Autore: Simona Granieri

  • Appello di mister Farina agli arbitri: Del Piero va tutelato

    Appello di mister Farina agli arbitri: Del Piero va tutelato

    Dopo le rassicurazioni di Alessandro Del Piero all’intero ambiente del Sydney con le sue dichiarazioni dei giorni scorsi in cui affermava di voler proseguire anche in futuro l’avventura australiana nonostante le difficoltà di classifica della squadra, giungono le parole del tecnico del Sydney Fc Frank Farina in difesa del suo calciatore che appaiono, forse, anche un modo per ringraziarlo per le parole spese da Alex nei confronti della squadra e della società.

    Quello di Farina, dunque, risulta un vero e proprio appello alla classe arbitrale dell’ A-League, affinchè possa cercare di tutelare durante i match un patrimonio di inestimabile valore come Alex che, troppo spesso, viene sottoposto ad un “trattamento speciale” ma senz’altro non gradito dai difensori avversari. Le parole del tecnico Farina sono molto chiare e appaiono come una presa di posizione molto netta, soprattutto alla luce del fatto che il suo calciatore di maggior talento sarà costretto a saltare il prossimo impegno di campionato contro l’Adelaide a causa di alcuni acciacchi provocati proprio da duri falli subiti nel match di giovedì scorso, vinta per 1-0 dal Sydney Fc contro la capolista Central Coast Mariners.

    Ma Farina entra ancor più nello specifico, andando a evidenziare anche il numero di interventi eccessivamente duri subiti da Alex Del Piero durante quel match: “ha subito falli per almeno 8-10 volte” precisando, inoltre, che a causa degli acciacchi e del poco tempo a disposizione tra quel match ed il prossimo, non ha potuto allenarsi al meglio e, dunque, non potrà essere a disposizione contro l’Adelaide. Un danno molto forte per il Sydney Fc, in particolare in questo momento in cui tutto l’ambiente sta provando a far quadrato per venir fuori da una situazione difficile in termini di risultati e di classifica, per dar vigore anche a quelle che erano le speranze di Alessandro Del Piero all’inizio della stagione.

    Del Piero subisce troppi falli in Australia | © Mark Kolbe/Getty Images
    Del Piero subisce troppi falli in Australia | © Mark Kolbe/Getty Images

    Un danno, poi, anche per lo spettacolo, anche “per la gente di Adelaide”, sottolinea ancora mister Farina, considerando che – com’è ovvio – anche le squadre avversarie beneficiano della presenza di Alex Del Piero in campo in termini di attrattività del match e, di conseguenza, di presenza di spettatori: il ruolo di Alex nel calcio australiano, infatti, oltre che di calciatore del Sydney è anche quello di simbolo del grande calcio europeo, della qualità e del bel gioco, che possa servire da attrattore per diffondere un maggior coinvolgimento verso questo sport anche in un Paese finora poco appassionato alla palla rotonda.

    Pertanto, il tecnico del Sydney – nel suo”appello” a metà fra interessi propri e altruistici – focalizza l’attenzione sulla necessità di proteggere Del Piero sui campi da gioco, precisando che il numero dieci con la sua esperienza è in grado di sapersi gestire ma che viene ripetutamente preso a calcioni dagli avversari”, una circostanza che nel corso della stagione potrebbe costringerlo a saltare diverse partite per infortunio. Gli arbitri, dunque, secondo Farina dovrebbero punire più severamente quegli interventi mirati a “far male”, di cui lo stesso Del Piero, dall’inizio del campionato ad oggi,  si è più volte lamentato con la società.

    D’altronde, in uno dei Paesi simbolo dei valori della sportività, sembra lecito attendersi una maggiore correttezza.

  • Capello: “La Juve di Conte vince senza competitors”

    Capello: “La Juve di Conte vince senza competitors”

    I paralleli tra il presente ed il passato non sempre sono appropriati anche perchè le circostanze mutano al trascorrere del tempo e, dunque, può risultare quantomeno forzato un accostamento tra momenti differenti: questo è vero anche nel mondo del calcio, e Fabio Capello attuale cittì della Russia non ha perso occasione per puntualizzarlo, evidenziando le differenze tra la sua Juventus di metà anni duemila e questa Juventus targata Antonio Conte, capace di far voltare pagina all’intero ambiente dopo gli anni difficili del post-Calciopoli. Per questo, Fabio Capello non può che mostrare il proprio apprezzamento per il lavoro fin qui svolto dai bianconeri, “stanno facendo benissimo” anche se – secondo il mister friulano – non hanno competitors“. Ciò significa che, secondo Capello, la sua formazione che conquistò due scudetti sul campo, aveva un quid in più perchè doveva fronteggiare un’agguerrita concorrenza, dal Milan all’Inter alla Roma, mentre nel caso attuale la Signora non sembra aver grandi rivali considerando che le altre squadre hanno lasciato andar via tutti i grandi giocatori e, dunque, hanno visto ridursi sensibilmente il proprio potenziale: “l’unica che sulla carta potrebbe dar fastidio alla Juventus potrebbe essere la Roma”.

