Beppe Bozzo, procuratore di molti calciatori di serie A, fa il punto sulle posizioni di molti suoi assistiti, in vista di arrivi e partenze. Sugli Juventini, Fabio Grosso e Marco Motta ha le idee molto chiare: il primo potrebbe lasciare la Juventus per approdare a Dubai, proprio in concomitanza con la partenza di Fabio Cannavaro dalla terra degli sceicchi. Marco Motta, invece, potrebbe restare alla Juventus poichè pare che il club voglia concedergli una seconda chance in vista della prossima stagione, affinchè possa riscattare quella deludente appena terminata. Capitolo Lazio: per un arrivo certo, quello del portiere Federico Marchetti, a meno di clamorose sorprese manca solo la firma del contratto, c’è anche una conferma importante, quella dell’argentino Mauro Zarate che si sposerà e vorrebbe restare a Roma. Per lui, si potrebbe parlare di cessione soltanto se arrivasse un’offferta realmente irrinunciabile, intorno ai 20-25 milioni di euro. Capitolo attaccanti della Nazionale: Alberto Gilardino e Antonio Cassano. Il primo dovrebbe restare in Viola, dato l’ottimo rapporto con la società e la dirigenza, che nel mese di gennaio fece di tutto per trattenerlo e non lasciarlo andare alla Juve, ma il bomber pretende maggiore considerazione e coinvolgimento nei piani della società, così come ha lasciato trapelare dalle sue recenti dichiarazioni; il secondo, invece, secondo Beppe Bozzo, resterà al Milan, poichè rientra nei piani della società e le voci circolate su un suo passaggio al Napoli sono meramente “fantacalcio”. Chiusura, poi, su Palladino, in bilico fra Juventus e Parma: sul suo futuro si deciderà mercoledì prossimo, ma il procuratore augura al suo assistito, a prescindere dalla destinazione finale, di disputare una grande annata, per riscattarsi dagli infortuni che lo hanno flagellato in passato condizionandone il rendimento.
Autore: Simona Granieri
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Dal cda Juve in arrivo 120 milioni. Pronto l’assalto ad Aguero
Giovedì prossimo sarà un giorno importante per la Juventus, per il presente e soprattutto per il futuro. Il Cda straordinario convocato per quella giornata, infatti, dovrà affrontare tematiche assolutamente fondamentali. Bisognerà varare il piano industriale quadriennale e determinare l’aumento di capitale da realizzare e da sottoporre poi alla proprietà ed all’assemblea degli azionisti. Secondo quanto trapelato in questi giorni di vigilia, la cifra dovrebbe aggirarsi sui 120 milioni di euro, dilazionati nei prossimi tre anni. Una cifra importante, almeno in apparenza, anche se è necessario tener conto della necessità di appianare alcuni buchi rimasti scoperti anche a causa dei mancati introiti derivanti dall’esclusione della Juventus dalle Coppe Europee. Inoltre, bisogna ricordare che ben 37 milioni saranno necessari per i riscatti di Quagliarella, Matri, Pepe e Motta. La restante parte potrebbe essere investita nel famigerato “grande colpo” che da tempo Marotta sta annunciando, e che per ora pare aver preso le sembianze di Sergio Aguero. L’Atletico Madrid richiede 45 milioni, sottoforma di clausola rescissoria, ma in realtà si potrebbe giungere anche ad uno sconto: non meno di 30 milioni però, sempre che la concorrenza del Chelsea non batta sul tempo la Juve, offrendo anche di più. La questione dovrebbe sbloccarsi entro il 4 Luglio, ossia il giorno del ritiro dell’Atletico Madrid: per ora, un segnale positivo giunge da un grande ex della Juve, Mauro German Camoranesi, che caldeggia l’approdo del Kun a Torino. In alternativa, con la liquidità a disposizione se sfumasse la pista Aguero, la Juve andrebbe con decisione su uno tra Higuain, Gilardino, Giuseppe Rossi o Berbatov, oltre che Mirko Vucinic. Nel valzer dei nomi e delle incertezze, l’unico punto fermo è quello del prossimo 23 Giugno: dopo il Cda ne sapremo di più.
