Autore: Simona Granieri

  • Diritti Tv Serie A c’è l’accordo

    Diritti Tv Serie A c’è l’accordo

    Era necessaria una svolta, dopo sei lunghi mesi di “tira e molla”, di screzi, dichiarazioni al veleno, frecciatine e quant’altro e, fortunatamente, la svolta è arrivata. La questione diritti Tv, la “guerra intestina” fra big del calcio e medio – piccole è giunta ad una conclusione, abbastanza pacifica e diplomatica.

    © CARLO BARONCINI/AFP/Getty Images
    Nel corso dell’Assemble di Lega, infatti, le società hanno approvato all’unanimità i principi cardine del nuovo bando di gara dei diritti televisivi, relativi al periodo 2012-2015. La svolta nella trattativa, che appariva assolutamente intricata e complessa, è stata garantita dal “passo indietro” operato dalle big che hanno accettato di inserire nell’accordo collettivo alcuni punti che, in origine, volevano gestire autonomamente, come la questione relativa alle interviste prima della gara, alle immagini dagli spogliatoi e alla presenza dei giornalisti a bordocampo. Da discutere, in queste ore, è invece la questione relativa alla determinazione dei bacini d’utenza delle società, sulla quale nei mesi scorsi si erano registrati i maggiori screzi, con forti contrasti fra big e medio piccole in relazione alle modalità di calcolo della quota dei supporters, che dovrebbe, poi, fungere da parametro di riferimento per la suddivisione della torta da 200 milioni di euro. Anche se tale questione non è stata ancora definita, dunque, resta fondamentale il passo avanti compiuto quest’oggi e pare che le intenzioni dell’intera assemblea di Lega siano di chiudere al più presto l’intera vicenda, per ripartire con il piede giusto in vista della nuova stagione, ormai alle porte. Questo il pensiero anche del presidente della Lega serie A, Maurizio Beretta, che ha confermato la volontà di “ripartire con buona volontà, mettendo da parte le ragioni del dissenso che, invece, avevano prevalso in passato“. Le buone intenzioni sembrano esserci, ora si attende l’attuazione di tali propositi costruttivi.

  • Argentina deludente, Messi fischiato

    Argentina deludente, Messi fischiato

    Anche le “divinità” del pallone possono avere i loro momenti no: in fondo, anche se “divinizzati”, sono sempre esseri umani con un naturale calo fisico a poter condizionare i rendimenti in campo soprattutto in un periodo, come questo, in coda ad una stagione disputata a livelli altissimi, in tutte le competizioni alle quali si è preso parte, laureandosi anche campione d’Europa con il Barcellona.

    © ANTONIO SCORZA/AFP/Getty Images
    Lionel Messi, però, nella Nazionale Argentina non incanta come fa solitamente in maglia blaugrana, forse condizionato anche dalle difficoltà generali della squadra in grande affanno in questa edizione della Coppa America: nonostante il suo rendimento non sia eccelso, però, appaiono del tutto ingenerosi i fischi che il pubblico gli ha rivolto ieri sera al termine della gara con la Colombia, un deludente 0-0. Il pubblico ha inneggiato a Diego Maradona, contestando sonoramente la Seleccion: fischi che fanno male, come ha sostenuto Tevez a fine gara, e che preoccupano per la sterilità offensiva della Nazionale argentina, che ha anche rischiato di perdere la gara di ieri, ma soprattutto per la scarsa vena dell’uomo in più, Messi, che viene, ora, accusato di scarso attaccamento alla maglia della Nazionale. Di certo, la differenza qualitativa delle sue prestazioni fra club e Nazionale è sotto gli occhi di tutti, ma non appare corretto additare un campione della sua categoria senza considerare le attenuanti dovute alla naturale stanchezza fisica, anche alla luce della sua struttura corporea minuta. Inoltre, l’essere sotto i riflettori continuamente (e questa volta in senso negativo) di certo non può aiutarlo ad esprimersi al meglio, anche per la sua ormai nota timidezza: la stampa, invece, lo ha preso di mira interpretando qualsiasi suo segnale, anche irrilevante, ed emanando sentenze: “Messi arrabbiato, Messi deluso, Messi svogliato”. Quel che è certo, è che l’Argentina nella prossima gara contro il Costa Rica si gioca una finale da dentro o fuori: lunedì sarà la partita della verità Gli Argentini si augurano che Messi ritorni ad essere il Messia.

