Autore: Simona Granieri

  • Tegola per l’Inter: stagione finita per Stankovic

    Tegola per l’Inter: stagione finita per Stankovic

    Per Dejan Stankovic la stagione finisce anzitempo, a causa dell’ infortunio rimediato nel corso della partita di sabato pomeriggio vinta dall’ Inter in casa contro la Lazio, una lesione di secondo grado all’adduttore della coscia sinistra

    Un infortunio che si è rivelato più grave del previsto, e lo costringerà a chiudere la stagione con un mese di anticipo, saltando le ultime quattro partite di campionato e di Coppa Italia. I tempi esatti di recupero non sono ancora stati comunicati, ma è difficile ipotizzare che possa rientrare prima di venti giorni, nella migliore delle ipotesi. Sul sito del club nerazzurro una nota informa della situazione del serbo: “ I controlli strumentali, programmati dal professor Franco Combi, direttore dell’area medica di F.C. Internazionale, hanno confermato l’importanza dell’infortunio che Dejan Stankovic ha accusato sabato 23 aprile ’11“.

    Nella giornata di ieri, mentre i compagni si allenavano di rientro dai due giorni di riposo concessi, il serbo si è sottoposto già alla prima seduta fisioterapica. Per Leonardo, dunque, una brutta tegola, anche in considerazione dell’ ottimo stato di forma di Dejan Stankovic, il quale avrebbe potuto sicuramente dare una marcia in più al centrocampo nerazzurro, in un momento così delicato ed importante della stagione.

    In vista della gara con il Cesena, le buone notizie provengono dal ritorno ad allenarsi in gruppo di Walter Samuel, mentre rimangono ancora in sospeso le presenze del portiere Luca Castellazzi, che ha lavorato in palestra, Thiago Motta, che ha svolto una seduta individuale, e di Wesley Snejider. L’olandese, però, ha lavorato con i compagni e pare ormai aver recuperato dall’ affaticamento di sabato scorso e dovrebbe essere a disposizione. A riposo, invece, sono rimasti Ivan Ramiro Cordoba e David Suazo.

  • Nocerina in serie B: in 23 mesi dalla serie D alla serie cadetta

    Nocerina in serie B: in 23 mesi dalla serie D alla serie cadetta

    Triplo salto, il 23 mesi dalla serie D alla serie B: coefficiente di difficoltà sicuramente elevato, eppure la Nocerina da sabato scorso, con la vittoria per 1 a  0 sul  Foggia, con rete di Pomane, è matematicamente promossa in serie B, con ben tre giornate di anticipo ed un primato in classifica assolutamente indiscutibile nel girone B di Prima Divisione, con una cavalcata trionfale con ben 20 vittorie e sole 3 sconfitte in 31 gare complessive e 68 punti in classifica.

    Un susseguirsi di promozioni, una di fila all’altra, inanellate all’insegna della competenza e della programmazione, due aspetti molto rari nel calcio, soprattutto nelle divisioni non di primissimo piano. La Nocerina è, dunque, un esempio da imitare, ripercorrendo le tappe dei successi degli ultimi due anni.

    A partire dall’ estate 2009 con la vittoria contro il Vico Equense che la portò in Seconda divisione, contrinuando con il ripescaggio in Prima divisione, e terminando con la promozione nella serie cadetta, ritornandovi dopo ben 32 anni di assenza.

    Come è ovvio che sia la soddisfazione per un’ ìimpresa di questo calibro è davvero immensa, soprattutto per l’allenatore Gaetano Auteri, 49 enne alla prima promozione in serie B, uno dei principali artefici di questo traguardo raggiunto, e che continuerà a guidare la squadra anche nella prossima stagione, nella speranza di riconfermare  i positivi risultati ottenuti quest’anno: “Una grande soddisfazione che ha premiato il lavoro del gruppo, abbiamo sempre avuto la voglia di confrontarci con gli altri, poi ci siamo resi conto che eravamo estremamente competitivi. “. Un risultato sicuramente difficile da pronosticare, soprattutto dopo il ripescagggio in Prima divisione, che ha concesso ben poco tempo per programmare la stagione, con la squadra che  è stata costruita in sole due settimane, nel mese di Agosto.

    Simbolo della promozione il tridente offensivo formato da  Catania – Castaldo – Negro, inserito perfettamente nel 3 – 4 – 3 di Auteri, che hanno firmato ben  32 gol dei 47 gol complessivi realizzati dalla squadra, con grandi meriti nella costruzione della squadra anche per il direttore sportivo Ivano Pastore,  Bruno Iovino, e del presidente Citarella, 41 anni imprenditore edile, che guida la squadra fin dalla serie D e che, per il prossimo futuro, vuole che la Nocerina possa restare in serie B a lungo, migliorando i risultati ottenuti dopo le prozioni ottenute in passato nella serie cadetta, ossia nel 1947 e nel 1978.

    Il trionfo, per ora è il presente. Una festa che nella giornata di sabato ha invaso la cittadiuna campana, con ben 15 pullman di tifosi che erano partiti alla volta di Foggia per assistere alla vittoria promozione. Una vittoria, quella di Foggia, che però ha lasciato qualche strascico polemico. I pugliesi hanno animatamente protestato per i tre gol annullati (due a Sau ed una a Farias) nel corso del match per fuori gioco, ed il tecnico boemo Zdenek Zeman ha lasciato anzitempo il campo di gioco dopo il terzo gol annullato alla sua squadra dall’ arbitro Bolano di Livorno, rincarando la dose di polemiche a fine gara, puntando il dito contro gli “arbitraggi che ci hanno penalizzati nel corso di tutta la stagione”.

