Autore: Simona Granieri

  • Roberto Baggio verso le dimissioni, è divorzio dalla Figc?

    Roberto Baggio verso le dimissioni, è divorzio dalla Figc?

    Roberto Baggio sembra deciso a voler lasciare la presidenza del settore tecnico, a causa di un “conflitto” fra il suo ruolo – ed in particolare una proposta da lui avanzata – e le competenze di altri esponenti di spicco della Federcalcio.

    Nello specifico, l’ex campione di Fiorentina, Juventus, Milan, Inter, Brescia, ritiratosi dal calcio nel 2004, ed incaricato della presidenza del settore tecnico solo otto mesi fa, nel luglio 2010, ai tempi della rivoluzione voluta da Giancarlo Abete dopo il clamoroso fallimento del mondiale in SudAfrica, ha proposto un ambizioso progetto finalizzato a promuovere la valorizzazione dei giovani talenti italiani, supervisionando ed analizzando ben 60.000 partite. Le buone idee e le buone intenzioni, però, come spesso accade, finiscono per infrangersi su alcuni ostacoli insormontabili. In tal caso, le difficoltà di attuazione sarebbero connesse ai costi necessari per rendere operativa l’iniziativa proposta da Roberto Baggio, che si agirerebbero intorno ai sette milioni di euro.

    L’aspetto economico, però, potrebbe essere solo un pretesto per la non attuazione della proposta di Baggio, e pare che alla base dei dissapori trapelati nell’ambiente della Federcalcio, ci siano anche altre ragioni. In primis, tale iniziativa – che riguarda la promozione dei vivai italiani – potrebbe interferire con le competenze di altri autorevoli esponenti Figc, ossia del presidente del settore giovanile, nella fattispecie Gianni Rivera, e del Club Italia, di Demetrio Albertini ed Arrigo Sacchi, rispettivamente ex compagno di squadra del divin codino nel Milan e nella Nazionale, e commissario tecnico dell’Italia ad Usa 1994, mondiale perso dagli Azzurri ai rigori, spesso ricordato per il celebre errore di Roby dal dischetto.

    Inoltre, risulta che il rapporto fra Roberto Baggio e la Federazione era partito con il piede sbagliato fin dall’inizio, per il malcontento della Figc per l’inserimento di Vittorio Petrone, procuratore dell’ex campione, nel consiglio direttivo del settore tecnico, non gradito perchè “Petrone non è iscritto all’albo degli agenti“. Inoltre, prima di accettare l’incarico di Coverciano, Roberto Baggio aveva titubato per qualche tempo, perchè si dichiarava interessato ad intraprendere una carriera da allenatore, ritenuta più affine alle sue inclinazioni ed al suo carattere, abituato da sempre ad essere un po’ controcorrente rispetto alle logiche di Palazzo, e maggiormente interessato all’aspetto di campo: “Chissà, forse un giorno allenerò: è una sfida, e a me le sfide piacciono“.

    Se la sua proposta da sette milioni di euro, attualmente allo studio in merito alla sua fattibilità, non dovesse essere avallata dal consiglio federale, dunque, il divin codino potrebbe realisticamente decidere di dimettersi dall’incarico di presidenza del settore tecnico e, magari, intraprendere altre sfide, anche perchè risulta che il suo incarico sia a titolo gratuito.

    Quel che emerge con forza da tale vicenda, però, è sempre la miopia del sistema italiano (calcistico e non solo) che, nonostante le paventate rivoluzioni, quando si tratta di investire nei giovani (e quindi nel futuro) risulta essere sempre poco propenso, preferendo ricorrere a soluzioni di breve periodo, percorrendo la strada più facile e più comoda, perchè immediatamente pronta.

    Inoltre, se la proposta di Roberto Baggio fosse realmente bocciata, apparirebbe con chiarezza come la “rivoluzione” di Giancarlo Abete, in sostanza, sia solo un’operazione di “immagine”, finalizzata all’inserimemento di personaggi di spicco in posizioni di rilievo ma solo con ruoli di rappresentanza e non realmente operativi.

  • Barcellona – Shakhtar, fra provocazioni e psicologia. Probabili formazioni

    Barcellona – Shakhtar, fra provocazioni e psicologia. Probabili formazioni

    In vista della partita di questa sera al Camp Nou alle 20.45, valida per la partita di andata dei quarti di finale di Champions League, Barcellona – Shakhtar Donetsk è già iniziata fuori dal campo, con le dichiarazioni provocatorie di Lucescu, tecnico degli ucraini. “Quello che mi piace nel Barcellona è lo spirito di squadra, è la squadra più forte della storia del calcio. Ma noi siamo pronti ad affrontare la partita contro la squadra più forte della storia. Noi siamo la squadra che è progredita di più negli ultimi anni. Bisogna ricordare che loro ci hanno battuto due volte grazie all’arbitro: a Donetsk e a Montecarlo in Supercoppa”.

