Autore: Simona Granieri

  • Rinaudo, addio Juve: “Torno al Napoli per riscattarmi”

    Rinaudo, addio Juve: “Torno al Napoli per riscattarmi”

    Ci sono stagioni che nascono male e continuano anche peggio che quando le si vive l’unico pensiero e l’unico desiderio è che finiscano il più in fretta possibile.
    Ora che il campionato è terminato e le vacanze sono giunte, Leandro Rinaudo può tirare un sospiro di sollievo, archiviando un’ annata nera fatta di sfortuna e di infortuni.  “Finalmente è finita una stagione devastante, in cui ho sofferto parecchio; da tre settimane ho ricominciato a correre e sto continuando il lavoro atletico per presentarmi a luglio nel ritiro con il Napoli nel migliore dei modi”.

    La breve parentesi Juventina, dunque, è terminata ufficialmente con all’attivo una sola presenza in stagione e l’amarezza di aver perso una chance per mettersi in luce: ora, però, resta solo la voglia di riscatto immediato, restando al Napoli e partecipando alla preparazione estiva, nella speranza di partecipare anche alla storica avventura in Champions League con un gruppo ed un allenatore che lui stesso definisce “fantastici”.
    La seconda chance esiste ora starà a lui dimostrarlo a Walter Mazzarri.

  • Buffon in partenza? “Ho un contratto con la Juve”

    Buffon in partenza? “Ho un contratto con la Juve”

    Oltre alle doti tecniche che lo hanno reso il miglior portiere al mondo, Gigi Buffon è noto per le grandi doti umane, oltre che per l’essere sincero e schietto, diretto e senza mezze misure. Ecco perchè, in una situazione ambigua circa la sua posizione nei confronti della Juve, proprio non riesce a trovarsi bene sentendo la necessità di chiarire cosa accadrà nel suo prossimo futuro, soprattutto per rispetto nei confronti dei tifosi che lo seguono con affetto e che lo hanno sostenuto sempre, anche nei momenti di difficoltà.

    A Viareggio, a margine della consegna del premio “Vecchie glorie della città di Viareggio”, intitolato ad Aldo Olivieri, campione del mondo nel 1938, Gigi Buffon, incalzato dai giornalisti presenti, smentisce tutte le voci che lo vorrebbero via dalla Juve, con fermezza: “ Si dicono sempre le stesse cose, ma ho un contratto con la Juve “.

    Ecco, quindi, che ritorna a smentire le voci sull’interessamento di altri club ed in particolare della Roma che nei giorni scorsi erano circolate con insistenza.
    Gigi Buffon, per ora, pensa a preparare i prossimi impegni di qualificazione agli Europei con la Nazionale di Prandelli e poi ai preparativi per il matrimonio a Praga con Alena Seredova: nella sua agenda non c’è spazio per le sirene di mercato.

  • Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    La finalissima di questa sera alle 20.45 nel tempio di Wembley sarà decisiva per conoscere la squadra che salirà sul tetto d’Europa.
    Che sia il Barcellona di Guardiola o il Manchester Utd di Ferguson, di sicuro è importante capire chi scenderà in campo per dar vita a questa finalissima, quali saranno i protagonisti da ricordare per l’assegnazione della diciannovesima Champions League.
    I tecnici, nelle conferenze stampa di presentazione della gara, sembravano avere le idee più che chiare, ostentando sicurezza sulle formazioni da schierare in campo.

    Pep Guardiola schiererà il suo modulo prediletto, il 4-3-3 con la formazione ideale: Valdes in porta, Dani Alves, Mascherano, Piquè, Puyol; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Villa. In panchina, a disposizione, siederanno:  Pinto, Milito, Abidal, Adriano Correia, Keita, Afellay, Bojan, Maxwell.
    Per Sir Alex Ferguson, invece, un 4-4-2 con la buona notizia del recupero di Carrick che dovrebbe partire dal primo minuto in cabina di regia: Van der Sar in porta, Fabio, Vidic, Ferdinand, Evra; Valencia, Carrick, Giggs, Park; Rooney, Hernandez. A disposizione vi saranno: Kuszczak, Smalling, Rafael, Nani, Scholes, Owen, Berbatov.