  • City vende nome stadio. In arrivo 170 mln dall’Eithad Airlines

    City vende nome stadio. In arrivo 170 mln dall’Eithad Airlines

    L’avvento degli sceicchi multimilionari nel mondo del calcio, come azionisti o proprietari di club Europei, è un fenomeno ormai in rapidissima espansione, sulla scia del Manchester City di Mansour e del Paris Saint Germain targato Qatar. Paperoni multimilionari che investono così il loro ingente patrimonio e che, pur non essendo esperti del settore, si appassionano al calcio al punto da divenire – sapientemente consigliati – esperti anche nel campo del marketing e delle strategie da approntare per rafforzare il marchio del club e per renderlo appetibile agli sponsor, soprattutto in Premier League dove l’aspetto legato ai ricavi pubblicitari è una fetta fondamentale degli introiti dei club.

    © Michael Regan/Getty Images
    Dopo l’Arsenal, che aveva venduto il “nome” del suo nuovo stadio ultra avvenieristico alla compagnia aerea Emirates, ora è il turno del Manchester City di Roberto Mancini e, soprattutto, dello sceicco Mansour, che ha appena concluso un affare da capogiro, cedendo il nome dello stadio (di proprietà del club) alla compagnia aerea di Abu Dhabi, Etihad, già principale sponsor del club, con il marchio stampato sulle divise celesti del City. Il tutto per una cifra che si aggira intorno ai 150 milioni di sterline, ossia 170 milioni di euro. Lo stadio, dunque, prenderà il nome di “Etihad Airways Stadium” almeno per i prossimi quindici anni. L’accordo, però, dovrà essere monitorato dalla commissione Uefa per il fair play finanziario, anche in virtù della necessità di non alterare in modo scorretto la competizione fra club e per garantire il rispetto della normativa che impone ai club di non poter superare le uscite rispetto alle entrate: una regola che per lo sceicco Mansour, finora, non è stata rispettata considerando che nello scorso esercizio il club ha fatto registrare una perdita in bilancio di 130 milioni di euro. In ogni caso, se l’accordo sarà approvato dall’Uefa, il City si scatenerà sul mercato: sarà felice mister Mancini.

  • Bologna, Caracciolo e asse con l’Udinese

    Bologna, Caracciolo e asse con l’Udinese

    Dopo le vicende tribolate dei giorni scorsi, fra calcio scommesse, scandalo pass disabili per accedere alla Zona a traffico limitato, che ha coinvolto calciatori rossoblu e loro compagne, il Bologna inizia a programmare seriamente la prossima stagione sul mercato con quattro acquisti mirati a rafforzare la rosa nei reparti in cui l’organico è carente, ma con oculatezza gestionale, in coerenza con il pensiero del neo presidente Guaraldi.

    © Valerio Pennicino/Getty Images
    Il punto fermo della nuova stagione sarà ancora il capitano Marco Di Vaio, così come ha confermato anche il vicepresidente Maurizio Setti, sottolineando che il bomber sarà ancora il principale punto di riferimento per l’obiettivo “salvezza tranquilla” della prossima stagione. In primis, però, c’è anche la volontà di potenziare la rosa, ed in tal senso i nomi che sembrano più probabili sono quelli di Diamanti e Caracciolo provenienti dal Brescia, il fantasista e l’ “Airone”, per rafforzare il reparto offensivo, sia in termini di fisicità che di fantasia. In arrivo per il loro acquisto un’offerta da 7.5 milioni complessivi finalizzati all’acquisto definitivo della punta ed alla comproprietà di Diamanti, più due contropartite tecniche come Paponi e Rodriguez. Il Bologna, però, temporeggia perché ha la necessità di fare cassa prima con la cessione di Britos. Altri due innesti potenziali sono quelli di Cuadrado e Munari dall’Udinese: per entrambi ci dovrebbe essere la volontà del trasferimento in rossoblu con tutta probabilità con la formula del prestito. Quattro trattative parallele che sembrano destinate ad andare in porto senza problemi particolari e che dovrebbero fare da preludio a due cessioni importanti in casa Udinese, ossia quelle di D’Agostino e di Floro Flores, destinati rispettivamente al Siena ed al Genoa.