    Gli ucraini devono trovare la chiave psicologica che gli consenta di affrontare nel migliore dei modi una partita tanto complessa, contro lo squadrone blaugrana, ed in questo senso si spiegano le dichiarazioni del tecnico, mirate a motivare i suoi giocatori per prepararli ad affrontare l’impatto con l’armata invincibile di Pep Guardiola, nella speranza di riconfermarsi come squadra rivelazione del torneo dopo aver già eliminato, agli ottavi, la Roma.

    Il Barcellona, dal canto suo, non deve assolutamente sottovalutare l’avversaria, nonostante sulla carta il match appaia più che mai non equilibrato, facendo pendere l’ago della bilancia tutto dalla parte degli spagnoli. In tal senso, Pep Guardiola si è espresso apertamente per mettere in guardia i suoi dalle insidie della partita: “Se non saremo al massimo, lo Shaktar ci spazzerà via”.

    Nel calcio, infatti, nulla è mai scontato, in particolar modo nelle fasi finali di un torneo come la Champions League dove tutto si gioca nell’arco di soli 180 minuti e dove conta moltissimo il numero di reti segnate e subite, così come testimonia la pesantissima sconfitta dell’Inter di Leonardo subita ieri contro i tedeschi dello Shalke 04.

    Inoltre, a poter preoccupare la preparazione al match dei blaugrana, anche il ricordo non confortante dell’ultimo match giocato al Camp Nou contro lo Shakhtar, nella fase a gironi dell’edizione 2008/2009 della Champion League: in quell’occasione, infatti, gli ucraini si imposero a sorpresa  per 3 a 2, con doppietta di Gladkiy e rete di Fernandinho – per lo Shakhtar – e reti di Sylvinho e Busquets per il Barcellona. Anche se, a conforto dei blaugrana, c’è il dato statistico di quattro vittorie nelle quattro gare disputate quest’anno al Camp Nou in Champions, con uno score di ben dodici reti segnate.

    Capitolo formazioni: Guardiola dovrà rinunciare ancora ad Abidal, reduce dalla delicata operazione al fegato, e di Puyol, infortunatosi a Marzo ed assente dal match contro l’Arsenal. Pertanto, anche alla luce di ciò, Guardiola schiererà un 4-3-3, con Valdes tra i pali, con linea difensiva a quattro formata da Dani Alves, Piquè e Busquets, ed Adriano, a centrocampo dovrebbero essere schierati Xavi, Mascherano e Keita che agiranno alle spalle delle punte Iniesta, Messi e Villa. In panchina andranno il secondo portiere Pinto, Gabri Milito, Maxwell, Thiago Alcantara, Bojan, Pedro e Afellay.

    Lucescu, invece, tenendo conto dell’infortunio del difensore Kucher, dovrebbe schierare un 4-2-3-1, con Pyatov tra i pali, linea difensiva a quattro con Srna, Chygrynskiy, Rakitskiy e Rat. La coppia di mediani davanti alla difesa sarà composta da Hubschman e Mkhitaryan, mentre sulla trequarti si piazzeranno Douglas Costa, Jadson e Willian, mentre l’unica punta dovrebbe essere Luiz Adriano. In panchina andranno Khudzhamov, Shevchuk, Ischenko, Gai, Fernandinho, Teixeira ed Eduardo.

  • Masters Augusta: Mickelson favorito, speranze per i fratelli Molinari

    Masters Augusta: Mickelson favorito, speranze per i fratelli Molinari

    Dal 7 al 10 Aprile prenderà il via, ad Augusta in Georgia, la 75 esima edizione del Masters Tournament, prestigioso torneo golfistico di fama mondiale, uno dei quattro major della stagione golfistica, l’unico dei quattro ad essere giocato ogni anno sullo stesso percorso, con il più basso numero di partecipanti, solitamente meno di 100 giocatori, cui possono accedere anche i vincitori dei principali campionati dilettantistici.

    L’attenzione è puntata principalmente sul campione uscente, Phil Mickelson, soprannominato Lefty per il suo swing mancino, golfista 41 enne di San Diego, numero tre al mondo, il quale – in virtù di una regola del Masters – dopo la vittoria dello scorso anno, potrà partecipare a vita a questo torneo. Il golfista californiano è apparso in grande spolvero con la vittoria dello Houston Open di domenica scorsa. Ma gli esperti non trascurano le potenzialità degli Europei, e soprattutto del tedesco Martin Kaymer, numero uno nella classifica mondiale, e l’inglese Lee Westwood, numero due del ranking mondiale.