    A proposito della forza della Juventus di oggi, Capello sottolinea l’importanza di due elementi, che la dirigenza bianconera è stata abile a rilevare a parametro zero per poi valorizzare al meglio, fino a renderli due calciatori imprescindibili nei rispettivi ruoli: il primo, ovviamente, è Andrea Pirlo che la Juventus lo scorso anno ha strappato al Milan portandolo a nuova vita come perno del centrocampo “e che sarebbe capace di far la differenza nelle migliori squadre del mondo”, il secondo è, invece, Andrea Barzagli divenuto in poco tempo pilastro della retroguardia di Conte dopo anni non propriamente brillanti in Bundesliga.

    Capello: la Juve di Conte non ha competitors | © Mike Kireev/Epsilon/Getty Images
    Capello: la Juve di Conte non ha competitors | © Mike Kireev/Epsilon/Getty Images

    Dopo la Juventus, però, Fabio Capello non si sottrae dal commentare alcune tematiche calde in casa Roma, ed, in particolare, legate a Daniele De Rossi. Il rapporto con fra il centrocampista ed il mister friulano è molto forte, considerando che fu lo stesso Capello a farlo esordire in serie A (nella stessa gara in cui esordì anche il giovane Alberto Aquilani, ndr) e, dunque, l’attuale cittì della Russia mostra ancora molto interesse per le sorti calcistiche di De Rossi, in particolare in un momento in cui sembra vivere un rapporto non esattamente idilliaco con il proprio tecnico Zdenek Zeman. Ma, secondo Capello, Zeman conosce molto bene il reale valore di De Rossi e, affinchè la situazione possa migliorare, il giocatore “dovrà sapersi adattare a certe idee del proprio allenatore”.

     In passato Capello consigliò a Daniele De Rossi di non andar via dalla Roma per poter rivestire quel ruolo di “Capitan Futuro” che sembrava essergli stato cucito addosso, ma ad oggi il mister friulano pone maggiormente l’accento sulla serenità del giocatore perchè è essenziale che “sia felice nella squadra in cui gioca per trasmettere tale felicità ai compagni”. 

    Un concetto valido in generale, naturalmente, ma ancor di più per un elemento di grande valore come De Rossi, un giocatore “importante e che fa la differenza, un giocatore della Nazionale Italiana”.

  • Platini tuffo nel passato: “Juve già ai quarti”

    Platini tuffo nel passato: “Juve già ai quarti”

    Anche i presidenti Uefa hanno un cuore, che li rende capaci di un tuffo nei ricordi, di un viaggio nel proprio passato da calciatore, negli anni in cui nacque il soprannome di “le Roi”, in cui “giocavo nel club più forte al mondo, la Juventus”: parole di Michel Platini in persona che ripercorre le tappe della propria carriera, iniziata giocando per strada da bambino, ed approdando poi nel club più importante della propria regione, la Lorena, e di seguito nel primo club di Francia dell’epoca, il Nancy, da cui prese il volo in direzione Torino per vestire i colori della Signora.

    Un percorso “evolutivo” che lo ha portato a divenire uno dei più forti di sempre, un mito per i ragazzini di quegli anni, uno dei pupilli dell’esteta del calcio per eccellenza, l’Avvocato Agnelli: un viaggio nella memoria, dunque, per Platini con tanto di aneddoto familiare in riferimento al cambiamento che, proprio negli anni che lo vedevano protagonista, il mondo del calcio stava attraversando. Quando giocava nel suo primo club, suo padre non riusciva a credere che potessero pagarlo per giocare a calcio (e guadagnava l’equivalente di novanta euro al mese), e poi con il passaggio alla Juventus lo stesso Platini si accorse bene di come gli ingaggi stavano crescendo in maniera esponenziale. Un percorso che conduce anche al momento di dire addio al calcio, quando Michel Platini si accorse di non avere più benzina perchè non riusciva più a segnare al Napoli, proprio sul finire degli anni ottanta quando stava iniziando a brillare la stella di Maradona, e Platini decise di “lasciare spazio a Diego”. 

