Autore: Simona Granieri

  • Niente grazia per Mauri, problemi per Reja in vista della Juve

    Niente grazia per Mauri, problemi per Reja in vista della Juve

    Problemi in casa Lazio in vista della volata Champions League, sia per quanto concerne le squalifiche effettive, ossia da scontare, che per la situazione in “bilico” di molti uomini, in diffida.

    Per quanto concerne la prima problematica, è stato respinto il ricorso inoltrato dall’ avvocato Gentile per la richiesta di riduzione della squalifica di due turni di campionato inflitta a Stefano Mauri, centrocampista della Lazio, che sarà, così, costretto a saltare sia la partita di lunedi sera in posticipo all’ Olimpico contro la Juventus, sia la trasferta successiva allo Stadio Friuli di Udine contro i bianconeri di Guidolin, sua ex squadra: due partite fondamentali per la lotta alla qualificazione in Champions League.

    Il centrocampista è ritenuto colpevole di aver adottato una condotta violenta, colpendo con un calcio il centrocampista nerazzurro giapponese Nagatomo, nel corso di Inter – Lazio, nel sabato pre – Pasquale, quando il gioco era, però, già stato interrotto dall’ arbitro Morganti per un fallo subito dallo stesso centrocampista Laziale qualche istante prima.

    Sarà, dunque, un’ assenza molto pesante per la compagine di Edi Reja, soprattutto per il peso decisivo di Stefano Mauri nell’economia del gioco Laziale, con sei gol all’attivo e nove assist in stagione.

    La squalifica si annovera come la diciottesima subita da calciatori biancocelesti nel corso del solo girone di ritorno, anche se, comunque, evidenzia inequivocabilmene un momento di particolare nervosismo per lo spogliatoio Laziale, che nel corso della stagione si è troppo spesso contraddistinto per alcuni episodi di particolare nervosismo: come la rissa che ha coinvolto Mauro Zarate al termine di Bologna – Lazio, il rumeno Radu, colpevole di aver colpito con una testata il romanista Simplicio nel Derby, Matuzalem, autore di una gomitata ai danni del cileno Jimenez nel match contro il Cesena e punito con quattro turni di squalifica. Inoltre, per il match contro i bianconeri di Lunedì sera mancherà anche l’ attaccante calabrese Giuseppe Sculli, che avrebbe potuto essere molto utile per sostituire lo stesso Mauri.

    In proposito, il tecnico goriziano ha voluto esprimere il suo rammarico, anche in vista delle difficoltà di formazione che dovrà riscontrare: “Peccato per l’assenza dell’attaccante calabrese che complica il mio piano tattico. Stavolta sarò costretto a fare scelte obbligate. Ma affrontare la Juve regala sempre grandi stimoli a tutti. Le motivazioni non mancano, e mi auguro di vedere la migliore Lazio. Da qui alla fine non possiamo più sbagliare: per avere ragione della Juve, dovremo dare il 110%”.

    Tuttavia, bisogna ricordare anche il pericolo incombente di ulteriori squalifiche per i biancocelesti, dovute alle numerose diffide per diverse pedine fondamentali, ben sei, che potrebbero, se rimediassero un’ altra ammonizione, creare ulteriori problemi di formazione al tecnico Edi Reja in vista della volata finale:  Biava, Dias, Stendardo, Ledesma, Brocchi, Bresciano e Kozak.

    All’ ambiente biancoceleste, quindi, non resta che sperare che tutti i protagonisti riusciranno nello sforzo di mantenere i nervi ben saldi.

  • Longo annuncia l’addio. Bologna ancora nel caos

    Longo annuncia l’addio. Bologna ancora nel caos

    In casa rossoblu Bolognese un ennesimo colpo di scena: il direttore sportivo Carmine Longo ha annunciato che non accoglierà la designazione del Consiglio di amministrazione di ieri sera, dalla durata record di sei ore, di ricoprire la carica di direttore sportivo per la prossima stagione 20011- 2012 e di occuparsi della costruzione della squadra per il prossimo campionato.

    Una decisione resa nota e comunicata tramite una lettera aperta diffusa alle agenzie di stampa della quale, però, la società ha dichiarato di essere all’ oscuro. Carmine Longo, però, ha confermato di essere intenzionato a portare a termine l’ attività fino al termine della presente stagione: “All’incarico propostomi per la direzione sportiva 2011-2012, fermo restando che continuerò la mia attività sino al termine del campionato in corso, salvo parere contrario del Bologna Fc 1909”.

