Look casual, Jeans, camicia a righe e giacca chiara in tema con una mattinata di giugno inoltrato nonostante fosse la “prima” in casa Inter da tecnico dell’Inter. Si è presentato così Gian Piero Gasperini per un vertice di mercato con i dirigenti Branca e Paolillo e per fissare i punti chiave della sua gestione, dai quali partire per allestire la rosa per la prossima fondamentale stagione. E’ una grandissima occasione per l’ex tecnico del Genoa, che ha fatto tutta la gavetta anche delle giovanili della Juventus – con buoni risultati peraltro – prima di giungere fin qui: un giorno ancor più importante se ci si guarda indietro e si percepisce quanta strada è servita per giungere ad un traguardo così importante. Non è un caso che “Gasp” nella sua prima da nerazzurro incentri le sue parole soprattutto sul discorso motivazioni, per sottolineare la sua fortissima voglia di far bene e di dimostrare il suo valore e di non essere lì solo per caso. Ecco perchè ha tanta voglia di iniziare già a lavorare, nonostante possa pensare almeno per qualche altra settimana alle vacanze. In vista della prossima stagione, dunque, la nuova Inter ora può prendere forma: Gasp ha in mente una formazione spregiudicata in linea con il suo credo calcistico ed un tridente formato da Eto’o, uno fra Milito e Pazzini, ed un’altra punta esterna, che potrebbe essere il suo fidatissimo Palacio. Inoltre, per puntellare la difesa sarà necessario acquistare un centrale difensivo anche per sopperire all’eventualità di infortuni come è occorso a Walter Samuel e a Lucio nella scorsa stagione. L’importante, comunque, è partire da un punto fermo per la costruzione della squadra: ed il punto fermo è proprio il tecnico di Grugliasco. Buon lavoro Gasp.
Autore: Simona Granieri
-
River Plate, rabbia e distruzione nella notte della retrocessione
La rabbia e la delusione per la retrocessione del River Plate in serie B hanno tormentato la notte di Buenos Aires, fra scontri, feriti, violenze e tensioni. Un bilancio da guerriglia urbana, con sedici poliziotti feriti ed un tifoso in ospedale in gravi condizioni ed in pericolo di vita, oltre che sessantacinque feriti meno gravi fra i tifosi del River Plate. Un risultato sportivo pesante e “drammatico” sportivamente, con la prima retrocessione della storia per il club dopo 110 anni dalla sua fondazione, un esito difficile da accettare ma, nonostante ciò, la furia dei tifosi e gli atti vandalici procurati appaiono assolutamente ingiustificabili. Allo stadio “Monumental” gli scontri ed i disordini sono iniziati già prima del fischio finale della partita di ritorno dei play out contro il Belgrano, quando il risultato di 1-1 già lasciava presagire il funesto risultato finale, alla luce del 2-0 della partita di andata a Cordoba, e sono proseguiti al termine della gara quando all’esterno dello stadio la Polizia è stata costretta a sparare proiettili di gomma per tentare di disperdere la folla, ed a ricorrere anche agli agenti a cavallo. I danni al Monumental sono davvero molto seri, al punto che ora è a rischio la possibilità di adoperare l’impianto di Buenos Aires per la prossima Coppa America, in programma dal primo al 24 Luglio, e sono proseguiti nonostante la polizia avesse attivato gli idranti per placare la furia della folla: alla fine, i tifosi sono riusciti anche a colpire la storica bacheca dei trofei del River Plate ed i giocatori sono stati costretti ad essere scortati fuori dal campo dalle forze dell’ordine intervenute e mobilitate, con oltre 2 mila unità di agenti. Una guerriglia urbana che il giorno dopo lascia soltanto distruzione ed amarezza nel presidente Daniel Alberto Passarela, nei giocatori, e nei tifosi, quelli “veri” soprattutto.
-
Hamsik gela Napoli “il Milan una svolta”
Galeotta fu l’intervista a “Pravda”: è il caso del centrocampista slovacco Marek Hamsik, che rivela per la prima volta uno scenario finora soltanto ipotizzato circa il suo futuro lontano dal Napoli.