    Phil Mickelson, però, pare intenzionato a difendere la sua vittoria dello scorso anno e, dopo la vittoria in Texas della scorsa settimana, ha dichiarato il suo ottimismo per il torneo, evidenziando le sue sensazioni positive:  “La vittoria in Texas mi ha dato molta fiducia, perché ho avvertito un bel feeling con il gioco. Mi sembra di vivere le stesse sensazioni del 2006 quando mi imposi nel BellSouth Classic, la settimana prima di venire ad Augusta. Per vincere su questo percorso non è importante la potenza, ma è necessario sfruttare al massimo i propri punti di forza e controllare il gioco corto”.

    Inoltre, l’attenzione e la curiosità del grande pubblico saranno puntate anche sul golfista più celebre e discusso al mondo – per le note vicende di gossip e tradimenti coniugali- ex numero uno del mondo che, però, non vince una competizione da oltre un anno: Tiger Woods.

    Lo statunitense è apparso ottimista nelle dichiarazioni di questi giorni, nonostante il clima di scarsa fiducia nei suoi confronti dovuto alle sue deludenti prestazioni recenti: “Sono qui da una settimana e ho provato più volte il percorso. Si presta al gioco lungo e mi attendo dei green velocissimi. Non sono tra i favoriti? Nessun problema”.

    Capitolo italiani, ossia fratelli Molinari. Edoardo e Francesco, per il secondo anno consecutivo, disputeranno insieme il primo major stagionale ed in loro sono riposte le speranze azzurre.

    Francesco Molinari ha partecipato all’Houston Open e nelle fasi finali è parso in difficoltà, mentre Edoardo nelle settimane scorse si è classificato al dodicesimo posto nell’Arnold Palmer Invitational.

    Il programma dei terzetti che scenderanno sul green nella prima giornata sarà il seguente: nel primo giro, Francesco Molinari partirà alle 10.30, ora locale, con Ernie Els e Hunter Mahan. Subito dopo, alle ore 10,41 locali, sarà il turno di Tiger Woods con Graeme McDowell e Robert Allenby.

    Alle ore 13,15, invece, Edoardo Molinari sarà sul green insieme a Paul Casey ed a Bubba Watson; infine, alle ore 13,48 locali, sarà la volta del campione uscente Phil Mickelson, insieme con Geoff Ogilvy e con il dilettante Peter Uihlein.

    L’interesse per la vittoria, oltre che per il prestigio connesso ad un torneo di tale livello, uno dei quattro tornei più importanti della stagione del golf professionistico – insieme con l’Us Open, il British Open ed il Pga Championship – sarà sicuramente legato anche alla conquista del montepremi finale: dovrebbe aggirarsi attorno ai 7,5 milioni di dollari.

  • Lazio, non si placa l’ira di Lotito: sarà panolada

    Lazio, non si placa l’ira di Lotito: sarà panolada

    La partita di domenica scorsa, nel mezzogiorno di fuoco del San Paolo – non solo dal punto di vista metereologico – contro il Napoli, ha lasciato in casa Lazio uno strascico di polemiche non ancora sopito, dopo il gol annullato – ingiustamente – a Brocchi (la palla era entrata oltre la linea di porta dopo aver colpito la traversa), ed il rigore fischiato – e molto contestato – per fallo su Cavani, poi realizzato dallo stesso attaccante uruguagio per il momentaneo pareggio. Soprattutto in virtù della conseguente sconfitta per 4 a 3 così maturata, che ha allontanato la Lazio dalla zona quarto posto valida per la qualificazione in Champions League, obiettivo stagionale ormai apertamente dichiarato.

    Sotto accusa, dunque, l’arbitraggio di Banti, aspramente contestato dal presidente Lotito, che nella giornata di lunedì si è recato proprio dal numero uno della Federcalcio, Giancarlo Abete, per esporre duramente le proprie ragioni. “Serve uniformità di giudizio, non c’è più certez­za delle regole. Non conte­sto gli arbitraggi, ma tanti e troppi episodi in questo ca­so hanno penalizzato la La­zio così tanto. Non chiedo favori, ma solo il rispetto delle regole, voglio essere giudicato per i meriti e devo tutelare un club quotato in Borsa. Entrare o meno in Champions League signifi­ca incassare o non incassa­re 25 milioni di euro“.

    Di certo la protesta pare legittima, ma non è corretto adoperare la linea del vittimismo, lasciando intendere che la squadra biancoceleste sarebbe stata vittima di una persecuzione arbitrale nel corso della presente stagione.

    Il presidente Figc, dal canto suo, ha replicato alle parole di Lotito, sottolineando come il match Napoli – Lazio non abbia fatto emergere elementi di particolare rilevanza, fermo restando che negli errori arbitrali non bisogna vedere la famigerata “malafede”, ma la semplice possibilità della svista umana.  “Con il presidente della Lazio ho parlato lunedì in federazione. Dal mio punto di vi­sta, quanto è successo dopo Napoli-Lazio, fa parte della normale dialettica“. Il presidente federale è poi tornato a parlare dell’argomento nel corso del seminario inter­nazionale organizzato dal Coni dal titolo ‘Progetto Ta­lento’: “Nicchi ha suggerito la magistratu­ra? Per qualunque problema bisogna ri­volgersi alla Procura Federale, noi puntiamo sui nostri organismi interni“.