    Da allora, la sua vita ha intrapreso nuovi binari, avvicinandosi alle istituzioni del calcio fino a raggiungere il vertice del calcio Europeo, la presidenza Uefa, un ruolo dal quale ha potuto intraprendere una battaglia che gli sta molto a cuore, quella per la diffusione del Fair Play e dei valori più profondi dell’etica calcistica: una campagna che gli impone la ferma condanna di tutti quei fenomeni “deviati” rispetto alla correttezza ed al rispetto delle regole, dal doping allo scandalo scommesse fino al problema-razzismo negli stadi, una piaga che deve essere combattuta con mano ferma, arrivando anche a sospendere le gare se necessario, per dare un segnale forte che parta dal calcio e possa giungere all’intera società civile.

    Platini tuffo nel passato bianconero | © MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images
    Platini tuffo nel passato bianconero | © MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images

    Fair play non solo nei comportamenti, però, ma anche dal punto di vista finanziario e della “salute” economica dei club affinchè si possa ragionare in un’ottica “egualitaria”, lottando ad armi pari o, perlomeno, non troppo impari: va bene aprire ai ricchi, ma è necessario che questi amino questo sport, che deve vivere di passione. In tal senso, Platini appare concorde con la decisione della Fifa di affidare l’organizzazione del Mondiale 2022 al Qatar, ma auspica che si possa “aprire ai Paesi vicini” e che possa essere disputato in Inverno, per rispetto dei calciatori e degli spettatori, scongiurando il problema del gran caldo.

    Infine, in un ideale cerchio che si chiude, il discorso di Platini torna sulla Juventus – non più del passato ma del presente – analizzando la situazione in Champions League del club bianconero alla luce del sorteggio dello scorso 20 Dicembre: secondo il numero uno Uefa il Celtic non è un ostacolo insormontabile e la Juventus “può considerarsi già una delle magnifiche otto che approderanno ai quarti di finale. Il discorso legato al cammino Europeo dei bianconeri, poi, secondo Platini si spinge anche oltre i quarti di finale, considerando che, nella connotazione degli scontri diretti, alcune grandi si elimineranno tra loro e, di riflesso, ciò potrebbe aiutare la Juventus che ha “aperto un nuovo ciclo e mi pare esistano i presupposti per un futuro particolarmente roseo” anche grazie alla spinta di Andrea Agnelli. 

  • Maldini no alla politica, il Milan ha perso la magia

    Maldini no alla politica, il Milan ha perso la magia

    Nei giorni dell’annuncio della “ridiscesa in campo” di Silvio Berlusconi, il suo nome era stato accostato alla nuova Forza Italia 2.0, insieme a quello di altre glorie del Milan che fu: Paolo Maldini, però, non sembra affatto interessato alla politica e lo precisa in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, in cui spazia anche su altre tematiche che includono, ovviamente, il Milan del presente.

    Politica – Paolo Maldini non ha dubbi e rimanda al mittente l’eventuale candidatura alle prossime elezioni di Febbraio definendo tale notizia “assolutamente falsa” sottolineando che nel presente non vi sono rapporti con Silvio Berlusconi, che ha visto per l’ultima volta alla festa per il 25 anni della sua presidenza rossonera e, da allora, “non ho più sentito” precisando chela politica non è tra le mie aspirazioni”. Non si tratta di una preclusione assoluta da estendere all’intera categoria dei calciatori, però, semplicemente un suo punto di vista dettato dal proprio sentire personale anche perchè Maldini non vorrebbe essere considerato un “simbolo” del proprio Paese così come lo sono i suoi ex compagni di squadra rossoneri Shevchenko e Weah in Ucraina e Liberia, e la ragione è molto semplice: “In quei casi i rispettivi Paesi vivono situazioni particolari, mentre l’Italia dovrebbe essere una democrazia più solida”. 

    Simboli – A proposito di giocatori-simbolo, se non in riferimento alla politica Nazionale, Paolo Maldini avrebbe potuto essere per il Milan un dirigente di alto livello in virtù della sua straordinaria carriera tutta a tinte rossonere, che lo ha reso una delle ultime bandiere del calcio moderno. Così, però, non è stato nè nel Milan nè altrove, e sono ormai trascorsi più di tre anni dal suo ritiro dal calcio giocato: c’è il rischio, dunque, che il suo futuro possa essere lontano da questo mondo anche se Paolo Maldini non sembra affatto preoccupato di ciò, considerando che ha vissuto tale mondo per 31 anni e che, per ora, sembra contento di dedicarsi alla sua attività di imprenditore immobiliare.

    Maldini no alla politica | © Tullio M. Puglia/Getty Images
    Maldini no alla politica | © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Desideri – Dovendo immaginare un possibile ritorno nel panorama calcistico, però, Maldini non gradirebbe ricoprire un incarico dirigenziale in senso stretto, bensì qualcosa che gli permetta di sfruttare la sua esperienza di campo, alla sua conoscenza a tutto tondo di questo mondo, di cui ha vissuto l’evoluzione. L’esperienza da capitano rossonero dal 1997 in poi “mi sono serviti tanto” perchè si impara a gestire la quotidianità e si acquisisce anche la capacità di valutare gli altri: in tal senso, dunque, un incarico dirigenziale che abbia un rapporto stretto con i calciatori potrebbe essere preso volentieri in considerazione da Paolo Maldini che, invece, non gradirebbe un incarico di mera rappresentanza, “un ruolo tanto per averlo in Figc, Uefa o Fifa”. 

