Autore: Simona Granieri

  • Bologna: Malesani verso l’addio, arriva Giampaolo?

    Bologna: Malesani verso l’addio, arriva Giampaolo?

    Quel che accade in casa Bologna esula dai limiti della normale comprensione umana: una squadra che, in crisi societaria, penalizzata in classifica, ad un passo dal fallimento, che cambia cinque presidenti nel giro di undici mesi riesca a conquistare in scioltezza la salvezza merita il dovuto rispetto, oltre che gli elogi del caso. Tuttavia, non appena le acque sembrava si fossero calmate, c’è sempre una nuova tempesta in arrivo.

    Questa volta a scuotere l’ambiente rossoblu è la notizia del probabile addio di Malesani, proprio colui che è riuscito a creare una coesione tale nel gruppo da permettergli di affrontare tali e tante difficoltà. L’esperienza bolognese lo ha rilanciato, dopo un periodo buio della sua carriera, ed ora sarebbe pronto ad andare altrove, richiesto da Genoa e Lazio, a meno che il Bologna non gli offra la certezza di una squadra competitiva per il prossimo anno, in grado di lottare per raggiungere obiettivi ambiziosi: del suo rinnovo contrattuale si parlerà domani nel consiglio d’amministrazione che nominerà il nuovo amministrazione delegato.

    In caso di mancata conferma di Malesani, si parla di un probabile arrivo di Giampaolo, esonerato quest’anno dal Catania ed attualmente a Barcellona per un aggiornamento, o in alternativa Pierpaolo Bisoli.

    Nell’incertezza riguardante la guida tecnica, si inserisce anche la precaria posizione di molti giocatori. Solo Di Vaio è certo di restare, a fronte di un contratto biennale che lo lega alla società rossoblu fino al termine della carriera, mentre il portiere Viviano reclama un rinnovo adeguato alle sue prestazione che, però, finora pare molto lontano. Analogamente, i giocatori in scadenza di contratto che a fine stagione saranno svincolati a parametro zero invocano una visibilità adeguata in campo che gli permetta di trovare una adeguata collocazione per il prossimo campionato.

    In un tale marasma, si aggiungono anche le polemiche legate al presunto scarso impegno volontario dei giocatori rossoblu nella gara con il Brescia e con il Napoli, che li ha indotti a trincerarsi in un silenzio stampa di protesta.

  • Lazio – Roma il derby infinito: Montali risponde a Lotito

    Lazio – Roma il derby infinito: Montali risponde a Lotito

    La qualificazione alla prossima Champions League, e la conquista del quarto posto in classifica, per Roma e Lazio è diventata un pretesto per alimentare una già accesissima rivalità, prolungando quel clima di tensione che si respira in prossimità del derby almeno fino al termine della stagione. L’ombra dei sospetti e delle polemiche è sempre in agguato, con dichiarazioni provocatorie da ambo le parti.

    Nella giornata di domenica, nel post partita di Lazio – Parma, dopo la vittoria dei biancocelesti, ora quarti in classifica, Edi Reja ed il presidente Claudio Lotito avevano lanciato qualche frecciata al veleno all’indirizzo della “fortuna” giallorossa, riferita, senza mezzi termini, alle sviste arbitrali di sabato scorso nel match vinto dalla Roma al Friuli di Udine, contro l’Udinese di Guidolin, diretta concorrente per la corsa all’ambito quarto posto.

    Lotito, dal canto suo, aveva aggiunto alle allusioni del suo tecnico la proposta di creare una sorta di “task force” che possa vigilare sulla regolarità delle ultime partite di campionato, assicurandone, così, la trasparenze e la correttezza, evitando il compiersi di torti arbitrali a danno della regolarità dei verdetti del campo : “La mia task force ha creato scompiglio? Sono allibito. Difendo il sistema. Non ho fatto riferimenti a situazioni specifiche, ho solo detto che il sistema deve essere gestito in modo trasparente. Rimango sorpreso e perplesso che ci siano state queste reazioni alle mie parole. So­no molto sorpreso. Perché si preoccupa solo la Lazio? L’equi­tà del sistema dovrebbe stare a cuore a tutti. Se qualcu­no ha posizioni diverse, lo dica chiaramente. Mi sarei aspettato un coro di adesioni, è sorprendente che qual­cuno si preoccupi. Sia chiaro: non chiedo che la Lazio venga tutelata, chiediamo che venga protetto il sistema all’interno del quale c’è anche la Lazio“.
    Non si è fatta attendere, così, la risposta della Roma, nelle vesti di GianPaolo Montali, direttore operativo giallorosso, che ribatte colpo su colpo alle allusioni sospettose di Lotito, rimarcando la necessità di far cambiare la mentalità del calcio italiano, evitando di alimentare perennemente la cultura del sospetto: “Se lo scorso anno la Roma avesse avuto fortuna nelle partite con Samp, Li­vorno, Napoli e Cagliari, oppure se noi avessimo avu­to la fortuna di vedere un Lazio – Inter diverso, ora gio­cheremmo con lo scudetto cucito sulla maglia. E poi la fortuna è una qualità, io nel volley ho vinto tutto e mi chiamavano Gastone… Le persone sono ciò che dicono e ciò che fanno, certe co­se si commentano da sole. Ci vuole più coraggio a sta­re zitti che a parlare. Per me sarebbe facile con un pa­io di battute accattivarmi i tifosi della Roma ma in que­sta città bisogna cambiare mentalità. Non si può get­tare il sasso e poi nascondere sempre la mano…“.