    Il presidente dell’Aia Nicchi, chiamato in causa sull’argomento, ha sottolineato, poi, l’importanza dell’introduzione di importanti novità in tema arbitrale, come i sussidi tecnologici oppure il “giudice di linea”, di cui si parla da diversi anni per evitare i cosiddetti “gol fantasma” ma la cui attuazione sembra un lontano miraggio, nonostante le dichiarazioni di apertura in merito dello stesso Sepp Blatter, finora il principale ostacolo a tale innovazione. Nicchi ha dichiarato la sua apertura in merito: “Si va verso i due arbitri dietro le porte. E’ un dibattito, questo, che sarà rilanciato in occasio­ne della competizione per il rinnovo della prossima presidenza Fifa“.

    Il presidente del Coni Gianni Petrucci si è espresso, in linea con Abete, a difesa della classe arbitrale, anche per tentare di smorzare il clima di velenose polemiche, soprattutto in vista del finale di campionato che si preannuncia già infuocato: “Difendo sempre la ca­tegoria arbitrale. Conosco bene gli sforzi che sta facen­do il presidente Lotito per la Lazio e per questo motivo ne comprendo l’amarezza: ma io sto con le regole. Vo­glio anche dire che stimo Lotito, perché rappresenta una novità positiva per il calcio italiano“.

    Nonostante i tentativi di sedare il malcontento percorrendo la strada della diplomazia, oltre al canale “ufficiale” di protesta percorso dal presidente Lotito, anche i tifosi laziali sono pronti a dimostrare apertamente il loro disappunto, fermamente convinti che la squadra di Reja sia stata penalizzata eccessivamente dai fischietti, in due diverse modalità. La prima, rivolta direttamente al “Palazzo”, con una lettera di proteste indirizzata proprio alla Federcalcio, la seconda – molto più suggestiva e “ad effetto” – da mettere in scena nel corso del prossimo match di campionato, in programma domenica pomeriggio all’Olimpico contro il Parma, mettendo in atto la più classica delle proteste pacifiche: la “panolada”.

  • L’arbitro bestemmia, il Foggia protesta. Interviene Palazzi

    L’arbitro bestemmia, il Foggia protesta. Interviene Palazzi

    ” La legge deve essere uguale per tutti” : questo il significato, in linea di massima, delle proteste del Foggia di Zeman, dopo la scorsa giornata di campionato, in cui è uscito sconfitto per 1 a 0 dalla partita contro il Siracusa in trasferta.

    La squadra del tecnico boemo, che milita in lega Pro prima divisione girone B, infatti, ha duramente contestato l’operato dell’arbitro Barbiero di Vicenza, non tanto per le decisioni prese, (anche se il Foggia ha protestato per un rigore netto non assegnato dall’arbitro veneto), quanto più per l’atteggiamento ingiurioso ed intimidatorio nei confronti dell’11 pugliese in campo, rivolgendogli ingiurie, parolacce e bestemmie gratuite.

    “La legge deve essere uguale per tutti”, dunque: se i calciatori bestemmiano o adottano atteggiamenti poco consoni in campo, la regola prevede l’allontanamento dal terreno di gioco; perciò, sottolineano all’unisono la dirigenza del Foggia e Zeman, lo stesso metro di valutazione dev’essere adottato anche nei confronti degli arbitri: ‘ La regola vuole che, se un calciatore bestemmia in campo, deve essere immediatamente allontanato dal terreno di gioco; allora è giusto che lo stesso metro di giudizio venga utilizzato nei confronti di chi è incaricato a far sì che ciò non avvenga’.

    Inoltre, il presidente Casillo e l’allenatore boemo hanno voluto precisare che l’episodio, a loro parere, non appare del tutto casuale, ritenendo che vi sia un preciso disegno per ostacolare il Foggia: ‘Non sembra casuale che la ‘diade’ Casillo-Zeman, che ha già pagato duramente in passato (chi in un modo, chi in un altro…), venga sistematicamente danneggiata ogni qual volta intenda fare calcio proprio come successo in occasione di Avellino-Messina (Fabiani d.s. peloritano, arbitro Danilo Nucini, campionato di Serie B 2003-04) ed in altre occasioni (con prove…), con Zdenek Zeman allenatore e Pasquale Casillo presidente del club irpino’.

    Le decisioni del giuduce sportivo sono andate, però, in ben altra direzione non raccogliendo le proteste della squadra pugliese.