    Dopo l’annuncio abbastanza ad effetto, però, appare rilevante analizzarne le reali motivazioni, che lo stesso Carmine Longo ha voluto spiegare, connesse alla difficoltà di progettazione della squadra per il prossimo futuro, a causa della continua incertezza legata alla società, precisando che la sua decisione è  scaturita proprio in seguito all’ ultimo colloquio con il presidente Albano Guaraldi, che gli ha lasciato un sentimento di profondo disagio: “Mi sento a disagio in questa situazione in continuo divenire. Ogni settimana, stando ai giornali, si leggono continue novità. Io non capisco, non mi è chiaro, e credo che andare avanti sarebbe stato un errore e avrebbe prodotto danni al Bologna. Ho 66 anni e non voglio prendermi un ‘coccolone’. Credo sia giusto eliminare questo senso di disagio. Ma non mi dimetto: mi era stato chiesto di restare fino alla fine qualunque cosa fosse successo. E io resto. Se poi il Bologna dalla mia rinuncia arriva a decisioni diverse, è libero di farlo”.

    Dopo la rinuncia all’ incarico da parte di Carmine Longo, il vuoto gestionale dovrà essere colmato al più presto, anche per non fornire segnali di inequivocabile incertezza e destebilizzazione. Al suo posto, dunque, dovrebbe costruire la squadra il vicepresidente Maurizio Setti, con il mandato di investire fino ad un massimo di circa 1,5 – 2 milioni di euro sul mercato, se entro il 12 Maggio la società provvederà alla ricapitalizzazione.

    Oltre ai problemi societari, però, le questioni che preoccupano l’ambiente riguardano anche lo spogliatoio e la panchina di Alberto Malesani. Infatti, nonostante la stagione quasi miracolosa, che ha portato ad una tranquilla salvezza, nonostante i terremoti societari, la penalizzazione, ed il parziale blocco degli stipendi, dopo quattro sconfitte consecutive anche il suo mito è stato oscurato, e se dovesse arrivare la quinta sconfitta di fila, nella prossima partita contro il Milan a San Siro – peraltro un impegno tutt’altro che agevole – rischierebbe seriamente di essere esonerato prima del termine del campionato.

    A fine stagione, invece, il suo esonero pare ormai certo, anche dopo il confronto con il vicepresidente Maurizio Setti, avvenuto nei giorni scorsi, che non ha evidenziato un particolare feeling fra il tecnico ed il dirigente.

    Quel che appare con assoluta certezza è, dunque, che in casa rossoblu in questo momento manchi completamente il clima idoneo per prendere decisioni importanti e ponderate, e le uniche decisioni sembrano  finalizzate a non gettare solide basi per il futuro prossimo. Inoltre, la mancanza di serenità potrà finire per distruggere quel che di buono, nonostante le numerosissime difficoltà di questa stagione, finora si era riusciti a costruire, soprattutto a livello di unità di intenti nel gruppo di giocatori guidati da capitan Marco Di Vaio.

  • Quagliarella vicino al rientro

    Quagliarella vicino al rientro

    Giornata molto importante in casa Juventus, che si è allenata in vista della partita di lunedì sera all’Olimpico in casa della Lazio, una gara che ha perso parzialmente la sua importanza a causa del pareggio in extremis con il Catania di sabato scorso. Tuttavia, la qualificazione in Europa League è un obiettivo ancora possibile, e la Juventus ha l’obbligo di giocare al massimo le prossime partite che mancano alla fine del campionato.

    Fra le altre facce presenti a Vinovo, si è scorta dopo molti mesi di assenza dai campi, quella di Fabio Quagliarella, l’attaccante di Castellamare di Stabia infortunatosi il 6 Gennaio nella partita in casa contro il Parma, operato nel mese di Gennaio dal professor Pierpaolo Mariani per la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, con una tempistica per il rientro di 4-6 mesi: pertanto i tempi di recupero si avvicinano e lo staff medico conta di rivederlo in campo per la penultima o per l’ultima giornata di campionato, anche in senso beneaugurale per la prossima stagione, che ci si augura potrà essere più fortunata per l’attaccante bianconero.

    Nella giornata di ieri, a differenza dei compagni di squadra che si sono Fabio Quagliarella ha svolto una serie di esercizi tecnico-atletici, a base di allunghi e cambi di direzione con la palla, per circa un’ora di lavoro molto intenso.

     Nei prossimi giorni continuerà il suo allenamento differenziato rispetto ai compagni, per testare come risponderà il ginocchio infortunato ed in via di recupero agli allenamenti più intensi sul campo da gioco. Il sito della Juventus informa che Fabio Quagliarella “d’ora in avanti porterà avanti il programma di riabilitazione, pur continuando a lavorare anche all’Isokinetic”.