“Interesse del Milan? Mi hanno elogiato Galliani e Allegri. Sarebbe una svolta nella mia carriera. Sono giovane, ma al momento non ho vinto nulla. Nè il campionato e nè una coppa, direi che è ora di iniziare a vincere. De Laurentiis non vuole cedermi? Sì, è vero, ma nulla è certo. Con lui parlo spesso, è divertente e generoso. Per qualsiasi cosa possiamo parlare direttamente con lui”
Nonostante la qualificazione in Champions League dei Partenopei, ed il grande entusiasmo della piazza, Marechiaro vuol lasciare il club Azzurro, ritenendo che il suo ciclo sia ormai terminato, anche se la sua intenzione è comunque di restare in Italia, dove abita con la sua famiglia, perchè conosce la lingua e perchè ha ormai costruito una reputazione importante nel nostro calcio dopo sette anni di attività, fra Brescia e Napoli. Dietro l’angolo, poi, vi è la sua prossima destinazione, ossia il Milan, che nelle parole di Adriano Galliani e del tecnico Massimiliano Allegri, lo hanno elogiato e gratificato notevolmente, e l’approdo a Milano rappresenterebbe una grande svolta per la sua carriera, anche se il presidente napoletano Aurelio De Laurentiis non sembra avere alcuna intenzione di cederlo, nonostante dalla sua cessione potrebbe ricavare introiti preziosi da reinvestire sul mercato per rafforzare e completare l’organico: soltanto una cifra realmente importante potrebbe fargli cambiare idea, anche in prospettiva di un’eventuale sostituzione “forzata” di Marechiaro. Intanto l’arrivo dello svizzero Inler dall’Udinese, sarebbe sempre più probabile, anche se per ora il presidente Aurelio De Laurentiis dichiara di aver incontrato il presidente Pozzo dell’Udinese soltanto per festeggiare il suo compleanno, in barca a Capri nello scorso weekend.
-
Paolo Maldini: Leo voleva il Psg, Kakà non ritorna, Gasperini buona scelta
La partenza di Leonardo alla volta di Parigi, per intraprendere l’avventura con il Paris Saint Germain della neo proprietà multi milionaria del Qatar pareva un “fulmine a ciel sereno”, soprattutto per i tifosi nerazzurri che volevano un’altra stagione con Leo in panchina, e per il presidente Moratti che lo aveva rincorso e finalmente ingaggiato, nonostante le diffidenze iniziali dovute al suo passato in rossonero, e nonostante l’ ostilità della sponda “tradita” di Milano. Invece, stando almeno alle dichiarazioni del ben informato Paolo Maldini, ex compagno di squadra di Leonardo ai tempi del Milan, oltre che amico del tecnico-dirigente brasiliano, Leo aveva in programma tale decisione già da tempo. Non perchè si sia pentito delle due avventure in panchina intraprese, che – anzi, a detta di Maldini – Leo considera due esperienze fantastiche, ma perchè si sente affascinato da un’avventura del genere, una vera e propria sfida che gli permetterà di crescere molto come dirigente. Dopo Leonardo, Maldini affronta il discorso inerente ad un altro ex compagno di squadra, sempre brasiliano, che molto rossoneri sognerebbero di rivedere al Milan: Ricardo Kakà. Paolo Maldini, però, non vuole alimentare le facili illusioni dei tifosi ed adopera un’affermazione secca e precisa per esprimere quella che è la sua sensazione in proposito: difficilmente il Milan riacquisterà Kakà, poichè non sussistono le condizioni necessarie ad un suo ritorno in rossonero. Ultimo pensero di Maldini, poi, per il neo allenatore dell’Inter, Giampiero Gasperini, che l’ex difensore pare stimare molto, soprattutto per il tipo di gioco che con la sua ex squadra, il Genoa, ha saputo costuire: una scelta “indovinata”, dunque anche se fra lui ed Allegri, il tecnico campione d’Italia partirà con una marcia in più perchè già “collaudato”: ma in questo caso, forse, è il cuore rossonero che parla.
