Il “new deal” della Roma, per dirlo in stile Americano, data la proprietà a stelle e strisce, è realmente iniziato, con Walter Sabatini a tutto campo, pronto a plasmare la squadra, negli uomini e nelle idee: le sue. La scelta del tecnico Luis Enrique è stato un tassello fondamentale come punto di partenza, poichè la guida tecnica rappresenta il punto di riferimento su cui costruire l’impalcatura della squadra. Un’impalcatura che sta, ora, prendendo forma sempre di più: Ecco, così, il riscatto di Marco Borriello ( comunque già annunciato da tempo), e l’arrivo in prestito con riscatto già fissato di Bojan, prima di prepararsi alla parte più “scenografica” del calciomercato giallorosso, quella dei colpi ad effetto. Prima però, Walter Sabatini ha necessità di reperire un po’ di liquidità dalle cessioni. Le più probabili sono quelle di Mirko Vucinic, che piace sempre molto alla Juventus ed a Conte, con una valutazione fissata sui 16-18 milioni di euro, e del francese Menez che potrebbe tornare in patria, nel Paris Saint Germain, se arrivasse un’ offerta ritenuta congrua, ossia intorno ai 28 milioni di euro. Qualora venissero messe a segno tali due importanti cessioni, con la liquidità stanziata dalla proprietà (circa 40 milioni di euro) sarebbe pronto l’assalto a Javier Pastore del Palermo, che Zamparini lascerebbe partire per un’ offerta di 40 milioni di euro, che permetterebbe alla Roma di compiere un vero e proprio salto di qualità, anche a livello di immagine della campagna acquisti. Dopo El Flaco, Sabatini punterà su altri reparti da rinforzare: un portiere. Il candidato principale è Viviano del Bologna, che arriverebbe in prestito con diritto di riscatto. Sul fronte terzini, piace Santon ed a centrocampo Sandro del Tottenham, brasiliano valutato intorno ai 15 milioni di euro, e Shaqiri, giocatore svizzero del Basilea, un’ala dal grande talento, e molto giovane: classe 1991. Work in progress, dunque, ma il capocantiere Sabatini ha le idee molto chiare sull’ opera da realizzare.
Autore: Simona Granieri
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Razzismo in Russia: Roberto Carlos bersaglio principe di un fenomeno sociale
Il fenomeno razzismo resiste, sfortunatamente, a tutte le latitidini ed a tutte le temperature. Anche nella fredda Russia, anche se in questa stagione il clima è più temperato, non pare esservi limite alla indecenza di alcuni comportamenti da stadio che, come spesso si dice, riflettono ciò che accade nella società civile. In Russia, infatti, i fenomeni di discriminazione razziale, soprattutto nei confronti di asiatici ed africani sono una realtà tristemente attuale, così come testimonia l’inchiesta dell’inviato dell’ Onu, Diène, dalla quale è risultato che – dall’inizio di quest’ anno i crimini contro gli stranieri hanno fatto registrare un incremento del 33%. Spesso, infatti, gli esponenti di minoranze etniche sono bersaglio di fenomeni di violenza e pestaggio, soprattutto connessi a frange dell’ estrema destra neonazista, i cosiddetti skinheads. In particolare, tali episodi si verificano al termine delle gare di calcio, soprattutto se la squadra di casa (soprattutto a Mosca ed a San Pietroburgo) perde a causa di un gol di un giocatore africano o asiatico. Un odio irrefrenabile e, naturalmente, assolutamente insensato e deprecabile, che ha avuto per la seconda volta come “vittima” sul campo di calcio, un campione come Roberto Carlos. Durante il match fra la sua squadra, il Anzhi Makhachkala, ed il Samara, valida per la 15 esima giornata del campionato russo, il brasiliano è stato colpito da una banana, tirata giù dagli spalti da parte di un esagitato tifoso del Samara: Roberto Carlos, indignato, ha subito rilanciato il frutto verso gli spalti ed ha poi deciso di abbandonare il terreno di gioco prima del finale di gara. Il club avversario, il Samara, ha presentato le scuse ufficiali al terzino e si è impegnato per rintracciare l’ autore del disgustoso gesto, per punirlo