    I tifosi si augurano di rivederlo in campo quanto prima, per riprendere quel discorso di nove gol segnati in campionato, bruscamente interrotto nel giorno dell’ Epifania, e per vederlo in campo al fianco di Alessandro Matri che, per ora, lo ha sostituito degnamente. Resta, però, il rimpianto per una stagione sfortunata per l’ attaccante che prima dello stop obbligato aveva dimostrato di essere perfettamente all’ altezza dell’ impegno di guidare l’ attacco della Juventus, restando per gran parte della stagione il marcatore più prolifico nel presente campionato, nonostante sia stato scavalcato da Alessandro Del Piero con la doppietta contro il Catania di sabato scorso.

    Per quanto riguarda la situazione degli altri infortunati bianconeri, hanno lavorato a parte anche Vincenzo Iaquinta e Jorge Martinez, proseguendo nei rispettivi programmi di recupero, oltre che Claudio Marchisio che ha lavorato in palestra a causa della contusione al piede destro che ha rimediato nella sfortunata gara contro il Catania.

    Giorgio Chiellini, invece, è completamente recuperato, e lunedì sera all’ Olimpico di Roma potrebbe essere in campo regolarmente dal primo minuto di gioco, riprendendo il suo posto al centro della difesa dopo una lunga assenza che risale al mesi di Marzo, dopo l’ infortunio rimediato nell’ amichevole della Nazionale Azzurra disputata a Kiev contro l’ Ucraina.

    Gigi Del Neri, dunque, potrà schierare una formazione ideale, cercando di concludere al meglio una stagione da dimenticare, con la speranza di avere una seconda chance per il prossimo anno.

  • La Francia si scopre razzista: stop ad arabi e neri nei vivai

    La Francia si scopre razzista: stop ad arabi e neri nei vivai

    Il calcio Francese è nella bufera, così come nei giorni scorsi lo è stato il Governo Francese per la decisione di bloccare l’arrivo dei treni alla frontiera di Mentone, per evitare l’arrivo degli immigranti nordafricani, che poi l’Eliseo ha reso più moderata comunicando che aveva solo carattere temporaneo. 

    Di oggi, invece, è la notizia che la Federazione calcistica francese, secondo Mediapart on line, stia studiando la realizzazione di un sistema di quote rivolte agli arabi ed ai neri nei vivai, per evitare che troppi calciatori vengano formati nei vivai francesi e scelgano, poi, di vestire la maglia di altre nazionali sfruttando la doppia nazionalità. Inoltre, il provvedimento vorrebbe anche porre un limite ai troppi neri alti, atletici e possenti  a discapito dei calciatori bianchi. Una discriminazione in senso proprio, che va in parallelo con le polemiche legate alle decisioni dell’ Eliseo in termini di politiche migratorie.

    La Federazione francese, però, al momento smentisce le indiscrezioni, precisando che nessuna decisione è ancora stata presa in proposito.

    Sarebbe, comunque, una decisione drastica ed in qualche modo epocale, dopo unba lunga stagione di nazionale multietnica, culminata nella vittoria del mondiale di Francia ’98, e nell’ Europeo 2000, con il simbolo del franco – algerino Zinedine Zidane, ma anche Lilian Thuram, Desailly, Patrick Viera, Wiltord, Henry, e così via.

    Un cambiamento molto forte, se dovesse essere realmente attuato, ma anche un cambiamento molto distante dalla realtà della società civile francese in cui convivono in modo più che naturale etnie fra loro diverse già alla seconda o terza generazione, e perfettamente integrate in tutti i campi.

  • Al Benfica il derby di Portogallo, il Porto affonda il Villareal

    Al Benfica il derby di Portogallo, il Porto affonda il Villareal

    Nell’andata delle semifinali di Europa League disputate questa sera, risultato rotondo del Porto contro il Villareal, vittoria per 5 a 1, mentre nel derby portoghese, il Benfica ha vinto per 2 a 1 contro lo Sporting Braga. Esiti molto favorevoli per le due principali squadre portoghesi, il Porto ed il Benfica, dunque, che hanno dimostrato di poter essere le due squadre con maggiori potenzialità per giocarsi la prossima finale di Dublino in programma il prossimo 18 Maggio, in un inedito derby lusitano ormai sempre più probabile.

    In Porto – Villareal, giocata ad Oporto, gli spagnoli iniziano molto meglio dei portoghesi, con alcune occasioni molto ghiotte per Nilmar, con Helton chiamato all’intervento, e di Giuseppe Rossi, che si vede respinta la propria conclusione prima della linea di porta, con il portiere portoghese già battuto. Il Porto del primo tempo prova a rispondere solo con il palo colpito da Hulk, con una violenta conclusione. Il Villareal, però, riesce a passare in vantaggio prima dello scadere del primo tempo, con rete di Cani di testa su assist perfetto di Nilmar.