    A Wembley, il direttore di gara sarà l’ungherese Viktor Kassai, coadiuvato dagli assistenti di linea Gabor Eroes e Gyoergy Ring, e dal quarto uomo Istvan Vad.

  • Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Nelle finalissime nulla conta di più del presente, il passato ed i precedenti sono un corollario molto marginale all’economia della gara. Le curiosità e le statistiche, però, pur non avendo peso sui risvolti della gara, costituiscono un bagaglio importante ed un condimento che rende più saporito il “piatto forte”, ossia il match, la finale del decennio com’è già stata definita alla vigilia.
    Manchester Utd – Barcellona
    , in tal senso, offre molti spunti: sarà la 19esima finale della Champions League, e vedrà di fronte due squadre con all’attivo tre coppe conquistate. La vincente di Wembley, dunque, arriverà a quota quattro, agguantando l’Ajax ed il Bayern Monaco. Nel bilancio della sfida per Nazioni, invece, la Spagna è a quota 12 trofei, al pari dell’Italia, mentre l’Inghilterra è a quota 11 Champions.

    Emblematico, poi, oltre che assolutamente rappresentativo della netta contrapposizione fra le filosofie di gioco dei due club, è il dato che rivela come quello di stasera sarà lo scontro fra la miglior difesa del torneo (quella del Manchester Utd, con appena 4 gol subiti in 12 gare) ed il miglior attacco di questa edizione della Champions League (del Barca con 27 gol segnati in 12 gare).
    Inoltre, a conferma dell’assoluto equilibrio delle forze in campo, parla il bilancio dei 10 precedenti scontri: 3 vinti dal Barcellona (l’ultimo in ordine cronologico quello di Roma nella finale di Champions del 2009), 3 dal Manchester Utd, 4 pareggi. La media dei gol realizzati nei precedenti incontri, 3,1, inoltre, prelude ad una gara emozionante e ricca di gol anche questa sera, nonostante le due squadre siano le formazioni che, nella presente edizione della Champions, abbiano avuto il maggior possesso palla: 62% per il Barcellona contro il 58% per i Red Devils.

    Il curriculum delle due finaliste, nella presente edizione, com’è ovvio che sia, è di tutto rispetto: il Manchester Utd giunge alla finale imbattuto nel torneo con 9 vittorie e 3 pareggi, il Barcellona, invece, con 8 vittorie 3 pareggi ed un’unica sconfitta, contro l’Arsenal nella gara di andata degli ottavi di finale.
    Un dato curioso riguarda, poi, la possibilità – in ambo le squadre – in caso di vittoria della Coppa, di raggiungere un record: se dovesse vincere il Barcellona, infatti, Puyol diverrebbe, insieme a Franz Beckenbauer con il Bayern Monaco, l’unico capitano ad alzare la Coppa per ben tre volte; se dovesse vincere il Manchester Utd, invece, Sir Alex Ferguson eguaglierebbe il record di Bob Paisley, il tecnico del Liverpool anni ’70, che vinse tre Champions con lo stesso club.

    Nella patria dei bookmakers, poi, è più che doveroso offrire una panoramica delle quote della gara, che vedono favorito il Barcellona, con segno 1 quotato 1,95, mentre il pareggio assume quota 3,30, e la vittoria del Manchester Utd, nonostante il fattore campo favorevole, assume quota 3,80.
    Fra tanti numeri e statistiche, concludiamo con un dato “materiale”, ma non per questo secondario: la vincente della Champions League 2011 incasserà un premio di 34 milioni di euro, che – se sommato al ritorno in termini di visibilità, crescita della forza del marchio e diritti tv – secondo uno studio commissionato da Master Card, permetterà di raggiungere un introito di circa 126 milioni di euro. Un motivo in più per conquistare la Coppa dalle grandi orecchie.

  • Ferguson: “Non commetteremo gli errori di due anni fa”

    Ferguson: “Non commetteremo gli errori di due anni fa”

    Il film di questa partita Sir Alex Ferguson lo ha già visto, e non deve avero gradito particolarmente, allo Stadio Olimpico di Roma nel 2009, quando i suoi Red Devils lasciarono la scena Europea al Barcellona, sconfitti per 2-0, nella partita che contribuì a lanciare il mito della squadra di Guardiola.