anche pecunariamente. Per Roberto Carlos, però, nonostante la solidarietà ricevuta, resta l’amarezza per essere stato nuovamente protagonista di un episodio del genere, dopo quello accaduto nel mese di Marzo durante una partita fra la sua squadra e lo Zenit San Pietroburgo. In quell’ occasione, il club di Spalletti fu multato ed al responsabile venne vietato di assistere a tutte le altre partite dello Zenit. In questa occasione, il brasiliano si augura, almeno, che si riesca a rintracciare lo sconsiderato autore del gesto, e che la punizione che gli verrà inflitta sia un monito per disincentivare comportamenti di tal genere in futuro. Si ha però l’ impressione che, purtroppo, sarebbe soltanto una piccola goccia in un mare di odio dilagante verso le minoranze razziali, un problema culturale che meriterebbe di essere affrontato dai vertici politici del Paese, concretamente: è sconcertante pensare, infatti, che il 60% dei russi dichiari – quasi con orgoglio – di essere xenofobo e che l’antisemitismo ed il razzismo siano visti quasi come un fenomeno folkroristico dai mass media russi e dalla satira televisiva. Un fenomeno che, però, di folkroristico ha davvero ben poco, soprattutto perchè in alcuni casi ha causato la morte di innocenti studenti ( l’ ultima, il 7 Aprile scorso ) o di una bambina di nove anni pugnalata al petto da una banda di minorenni, soltanto perchè “colpevole” di appartenere all’ etnia tajik. Un problema serio, dunque, e di portata molto vasta, che va al dilà della rivalità calcistica sugli spalti, e che, soprattutto, non può essere sminuito definendolo come un “fenomeno isolato”. [jwplayer config=”60s” mediaid=”83327″]
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River Plate all’inferno. Ko, aggressione e il pugno di Lamela
Il River Plate è sempre più vicino al baratro della serie B, uno spettro che aleggia sempre con maggiore insistenza per uno dei più importanti club argentini, finora mai retrocesso così come Independiente e Boca Juniors, ma che – soprattutto dopo la gara di ieri con il Belgrano – rischia realmente la retrocessione. Nella gara di andata, disputata a Cordoba, il Belgrano si è imposto per 2 a 0, con reti di Mansanelli su rigore al 25′ del primo tempo ed il raddoppio di Pereyra nella ripresa. Un clima di grandissimo nervosismo ha accompagnato le squadre in campo, dall’inizio alla fine dell’ incontro, con Lamela che, nel finale del match, quando era già stato ammonito, ha colpito con un pugno Rodriguez del Belgrano, anche se il direttore di gara e gli assistenti non hanno punito l’ episodio perchè non lo hanno visto: potrebbe esserci una sanzione da prova-tv ma pare, comunque, un’ipotesi remota. Il pugno di Lamela a Rodriguez [jwplayer config=”15s” mediaid=”83289″] I tifosi del River, poi, nel nervosismo generale, si sono resi protagonisti di un’ invasione di campo – tutt’ altro che pacifica – all’ ottavo minuto della ripresa, con aggressione ai danni di Roman. L’arbitro è stato costretto a sospendere la gara per circa venti minuti: un clima rovente, dunque, che potrebbe ripetersi nella gara di ritorno di domenica prossima al Monumental di Buenos Aires. L’invasione dei tifosi e gli scontri in campo [jwplayer config=”120s” mediaid=”83287″] In tale occasione, inoltre, aggiungendo difficoltà alle già notevoli difficoltà, il River Plate dovrà fare a meno di una pedina fondamentale come Almeyda, che sarà squalificato perchè ammonito nella gara di ieri, ed era diffidato, oltre che di Roman e Ferrari. A completare il quadro di totale caos e di difficoltà per la squadra, anche nei rapporti con i tifosi, l’episodio avvenuto nella notte dopo la gara e che ha coinvolto il portiere Carrizo, che si è scontrato fisicamente con un tifoso, mentre altri lo apostrofavano come “venduto”. Domenica sera sarà la sfida decisiva, ma con l’handicap di un risultato da ribaltare e con un clima infernale con cui fare i conti. L’impresa da compiere, per il River Plate, sarà davvero ardua.