    Milan – Ed ecco che si giunge al discorso Milan, partendo dal glorioso passato di cui Maldini è stato protagonista ed artefice, al presente che sembra non essere all’altezza di ciò che fu: “il Milan si è trasformato da squadra magica a squadra normale” e, secondo l’ex capitano, la motivazione è molto semplice. Per spiegarla, Maldini ricorre al parallelo con altri grandi club quali Bayern e Barcellona sottolineando che nell’attuale club rossonero non c’è nessuno di coloro che fecero la storia che possa “trasmettere quel messaggio”. Inoltre, alla luce delle cessioni di lusso dello scorso mercato estivo, secondo Maldini nell’attuale gestione sembra esservi poca programmazione , anche perchè l’attuale dirigenza sembra essere carente nella valutazione dei giocatori e tende ad affidarsi a un procuratore di peso, come Mino Raiola.  Secondo Maldini, invece, il Milan avrebbe bisogno di un direttore sportivo “puro”, che abbia le capacità necessarie ad analizzare le necessità della squadra ed a valutare i calciatori “perchè Braida ha sempre meno quel ruolo”. 

    Allegri – In tal senso, Maldini rivela che l’attuale mister rossonero avrebbe voluto coinvolgerlo nella gestione del gruppo: tutto ciò, però, sfumò improvvisamente nell’ottobre 2011 e, secondo Maldini, la motivazione di tale scelta potrebbe essere imputabile a Galliani, che sembra non gradirlo come collaboratore e, pertanto, Paolo Maldini vuol precisare di non sentirsi più uno di famiglia a Milanello. Un sentimento di “amarezza” che accomuna anche altre vecchie glorie rossonere che, però, si sposa bene con la fierezza nel sentirsi indipendente, così com’era anche da calciatore al punto da essere contestato da alcune frange ultras nella sua gara d’addio al calcio.

    I migliori di oggi – Maldini non può, poi, sottrarsi dal fornire un parere ed una valutazione sul calcio di oggi a tutto tondo e, con la consueta schiettezza, snocciola i nomi “top” nei diversi reparti. Buffon in porta, Barzagli in difesa, De Rossi a centrocampo ed El Shaarawy in attacco augurandosi che rimanga umile, perchè “la testa non è un dettaglio nello sport”, e soprattutto i valori ed il senso della lealtà sono l’aspetto fondamentale, che permette di arrivare ad essere stimato indipendentemente dai colori che si vestono, un po’ come è accaduto a lui, anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.

  • Ronaldo verso il terzo divorzio, addio a Bia Antony

    Ronaldo verso il terzo divorzio, addio a Bia Antony

    Ormai l’ex Fenomeno Ronaldo fa notizia soltanto per quelle che sono le sue avventure  legate alla cronaca rosa ed alla sua tumultuosa vita sentimentale, che dopo due divorzi alle spalle sembra condurre alla parola “fine” anche il matrimonio celebrato con Bia Antony, almeno secondo quanto riportano, ormai da diversi giorni, le indiscrezioni di gossip. Le prove dell’imminente rottura sarebbero nel fatto che i due trascorreranno il Capodanno lontani: lei nella villa di Ibiza che il calciatore aveva acquistato qualche anno fa insieme alla sua famiglia, Ronaldo, invece, sarà in compagnia di alcuni amici a Punta del Este.

    Basta soltanto questo a dedurre che, dopo sette anni e due figlie insieme, è finita la loro unione? Probabilmente si, e questo implicherà, appunto, il terzo divorzio per l’ex attaccante interista dopo quello dalla storica moglie – sposata nel 2000 – Milene Domingues che all’epoca delle nozze era incinta di quattro mesi, e quello dalla conduttrice Daniella Cicarelli celebrato nel 2005.

    Ronaldo verso il terzo divorzio | ©  Gareth Gay/Getty Images
    Ronaldo verso il terzo divorzio | © Gareth Gay/Getty Images

    Inoltre, dopo giorni di sussurri e voci sempre più insistenti, è stato lo stesso entourage dell’ex calciatore verdeoro a voler metter luce sulla questione proprio per evitare la diffusione di ulteriori ipotesi, con una nota pubblica riportata dal quotidiano brasiliano Globo, in cui la coppia – ormai ex – annuncia la propria separazione di “comune accordo”, presa nell’interesse delle loro due figlie: “una decisione di comune accordo frutto della nostra storia e dell’amore per le nostre figlie”, precisando che l’ “affetto e l’amicizia reciproca non cambiano” e contando sul “rispetto da parte dell’opinione pubblica”.

