Autore: Simona Granieri

  • Marotta: Quagliarella multato, Juve non ha problema gol

    Marotta: Quagliarella multato, Juve non ha problema gol

    La sconfitta di campionato contro il Milan ha lasciato una situazione “nuova” in casa Juventus, in cui è necessario analizzare problematiche di gioco, difficoltà realizzative e nervosismi improvvisi. Di tutto questo ha parlato Beppe Marotta, direttore generale bianconero, in un’analisi a 360 gradi che fotografa il momento attuale della squadra di Conte, con un occhio al futuro prossimo ed alle possibili concorrenti per la lotta scudetto.

    Per quanto concerne la questione “nervi tesi”, l’ ad bianconero ha sminuito la problematica con una frase secca e perentoria: “sono solo fantasie”. In tal senso, quindi, Marotta ha inteso ridimensionare il presunto litigio in campo al termine del primo tempo di Milan-Juventus tra Bonucci e Marchisio, poi smentito su Twitter dai diretti interessati e, soprattutto, il caso Quagliarella, autore di insulti celati dal bavero del giubotto all’indirizzo di Angelo Alessio. Per tale episodio, Quagliarella è stato multato così come ha reso noto il dirigente bianconero, ma ciò è avvenuto dopo un sereno colloquio avvenuto con l’attaccante napoletano: questo perchè la Juventus non tollera i comportamenti di indisciplina, sopra le righe, e di conseguenza ha applicato il suo codice comportamentale nella specifica fattispecie. Quel che rimane da capire, è se alla multa pecuniaria seguirà anche una punizione in campo, ossia se Quagliarella salterà la prossima partita contro il Torino per “punizione disciplinare”. Nel caso in cui si decidesse per l’assenza di Quagliarella, la Juventus dovrebbe fare a meno di uno degli attaccanti più prolifici andando ad aggravare quel problema realizzativo che, in particolare nelle ultime tre uscite di campionato, si è mostrato in maniera evidente con solo un gol realizzato in tre partite.

    Marotta parla della situazione in casa Juventus
    Marotta parla della situazione in casa Juventus | ©Maurizio Lagana/Getty Images

    Per Marotta, però, il problema realizzativo non sussiste e, per spiegare meglio tale concetto, snocciola una serie di cifre: “nelle ultime due stagioni abbiamo segnato 94 reti, in questa abbiamo già mandato in gol 12 giocatori, il numero più alto della serie A. Dopo la Roma abbiamo il miglior attacco oltre alla difesa meno perforata”. Il messaggio di Marotta è, dunque, chiaro e tende a sottolineare che la squadra non abbia difficoltà realizzative, affermando “non vedo dove sia il problema del gol”.

    Dal discorso attacco attuale, il passo verso il tema mercato è molto breve, soprattutto parlando di top player, una delle parole più adoperate in riferimento alle prossime strategie bianconere. In tal senso, lo stesso Marotta spiega ancora una volta il suo punto di vista in riferimento al mercato di riparazione di Gennaio: “noi dobbiamo migliorarci sempre, ma non dobbiamo tappare nessuna falla”. 

    Marotta ha, poi, affrontato anche l’argomento degl obiettivi stagionali della squadra, in riferimento alla lotta scudetto ed al cammino in Champions League, dove alla Juventus occorre un punto nell’ultima giornata del proprio girone per la conquista della matematica qualificazione, “vediamo il traguardo ma dobbiamo percorrere gli ultimi metri”. In riferimento al campionato, invece, secondo Marotta “la lotta scudetto è molto aperta” , ma la Juventus deve crederci perchè a pretenderlo ed imporlo è il suo stesso Dna e, fra le altre concorrenti,  il Napoli di Walter Mazzarri è un’avversaria molto pericolosa e ben attrezzata e, per questo, “ha diritto ad essere considerata una pretendente per il titolo”.

  • Difesa Conte dopo parole Gegic: “Pagate colpe non sue”

    Difesa Conte dopo parole Gegic: “Pagate colpe non sue”

    Dopo l’uragano delle parole di Almir Gegic, il “capo degli zingari” latitante dal giugno 2011 e costituitosi lunedì sera a Milano Malpensa, l’inchiesta sul calcioscommesse dovrà necessariamente subire un profondo scossone, soprattutto alla luce delle stesse parole pronunciate dall’ex latitante che hanno riguardato anche Antonio Conte: secondo quanto rivelato dallo stesso Gegic ad un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, infatti, una televisione gli avrebbe offerto cinque mila euro per parlare di Antonio Conte al fine di coinvolgerlo maggiormente nella vicenda scommesse, in un’intervista dai toni denigratori, in cui Gegic avrebbe dovuto definire lo stesso Conte come uno dei suoi “stretti conoscenti” anche se, per ammissione del serbo, lui ed il tecnico della Juventus non si conoscono affatto: “mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo”. Gegic, per questo, ha rifiutato l’offerta non avendo nulla da dire su di lui, evitando di peggiorare in maniera infondata la posizione dello stesso tecnico bianconero, sia dal punto di vista della giustizia che dal punto di vista dell’opinione pubblica: per la serie, anche i latitanti hanno una loro morale.

