Autore: Simona Granieri

  • Samp in ritiro alla Borghesiana. La squadra è con Cavasin

    Samp in ritiro alla Borghesiana. La squadra è con Cavasin

    Dopo la sconfitta di sabato sera, subita dalla Sampdoria contro il Milan (la quarta in cinque partite), i tifosi blucerchiati hanno espresso tutto il loro disappunto in una forte contestazione alla squadra, sfociata in episodi di deprecabile violenza.

    Infatti, nella notte di sabato, intorno alle due di notte, mentre la squadra rientrava dalla trasferta milanese, alcuni giocatori (fra cui Capitan Palombo ) ed il medico sociale, hanno subito una brutale aggressione, oltre che minacce molto forti, anche di morte, nel corso di un vero e proprio agguato rivolto al pullman della squadra, colpito con spranghe, pietre e bastoni proprio mentre giungeva il piazzale dell’ Hotel Ac di Genova Quarto, dove la squadra doveva alloggiare.

    L’episodio, inoltre, è stato condannato con forza dalla società, oltre che dalla Lega di serie A, cha ha voluto esprimere il rammarico per l’accaduto e la solidarietà nei confronti del presidente Garrone e dei giocatori: ” La Lega Serie A condanna fermamente la brutale aggressione subita dai calciatori della Sampdoria al rientro dalla trasferta di Milano, un episodio inaccettabile per il quale si augura siano identificati al più presto i responsabili. Nell’esprimere la massima solidarietà al presidente Garrone, alla società e ai calciatori della Sampdoria, la Lega Serie A auspica che le vicende sportive restino confinate al terreno di gioco, senza dare adito a forme di violenza che nulla hanno a che fare con il calcio “.

    Per evitare che la squadra viva in prima persona un clima di fortissima tensione, che potrebbe compromettere ulteriormente il morale dei giocatori, in vista della prossima partita contro il Bari, oggi è stata presa la decisione di spostare il ritiro della squadra da mercoledì alla Borghesiana di Roma, per preparare il match lontano dalle pressioni di Genova. Domani, invece, la squadra lavorerà regolarmente a Bogliasco, ma ci si attende la  contestazione dei tifosi, soprattutto dei cosiddetti “cani sciolti”, che si cercherà di arginare provando a blindare il campo di allenamento.

    Il tecnico Cavasin, giunto per provare a dare una svolta ad una situazione delicatissima, ad un passo dal baratro della zona retrocessione, finora ha deluso le aspettative, non riuscendo a “far girar pagina”, ma i giocatori si sono dimostrati compatti dalla sua parte, soprattutto in virtù del fatto che non ritengono positivo un nuovo cambio in panchina in vista delle ultime cinque caldissime partite. Nonostante la scossa da parte di Cavasin non sia arrivata, dunque, i senatori blucerchiati si sono mostrati uniti nel difendere il tecnico, in particolare Palombo ed il vice capitano Gastaldello.

    Si va avanti con Alberto Cavasin, dunque, nella speranza di riuscire a risollevarsi in tempo prima di cadere a picco nel precipizio. Il tecnico, per ora, cerca di predicare ottimismo per risollevare le motivazioni dei suoi: “Anche se ci credevamo, non erano comunque a Milano i punti per la nostra salvezza. Ci siamo già buttati tanti punti dietro le spalle, ora dovremo farne tanti nelle prossime cinque. La media salvezza è alta, oltre i 40, per cui per rimanere in A tre vittorie dovremo farle. Dal momento che non vinciamo da oltre due mesi, pensare di vincerne tre in cinque sembra impossibile, ma io ci credo, anche perché le squadre che affronteremo sono alla nostra portata “.

    Ad oggi, però, la classifica dei blucerchiati fa paura: terz’ultimi con 32 punti, a due lunghezze di distanza dal Cesena con 34 ed a tre punti dalLecce con 35, appena due punti sopra la penultima, il Brescia con 30 punti. Il calendario, inoltre, per le ultime cinque finali è il seguente: la prossima partita contro il Bari già spacciato, in cui i blucerchiati sono chiamati imperativamente alla vittoria, poi lo scontro diretto con il Brescia, ed immediatamente dopo, nel rush finale, il derby contro il Genoa, che sfugge come sempre a tutti i possibili pronostici, ed i match con Palermo e Roma, con l’ultima in casa dei capitolini giallorossi.

  • Juventus: è Van Gaal l’uomo del cambiamento?

    Juventus: è Van Gaal l’uomo del cambiamento?

    Il pareggio a reti inviolate di Firenze potrebbe avere vari punti di vista interpretativi per fotografare la situazione in casa bianconera, varie angolazioni. Da un lato, data la situazione stagionale, appare positivo che la squadra sia riuscita a tenere il campo ed a ritrovare una solidità difensiva, anche con l’assenza di Giorgio Chiellini.

    Dall’altro lato, però, appare in modo netto la diffcoltà realizzativa, nonostante la presenza in attacco di un Matri ultimamente molto ispirato, e nonostante il recupero di Del Piero, entrato nella ripresa. Ma ciò che è più evidente non è l’elemento di dettaglio, il particolare rivelatore, bensì l’andazzo generale, la visione d’insieme su una stagione dalla quale era lecito attendersi molto di più, ma che terminerà nuovamente fuori dalla Champions League, con una qualificazione in Europa League di cui non si sa se essere o meno realmente contenti, o se vederla più come un peso per la prossima stagione, considerando la difficoltà di gestire, anche dal punto di vista del recupero fisico ed atletico, impegni infrasettimanali al giovedì sera.

