Autore: Fabio Naccarato

  • Hamilton out, a Singapore vince Vettel ma Alonso fa festa

    Hamilton out, a Singapore vince Vettel ma Alonso fa festa

    Sebastian Vettel vince il Gran Premio di Singapore. Sul circuito di Marina Bay il campione del mondo in carica torna a vincere dopo nove gare a secco e lo fa nella cornice più suggestiva del Mondiale, bissando il successo ottenuto lo scorso anno e che gli aveva regalato con cinque gare d’anticipo il titolo Mondiale. Il tedesco ottiene la 23esima vittoria della carriera, la seconda nel campionato attuale, conquistando l’81esimo podio della carriera che gli permette di superare nella classifica di tutti i tempi un mostro sacro della Formula 1, il grande Ayrton Senna.

    Ma la vittoria di oggi è soprattutto frutto del ritiro inaspettato di Lewis Hamilton, saldamente in testa alla gara fino al giro 23 quando il cambio della sua McLaren lo abbandona alla curva 1 mandando in fumo i sogni vittoria e molto probabilmente anche la sua rimonta in campionato chiudendo cosi i giochi per il titolo mondiale. La pole position conquistata nella giornata di ieri che gli è valso l’aggancio nella classifica generale di tutti i tempi a Nelson Piquet non è stata di buon auspicio l’anglo-caraibico, nonostante una McLaren in forma strepitosa, è al suo secondo zero in quattro gare e si ritrova ora a 52 punti di distacco dalla vetta quando alla fine di questo week-end potevano essere soltanto22 i punti dal primo in classifica. Per la McLaren si tratta invece del terzo ritiro negli ultimi tre GP per almeno uno dei suoi piloti, il secondo per problemi tecnici dopo quello occorso a Button nel Gran Premio d’Italia a Monza, il che significa che se la McLaren con i nuovi aggiornamenti è diventata velocissima, è diventata altrettanto fragile, problema su ci i tecnici di Woking dovranno lavorare duramente.

    Sebastian Vettel © Clive Mason/Getty Images

    A salvare parzialmente la deludente giornata delle Frecce d’Argento ci pensa Jenson Button, che chiude la gara alle spalle di Vettel se pur di 9 secondi ma guadagnando due posizioni dalla partenza. Tuttavia l’inglese non è mai apparso in grado di contrastare il campione tedesco per la vitttoria ma ha tenuto a bada gli tutti gli altri avversari potendo contare su una McLaren comunque veloce.

    Terzo posto e gradino più basso del podio per Fernando Alonso, sicuramente il più felice alla fine di questo week-end per come sono andate le cose in gara. Lo spagnolo dopo aver rimediato ad una partenza non perfetta si limita a gestire la gara per portarea casa più punti possibili, ed è fortunato quando sia Hamilton prima che Pastor Maldonado poi abbandonano la gara per problemi tecnici sulle rispettive vetture. Per il pilota della Ferrari il massimo risultato con il minimo sforzo, anche perchè la F2012 su questo circuito non è mai apparsa a suo agio, tanto che lo spagnolo alla fine ha il suo bel da fare per tenere a bada la Force India di Paul Di Resta, meritatamente quarto al traguardo.

    Al quinto posto la prima delle Mercedes con Nico Rosberg bravo a sfruttare i nuovi aggiornamenti agli scarichi sulla W03 e achiudere la gara davanti alle due Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean. Il finlandese viene scavalcato da Vettel nella classifica del mondiale ma mantiene la terza posizione superando Hamilton.

    Ottavo l’altro ferrarista Felipe Massa, dopo un’ottima rimonta dall’ultima posizione per aver forato uno pneumatico alla prima curva dopo la partenza. Il brasiliano precede sul traguardo la Toro Rosso dell’australiano Daniel Ricciardo che a sua volta precede il connazionale Mark Webber, ancora una volta deludente e stracciato dal suo compagno di squadra.

    Proprio non porta bene la trasferta singaporiana a Michael Schumacher che anche quest’anno si rende protagonista di un incidente, questa volta con la Toro Rosso di Jean-Eric Vergne, speronata dalla Mercedes del tedesco alla curva 8 poco dopo la prima ripartenza per l’entrata in pista della safety-car per l’incidente di Narian Karthykeyan sotto il ponte al giro 31. Proprio l’incidente tra il tedesco e il franceseinvece causa la seconda safety car che di fatto non cambiano l’esito del GP stabilizzatosi dopo l’uscita di Hamilton e Maldonando. Anzi è servita soltanto per prolungare la corsa che termina prima dei 61 giri previsti. Ritirata per problemi tecnici anche l’altra Williams di Bruno Senna.

  • L’ottava meraviglia di Sykes, pole a Portimao

    L’ottava meraviglia di Sykes, pole a Portimao

    Nessuna novità nella Superpole del Gran Premio del Portogallo, penultimo appuntamento del Mondiale Superbike. Sui saliscendi del tracciato portoghese il mattatore è infatti sempre lui, Tom Sykes, che con la pole di oggi partirà davanti a tutti per l’ottava volta in stagione con la sua Kawasaki grazie al miglior tempo di 1:41.415, con il quale frantuma di oltre tre decimi anche il vecchio record della pista che apparteneva a Johnny Rea. Il pilota britannico dimostra dunque con la prestazione odierna di poter competereancora per il titolo mondiale mentre un pò a sorpresa alle sue spalle si piazza Carlos Checa, che la vetta della classifica la vede ormai molto da lontano.