  • Giallo Sirigu, accordo lontano con il Palermo

    Giallo Sirigu, accordo lontano con il Palermo

    Il rinnovo di Salvatore Sirigu con il Palermo sembrava, ormai, destinato a compiersi senza particolari problemi, con conseguente adeguamento contrattuale del portiere rosanero per il prossimi quattro anni. Nelle ultime ore, però, spunta una brusca frenata nella trattativa, che, invece, si preannunciava in dirittura d’arrivo.

    Salvatore Sirigu | © Tullio M. Puglia/Getty Images
    Le problematiche sono emerse ieri nel corso dell’ incontro fra il direttore sportivo del Palermo, Sean Sogliano, ed il procuratore di Sirigu, Carlo Pallavicino, anche per la differenza fra domanda ed offerta. Il Palermo, infatti, offre 400 mila euro a stagione fino al 2016, (aumentando l’ attuale ingaggio di 200 mila euro), mentre l’ entourage del portiere ne richiede almeno il doppio. Una differenza non da poco, dunque, che potrebbe costringere il presidente Maurizio Zamparini ad intervenire personalmente per tentare di ricomporre la trattativa, anche per mantener fede alla promessa rivolta ai tifosi rosanero, che non ci sarebbero stati problemi nel rinnovo del portiere sardo, anche perché il suo contratto scade nel 2014 e, dunque, il rinnovo non appariva come una priorità, subordinata al rinnovo di altri giocatori in scadenza come, ad esempio, Nocerino. Il rinnovo era stata una richiesta esplicita dello stesso portiere e del suo entourage, ma ora la frenata nella trattativa proviene proprio da loro. La situazione, dunque, deve essere affrontata con la massima delicatezza ed attenzione, senza trascurare il fatto che Sirigu vanta diverse pretendenti, su tutte il Genoa di Preziosi ed anche lo Schalke 04 dopo la cessione del portiere Neuer al Bayern Monaco: Sirigu, quindi, anche in virtù di questo può permettersi di far valere la sua “forza contrattuale” nella trattativa, anche se l’alzare continuamente la posta potrebbe ala fine portare soltanto alla rottura con il Palermo, anche alla luce dell’ indole del presidente Zamparini

  • La verità di Leonardo e l’ultimo saluto

    La verità di Leonardo e l’ultimo saluto

    Giallo Leonardo – PSG: al termine della sua vacanza brasiliana, nella quale ha rimediato anche un ritiro della patente di guida per essersi rifiutato di sottoporsi al test alcolemico, era atteso il suo arrivo nella capitale francese per iniziare l’avventura da direttore sportivo del Paris Saint Germain e per iniziare a programmare la nuova stagione nel club parigino.

    Massimo Moratti | © Andreas Solaro/Getty Images
    Il suo volo, però, a sorpresa, non era diretto in Francia, ma a Milano dove questo pomeriggio alle ore 16.30 Leonardo terrà una conferenza stampa per spiegare le motivazioni del suo addio all’Inter, dopo la rescissione contrattuale già avvenuta nei giorni scorsi e l’ annuncio del “ matrimonio “ con il Paris Saint Germain. Motivazioni che, in apparenza sono già molto chiare, ossia la voglia di intraprendere una nuova avventura, in un campionato differente da quello italiano, un’ esperienza dirigenziale ad alto potenziale, considerando anche la voglia di rilancio del club francese con la nuova proprietà multimilionaria del Qatar. In realtà, però, a Parigi iniziano a preoccuparsi: per il ritardo nell’arrivo, in primis, e per i conseguenti dubbi circa la conclusione della trattativa con il Paris Saint Germain, che – stando a quanto rivela il quotidiano “Le Parisien” – ancora deve essere definita nei dettagli, anche se non dovrebbero esserci problemi specifici a riguardo. Nonostante tutto, però, al momento non pare esserci alcun allarme fondato, e dopo la conferenza stampa di questo pomeriggio a San Siro, una volta chiuso ufficialmente il capitolo nerazzurro, Leonardo dovrebbe finalmente imbarcarsi sul volo Milano – Parigi per calarsi definitivamente nella realtà parigina.