-
Bologna delusione per Viviano, Guaraldi scrive alla Lega
La Bologna calcistica, in queste settimane, sta vivendo momenti molto duri e difficili, fra lo scandalo scommesse, il coinvolgimento dell’ex capitano ed idolo rossoblu Beppe Signori, e lo scandalo pass falsi attribuiti ad alcuni calciatori per accedere indisturbati alla zona Ztl riservata ai disabili. In un clima di totale caos e di non serenità, dunque, è possibile commettere un errore, anche se davvero molto grossolano: un errore che ha impedito di riscattare alle buste il portiere Emiliano Viviano, lasciandolo all’Inter, nonostante i piani della società fossero ben diversi. Tutto nasce da un errore di trascrizione dell’ importo della busta, in cui la società rossoblu ha offero 2,355 milioni di euro, mentre l’ Inter – che deteneva l’altra metà del cartellino – 4,1 milioni, aggiudicandosi la proprietà definitiva del portiere Azzurro. Una svista “di numeri e non di forma” che ha un autore, Stefano Pedrelli, il quale aveva valutato il valore assoluto del portiere in 4,710 milioni, e la metà per la cifra poi trascritta in busta. Il Bologna dalla cessione “involontaria” ha ricavato 4,1 milioni di euro, una cifra irrisoria che servirà solo in minima parte a finanziare il mercato Bolognese, che ora dovrà anche preoccuparsi di acquistare un altro portiere. In un siffatto clima, ieri il presidente Guaraldi ha voluto scrivere alla Lega Calcio per chiarire, in un telegramma, l’ episodio, e per sottolineare come – nonostante l’errore – il Bologna sia una società seria, scivolata, come ha dichiarato lo stesso Guaraldi “su una buccia di banana”. Molto deluso dall’episodio anche Gianni Morandi, così come gli altri componenti del Cda che si sono riuniti nella mattinata di ieri, per discutere di varie questioni ed, anche, della remota evenutalità di trattare con l’ Inter per rimediare all’errore commesso: questo, però, non pare possibile e la società nerazzurra pare intenzionata a vendere al più presto il portiere al migliore offerente, Arsenal o Roma. Per quanto concerne, poi, la posizione di colui che ha commesso l’errore, Stefano Pedrelli, si prospetta una “punizione” che verrà valutata in consiglio: alcuni suggeriscono una sostituzione con Zanzi o, almeno, un’ attribuzione di maggiori poteri decisionali a quest’ ultimo. Si attendono sviluppi nei prossimi giorni.
-
Marchetti alla Lazio, venerdì o sabato la firma
Marchetti è della Lazio: il portiere ex del Cagliari è ormai un giocatore biancoceleste e sarà il titolare fra i pali nella prossima stagione. L’estremo difensore giungerà nella capitale per la firma del contratto nel fine settimana – venerdì o sabato – interrompendo le vacanze per mettere nero su bianco l’accordo quinquennale con i capitolini. La trattativa era ormai ben nota da tempo, ma proprio nelle ultime ore il Cagliari aveva provato a farla saltare offrendo Marchetti al Milan, in uno scambio con Amelia. Quest’ultimo, però, ha impedito il “boicottaggio di Cellino alla Lazio” rifiutando il trasferimento in Sardegna, così come Marchetti stesso si era già impuntato, alla luce della promessa fatta a Lotito. Un ultimo sgarbo al portiere stesso da parte di Cellino, con il quale ha avuto diversi problemi nella scorsa stagione, finendo fuori rosa nonostante il suo valore lo avesse portato appena un anno fa a sostituire in Azzurro l’infortunato Buffon nell’avventura dei mondiali Sudafricani. I rapporti fra le due società, Cagliari e Lazio, che non appaiono esattamente idilliaci, verranno “mediati” direttamente dalla Lega Calcio in relazione all’obbligo del club di Claudio Lotito di versare in totale 5.2 milioni di euro nelle casse dei Cagliaritani per pagare la clausola rescissoria del portiere. In tal senso è stato pattutito un pagamento annuale di circa 1.7 milioni di euro per tre anni, che verrà effettuato per tramite della Lega Calcio. Federico Marchetti è il terzo acquisto della Lazio dopo Lulic e l’attaccante tedesco Klose: l’annuncio ufficiale dell’acquisto del portiere con relativa presentazione è in programma per il prossimo primo luglio e poi il portiere si aggregherà alla squadra in coincidenza con il raduno che segnerà l’inizio della preparazione estiva.
-
Sanchez il Manchester City offre 43 milioni
L’affare principe del calciomercato di questa stagione è quello legato alla posizione del Ninho Maravilla, Alexis Sanchez, cercato dal Barcellona, vicino per un periodo all’Inter, poi di nuovo ad un passo dai blaugrana, la destinazione che lui stesso preferirebbe, ed ora vicino al Manchester City che ha rilanciato “l’asta” con un offerta da capogiro: ben 43 milioni di euro. Lo sceicco Mansour, infatti, come rivela il Daily Mail vuole regalare il cileno a Roberto Mancini e vuole mostrare la forza dei suoi petroldollari a tutta Europa ed, in particolare, al Chelsea del Paperone rivale Abramovich, e del Barcellona. Il Barca, infatti, seppur sia la destinazione preferita dal calciatore – come lui stesso ha rivelato anche all’Udinese chiedendo di prediligere la pista blaugrana anche se dovessero giungere offerte economicamente più vantaggiose, sia per lui stesso che per il club – ma la squadra blaugrana non ha il potenziale economico degli sceicchi oppure del petroliere russo, anche perchè l’intento del club spagnolo è quello di acquistare e “riportare a casa” Cesc Fabregas dall’Arsenal. Inoltre, dopo le notizie delle difficoltà finanziarie dei club della Liga spagnola – seppur con le parziali eccezioni di Real Madrid e Barcellona – il Barca non può spendere quanto le rivali di mercato. Dalla sua parte, il club catalano ha la forza dell’appeal del gioco, delle vittorie, della presenza di un tecnico come Pep Guardiola, ma tali argomentazioni, di fronte al cash offerto dal Manchester City, potrebbero finire in secondo piano. La decisione spetta al cileno, ma ora la palla passa anche all’Udinese che, di fronte ad una somma del genere, potrebbe decidere di preferire la pista inglese per potere ricavare la liquidità necessaria a rendere la propria squadra competitiva per affrontare il prossimo campionato ed i preliminari di Champions League.