    Infatti, è stato squalificato per due giornate il centrocampista del Foggia Salvatore Burrai, solo ammonito nel corso della partita, per “aver tenuto nei confronti dell’arbitro un comportamento minaccioso ed irriguardoso al termine della gara”. Inoltre, è stato squalificato per un turno Karim Laribi, diffidato ed ammonito nel match con il Siracusa. C’è da scommetterci, dopo questo provvedimento l’umore di Zeman e di Casillo non può che essere peggiorato e, probabilmente, non hanno tutti i torti.

    Il polverone alzatosi dopo le tante proteste ha però convinto il procuratore federale Palazzi ad aprire un fascicolo ed indagare sul caso. Il presidente del Foggia, Matteo Biancofiore, ha chiesto che l’arbitro venga radiato.

  • Arrestato Tonellotto, ex presidente della Triestina

    Arrestato Tonellotto, ex presidente della Triestina

    Flaviano Tonellotto, ex presidente della Triestina Calcio dal 2005 al 2006, è stato arrestato nella giornata di domenica e si trova ora rinchiuso nel carcere di Bollate con l’accusa diappropriazione indebita dei beni della società Triestina Calcio, per un ammontare totale di 4 milioni di euro e di truffa ai danni della Triestina”. L’ex presidente, immobiliarista sessantenne, infatti, aveva prelevato tale cifra con la finalità di rimpinguare le casse di una delle sue società immobiliari, e dovrà scontare nel carcere Lombardo la pena di un anno ed otto mesi di reclusione.

    L’ordine di carcerazione è stato emesso dal pm Pietrro Montrone, in esecuzione della condanna definitiva emessa dalla Corte d’Appello di Trieste, ed il ricorso alla Corte di Cassazione dell’ex presidente il 22 Febbraio è stato dichiarato inammissibile.

    Tonellotto era ricercato dal 23 Marzo, data in cui il pm Montrone aveva emesso l’ordine di carcerazione, inserendo i dati dell’ex presidente nel sistema Sdi delle forze dell’ordine. La cattura è avvenuta a Segrate, dove Tonellotto è stato portato in caserma per essere interrogato in merito alla sua posizione, come la prassi prevede. L’ex presidente ha nominato come suo difensore l’avvocato Luigi Colaleo di Milano che ha dichiarato: “Farò tutti i passi necessari per ottenere la libertà o quanto meno i domiciliari”.

    I fatti in questione, che hanno portato dapprima all’inchiesta e poi alla condanna dei mesi scorsi, sono legati al crac della Triestina Calcio ed all’attività dellalla Future S.A., ossia la cassaforte di Flaviano Tonellotto. Ma riguardano anche la Ipg di Milano, ossia l’immobiliare collegata alla vicenda dell’hotel “Il Carso” di Malchina, alla quale sarebbero stati versati 3 milioni di euro, prelevati proprio dalle casse della Triestina. Ed, in un intricato incrocio di società collegate fra loro, emerge anche il coinvolgimento dell’hotel “Il Carso”, ipotecato da Flaviano Tonellotto per la somma di 850 mila euro a garanzia di un mutuo concesso dalla Banca Popolare Friuladria, i cui soldi, anche in questo caso, erano spariti.

    Nel Maggio del 2008, poco prima della condanna in primo grado, Tonnellotto si dichiarava ottimista sulla vicenda: «Quando tutto sarà definito a livello di Tribunali, riprenderò i lavori…Trieste è una bella città e mi piace. I suoi abitanti molto meno. Qui non c’è la cultura del lavoro. Adesso che abbiamo vinto le elezioni metteremo a posto l’Italia. Bisogna lavorare, avere idee, non tenere i soldi in banca. Io ero venuto a Trieste per portare la squadra in serie A e un vicesindaco mi ha messo la città contro. Da quel momento sono iniziati i miei guai».

    Annunciando, inoltre, l’intento di riprendere in futuro in mano la società: “Prima o poi a Trieste ci torno con dieci milioni e mi compro di nuovo la Triestina. Ora ho capito come vanno le cose in questa città”. Ma non solo: il suo intento – fino a pochi mesi fa – infatti, era di effettuare un ritorno in grande stile a Trieste, sia nel mondo del calcio che in politica, candidandosi a sindaco per le prossime elezioni amministrative del 2011, annunciando nello scorso mese di Settembre sulla sua pagina web: “Per molti motivi  dopo aver conosciuto la realta’ politica, economica, giudiziaria e finanziaria, mi presento come Sindaco di Trieste”.

    Per ovvi motivi, la candidatura per ora è sfumata e, con tutta probabilità, sarà molto difficile anche il suo ritorno nella Triestina Calcio.