    All’eco delle polemiche esplose sulle due sponde del Tevere, si aggiungono anche le dichiarazioni dei calciatori. Ieri Cristian Brocchi aveva dichiarato che la Lazio merita più di altre squadre la qualificazione, alludendo sempre alla fortuna dei cugini: “Se siamo dove siamo lo dobbiamo solo a noi. A differenza di altri nessuno potrà dire che i nostri punti non sono punti meritati. Siamo poco appoggiati da stampa e nell’ambiente del calcio italiano. Siamo orgogliosi indossare la maglia della prima squadra della Capitale. Se dovessimo centrare questo obiettivo vorrà dire che ce lo siamo meritato più di altri. Parlando di ieri sera mi sembra giusto dire che il rigore per la Roma era netto, però il problema è che c’era anche quello per l’Udinese”.

    Oggi, dalla sponda romanista, si registrano le dichiarazioni di risposta del portiere brasiliano Julio Sergio, a difesa della stagione giallorossa nei confronti delle illazioni biancocelesti: “Non penso che in questo campionato ci siano stati vantag­gi arbitrali a nostro favore, per il resto non è la prima volta che sento fare questi discorsi dalla Lazio. Per quanto mi riguarda chiedo solo rispetto“.

  • Manchester Utd – Chelsea: per Ancelotti è la partità della verità

    Manchester Utd – Chelsea: per Ancelotti è la partità della verità

    All’ Old Trafford di Manchester il Chelsea di Carlo Ancelotti ricerca una difficile qualificazione alla semifinale di Champions League contro il Manchester United, costretto a ribaltare il risultato di 0-1 dell’andata, con rete Red Devil segnata da Rooney. Non sarà un’impresa semplice, anche perchè il Manchester in casa è uno squadrone sempre temibile, che, però, nello stadio amico difficilmente giocherà per difendere un pareggio a reti inviolate.

    L’esito della sfida avrà importanti risvolti, perchè determinerà una delle quattro semifinaliste e perchè determinerà il futuro di Carlo Ancelotti: infatti, se il tecnico ex Parma, Juventus e Milan, dovesse fallire la qualificazione e non dovesse portare a casa l’ambito trofeo, rischierebbe il posto in panchina nonostante i positivi risultati conseguiti nella scorsa stagione, ossia la vittoria della Premier League e della Fa Cup, il “double” inglese.

    Come spesso accade in Italia, nel caso del Chelsea il “padrone – paperone” Roman Abramovich non sembra dotato della cosiddetta virtù dei forti, ossia la calma, la pazienza di attendere. La conquista della Champions e del potere Europeo pare ossessionarlo, ed è proprio tale obiettivo a spingerlo a continui investimenti nella squadra, con acquisti importanti sul mercato, come quello di Fernando Torres, deciso ed eseguito da Abramovich in prima persona, prelevato dal Liverpool nel mercato di Gennaio per ben 50 milioni di sterline, che ha disputato solo 648 minuti non riuscendo mai a segnare.

    La  spesa complessiva del multimiliardario russo, in otto anni di presidenza, si aggira sugli 800 milioni di sterline, ma non è ancora servita per “acquistare” la tanto ambita coppa con le grandi orecchie: per tal motivo, sono stati licenziati dei big della panchina quali Ranieri, Mourinho, Hiddink, Scolari. E, quest’anno, potrebbe essere il turno di Carletto Ancelotti se l’obiettivo dovesse sfuggire nuovamente.

    Alla vigilia della partita d’andata, Ancelotti aveva voluto rasssicurare l’ambiente londinese del Chelsea, elargendo parole di ottimismo e manifestando il suo piacere di allenare i Blues ancora per il futuro: “Ma io qui mi trovo a meraviglia. Sono stato in panchina cento volte, sono pronto a starci altrettante!”

    Lui sarebbe pronto a restare, ma tutto dipenderà dall’umore del Paperone: in alternativa, se a fine stagione venisse esonerato, potrebbe essere proprio lui l’allenatore della Roma di DiBenedetto, Paperone a stelle e strisce.

    In proposito, Ancelotti ha sempre dichiarato il suo attaccamento ai colori giallorossi, alla maglia on la quale ha giocato per lungo tempo in passato, e la sua grande ammirazione per Capitan Fancesco Totti: “Un giorno mi piacerebbe allenare Francesco. Non ora naturalmente. Ho un contratto di un altro anno con il Chelsea”.

    Il destino della sua avventura londinese è nelle sue mani, e degli undici che andranno in campo questa sera all’Old Trafford, in una sfida che negli ultimi anni, sia in Champions che in Premier League, si è rivelata spesso decisiva. Lo scorso anno, nel campionato Inglese, Carlo Ancelotti riuscì a battere l’armata di Sir Alex Ferguson per 1-2 nel suo fortino, con reti di Ashley Cole e Didier Drogba per il Chelsea.

    L’impresa, dunque, non è impossibile ed Ancelotti vuol proprio sottolinearlo anche per caricare psicologicamente i suoi: “Chi lo dice che è impossibile batterli? Lo abbiamo già fatto un anno fa. Due a uno. Era decisiva per il campionato”.