    Inoltre, il tecnico dei campani, Gaetano Auteri, ha dichiarato di esser stato colpito da due schiaffi, oltre che da numerosi insulti, da parte del presidente del Foggia, Pasquale Casillo: “Ho preso due schiaffi dal presidente del Foggia. Mi meraviglio che uno come Zeman, che reputo un maestro di vita, lavori con Casillo “. La replica del presidente Foggiano, però, non si è fatta attendere, a sua giustificazione: “Auteri è un bugiardo e c’era anche l’addetto all’Ufficio Inchieste che ha visto tutto”. Al di là delle polemiche, però, resta il verdetto definitivo del campo, che determina una quasi certa esclusione dalla lotta play off per il Foggia,  attualmente lontana sei punti con tre partite che restano da disputare fino alla fine del campionato.

    A Nocera, invece, le polemiche non interessano più: per ora, è solo festa grande.

  • Schalke 04 – Manchester, semifinale d’andata: Davide contro Golia

    Schalke 04 – Manchester, semifinale d’andata: Davide contro Golia

    Dopo le feste Pasquali, è già ora di semifinali di Champions League: le partite di andata si disputano fra questa sera e domani, il ritorno fra una settimana esatta. Alle 20.45 stasera alla Veltins Arena di Gelsenkirchen, sarà di scena l’antipasto, ossia la sfida che non ci si aspettava, banalmente etichettabile come lo scontro di “Davide contro Golia”, ossia Schalke 04 vs Manchester United.

    Un antipasto in attesa del piatto forte, ossia il Clasico di domani sera, Real – Barcellona (la terza sfida in 18 giorni), ma ugualmente importante per lo svolgimento del più prestigioso torneo europeo per club. Se la presenza dei Red Devils a questo punto della competizione poteva essere assolutamente prevedibile, o quantomeno attesa, di certo ben pochi avrebbero scommesso sullo Schalke 04, squadra tedesca che ha chiuso il girone di qualificazione davanti al Lione, ed ha eliminato negli ottavi di finale il Valencia e nei quarti l’Inter di Leonardo, con  un perentorio 2 – 5 a San Siro, ed un’ ulteriore conferma fra le mura amiche, nei quarti di ritorno, con un’altra vittoria, 2 a 1 alla Veltins Arena.

    Un match che, in apparenza potrebbe sembrare a senso unico, scontato nell’esito finale, ma nei confronti “secchi”, in 180 minuti, i pronostici spesso sono smentiti, come la stessa Inter può ben confermare.

    Lo Schalke, tuttavia, pur essendo la squadra rivelazione del torneo, non è esattamente uno squadrone in senso assoluto, attualmente è solo decimo nella Bundesliga, ma ha le caratteristiche dell’osticità e della caparbietà tipica delle squadre tedesche, oltre che grande solidità ed un finalizzatore d’eccezione, il più prolifico cannoniere Europeo di tutti i tempi, Raul Gonzales Blanco, che ha segnato finora 71 reti in Champions League.

    Lo Schalke, inoltre, ha il morale altissimo della squadra outsider che è riuscita a superare  i propri limiti, sorprendendo tutti, e giocando come chi non ha la pressione di essere giudicato, non avendo nulla da perdere, ma soltanto molto da guadagnare, in termini di visibilità, di prestigio, ed economici, oltre che la possibilità di sognare ancora in grande. Punterà, come finora ha fatto, sulla forza del gruppo, e la solidità del collettivo, fermo restando che potrà contare anche su alcuni giocatori di buon livello (oltre al già menzionato Raul) come  Jurado e Metzelder, ed il portiere Neuer, che il prossimo anno giocherà con il Bayern Monaco, come ha già annunciato nei giorni scorsi.

    Sul Manchester United, invece, c’è la pressione della qualificazione ad ogni costo, anche in vista della finale che il 28 Maggio si disputerà nel monumentale stadio di Wembley, in terra britannica. Ci sono, però, i timori legati ai precedenti non esattamente confortanti negli scontri contro le squadre tedesche, con la squadra di Sir Alex Ferguson che ha perso tutti gli ultimi quattro confronti diretti contro squadre tedesche, ed il precedente legato alla presenza di Raul, che nel 2000 segnò con la maglia del Real Madrid una doppietta all’ Old Trafford che decretò l’eliminazione dei Red Devils dalla competizione.

    Tuttavia, dalla parte del Manchester ci sono molte armi a disposizione: la solidità difensiva, che gli ha permesso di non incassare gol in trasferta nell’ intera competizione;  in attacco c’è la geniale esplosività di Wayne Rooney, e lo squadrone inglese ha tutte le carte in regola per poter inseguire legittimamente la sua terza Champions League nella gestione di Sir Alex Ferguson. Per la partita di questa sera, comunque, le quote scommesse sono tutte sbilanciate verso un Manchester United nettamente favorito.

    Le probabili formazioni di questa sera nella semifinale d’andata: Lo Schalke 04 di Rangnik, si schiererà con un 4 -4 – 2 con i seguenti undici: Neuer, Uchida, Howedes, Metzelder, Sarpei, Farfan, Papadopoulos, Jurado, Baumjohann, Edu, Raul.