    In ogni caso, le rivelazioni di Gegic appaiono come parole assolutamente pesanti che feriscono in prima persona proprio il mister salentino che ancora sta scontando la sua squalifica per omessa denuncia, un tunnel buio e doloroso che terminerà il prossimo 9 Dicembre. In tal senso, si è espresso il legale del tecnico bianconero l’avvocato Antonio De Rensis che sottolinea il disagio ed il fastidio per il suo assistito nel leggere quelle parole di Gegic che, secondo l’avvocato, “devono far riflettere in ogni caso, e siamo sicuri che la magistratura andrà fino in fondo a questa vicenda”.

    Conte, la difesa reagisce dopo parole di Gegic
    Conte, la difesa reagisce dopo parole di Gegic | © Maurizio Lagana/Getty Images

    La difesa di Conte e lo stesso allenatore dopo le parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport, attendono ora l’interrogatorio di Almir Gegic in modo da acquisirlo e verificarne il contenuto al fine di decidere il da farsi per salvaguardare la posizione di Antonio Conte: il mister, infatti, nonostante tale intricata vicenda si stia rivelando ben lontana da quanto ipotizzava chi intendeva attribuirgli diverse responsabilità, ha sofferto molto per i giudizi affrettati rivolti nei suoi confronti e la sua persona, le sue emozioni ora devono essere tutelate anche perchè “mettendosi nei suoi panni non ci si sente affatto bene in una simile situazione”.  

    Oltre alle parole del legale del mister, anche il direttore generale della Juventus Beppe Marotta ha commentato la vicenda, soffermandosi proprio sulla posizione di Conte e sulle implicazioni che tale questione ha avuto sul mister bianconero, che ha pagato “per colpe non sue” ed ha sofferto nell’esser coinvolto in una vicenda dai tratti “kafkiani” assolutamente lontana dalla sua morale e dal suo modo di essere allenatore, in una situazione in cui la sua difesa ha dovuto piegarsi alle dichiarazioni di un pentito. Una questione che dovrebbe essere, secondo Beppe Marotta, uno spunto di riflessione al fine di riformare un sistema di giustizia sportiva, al fine di consentire di potersi difendere da attacchi pretestuosi, riferendosi, in maniera indiretta ma ben chiara, proprio al “grande accusatore” di Antonio Conte, l’ex calciatore del Siena Filippo – detto Pippo – Carobbio.

  • Lazio-Udinese 3-0, prova di forza biancoceleste

    Lazio-Udinese 3-0, prova di forza biancoceleste

    Lazio-Udinese era stata presentata alla vigilia come la sfida tra i due attaccanti delle due squadre, Miroslav Klose e Totò Di Natale ma, a giudicare dal risultato e dallo svolgimento del match, l’unica squadra che ha saputo incidere è stata quella biancoceleste dando vita ad un match assolutamente senza storia ed a senso unico. Le emozioni per i laziali sono giunte ben presto ed, infatti, già al minuto 10 del primo tempo giunge il primo episodio importante, con tocco di mano di Willians su un tacco di Radu, per il quale il direttore di gara assegna il calcio di rigore alla Lazio: se ne incarica Ledesma che, però, fallisce il penalty con grande intervento del portiere Brkic. Due minuti dopo arriva la risposta friulana con Di Natale, che su calcio di punizione colpisce la traversa. La Lazio, però, non si spaventa ed al 17′ giunge il primo gol dell’incontro, firmato da Gonzalez dopo una bella combinazione tra Ledesma e Mauri: 1-0.

    Alla mezzora arriva, poi, il raddoppio laziale a causa di una distrazione collettiva della difesa friulana che spalanca la porta ad uno che non perdona: Miroslav Klose realizza, così, il gol del 2-0, ed il suo personale ottavo centro in campionato. Il primo tempo si chiude, così, senza altre emozioni e la ripresa ricomincia sul filo conduttore della prima frazione di gioco: Lazio che fa la partita, Udinese incerta in fase difensiva e poco pungente in avanti dove Di Natale è troppo isolato. Guidolin inserisce, così, Ranegie a supporto del suo attaccante ma il discorso non cambia. In casa Lazio, invece, entra in campo Hernanes ed il suo impatto sul match è ottimale: al 59′ punizione magistrale del Profeta, e rete del 3-0 che mette in ghiaccio la partita ed il risultato. La Lazio vince così, in scioltezza, si porta al quinto posto a soli due punti di distanza dalla zona Champions League a conferma che, con l’atteggiamento umile predicato da Petkovic, può fare molta strada. L’Udinese, invece, ha mostrato troppe difficoltà difensive e poca lucidità complessiva confermando i “molto pensieri” di cui aveva parlato alla vigilia mister Guidolin.