    Questa sera, Carletto potrebbe accantonare il modulo 4-4-2 che era stato costretto a rispolverare con l’arrivo di Fernando Torres  a Gennaio, e ritornare alle spregiudicate tre punte: Anelka, Drogba e Torres, o, il alternativa, Malouda al posto del nino spagnolo che andrebbe, così, in panchina.

    Quel che è certo, assicura Carletto, è che le scelte di campo non vengono fatte in base al costo del cartellino dei calciatori: una frecciatina al presidente che, invece, vorrebbe sempre in campo Torres. Screzi verbali che potrebbero tramutarsi in una decisione più drastica. Tutto dipenderà dall’esito del ritorno del quarto di finale di questa sera: in caso di sconfitta, il volo di ritorno per l’Italia potrebbe essere già stato prenotato.

  • E’ Matri la speranza della Juve, per il presente e per il futuro

    E’ Matri la speranza della Juve, per il presente e per il futuro

    Il mercato di riparazione, nel caso dell’acquisto di Matri per la Juventus, si è rivelato davvero riparatore e provvidenziale. Nonostante le tante critiche rivolgibili alla campagna acquisti estiva bianconera ed alla carenza di qualità in organico, bisogna dare atto alla gestione Marotta di un’intuizione davvero brillante: l’acquisto di Alessandro Matri, 26 anni, ex attaccante del Cagliari.

    A fronte di un attacco pressocchè sterile nei suoi finalizzatori, con i problemi fisici e le difficoltà di Amauri e Iaquinta, dopo il grave infortunio di Gennaio di Fabio Quagliarella, e la conseguente scarsa vena realizzativa del reparto offensivo, era necessaria una svolta.

    E la “svolta” è stata proprio l’acquisto dell’ex cagliaritano, che ha avuto l’occasione di misurarsi in un avventura sicuramente non semplice da affrontare, anche psicologicamente, in un clima non facile per inserirsi. Matri, però, ha dimostrato il suo valore ed ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano, ormai quasi imprescindibile per gli equilibri di Del Neri, anche in prospettiva futura data la sua giovane età.

    Per comprendere meglio il reale peso specifico dell’impatto di Matri in bianconero possono bastare alcune statistiche: finora l’attaccante lombardo ha collezionato 10 presenze in cui è andato a segno ben 7 volte. Inoltre, anche un aspetto di natura scaramantica legato alla sua presenza in campo: la Juve è imbattuta quando segna lui, con un pareggio a Cesena in occasione della sua doppietta, e poi le vittorie contro il Cagliari – i suoi primi due gol in maglia bianconera – contro l’Inter a Torino, contro la Roma all’Olimpico e con il Genoa nella giornata di ieri.

    Non bisogna trascurare, poi, il dato totale delle reti segnate da Matri nella presente stagione, aggiungendo alle sette in bianconero le undici in maglia cagliaritana, per un totale di diciotto gol, cifra di tutto rispetto che lo proietta in quinta posizione nella classifica marcatori, terzo fra gli italiani, dopo Di Natale e Di Vaio.

    La principale nota positiva riguarda la sua grande duttilità tattica: gioca senza problemi da seconda punta, in coppia con Toni – e l’intesa pare funzionare bene data l’azione del momentaneo pareggio per 2-2 nella partita di ieri, con sponda di Toni e conseguente rete di Alessandro Matri – ma può giocare, ed ha dimostrato di saperlo fare egregiamente, anche come unica punta, un centravanti vero supportato da due ali come Krasic e Pepe, o da un fantasista come Alex Del Piero: in ogni caso, Matri ha dimostrato di essere concreto e preciso. Lui, però, da centravanti puro, si trova maggiormente a suo agio proprio sottoporta, vero habitat naturale per un finalizzatore del suo calibro. Per questo motivo, molti lo ritengono il vero sostituto di David Trezeguet, che per anni aveva portato valanghe di gol alla causa bianconera, anche se Matri – rispetto al franco argentino – è dotato di una maggiore capacità di mobilità, sfruttando una buona velocità di base, e rendendosi utile nei rientri.

    Guardando al lungo periodo, ossia alla prossima stagione, in casa Juventus non dovrebbero esservi problemi in attacco ed in fase realizzativa, anche perchè si può puntare con fiducia alla coppia Matri – Quagliarella, quando il napoletano – autore di nove reti in questa stagione prima del grave infortunio che lo ha costretto a fermarsi il 6 Gennaio – rientrerà in campo.

    La vetrina Juventus, inoltre, ha permesso ad Alessandro Matri di essere convocato per l’amichevole contro la Germania, e di esordire nella Nazionale di Prandelli contro l’Ucraina a Kiev, bagnando il suo esordio, con una rete. Un ottimo biglietto da visita, anche in prospettiva Euro 2012, dove Matri ha tutte le carte in regola per aspirare ad una convocazione ed a una maglia da titolare, scavalcando nelle gerarchie interne Pazzini, Gilardino e Borriello, che – in questa stagione – a livello realizzativo hanno collezionato meno gol di Matri, rispettivamente 12, 11 e 10 reti.

    Il futuro, dunque, per l’attaccante di Lodi appare roseo e denso di soddisfazioni. Il presente, però, riguarda la Juventus e l’obiettivo – arduo – della qualificazione in Champions League: con i suoi gol potrebbe esservi qualche speranza in più di ritornare sul palcoscenico europeo più prestigioso nel quale, certamente, anche Matri vorrebbe misurarsi.