    Nella ripresa, però, la partita cambia radicalmente, divenendo a senso unico a favore dei portoghesi. L’attaccante Falcao superscatenato  mette a segno un poker di gol, al 4′ su rigore, da lui stesso cercato dopo il contatto con il portiere Diego Lopez, al 16′ rete di Guarin per il raddoppio ribadendo in gol la sua conclusione che aveva colpito il palo della porta di Diego Lopez, e poi al 22′, al 30′ in volo d’angelo su punizione di Guarin, ed al 45′ ancora Falcao in torsione. Falcao, si conferma, così, sempre più “El Tigre” raggiungendo quota 15 gol in Europa League e raggiungendo, così, il record di  Jürgen Klinsmann stabilito in Coppa UEFA.

    Molto palesi, però, sono i limiti della difesa del Villareal, che oltre ad incassare ben cinque gol in una semifinale d’ andata di Europa League, si dimostra estremamente perforabile soprattutto sulle fasce laterali. Il Porto, invece, prosegue nella striscia positiva di tredici vittorie consecutive.

    Il risultato, dunque, lascia ben poco spazio alle speranza spagnole per il ritorno, nonostante il gol segnato in trasferta dagli spagnoli e nonostante il Villareal allo stadio Madrigal in questa edizione di Europa League abbia sempre vinto.

    Nell’altra semifinale, Benfica – Sporting Braga, all’ Estadio Da Luz, vincono in casa i portoghesi del Benfica, confermando un netto predominio delle squadre lusitane nella coppa europea minore. In tal caso, però, il risultato è molto meno rotondo e lascia molto in bilico il discorso qualificazione, anche in virtù del pesante gol in trasferta dello Sporting Braga. Nel primo tempo, inizialmente le due squadre si studiano, soprattutto con un atteggiamento estremamente difensivo dello Sporting Braga.

    La partita si sblocca al 5′ del secondo tempo, con rete del difensore Jardel, realizzata sulla respinta del palo del colpo di testa dell’ attaccante  paraguaiano Oscar Cardozo.

    Dopo soli tre minuti, all’ 8′, lo Sporting Braga trova il pareggio con Vandinho, che colpisce di testa su calcio di punizione tagliato di Hugo Viana, sorprendendo una difesa portoghese abbastanza disattenta. Nonostante il pesante gol, però, il capitano dello Sporting Braga alla 44 esima presenza Uefa non sarà presente al ritorno poichè in diffida ed ammonito nel primo tempo.

    Al 14′ l’ultima realizzazione del match, rete del Benfica con il paraguiano Oscar Cardozo, uno dei migliori in campo, che trova il gol su una perfetta punizione dai venti metri, che di sinistro supera la barriera e finisce sotto l’ incrocio dei pali della porta difesa da Artur.

    Un gol molto pesante ma non decisivo, che il Benfica, però, cerca di difendere al meglio, contrastando la reazione dello Sporting Braga che, comunque, non si è rivelata realmente incisiva. Quel che è certo, però, è che, data anche la rete subita in casa dal Benfica, al ritorno ci si attende una partita molto combattuta, con lo Sporting Braga che proverà a sfruttare il fattore campo.

  • Sergio Campana saluta l’AIC. Tommasi il successore?

    Sergio Campana saluta l’AIC. Tommasi il successore?

    Dopo 43 anni, Sergio Campana, all’età di 76 anni, lascia la presidenza dell’Assocalciatori, il sindacato di categoria, che presiede dal 3 Luglio 1968, data in cui l’Aic venne fondata per iniziativa dell’ avvocato ed ex calciatore Campana, appunto.

     E l’addio giunge con una lunga lettera aperta, per ricordare e sottolineare tanti anni vissuti intensamente, fra battaglie importanti he hanno attraversato tanti decenni, ed il progressivo cambiamento sia del calcio che della società italiana.

    E’ naturale al termine di un percorso guardarsi alle spalle per fare un bilancio di quanto è stato fatto, nel bene e nel male:  “È naturale che in questa occasione io guardi al lungo percorso fatto all’Aic, sotto la mia guida e con la collaborazione di tutti i calciatori, che con tenace unità di intenti hanno potuto arrivare a conquiste storiche, all’affermazione di diritti mai prima riconosciuti: lo status giuridico di lavoratore, l’Accordo Collettivo, la previdenza, le assicurazioni sociali, l’indennità di fine carriera, l’abolizione del vincolo e la libertà a fine contratto”.