    Lazio-Udinese, i biancocelesti celebrano la vittoria per 3-0
    Lazio-Udinese, i biancocelesti celebrano la vittoria per 3-0 | © Paolo Bruno/Getty Images

    Con il risultato ormai praticamente acquisito, l’attenzione si sposta dal campo agli spalti dove una parte della tifoseria laziale non cambia registro rispetto all’ultima gara casalinga con il Tottenham e continua sul filone antisemita, questa volta rivolgendo l’epiteto di “giudeo” all’ As Roma, definita “As Roma juden club”, e con un ulteriore striscione esposto in Curva Nord di solidarietà ad Antonino Speziale e Daniele Micale, i due ultras catanesi condannati con sentenza passata in giudicato per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti durante il derby Catania-Palermo del 2 Febbraio 2007. Un comportamento profondamente differente rispetto all’auspicio del presidente Lotito che, dopo i fatti di giovedì scorso, si era augurato un cambio di registro ed aveva promosso in prima persona l’iniziativa di indossare prima di Lazio-Udinese le magliette con la scritta “No Racism”.

    Le pagelle di Lazio-Udinese:

    Mauri 7.5 E’ in uno stato di forma eccellente, regala due assist preziosissimi a Gonzalez e Klose

    Klose 7 Il solito cecchino in attacco, realizza la rete del 2-0, corre e dà profondità

    Brkic 7 Para il rigore di Ledesma ed evita una passivo più pesante rispetto al 3-0

    Coda 4.5 La difesa friulana non è mai entrata in partita: lui è il peggiore del reparto, responsabile sia sull’ 1-0 che sul 2-0 di Klose

    Tabellino di Lazio-Udinese: 

    Lazio (4-5-1): Marchetti 6, Cavanda7, Biava 6.5, Ciani 6.5, Radu 6.5, Candreva 7 (dall’81’ Lulic), Ederson 5.5 (dal 46’ Hernanes), Ledesma 6 (dal 65’ Cana), Mauri 7.5, Gonzalez 6.5, Klose 7.

    Udinese (3-5-1-1): Brkic 7, Coda 4.5 (dall’87’ Heurteaux), Danilo 5, Domizzi sv(dal 24’ Angella 5), Pereyra 5, Badu 5, Willians 5 (dal 46’ Ranegie), Allan 5, Armero 5, Maicosuel 5, Di Natale 5.5.

    Marcatori: 17’ Gonzalez, 31’ Klose, 59’ Hernanes

    Video di Lazio-Udinese:

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  • Lazio-Udinese, duello a distanza Klose-Di Natale

    Lazio-Udinese, duello a distanza Klose-Di Natale

    Lazio-Udinese concluderà l’anomala quattordicesima giornata “spezzatino” di serie A, iniziata sabato sera con il derby siculo tra Palermo e Catania e protrattasi fino a questa sera, proprio con il match dell’Olimpico delle ore 20.45 che vedrà una sfida a distanza tra due degli attaccanti più forti del campionato: Klose e Di Natale. 

    La Lazio di Vladimir Petkovic si presenta al suo pubblico dopo la discussa gara di Europa League con il Tottenham con vittoria biancoceleste e cori antisemiti della curva, cercando di lasciarsi alle spalle quell’increscioso episodio. Dal punto di vista delle questioni di campo, il tecnico biancoceleste sembra avere il dubbio Hernanes considerando che il Profeta non è al cento per cento e che Petkovic non vuole rischiarlo: per lui, dunque, è probabile un inizio del match dalla panchina, pronto a subentrare a gara in corso in caso fosse necessario anche se le sue quotazioni per un impiego dal primo minuto sembrano aumentate rispetto a ieri.

    In ogni caso, Petkovic sceglierà il modulo 4-5-1 per cercare di arginare con un nutrito centrocampo gli attacchi dell’Udinese ed, in particolar modo, del capitano dei friulani Totò Di Natale che lo stesso tecnico biancoceleste ha dichiarato di temere molto al punto da ritenere che contro di lui non c’è alcuna misura da prendere e che le uniche precauzioni possibili siano quelle di “non fargli arrivare il pallone”. In attacco, invece, in casa Lazio ritorna, appunto, il bomber Miroslav Klose dopo l’assenza dal match di Europa League contro il Tottenham per infortunio. Indisponibili, invece, saranno Brocchi ed il difensore Dias per infortunio. In ogni caso, l’intento di Petkovic è proprio quello di interrompere la tradizione negativa della Lazio contro l’Udinese, come lui stesso sottolinea, ma occorrerà una Lazio umile e con i piedi per terra, capace di “dominare sempre al cento per cento”.