    Il Manchester United, adotterà un modulo speculare, un 4 – 4 -2 con: Van der Saar, Rafael, Ferdinand, Vidic, Evra, Valencia, Park, Carrick, Giggs, Hernandez, Rooney.

    A Gelsenkirchen questa sera arbitrerà lo Spagnolo Carlos Veasco Carballo, coadiuvato dagli assistenti, sempre spagnoli, Roberto Alonso Fernandez e Jesus Calvo.

  • Pastore: “Resto a Palermo solo con Delio Rossi”

    Pastore: “Resto a Palermo solo con Delio Rossi”

    Reazioni opposte nel dopo partita di Palermo – Napoli, soprattutto fra i due allenatori Walter Mazzarri e Delio Rossi. Il primo vuole comunque colmare la delusione per la sconfitta – la seconda consecutiva – che sancisce lo stop definitivo nella volata scudetto. Mazzarri, però, precisa che: “Aver visto un Palermo così forte in casa e avere in classifica quindici punti in più dei rosanero dimostra la grande annata che sta facendo il Napoli. La sconfitta, dunque, ci può stare, abbiamo fatto comunque un’ annata straordinaria, non molliamo fino alla fine, spero che i tifosi ci stiano vicini anche domenica prossima al San Paolo contro il Genoa. Il problema di queste ultime partite è che la squadra non è abituata a stare così in alto, siamo giovani ed alcuni giocatori non hanno gestito la tensione al meglio, ma resta comunque l’annata eccezionale”.

    Delio Rossi, invece, pur soddifatto dalla vittoria non abbandona la vis polemica che gli è costata l’espulsione per proteste nei confronti del quarto uomo Banti, dopo la mancata espulsione (per secondo giallo) del napoletano Pazienza: ” Gli allenatori furbi finiscono le partite, io però non sono furbo. Mi sono innervosito perchè proviamo la gara in un certo modo e quando un giocatore non lo fa mi arrabbio. Sono stato espulso per andare a dire una cosa a Pastore. Non insulto mai a nessuno, mai contro un arbitro o un quarto uomo, ma nell’ambito della stessa gara ci vuole uniformità di giudizio”.

    Sulla situazione complessiva del suo rapporto con la squadra, invece, Delio Rossi spende parole di grande soddisfazione, dimostrando attaccamento alla squadra: “Qui, comunque vada, c’è un grande feeling con l’ambiente, sono felice di esser ritornato, e la squadra è comunque in linea con gli obiettivi stagionali, anche se i bilanci si fanno sempre a bocce ferme”.

    Il Palermo, comunque vada la corsa all’Europa League, ( dopo la vittoria di oggi può mettere pressione alla Juventus per il settimo posto e può comunque sperare nell’accesso tramite la Coppa Italia, dovendo disputare la semifinale di ritorno con il Milan, forte del 2 a 2 dell’andata a San Siro) può vantarsi comunque di avere avuto un ruolo determinante per le sorti del campionato. Infatti, lo aveva riaperto battendo il Milan, con in panchina Serse Cosmi, e lo ha chiuso definitivamente oggi battendo il Napoli al Barbera. La squadra rosanero, dunque, è stata l’ago della bilancia del campionato.

    Pastore, a fine gara, è soddisfatto della gara della squadra, per la vittoria e per aver riconquistato gli applausi del Barbera: “Abbiamo riconquistato il pubblico giocando bene e dimostrando di voler vincere sempre. Ho abbracciato Hernandez dopo il suo errore in area, era stanco ma ha fatto una buona gara”. Clamorosa dichiarazione, poi, per il suo futuro: ” Resto a Palermo, ma a patto che resti qui anche Delio Rossi. Lui mi ha dato tanto, se rimanesse potremmo preparare una buona annata per la prossima stagione”.

    Una dichiarazione importante, che mette pressione al presidente Maurizio Zamparini, legatissimo al trequartista argentino, nell’impostare la prossima stagione con Delio Rossi in panchina. Il tecnico, dal canto suo, invece dichiara di “non aver avuto tempo per guardarsi intorno prima di essere richiamato a Palermo”.

  • Palermo – Napoli: le pagelle. Pastore illumina, super Balzaretti

    Palermo – Napoli: le pagelle. Pastore illumina, super Balzaretti

    Il Napoli dice addio al sogno scudetto, con la seconda sconfitta consecutiva dopo quella contro l’Udinese. Una sconfitta figlia della stanchezza di fine stagione, di un calo di concentrazione non consono alla grinta della squadra di Mazzarri che, neppure nel secondo tempo, riesce a raddrizzare la partita. Pesante l’assenza di Lavezzi, in un attacco opaco e poco ispirato. Unica nota positiva la ritrovata freddezza di Cavani dal dischetto, che gli consente di realizzare l’ 1 a 0 illusorio dopo un solo minuto di gioco. La beffa è anche nel sorpasso dell’Inter, che costringe gli Azzurri ad abbandonare la seconda posizione in classifica.

    Il Palermo, invece, si rilancia in prospettiva Europa League, con una prestazione determinata e concreta, lucida e grintosa. Espulso per proteste Delio Rossi, in seguito ad alcune decisioni non propriamente brillanti dell’arbitro Damato, come il fichio di rigore sull’azione poi conclusa in rete da Nocerino, e la mancata espulsione di Pazienza. Ottima gara di Federico Balzaretti, che segna e corre instancabilmente sulla sua fascia: il migliore in campo.