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La Figc apre al secondo extracomunitario
La questione dell’introduzione del secondo tesserato extracomunitario è una tematica allo stesso tempo spinosa ed insidiosa, una questione che deve essere necessariamente affontata cercando di moderare alla perfezione tutti gli interessi in gioco: quelli dei club, quelli dei settori giovanili italiani, e la possibilità dei nostri giovani di trovare spazio nel club in cui crescono. Tutelare i settori giovanili è, ormai, una tematica-slogan di cui molti parlano spesso, ma nel contenuto ancora ben poco è stato realizzato per promuovere e valorizzare i nostri vivai. L’introduzione del secondo extracomunitario negli organici di serie A, secondo i club, non sarebbe un ostacolo alla valorizzazione dei giovani talenti made in Italy: al contrario, secondo le big, sarebbe opportuno regolamentare la presenza dei tantissimi stranieri nei campionati minori, con la Lega Pro in testa, laddove sarebbe bene, invece, un maggior coinvolgimento per i giovani italiani per consentirgli di “farsi le ossa” senza cozzare contro il “tappo” creato dall’eccessiva concorrenza con gli stranieri. L’orientamento dei vertici del nostro calcio è quello di affrontare le due questioni, dell’inserimento del secondo extracomunitario in Serie A e della valorizzazione dei vivai, separatamente, “su due tavoli diversi”, perchè si ritiene che fra le due tematiche la connessione sia minima: questo sostiene, in particolare, il Presidente delle Lega Serie A Maurizio Beretta. Però, pare che le due questioni siano state messe in agenda nella medesima giornata, e verranno discusse il prossimo 5 di Luglio. Non resta, dunque, che attendere quella data, anche e soprattutto in chiave operazioni di mercato. Il via libera al tesseramento del secondo calciatore extracomunitario per le squadre di Serie A potrebbe, infatti, essere un elemento decisivo per gli assalti delle big italiane ai calciatori d’ Oltreoceano.
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Lega – Aic è scontro sulla firma del contratto collettivo
Quello che nei giorni scorsi sembrava probabile, ora è divenuto quasi una certezza: rottura fra la Lega di Serie A e l’Assocalciatori sulla firma del contratto collettivo dei calciatori. E’ emerso dopo l’incontro svoltosi a Fiumicino fra il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, ed alcuni rappresentanti dell’Assocalciatori. Beretta, al termine dell’incontro, ha dichiarato che il contratto “così com’è” non verrà firmato, poichè l’Assocalciatori pare volersi fossilizzare su alcuni tecnicismi che non consentono di raggiungere il pieno accordo. Anche se l’Aic dovesse promuovere uno sciopero, secondo Beretta servirebbe a ben poco, “come sparare una zanzara con un bazooka“. L’oggetto del contendere non è legato alla questione dell’inserimento del secondo extracomunitario – anche se dovrà in seguito essere dibattuta – bensì all’articolo sette del contratto collettivo, che disciplina gli allenamenti separati: inoltre, occorre dare certezza alle date di pagamento degli stipendi, per evitare il moltiplicarsi dei contenziosi, oltre che la questione dei minimi sindacali ed, ancora, la questione delle sanzioni da comminare alle società in caso di ritardo dei pagamenti ai dipendenti. Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, dal canto suo è fermo e deciso sulle sue posizioni, dalle quali appare inamovibile: anche perchè, secondo il sindacato dei calciatori, un accordo era stato già definito e l’Aic aveva già firmato il contratto collettivo, peraltro in presenza del presidente della Federazione Giancarlo Abete. Secondo Tommasi, inoltre, sarebbero solo delle virgole ad ostacolare l’accordo: per ora l’Assocalciatori adopererà la strada della diplomazia, non organizzando scioperi, ma spinge per una risoluzione in tempi brevi.
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Materazzi rescinde con l’Inter, è solo un arrivederci
Fine di una storia, quasi d’amore, fra l’Inter e Marco Materazzi. Ma non si tratta di un divorzio, nè di un addio rancoroso, si tratta semplicemente di una “pausa di riflessione” per un anno circa, in cui il difensore andrà a chiudere la carriera all’estero, negli Usa la destinazione più probabile oppure il Premier League, per poi tornare a Milano nelle vesti di dirigente nerazzurro. Marco Materazzi, dunque, dopo dieci anni rescinde il contratto con il club di Moratti, dopo un incontro avuto qualche giorno fa con il Presidente che gli aveva nuovamente manifestato la sua stima e gli aveva offerto totale libertà d’azione. Matrix ha scelto di salutare, per ora, l’Inter, la sua “seconda pelle”, e di fare un’esperienza – soprattutto di vita – altrove, per poi ritornare al nido, con un altro ruolo. Stamane, la notizia della rescissione contrattuale è stata ufficializzata dal suo procuratore Claudio Vigorelli: la fine di un capitolo importantissimo per Matrix, dopo 10 anni, 277 partite giocate e 20 gol all’attivo, e tanti trofei conquistati, dagli scudetti alla Champions con Mourinho, alle Coppa Italia, al Mondiale per club ed alle Supercoppe Italiane. Nell’ultimo anno, però, a 37 anni compiuti, lo spazio in campo per il gladiatore Matrix era stato davvero ridotto al lumicino, fra suoi problemi fisici e scelte tecniche differenti: disputare solo 774 minuti in campionato, per un combattente come lui, è davvero poco; ecco perchè ha deciso di chiudere qui questa pagina fondamentale della sua carriera, per farlo da protagonista, con ancora fresche le immagini della festa di Roma per la Coppa Italia conquistata e Matrix che, come sempre, è stato il “capo” dei festeggiamenti. Arrivederci Matrix.