-
Criscito allo Zenit, manca poco
Il futuro di Domenico Criscito è ancora un’incognita, ambito da molte squadre come Inter ed il “suo” Napoli ma soprattutto dallo Zenit San Pietroburgo, la squadra russa allenata da Luciano Spalletti. Il tecnico toscano è un grande estimatore del difensore napoletano e non lo ha mai nascosto, elogiandolo pubblicamente ed affermando come un buon giocatore come Criscito possa integrare al meglio la rosa della sua squadra. Ecco perchè mister Spalletti potrebbe avere un ruolo decisivo nella trattativa e nella persuasione del calciatore, ancora dubbioso in merito alla circostanza di lasciare l’Italia per trasferirsi in un Paese “diverso” come la Russia. Luciano Spalletti cercherà di fargli capire come quella allo Zenit sia un’occasione di arricchimento in termini di esperienza e di possibilità di conoscere una realtà diversa da quella Italiana. Le argomentazioni per convincere Domenico Criscito non finiscono qui: con l’aspetto “materiale” che conserva comunque la sua importanza. Lo Zenit, infatti, assicurerebbe al difensore un ingaggio di tre milioni di euro all’anno per le prossime 5 stagioni. Il Genoa, inoltre, vedrebbe molto positivamente l’affare con la squadra di San Pietroburgo pronta a versare nelle casse della squadra rossoblu circa 12 milioni di euro. Si attende, dunque, ora il perfezionamento dell’accordo e l’annuncio ufficiale che potrebbe giungere già nella giornata di domani, come trapela dall’entourage del giocatore: una scelta di vita, con un trasferimento che riguarderà anche la moglie del giocatore, in dolce attesa. Ma, come ha detto il tecnico Spalletti, è un’esperienza che arricchisce, sia calcisticamente che interiormente: i Criscito si augurano che sia la scelta giusta.
-
Laure Manaudou torna ad allenarsi. Obiettivo Londra 2012
La sua carriera, agli inizi, sembrava protesa verso l’imbattibilità, verso il dominio incontrastato nella acque colorate, nelle gare femminili, soprattutto dopo la vittoria olimpica di Atene 2004, che la consacrò a livello mondiale. Nella vita, però, spesso gli eventi non seguono un percorso lineare e prevedibile, ma accade che alcuni episodi possano cambiare il corso delle cose. Ecco che Laure Manaudou, la nuotatrice francese, si trovi a dover competere con un’altra predestinata del nuoto, Federica Pellegrini, sia in vasca che in amore, e che la competizione a lungo andare la stanchi e la indica a scegliere di abbandonare – almeno provvisoriamente – la vasca per dedicarsi alla famiglia: nel 2010 è diventata mamma, lasciando per due lungi anni qualunque tipo di allenamento. Questo ha fatto sì che ingrassasse di 20 chili in due anni, ma che recuperasse in termini di serenità mentale e che, ora, sia pronta a ritornare in vista delle Olimpiadi di Londra 2012, anche se prima di tutto occorrerà tornare in forma per partecipare alle gare di qualificazione. Ha intensificato i ritmi di allenamento, con nove sedute a settimana, accompagnata dal compagno, oltre che collega, Frederic Bousquets, che le è stato vicino soprattutto nei momenti di iniziale sconforto e difficoltà, quando non riusciva a ritrovare il feeling con il “suo ambiente”, ossia l’acqua, e si lasciava scoraggiare dalla circostanza di non sentirsi più “competitiva”. I tre mesi iniziali, come la stessa Manaudou ha raccontato, sono stati i più difficili, ma ora la grinta di un tempo sta ritornando in lei, anche se preferisce – scaramanticamente – mantenere un low profile, senza fare troppi proclami. Ma lei a Londra vuole esserci: la sfida Olimpica a Federica Pellegrini è già lanciata.