    Il prossimo 9 Maggio, però, a margine della prossima assemblea, si concluderà questo percorso, lasciando il testimone – con tutta probabilità – ad un ex calciatore, ma soprattutto un uomo dalle caratteristiche umane molto rare nel mondo del calcio: l’ex mediano della Roma e della Nazionale, Damiano Tommasi, che potrebbe essere eletto dal Consiglio Direttivo dopo che l’Assemblea prenderà atto dell’ annuncio di Campana di voler lasciare la presidenza.

    Un erede che sarà sicuramente all’altezza del suo predecessore, che già ai tempi dell’ ultima elezione aveva precisato di accettare con la precisa condizione di essere un “traghettatore”, per lasciare poi spazio a qualcun’altro al termine del mandato: “Al momento della mia ultima elezione avevo dichiarato di accettare l’incarico a condizione che mi fosse riconosciuta la funzione di traghettatore. Ora ritengo che sia maturata democraticamente la soluzione, e quindi ritengo concluso il mio mandato”.

    Come accade in tutti i bilanci finali, poi, è giusto ricordare chi nel tempo è stato compagno di un’ avventura tanto importante, ossia le tante persone legate al mondo del calcio, i protagonisti di tante battaglie, gli amici ed i compagni di viaggio. Nella lettera aperta, dunque, Sergio Campana menziona e ringrazia i cofondatori dell’ Assocalciatori, ossia Giacomo Bulgarelli , storica bandiera del Bologna scomparso due anni fa, Gianni Rivera, Sandro Mazzola, Giancarlo De Sisti, Giacomo Losi, Carlo Mupo, Ernesto Castano, Gianni Corelli, Giorgio Sereni ed Eugenio Rizzolini.

    Ma non solo: Sergio Campana ha anche ritenuto opportuno esprimere un ringraziamento nei confronti delle massime autorità sportive, come i vari presidenti del Con che, in questi anni, sono intervenuti per risolvere i diversi problemi del calcio, oltre che i rappresentanti di tutte le categorie sportive con i quali in questi lunghi anni ha collaborato in modo costruttivo e corretto, oltre che i giornalisti per le critiche costruttive e gli apprezzamenti ricevuti negli anni che gli hanno dato modo di crescere e di migliorarsi.

    Non si tratta, però, di un addio definitivo. Sarebbe difficile, infatti, dopo ben quarantatre anni di presidenza compiere un taglio tanto netto con il passato e, per questo, Sergio Campana assicura che continuerà a seguire da molto vicino l’ Associazione Italiana calciatori, la sua “creatura”. 

     

     

  • Paolo Cannavaro “voglio diventare una bandiera del Napoli”

    Paolo Cannavaro “voglio diventare una bandiera del Napoli”

    Per Paolo Cannavaro, capitano del Napoli, la prossima sfida con il Genoa è una tappa essenziale nello sprint finale, per assicurarsi un posto in Champions league dalla porta principale, coronando al meglio la stagione fin qui brillantemente condotta.

    Una partita particolare,  fra due squadre le cui tifoserie sono gemellate, a suggellare l’unione di due città di mare, una al Nord l’altra al Sud, ma accomunate dal calore calcistico. Gemellaggio a parte, però, gli azzurri non devono nè vogliono perdere di vista la concentrazione necessaria per raggiungere l’ obiettivo stagionale. “Abbiamo fatto meglio di una concorrenza di valore costituita da Roma e Juve. Diciamo che altri hanno fallito e noi ne abbiamo approfittato, centrare la Champions sarebbe straordinario per i nostri tifosi che per anni hanno sofferto molto “.

    Il match con il Genoa è ancora più importante per Paolo Cannavaro, perche allo stadio Marassi è associato un ricordo che il capitano napoletano definisce indelebile, ossia la promozione in serie A di entrambe le squadre nel campionato 2006/2007. Un ricordo dolcissimo, che diventa ancor più importante poichè permette di capire quanta strada, da allora, è stata già percorsa dal Napoli, con un progetto serio e molto lungimirante, con una società solida alle spalle, con talenti scoperti e rilanciati, sudamericani ma non solo.

    Il capitano, dopo aver scontato la squalifica che lo ha costretto a soffrire dall’ esterno per la sconfitta di Palermo, è pronto adesso a ritornare, così come ritornerà anche il principale valore aggiunto di questa squadra, il Pocho Lavezzi.

    Un talento straordinario, quello dell’argentino, che il suo capitano vuole elogiare apertamente: “Il Pocho è la nostra marcia in più, perchè se la partita si mette male, lui riesce a trovare la giocata per spaccare la difesa avversaria”. A proposito di attaccanti, inoltre, nella partita con il Genoa Paolo Cannavaro si troverà di fronte al napoletanissmo Antonio Floro Flores, ex gicatore azzurro, al centro di alcuni giochi di comproprietà che dovrebbero portarlo ad una riconferma in maglia Genoana anche per la prossima stagione, molto apprezzato da un altro illustre Napoletano, ossia il presidente Enrico Preziosi.