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Amauri in bilico fra Juve, Napoli e Parma
Gli attaccanti, si sa, sono come “prime donne” e spesso necessitano di essere corteggiati per sentirsi importanti. Ecco perchè se e quando arriva qualcun altro a rubargli la scena o il primato si sentono messi da parte ed iniziano a fare le bizze, chiedendo ingaggi più alti, o di andar via. Il punto è che, nel calcio, l’apprezzamento dell’importanza dell’attaccante è spesso legato alla sua capacità realizzativa. Ecco perchè quando Amauri nella Juventus aveva smarrito la via del gol, il rapporto con il club bianconero ha iniziato ad incrinarsi, poichè il brasiliano non percepiva più di essere indispensabile alla causa ed anche i tifosi iniziarono a criticare la sua sterilità sottoporta. A Parma, invece, in un ambiente più provinciale ed accogliente l’italo brasiliano ha ripreso a segnare con continuità (anche gol di pregiata esecuzione), ma ora è tempo di capire quale sarà il suo futuro prossimo, per evitare di approdare nuovamente in un contesto in cui non si trovi a suo agio. Il suo procuratore Giampiero Pocetta ha chiarito la posizione del suo assistito nell’attuale situazione di mercato: con la Juve, ad oggi, non ci sono stati contatti ed, anzi, dalle voci di mercato più fondate, pare che il club sia intenzionato a metterlo sul mercato. Ecco, quindi, che entra in gioco l’interesse del Napoli, una piazza molto gradita ad Amauri per il suo calore e perchè ha già avuto modo di conoscerla, anche se per una breve esperienza in passato. Per ora, rivela Pocetta, c’è stato solo un incontro con Bigon che ha voluto “sondare il terreno” per comprendere le reali intenzioni del calciatore e si attendono ulterori sviluppi per la fine del mese. Anche al Napoli, però, Amauri dovrebbe accettare l’idea di convivere con qualcuno che gli potrebbe rubare la scena: Cavani in primis. L’esigenza di Amauri è di poter giocare con continuità anche per conquistare la convocazione ai prossimi Europei: ecco perchè la permanenza al Parma potrebbe essere la destinazione migliore. Juventus permettendo.
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Signori in lacrime: “Io innocente, sono stato massacrato”
Beppe Signori parla in conferenza stampa e prova a chiarire il campo dalle tante voci e dalle pesantissime critiche dei giorni scorsi, in cui dopo lo scoppio della vicenda scommessopoli si era chiuso in un silenzio impermeabile. L’ex capitano del Bologna ha dichiarato il suo amore per le scommesse, ma non per quelle illegali: a lui piace scommettere per puro divertimento, come quando scommise con compagni e giornalisti di riuscire a mangiare entro 30 passi una merendina, “la scommessa del Buondì Motta”. L’ex calciatore è parso visibilmente emozionato, con la voce rotta, ma ha cercato di farsi forza per poter ringraziare lucidamente coloro che gli sono stati vicini in questi giorni, manifestandogli affetto e precisando di non fare parte di alcuna organizzazione, nè tantomeno di esserne a capo. Ripercorre, poi, le immagini degli ultimi quindici giorni con l’arrivo in questura, le impronte digitali da rilasciare, il suo corpo appoggiato ad una parete, la lunga attesa, lo shock, i giornalisti, gli avvocati. Tutto un fraintendimento secondo l’ex attaccante della Lazio, anche perchè nelle intercettazioni raccolte lui non è mai coinvolto. L’unico episodio che ammette possa incrinare la sua posizione difensiva è l’incontro del 15 Marzo, quando i suoi due commercialisti lo invitano ad incontrare “due sconosciuti”, ossia Erodiani e Bellavista: quando fu redatto il famoso “papello”, per il quale Signori serviva da garanzia per avvicinare giocatori di serie A, per le future combine. Ma lui non diede la sua disponibilità, almeno stando alla sua versione dei fatti. Una vicenda ancora tanto intricata, dalla quale sarà difficile uscirne completamente “illesi”, anche per uno della sua tempra. Ora Signori desidera solo allontanarsi dal mondo del calcio e dagli ambienti ad esso “paralleli”, lasciando da parte anche i contratti firmati con Mediaset e con Sky 365, canale – ironia della sorte – di scommesse.