  • L’Arsenal cambia proprietà: l’americano Kroenke azionista di maggioranza

    L’Arsenal cambia proprietà: l’americano Kroenke azionista di maggioranza

    Dopo la positiva vittoria ottenuta dall’Arsenal nel primo posticipo della 32ª giornata di Premier League, passando a Bloomfield Road e superando per 3-1 il Blackpool con gol di Diaby ed Eboue tra il 18′ e il 21′, che proietta i Gunners a meno sette punti dal Manchester United capolista (con una partita ancora da recuperare), questa mattina in casa Gunners è stata comunicata ufficialmente la notizia della composizione di una  nuova formazione societaria dell’Arsenal FC.

    La nuova compagine societaria vede ora il gruppo di Kroenke, che precedentemente deteneva il 26% delle quote, salire al 62,89% delle azioni possedute – per una cifra intorno ai 730 milioni di sterline – con il miliardario americano Stan Kroenke nel ruolo del maggior azionista. Kroenke, a tal proposito, ha voluto esprimere la piena soddisfazione per l’operazione eseguita esponendo i propositi per la gestione futura della squadra: “Sono felice di avere l’opportunitá di aumentare il mio coinvolgimento e il mio impegno con l’Arsenal, che è una squadra fantastica con una storia e una tradizione speciale e uno splendido allenatore, Arsene Wenger. Vogliamo consolidare questa ricca tradizione e portare la squadra a nuovi successi”.

    L’evento non prevede alcuna rivoluzione del progetto Arsenal fin qui intrapreso, che continuerà sull’attuale linea. Conferme, dunque, per la storica guida tecnica, Arsene Wenger, e per il presidente  Peter Hill Wood. Il progetto mirerà a rafforzare ed a sostenere la politica Societaria fino ad oggi portata avanti, investendo sempre più verso il settore giovanile, uno dei migliori del mondo per qualità e numero di talenti sfornati e preservando il ruolo dell’Arsenal Trust, ossia il gruppo di azionisti tifosi, come importante punto di riferimento nelle sedute della Società.

    Il gruppo di tifosi, inoltre, ha dichiarato il suo benestare all’operazione, evidenziando come l’americano Kroenke abbia un serio e reale interesse sportivo oltre che all’investimento finanziario.

    Altra nota positiva riguarda la modalità di acquisizione, che è avvenuta in contanti, evitando così di oberare di debiti la squadra come, invece, è successo in passato nel caso del Manchester United da parte della famiglia americana Glazer, o del Liverpool da parte di George Gillett e Tom Hicks, e nella modalità di gestione, con Kroenke che non assumerà i connotati di “padrone-Paperone” in stile Abramovic al Chelsea, lasciando spazio all’attuale gestione tecnica.

    Ottimista e soddisfatto anche il commento dell’allenatore Wenger: “Sono convinto che voglia fare l’interesse dell’Arsenal, poichè comprende le tradizioni e la storia della squadra e la nostra ambizione di gestire la squadra per garantirne il futuro sul lungo termine”.

  • Lazio: quarto posto e polemiche. Lotito ricorre ad una task force

    Lazio: quarto posto e polemiche. Lotito ricorre ad una task force

    La vittoria di ieri con il Parma ha riportato buonumori e sorrisi in casa Lazio, rilanciando le ambizioni Champions, e sorpassando l’Udinese sconfitta dalla Roma. E’ stata una prova importante quella dei biancocelesti, che hanno mostrato determinazione e carattere, oltre che grinta, concretezza e maturità.

    In grande spolvero Hernanes, autore del primo gol peraltro molto bello, ma anche Zarate e Ledesma, oltre che Floccari, l’autore del raddoppio biancoceleste.

    Ma, nonostante le liete notizie, Reja sembra turbato in vista dello sprint finale di campionato, preoccupato da strani episodi: “ Sono preoccupato per il finale, lo ero durante l’anno e lo sono adesso, mi auguro che da qui alla fine le partite siano tutte corrette, ci sono stati episodi e si stanno ripetendo. Chi temo di più tra Udinese e Roma? Temo di più la Roma, considerando come le girano le cose penso sia sempre abbastanza fortunata”.

    Frecciata mirata e precisa, andata a segno proprio all’indirizzo dei cugini-rivali, distanti ma non troppo nella corsa al quarto posto dopo la contestata vittoria di Udine: la fortuna nelle parole di Reja vuol proprio significare “errore arbitrale”, o “favore” che dir si voglia, con particolare riferimento al rigore netto negato all’Udinese sabato sera.

    Non poteva mancare, in proposito, l’intervento del presidente Lotito, che già nella settimana scorsa aveva invocato al rispetto della trasparenza nel finale di campionato ed a una maggiore attenzione agli arbitraggi, per evitare sviste clamorose come quella che ha penalizzato la Lazio contro il Napoli al San Paolo, con l’annullamento del gol “fantasma” a Brocchi, che, invece, oggettivamente era regolare.