  • Operato Mexes: rientro tra 4-6 mesi in rossonero

    Operato Mexes: rientro tra 4-6 mesi in rossonero

    Il difensore francese della Roma, Philippe Mexes, si è sottoposto oggi all’intervento al crociato anteriore del ginocchio sinistro, lesionatosi dopo l’infortunio subito nella giornata di Domenica, nel corso della partita Roma – Juventus.

    L’operazione si è svolta questa mattina presso la clinica romana Villa Stuart e, per volontà del giocatore e con l’approvazione del ds romanista Pradè e dello staff medico giallorosso, è stato affidato al professor Pierpaolo Mariani.

    Al termine dell’operazione, durata poco più di mezz’ora, il professor Mariani ha diramato un comunicato in cui si attestava che l’intervento è “perfettamente riuscito”. “L’operazione è andata bene, è durata più o meno 45 minuti. Philippe ieri piangeva, oggi invece sorride. E’ un periodo infelice, che coincide con le vacanze, l’attività fisica è poca. Prevedo comunque 4-6 mesi di stop”. Nello specifico, durante l’intervento, è stata prelevata una parte del tendine rotuleo ed è stata inserita al posto della parte di legamento crociato anteriore lesionato.

    Il giocatore resterà ricoverato per i prossimi tre giorni presso la clinica, secondo la prassi del decorso post-operatorio, ed in seguito inizierà la fase di riabilitazione a Trigoria.

    Stagione terminata, dunque. Il rientro avverrà solo con il prossimo campionato e, con tutta probabilità, al ritorno in attività Mexes indosserà la maglia del Milan, svincolandosi a parametro zero dalla Roma poichè in scadenza di contratto.

  • Doping: lotta o liberalizzazione?

    Doping: lotta o liberalizzazione?

    Negli ultimi anni l’accostamento sport-doping è stata una triste consuetudine, alla quale si è finiti per abituarsi, soprattutto nel mondo del ciclismo. Gli inasprimenti dei controlli non sembrano avere apportato l’effetto desiderato, ed, al contrario, pare che le sostanze adoperate si evolvano sempre di più, incrementando la difficoltà di rilevazione così come la pericolosità sia nel breve che nel lungo periodo.

    Il mercato parallelo delle sostanze illecite è più che mai in una fase di florida espansione poichè la domanda non accenna a decrescere.

    In accordo con il principio che afferma “quando il nemico non si può combattere conviene allearsi a lui”, il celeberrimo oncologo Umberto Veronesi, sulla scia del procuratore antidoping Ettore Torri, giunge ad una proposta provocatoria, che permetterebbe di risolvere la problematica nei suoi aspetti più pericolosi. “Non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male. Prendete l’Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute”.

    Un’impostazione rivoluzionaria, soprattutto poichè proviene dal pensiero di un medico tanto autorevole, oltre che ex Ministro della Salute. Andando al nocciolo della questione, i punti salienti sono due: affrontare la vicenda con atteggiamento paternalista, a tutela della salute degli atleti oltre che della trasparenza del gioco, portando avanti i valori della correttezza e della trasparenza; oppure, arrendersi all’impossibilità di sradicare un fenomeno tanto diffuso, all’impossibilità di combattere la mentalità della “corsa alla vittoria a tutti i costi”, alla difficoltà di adeguare i controlli all’evoluzione della ricerca farmaceutica ed ai fortissimi interessi economici in ballo, limitandosi a costatare l’esistenza del fenomeno ed evitandone gli aspetti più degenerativi.

    La prima strada implica il prevalere della morale, ed in apparenza è la più giusta, ma finora tale impostazione non è stata in grado di arginare il fenomeno. Principalmente, è un problema di mentalità e, dunque, è difficile estirparlo quando è già esploso, quando le soluzioni possono essere solo dei rimedi parziali e temporanei, ed occorrerebbe agire “alla radice”, sulla cultura dello sport pulito a “monte”, nelle squadre giovanili e nelle palestre, coltivando la mentalità del “divertimento”, in contrasto all’ossessione del risultato con ogni mezzo.

    L’attuale dichiarazione di Veronesi andrebbe ben contestualizzata. E’ una provocazione che vuol fare emergere l’impossibilità di arginare il fenomeno con i mezzi che si adoperano adesso: o si agisce diversamente, oppure si finisce per sprecare risorse destinabili ad altro. Non a caso, molti sportivi si sono espressi in modo concorde allo scienziato.

    Francesco Moser, celebre ex ciclista italiano, dichiara: “Se non riusciamo ad utilizzare un sistema efficace che permetta il controllo per tutti, allora è bene liberalizzarlo per aggirare il problema”. Così come afferma lo sciatore statunitense quattro volte campione del mondo, Bode Miller: “Penso che sia una cosa giusta perché vuol dire dare le stesse possibilità a tutti e questo non ha niente a che vedere con ciò che è bene e ciò che è male. Se tutto viene autorizzato è giusto, se tutto viene proibito è giusto ugualmente. Il problema – ha concluso il quattro volte campione del mondo – è che i controlli antidoping non hanno niente a che fare con l’equità, coloro che vogliono doparsi arrivano ai test senza alcun problema e i controlli non servono a niente se non a perdere denaro e tempo”.