    Questioni di mercato a parte, però, Paolo Cannavaro vuole ricordare anche il valore  tecnico dell’amico Floro Flores: “Antonio è un amico. Con lui ho un ottimo rapporto, siamo cresciuti a poche centinaia di metri di distanza e non perdiamo occasione per giocare a calcetto insieme. Stavolta, però, è un avversario e poi con il Genoa l’anno scorso io ho preso una traversa, magari stavolta andrà meglio…”

    Infine, un pensiero rivolto al futuro, prossimo e lontano, che per capitan Paolo Cannavaro, dopo aver girovagato per l’Italia, da Parma a Verona, significa solo Vesuvio, pizza, sole e mare, ossia Napoli. Giocare nella squadra della propria città, del proprio cuore, per cui si tifava da bambini è un orgoglio speciale, non paragonabile a null’ altro.

    Ecco perchè, Paolo Cannavaro vuol diventare la bandiera del Napoli, divenendo un “Capitano perfetto”: “Ho un legame fortissimo con la città e la mia intenzione è diventare la bandiera di questa società. Ora la maglia azzurra è ambita da molti giocatori, mentre fino a poco tempo fa molti calciatori storcevano il naso”.

  • Cavani va via? Valuteremo a fine campionato

    Cavani va via? Valuteremo a fine campionato

    Dopo l’addio al dolcissimo sogno scudetto, il Napoli vuole concentrarsi sulle restanti quattro partite di campionato, per completare degnamente una stagione strordinaria, a parte le ultime due sconfitte con Udinese e Palermo.

    La serenità, dunque, è la parola d’ ordine da perseguire ad ogni costo, per programmare anche la prossima importante stagione che, se tutto filerà liscio, vedrà la squadra Partenopea disputare la Champions Legaue, un traguardo che sarebbe parso assolutamente irragiungibile ad inizio stagione, ma che, ora, è divenuto imprescindibile.

    Pertanto,  in vista del futuro prossimo, il presidente Aurelio De Laurentiis vuole fermamente  e  gelosamente salvaguardare i suoi preziosi gioelli, allontanandoli dalla sirene tentatrici del mercato. Uno su tutti, Edinson Cavani: l’attaccante uruguaiano è alla prima stagione con la maglia Azzurra, giunto in Estate dal Palermo, ed apportando alla causa Napoletana un rendimento strordinario, ben 26 gol, capocannoniere del campionato insieme a Totò Di Natale dell’Udinese, oltre che autore di sette reti in Europa League, per un totale di oltre 30 gol stagionali complessivi.

    A fine stagione El Matador dovrebbe essere riscattato dal Palermo per la cifra di 17 milioni di euro, confermandolo per la prossima stagione in maglia Azzurra,  in accordo con la volontà della società e del giocatore stesso che più volte ha dichiarato amore alla città ed alla tifoseria, pur precisando che, di fronte ad un’offerta del Real Madrid, sarebbe difficile declinarla.

    Le questioni economiche, però, nel calcio vengono sempre prima delle questioni di cuore e di attaccamento alla maglia. Ecco perchè Edinson Cavani ed il suo agente hanno puntualizzato la necessità di rivedere l’ingaggio del 24 enne attaccante, al rialzo naturalmente, portandolo al di sopra dei 2 milioni di euro che attualmente percepisce.

    Il suo agente Claudio Anellucci, a tal proposito, ha astutamente rilasciato delle dichiarazioni ambigue sul futuro del suo assistito, che potrebbero essere indirizzate ad un preciso destinatario, ossia il presidente Aurelio De Laurentiis: “Sul futuro del mio assistito sono state scritte tante cose inutilmente, da personaggi che non fanno bene il proprio lavoro. Ma è inutile oggi addentrarsi in queste cose, il Napoli deve pensare a vincere queste quattro partite. Il campionato non è ancora finito. Poi, alla fine della giostra, ci siederemo per fare una chiacchierata”.

    Ecco, dunque, che le dichiarazioni nè confermano nè smentiscono quale sarà il destino del Matador, costruendo intorno alla posizione dell’ uruguaiano un mistero ad hoc, rafforzato dalla volontà del suo agente di snocciolare cifre che attestino l’indiscussa qualità e la schiacciante incisività di Edinson Cavani: ” Il merito della sua stagione fantastica va diviso con tutti. Un calciatore non realizza 26 gol solo per caso. E poi i gol sono 33 considerando l’Europa League “.

