azzurri siano in inferiorità numerica a causa dell’espulsione di Aronica, al 40′ per somma di ammonizioni.

    Negli scampoli finali giunge la notizia che diviene la “molla” per spingere il Napoli verso la vittoria con ancor più convinzione: il Dnipro ha ribaltato il risultato contro gli olandesi del PSV e, dunque, se gli azzurri riuscissero a conquistare i tre punti otterrebbero il passaggio ai sedicesimi con un turno d’anticipo: il momento topico è proprio il quarto di recupero, al 94′, quando Edinson Cavani si procura e realizza con assoluta freddezza il calcio di rigore: 1-2 risultato finale, missione compiuta.

    Cavani, decisivo in Aik Solna-Napoli
    Cavani, decisivo in Aik Solna-Napoli | © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Pagelle Aik Solna-Napoli:

    Cavani 7 Gioca titolare a causa della squalifica che lo costringerà a saltare la gara di campionato con il Cagliari: una “casualità” che porta il Napoli ai sedicesimi con un turno di anticipo, con un calcio di rigore procurato e realizzato all’ultimo respiro

    Aronica 4.5 Serata storta e da dimenticare: impreciso in occasione del pari dell’Aik Solna, rimedia anche l’espulsione proprio sul finire della gara

    Dzemaili 6.5 Buona gara di sostanza, realizza anche il gol del provvisorio 0-1

    Tabellino Aik Solna-Napoli 1-2:

    Aik Solna (4-4-2): Turina 6; Lorentzson 5,5, Karlsson 5, Backman 6, Johansson 6; Quaison 6 (31′ st Karikari), Danielsson 6,5, Borges 5,5, Moro 6; Lundberg 6, Bangura 6,5.
    Napoli (3-4-1-2): Rosati 5,5; Gamberini 5,5, Aronica 4,5, Britos 6; Mesto 5,5 (18′ st Zuniga 6), Behrami 6,5, Donadel 5,5 (17′ st Inler 6), Dossena 6; Dzemaili 6,5 (28′ st Hamsik 5,5); Vargas 5, Cavani 7.

    Marcatori: 20′ Dzemaili, 34′ Danielsson, 94′ rigore Cavani
    Ammoniti: Moro, Backman; Cavani, Aronica, Behrami
    Espulsi: 40′ st Aronica

    Video Aik Solna-Napoli:

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  • Mazzarri si affida a Cavani, le formazioni di Aik Solna-Napoli

    Mazzarri si affida a Cavani, le formazioni di Aik Solna-Napoli

    Aik Solna-Napoli delle ore 21.05 sarà un match molto importante per il futuro europeo della squadra di Walter Mazzarri che, in caso di vittoria in terra svedese, potrebbe ottenere con una giornata d’anticipo la matematica qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League se, contemporaneamente, il Dnipro non perderà con il PSV. Tuttavia, nonostante il traguardo possa essere a portata di mano, il mister toscano proseguirà con la sua filosofia che sta portando avanti da inizio stagione, anteponendo il campionato alla competizione europea e, dunque, schierando le seconde linee in Europa League per preservare forze fresche per gli impegni domenicali anche se tale suddivisione non è affatto gradita al tecnico livornese che, da sempre, si riferisce alla squadra nel suo complesso e non ama classificare “titolari e riserve”.

    Questa volta ci sarà, però, una grande eccezione: El Matador Edinson Cavani partirà titolare considerando che è squalificato in campionato per il match di lunedì sera contro il Cagliari e, dunque, Mazzarri gli consegnerà le chiavi dell’attacco nella speranza che possa essere l’uomo in più per centrare la qualificazione. Insieme a Cavani, delle “prime scelte” saranno in campo anche Campagnaro e Aronica mentre la restante parte della squadra verrà composta dalle seconde linee che, finora, in Europa non hanno demeritato, ad eccezione delle trasferte di Eindhoven e Dnipropetrovsk dove il Napoli ha incassato, nel complesso, sei reti ed ottenuto due pesanti sconfitte.

    Archiviate quelle battute d’arresto, per pensare positivo basta riferirsi al risultato della gara d’andata al San Paolo contro l’Aik Solna, quando i partenopei si imposero per 4-0 con una tripletta di Edu Vargas: ricordando quella grande prestazione, mister Walter Mazzarri concederà nuovamente fiducia al cileno, proprio in coppia con Cavani anche perchè Pandev non si è aggregato alla trasferta in terra svedese per problemi alla caviglia, e Lorenzo Insigne non è in perfette condizioni.

    Mazzarri in conferenza alla vigilia di Aik Solna-Napoli
    Mazzarri in conferenza alla vigilia di Aik Solna-Napoli | ©ANDERS WIKLUND/AFP/Getty Images

    Alla vigilia del match, però, Walter Mazzarri ha dimostrato la consueta tenacia e voglia di caricare i suoi, focalizzando l’attenzione sull’importanza della gara e sulla necessità di non sottovalutare gli avversari, a dispetto del risultato d’andata, considerando che gli svedesi stanno attraversano un buon momento della loro stagione ed hanno anche battuto il PSV: “Non faremo calcoli, con l’Aik scenderemo in campo per vincere”. 

    Inoltre, in aggiunta rispetto al tema calcistico di Aik Solna-Napoli, l’attenzione è focalizzata anche sul contesto in cui si svolgerà la gara, considerando i deplorevoli episodi di violenza subiti dai tifosi svedesi che avevano partecipato alla trasferta partenopea in occasione del match d’andata: alla vigilia di Aik Solna-Napoli, infatti, sono apparsi degli inquietanti murales che riportano la scritta “Fuck Napoli, Welcome to Solna”, al quale è seguita un’aggressione nel pieno centro si Stoccolma ai danni di un tifoso napoletano, poi medicato nell’albergo dove alloggia la squadra.

    Le probabili formazioni di Aik Solna-Napoli, gruppo F di Europa League:

    Aik Solna (4-4-2): Turina; Lorentzson, Karlsson, Majstrovic, Johansson; Gustavsson, Borges, Danielsson, Mutumba; Karikari, Banguri. In panchina: Stamatopoulos, Backman, Quaison, Lundberg, Tjernstrom, Lalawele, Goitom.

    Napoli (3-4-1-2): Rosati, Campagnaro, Aronica, Britos; Mesto, Donadel, Inler, Dossena; Dzemaili; Vargas, Cavani. In panchina: De Sanctis, Cannavaro, Gamberini, Maggio, Hamsik, Insigne.

    A Stoccolma, il direttore di gara sarà il rumeno Ovidiu Alin Hategan.