    Il mondo dello sport italiano, però, non ha colto – o ha preferito non farlo – il reale senso delle affermazioni dell’autorevole Umberto Veronesi. Il presidente del Coni Gianni Petrucci, a tal proposito, ha dichiarato: “Rispetto uno scienziato come il professor Veronesi ma non condivido quanto ha detto. Io ho la responsabilità ed il dovere di tutelare i giovani e rispettare le leggi”.

  • Bin Hammam vs Blatter: sfida per il potere Fifa

    Bin Hammam vs Blatter: sfida per il potere Fifa

    Il termine ultimo per presentare le candidature alla presidenza Fifa è scaduto Venerdì primo Aprile e le uniche due nomination sono state quelle del presidente uscente, lo svizzero Joseph Blatter, 75 anni, in carica dal 1998, e di Bin Hammam, 61 anni, presidente al terzo mandato della confederazione asiatica, oltre che multi milionaro del Qatar.

    Gli altri due candidati,  il giornalista americano Grant Wahl e l’ex capitano del Cile Elias Figueroa, si sono tirati fuori dalla corsa nella giornata di giovedì poichè non hanno trovato l’appoggio di una confederazione, requisito necessario per presentare la propria candidatura. Così, la Fifa con un comunicato ha annunciato lo “scontro a due”, dopo aver “effettuato un accurato processo di verifica”.

    Sarà un testa a testa infuocato, con l’asiatico che ha dimostrato di non voler adoperare l’arma della diplomazia, criticando aspramente e pubblicamete l’operato di Sepp Blatter, in particolare in riferimento alla sua arcaica “linea conservatrice”, che ostacola il naturale inserimento dell’innovazione tecnologica nel calcio, in un anacronistica difesa della superiorità dell’uomo nei confronti della macchina. “Blatter non è oramai in posizione di difendere il buon nome della Fifa. Al contrario, quanto più parla della Fifa, più persone passano all’opposizione – dice il qatariota – non vedo niente in un futuro con lui come non vedo nulla nella gestione che si sta andando a concludere. La Fifa non è stata ancora in grado di accettare una proposta tecnologica per la linea di porta, ad esempio: c’è poca creatività in lui”.

    D’altronde, se Blatter dovesse essere rieletto, il prossimo 1 Giugno durante il 61° Congresso della Fifa, si tratterebbe del suo quarto mandato consecutivo. La sua gestione, però, oltre alle critiche dell’avversario Bin Hammam, suscita ed ha suscitato il malcontento di molti addetti ai lavori ed appassionati – su tutti, agli scorsi Mondiali di Sud Africa le proteste dell’Inghilterra di Capello per il gol annullato ingiustamente a Lampard contro la Germania, anche se il pallone aveva varcato interamente la linea di porta – anche perchè l’immagine e l’operato dello svizzero non sono mai state percepite come all’insegna della totale trasparenza ma, piuttosto, orientate a preservare e rafforzare sempre più il suo potere per renderlo incontrastato.

    Appare, infatti, insolito che le prime dichiarazioni di apertura all’introduzione del supporto tecnologico siano giunte soltanto a soli tre mesi dalle elezioni, dopo che – per anni – si era espresso con categorici diktat di segno opposto:  “Penso che nel 2012 avremo un sistema capace di rilevare se la palla ha varcato la linea o meno e, una volta pronto, lo introdurremo ai Mondiali del 2014, per evitare quella che gli inglesi hanno definito un’ingiustizia evidente, c’era da riaprire il dibattito e lo abbiamo fatto”.

    Dal canto suo, anche l’avversario Bin Hammam ha dimostrato di possedere un solido network di relazioni su cui contare all’interno della Fifa, ed un influente potere su cui far leva per sperare nell’elezione. La sua posizione, infatti, è stata assolutamente decisiva nella decisione di assegnare al Qatar l’organizzazione di Mondiali del 2022, sbaragliando un’agguerrita concorrenza (anche degli Usa), e facendo sì che il Qatar divenisse il più piccolo Paese del Mondo (circa 11.500 kmq per 1.750.000 abitanti) ad ospitare le fasi finali della Coppa del Mondo, con la conseguente costruzione di almeno dodici impianti.

    Blatter rappresenta la riconferma del “vecchio”, dello strapotere Europeo sulle dinamiche del potere calcistico; Bin Hammam, invece, è il “nuovo” che avanza, espressione della la volontà dei Paesi emergenti di assumere un ruolo più centrale nei giochi di potere, non accettando supinamente il monopolio Europeo.