    L’idea di questa settimana è l’istituzione di una sorta di task force appositamente creata per vigilare sulle ultime giornate di campionato e garantirne la regolarità: “Ho messo in campo una task force per la verifica dell’andamento delle ultime sei giornate di campionato. Mi avvalgo delle istituzioni, sono un uomo delle istituzioni, rispettoso delle norme. Ritengo ci siano cose che non collimano e allora mi dovrò rivolgere alle istituzioni preposte. Sul campo esprimiamo qualità che ci vengono negate per situazioni esterne. Non consentirò a nessuno di procurare danni alla Lazio”. Ed aggiunge: “Ritengo che le prossime partite sono sei finali e sono molto difficili. Dobbiamo fare in maniera che i risultati dipendano esclusivamente dal merito delle squadre”.

    Il duello capitolino a distanza trova legna da ardere nel fuoco delle polemiche anche nelle parole di Brocchi, particolarmente allusorio ai favori arbitrali giallorossi: “In proposito avrei qualcosa da dire”.

    Per ora, comunque, la Lazio deve pensare agli impegni di campo piuttosto che alla vis polemica, anche in virtù dell’aver riconquistato la quarta posizione e, dunque, il destino della qualificazione è esclusivamente nelle sue mani, prestando attenzione, però, alle numerose insidie che il calendario propone da qui alla fine del campionato: la doppia trasferta con Catania ed Inter, la partita in casa con la Juventus, il delicatissimo  scontro diretto con l’Udinese al Friuli, e l’ultima in casa con il Genoa.

    Il difensore Guglielmo Stendardo ha dichiarato in proposito: “Ci servono 12 punti almeno per essere certi del quarto posto”.

    A tal proposito, è essenziale la compattezza e lo spirito di squadra, evitando che le polemiche ed i nervosismi possano scuotere l’ambiente in senso negativo.

  • Gubbio e Nocerina ad un passo dalla Serie B

    Gubbio e Nocerina ad un passo dalla Serie B

    La 29esima giornata del campionato di Lega Pro Prima Divisione, dodicesima del girone di ritorno, ha visto degli importanti risultati nei due gironi, consolidando il primato del Gubbio nel girone A, ormai intaccabile, e della Nocerina del girone B. Più aperte sono, invece, le lotte nelle zone basse della classifica.

    Nel girone A è ormai ampiamente consolidata la posizione della capolista Gubbio, con ben 58 punti che, nonostante il pareggio di ieri contro il Bassano per 1-1, mantiene un rassicurante vantaggio sulla immediata inseguitrice, ossia il Sorrento a quota 49 punti, che ieri è stato sconfitto per 5-4 dal Pavia. In coda, invece, la situazione è più aperta con Pergocrema a quota 28 punti, sconfitto ieri dall’Alessandria, la Paganese a 25 ed il Monza a 24, vittoriose entrambe per 1-0 con Lumezzane e Sud Tirol. La Spal pareggia per 0-0 contro lo Spezia, rosicchiando un punticino a Ravenna e Lumezzane, sconfitte rispettivamente per 3-0 e 1-0 da Reggiana e Paganese.

    La classifica completa del girone A è la seguente: Gubbio 58 punti; Sorrento 49; Alessandria 45; Salernitana 43; Verona 42; Reggiana 41; Lumezzane, Como e Bassano 39; Spal 37; Ravenna e Spezia 36; Cremonese 35; Pavia 34; Sud Tirol 29; Pergocrema 28; Paganese 25; Monza 24.
    Salernitana penalizzata di 5 punti; Alessandria e Spezia penalizzate di 2 punti. Como, Gubbio, Lumezzane, Pergocrema e Spal penalizzate di 1 punto.

    Nel prossimo turno del 17 Aprile il calendario propone i seguenti match: Spal – Reggiana; Salernitana – Alessandria; Monza – Spezia; Bassano – Como; Pergocrema – Sud Tirol; Sorrento – Verona; Paganese – Cremonese; Pavia – Gubbio: Lumezzane – Ravenna.

    Nel girone B, la Nocerina consolida il suo primato in vetta alla classifica con 65 punti vincendo anche con la Lucchese per 2-1, in attesa del match fra Benevento e Barletta che si giocherà oggi in posticipo. In coda Viareggio, Foligno e Cavese a quota rispettivamente 28, 27 e 25 punti. Vince il Cosenza per 2-0 in trasferta con Virtus Lanciano.

    La classifica completa è la seguente:  Nocerina 65 punti; Benevento 52; Juve Stabia 48; Atletico Roma 47; Taranto 46; Foggia 44; Siracusa 41; Virtus Lanciano 40; Lucchese 37; Pisa, Gela e Cosenza 32; Ternana 31; Barletta 30; Andria 29; Viareggio 28; Foligno 27; Cavese 25.
    Cavese penalizzata di 6 punti; Cosenza penalizzato di 5 punti; Foligno penalizzato di 3 punti; Foggia e Ternana penalizzate di 2 punti. Benevento e Barletta una gara in meno.

    Nel prossimo turno del 17 Aprile, si disputeranno: Nocerina – Juve Stabia; Cosenza – Andria Bat; Pisa – Siracusa; Taranto – Lanciano; Lucchese – Viareggio; Cavese – Benevento; Barletta – Foligno; Ternana – Foggia; Atletico Roma – Gela.

  • Il Pro Vercelli completa la rimonta, tutto invariato negli altri gironi

    Il Pro Vercelli completa la rimonta, tutto invariato negli altri gironi

    La giornata di ieri nella Seconda Divisione di Lega Pro ha segnato un passo importante nel delineare la situazione di classifica, anche in virtù del fatto che si è giunti ormai alle battute finali della stagione, a quattro giornate dal termine, sia nelle posizioni di testa che in coda alla classifica.