    Petkovic, tecnico biancoceleste impegnato in Lazio-Udinese
    Petkovic, tecnico biancoceleste impegnato in Lazio-Udinese | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    L’Udinese di Guidolin, invece, si presenta a Roma alla ricerca di un po’ di fortuna così come ha sottolineato il tecnico, facendo riferimento ad un periodo complesso legato alla gestione della squadra a causa di infortuni che riguardano Basta, Muriel, Barreto ed anche Fabbrini, bloccato da una gastroenterite. Il mister friulano afferma di “aver tanti pensieri e problemi da risolvere” e cerca punti preziosi all’Olimpico perchè “la classifica non ci lascia tranquilli”, cercando di ripetere la buona prova (ed anche il risultato vincente, ndr) ottenuta contro la Roma di Zdenek Zeman, anche se non sarà un compito affatto semplice. L’Udinese si disporrà con il modulo 3-5-1-1 con Maicosuel che dovrebbe agire a supporto di Di Natale e con la difesa a tre composta da Coda, Danilo e Domizzi.

    Le probabili formazioni di Lazio-Udinese:

    Lazio (4-5-1): Marchetti, Konko, Biava, Ciani, Radu; Candreva, Gonzales, Ledesma, Hernanes, Mauri; Klose. A disposizione: Bizzarri, Carrizo, Diakitè, Scaloni, Cavanda, Cana, Onazi, Lulic, Ederson, Kozak, Rocchi, Floccari. Allenatore: Vladimir Petkovic

    Udinese (3-5-1-1): Brkic, Coda, Danilo, Domizzi; Faraoni, Pereyra, Allan, Badu; Maicosuel; Di Natale. A disposizione: Padelli, Pawlowski, Heurtaux, Angella, Gabriel Silva, Armero, Willians, Reinthaller, Zielinski, Gerardi, Ranegie. Allenatore: Francesco Guidolin.

    Allo stadio Olimpico di Roma, Lazio-Udinese sarà diretta dal signor Gianpaolo Calvarese di Teramo, coadiuvato dagli assistenti Grilli e Vuoto, dai giudici di porta Guida e Pinzani e dal quarto uomo Giordano.

  • Il primo Derby della Mole allo Juventus Stadium

    Il primo Derby della Mole allo Juventus Stadium

    Nell’immaginario del calcio italiano, il derby è solitamente inteso come il match stracittadino che si svolge nella “casa comune” delle due formazioni coinvolte e che, dunque, riduce la differenza tra gara casalinga o in trasferta ad una mera questione formale di calendario: accade tra Milan ed Inter a San Siro, tra Roma e Lazio all’Olimpico e tra Sampdoria e Genoa a Marassi. Nel caso del derby della Mole, invece, nel corso degli anni la stracittadina tra Juventus e Torino ha cambiato diverse volte location: dallo Stadio Comunale, al Delle Alpi, all’Olimpico. Nei tre casi, però, si trattava sempre di uno spazio “condiviso” tra granata e bianconeri e, di conseguenza, dalle rispettive tifoserie.

    Il prossimo 1 Dicembre, invece, nell’anticipo del sabato sera alle ore 20.45, sarà la prima volta che il derby della Mole, il più antico d’Italia, sarà disputato allo Juventus Stadium, la casa bianconera di proprietà del club inaugurata lo scorso anno. Il Toro, dunque, sarà realmente “ospite” dei cugini juventini, per un match che ritorna ad essere protagonista dopo quasi tre anni di assenza a causa della permanenza dei granata in serie B: l’ultimo precedente, infatti, risale a 7 Marzo 2009 e fu disputato all’Olimpico, quando vinse la Juventus con un gol nel finale realizzato da Giorgio Chiellini.

    L'ultimo precedente del derby della Mole
    L’ultimo precedente del derby della Mole | ©New Press/Getty Images

    Ora, l’Olimpico è lo stadio dove giocano i granata – in attesa di ribattezzare, il prossimo 29 Novembre, il piazzale antistante all’impianto “corso Grande Torino” – mentre lo Stadium si trova laddove sorgeva il Delle Alpi, teatro dei periodi di maggior splendore della storia recente del club bianconero: mai come in tal caso, dunque, la distinzione tra squadra ospite e padrona di casa è opportuna, nonostante sia un derby stracittadino e, dunque, è appropriato specificare che si tratterà di Juventus-Torino.

    Tale questione, infatti, è stata rimarcata dallo stesso sito ufficiale della Juventus che ha comunicato l’avvenuto sold out (non è affatto una novità da quando esiste lo Juventus Stadium, ndr) e ha precisato che “sono stati assegnati nel pomeriggio di ieri tutti i tagliandi riservati ai tifosi bianconeri”. I tagliandi riservati al settore ospiti, invece, sono soltanto 2.099, al costo di 40 euro, un prezzo non propriamente popolare e, per tal ragione, in quel caso la vendita non è stata ancora ultimata anche a causa dello strascico polemico che ha accompagnato la decisione della Juventus di inserire la gara del derby nel pacchetto abbonamenti andando, di fatto, a ridurre a sole 12 mila unità i biglietti “liberi” disponibili, a fronte dei 27.442 abbonamenti esistenti.