    Lo svizzero, però, qualora venisse rieletto, ha annunciato che si tratterà del suo ultimo mandato, designando già il suo erede, Europeo naturalmente, il fidato Presidente dell’Uefa Michelle Platini:  “Platini desidera candidarsi alla presidenza della Fifa nel 2015 . Sente di avere la capacità per fare un passo avanti”.

    Nel frattempo, bisognerà attendere il primo Giugno per conoscere l’esito delle elezioni 2011.

  • Lega Pro, Seconda Divisione: delle capoliste vince solo il Latina

    Lega Pro, Seconda Divisione: delle capoliste vince solo il Latina

    Mentre la Lega Pro di prima divisione ha osservato nella giornata di ieri un turno di riposo, la seconda divisione è scesa in campo per la 29 esima giornata. Nei tre gironi, importanti risultati, soprattutto per le squadre delle zone alte delle classifiche, per la lotta play-off.

    Nel girone A il calendario della giornata aveva in programma il big match fra la capolista Tritium e la Pro Patria, conclusosi con un pareggio per 1 a 1, con reti di Sinato e Serafini. Il pareggio della sfida al vertice ha avvantaggiato la Pro Vercelli, vittoriosa contro la Feralpi Salò in trasferta per 2 a 0,  con un goal per tempo firmati rispettivamente da Bonomi e Malatesta che, così, è balzata al secondo posto a quota 47 punti, scavalcando in classifica proprio la Pro Patria, ora terza a 46 punti.

    Buone notizie, poi, per i liguri del Savona, che hanno approfittato dei risultati negativi delle dirette rivali per balzare dal settimo al quarto posto in un solo turno, grazie alle sconfitte di Feralpisalò, Lecco, Renate e Rodengo Saiano.

    In chiave salvezza, colpo in trasferta della Sanremese che è andata a vincere a Renate, sul campo di una compagine che veniva da sei risultati utili consecutivi, portandosi al terz’ultimo posto, ad una sola lunghezza dal Valenzana.

    Il prossimo turno, in programma il 10 Aprile, prevede il seguente programma:  Casale – Savona, Lecco – Feralpi Salò, Mezzocorona – Sacilese, Pro Patria – Virtus Entella, Pro Vercelli – Canavese, Rodengo Saiano – Tritium, Sambonifacese – Renate, Valenzana – Montichiari, a riposo la Sanremese.

    Anche nel Girone B la capolista, il Carpi, si è fatta fermare allo stadio “Angelini” del Chieti da un pareggio per 1 a 1, con reti di Buttazzoni dopo soli tre minuti e Nicolini al 25′, vedendo, così, assottigliare il vantaggio sulla seconda, la Carrarese.

    La Carrarese, dal canto suo, si è imposta con un sofferto e tiratissimo 1-0 nel derby contro il Prato. In classifica la Carrarese si porta a -3, e in settimana potrebbe essere a -2, se il Carpi verrà penalizzato. L’allenatore dei toscani commenta così la situazione di classifica: «Questa lotta tra noi e il Carpi dura dall’inizio del campionato. Noi ce la mettiamo tutta. Stiamo vincendo quasi tutte le partite. Il Carpi oggi ha pareggiato col Chieti. Dobbiamo continuare su questa strada, non possiamo sbagliare niente e sperare che il Carpi commetta qualche altro passo falso».

    Il programma per la prossima giornata del 10 Aprile: Carpi – Giacomense, Crociati Noceto – Villacidrese, Fano – Poggibonsi, Giulianova – Carrarese, L’Aquila – Bellaria, Prato – Chieti, San Marino – Celano, Sangiovannese – Gavorrano.

    Nel Girone C, a differenza degli altri due gironi la capolista esce vittoriosa da questa giornata. Infatti, il Latina, primo in classifica a quota 52 punti, torna al risultato da tre punti nella partita disputata in casa contro la Vibonese, portando così nuovamente a tre le lunghezze di distanza dall’ immediata inseguitrice, il Trapani, a sua volta fermata in trasferta dal pareggio per 1-1 contro i campani del Neapolis Mugnano.

    In coda sempre più ultimo il Catanzaro, destinato ormai certamente alla retrocessione, arrendevolmente sconfitto per 4 a 0 dal Milazzo in trasferta: con questo risultato, i siciliani consolidano il terzo posto in classifica ed il sogno di raggiungere i play-off sembra sempre più probabile.

    Nel prossimo turno del 10 Aprile  sono in programma i seguenti incontri: Catanzaro – Brindisi, Fondi – Pomezia, Latina – Campobasso, Matera – Neapolis Mugnano, Melfi – Vigor Lamezia, Milazzo – Aversa Normanna, Trapani – Isola Liri, Vibonese – Avellino.