    Dopo il mistero, però, l’agente Anellucci si mostra generoso di elogi per il cammino finora intrapreso dalla squadra di Mazzarri, tenendo bene in considerazione l’assoluta importanza dell’ obiettivo ancora da raggiungere:  “La squadra ha fatto una stagione splendida, meravigliosa grazie a questo gruppo, all’allenatore e a tutti coloro che hanno fatto sognare una città intera. La Champions è un obiettivo straordinario e, come ha detto il presidente De Laurentiis, per le ultime quattro partite deve scattare la concentrazione massima. Non centrare la qualificazione sarebbe un vero suicidio, ma sono sicuro che la banda Mazzarri non si farà sfuggire l’ obiettivo”.

  • Diritti Tv, le medio-piccole al contrattacco “le big sovvertono il voto”

    Diritti Tv, le medio-piccole al contrattacco “le big sovvertono il voto”

    La guerra sui diritti televisivi della serie A non sembra aver avuto tregua, neppure con le festività pasquali. La posta in palio è molto alta, circa 200 milioni di euro, e per questo motivo nessuna delle parti sembra voler cedere terreno all’ altra, in una guerra di trincea, a colpi di  memorie difensive, legata soprattutto alla questione del calcolo delle quote dei bacini d’ utenza, necessaria per determinare la suddivisione dei diritti Tv.

    Le 15 società medio piccole ieri hanno presentato alla Corte federale la propria memoria difensiva, in risposta al reclamo delle cinque big (Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli) che, congiuntamente, rappresentano ben l’ 81 % dei bacini d’ utenza.

    Il motivo del contendere è sempre legato ai criteri da adottare per determinare l’ ormai celebre “bacino“, sui quali le due fazioni non riescono a trovare alcun punto di incontro, date le esigenze totalmente contrapposte. Infatti, i cinque club più grandi vorrebbero che nel conteggio venissero menzionati esclusivamente i tifosi, ossia coloro che sono supporters di una sola squadra (circostanza più probabile nel caso delle cinque big), mentre le quindici medio piccole vorrebbero che si considerassero anche i cosiddetti “simpatizzanti”, ossia coloro che, oltre a tifare per una big simpatizzano anche per una seconda squadra (magari per motivi di apparteneza geografica), leggendo i quotidiani sportivi, acquistando materiale di merchandising, seguendo anche occasionalmente le partite allo stadio; inoltre esse ritengono questo fattore “simpatizzanti” assolutamente determinante ai fini del riscontro dell’ audience televisiva.

    Come detto, però, le grandi si sentono danneggiate economicamente da tale eventualità, ritenendo che in questo tipo di suddivisione, avrebbero solo da rimetterci, non vedendo premiato il loro maggiore sforzo in termini di investimenti nel calcio italiano, e vedendo, di conseguenza, penalizzata anche la loro competitività a livello europeo. Si calcola, infatti, che se il discorso del bacino d’ utenza venisse risolto a vantaggio delle quindici medio piccole, le big avrebbero una perdita abbastanza consistente: Juventus ed Inter guadagnerebbero dieci milioni di euro in meno, il Milan otto milioni di euro in meno ed il Napoli due milioni di euro in meno.

    Il punto di partenza della diatriba, che al momento non mostra alcun segno di possibile risoluzione, è nella Legge Melandri, proposta dall’ ex Ministro dello Sport del Governo Prodi, per tentare una riequilibratura nella suddivisione dei diritti televisivi, evitando che lo strapotere delle grandi danneggi in quelche modo le altre squadre e ne comprometta la gestione economica.

    L’ex sottosegretario al Ministero dello Sport, Giovanni Lolli, a margine del conflitto ormai esploso, ha voluto precisare la reale ratio della legge Melandri, auspicando una risoluzione in tempi brevi della spinosa e delicata questione, facendo riferimento al buon senso: “Il nostro obiettivo nella legge Melandri era di incrementare le risorse e di distribuirle in maniera equa, dando di più alle squadre più piccole senza danneggiare le altre big nel confronto internazionale. Con un po’ di buon senso ci si può riuscire“.