    Nel girone A, si è verificato un significativo colpo di scena al vertice della classifica, con l’aggancio della Pro Vercelli al Tritium. La squadra piemontese, infatti, ha vinto per 2-0 contro la Virtus Entella, mentre il Tritium ha perso per 3-2 contro il Rodengo Saiano: entrambe, ora, sono appaiate in testa a 50 punti. Dietro di loro, la lotta è ancora aperta con quattro squadre in quattro punti. La Pro Patria è a quota 47, immediatamente inseguita da Feralpi Salò a 45: nel prossimo turno vi sarà lo scontro diretto fra le due squadre che potrà delineare con maggior chiarezza le loro reali ambizioni playoff. In posizione interessante anche Renate a 44 punti e Savona a 43.

    La classifica completa è la seguente: Pro Vercelli e Tritium 50 punti, Pro Patria 47, Feralpi Salò 45, Renate 44, Savona 43, Lecco 41, Rodengo Saiano 40, Montichiari 35, Canavese 33, Sambonifacese 30, Casale 28, Valenzana e Virtus Entella 27, Sacilese 25, Sanremese 23, Mezzocorona 17. Canavese penalizzata di 8 punti, Pro Patria penalizzata di 6 punti, Savona penalizzata di 4 punti, Feralpi Salò, Tritium e Rodengo Saiano penalizzate di 2 punti, Valenzana e Virtus Entella penalizzate di 1 punto.

    Nel prossimo turno, che si disputerà domenica 17 Aprile, sono in programma i seguenti match: Canavese – Valenzana, Feralpi Salò – Pro Patria, Mezzocorona – Rodengo Saiano, Montichiari – Savona, Sacilese – Lecco, Sanremese – Pro Vercelli, Tritium – Sambonifacese, Virtus Entella – Casale. Sarà a riposo Renate.

    Nel girone B meno colpi di scena, con una situazione già consolidata: pareggiano sia il Carpi che la Carrarese, ossia le due squadre di vertice, entrambe con il risultato di 1-1.

    Le capoliste restano divise da soli due punti, con gli emiliani del Carpi in vantaggio a quota 55 e la Carrarese a 53: le inseguitrici sono molto lontane anche se ieri hanno conquistato entrambe i tre punti. Il San Marino è a quota 42 mentre L’Aquila a 41.

    In zona retrocessione, invece, la Villacidrese sembra ormai condannata alla D, anche a causa dei 12 punti di penalizzazione inflitti: ha solo 13 punti in classifica ed è distante ben 8 lunghezze dalla penultima, il Fano.

    La classifica completa è la seguente:  Carpi 55 punti, Carrarese 53; San Marino 42; L’Aquila 41; Chieti 38; Poggibonsi, Prato e Giacomense 37; Gavorrano 31; Bellaria 28; Crociati Noceto 26; Celano 24; Giulianova 23; Sangiovannese 22; Fano 21; Villacidrese 13. Villacidrese e Sangiovannese penalizzate di 12 punti, Fano penalizzato di 4 punti, Giulianova penalizzato di 2 punti, Carpi penalizzato di 1 punto.

    Nel prossimo turno, del 17 Aprile, si disputeranno: Carpi – San Marino, Carrarese – Sangiovannese, Celano – L’Aquila, Chieti – Fano, Gavorrano – Giulianova, Giacomense – Prato, Poggibonsi – Crociati Noceto, Villacidrese – Bellaria.

    Nel girone C il Latina ed il Trapani non fermano la loro corsa, vincendo rispettivamente per 2-0 contro il Campobasso e per 1-0 contro Isola Liri: il Latina conduce con 55 punti mentre il Trapani segue con 52. Il Milazzo però riesce a tenere il passo ed è ancora in corsa per il primato, inseguendo con 50 punti, grazie alla vittoria di ieri con l’Aversa Normanna.

    In coda, il Catanzaro vince con il Brindisi a sorpresa, ma si tratta di un risultato pressocchè inutile ai fini della classifica data la situazione ormai compromessa dei giallorossi, già praticamente retrocessi in serie D con soli 5 punti in classifica.

    La classifica completa del girone C è la seguente: Latina 55 punti; Trapani 52; Milazzo 50; Neapolis Mugnano 45; Avellino 43; Aversa Normanna 41; Matera 32; Isola Liri 29; Vigor Lamezia, Melfi, Pomezia e Fondi 27; Campobasso 25; Brindisi 24; Vibonese 17; Catanzaro 5. Pomezia penalizzato di 16 punti, Catanzaro penalizzato di 7 punti, Melfi penalizzato di 5 punti, Brindisi penalizzato di 4 punti, Campobasso penalizzato di 2 punti, Trapani, Matera e Vibonese penalizzate di 1 punto.

    Nel prossimo turno del 17 Aprile il calendario proporrà: Aversa Normanna – Vibonese, Brindisi – Milazzo, Campobasso – Catanzaro, Isola Liri – Melfi, Neapolis Mugnano – Latina, Pomezia – Matera, Trapani – Fondi, Vigor Lamezia – Avellino.