    Per Sir Alex Ferguson, però, la gara di questa sera non darà una rivincita, bensì “la miglior finale dell’ultimo decennio”. Il tecnico dei Red Devils ha la consapevolezza della maturazione della sua squadra negli ultimi due anni, in termini di rafforzamento dello spirito di gruppo e di potenziamento della consapevolezza dei giocatori che hanno dispiutato “una stagione europea perfetta”.

    Nelle finali, però, tutto il cammino percorso si azzera e l’aspetto essenziale è rappresentato dala tenuta mentale, dalla concentrazione e dalla freddezza, ed è su questi due aspetti che il tecnco dello United vuol vedere confermati i miglioramenti della sua squadra, che non dovrà commettere quelle leggerezze che, due anni fa, le costarono molto care.

    Più che gli avversari, che pur rispetta e teme, elogiando anche l’operato del collega Guardiola capace di dare un’impronta eccezionale al gioco della squadra, per un tecnico navigato ed esperto come Ferguson, l’attenzione è incentrata soprattutto sui suoi giocatori e sul loro approccio alla gara: “Siamo concentrati soprattutto su di noi, abbiamo in testa il nostro piano di tattica e i giocatori si sono preparati davvero bene”.

  • Guardiola: dimostreremo al mondo il nostro valore

    Guardiola: dimostreremo al mondo il nostro valore

    Nel giorno della vigilia della finalissima di questa sera, Pep Guardiola è consapevole del prestigio e dell’ importanza del match, che vederà il suo Barcellona contrapposto alla corazzata inglese del Manchester. Nonostante ciò, però, la sua squadra ha ampiamente dimostrato la sua supremazia di gioco, in questa edizione della Champions, nella Liga, e negli ultimi anni, divenendo un modello da imitare per molti club.

    L’orgoglio per la sua creatura, dunque, supera qualsiasi timore e e qualsiasi volontà di non sbilanciarsi troppo nelle dichiarazioni del pre partita, di una finale che potrebbe essere ricordata nella storia, ancor più importante di quella di Roma 2009, già disputata e vinta dal suo Barca, nella prima (ed unica finora) Champions League vinta da Pep : “Noi siamo felici di essere qui, anche se poi la gente giudica una stagione da quello che si vince; siamo pronti per la finale e abbiamo l’obbligo di dimostrare al mondo intero chi siamo. Da qui a qualche anno si potrà dire se abbiamo fatto la storia o no”.

    Le voci di mercato, fomentate anche da Cruijf, vogliono Guardiola lontano da Barca nella prossima stagione: il tecnico, però, le smentisce con fermezza, affermando la sua volontà di portare a termine il suo contratto con i blaugrana che scadrà nel 2012.

    Che sia solo un modo per rassenerare i suoi in vista del match, o una verità, saranno i prossimi giorni a rivelarlo, ma l’ attenzione di Guardiola per ora è totalmente rivolta alla gara: “la  formazione ce l’ho già in testa”, ma conterà soprattutto la grinta e la fame di vittoria, in una partita secca come una finale. Il segreto, secondo Pep, sarà nel gioco e nella velocità di circolazione della palla, l’ unico modo per mettere in difficoltà i Diavoli Rossi.

  • Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Com’è naturale ed ovvio che sia, ogni torneo di Champions League ha ogni anno, nel mese di Maggio, una sua finale. Quest’anno, però, è d’obbligo parlare non di “una finale”, ma “della” finale. Lo scontro fra le due squadre più forti d’Europa, e quindi del Mondo, fra due impostazioni di gioco differenti che si traducono, però, nel medesimo risultato: la vittoria, la mentalità vincente, il prestigio ed il fascino della maglia, il blasone.

    Manchester United – Barcellona è questo, ma anche di più, non è secondario, infatti, considerare lo scenario in cui la sfda titanica andrà in scena: il tempio di Wembley, la culla dove nacque il calcio, anche se il vecchio impianto è stato demolito nel 2003 per lasciar spazio a questo moderno ed avvenieristico, con 90.000 posti a sedere, il secondo d’Europa dopo il Nou Camp.