    Anno nuovo vita nuova, dunque, e sembra proprio che Ronaldo abbia preso alla lettera questo noto adagio popolare: il suo 2013 si aprirà da single e forse anche per questo l’ex calciatore ha deciso di rimettersi in forma perdendo ben 17 chilogrammi in tre mesi, durante la partecipazione ad un Reality Show televisivo.

  • Shakira e Piquè genitori? Ma è solo uno scherzo

    Shakira e Piquè genitori? Ma è solo uno scherzo

    Se i due protagonisti di questa notizia fossero stati italiani e se oggi fosse stato il primo d’Aprile, si potrebbe parlare di un clamoroso Pesce d’Aprile: la data odierna, però, è quella del 28 Dicembre e, dunque, si deve fare riferimento alla Festa degli Innocenti spagnola, che in terra iberica ha un significato simile a quello dell’italiano “pesce”. I protagonisti della notizia-bufala sono due personaggi molto noti, Shakira e Piquè, la coppia formata  dalla bionda cantante e dal difensore blaugrana e della nazionale spagnola e, che è in attesa di un bebè. Questa mattina, un Tweet del calciatore del Barcellona annunciava il lieto evento della nascita del loro primogenito, ringraziando tutti coloro che avevano manifestato il loro affetto alla coppia di neo-genitori:E’ nato nostro figlio! Siamo  molto felici, grazie a tutti per i vostri messaggi“.

    Shakira e Piquè genitori? Ma è solo uno scherzo | © David Ramos/Getty Images
    Shakira e Piquè genitori? Ma è solo uno scherzo | © David Ramos/Getty Images

    Subito dopo l’annuncio, com’era nelle aspettative del “burlone” Piquè,  i suoi followers e fans che si sono affrettati a congratularsi e complimentarsi con lui e con la compagna per il lieto evento e,  soltanto qualche ora dopo, è giunto il successivo cinguettìo dello stesso Piquè che smentiva in tono scherzoso la notizia precedentemente annunciata, facendo riferimento proprio al nome del nascituro, in assonanza con San Inocencio: “Ha già un nome, si chiama Inocencio. Felice giorno degli Innocenti a tutti!!”. 

    Per rendere più chiara la smentita della nascita del bebè e per rassicurare i fan della coppia e di Shakira, è poi intervenuto anche il manager della cantante Rodrigo Beltran che ha voluto sottolineare come il parto sia previsto per il mese di Febbraio e che, per ora, la cantante “è tranquilla” aggiungendo un ulteriore particolare che confermi lo stato d’animo sereno di Shakira, “ora sta dormendo, per ora non c’è alcun parto in vista”.

    Senza ombra di dubbio, però, non si può non parlare di uno scherzo pienamente riuscito ed, intanto, Shakira e Piquè avranno sicuramente riso di gusto.

     

  • Oscar della Juventus 2012, trionfano Pirlo e Conte

    Oscar della Juventus 2012, trionfano Pirlo e Conte

    Fine d’anno, tempi di bilanci e di riconoscimenti che possano racchiudere il senso di una stagione, ancor di più se l’anno solare che sta per concludersi è stato “da incorniciare” come quello della Juventus. Ecco perchè gli Oscar della Juventus 2012 promossi da Tuttosport ed attribuiti da una giuria composta da cinquanta persone tra ex calciatori bianconeri, giornalisti e tifosi vip, assumono un significato ancora più importante: per la Juventus l’anno 2012 ha significato soprattutto rinascita, rivincita, scudetto e super Coppa Italiana, primi trofei del post-Calciopoli. Ha significato riappropriarsi del proprio ruolo, dopo anni di lontananza dal vertice del calcio italiano e, per questo motivo, mai come quest’anno i bilanci e gli Oscar di fine anno divengono importanti.

    Vediamo nel dettaglio, dunque, a chi sono stati attribuiti tali Oscar della Juventus per l’anno 2012 considerando quello di miglior giocatore in assoluto, quelli di miglior attaccante, centrocampista e difensore, di miglior acquisto, di miglior giovane, la gara più significativa e, poi, il voto popolare.

    Quasi un plebiscito ha sancito quello del giocatore dell’anno, attribuito al faro del centrocampo bianconero Andrea Pirlo che ha raccolto 32 preferenze su 50, a suggellare un anno solare vissuto da protagonista ritrovato, da assoluto valore aggiunto della formazione di mister Conte. L’Oscar della Juventus 2012 come migliore attaccante, invece, è spettato a Mirko Vucinic con ben 35 preferenze, nonostante nella scorsa stagione abbia messo a segno 14 gol, una cifra di certo non sensazionale per un bomber; tuttavia, il valore e l’importanza del montenegrino è anche quella di uomo-assist, di imprevedibile suggeritore, capace di far segnare anche i compagni di reparto e, per questo, il suo riconoscimento è stato ben ponderato.