    La Juventus di Gigi Del Neri doveva essere ben altro, doveva mettere in campo doti – anche caratteriali – ben differenti dall’arrendevolezza mostrata durante questa stagione, con ben poche eccezioni. Una squadra a tratti con carenze di personalità, che è riuscita ad esprimersi al meglio soltanto in occasione dei big match con Milan, Inter e Roma, rasentando quasi sempre la mediocrità, di approccio e di risultato, nelle altre occasioni.

    Tutto questo non può non pesare sul bilancio dell stagione di Gigi Del Neri, tecnico supportato da Marotta e dallo spogliatoio, ma la cui gestione non è riuscita ad essere incisiva, nè è riuscita  a garantire qualla svolta tanto paventata in Estate.

    Con il pareggio di ieri, che ha visto allontanarsi ancor di più le contendenti Lazio ed Udinese, la delusione cresce ancor di più, ed è difficile non considerare come più che probabile l’ipotesi di un suo addio a fine stagione, in virtù degli abissali distacchi dal Milan capolista (ben 19 punti), e dell’essere nella medesima posizione di classifica che occupava lo scorso anno la Juventus del traghettatore Alberto Zaccheroni (che chiuse a -27 dall’Inter vincente).

    Per tali motivazioni, nonostante il legame fra Beppe Marotta ed il tecnico di Aquileia, pare che la Juventus si stia già muovendo per contattare altri tecnici. Fra i papabili, oltre a Luciano Spalletti, attualmente impegnato nel campionato Russo con lo Zenit San Pietroburgo, vi è soprattutto Louis Van Gaal, ex tecnico 59 enne del Bayern Monaco, oltre che del Barcellona, e mentore di Josè Mourinho.

    E’, però, indubbio che il tecnico olandese vorrà delle precise garanzie tecniche dalla dirigenza, mirando ad una vera campagna di rafforzamento dell’organico, con l’ acquisizione di “top players”. Il beneficio maggiore che la squadra potrebbe trarre dall’arrivo di un tecnico con l’esperienza internazionale di Van Gaal potrebbe riguardare soprattutto l’aspetto motivazionale, uno degli elementi maggiormente criticabili della gestione Del Neri, che già in Estate fu attaccato per la scarsa ambizione dei proclami, dichiarando di ritenersi soddisfatto se la squadra avesse conquistato il quarto posto. Linea “arrendevole” proseguita nei mesi, e culminata anche nelle dichiarazioni del post-partita di ieri, in cui sosteneva di essere soddisfatto della prestazione della squadra, pur considerando che la Juventus non si è mai resa pericolosa in zona gol.

    Il settimo posto attuale è, dunque, frutto della mentalità arrendevole che la squadra ha mostrato, smarrendo quella caparbietà e quella tenacia che, invece, da sempre aveva contraddistinto la Juventus, (pre calciopoli ma anche quella della prima gestione di Claudio Ranieri), capace di ribaltare le partite oltre il novantesimo. Una squadra mai doma, che ora viene sempre domata, anche da avversari non irresistibili.

    Resta da chiedersi se l’ulteriore cambio in panchina possa costituire una reale soluzione di cambiamento, ma per ora appare l’unica realmente percorribile.

  • Catania – Lazio: le pagelle. “Profeta” Zarate

    Catania – Lazio: le pagelle. “Profeta” Zarate

    La Lazio ipoteca il quarto posto in classifica vincendo con un secco e perentorio 4 a 1 al Massimino di Catania, staccando ancor di più Roma e Juventus, rispettivamente a meno sette ed a meno otto punti, in attesa della gara di questa sera dell’Udinese a Napoli.

    Una Lazio cinica e determinata, volitiva ed unita, che sfrutta al meglio le debolezze difensive del Catania, molle e deconcentrato, demotivato dall’obiettivo salvezza che pare vicino da raggiungere a quota 36 punti. Una Lazio che piace al presidente Lotito, che elogia lo spirito di gruppo, l’umiltà e la determinazione dei suoi, che sono scesi in campo per i tre punti e non si sono arresi dopo il pareggio del Catania. Un Catania che, invece, non è piaciuto al suo presidente Pulvirenti, amareggiato per la prestazione giudicata “ai limiti del ridicolo”.

    Le pagelle della gara:

    Catania:

    Andujar 5.5 Non colpevole direttamente nelle azioni dei quattro gol incassati, più incerto sulla punizione del 4-1 calciata da Zarate, ma compie qualche salvataggio su Floccari che rende meno pesante il passivo 

     Alvarez 5 Come membro del reparto difensivo è responsabile insieme ai compagni dell’ estrema facilità con cui la Lazio riesce a penetrare in zona gol, soprattutto partendo dalle fasce

    Silvestre 5 Prestazione insicura ed incerta, come tutto il reparto difensivo che dovrebbe guidare

     Terlizzi 5.5 Salva su Lichsteiner a porta vuota, ma poi commette altre imprecisioni, soffre molto Zarate, soprattutto in occasione del terzo gol

     Capuano 5.5 Era in ballottaggio per un posto da titolare, rientrava dall’infortunio, ma non convince granchè.