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Hellas, Juve Stabia, Salernitana e Atletico storie di vincitori e sconfitti
Le scene dei finali di campionato sembrano tutte uguali: un verdetto, quasi sempre decisivo ed inappellabile, una squadra che esulta, una squadra che piange, delusa per la sconfitta, o per la mancata vittoria che dir si voglia. Le scene si somigliano tutte, che siano riferite a promozioni in serie A, in Serie B, in Lega Pro o in Eccellenza. Che siano la vittoria di un trofeo Europeo, o la conquista della salvezza. Il campo emana il suo giudizio, i protagonisti lo accolgono, esternando tutte le loro emozioni, scaricando la tensione accumulata, lo stress preparatorio alla gara, le speranze riposte, i sogni della notte prima. Il calcio, per molti, è anche questo, è anche un po’ poesia: malinconia o gioia irrefrenabile. Ecco che, quindi, anche due partite di play off valide per la promozione in serie B possono assumere un valore speciale, per i giocatori in campo ma anche per i tifosi di Hellas Verona e Juve Stabia. Due storie totalmente diverse: la prima, una nobile decaduta, con in bacheca anche uno scudetto; la seconda, una squadra operaia che – prima d’ora – si era affacciata in serie B soltanto in un’ occasione, peraltro lontanissima nel tempo, 60 anni fa, nel campionato 1950-51. La prima, l’Hellas Verona, era la squadra della città scaligera, la squadra che nel campionato 1984-85 si laureò Campione d’Italia, guidata da Osvaldo Bagnoli in panchina e partecipando, nella stagione seguente, anche alle fasi finali della Coppa dei Campioni. Una squadra capace di raggiungere, poi, anche due finali di Coppa Italia, senza però agguantare, poi, il trofeo. Una squadra che, però, agli inizi degli anni 2000 – parallelamente all’ascesa in Serie A del Chievo Verona, quartiere della città – ha iniziato un lento ed inesorabile declino, con la retrocessione in serie B nel 2002, nonostante una squadra di primo livello, con giocatori importanti quali Camoranesi, Gilardino, Mutu, Oddo e Paolo Cannavaro ed un allenatore esperto come Alberto Malesani. Seguirono, poi, gli anni bui della serie cadetta, lottando per non retrocedere per diverse stagioni e, poi, perdendo anche la serie B nel campionato 2006/2007. La promozione ottenuta ieri, quindi, è uno squarcio di luce, uno spiraglio per i tifosi scaligeri, che hanno ritrovato dopo quattro stagioni quella serie B perduta, che gli consente – perlomeno – di sognare il “gran ritorno”, e la rivincita nel Derby contro il Chievo. La Juve Stabia, invece, nonostante non possa vantare trofei in bacheca, nè un passato prestigioso, è stata accompagnata nella sua avventura-promozione da un tifo calorosissimo, che solo la gente del Sud può offrire: un sostegno incondizionato, di una cittadina operaia – afflitta dai tanti problemi legati alla Ficantieri ed alla difficile situazione dei suoi lavoratori. Ecco perchè, nel loro piccolo, i giocatori della Juve Stabia hanno voluto celebrare la vittoria con un messaggio di solidarietà e di vicinanza agli operai: “Castellammare è Fincantieri”. Una cittadina che, nonostante tutto, si è lasciata travolgere dall’entusiasmo, dai caroselli di auto e moto, dall’esplosione di gioia di fronte ai maxischermi posizionati sul lungomare e nei pressi dello stadio Menti, dalla partecipazione di un tifoso d’eccellenza, come Fabio Quagliarella che, nonostante stesse partecipando al ricevimento per il matrimonio di Bonucci, chiamava continuamente suo padre per ricevere informazioni sulla squadra, alla quale è legatissimo. L’altra faccia della medaglia, invece, sono le sconfitte: Salernitana ed Atletico Roma. Tanta delusione per il mancato traguardo raggiunto, qualche momento di tensione nelle rispettive tifoserie, ma la consapevolezza di aver realizzato comunque un cammino importante fino alle due finali play off, nelle quali – per entrambe le squadre – è mancata la lucidità necessaria per compiere l’impresa. La serie B, per loro, dovrà attendere ancora anche se, dopo la delusione di quest’anno, certamente la Salernitana tenterà il prossimo anno di tornare nella serie cadetta, dopo aver assaporato anche la serie A in passato. Per l’Atletico Roma, invece, terza squadra della Capitale, di recente fondazione – nel 1998 con il nome di Cisco Roma – la serie B sarebbe un mondo inesplorato, un’avventura nuova da intraprendere. Per Atletico Roma e Salernitana, appuntamento al prossimo anno, per Hellas Verona e Juve Stabia, invece, la festa può continuare.