    Oscar della Juventus 2012, trionfo per Pirlo e Conte | © ANDREAS SOLARO/Getty Images
    Oscar della Juventus 2012, trionfo per Pirlo e Conte | © ANDREAS SOLARO/Getty Images

    L’Oscar della Juventus 2012 come miglior difensore, invece, è stato attribuito ad Andrea Barzagli, vero cardine della retroguardia juventina con Bonucci e Chiellini, in grado di superare anche il numero uno Gigi Buffon, portiere ed attuale capitano della Signora.

    Tra i centrocampisti, l’ Oscar è stato assegnato al Principino Claudio Marchisio, che grazie all’intuizione di Antonio Conte che gli ha cucito addosso il ruolo di mezz’ala sinistra, ha contribuito in maniera considerevole ai successi della squadra e, soprattutto, a rendere tanto forte il centrocampo bianconero, insieme agli imprescindibili compagni di reparto Pirlo e Vidal.

    L’Oscar di partita più bella dell’anno 2012 secondo la giuria di esperti è stata la gara di Champions League con il Chelsea allo Juventus Stadium, con un secco 3-0 che ha spalancato le porte della qualificazione agli ottavi di finale prima della gara con lo Shakhtar, mentre l’Oscar di migliore acquisto dell’anno 2o12 è stato attribuito ad Asamoah, arrivato in comproprietà con l’Udinese. Come miglior giovane, invece, quasi all’unanimità è stato eletto il francese Paul Pogba, che ha raccolto ben 41 preferenze.

    Il voto popolare che ha coinvolto i lettori del quotidiano Tuttosport, invece, ha eletto Antonio Conte come “bianconero dell’anno” non mostrando alcuna titubanza sull’individuazione di colui che, con il suo contributo, ha saputo cambiare la mentalità della squadra, restituendole l’antico smalto, la fame per le vittorie, la volontà di primeggiare ad ogni costo, ricostruendo quel passato glorioso di cui ne era stato parte da calciatore e da capitano. Antonio Conte è il simbolo del 2012 bianconero, e tale Oscar probabilmente vale più di tutti gli altri considerando le difficoltà legate alla squalifica che per quattro mesi ha tenuto il tecnico salentino lontano dalla sua “creatura”: un anno di molte luci e qualche ombra per lui, ma l’Oscar della Juventus 2012 è il premio della “sua gente” e, di certo, sarà molto apprezzato da Conte.

  • Robinho in vacanza con Neymar aspettando il Santos

    Robinho in vacanza con Neymar aspettando il Santos

    Le vacanze natalizie per i calciatori brasiliani in forza alle squadre europee sono l’occasione per rilassarsi e ritemprarsi al tepore del sole di Rio de Janeiro, tra una giornata in spiaggia ed una partitella sulla sabbia, in barba anche alle regole stabilite dai club, contrari a tale tipologia di attività che potrebbe comportare qualche infortunio. Per Robinho, però, questo divieto non sembra assumere grande importanza considerando che il rossonero è stato fotografato mentre giocava a footvolley, ed ha anche rilasciato un’intervista ad un’emittente brasiliana mentre si trovava in spiaggia in compagnia di Neymar, la stella verdeoro inseguita da mezza Europa. E poi, come non suggellare queste vacanze con uno scatto da postare su Twitter? Detto, fatto. La foto di Neymar e Robinho  durante un party a Rio è stata subito caricata in rete con tanto di dedica fraterna: “al mio idolo e fratello”.

    Un sodalizio, quello tra i due, che potrebbe preludere a qualcosa di più soprattutto in questi roventi giorni di trattative e di scenari work in progress in chiave mercato: la passione del Milan per i brasiliani è un fatto più che noto e, pertanto, Adriano Galliani è volato in Brasile per una vacanza di lavoro, per cercare di piazzare sul mercato proprio Robinho, con un incontro con i dirigenti del Flamengo avvenuto proprio alla vigilia di Natale, dal quale è seguito un comunicato ufficiale della società brasiliana che ne ha chiarito i contenuti, sintetizzabili in un “nulla di fatto” per il trasferimento di Robinho in Brasile considerando che “in virtù della valutazione fatta dal Milan abbiamo deciso di non proseguire nelle trattative per il giocatore, almeno in questo momento”. 