    La cornice è importante, ma il contenuto lo è ancor di più: la sfida, dunque, si colora di sfumature interne, di sfide nella sfida, fra mentalità diverse, fra due concezioni differenti del calcio, fra la cultura del palleggio e del gioco orizzontale del Barca ed il lancio lungo ed il gioco sulle fasce all’Inglese. E’ la sfida fra le regine di due dei campionati più affascinanti d’Europa (insieme alla serie A, concediamocelo), fra due Nazioni storicamente contrapposte, già dai tempi del colonialismo d’Oltreoceano che per secoli hanno conquistato il Mondo come in una partita a Risiko.

    Più banalmente, è la sfida fra due grandi allenatori, il decano Sir Alex Ferguson, vero e proprio totem del mondo Red Devils, ed il giovane ma ormai plurititolato Pep Guardiola; la prima sfida fra i due, allo Stadio Olimpico di Roma nel 2009, portò alla vittoria della Champions da parte del Barcellona: questa sera è attesa la rivincita, il secondo round.

    La sfida nella sfida dei campioni in campo, poi, comprende una lunga lista di “duelli” più che mai suggestivi. In testa, però, com’è ovvio che sia, lo scontro fra Messi e Rooney. Il Pallone d’Oro, il più forte dei nostri tempi, ed il geniale attaccante, il bambino prodigio che incanta già da anni la Nazionale di sua Maestà Elisabetta. Due modi diversi di vivere il proprio status divino: placido, sorridente e tranquillo Lionel, spesso provocatorio ed irascibile Wayne, nel rispetto della tradizione dei grandi calciatori inglesi, tutti genio e sregolatezza.

    Si commuove Lionel di fronte alle difficoltà che nella sua vita ha dovuto affrontare per crescere, nel vero senso della parola, dati i problemi di statura; le difficoltà affrontate nella vita, invece, hanno contribuito a formare la “scorza dura e lentigginosa” di Wayne, cresciuto nei sobborghi portuali di Liverpool. Un’adolescenza durata poco per entrambi però, predestinati dal Dio Pallone ad emergere in giovanissima età: Rooney è stato il più giovane calciatore a segnare in Premier League, a soli 16 anni e 360 giorni, mentre Messi a 23 anni può vantare già la conquista di due Palloni d’Oro.

    Chi dei due deciderà la sfida, avrà ottime chanche per aggiudicarsi il prestigioso titolo individuale per la prossima stagione ma, comunque vada, resta la certezza che nel loro potenziale c’è la capacità di risolvere in qualsiasi momento la gara, con giocate spettacolari, da cineteca: basti pensare alla rovesciata di Rooney il 12 Febbraio contro il Manchester City, oppure al gol (ed all’azione soprattutto) di Messi nella semifinale contro il Real, dopo aver scartato, con estrema naturalezza, mezza difesa merengues.

    Manchester United – Barcellona è tutto questo, ma può essere anche di più: sarà Carrick e Giggs contro Xavi ed Iniesta, sarà Vidic e Rio Ferdinand contro Puyol e Piquè, sarà Valdes contro Van der Saar se dovesse finire ai rigori.
    Questa sera, alle 20.45 i riflettori di Wembley inizieranno ad illuminare i loro volti ed i loro cuori: 90 minuti dopo (supplementari e rigori permettendo) conosceremo la regina d’Europa.

     

  • Blatter e Bin Hammam, corsa alla poltrona fra accuse reciproche

    Blatter e Bin Hammam, corsa alla poltrona fra accuse reciproche

    L’elezione del numero uno della Fifa del prossimo 1 Giugno nella sua immediata vigilia sta mostrando al mondo intero una faccia tutt’altro che pulita della massima istituzione calcistica mondiale, con accuse molto pesanti che piovono sulla testa dei due unici candidati, il presidente uscente Joseph Blatter e lo sfidante, del Qatar, Bin Hammam.

    Entrambi, infatti, sono accusati di corruzione finalizzata ad accaparrarsi preziosi voti per la giornata decisiva dell’elezione: Hammam si difende gridando al complotto, architettato dal diabolico Sep Blatter per screditarlo e metterlo fuori causa nella corsa alla presidenza, e contrattacca coinvolgendo Blatter in accuse analoghe a quelle ricevute: Sep Blatter, infatti, sarebbe stato a conoscenza di tangenti versate nel corso di una riunione della Federcalcio Caraibica lo scorso 10 Maggio, ma non avrebbe fatto luce sull’accaduto violando i principi etici della Fifa stessa.