    Carboni 5 Poco filtro, poco pressing, poco visibile

    Lodi 5.5 Come i compagni di reparto, partita opaca ed incolore

    Schelotto 6 La sufficienza per qualche buona iniziativa e per il merito di pareggiare momentaneamente la gara dopo 25 secondi della ripresa. Esce anzitempo acciaccato per Morimoto

     Ricchiuti 6 Qualche buona azione, in particolare la discesa che consente il gol del pari

     Bergessio 5.5 Una prestazione anonima, entra nell’azione del momentaneo 1-1 Catanese tirando debolente e trovando la respinta di Muslera, poi raccolta da Schelotto

     M. Lopez 5.5 Impalbabile, tranne che per un bel sinistro ad incrociare che esce di poco a lato sul finire del primo tempo

    Lazio:

    Muslera 6 Poco impegnato dal Catania, non compie quasi nessun intervento, tranne nell’azione del gol incassato in cui si era inizialmente opposto a Bergessio

    Lichtsteiner 6.5 Buone discese, buoni inserimenti e sovrapposizioni, inizia lui l’azione che sblocca la partita con gol di Hernanes, crossando per Mauri.

    Biava 6 Partita accorta, ammonito per fallo su Maxi Lopez, per un fallo scomposto e scoordinato, sostituito nel finale per Stendardo

    Dias 6 Ammonito al 35′ per fallo tattico, utile nel fermare il contropiede Catanese 

    Radu 6 Al rientro dopo un mese difficile di infortuni e squalifiche, gioca una partita sufficiente, con qualche entrata molto decisa, come quella su Alvarez

    Bresciano 6 Sostituisce Brocchi infortunato con una partita di buona sostanza

    Ledesma 6 Non incide sulle punizioni, partita sufficiente per il resto

    Sculli sv Esce per infortunio dopo 13′ sostituito da Zarate 

    Zarate 7.5 L’uomo partita: il suo ingresso in campo accende la luce. Suggerisce perfettamente per Mauri sul secondo gol, dà il via ai contropiedi laziali, pennella per Floccari sul terzo gol, mette la firma sul tabellino su punizione, chiudendo la gara sul 4 a 1, realizzando il suo sesto gol in campionato

    Mauri 7 La sua deviazione per Hernanes è decisiva nel primo gol, poi raddoppia nella ripresa su cross di Zarate portando la Lazio sul 2 a 1

    Hernanes 7 Ottima partita, in cui segna il primo gol del match, il suo nono in stagione, duetta e suggerisce

    Floccari 6.5 Si fa trovare pronto per mettere in rete il 3 – 1 su cross perfetto di Zarate, ha un’altra buona occasione neutralizzata dal portiere Catanese

  • La Lazio a Catania ipoteca il quarto posto: 1-4

    La Lazio a Catania ipoteca il quarto posto: 1-4

    La Lazio sbanca il Massimino di Catania leggittimandosi come pretendente più accreditata al quarto posto, valido per la qualificazione in Champions League. Una vittoria netta, nel gioco e nel risultato, una partita fondamentale, una vittoria in trasferta che mancava dal 13 Febbraio a Brescia.

    Una Lazio che inizia concentrata il match, un Catania che, invece, inizia molle e poco in partita: sarà questa la chiave dell’incontro per tutta la gara e che ne segnerà inesorabilmente l’esito. Nonostante tutto, è un episodio in particolare che sembra incanalare l’incontro sui binari della vittoria biancoceleste.

    Dopo 13′ si fa male Giuseppe Sculli, per un risentimento muscolare alla coscia, ed è costretto ad uscire per lasciar spazio a Mauro Zarate, che Reja aveva tenuto in panchina punendolo per un ritardo in allenamento. L’argentino ha un impatto decisivo sul match, entrando nel vivo del gioco con giocate sempre incisive e  decisive, schierandosi inizialmente largo a sinistra, ma accentrandosi nel corso della gara, su suggerimento di Reja, per mantenersi più vicino a Sergio Floccari in avanti, lasciando Hernanes sulla sinistra.

    Al quarto d’ora del primo tempo la Lazio si presenta in avanti con un pregevole uno-due Mauri-Floccari sulla fascia destra, con palleggio di Mauri che suggerisce per Hernanes che, però, manda a lato.

    Al 18′, opportunità per Sergio Floccari, che riesce a stoppare una palla non semplice, ma poi colpisce l’esterno della rete.

    Bisogna attendere il 38′ per assistere ad un’altra occasione pericolosa, sempre della Lazio, su punizione ben eseguita da Hernanes, ma respinta prontamente da Andujar ben piazzato.  Due minuti dopo, al 40′ l’episodio che sblocca la gara: inserimento di Lichsteiner che crossa per Mauri, il quale devia di testa all’indietro a beneficio di Hernanes che devia in porta, realizzando il nono gol in campionato, il secondo lontano dall’Olimpico.

    Il Catania prova a scuotersi al 42′ con un bel diagonale ad incrociare di Maxi Lopez, bravo a difendere la posizione sul disturbo di Biava, che però esce di poco.