    Lo scontro proseguirà il 3 Maggio in assemblea di Lega, con il fronte delle medio piccole che non ci sta a giocare la parte della Cenerentola, che gioca il campionato dei “disperati” come ha sottolineato il presidente del Parma Tommaso Ghirardi, mentre le cinque big continuano a sottolineare come nel conteggio dei bacini d’ utenza vadano menzionati soltanto i tifosi “militanti”, sottolineando le stesse parole dell’ex Ministro Giovanna Melandri all’ epoca della definizione della legge in questione, precisando la loro posizione tramite il vice presidente del Milan Adriano Galliani che vuol chiarire, una volta per tutte, il punto di vista delle big: “Noi vogliamo le indagini demoscopiche, ma nello spirito della legge devono misurare i sostenitori (ovvero i tifosi) e non qualcos’ altro che i medio-piccoli vorrebbero buttare dentro. Il ministro Melandri, quando noi ci lamentavamo perché la legge divideva il 40% dei diritti tv in parti uguali, ci rispondeva: “Tanto poi ci sarà il 30% da dividere in base ai tifosi e lì sarete indennizzati visto che quella graduatoria vi vede nettamente prima degli altri”.

  • Mercato Inter: Destro la pedina per Sanchez

    Mercato Inter: Destro la pedina per Sanchez

    L’ Inter vuole muoversi con anticipo per assicurarsi di ingaggiare per la prossima stagione uno dei pezzi più prelibati del prossimo calciomercato estivo, ossia il numeto sette dell’ Udinese, il cileno Alexis Sanchez, definitivamente esploso e consacrato dalla stagione in corso, in maglia bianconera Udinese. Pertanto, ecco che il valzer degli accordi per le comproprietà “strategiche” può aver inizio, almeno sulla carta.

    Un intricato susseguirsi di nomi, cartellini ed accordi che coinvolge almeno tre club: Genoa, Udinese ed Inter, che potrebbero decidere di agevolarsi a vicenda nei rispettivi interessi di mercato, tutti legati a giocatori d’ attacco: Antonio Floro Flores, Mattia Destro, ed Alexis Sanchez.

    Secondo quanto riporta il Friuli/ Udineseblog, la dirigenza della squadra della famiglia Pozzo si starebbe muovendo proprio in questi giorni per assicurarsi l’attaccante ventenne Mattia Destro, al quale è fortemente interessata, che è attualmente in forza al Genoa ma in comproprietà fra la squadra di Massimo Moratti e la squadra del presidente Preziosi.

    La giovane punta dell’Under 21 Azzurra, in virtù della situazione del suo cartellino, potrebbe essere la contropartita ideale da parte dei rossoblu per il riscatto definitivo di Antonio Floro Flores, attaccante napoletano attualmente in forza al Genoa ed in comproprietà con l’ Udinese. Il prezzo del riscatto è stato fissato per dieci milioni di euro, ma è ritenuto eccessivo dalla società di Preziosi che vorrebbe inserire nella trattativa proprio Mattia Destro, cedendone la sua metà del cartellino proprio all’ Udinese.

    In questo quadro già complesso, potrebbe subentrare, però, l’Inter con una mossa volta ad indirizzare el Ninho maraviglia dell’ Udinese in casa nerazzurra. La squadra di Moratti, infatti, potrebbe avere tutto l’ interesse a che la trattativa per Mattia Destro fra Udinese e Genoa vada a buon fine, assicurandosi che l’Udinese possa acquisire la metà del cartellino della giovane punta, e poi cedendole anche l’altra metà per giungere, in questo intricato triangolo, all’ acquisto del cileno Alexis Sanchez.

    Infatti, in tal modo, nell’accordo fra le tre società, sull’ asse Genova – Milano – Udine, Floro Flores potrebbe rimanere in rossoblu, Destro andare ad Udine in via definitiva, e Sanchez, il pezzo pregiato del mercato, andare all’ Inter. La famiglia Pozzo parrebbe apprezzare molto la contropartita, ritenuta molto promettente ed interessante soprattutto data la sua giovanissima età, un fattore di primo piano per la società friulana, e questo potrebbe rivelarsi un punto decisamente favorevole per consentire il trasferimento di Sanchez a Milano, privilegiando i Nerazzurri alle tante altre contendenti come la Roma ed il Manchester City.

    L’Inter, infatti, potrebbe cedere Maicon e Milito, deludenti non protagonisti di questa stagione dopo l’esaltante 2010, per un ricavato totale di trenta milioni di euro, da investire proprio per l’ acquisto di Alexis Sanchez in attacco, una scelta ben ponderata sia per le caratteristiche tecniche che per i risvolti economici.

    In alternativa, se questa trattativa che ora pare assolutamente in discesa dovesse avere qualche intoppo imprevisto, i nerazzurri punterebebro sull’ argentino del Manchester City, Carlitos Tevez che, però, al momento percepisce un ingaggio giudicato eccessivo dai nerazzurri, ben 5 milioni di euro a stagione. Per questo motivo, dunque, l’ intricata trattativa fra l’ Udinese, il Genoa  l’ Inter pare proprio destinata ad andare a buon fine.