    Robinho in vacanza in Brasile con Neymar | © Valerio Pennicino/Getty Images
    Robinho in vacanza in Brasile con Neymar | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Il problema, dunque, sta nel divario tra la domanda e l’offerta che ha indotto il Flamengo a desistere, mentre il Milan per mezzo del suo amministratore delegato ha deciso di guardare ad altri scenari, che riguarderebbero l’Atletico Mineiro e, soprattutto, il Santos di Neymar il quale potrebbe sfruttare il suo grande potere all’interno del club per spingere per l’acquisto dell’amico Robinho, che poi sarebbe un “ritorno a casa” considerando che il ventottenne fantasista del Milan venne lanciato proprio dal Santos di San Paolo. Se l’operazione andasse in porto – e secondo quanto riportano i media brasiliani lo stesso Galliani si sarebbe dichiarato possibilista – potrebbe essere questa l’ultima occasione per i due amici Robinho e Neymar per poter giocare nella stessa squadra prima che il gioiellino prenda la via dell’Europa considerando il pressing del Barcellona che vorrebbe portarlo in terra catalana nel prossimo mercato di Giugno.

    Il Milan ha bisogno di liquidità da reinvestire, poi, già nel mercato di Gennaio e, dunque, affinchè l’operazione cessione-Robinho possa andare a buon fine è necessaria un’offerta da almeno undici milioni di euro e se il Santos non dovesse formularla, potrebbe aprirsi un nuovo scenario che riguarderebbe ancora il Flamengo considerando che l’Adidas ha appena concluso un accordo decennale con il club e potrebbe avere tutto l’interesse nel finanziare l’operazione che porterebbe sicuri ritorni in termini di immagine e, di conseguenza, di vendite, ma per avere ulteriori sviluppi sarà necessario attendere i primi giorni del nuovo anno.

    Inoltre, è sempre calda la trattativa per il passaggio di Pato al Corinthians, in questo caso per la cifra di quindici milioni di euro: saranno i primi giorni del 2013 ad essere decisivi anche in tal senso. Per ora, dunque, sia per Galliani che per Robinho meglio concentrarsi sulle vacanze brasiliane.

  • Calciomercato Juventus: Peluso subito, Doria a Giugno

    Calciomercato Juventus: Peluso subito, Doria a Giugno

    La ricerca di un difensore per il Calciomercato Juventus procede in maniera ininterrotta soprattutto considerandone l’urgente bisogno che la squadra di Antonio Conte sembra averne come sostituto all’infortunato Giorgio Chiellini. Di certo, il livornese è un uomo imprescindibile e, quando rientrerà dall’infortunio, ritroverà il suo posto da titolare nel terzetto composto con Bonucci e Barzagli ma, per ora, è necessario individuare un “supplente” all’altezza che fornisca le adeguate garanzie soprattutto in virtù del delicato ruolo che dovrà ricoprire. Il candidato numero uno, in queste ore, sembra essere Federico Peluso dell’Atalanta.

    L’operazione dovrebbe giungere in porto già nel prossimo fine settimana, e prenderà la forma del prestito oneroso con diritto di riscatto a fine stagione che verrà formalizzato come proposta da parte del direttore generale bianconero Beppe Marotta: 1,5 milioni di euro da sborsare subito, e 3,5 milioni da corrispondere per il riscatto a fine stagione per un totale di 5 milioni di euro per l’operazione complessiva, un milione di euro in più rispetto all’iniziale cifra proposta dalla Juventus.

    Calciomercato Juventus, Marotta su Peluso
    Calciomercato Juventus, Marotta su Peluso | © Filippo Alfero/Getty Images

    Cifre ragionevoli considerando l’0pportunità di dilazionare il pagamento, oltre che garanzie tecniche che lo stesso mister Conte sembra fornire considerando che il tecnico bianconero conosce molto bene Peluso, ed ipotizza ora di poterlo adoperare sia sulla fascia sinistra in veste di terzino come vice-Asamoah (considerando l’impegno del ghanese con la sua Nazionale in Coppa d’Africa nei mesi di Gennaio e Febbraio, ndr) sia come centrale di difesa per tamponare l’assenza di Chiellini: inoltre, la trattativa dovrebbe “filare liscia” anche in virtù degli ottimi rapporti tra la Juventus ed il club bergamasco, che di recente hanno portato anche all’arrivo di Padoin a Torino. Sul fronte partenze nel calciomercato Juventus, invece, Antonio Conte ha posto il suo più assoluto veto alla partenza di Marrone nel mercato di Gennaio considerando la grande duttilità che gli consente di essere schierato sia a centrocampo che in difesa, così come accaduto nelle ultime uscite della Juventus in emergenza difensiva, mentre se qualcosa dovesse andar storto nella trattativa per Peluso, la soluzione numero due per la difesa nel mercato di Gennaio si chiama Salvatore Bocchetti, che a dicembre 2013 sarà in scadenza contrattuale con il Rubin Kazan, e che la Juventus aveva monitorato già in passato: arrivo a parametro zero o immediato per due milioni di euro? Ciò sembra dipendere dall’affare Peluso.