  • Le pagelle di Palermo – Cesena 2-2

    Le pagelle di Palermo – Cesena 2-2

    Il pareggio in extremis agguantato dal Cesena di Ficcadenti al Barbera maschera la buona prestazione del Palermo di Delio Rossi, evidenziando una fragilità difensiva non ancora risolta, ed un blackout finale frutto di un calo di tensione. Il Cesena gioca una gara ordinata, con qualche buona occasione e qualche recrininazione su alcuni episodi arbitrali, strappando un punto molto utile nonostante l’inferiorità numerica.

    Le pagelle

    PALERMO

    Sirigu 6 Quasi inoperoso per tutta la gara, incolpevole nelle azioni dei gol del Cesena nel finale.

    Cassani 6.5 Attento e propositivo anche in fase di spinta, partita di sostanza, con un ottimo cross per Pinilla al 35′ del primo tempo, poi parato da Antonioli.

    Goian 6 Partita sufficiente nel complesso, con qualche buon intervento risolutore su Jimenez, fermato prima sul momento di calciare in porta.

    Bovo 6 Come il compagno di reparto partita sufficiente, nonostante sia uno specialista non incide nelle punizioni.

    Balzaretti 6.5 Buona partita, di quantità e qualità, soprattutto in fase propositiva: entra in modo decisivo nelle due azioni dei gol del Palermo, suggerendo l’assist a Kurtic ed a Pinilla.

    Acquah 6.5 Il giovane centrocampista, classe ’92, inizialmente sembra poco addentro alle dinamiche di gioco, poi si inserisce meglio nel corso della partita, dimostrando una buona personalità.

    Liverani 7 (27′ st Bacinovic sv) Il migliore in campo, un ritorno in campo dopo l’infotunio di grande spessore: suggerisce, detta i tempi, dirige l’orchestra: è il vero canalizzatore del gioco.

    Nocerino 6 Partita di sostanza e di quantità, la centesima in maglia rosanero: corre e lotta e prova anche qualche sortita offensivo, con centra la porta con un bel tiro al volo nel primo tempo.

    Kurtic 6.5 E’ un esperimento di Delio Rossi, trequartista in sostituzione di Pastore squalificato: dopo 5 minuti è l’autore del provvisorio 1 a 0 del Palermo, per il resto qualche buona giocata per il giovane sloveno.

    Miccoli 6.5 Non segna ma fornisce qualche buono spunto, dribbla e dialoga, dimostrando una buona intesa con il cileno Pinilla, compagno di reparto. Finchè resta in campo è nel vivo del gioco.

    Dal 14′ st Hernandez 6 Ha avuto un buon impatto sulla gara, poteva fare di più al 49′ del secondo tempo su una palla gol che poteva portare il Palermo sul 3-1.

    Pinilla 6.5 (46′ st Darmian sv) E’ l’autore del raddoppio, che poteva regalare una preziosa vittoria al Palermo, segnando da pochi passi raccogliendo il tiro cross di Balzarini. Si fa parare un colpo di testa ravvicinato da Antonioli nel primo tempo su cross di Cassani.

    All. Rossi 6.5 Buon ritorno a Palermo, buona intuizione su Kurtic dal primo minuto. Il pareggio è frutto di un crollo di attenzione, sul quale avrà tempo per lavorare.

    CESENA

    Antonioli 6 Incolpevole sui due gol incassati, autore di una grande parata su colpo di testa ravvicinato di Pinilla al 35′ del primo tempo e di un buon intervento su Hernandez al 49′ del secondo tempo.

    Santon 6.5 Buona gara, propositiva anche in fase di spinta, con discese e cross frequenti

    Felipe sv (9′ pt Pellegrino 6 Attento ed ordinato, entra bene in gara dopo 9′ sostituendo l’infortunato Felipe)

    Von Bergen 6 Partita sufficiente, anche se viene espulso nel secondo tempo per intervento eccessivamente scomposto su Pinilla.

    Lauro 6 Partita sufficiente ed abbastanza ordinata

    Caserta 6 Gara senza guizzi particolari. Rimedia un giallo, era diffidato e gli farà saltare la gara con il Bari (14′ st Rosina sv)

    Colucci 6.5 Mostra buona sicurezza e fornisce un apporto di grande sostanza

    Parolo 6.5 Cross ed iniziative, autore del gol del 2-1 che riapre la partita

    Giaccherini 7 Gela il Barbera al 51′, autore del 2-2 definitivo. Per il resto, buona gara nel complesso, anche se potrebbe essere più preciso in alcuni rifornimenti offensivi.

    Jimenez 7 Rientrante da un infortunio alla caviglia, non mostra difficoltà fisiche: dribbla e rientra, si propone spesso in appoggio e in dialogo.

    Malonga 6.5 Potrebbe segnare l’1-1 nel primo tempo, ma non è preciso nel tiro di sinistro che manda a lato. Cade in area e reclama un rigore nel primo tempo, dubbio l’intervento di Liverani (24′ st Bogdani sv)

    All. Ficcadenti 6.5 Prepara bene la trasferta di Palermo: la sua squadra ha il merito di lottare fino al sesto minuto di recupero.