    Dopo l’intervallo, la squadra di Simeone entra in campo con un piglio diverso, cercando di rispondere ai fischi che il pubblico le aveva rivolto al rientro negli spogliatoi. Dopo soli 25 secondi Ricchiuti riesce ad incunearsi nella difesa laziale, suggerendo per Bergessio, il cui tiro viene respinto da Muslera, ma viene prontamente raccolto da Schelotto che realizza il gol del pareggio momentaneo, con la colpevole distrazione di Lichsteiner e Biava.

    Dopo il gol incassato la Lazio appare maggiormente intimoita, allungata, ed il Catania più motivato e aggressivo.

    La parità, però dura poco: dopo 10′ su cross di Zarate si inserisce in area Mauri che realizza il 2-1, anche se in posizione di sospetto fuorigioco.

    La gara, dopo l’episodio del nuovo vantaggio Laziale, ritorna ad essere a senso unico, con un Cania che pare arrendersi alle azioni biancocelesti ed, in particolare di Zarate: al 32′ Hernanes parte in contropiede, suggerisce per l’argentino Zarate che segue l’azione e regala un assist perfetto per Floccari, che finalizza da due passi la perfetta azione in verticale, realizzando il suo ottavo gol in campionato.

    La Lazio, dopo la terza realizzazione, gioca sul velluto, mantenendo il possesso e rallentando il ritmo, anche a causa del caldo, fino alla ciliegina del quarto gol, al 43′: perfetta punizione quasi dal limite di Zarate che realizza il sesto gol in campionato, coronando una partita di grande livello, da indiscusso migliore in campo.

    Al termine della gara Reja commenta soddisfatto il risultando, precisando l’importanza di mantenere per le prossime cinque partite l’attuale determinazione e concentrazione, elogiando la squadra che, con tutta probabilità, continuerà ad allenare anche per il prossimo campionato, anche se per il rinnovo vuol attendere, scaramanticamente, il termine della stagione.

    Il tecnico del Catania Diego Simeone, invece, è deluso per la prestazione dei suoi, apparsi molli e arrendevoli, quasi sazi da un obiettivo-salvezza che appare comunque vicino, dati i 36 punti in classifica.

    La Lazio, invece, guadagna punti preziosi sulla Roma, che ha perso ieri col Palermo, e sulla Juventus, fermata per 0-0 a Firenze, in attesa del risultato di Napoli – Udinese di questa sera: ma le porte dell’Europa che conta sembrano ormai spalancate.

  • Catania – Lazio, probabili formazioni

    Catania – Lazio, probabili formazioni

    Alle 15.00 allo stadio Massimino di Catania arriverà la Lazio quarta in classifica, in un delicato scontro salvezza-Champions. I biancocelesti hanno l’imperativo di provare a conquistare tre punti fondamentali per preservare la quarta posizione valida per la qualificazione in Champions League, un risultato che acquisirebbe un risvolto importante in virtù della sconfitta subita ieri dai cugini giallorossi contro il Palermo, ed in vista del difficile impegno di questa sera della diretta concorrente Udinese in posticipo contro il Napoli, ed anche del delicato impegno della Juventus a Firenze.

    La vigilia del match, però, in casa biancoceleste non è stata delle più serene, soprattutto per i problemi fisici di Cristian Brocchi, e del nuovo episodio legato ai comportamenti non impeccabili dell’argentino Mauro Zarate, presentatosi a Formello con un’ora di ritardo, perchè “aveva dimentato che fosse in programma l’allenamento”, nonostante i calciatori fin da Lunedì conoscono il programma settimanale di lavoro, come lo stesso tecnico Reja ha precisato.

    Pertanto, Mauro Zarate (che non è affatto nuovo a simili episodi), potrebbe essere punito da Edi Reja, che lo lascerebbe in panchina preferendogli Giuseppe Sculli al fianco di Floccari, ma la decisione definitiva verrà presa immediatamente prima di scendere in campo come lo stesso tecnico ha dichiarato.

    Brocchi, invece, sarà costretto ad uno stop a causa di un ematoma al quadricipite alto: non parteciperà alla partita Catanese e verrà sostituito molto probabilmente da Bresciano, oppure, da Gonzales. Inoltre, sarà ancora assente per squalifica Matuzalem.

    Oltre alle assenze, però, quello che maggiormente preoccupa il tecnico friulano è l’approccio alla gara della sua squadra, evitando cali di concentrazione e mettendo in campo temperamento e personalità giocando sempre partita per partita e facendo i calcoli soltanto alla fine: “Noi cerchiamo sempre di vincere ovunque. Mi auguro che la mia squadra affronti la gara con il piglio giusto. Il Catania in casa è particolarmente motivato, ma andiamo lì con la mentalità giusta per fare il massimo, dovremo essere bravi a sfruttare le occasioni che ci capiteranno”.