    Le pagelle:

    Palermo:

    Sirigu 6 Attento nelle uscite e negli interventi, in particolare sul finire del secondo tempo sulla scivolata ravvicinata di Mascara. Per il resto poco impegnato dal Napoli

    Cassani 6 La sua partita comincia male dopo un solo minuto di gioco, con fallo di mano in area, che causa il rigore del provvisorio 1-0 realizzato da Cavani

    Munoz 6 Partita sufficientemente attenta, con qualche inseriemento anche in area napoletana

    Bovo 6.5 Partita attenta, ha il merito di trovare la giusta freddezza per realizzare al 45′ del primo tempo il rigore del 2 a 1, dopo le proteste sul gioco fermato da Damato sull’azione di Nocerino conclusa in rete

    Balzaretti 7 Il migliore in campo: spinge instancabilmente sulla sua fascia, realizza il gol dell’1-1, si rende pericoloso al 2′ del secondo tempo con un colpo di testa che sfiora il palo.

    Migliaccio 6.5 Si procura il rigore realizzato da Bovo con un ottimo inserimento innescato dal colpo di tacco di Pastore.

    Bacinovic 6 Partita sufficiente, senza acuti.

    Nocerino 6.5 Grande grinta, come sempre. Ci prova anche dal limite in un paio di occasioni, potrebbe realizzare in contropiede il 3 a 1 con la porta sguarnita di De Sancis, ma calcia male

    Ilicic 6 Partita senza guizzi particolari, ma di sostenza. Sostituito da Kasami al 25′ del secondo tempo

    Pastore 6.5 Un tacco delizioso innesca l’inserimento di Migliaccio in area, che porta al rigore del 2 a 1. Innesca anche il contropiede che potrebbe portare al 3 a 1 da parte di Hernandez. Per il resto, a volte si estranea dalla gara.

    Hernandez 6 Nel vivo del gioco, ma non punge: buona azione in contropiede al 34′ del secondo tempo, che costringe De Sanctis ad una parata in due tempi. Al 40′, però, sbaglia clamorosamente a pochi passi dalla porta il gol del possibile 3 a 1.

    Napoli:

    De Sanctis 6 .5 Partita attenta, incolpevole sul pareggio di Balzaretti. Termina la partita  generosamente nell’area Palermitana

    Campagnaro 6.5 Gara attenta, il migliore del reparto difensivo Napoletano

    Cribari 5 Incerto ed impreciso, anche nei retropassaggi a De Sanctis, fa percepire molto la mancanza di capitan Paolo Cannavaro squalificato.

    Ruiz 5.5 Impreciso e spesso disattento

    Maggio 5 Rimproverato spesso da Mazzarri nel primo tempo per la scarsa vena propositiva, appare timido negli inserimenti e poco ispirato. Sostituito a inizio ripresa da Zuniga. Zuniga 6.5 Fornisce un apporto positivo in fase di inserimento e cross. Molto meglio di Maggio.

    Pazienza 5 Partita mediocre, ammonito nel primo tempo rischia più volte il secondo giallo

    Gargano 5.5 Potrebbe fare una partita di maggior sostanza, ma risente dell’opaca prestazione complessiva della squadra

    Dossena 6 Qualche buon inserimento, ma è spesso richiamato da Mazzarri per le sovrapposizioni non sempre puntuali

    Hamsik 5.5 Spento ed insolitamente poco incisivo. Sostituito da Lucarelli

    Mascara 6 Una partita generosa, anche in fase di recupero. Costruisce qualcosa di buono, ma è poco supportato dai compagni

    Cavani 5.5 Inizia alla grande la partita realizzando l’1 a 0 su rigore, rifacendosi dell’errore dagli 11 metri contro l’Udinese. Non esulta contro la sua ex squadra, ma poi si perde nella sterilità dell’offensiva Azzurra

  • Il ruggito del Palermo, Napoli addio sogno scudetto

    Il ruggito del Palermo, Napoli addio sogno scudetto

    Palermo Napoli inizia a regalare emozioni già al primo minuto del primo tempo. Fallo di mano di Cassani in area, calcio di rigore per i partenopei. Sul dischetto Edison Cavani, grande ex rosanero, di ritorno al Barbera. Dopo l’errore dagli undici metri di domenica scorsa contro l’Udinese, l’uruguagio decide di prendersi la responsabilità del rigore e, con grande freddezza e lucidità, non sbaglia. Il Napoli si trova, così, in vantaggio dopo soli due minuti, togliendosi il peso di sbloccare la gara, segnando comtro il suo passato e non esultando. Il Palermo, invece, subisce un inizio da shock, assolutamente traumatico.

    La gara sembra incanalata, nei primi minuti, a senso unico, con gli Azzurri che controllano e ripartono, con un Cavani ispirato e sbloccato psicologicamente dal gol realizzato. Dopo il primo quarto d’ora, però, il Palermo riprende coraggio e fiducia, riorganizzando il gioco, pressando e rinìconquistando il possesso palla. All’ 11′ Bovo fallisce a porta vuota sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ostacolandosi con Munoz, su un’ uscita non perfetta di De Sanctis.

    Sul fronte opposto, Edison Cavani al 17′ si rende pericoloso con un bel tiro al volo che colpisce l’esterno della rete.

    Al 19′, incertezza della difesa del Napoli in disimpegno, con Cribari che effettua un passaggio imprudente per De Sanctis, che rinvia in modo impreciso, trovando Nocerino, che tira dal limite trovando l’opposizione di Campagnaro, in caduta, con l’avambraccio: il movimento del difensore aumenta il volume del corpo, ma il braccio viene ritenuto vicino al corpo da Damato che, fra le furibonde proteste rosanero, non concede il rigore.