    Nella gara di ritorno del derby della Mole, in programma il prossimo 28 Aprile 2013, il Torino si “vendicherà” adottando la medesima politica anche se i tifosi bianconeri avranno – presumibilmente – a disposizione più tagliandi considerando che gli abbonati granata sono circo otto mila. Al momento, però, la preoccupazione principale riguarda la questione ordine pubblico considerando due fattori rilevanti: in primis, il fatto che molto tifosi del Toro rimarranno senza biglietto e che, dunque, ciò può generare tensioni anche al di fuori dello Stadium; in secundis, il fatto che la gara verrà disputata in notturna. Per l’occasione. dunque, si è deciso di adottare un ingente spiegamento di uomini per garantire la sicurezza, con circa 650 unità addette. L’augurio è che, naturalmente,il derby della Mole sia una grande festa di sport e null’altro.

  • Milan-Juventus, Rizzoli: “in campo era rigore”

    Milan-Juventus, Rizzoli: “in campo era rigore”

    Il rigore concesso da Nicola Rizzoli in Milan-Juventus di domenica scorsa per “fallo di ascella” di Mauricio Isla non ha suscitato grandi polemiche, al contrario di quanto accaduto per il “precedente” dello scorso campionato, ossia il gol annullato a Muntari nella medesima area di rigore. Per questo motivo, in un clima sereno, Rizzoli ha avuto un colloquio con Stefano Braschi, referente della commissione arbitri per conto del presidente dell’Aia Marcello Nicchi ed, in seguito, è stato lo stesso Braschi ad illustrare il punto di vista di Rizzoli, “ammorbidendo” le sue responsabilità in merito alla decisione rivelatasi, poi, errata. Secondo Braschi, infatti, è necessario distinguere fra le “due verità parallele”, ossia quella del campo e quella delle immagini televisive che “rallenta, scompone e deforma le immagini e spesso non riesce a dar certezze”.

    Rizzoli, sua la decisione del rigore in Milan-Juventus
    Rizzoli, sua la decisione del rigore in Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

    Inoltre, l’Aia rivela un particolare che, guardando la partita, sembrava esser differente: la decisione sull’assegnazione del penalty, infatti, è stata assunta proprio da Rizzoli e non dal giudice di porta De Marco. E’ stato lo stesso Rizzoli, dunque, a valutare che Isla avesse le braccia troppo larghe e che la traiettoria della palla – seppur andasse verso il basso – avrebbe potuto rimbalzare sul suo avambraccio. Per tale ragione, Rizzoli è rimasto convinto di aver preso la scelta giusta ritenendo che in campo quell’episodio era da fischiare come rigore e, di conseguenza, l’Aia non ha riconosciuto formalmente l’errore come, invece, accade solitamente in simili circostanze.

    L’Aia, però, non dimentica un plauso ed una sottolineatura positiva nei confronti del fair play della Juventus, sia in campo che nel post-partita. I giocatori, infatti, hanno evitato contestazioni plateali “a caldo” e, nelle interviste negli spogliatoi è prevalso un clima di serenità, accettando l’episodio come un errore che può capitare ma evitando di assumerlo come alibi per la sconfitta, come ha sottolineato proprio capitan Buffon. Lo stesso Rizzoli, secondo quanto riporta l’Aia, ha evidenziato positivamente questo aspetto, elogiando il comportamento dei giocatori bianconeri che, evitando proteste eccessive, gli hanno permesso di continuare ad arbitrare con grande concentrazione.

  • Bonucci e Marchisio, pace su Twitter

    Bonucci e Marchisio, pace su Twitter

    La sconfitta della Juventus contro il Milan sembra aver evidenziato qualche nervo scoperto di troppo in casa Juventus, dopo la reazione di Fabio Quagliarella al momento di lasciare il campo sostituito da Giovinco, con tanto di malcontento urlato all’indirizzo di Angelo Alessio con il viso coperto dal bavero del giubbotto. Oltre a questo, anche il presunto battibecco avvenuto alla fine del primo tempo, quando la Juventus era già in svantaggio a seguito del rigore realizzato da Robinho, che ha coinvolto Bonucci e Marchisio. 

    Al momento di rientrare negli spogliatoi, infatti, alcune voci hanno riportato di uno scontro verbale tra il centrocampista ed il difensore, con Claudio Marchisio che avrebbe attribuito le responsabilità della sconfitta che stava maturando proprio al difensore: “Stiamo perdendo per colpa tua”. Un episodio che ha suscitato molto scalpore, soprattutto alla luce del fatto che in casa bianconera – in particolar modo durante la gestione di Antonio Conte – non si era mai verificato, considerando che il mister salentino tiene molto all’unità dello spogliatoio e degli intenti di squadra che ritiene un presupposto fondamentale per la gestione della sua Juventus.