    L’obiettivo per i biancocelesti è quello di migliorare il rendimento in trasferta, dato che la formazione di Edi Reja non riesce a vincere fuori casa dal 13 Febbraio dopo la vittoria per 2-0 a Brescia; un miglioramento del rendimento necessario anche in vista delle prossime quattro trasferte che attendono i biancocelesti sul totale delle sei partite che restano fino al termine del campionato cercando, inoltre, di sfatare il tabù Catanese, dove non riescono a conquistare i tre punti da ben 50 anni: nell’ultimo precedente, disputato il 20 Settembre 2009, vi fu un pareggio per 1-1, con reti di Jorge Martinez per il Catania e di Julio Cruz per la Lazio.

    La probabile formazione Laziale è la seguente,  schierata con un 4-2-3-1 composto da: Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu; Bresciano, Ledesma; Mauri, Hernanes, Sculli; Floccari. In panchina vi saranno: Berni, Scaloni, Stendardo, Garrido, Meghni, Gonzalez, Kozak.

    Il Catania, invece, dopo il pareggio ottenuto a Bari nell’ultimo turno di campionato, è ora alla ricerca di preziosi punti salvezza, cercando di agguantare i tre punti che gli consentirebbero di raggiungere la quota di 39 punti, che significherebbe quasi certa permanenza in A, mantendosi a distanza di sicurezza dalle sabbie mobili degli ultimi posti.

    Il tecnico argentino Diego Simeone, grande ex dell’incontro dopo i lunghi anni da calciatore in biancoceleste, non ha dubbi particolari di formazione, e schiererà un 4-2-3-1 con Andujar in porta, Alvarez, Silvestre, Terlizzi, Marchese in difesa ; Carboni, Lodi; Schelotto, Ricchiuti; Bergessio; Maxi Lopez in attacco. In panchina siederanno: Campagnolo, Augustyn, Spolli, Ledesma, Pesce, Gomez, Morimoto.

    Rientrerà quindi il capitano Silvestre, reduce dalla squalifica, mentre è stato recuperato in extremis Spolli che sarà in ballottagio con Terlizzi per un posto da centrale difensivo. L’altro ballottaggio, per il ruolo di terzino sinistro, riguarderà invece Marchese e Capuano, con il primo nettamente favorito.

    Al Massimino di Catania arbitrerà Rizzoli di Bologna, coadiuvato dai guardalinee  Stefani- Faverani, e dal quarto uomo Russo: sul loro operato vigilerà certamente l’ormai celebre “task force” del presidente Lotito.

  • Real Madrid – Barcellona: le probabili formazioni

    Real Madrid – Barcellona: le probabili formazioni

    Il “Clasico” di questa sera alle 22.00 al Santiago Bernabeu di Madrid sarà la prima di quattro sfide ravvicinate, alimentando la rivalità continua dei due club spagnoli, Real Madrid e Barcellona. Una gara che si ripeterà anche mercoledì 20 nella finale della Coppa del Rey, e poi nelle semifinali di Champions, ma che questa sera riguarderà solo, si fa per dire, il discorso Liga.

    Il club blaugrana è in testa alla classifica, con 8 punti di vantaggio sulle merengues, che se vincessero questa sera potrebbero portarsi a cinque punti, con 6 giornate al termine: un’ impresa ardua quella di tentare di fermare la vittoria del Barca. Mourinho, però, non ha digerito la sconfitta per 5 a 0, la celebre “manita” subita il 29 Novembre nel match di andata, ed è certo che di adopererà per caricare a mille i suoi giocatori per compiere, fra le mura amiche, il riscatto di quell’umiliante smacco.

    Il clima è teso, oltre che per la consueta rivalità fra i due club, che si alimenta tutti i giorni dell’anno, e che discende dalla storica rivalità fra le città che rappresentano, anche per le questioni legate al campo. In particolare, nella conferenza stampa di ieri di presentazione del match, il “comunicatore per eccellenza”, Josè Mourinho ha scelto la via provocatoria del silenzio, presentandosi in sala stampa ma lasciando la parola al suo vice, Aitor Karanka, con il conseguente disappunto dei giornalisti presenti che, per protesta, hanno lasciato la sala. Una provocazione quella di Mourinho che ha suscitato i malumori di tutta la stampa spagnola, considerata una vera e propria mancanza di rispetto, motivata dalla volontà di Josè di “non ingigantire la tensione e di non esprimersi per evitare di creare equivoci”, in risposta alle accuse che gli vengono frequentemente rivolte di surriscaldare l’ambiente. Ma più realisticamente, sembra un espediente ideato per alleggerire la tensione dalle questioni di campo, puntando i riflettori ed i commenti su di se per sollevare un po’ di pressione dalle spalle dei suoi giocatori, anche in vista dei futuri incontri. Resta da vedere se la tattica funzionerà, e se la sua squadra riuscirà nell’impresa di ostacolare l’armata blaugrana nella conquista della 21 esima Liga spagnola, o almeno di frenarla nell’obiettivo di agguantare il secondo Triplete nel giro di tre anni: se così non fosse Mourinho rimarrebbe a “zeru tituli” dopo le innumerevoli vittorie degli anni precedenti.