    Al 22′ ancora Palermo, con un ‘ uscita non coordinata di De Sanctis di cui potrebbe approfittare Balzaretti, che però non è preciso.

    Al 38’, però, Federico Balzaretti ha l’occasione per rifarsi, lasciato libero sulla sua corsia esterna, su imprecisione di Maggio che si accentra troppo, scocca un tiro basso ad incrociare, leggermente deviato da Campagnaro, che vale il pareggio: 1 – 1.

    La partita si scalda, Pazienza già ammonito rischia il rosso e scatena un parapiglia, che coinvolge anche Cavani e Bovo: grandi proteste di Delio Rossi e di Carrozzieri in panchina, che portano il quarto uomo Banti ad invitare l’arbitro Damato ad espellere Delio Rossi. 

    Sul finire del primo tempo, al 44′, bell’azione di Pastore di tacco, che consente l’inserimento di Migliaccio in area, che subisce fallo, e sulla respinta Nocerino ribadisce in rete. L’arbitro, però, annulla il gol perchè aveva già fischiato il rigore per fallo su Migliaccio. Protesta ancora il Palermo per la decisione dell’annullamento, ma Bovo si dimostra lucido sul dischetto realizzando il 2 – 1 al 45′.

    Al riposo rientra negli spogliatoi un Napoli sotto pressione, confuso e sterile, stordito dall’inaspettata reazione del Palermo, di carattere e determinazione.

    Nella ripresa, prima dell’ingresso in campo, fuori Maggio per Zuniga nel Napoli:: scelta tecnica di Mazzarri per ovviare alal giornata non brillante del terzino Azzurro, poco incisivo in fase di spinta e incerto in fase di contenimento.

    Il secondo tempo, però, riprende sulla scia del primo: al 2′ Balzaretti è ancora lasciato libero in area e su colpo di testa defilato, sfiora il secondo palo.

    Al 4′, ancora proteste per un contatto in aerea fra Cribari ed Hernandez, ma Damato lascia correre.

    La sterilità offensiva del Napoli risente fortemente dell’assenza di Lavezzi, e Mazzarri prova ad inserire Lucarelli per dare maggior peso in avanti, mandando in panchina uno spento Hamsik.

    La partita, però, non cambia registro: il Palermo sfrutta i contropiede che il Napoli concede, pur non riuscendo a chiudere la partita. Al 28′ pericolo per la porta rosanero con un tiro di Mascara respinto in angolo da Sirigu con Cavani in agguato.

    Al 40′ contropiede pericoloso del Palermo, con assist di Pastore per Hernandez che, da solo in area, non riesce a sfruttare un’occasione clamorosa, calciando alto.

    Al 41′ scivolata di Mascara in area Palermo, a pochi passi dalla porta rosanero, ma Sirigu contiene.

    Negli ultimi quattro minuti di recupero, assalto finale del Napoli per provare a trovare almeno il pari: anche De Sanctis in area su calcio d’angolo, ma il Palermo rischia di segnare in contro piede il 3 a 1 con Nocerino a porta vuota: il centrocampista, però, calcia fuori, e Damato decreta il termine della gara.

    Il Napoli incassa la seconda sconfitta consecutiva, abbandona il sogno scudetto scavalcato anche dall’Inter, ma mantiene ancora una distanza di sicurezza dalle inseguitrici per la qualificazione diretta in Champions (Lazio ed Udinese che hanno perso). Il Palermo, invece, può ancora credere nella qualificazione in Europa League.

  • Palermo – Napoli ultime e probabili formazioni

    Palermo – Napoli ultime e probabili formazioni

    Allo Stadio Barbera di Palermo, alle 15 scenderanno in campo Palermo e Napoli, per la 34 esima giornata di campionato. Una partita che promette spettacolo, essenziale per le speranze dei partenopei, importante per il Palermo, per dimostrare ai propri tifosi qualcosa in più dal finale di stagione, confermando i buoni segnali mostrati sabato scorso battendo all’Olimpico la Roma, ed in settimana pareggiando a San Siro in semifinale d’andata di Coppa Italia contro il Milan, riuscendo a segnare due pesantissimi gol in trasferta.

    Il Napoli nella scorsa giornata, in posticipo con l’Udinese al San Paolo, non ha retto alla tensione, ha peccato di freddezza e ha interrotto il sogno. Ma la speranza si può ancora coltivare, “non tutto è perduto” e così via, in una lista infinita di frasi preconfezionate che, in queste occasioni, è d’obbligo dire per non smorzare completamente l’ entusiasmo dei tifosi. La partita di Palermo diviene, dunque, la prova per dimostrare che quella sconfitta è stata solo un incidente di percorso, e che si può ancora credere nel sogno, anche se la strada sarà in salita. E nel frattempo, il Napoli deve comunque guardarsi alle spalle, evitano che il gruppone delle inseguitrici (Inter, Lazio e Udinese) si avvicini troppo, preservando la sicurezza della qualificazione in Champions League, mantendendo il margine di 2, 5, e 6 punti rispettivamente.

    Gli spunti della partita sono legati anche al ritorno di Edison Cavani al Barbera, vetrina in cui il Matador è esploso, vestendo la maglia rosanero dal 2007 al 2010, con 109 presenze e 34 gol, e l’ultima vittoria del Palermo contro il Napoli, nel 2009, per 2 a 1 porta proprio la sua firma (oltre che quella di Fabrizio Miccoli).