    Bonucci e Marchisio, pace su Twitter
    Bonucci e Marchisio, pace su Twitter | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    L’episodio, però, è stato ben presto chiarito dagli stessi diretti interessati che, come ormai accade frequentemente, hanno scelto i social network per dare la loro versione dei fatti, anche per avere una maggiore immediatezza e visibilità nella comunicazione. Su Twitter, i due hanno deciso per un rapido quanto efficace scambio di battute finalizzato a spiegare l’accaduto e, soprattutto, a ridimensionare il presunto clima di nervosismo: Marchisio, il cui nickname è “ClaMarchisio8” si rivolge a Bonucci, “leo19” domandandogli:Leo, hai letto del nostro presunto litigio? Mah…” Alla domanda di Marchisio, giunge così la risposta di Bonucci che mette “un punto” alla vicenda: “Sono rimasto stupìto anch’io!!!..mah…ci vediamo al campo”

    Una smentita diretta, dunque, quella di Bonucci e Marchisio che contiene un duplice “mah”, esclamazione che racchiude stupore e, probabilmente, fastidio per una voce che li ha riguardati in prima persona e che – se fosse stata inventata “ad arte” – avrebbe potuto avere proprio l’intento di destabilizzare un ambiente che sta vivendo un periodo particolare.

  • Cos’ha detto Quagliarella ad Alessio? Nervi tesi in casa Juve

    Cos’ha detto Quagliarella ad Alessio? Nervi tesi in casa Juve

    Le sostituzioni, con annesso malcontento da parte di chi è costretto ad uscire anzitempo dal campo, sono una costante che si ripropone molto spesso, e che le Tv tendono sempre a sottolineare ed enfatizzare alla ricerca del particolare rivelatore che possa far trapelare dissidi e screzi all’interno dello spogliatoio. In casa Juventus, però, un simile episodio fa notizia considerando la filosofia del club bianconero in merito alla gestione delle problematiche interne orientata al vecchio adagio “i panni sporchi si lavano in casa”. Per tal motivo, l’episodio accaduto in Milan-Juventus durante la sostituzione di Fabio Quagliarella per lasciar spazio a Sebastian Giovinco ha suscitato grande meraviglia e curiosità, a tratti morbosa.

    Il “fatto” in questione è il seguente: Fabio Quagliarella viene richiamato in panchina, dopo una prestazione incolore condizionata dal rendimento insufficiente di tutta la squadra, esce dal campo visibilmente contrariato, con il capo chino. Prima di raggiunge la panchina, indossa il giubotto nero, e nella sua camminata lenta e rabbiosa, alza il bavero del piumino fino a coprire la bocca e volge la testa in direzione di Angelo Alessio, che si trova in piedi con lo sguardo volto verso il campo. Questo è ciò che le immagini hanno permesso di scrutare ma, a ben guardare, proprio nel momento in cui Quagliarella alza il bavero del giubotto, l’attaccante napoletano rivolge qualche parola all’indirizzo del vice di Conte e, a giudicare dalla mimica facciale, l’ umore del calciatore non è dei migliori, giusto per usare un eufemismo.

    Fabio Quagliarella contrariato dopo la sostituzione in Milan-Juventus
    Fabio Quagliarella contrariato dopo la sostituzione in Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

    Ovviamente non è dato sapere quali siano state le parole pronunciate da Quagliarella, ma ciò che appare con certezza è il suo nervosismo per una sostituzione che non ha digerito, forse anche a causa della frustrazione per non aver potuto incidere sulla gara a causa di una prestazione complessivamente molto opaca. Quel che pare molto probabile, è che le parole pronunciate da Quagliarella siano state l’espressione di un malcontento per aver dovuto lasciare il campo, sentendosi nuovamente “in discussione”.

    Tuttavia, a tal proposito, è necessario focalizzare l’attenzione sulle parole dello stesso attaccante napoletano nel post gara del match contro il Chelsea di martedì scorso, quando Conte lo ha schierato titolare e lui ha realizzato la rete del 2-0 contro i blues: complice l’euforia per la vittoria e la soddisfazione per la rete personale, Quagliarella aveva svelato un significativo retroscena che riguardava proprio le gerarchie ed i meccanismi di scelta del parco attaccanti bianconero, sottolineando la chiarezza adoperata da mister Antonio Conte fin dal ritiro estivo, preparando la squadra al fatto che in attacco non ci sono inamovibili e che tutti “gireranno”, come si usa dire in gergo calcistico. Per tal motivo, è chiaro che Fabio Quagliarella, così come tutti gli altri componenti del reparto offensivo della Juventus, sia ben conscio del fatto che il posto “fisso” non può essergli garantito e, dunque, la sua reazione di ieri è frutto di un malessere connesso a tale consapevolezza, un modo per rimarcare: “perchè devo uscire io e non qualcun’altro?” 