    In casa blaugrana, invece, il clima appare molto più disteso, lontano dalla provocazioni lanciate dal tecnico merengues. Il Barca ha una situazione di classifica invidiabile, oltre che equilibri di gioco più che consolidati, ed al Bernabeu potrebbe accontentarsi anche di un pareggio: la filosofia Barca, però, non consente di andare in campo difendendosi e, quindi, come solitamente accade, con la squadra di Guardiola in campo sarà spettacolo, coralità, palleggio. Al “Mucha boca” (molte parole) di Mou, Pep Guardiola risponderà con “Mucho futbol” (molto calcio). Per questo, nella conferenza stampa della vigilia, non è caduto nella “trappola provocatoria” della polemica.

    Per quanto concerne le formazioni, appare scontato lo scontro fra i due massimi esponenti del calcio attuale, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, 88 gol in stagione, 48 la pulce argentina, 40 il portoghese, entrambi in grado di decidere in qualsiasi momento il match.

    In campo, però, si preannunciano tanti altri scontri oltre al “duello” appena citato, nella contrapposizione fra il calcio orizzontale del Barcellona ed il calcio verticale del Real Madrid. Le merengues dovrebbero schierare un 4-2-3-1 con Casillas in porta, Ramos, Carvalho, Pepe e Marcelo sulla linea difensiva; Xabi Alonso e Khedira a far da cerniera a centrocampo; Di Maria, Ozil e Ronaldo dietro l’unica punta Adebayor.

    Guardiola, invece, si affiderà certamente al suo consolidatissimo 4-3-3  con Victor Valdes in porta, Dani Alves, Piquet, Puyol, Keita, Xavi Hernandes, Andres Iniesta, Busquets, Pedro, Leo Messi, David Villa.

    Le previsioni dei bookmakers non si sbilanciano a favore di una delle due squadre, quotando la vittoria di entrambe a 2,55 ed il pareggio a 3,50, mentre un’altra “manita” del Barca è quotata a 20,00.

  • Diritti TV Serie A, è guerra fra le 5 big e le altre

    Diritti TV Serie A, è guerra fra le 5 big e le altre

    La riunione in Lega Calcio di serie A svoltasi nella giornata di ieri è stato un incontro infuocato, uno dei più tesi dell’ultimo decennio, che si è concluso con un’ulteriore netta spaccatura fra i club “grandi”, le principali cinque big del campionato, ossia Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, che rappresentano il ben 75% del fatturato globale, e le altre quindici “medio-piccole” che rappresentano la restante parte.

    L’oggetto dell’incontro di ieri era la decisione circa i criteri di spartizione dei diritti televisivi, che dal 2010 è tornata ad essere collettiva, per una cifra ben considerevole: 200 milioni di euro complessivi che, secondo la legge Melandri, devono venir ripartiti proprio sulla base dei bacini d’utenza. In particolare, la votazione della giornata di ieri consisteva proprio nella decisione inerente l’affidamento delle ricerche demoscopiche circa la rilevazione dei bacini d’utenza delle varie squadre. Il criterio del “bacino d’utenza”, infatti, è un modo per dare un “peso” alle diverse squadre, ponderando in base a tale concetto la suddivisione della quota dei diritti televisivi.

    La votazione che ha coinvolto i venti club, si è conclusa con un nettissimo quindici a cinque, con l’ampia maggioranza (formata dalla medio -piccole) che ha scelto di incaricare come società di rilevazione Crespi, Doxa e la tedesca Sport + Markt, non gradite alle cinque grandi a causa dei criteri adottatti per la rilevazione del bacino d’utenza. In particolare, le cinque grandi contestano che tale bacino verrà calcolato non soffermandosi semplicemente alla definizione di “tifosi”, ma considererà anche i concetti di “appassionato, sostenitore, simpatizzante”, in disaccordo con il reale spirito della legge Melandri, e verrà, inoltre, dato un certo peso ai dati Auditel. 

    Il disappunto delle big nei confronti della scelta compiuta dalla maggioranza, che porterà le cinque grandi ad una perdita di circa 10 milioni di euro, avrà un seguito: infatti, dopo una riunione in uno studio legale di Milano, gli avvocati competenti hanno impugnato la decisione dell’assemblea ed hanno deciso di presentare ricorso alla Corte federale, ed, inoltre, hanno deciso di congelare fino a data da destinarsi qualsiasi operazione di mercato con le altre quindici società “rivali”.

    Una situazione molto delicata e di grande tensione, dunque, che è destinata ad evolversi nei prossimi giorni, soprattutto perchè i quindici club (che hanno ora la maggioranza numerica e che potrebbero avere un peso decisivo nell’elezione del nuovo presidente che prenderà il posto del dimissionario Beretta) non hanno interesse alcuno ad interrompere i rapporti di mercato con le grandi, nè hanno convenienza di proseguire lo scontro frontale con esse, che porterebbe ad una paralisi dell’operato in Lega, oltre che un sicuro svantaggio economico per le squadre medio -piccole.

    L’unica decisione sulla quale nella giornata di ieri si è riusciti a trovare l’accordo di tutti i club, è stata la data di inizio del prossimo campionato di serie A, che prenderà il via il 27 Agosto (data anticipata anche in vista degli Europei 2012) e terminerà il 13 Maggio.

    Inoltre,  si è stabilito che vi saranno cinque turni infrasettimanali, con la prima e l’ultima giornata che si giocheranno in notturna. La partenza anticipata al 27 Agosto favorirà anche le squadre che avranno tanti giocatori impegnati nella Coppa America. I primi turni della prossima Coppa Italia sono previsti per il 7 Agosto ed il 14 Agosto, mentre la finale si disputerà il 20 maggio del 2012.