  • Calcioscommesse, iniziano gli interrogatori di Palazzi

    Calcioscommesse, iniziano gli interrogatori di Palazzi

    Stefano Palazzi, procuratore federale incaricato di condurre gli interrogatori sulla vicenda calcioscommesse, preannuncia che la presente sarà una settimana intensa per l’inchiesta, “molto calda”.

    © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images
    Per tal motivo, sono stati resi noti e pubblicizzati i calendari degli interrogatori, a partire dalla giornata di oggi 4 Luglio quando sarà ascoltato il Presidente del Ravenna, Fabbri, ed il vicepresidente Ciriello, oltre che Leonardo Rossi, allenatore del Ravenna, ed anche Luca Campedelli, presidente del Chievo Verona. Il 6 Luglio sarà, invece, il turno del portiere Marco Paoloni, divenuto tristemente celebre proprio a seguito dell’inchiesta e che, poichè sottoposto a provvedimento restrittivo, avrà bisogno di un permesso speciale da parte della magistratura competente per recarsi presso la Procura Federale nel giorno fissato. Il 7 Luglio, invece, sarà la volta del “big” dell’inchiesta ossia Beppe Signori, ed anche Stefano Bettarini; il giorno seguente, l’8 Luglio, sarà ascoltato l’altro grande nome, ossia il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, ed il 9 Luglio il barese Antonio Bellavista. Marco Pirani, invece, poichè non tesserato, non si recherà in procura ma verrà sentito nella sua abitazione nelle Marche. L’obiettivo del procuratore è comunque di chiarire al più presto le posizioni dei soggetti coinvolti e di far luce sulle eventuali conseguenze delle varie posizioni, per poter consentire la definizione dei calendari della prossima stagione, poichè in bilico – seguito di tale vicenda – vi sono i destini di molte squadre, fra possibili promozioni ed eventuali ripescaggi. Inoltre, la chiarezza è la parola d’ordine per poter restituire all’intera incresciosa vicenda una dimensione più precisa, dimostrando che il movimento calcistico italiano può gestire una situazione complessa, sbrogliarla, infliggere pene certe ai colpevoli e ripartire con il piede giusto: una missione, però, tutt’altro che semplice.  

  • Neymar insultato da Farias. Video

    Neymar insultato da Farias. Video

    La Coppa America 2011 è appena iniziata, ma il clima in campo e fuori è già rovente e teso, alimentato ancor di più dai risultati del campo e dalle rivalità fra Nazionali dall’animo latino e, per questo, facilemente infiammabile. Al termine del primo tempo del match fra Brasile e Venezuela, poi terminato con un deludente 0 a 0, soprattutto per la Nazionale Verdeoro gli animi si sono surriscaldati per uno screzio fra il tecnico Venezuelano, Farias, ed il giovane campione brasiliano del Santos, Neymar.

    Neymar | © PABLO PORCIUNCULA/AFP/Getty Images
    Il tecnico, infatti, avrebbe coperto di insulti il giovane brasiliano, colpevole di aver continuato un’azione pericolosa in zona gol, intorno al minuto 44 del primo tempo, con un giocatore venezuelano, Fedor, a terra. Farias, poi, a fine partita si è giustificato degli insulti rivolti a Neymar motivandoli come uno scatto di rabbia dovuto alla percezione dell’ ingiustizia nei confronti della sua squadra, se il Brasile avesse segnato in quella circostanza, con un giocatore avversario in terra. Agli insulti, si è poi aggiunto anche il tecnico brasiliano Menezes, ed è nata una discussione all’interno del tunnel che conduce agli spogliatoi, con qualche spintone del cittì Brasiliano all’indirizzo del tecnico Venezuelano, ma Neymar ha dichiarato di “non aver capito nulla” di ciò che gli veniva rivolto. Il nervosismo, poi, si è ripercosso sul campo, con qualche fallo di troppo e nervosismo latente, anche a causa dell’atteggiamento ultra difensivo del Venezuela, che irretisce tutte le velleità offensive della Selecao. [jwplayer config=”30s” mediaid=”85969″]

  • Napoli: Inler ora o mai più, l’Udinese non lo convoca

    Napoli: Inler ora o mai più, l’Udinese non lo convoca

    Inler-Napoli, dentro o fuori. Un affare che sembrava già fatto, già chiuso, sta diventando un caso di mercato, senza fine, una tenelovela che, a lungo andare, sta stancando il patron dell’Udinese Pozzo, che semra voler chiudere l’ operazione nel più breve tempo possibile.