    L’ultima vittoria del Napoli al Barbera, invece, risale a 42 anni orsono, al 1969, quando vinsero l’incontro per 3 a 2.

    Il fattore concentrazione nel calcio è un elemento essenziale, soprattutto nelle ultime giornate di campionato, quando il caldo brucia le energie fisiche ( in Sicilia si supererà i 30 gradi ): il peso delle energie nervose dovrebbe avvantaggiare nettamente i Napoletani, con il Palermo che in campionato non ha più obiettivi da raggiungere. Tuttavia, può essere importante considerare anche il risvolto della medaglia, ossia l’ ansia eccessiva, che come accaduto al San Paolo Domenica scorsa può portare a risvolti non positivi, anche se l’ arcigna squadra di Mazzarri nel corso della stagione è sempre riuscita a risollevarsi prontamente dopo le poche battute d’arresto che ha avuto.

    Per quanto riguarda le questioni legate alle formazioni, per il Palermo vi saranno assenze molto importanti, in particolare in attacco, con i forfait di Miccoli e Pinilla, che costringono Delio Rossi a rimodellare completamente il reparto offensivo, ricorrendo a Pastore ed Ilicic sulla trequarti ed Hernandez come unica punta.

     Inoltre, mancheranno anche Goian,  per squalifica, e Liverani. Lo schieramento tattico dei rosanero sarà un 4 – 3 -2 -1 con i seguenti undici titolari:   Sirigu; Cassani, Munoz, Bovo, Balzaretti; Migliaccio, Bacinovic, Nocerino; Pastore, Ilicic; Hernandez. In panchina andranno: Benussi, Darmian, Andelkovic, Kurtic, Acquah, Kasami, Nappello.

    Anche nel Napoli vi saranno due assenze pesantissime: mancheranno per squalifica capitan Paolo Cannavaro e il Pocho Lavezzi. Walter Mazzarri sembra propendere per lo schieramento di un 3 – 4- 2- 1, con i due trequartisti Marek Hamsik e Mascara, a supporto del grande ex dell’incontro, Edison Cavani, e Cribari a sostituire il capitano Paolo Cannavaro al centro della difesa a tre. Gli undici titolari saranno i seguenti: De Sanctis; Campagnaro, Cribari, Ruiz; Maggio, Pazienza, Gargano, Dossena; Hamsik, Mascara; Cavani. A disposizione di Mazzarri vi saranno: Iezzo, Aronica, Santacroce, Yebda, Sosa, Zuniga, Lucarelli. Il dubbio da sciogliere potrebbe essere fra Gargano e Yebda, ma il primo pare nettamente favorito sul secondo.

    Le quote scommesse propendono in favore dei partenopei, anche perchè in versione trasferta la squadra di Mazzarri quest’ anno non ha mai deluso, collezionando ben nove vittorie lontano dal San Paolo, seconda dolo al Milan con dieci vittorie in trasferta. Il Palermo, invece, in casa ha perso già quattro volte, incassando ben 23 gol.

    Al Barbera arbitrerà Damato.

  • Diritti Tv, tutto rimandato al 3 maggio

    Diritti Tv, tutto rimandato al 3 maggio

    La questione diritti televisivi in serie A è una delle più spinose che si siano mai affrontate in Lega Calcio. L’importanza della tematica è proporzionale, come sempre accade, agli interessi economici che muove ed, in tal caso, gli interessi sono notevoli, quantificabili in circa 200 milioni di euro.

    Nelle scorse settimane si era registrata la netta spaccatura fra le cinque big, Juventus, Milan, Inter, Roma, Napoli, e le altre quindici medio – piccole, in particolare legata alla determinazione dei criteri di valutazione da adottare per stimare il bacino d’ utenza, ossia il parametro di riferimento per l’assegnazione delle quote sui diritti televisivi.

    Inoltre, la querelle ha portato al ricongiungimento dell’asse Milano Torino, con Milan e Juventus di nuovo alleate dai tempi di calciopoli, nel chiedere il risarcimento agli altri 14 club che in assemblea hanno posto il veto all’incasso di 90 milioni per diritti Tv già erogati.

    L’ assemblea di Lega di questa mattina, inoltre, ha avuto un esito importante e favorevole alle cinque big, poichè ha ha dichiarato non eseguibile la delibera votata dall’assemblea nella scorsa settimana con la quale si affidava a tre società demoscopiche la fase di analisi e rilevazione relativa all’ individuazione dei bacini d’utenza delle diverse squadre di serie A.

    La votazione sulla mozione di ineseguibilità è finita 5 a 5: un pareggio, dunque, che ha rimandato la discussione sul tema alla prossima assemblea in programma il 3 maggio. Il pareggio, però, ha amareggiato il fronte delle medio piccole, che non ci sta a chinarsi di fronte allo strapotere economico e politico delle cinque grandi, sottolineando come la necessità di attingere alle risorse provenienti dai diritti tv sia da ambo le parti, ma, in particolare, per i club più piccoli che compiono maggiori sacrifici per la conduzione della gestione societaria.