    Intanto, se il ventottenne romano Federico Peluso sembra essere, dunque, l’obiettivo primario di breve periodo in arrivo già nel mercato di riparazione, per la fine della stagione sembra fatta per il giovane brasiliano Doria, considerato ad oggi uno dei più forti e promettenti difensori brasiliani nonostante i suoi soli diciottanni d’età: l’affare dovrebbe concludersi nei prossimi giorni, secondo quanto riportano i media brasiliani con tanto di intervista-conferma a Jolden Vegete, uno dei procuratori di Doria. L’operazione dovrebbe concludersi positivamente per una cifra che dovrebbe aggirarsi sui nove milioni di euro complessivi, ma l’arrivo a Torino del giovane difensore verrà posticipato a giugno, anche se la cifra sembra eccessiva considerando che Doria può vantare solo venti presenze stagionali nella massima serie brasiliana con la maglia del Botafogo.

  • Del Piero: “2012 indimenticabile, rinnovo col Sydney”

    Del Piero: “2012 indimenticabile, rinnovo col Sydney”

    Alcuni giorni prima di Natale ed in concomitanza con le ripetute sconfitte del Sydney Fc nel campionato Australiano, si era diffusa in maniera sempre più insistente la notizia che Alessandro Del Piero avesse qualche dubbio sul proprio futuro nella terra dei canguri, attratto dal richiamo di casa. In realtà, però, così non sarà e a confermarlo è lo stesso Del Piero, subito dopo il primo Natale trascorso con temperature estive, con la gente in spiaggia in pantaloncini ed infradito e l’albero di Natale a due passi, in una dimensione che Alex sembra gradire sempre di più: non lascio Sydney e sto trattando il rinnovo”.

    In questi giorni, infatti, la trattativa tra il club e l’ex capitano della Juventus sta proseguendo con il diretto intervento del fratello procuratore Stefano Del Piero e, sembra che il rinnovo non sia così complicato, tutt’altro: “Tutto è chiaro per me e per il club”. Le motivazioni alla base della sua volontà di restare sono, ovviamente, connesse all’ambiente positivo in cui Alex e la sua famiglia si sono inseriti ottimamente ma anche dalla volontà di “mettere la mia passione al servizio della squadra“. I risultati sportivi, per ora, non sono stati di certo brillanti considerando che la squadra è all’ultimo posto nella classifica dell’A-League, ma nel match contro la capolista Central Coast Mariners disputato quest’oggi (considerando il fuso orario australiano, ndr) la sua squadra ha conquistato un’ importante e pesante vittoria per 1-0 con gol di Emerton nel finale, ed Alex è rimasto in campo per tutta la durata dell’incontro, mostrando una buona condizione e rivelandosi prezioso con le sue giocate.

    Del Piero verso il rinnovo col Sydney | ©  Brendon Thorne
    Del Piero verso il rinnovo col Sydney | © Brendon Thorne

    Sarà una coincidenza ma sembra proprio che da quando Del Piero ha deciso di metter a tacere le voci che dubitavano sulla sua permanenza in Australia, la squadra è tornata alla vittoria conquistando punti importanti in chiave salvezza, obiettivo minimo stagionale. Un obiettivo che, però, non può soddisfare a pieno un campione come Del Piero che traccia il cammino necessario da percorrere per tirarsi fuori dalle attuali difficoltà: “dobbiamo metterci alle spalle questo momento e guardare avanti, cercando di cambiare il futuro”. Inoltre, considerando che la fine dell’anno si avvicina, Alex Del Piero non si sottrae dal consueto bilancio di fine anno, analizzando quello che per lui è stato un anno pieno di emozioni e cambiamenti, ovviamente. Nel suo bagaglio del 2012, però, Alessandro Del Piero porterà soprattutto la grande gioia dello scudetto conquistato a Trieste con la Juventus di Antonio Conte e celebrato il 13 Maggio nel match contro l’Atalanta allo Juventus Stadium, il giorno del suo saluto al popolo bianconero, il giorno del suo giro di campo che bloccò il match in corso per qualche minuto e lui lì, a cercare di trattenere la commozione per una simile manifestazione d’affetto. Un’emozione tanto intensa da essere assolutamente indimenticabile, considerando che “l’emozione più grande della mia carriera è stata fuori dal campo e non in campo”, una gioia che ancora è viva nel suo cuore e che – in questi giorni di festa – ha spinto Alex a rivolgere un pensiero, oltre agli attuali tifosi del Sydney Fc, anche a tutti coloro che sono suoi tifosi da sempre.