  • Real – Barcellona: il primo round del “Clasico”. Sfida di campo, ma non solo

    Real – Barcellona: il primo round del “Clasico”. Sfida di campo, ma non solo

    Alla fine dei quattro incontri, forse, la sensazione più comune sarà la noia, per una replica continua del Clasico dei Classici, proposta e riproosta in tutte le varianti. Questa sera, però, è la “prima”, e come ogni “prima” che si rispetti porta con se l’adrenalina del primo round, della grande sfida e degli incroci, in campo ed in panchina.

    Nel giro di 18 giorni circa, saranno per ben 4 volte l’una di fronte all’altra le due grandi del calcio spagnolo, oltre che le due grandi (insieme al Manchester United) del calcio Europeo e, dunque, Mondiale: Real Madrid – Barcellona.

    La partenza di questa sera è al Bernabeu, per lo scontro diretto di campionato: data la situazione di classifica, però, il match non pare realmente decisivo, in quanto in caso di vittoria, il Real Madrid si porterebbe a meno cinque dalla squadra blaugrana capoclassifica, con sole sei giornate al termine della Liga. Nonostante la situazione di classifica non consenta di etichettare questo match come “decisivo”, resta il fascino dell’incontro, e resta soprattutto la curiosità di vedere se le marengues riusciranno a riscattare in casa propria la terribile onta della “manita” della gara d’andata del 29 Novembre scorso al Camp Nou, un perentorio 5-0 che Mourinho di certo non ha ancora digerito, una delle sconfitte più pesanti della sua carriera.

    Inoltre, date le successive gare ravvicinate fra le due squadre, non bisogna sottovalutare l’aspetto psicologico che la gara potrà avere, in termini di risvolti emotivi, soprattutto per la vincente del primo confronto di questa sera. Una vittoria nella “prima”, infatti, darebbe uno slancio particolare per affrontare i successivi e decisivi incontri, ossia la finale di Coppa del Re (che si disputerà al Mestalla di Valencia Mercoledì 20 Aprile) e, soprattutto, il doppio confronto di Champions League, valido per le semifinali del torneo, che si disputerà il 27 Aprile ed il 3 Maggio e che consegnerà una delle due Big iberiche alla finalissima europea del prossimo 28 Maggio nella cornice di Wembley.

    Una sfida infinita, dunque, fra le due “Superbig”, diverse in tutto e per tutto. Il confronto, pertanto, va aldilà degli aspetti tecnici e di campo, ma attiene due città da sempre rivali, due mentalità differenti, due orientamenti politici contrapposti, due anime della stessa Nazione.

    Castilla contro Catalogna, Castigliano contro Catalano, la squadra del “potere”, storicamente vicina al regima franchista e quindi di destra, contro la squadra della Catalogna, ossia la regione che da sempre ha contrastato il regime franchista. Una contrapposizione totale, dunque, che divide il Paese anche nelle istituzioni politiche: il presidente socialista Zapatero non ha mai nascosto la sua fede blaugrana, il suo precedessore Aznàr, invece, tifa “blanco”. La regione Catalana con mire indipendentiste, in accordo con lo slogan “Catalogna is not Spain”, contro la città capitale, sede della famiglia reale, con in testa il re Juan Carlos, da sempre tifosissimo delle merengues.

    Finora lo scenario, il contesto, la cornice. Ma il contenuto della sfida non è da meno ed, anche in questo caso, non è difficile riscontrare i punti di contrapposizione fra le due squadre. In primis, la personalità dei due allenatori: l’imprevedibile egocentrismo e la spavalderia di Josè Mourinho contro la placida sicurezza, la calma e l’umiltà di Pep Guardiola.

    Entrambi vincenti, ma in modo totalmente differente, due filosofie contrapposte di interpretare il calcio, sia dentro che fuori dal campo. Il primo punta alla vittoria ad ogni costo, esclusivamente al risultato, senza badare a spese, alla ricerca del colpo ad effetto e dell’innesto in squadra solo di giocatori “già fatti”, grande motivatore ma anche grande polemizzatore. Il secondo, invece, in pieno accordo con la filosofia blaugrana, punta sulla coralità del gioco, e sulla valorizzazione della prolifica Cantera, che negli anni ha sfornato talenti di primissimo piano.

    E poi gli straordinari interpreti in campo, il patinato Cristiano Ronaldo contro il low profile di Lionel Messi: ben 88 gol in due in stagione. Basterebbe solo questo per giustificare il prezzo del biglietto. Ma Real Madrid – Barcellona è molto di più.

  • AAA Totti vende casa: “astenersi Laziali”

    AAA Totti vende casa: “astenersi Laziali”

    Un Romanista non può vendere casa ad un Laziale. Nella capitale del “Derby tutto l’anno”, ecco aggiungersi un nuovo comandamento alle regole scritte e non scritte che riguardano i rapporti fra le due tifoserie, all’insegna di continui goliardici sfottò reciproci.

    L’aspetto di maggiore curiosità riguarda, in questo caso, l’autore dell’iniziativa stessa, ossia Francesco Totti.