    Al di là delle decisioni che il comitato etico della Fifa potrà prendere sulle vicende che coinvolgono entrambi i candidati, resta ferma la sensazione di non trasparenza e di scarso senso morale al vertice di un’istituzione che, invece, negli ultimi anni ha fatto dei valori etici e morali, riferiti soprattutto ai comportamenti dei calciatori in campo, alle iniziative contro il razzismo, al Fair Play finanziario, ed alle iniziative volte alla promozione del calcio nelle aree disagiate del mondo, la sua bandiera principale.

    La decisione del Comitato etico circa la risoluzione della questione sarà, dunque, molto importante e delicata ma lo sarà ancor di più la condotta del presidente che verrà eletto il 1 Giugno, chiunque esso sia.

  • Golf, Manassero in testa al PGA. Caccia al record

    Golf, Manassero in testa al PGA. Caccia al record

    Matteo Manassero è al comando nel BMW PGA Championship con 136 colpi (66 70), al pari con l’inglese Luke Donald e con lo spagnolo Quiros. I tre golfisti si sono mostrati in grandissima forma nelle prime fasi del torneo, giunto alla seconda giornata, nel percorso tanto difficile quanto affascinante di Wentworth, nella suggestiva campagna inglese della contea del Surrey, alla presenza di circa 25 mila spettatori (record assoluto per il torneo), in un tracciato modificato di recente e reso più corto e complesso rispetto alle precedenti edizioni.

    Il giovane veronese, appena diciottenne, dunque, sta dimostrando così tutto il suo talento ed è alla ricerca di un importante record da battere: vincere il torneo per essere il più giovane vincitore di questo percorso, staccando Gallacher che lo vinse nel 1969 all’età di vent’anni.
    Ecco perchè, nella giornata di oggi, quando sarà impegnato nella penultima partenza con lo spagnolo Lara (giocherà a partire dalle 14.35 ora italiana), dovrà rimanere concentrato e preciso per evitare i ritorni dei big del torneo, apparsi non in grande spolvero nelle prime due giornate del torneo.

    I fratelli “d’Italia”, Edoardo e Francesco Molinari occupano solo la 53esima posizione, mentre il favorito – il numero uno del mondo – l’inglese Lee Westwood è al momento dodicesimo.

  • Bisoli neo allenatore del Bologna, Ramirez può partire

    Bisoli neo allenatore del Bologna, Ramirez può partire

    Da ieri è ufficiale: il nuovo allenatore del Bologna, dopo l’addio di Alberto Malesani, è Pierpaolo Bisoli. Il tecnico, che aveva già trovato l’accordo con la dirigenza bolognese ma che doveva attender la rescissione con il Cagliari, ha firmato un contratto biennale fino al 2013 da 450 mila euro a stagione, più eventuali premi legati ai risultati della squadra.

    Bisoli, dopo la firma, si è messo subito a disposizione dei vertici della società rossoblu, che in una riunione con il neo allenatore hanno voluto discutere le questioni legate alla costruzione della nuova squadra, anche in prospettiva calciomercato.
    In tal senso, Bisoli al termine del vertice ha rilasciato una dichiarazione eloquente circa il futuro di uno dei pezzi pregiati del Bologna, Gaston Ramirez: “Gaston punto fermo? Nel calcio non c’è niente di irrinunciabile, per me è un punto fermo ma se dovesse arrivare un’offerta importante a cui non poter dire di no è giusto che il giocatore sia ceduto, i calciatori devono credere nel progetto, altrimenti è giusto che vada via”. Ramirez, dunque, pare sul piede di partenza, ed in tal caso l‘Inter e l’Udinese sarebbero interessate.

    A parte le questioni di mercato, poi, Bisoli ha voluto presentarsi alla piazza rossoblu, tormentata in questa stagione da continue problematiche societarie ed economiche, con un approccio ottimista, a patto che il suo Bologna voglia seguirlo, dando l’anima in campo, che abbia orgoglio e che riesca a divertire i tifosi.
    Inoltre, Bisoli dichiara la sua volontà di gettare le basi per costruire un progetto a lungo termine, che gli consenta di restare per 5-6 anni, ben oltre i due anni iniziali di contratto, anche se – parole del tecnico – “dovesse esserci una grande squadra a cercarmi”.