    Nel post gara Angelo Alessio ha cercato di minimizzare l’accaduto, affermando di “esser stato concentrato alle dinamiche di gioco e di non aver sentito cos’abbia detto Quagliarella. Questo, naturalmente, rientra nell’impostazione bianconera orientata a risolvere le problematiche al riparo da occhi ed orecchie indiscrete ma, con tutta probabilità, alla ripresa degli allenamenti la questione verrà affrontata direttamente da mister Conte che non avrà affatto gradito perchè la disciplina e l’autocontrollo sono per lui un requisito fondamentale. Ma il nervosismo di Quagliarella ed il presunto battibecco Marchisio-Bonucci, con il centrocampista che accusa il difensore dicendogli “stiamo perdendo per colpa tua”, sono segnali che il mister bianconero deve analizzare con molta attenzione prima che l’unione di intenti della squadra venga compromessa.

  • Buffon: “Rigore non è alibi, abbiamo giocato male”

    Buffon: “Rigore non è alibi, abbiamo giocato male”

    Un campione si riconosce dai dettagli che lo possono elevare al di sopra della banalità e della violenza verbale delle dichiarazioni post-partita, quando a seguito di una sconfitta si cerca di appigliarsi ad ogni motivazione che possa giustificarla, addolcirla, ridimensionarla. Un campione, ed un capitano, non si nasconde dietro le parole, ma affronta le situazioni con analisi sincere, anche per rispetto nei confronti dei tifosi, che hanno appena assistito ad una prova a dir poco inadeguata da parte della squadra. Il campione, in tal caso, è Gigi Buffon, protagonista nel post gara di Milan-Juventus di un intervento ai microfoni di Sky, analizzando a caldo ma con estrema lucidità la sconfitta della Juventus, senza cercare l’ombra di un alibi, con assoluta onestà intellettuale.

    Non è una novità, certo, considerando che il portierone si è sempre distinto per tali caratteristiche, ma è un aspetto sempre lodevole soprattutto considerando il livello dialettico su cui si basano solitamente tali commenti e tali dichiarazioni, in cui ognuno cerca di adoperare le solite frasi preconfezionate utilizzandole ad arte in un collage di luoghi comuni, spesso finalizzati a dribblare i problemi, a concentrare l’attenzione sugli errori altrui per non dover ammettere i propri.

    Dopo il rigore concesso dal direttore di gara Rizzoli per il fallo di “ascella” di Mauricio Isla – ed a tal proposito, sempre nel post-partita, Adriano Galliani chiedeva l’intervento del Dottor House per capire se l’ascella fosse o meno parte del braccio – Buffon esprime in maniera diretta il suo giudizio sul fatto che l’intervento del numero 33 bianconero non fosse da punire con il penalty, sottolineando subito dopo che “la Juventus non ha perso per quel rigore”. Il numero uno bianconero, infatti, ha motivato la sua osservazione alludendo al fatto che la squadra avrebbe avuto un’ora di tempo per provare a recuperare, se avesse giocato come ha dimostrato di saper fare ed, invece, “non lo abbiamo fatto”. 

    Gigi Buffon durante Milan-Juventus
    Gigi Buffon durante Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

    Secco e perentorio il commento di Buffon, dal cui viso tirato per la delusione della sconfitta trapela la volontà di lanciare un messaggio per preciso al mondo del calcio italiano, proprio per evitare che all’episodio contestato possa seguire un’infinita serie di polemiche ed “approfondimenti”, ricalcando quanto accaduto lo scorso anno con il gol annullato a Muntari (proprio nella stessa area di rigore, ndr), o le recenti infuocate contestazioni dell’Inter per il gol in fuorigioco realizzato dalla Juventus nello scontro diretto dello Juventus Stadium.

    Il concetto da esprimere è semplice: non è giusto cercare degli alibi, soprattutto di fronte ad una sconfitta che la squadra non ha saputo evitare sul campo; è giusto, invece, riflettere sulle cause del secondo stop in campionato, analizzare le ragioni delle difficoltà, fisiche o psicologiche che siano. Sarà stato colpa della gara di Champions League di martedì scorso contro il Chelsea che ha assorbito energie e concentrazione? Sarà un momento in cui la fatidica “fame” predicata da Conte è stata parzialmente saziata da qualcos’altro? Non è ancora dato saperlo, ma quel che è certo – secondo lo stesso Buffon – è che “abbiamo fatto una pessima partita, e dopo una lunga serie di risultati positivi siamo un po’ sottotono, non abbiamo avuto il giusto atteggiamento e dobbiamo lavorarci“.

    Parole degne di un numero uno, in tutti i sensi, dal quale l’intero movimento calcistico ha molto da imparare: touchè.

  • Torino-Fiorentina 2-2, El Hamdaoui acciuffa pari Viola

    Torino-Fiorentina 2-2, El Hamdaoui acciuffa pari Viola

    Allo stadio Olimpico, Torino-Fiorentina è il match fra due squadre che fanno del gioco a viso aperto il loro segno distintivo, nonostante i diversi obiettivi stagionali e la gara non delude affatto le aspettative, con grande ritmo e ripetute azioni pericolose, oltre a ben quattro gol complessivamente realizzati per il risultato finale di 2-2. Alla vigilia, il tecnico Viola Vincenzo Montella aveva avvertito i suoi uomini a proposito della pericolosità dell’avversario, lodando gli uomini di Ventura ed il loro gioco, e mantenendo calmo l’ambiente per evitare eccessivi voli pindarici dati dal terzo posto in classifica. Il Toro, invece, punta ad una salvezza tranquilla non disdegnando un gioco avvolgente, soprattutto grazie ai due esterni del 4-2-4 Cerci e Santana, grandi ex della gara.