     Il giovane presidente del Parma, Tommaso Ghirardi, all’ uscita dalla riunione odierna ha così commentato l’esito del confronto, perorando la posizione della sua “fazione” : ” Alla fine le grandi si facciano il loro campionato europeo e vorrà dire che le altre 15 faranno un campionato italiano dei poveracci. Penso che si stia degenerando. Chi vuole distruggere il calcio non è certamente chi fa dei sacrifici per portare avanti le proprie società e lotta quotidianamente coi bilanci e con la classifica. Credo che la gente sappia come stanno le cose. Stiamo discutendo di una cosa che non esiste, sono sei mesi che veniamo in Lega per ripartire queste famose risorse. Non siamo riusciti a trovare un accordo fino alla settimana scorsa; adesso invece ci si fa le cause, ci si querela” .

    La fazione opposta, invece, cerca di giustificare la sua posizione accusando gli altri 15 club di interpretare  a proprio piacimento la regola di assegnazione dei diritti televisivi, danneggiando l’intero movimento calcistico. Il vicepresidente del Milan Adriano Galliani ha così commentato: “Questo tentativo da parte di 15 società di interpretare a modo loro la legge renderà le squadre italiane ancora meno competitive in Europa di quanto siano oggi”.

    Ad Adriano Galliani, inoltre, fanno eco anche le parole di Ernesto Paolillo, amministratore delegato dell’Inter. In tal caso, i due club milanesi appaiono più che mai solidamente uniti dall’obiettivo comune: “Non c’è strategia e non c’è futuro e mi aspetto che torni la ragionevolezza, altrimenti Premier League e Liga saranno di un’altra pianeta rispetto al calcio italiano”.

    La querelle sembra, dunque, infinita e difficile da risovere. Ognuna delle due fazioni ritiene di aver ragioni più valide dell’altra. I grandi club vorrebbero che la spartizione delle risorse andasse maggiormante a loro favore per premiare i loro maggiori investimenti e per premiare il loro maggiore appeal, per garantire, così, al calcio italiano di provare a tener testa ai grandi club Europei, per provare ad essere ancora protagonisti in futuro. I club medio – piccoli, invece, non vogliono vedersi ulteriormente ridimensionati, piegandosi senza protestare di fronte ad una situazione che ritengono assolutamente iniqua.

    Non sarà facile venirne a capo: To be continued.

     

  • Boateng moonwalk scudetto. Preziosi “accordo a patto che…”

    Boateng moonwalk scudetto. Preziosi “accordo a patto che…”

    La fine del campionato si avvicina, è tempo di iniziare a fare i conti con le dinamiche di calcio mercato, con accordi, programmi, ripicche fra i diversi club di serie A.

    I club più piccoli (ossia quelli esterni all’alleanza dei  cinque grandi, ossia Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma), mostrano gli artigli, pronti a far battaglia ed a non chinare il capo di fronte allo strapotere delle big, per lo meno per difendere i propri interessi. Una situazione che ritornerà spesso d’attualità, soprattutto nelle fasi più calde del mercato, in Agosto, ma che già mostra i suoi intricati connotati alla luce del caldo sole di fine Aprile.

    La prima situazione intricata, che in questi giorni è emersa alla luce del sole, riguarda Kevin Prince Boateng, centrocampista ghanese attualmente in forza al Milan, ma in comproprietà con il Genoa del fumantino Enrico Preziosi, che lo aveva acquistato in estate, dopo averlo visto all’opera ai Mondiali di Sudafrica 2010, e lo aveva poi girato in comproprietà al Milan dopo soli quattro giorni dal suo arrivo. 

    Ma la comproprietà di Boateng fa parte di un accordo molto più ampio che comprende ben sei giocatori, a metà fra rossoneri e rossoblu: l’attaccante Paloschi, Beretta,  il portiere Marco Amelia ed alcuni giovani primavera, ossia Oduamadi e Strasser che attualmente giocano in rossonero, e Zigoni attualmente in prestito al Frosinone, ma sempre in compropreità fra i due club.

    Probabilmente il presidente Preziosi, per cedere l’ altra metà del cartellino di Prince Boateng al Milan, vuole ottenere tutte le metà dei cartellini di questi altri cinque giocatori, altrimenti potrebbe decidere di rendere vita difficile al Milan nel corso della trattativa.

    A tal proposito, per chiarire la complessa situazione, Enrico Preziosi ha voltuo precisare che la situazione contrattuale del calciatore Boateng è una compartecipazione libera, ossia un accordo sulla parola con il Milan che dovrà riscattarlo a fine stagione.

    Precisando, però, che se la squadra di via Turati non dovesse mantenere fede alla parola data, al cosiddetto gentlemen’s agreement, il Genoa sarà pronto a fare una “piccola guerra“, poichè la squadra rossoblu non vuol interpretare la parte di “vittima sacrificale”, piegando la testa al maggior potere contrattuale del Milan.

    Ad oggi, però,  il Milan – stando alle dichiarazioni di Adriano Galliani – dovrebbe avere tutta l’intenzione di riscattare il centrocampista ghanese, anche a seguito della soddisfazione per il suo rendimento nella buona stagione fin qui disputata, mentre vi sarebbero dei dubbi maggiori per il riscatto del portiere Marco Amelia.

    Le parole di Adriano Galliani in merito hanno chiartito solo l’intento del Milan sulla posizione del ghanese: “Kevin Prince Boateng è in compartecipazione libera con il Genoa, c’è un gentlemen’s agreement con Preziosi e ritengo che sarà riscattato”.

    Intanto, Kevin Prince Boateng pare poco turbato ed interessato a ciò che attiene strettamente alla sua situazione contrattuale, ed agli sviluppi futuri, mentre appare molto più concentrato sullo sprint finale delle ultime cinque decisive giornate di campionato, con la maglia rossonera. Annunciando, inoltre, che nel caso di trionfo del Milan in campionato, improvviserà un piccolo show, direttamente sul campo di gioco.