    Gokhan Inler | © Roberto Serra/Getty Images
    Ecco perchè l’Udinese, per provare a spingere lo svizzero verso il Napoli ed affrettare i tempi  della trattativa, ha deciso di non convocare il giocatore per il raduno “pre season”, per dare un segnale chiaro alle potenziali acquirenti, Napoli in primis, per dare serenità all’ambiente in vista della preparazione per i preliminari di Champions League, allontanando eventuali cause di distrazione. Un segnale chiaro, che De Laurentiis e Bigon devono cercare di cogliere al più presto se non vogliono lasciarsi sfuggire il centrocampista, ecco perchè già in settimana il presidente De Laurentiis incontrerà il manager del centrocampista, Dino Lamberti, per conoscere le sue reali intenzioni circa il trasferimento al Napoli e, nel caso in cui non si riuscirà a concludere positivamente tale trattativa, il Napoli punterà su Alvaro Vidal, centrocampista cileno seguito anche da Beyern Monaco e Juventus. Sempre, attiva, inoltre, è per il Napoli anche la pista Trezeguet, attaccante apprezzato da Mazzarri e da De Laurentiis per la sua significativa esperienza internazionale, che potrebbe essere molto utile nell’affrontare il cammino della Champions League: anche in tal caos si attendono sviluppi imminenti, anche perchè il raduno della squadra Azzurra in vista della preparazione estiva è fissato già per il 16 Luglio, in Trentino: mancano 13 giorni per proiettarsi già verso la nuova stagione.

  • Mancini a tutto campo tra mercato e futuro

    Mancini a tutto campo tra mercato e futuro

    Roberto Mancini, in vacanza, non riesce a staccare la spina completamente dal calcio, dal suo City, dal mercato e dai suoi sviluppi, ma, anzi, segue con attenzione novità e trattative con un occhio di riguardo per la sua ex squadra, ossia l’Inter, alla quale è rimasto molto affezionato.

    © ANDREW YATES/AFP/Getty Images
    In primis, sul tema Inter, Mancio dichiara di apprezzare molto il nuovo tecnico Gian Piero Gasperini e la sua filosofia di gioco spregiudicato e corale anche se, poi, bisognerà valutare il suo operato in base ai risultati raggiunti. Nel campionato scorso, invece, le squadre italiane che maggiormente lo hanno impressionato sono state il Milan, l’Udinese ed il Napoli. Di queste ultime due squadre ha seguito con grande attenzione Sanchez, che il City ha cercato di strappare a suon di milioni anche se poi ha deciso di fermarsi nell’assalto per il costo troppo elevato e per la chiara volontà del cileno di gradire solo la destinazione Barcellona, ed in casa Napoli, il Pocho Lavezzi, Hamsik e Cavani, mentre Javier Pastore “mi piace un po’ meno”. Il mercato del City, finora, ha seguito anche il giovane Cerci della Fiorentina che a Mancini piace molto, ma per il momento non vi sono stati sviluppi concreti nella trattativa: il City, a detta di Mancio, per ora ha chiuso solo per Savic, mentre si attende ancora per la conclusione della trattativa per Nasri. Dopo i possibili arrivi, poi, Mancio parla dei “suoi ragazzi”: in primis, Mario Balotelli, che lui ormai considera uno di famiglia poichè è amico dei suoi figli e perchè si immedesima nei suoi vent’anni, anche se sa perfettamente come sia necessario per Mario cercare di crescere nei comportamenti fuori dal campo: per questo, oltre che da tecnico, Mancini nei suoi confronti si pone come amico, parlando con il ragazzo e cercando di dargli buoni consigli. Capitolo partenti: Tevez, nonostante varie voci lo vogliano lontano dal City, non si muoverà. Mancio rivela l’impossibilità dello scambio con Eto’o, perchè l’Inter non ha alcuna intenzione di vendere il camerunense. Mancini lo sa bene perchè è rimasto in ottimi rapporti con il presidente Moratti e spesso si sentono telefonicamente. Nostalgia dell’Italia? Forse si, forse no: a Manchester si sta bene, a parte per il clima, ma di tanto in tanto il tecnico jesino sente la mancanza di pesto e tortellini…