    Il capitano giallorosso, infatti,  ha deciso di mettere in vendita il suo attico ed il superattico di oltre 500 mq, dotato di Jacuzzi e di piscina sul terrazzo, situato nella tranquilla zona Torrino, per trasferire la famiglia composta dalla moglie Ilary Blasi e dai due “pupi” Cristian e Chanel, in zona Eur, acquistando un appartamento ( o anche più di uno ) nel nuovissimo grattacielo supertecnologico di 28 piani, l’ Eurosky Tower.

    Nell’annuncio immobiliare riportato dal settimanale Panorama, si evidenzia il prezzo dell’immobile, di 5.300.000 trattabili. C’è un aspetto sul quale, però, capitan Totti non intende trattare, ossia la fede calcistica della futura controparte contrattuale, precisando sempre nell’annuncio: “astenersi perditempo e Laziali”.

    Una nuova frontiera della rivalità giallorossa-biancoceleste è stata, così, definitivamente abbattuta; e c’è da scommettere che la goliardica provocazione verrà ben presto raccolta dai giocatori Laziali, ma anche dai semplici tifosi, con la collaborazione delle agenzia immobiliari capitoline.

  • Problemi Udinese: a Napoli senza Sanchez e Di Natale

    Problemi Udinese: a Napoli senza Sanchez e Di Natale

    In vista della già complessa trasferta del San Paolo di Napoli, nel posticipo di Domenica sera, numerosi problemi in attacco per l’Udinese di Guidolin.

    In particolare, l’assenza più importante sarà quella del napoletano Totò Di Natale, capitano bianconero oltre che capocannoniere del campionato, che nella giornata di oggi si è sottoposto ad una visita specialistica a Barcellona per valutare le condizioni della sua dolorante caviglia destra.

    Gli esami ortopedici, condotti dal professor Ramon Cugat, hanno confermato la diagnosi già effettuata nei giorni scorsi dallo staff medico dell’Udinese, evidenziando una sintomatologia dolorosa al piede destro legata alla contusione ossea rimediata in allenamento, proprio alla vigilia della gara contro la Roma, nella quale aveva stretto i dentio per essere in campo, segnando anche il gol del momentaneo pareggio.

    L’ esito degli esami non rassicura, quindi, l’ambiente friulano, costringendo il tecnico Guidolin a rinunciare al suo capitano e principale realizzatore per la prossima delicatissima partita, in attesa di poterlo recuperare per il match contro il Parma.

    I problemi in attacco, però, non finiscono qui: anche il nino Sanchez non prenderà parte alla trasferta in terra partenopea, poichè è ancora alle prese con l’infortunio che lo aveva già costretto a saltare la gara contro la Roma di sabato scorso, delicato scontro diretto per il quarto posto poi perso dai friulani per 1-2: il cileno, dunque, così come Antonio Di Natale, dovrebbe tornare arruolabile nella gara contro il Parma.

    Guidolin, dunque, per fronteggiare l’emergenza punte dovrà ingegnarsi non poco: i dubbi del tecnico riguardano principalmente la scelta del modulo, dovendo decidere fra un 4-4-2 poco testato o il suo classico schieramento 3-5-2. Il problema del tecnico, però, non è legato alla scelta degli uomini da schierare, che saranno quasi certamente Bernardo Corradi e Denis, con bassissime probabilità di vedere in campo il diciannovenne Vydra, quanto più all’adattamento dello schema tattico alle loro caratteristiche tecniche, considerando come la coppia Corradi – Denis abbia caratteristiche maggiormente fisiche rispetto alle caratteristiche di velocità e fantasia di Di Natale – Sanchez, e che la coppia Corradi – Denis avrebbe meno propensione a ripiegare in copertura nello schieramento 3-5-2 di Guidolin.

    Pertanto, nell’allenamento di rifinitura di domani, è molto probabile attendersi lo schieramento di un 4-4-2 in campo, che vedrebbe Pasquale agire dietro Armero ed Isla agire dietro Pinzi, che verrebbe adattato sulla destra.

    In casa Napoli, quasi certamente per ragioni scaramantiche, quest’oggi è stato il terzo giovedì consecutivo di allenamenti a porte chiuse per la squadra di Walter Mazzarri, che preferisce far lavorare i suoi uomini lontani da occhi indiscreti ed in un clima “asettico”, isolandoli dal calore ardente del pubblico Napoletano, che – nonostante  le porte chiuse – non ha comunque rinunciato ad assieparsi al di fuori dei cancelli del centro sportivo di Castelvolturno, aspettando l’uscita dei giocatori Azzurri.

    Dall’allenamento di oggi, è emerso che Christian Maggio ha effettuato solo lavoro differenziato, anche se comunque non sembrano esserci dubbi sulla sua presenza in campo dal primo minuto. Dalle altre indicazioni del campo, inoltre, pare che Mazzarri abbia tutta l’intenzione di mantener fede al detto “squadra che vince non si cambia”, fatte le dovute eccezioni per il rientro del Matador Edison Cavani ed il conseguente ritorno di Mascara in panchina, e con le conferme di Ruiz che Yebda, dopo la buona prestazione di domenica scorsa al Dall’Ara di Bologna e con Aronica e Gargano che sembrano rischiare la panchina.