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Moratti-Branca: braccio di ferro per Mihajilovic
In casa Inter sembrano riavvicinarsi all’ orizzonte le abituali nuvole che stanziavano sulle scelte del club di Moratti prima della parentesi vincente, di Mancini e Mourinho soprattutto, nell’ “era del caos”. Nuvole scure, connesse a dubbi e contrati sulle scelte e le strategie da attuare nella programmazione della prossima stagione e, soprattutto in questo momento, sulla scelta del tecnico. Il presidente Moratti pare abbia scelto già da tempo Sinisa Mihajilovic come successore di Leonardo, che andrà a rivestire la carica di ds al Paris Saint Germain, mentre Marco Branca sembra titubare sulla scelta del serbo, e vorrebbe proporre altri nomi, anche perchè ai tempi della gestione di Roberto Mancini, di cui Mihajilovic è un grande amico oltre ad essere stato un fidato collaboratore, Marco Branca aveva avuto qualche screzio con il tecnico jesino. Ecco, dunque, perchè pareva che Sinisa Mihajilovic nella scorsa settimana fosse ormai vicino all’annuncio con la squadra nerazzurra e, poi, improvvisamente, la pista si sia raffreddata anche per le sue dichiarazioni che non lasciavano trapelare alcuan certezza sul suo futuro. Ieri, infatti, alcuni esponenti nerazzurri hanno incontrato il tecnico Gian Piero Gasperini, che, però, ha ancora un anno di contratto con il Genoa e per liberarlo occorrerebbe ricevere il benestare del presidente Preziosi. La sensazione è che, per ora, sia necessario ancora un po’ di tempo per ultimare le valutazioni e, soprattutto, per far collimare i pensieri del presidente con quelli di Branca, che oltre a quella di Giampiero Gasperini, vorrebbe prendersi il tempo necessario per sondare altre piste. Sinisa Mihajilovic resta, comunque, in allerta anche se ha annunciato una conferenza stampa per le 12:30 dove spiegherà questa tormentata settimana.
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Zamparini: “Nessuna offerta per Pastore”
Nel mercato dei gialli e degli intrighi, ecco la notizia che non ci si sarebbe mai aspettati. Il Palermo, a detta del suo presidente Zamparini, non ha ricevuto alcuna offerta per Javier Pastore, il suo gioiellino che pareva dovesse essere uno degli uomini maggiormente contesi di questa sessione di mercato estivo. Che sia pura e semplice pretattica, o sia un modo per inviare segnali “criptici” a qualcuna delle potenziali pretendenti, al momento non è dato saperlo, quel che è certo, però, è che il presidente del club rosanero ha rivelato che non è giunta alcuna offerta neppure dal club del momento, ossia il Paris Saint Germain dello sceicco del Qatar, dove approderà l’ex tecnico nerazzurro Leonardo nelle vesti di direttore sportivo. Inoltre, con una punta di non celata ironia, il presidente Maurizio Zamparini aggiunge: “Non è difficile vendere Pastore, è facilissimo; il difficile è sapere a chi venderlo”. Nella giornata odierna è in programma un incontro fra il Presidente ed il procuratore di Pastore, per definire la linea strategica di mercato da adoperare: nei prossimi giorni si attendono sviluppi, anche se il punto della questione è molto chiaro. Le big europee, con il Paris Saint Germain ed il Chelsea in testa, che rimangono fortemente interessate al “Flaco”, sono in attesa di una riduzione del prezzo del cartellino del giocatore da parte del Palermo poichè reputano eccessiva la clausola fissata per 45-50 milioni di euro per un calciatore di soli ventidue anni, anche se di assoluto valore. Il Presidente Zamparini, dunque, se vorrà piazzare in tempi brevi sul mercato il suo pezzo pregiato per recuperare preziosa liquidità, dovrà accettare di compiere qualche passo indietro.
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La Juve riscatta Matri, Quagliarella, Pepe e Motta
La Juventus ha trasformato i prestiti onerosi contratti nella scorsa stagione in riscatti definitivi, con un esborso complessivo di circa 37,2 milioni di euro. Nello specifico, i calciatori coinvolti sono quattro: Alessandro Matri, Fabio Quagliarella, Marco Motta e Simone Pepe. Per Quagliarella, al Napoli sono stati versati 10,5 milioni di euro, per Simone Pepe sono stati versati all’ Udinese 7.5 milioni di euro, per Marco Motta 3,75 milioni di euro, sempre al club friulano. Per Alessandro Matri, invece, al Cagliari andranno 15,5 milioni di euro pagabili – così come le altre operazioni – in tre anni. I riscatti, però, non equivalgono a certezza che i giocatori in questione il prossimo anno vestiranno la maglia della Juventus. Infatti, appare poco probabile la conferma di Marco Motta, anche per il non apprezzamento della gran parte dei tifosi nei suoi confronti, che spesso lo hanno fischiato: piace in Spagna ed, in particolare, al Malaga e potrebbe essere ceduto in presenza di una congrua offerta. Alessandro Matri, invece, dato il buon rendimento offerto anche in termini realizzativi nel finale della scorsa stagione, verrà riconfermato, anche perchè piace molto al tecnico Antonio Conte; ancora incerta, invece, la posizione dell’altro attaccante riscattato, ossia Fabio Quagliarella, ma l’ipotesi più probabile è che possa restare in bianconero, per concedergli la possibilità di riscattarsi dopo il grave infortunio che lo ha costretto a saltare più di metà stagione nello scorso campionato. Simone Pepe, invece, interessa allo Zenit San Pietroburgo di Luciano Spalletti, che tramite alcuni emissari ha contattato il club per sondare la possibilità di acquistarlo: se venisse confermata l’offerta di 13 milioni di euro, la Juventus non ostacolerà di certo la sua partenza per la Russia.