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Marotta Aguero per il salto di qualità
Il mercato in casa Juve è in fermento ormai da giorni, ma le dichiarazioni di Beppe Marotta, di certo, non possono che acuire l’ interessamento della stampa e dei tifosi verso le strategie di mercato della squadra. Di certo, il cda in programma nella giornata di giovedì prossimo sarà uno spartiacque importante che consentirà di comprendere in modo più esplicito gli orientamenti della dirigenza anche se, nonostante le innumerevoli smentite – peraltro anche da parte del suocero Diego Armando Maradona – pare che la Juventus non abbia assolutamente alcuna intenzione di accantonare l’idea di portare “el Kun” Aguero in bianconero. Secondo Beppe Marotta, infatti, il giocatore permetterebbe di compiere un vero e proprio salto di qualità alla squadra nel suo complesso, alzandone il livello qualitativo perchè “è un grande giocatore”. Il problema principale, però, sta nel fattore “timing”, come noto sempre decisivo nelle trattative di mercato, soprattutto se riguardanti big del calibro di Aguero: tre giorni di attesa potrebbero essere troppi, con tante altre squadre in agguato e pronte ad alzare la posta per convincere l’ Atletico Madrid a cedere la sua punta di diamante. Per tal motivo, come pista parallela resta aperta per il fronte offensivo la strada che conduce a Mirko Vucinic: il montenegrino della Roma piace moltissimo al neo allenatore Antonio Conte, ed anche Marotta sostiene il grande valore di Vucinic. Infine, una battuta di Beppe Marotta sullo scudetto del 2006, su cui la Procura Federale dovrà esprimersi entro fine giugno: Marotta, nelle vesti di tifoso, attende fiducioso.
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McIlroy trionfa agli Us Open
Vincere il primo major in carriera a soli 22 anni è roba per “bambini prodigio”, anche se la parola “bambino” non pare essere la più appropriata da adoperare per raccontare le gesta di Rory McIlroy. Le cifre parlano per lui: vittoria con 268 colpi, -16 sotto il par ed abbattimento del record di – 12 di Tiger Woods che resisteva da tempo. Il nordirlandese non ha lasciato spiragli per la concorrenza in questa centoundicesima edizione degli US Open, disputati nel Maryland, e seguendo nell’albo d’oro il connazionale Mc Dowell, confermando che la verde Irlanda è patria di campioni del “Green”. Naturalmente, grandissima emozione e soddisfazione per il giovane vincitore, che a qualche ora dalla vittoria ancora fatica a realizzare quanto è accaduto: per sua stessa ammissione, gli servirà qualche giorno per comprenderlo in fondo, quando l’adrenalina sfumerà, e dedica teneramente la vittoria al suo papà Gerry, che lo ha accompagnato in questa manifestazione tanto importante. Il segreto di questa vittoria, però, sta nella delusione del Masters di Augusta, dove era rimasto in testa a lungo per poi crollare nel finale, anche a causa dell’eccessiva tensione nervosa: in quest’ occasione, invece, la lucidità e la determinazione non l’hanno mai abbandonato. Deludenti, invece, gli Italiani: hanno chiuso al 54 esimo posto Edoardo Molinari e Matteo Manassero, mentre Francesco Molinari ha concluso al 96 esimo posto. Tiger Woods, che ha saltato l’Us Open per la prima volta in carriera per infortunio al ginocchio sinistro, dove è stato già operato quattro volte: è stato fra i primi a complimentarsi con il giovane vincitore McIlroy.