    Da grande fan di Michael Jackson, infatti, il centrocampista ghanese, ballerà il moonwalk vestito come il suo idolo Jackson: “Ho sempre amato Michael Jackson perché per me è il migliore. Se vinciamo lo scudetto mi esibirò in un moonwalk a San Siro. Vestito proprio come Michael Jackson”.

    Inoltre, potrebbe suggellare la vittoria con un nuovo tatuaggio ad hoc proprio per il tricolore, aggiungendolo ai diversi che già occupano il suo corpo.

    L’intenzione del ghanese, comunque,  nella querelle fra Genoa e Milan è quella di restare a Milano, senza alcuna ombra di dubbio:  “Mi sembra un sogno e non vedo l’ora di mettere quella firma. Psicologicamente sarò ancora più motivato per quest’ultima parte di stagione”.

  • Del Neri rispolvera il 4-4-2. Con il Catania tornano Del Piero e Chiellini

    Del Neri rispolvera il 4-4-2. Con il Catania tornano Del Piero e Chiellini

    Finalmente Gigi Del Neri può ritrovare la sua creatura, il 4-4-2 cui è rimasto sempre fedele, ma che per esigenze dettate da infortuni continui ha dovuto abbandonare spesso nel corso della sfortunata stagione attuale. In particolare il 4-4-2, il più classico dei moduli, ha bisogno di interpreti che lo sappiano plasmare a dovere, che sappiano personalizzarlo: in casa bianconera chi meglio di Alex Del Piero può racchiudere in se queste caratteristiche, condite dal suo genio intramontabile?

    Il capitano ritornerà da titolare, da protagonista, riprendendo per mano la sua squadra dopo uno stop dovuto ad un acciacco muscolare rimediato in allenamento. Era rientrato nella ripresa della gara contro la Fiorentina, apportando brio e creando le poche occasioni pericolose che la squadra ha realizzato nell’area Viola. Una presenza la sua, che dà morale a tutto l’ambiente, un punto di riferimento imprescindibile che rappresenta e rappresenterà ancora il fulcro dello spogliatoio, soprattutto con il rinnovo del contratto che sembra ora molto più vicino e che lo porterà a disputare nel nuovo stadio di proprietà della Juve almeno un’altra stagione.

    Alex, così come tutto l’ambiente, non può essere soddisfatto della stagione effettuata, fatta di alti e bassi, (meno i primi dei secondi), di crisi nate e superate, e poi di nuovo rinate e risuperate, come su un’altalena incontrollabile. L’obiettivo del quarto posto, al di là dei proclami ufficiali di Del Neri, è ormai una chimera irragiungibile e, pertanto, conviene metter da parte le ambizioni impossibili per concentrarsi totalmente sul presente, che significa il “magro” traguardo della qualificazione in Europa League, mettendo la freccia e spostandosi sulla corsia di sorpasso per lasciarsi alle spalle la Roma, ora ad un punto di vantaggio in classifica.

    Il 4-4-2, in particolare, consente ad Alex di giocare più vicino alla porta, e di dare man forte al compagno di reparto, il suo omonimo Alessandro Matri, un centravanti dalla vena realizzativa molto prolifica che potrebbe aumentare le sue realizzazioni se supportato sempre dalla fantasia e dalle pennellate di Pinturicchio.

    In questo modo anche gli equilibri degli altri reparti sarebbero rispettati: la fascia di Krasic e la solidità di centrocampo di Felipe Melo, l’ordine di idee di Alberto Aquilani, la grinta ed i piedi buoni di Claudio Marchisio.

    Contro il Catania sabato sera all’Olimpico, inoltre, il tecnico friulano potrebbe ritrovare in campo anche Giorgio Chiellini, fermo dall’infortunio riportato in Nazionale nel mese di Marzo, il quale ritornerebbe a guidare il reparto arretrato tante volte messo in discussione nel corso della stagione per l’eccessiva perforabilità mostrata.

    Nel caso in cui Del Neri volesse adottare una condotta più prudente, il difensore azzurro potrebbe sedere in panchina ed entrare a gara in corso dando spazio dal primo minuto alla coppia di centrali “double B” Bonucci – Barzagli, con in porta Gigi Buffon e confermando sugli esterni Fabio Grosso e Marco Motta che, dopo un periodo di appannamento, ha ritrovato una serie di buone gare confermando il giudizio positivo che l’allenatore di Aquileia aveva espresso su di lui ad inizio stagione. Inoltre potrebbe tornare a disposizione anche Paolo De Ceglie, reduce da un infortunio che lo ha costretto a saltare gran parte della stagione.

    Non c’è lo scudetto in palio, nè altri obiettivi di prestigio. Ma per le ultime cinque gare di campionato Gigi Del Neri avrà la consolazione di poter schierare in campo la squadra ideale, il meglio che l’organico bianconero può offrirgli dovendo paradossalmente affrontare anche problemi di graditissima abbondanza. Naturale che possa avere un po’ di rammarico per non aver potuto attingere nei momenti caldi della stagione a tutti i suoi uomini, naturale che potrebbe a fine stagione pagare dazio anche a causa di questo (che non è una colpa sua). Nella volata finale, però, i tifosi e la dirigenza potranno vedere in campo la vera Juve, fra rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato, e correzioni necessarie da apportare in vista della prossima stagione.