    Il match si apre così con grandi emozioni, con Luca Toni che già al 3′ avrebbe una buona opportunità per passare in vantaggio ma il suo tiro, su assist di Cuadrado, termina alto sopra la traversa della porta difesa da Gillet. Nel proseguio del primo tempo. Al 17′ ancora Fiorentina, con colpo di testa di Aquilani che non è preciso e finisce di poco alto. Al 28′ scontro fortuito tra Toni e Glik, con ingresso in campo della barella per soccorrere i due considerando che si sono scontrati con la testa. Non riusciranno a tornare in campo ma, mentre per Glik si è esclusa la necessità di accertamenti in ospedale, per Luca Toni a causa di un giramento di testa si è preferito effettuare ulteriori accertamenti e l’attaccante al termine del primo tempo è stato portato in ospedale per approfondimenti. Al 35′ esce dal campo Alberto Aquilani a causa di problemi fisici ed entra al suo posto Lijajic.

    Al 39′ giunge l’episodio che cambia il primo tempo: azione del Toro con cross di Savic da sinistra, la difesa della Fiorentina non è reattiva e l’assist viene raccolto prontamente da Alessio Cerci che batte Viviano: 1-0, e gol dell’ex per l’esterno granata che festeggia il gol con un pizzico di soddisfazione in più anche alla luce delle polemiche che hanno accompagnato la sua partenza da Firenze.

    Il secondo tempo di Torino-Fiorentina si apre con una grande azione di Cerci al 7′, che entra in area in velocità e prova il tiro di sinistro a sorprendere Viviano, ma il portiere Viola risponde alla grande evitando anche il possibile tap-in di Santana che era in agguato in area. Al 17′ la Fiorentina comincia ad affacciarsi in avanti con cross di Pasqual dalla sinistra per il colpo di testa di Seferovic che colpisce il palo e poi la palla termina sul fondo.

    Al 27′, contatto in area tra Cuadrado e D’Ambrosio, con l’arbitro che decreta in calcio di rigore per la Fiorentina e l’ammonizione di D’Ambrosio. Si incarica Gonzalo Rodriguez del tiro dagli undici metri e spiazza Gillet realizzando il pareggio: 1-1. Dopo soli tre minuti, al 30′, azione Toro con cross di Stevanovic, su cui Rodriguez liscia, e conseguente rete di Birsa, alla sua prima realizzazione in serie A: 2-1 e Torino di nuovo in vantaggio. Al 38′ di nuovo Fiorentina in attacco, con El Hamdaoui che stoppa e tira, realizzando magistralmente la rete del nuovo pareggio Viola e suo personale secondo gol in serie A: 2-2.

    Torino-Fiorentina termina, così, con il pareggio finale che premia l’intensità e la spregiudicatezza di entrambe le squadre, con un pari che non scontenta nessuna delle due: la Fiorentina è parsa meno fluida del solito ma probabilmente su questo hanno pesato molto l’assenza di Pizarro e gli infortuni a gara in corso di Aquilani e Toni.

    Il gol di El Hamdaoui fissa il risutato di Torino-Fiorentina sul 2-2
    Il gol di El Hamdaoui fissa il risutato di Torino-Fiorentina sul 2-2 | ©Marco Luzzani/Getty Images

    Le Pagelle di Torino-Fiorentina:

    Cerci 7.5 Grande ex dal dente avvelenato, segna un gol e si rende pericoloso con la sua velocità in diverse occasioni: il migliore in campo

    El Hamdaoui 7 Impatto eccezionale sulla gara: un gol di grande fattura che regala il pari alla Fiorentina

    Rodriguez 6 Freddo sul rigore realizzato, distratto in occasione del gol di Birsa

    Tabellino Torino-Fiorentina:

    Torino (4-2-4): Gillet 6, Darmian 6, Glik 6 (31′ Rodriguez 6,5), Ogbonna 6,5, D’Ambrosio 5, Basha 5,5, Gazzi 6, Santana 6, Bianchi 5,5, Meggiorini 5,5 (70′ Stevanovic 6), Cerci 7,5 (66′ Birsa 6,5).

    Fiorentina (3-5-2): Viviano 5,5, Roncaglia 5,5 (82′ El Hamdaoui 7), Rodriguez 6, Savic 5,5, Cuadrado 6,5, Aquilani 6 (38′ Ljajic 6), Olivera 5,5, B. Valero 6,5, Pasqual 6,5, M. Fernandez 6, Toni 6 (42′ Seferovic 6).

    Video Fiorentina-Torino:

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