  • Palermo – Cesena, clamoroso 2-2 in extremis con rissa finale

    Palermo – Cesena, clamoroso 2-2 in extremis con rissa finale

    Il ritorno di Delio Rossi a Palermo doveva coincidere con il ritorno del Palermo alla vittoria, in un Barbera infuocato dal clima quasi estivo, e dall’iniziale contestazione della curva, che espone uno striscione eloquente all’indirizzo della squadra: “Vergogna!”. Per Delio Rossi, però, al suo ingresso in campo solo applausi dalla maggior parte dello stadio, con il tecnico romagnolo visibilmente emozionato nel ritornare al suo posto in panchina, che era stato bruscamente costretto a lasciare dopo la sconfitta per 0-7 con l’ Udinese.

    Inizia, così, il leit motiv della gara: con un netto contrasto fra la curva del tifo organizzato, che contesta duramente, ed il resto dello stadio che applaude l’allenatore e le buone iniziative della squadra, e finisce nell’incredulità generale, con tanto di rissa in coda, nella contestazione generale dello stadio per un risultato sfuggito al 51′ del secondo tempo, dopo sei minuti di recupero.

    Il Palermo entra in campo concentrato e determinato, voglioso di dimostrare la volontà di voltare pagina e chiudere al meglio la stagione, volenterosi di riconquistare i propri tifosi. Dopo soli 5 minuti di gioco il primo gol si è già compiuto: Liverani detta il passaggio per Balzaretti, che serve Kurtic che arriva da dietro e dall’altezza del dischetto mette in rete. E’ il primo gol per lo sloveno classe ’89, una scommessa di Delio Rossi per questa partita, in sostituzione dello squalificato Pastore, in tribuna. E lo sloveno dedica il gol proprio al tecnico prima di essere sommerso dall’abbraccio dei compagni.

    Nell’azione del primo gol del Palermo, si infortuna Felipe del Cesena, poi sostituito da Pellegrino all’ottavo minuto.

    La partita si stabilizza nei primi venti minuti del primo tempo dopo il gol del vantaggio del Palermo, con qualche folata della coppia rosanero Miccoli-Pinilla, che mostrano una buona intesa nell’azione che al 19′ si conclude con una deviazione in angolo, e successivo tiro di Kurtic parato da Antonioli.

    Dal 20′ in poi, però, il Cesena si scuote con una serie di iniziative interessanti: al 21′ è bravo Parolo con un pallonetto a scavalcare ed a provare il sinistro, poi deviato in angolo. Al 28′ ancora Cesena, con un’azione pericolosa di Giaccherini, che suggerisce per Malonga: da posizione più che favorevole, però, l’attaccante manda a lato di sinistro colpendo l’esterno della rete.

    Al 30′ episodio dubbio in area, che innesca le polemiche del Cesena: ammonito per simulazione Malonga, dopo un contatto in area di Liverani sul quale il Cesena reclamava il rigore.

    Dopo una fase favorevole al Cesena, il ritorno del Palermo al 35′ , con ottimo inserimento di Cassani a destra e cross per Mauricio Pinilla, che colpisce bene di testa, anche se Antonioli risponde a dovere.

    Un minuto dopo, in una fase favorevole per il Cesena, il raddoppio del Palermo: al 36′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, tiro cross di Balzaretti (presente in tutte le occasioni decisive del Palermo) intercettato da Pinilla – in posizione regolare – che conclude in gol da pochi passi: l’attaccante non segnava dal mese di Dicembre ed il suo gol fa esplodere anche la gioia di Delio Rossi che lascia la panchina per andare ad esultare insieme ai suoi giocatori, approfittandone anche per qualche richiamo di natura tattica, in particolare al giovane Acquah.

    Nel finale di primo tempo, buona azione di Jimenez per il Cesena, fermato in extremis a pochi passi da Sirigu dall’intervento provvidenziale di Goian.

    Il secondo tempo riprende con una buona intuizione di Balzaretti al 6′, che vede l’inserimento di Kurtic, che però non riesce ad inquadrare la porta di sinistro. Al 9′, invece, buona azione del Cesena: Jimenez sull’out di destra dribbla e suggerisce per Giaccherini che si gira in area e colpisce bene di sinistro, trovando l’ottima risposta di Sirigu.

    Al 13′ fuori Miccoli, applaudito  dal pubblico e sostituito da Hernandez, fischiato,  e fuori Caserta per Rosina nel Cesena. Con i cambi e con il caldo i ritmi rallentano, il Palermo sembra in grado di controllare saldamente la gara, innescando ancora qualche buona azione. Il Cesena sembra spento, ancor di più dopo l’espulsione di Van Bergen che al 29′ entra in modo scomposto su Pinilla: intervento contestato anche dalla panchina con Sammarco che si fa espellere per proteste.

    Quando la partita sembrava ormai conclusa, incanalata su una vittoria meritata, il blackout che non ci si aspetta durante i sei miuti di recupero: al 47′ segna Parolo sugli sviluppi di un calcio d’angolo, accorciando lo svantaggio anche a causa di una distrazione collettiva della difesa del Palermo. Al 49′ Hernandez avrebbe la possibilità di richiudere la gara, ma Antonioli para, e così al 51′ il gol del definitivo 2-2 di Giaccherini gela il Barbera, innescando la rissa finale causata dall’esultanza provocatoria di Caldoro, secondo portiere del Cesena, proprio di fronte alla panchina del Palermo.

    Amarezza finale per i siciliani desiderosi di ritornare alla vittoria, esultanza per il Cesena di Ficcadenti che strappa un punto importante e che lo proietta a meno uno dalle quart’ultime, a 31 punti, approfittando degli stop di Parma e Sampdoria.