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Boom di abbonamenti per la Juve: 2000 tessere vendute il primo giorno
Inizia alla grande la campagna abbonamenti per la prossima stagione in casa Juventus con oltre duemila tessere sottoscritte nella prima giornata di apertura delle iscrizioni, una cifra da record che, negli ultimi anni, non veniva raggiunta neppure dopo una settimana di abbonamenti. Un successo di numeri e di aspettative per la prima stagione in cui la Juventus giocherà nella “propria casa”, ossia il nuovo stadio, ormai quasi ultimato e pronto per essere inaugurato. Per incrementare ulteriormente il già consistente numero di tessere vendute, il club bianconero ha rivelato alcune indicazioni di maggior dettaglio in merito allo svolgimento della sottoscrizione degli abbonamenti: questa prima fase è riservata ai Premium Member e proseguirà fino a giovedì, in seguito saranno sottoscritti tutti gli altri abbonamenti, che potranno essere acquistati anche sul sito ufficiale della Juve e le ricevitorie Lis autorizzate, e la vendita proseguirà anche Venerdì 24 Giugno, nonostante la festività del santo patrono della città, San Giovanni. Senza dubbio, però, oltre all’entusiasmo per il nuovo stadio, la febbre da abbonamento che pare aver travolto il popolo bianconero è connessa anche alla curiosità ed alla fiducia nel progetto di Antonio Conte, bandiera bianconera che i tifosi non hanno mai smesso di amare. Inoltre, in molti attendono anche la fatidica data del 23 Giugno – ossia domani – per avere maggiori informazioni sulle decisioni del Cda in merito all’aumento di capitale da apportare, che avrà importanti riflessi sulle strategie e sulle “azioni” di mercato della Juventus, e soprattutto della credibilità delle speranze di rivincita del popolo juventino.
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Leonardo “ebbrezza” da Psg? Ritirata la patente a Rio
Anche i gentleman possono sbagliare: nonostante l’aplombe più british che brasilero, nonostante la camicia sempre a posto, le parole giuste e moderate snocciolate con perfeta dizione anche nelle situazioni più complesse, all’alba di stamattina l’ormai ex allenatore dell’ Inter, Leonardo, è stato fermato dalla Polizia a Rio de Janeiro mentre percorreva Rua Marques de Paranà per essere sottoposto al test alcolemico dalla stradale, ma Leo si è rifiutato di compiere l’ accertamento e, per questo, è stato multato con circa 418 euro, 957, 70 reais, e poi ha fatto ritorno a casa: inoltre, nella mattinata di oggi, è stato anche deciso il ritiro di patente per il tecnico brasiliano. Per tornare a casa, poi, Leonardo ha contattato un suo amico e la Polizia ha dato il via libera: ora, però, Leonardo verrà sottoposto ad un processo amministrativo legato al ritiro di patente, a Rio de Janeiro. Questo del rifiuto di sottoporsi al test alcolemico della Polizia stradale ricorda un episodio molto simile a quello che coinvolse il suo connazionale Adriano, quando giocava nella Roma, anche se la fama dei due (sia in Brasile che in Italia) è molto differente, soprattutto in relazione alle vicende ed allo stile di vita fuori dal terreno di gioco. Per Leonardo, dunque, alla vigilia di un passo importante della sua carriera lavorativa, che con tutta probabilità lo porterà a ricoprire il ruolo di grande responsabilità di direttore sportivo del Paris Saint Germain targato Qatar, un momento di “svago” un po’ diverso dalla sue abitudini e dalla sua tradizionale compostezza, sia in campo che fuori dal campo. Ma anche i migliori possono sbagliare.