    Il pilota spagnolo, dopo essere stato non particolarmente veloce per tutto il week-end,  è comunque riuscito a trovare con la gomma da tempo il guizzo giusto nella Superpole 3 per agguantare una importantissima seconda posizione a tre decimi da Sykes che permetterà domani in gara a El Toro di lottare per le primissime posizioni nonostante un setting della moto non perfetto. Inoltre il campione della Ducati è anche al centro di voci all’interno del paddock che vorrebbero il prolungamento del suo contratto con la casa di Borgo Panigale ancora per un altro anno.

    In terza posizione l’Aprilia di Eugene Laverty precede Marco Melandri in quarta posizione che con il tempo di 1:42.015 chiuderà la prima fila a sette decimi dalla vetta, a dimostrazione di un assetto non ancora  ottimale della sua Bmw RR1000. Il ravennate ha comunque vinto la prima parte della sfida con il romano Max Biaggi, rivale numero uno nella classifica mondiale. Il centauro dell’Aprilia aprirà la seconda fila staccato di 8 decimi dalla Superpole, ma come dimostrano le prestazioni del mattino il campione romano è abbastanza apposto per quanto riguarda il passo gara e sarà in lotta per la vittoria. Questi primi cinque piloti saranno presumibilmente coloro che si giocheranno la gara ma anche il campionaot, eccezion fatta per Laverty che in classifica è molto più indietro.

    Sesta posizione per Leon Haslam davanti ai connazionali Jonathan Rea e Chaz Davies che hanno chiuso lo schieramento dei migliori otto. A seguire la Suzuki di Leon Camier e la seconda Ducati Althea dell’italiano Davide Giugliano che chiudono la top-ten. Accanto a loro dalla terza fila Sylvain Guintoli e Loris Baz. Male invece le due Bmw  Motorrad Italia di Ayrton Badovini e Michel Fabrizio rispettivamente in 14esima e 15esima posizione d entrambi fuori alla prima sessione.

  • Pole per Hamilton a Singapore davanti a Maldonado. Solo 5° Alonso

    Pole per Hamilton a Singapore davanti a Maldonado. Solo 5° Alonso

    Lewis Hamilton conquista la pole position del Gran Premio di Singapore, 14esimo appuntamento della stagione di Formula 1. Il pilota inglese è un fulmine nella notte singaporiana e dimostra la competitvità di una McLaren super anche su un tracciato con un alto carico aerodinamico stampando un tempo irraggiungibile per gli avversari, 1:46.362 che è anche il miglior tempo dall’inizio del week-end. L’anglo-caraibico conquista cosi la sua quinta pole position stagionale, la quarta consecutiva per una McLaren in stato di grazia che non ripeteva una striscia di pole simile dal lontano 1999, quando mise in serie ben 6 partenze dal primo posto.

    Alle sue spalle partirà a sorpresa Pastor Maldonado che con un unico tentativo è riuscito a stampare un ottimo 1:46.804 che gli permetterà di partire con la sua Williams per la seconda volta in carriera dalla prima fila, e per la prima (la seconda se non fosse stato squalificato Hamilton nel GP di Spagna a Barcellona) di fianco al pilota inglese.

    La sorpresa in negativo riguarda invece Sebastian Vettel che chiude le sue qualifiche con un deludente terzo posto. Costantemente il più veloce nel corso di tutte e tre le sessioni di prove libere il pilota tedesco non è riuscito a ripetere i tempi anche nelle qualifiche e contro tutti i favori del pronostico non è stato cosi in grado di fermare lo strapotere della McLaren in qualifica. Il suo distacco del campione del mondo dal leader della classifica è di oltre mezzo secondo, e nessuno lo avrebbe potuto mai immaginare fino alla vigilia.

    Lewis Hamilton © ROSLAN RAHMAN/AFP/GettyImages

    Quarto tempo per l’altra Ferccia d’Argento di Jenson Button, alle spalle di Vettel per soli 34 millesimi. Il pilota inglese è comunque riuscito con un guizzo sotto la bandiera a scacchi a togliere la posizione a Fernando Alonso, che comunque accusa un ritardo molto più importante rispetto a quello del campione del mondo 2009, ben 8 decimi, con una Ferrari che su questo tracciato non ha mai preso la confidenza giusta. A dimostrazione di ciò la deludente prestazione di Felipe Massa, che perde 10 posizioni rispetto alle qualifiche di Monza e si piazza 13esimo.

    Lo spagnolo della Ferrari potrebbe avere grossi problemi domani in gara a guadagnare posizioni viste le caratteristiche del circuito che impediscono i sorpassi. Servirà dunque un ottima strategia di gara per limitare i danni.

    Alle spalle della Ferrari numero 5 la Force India che si conferma ancora una volta velocissima grazie a Paul Di Resta, davanti alla Red Bull di Mark Webber che è ancora è osservazione da parte dei commissari di gara per una manovra effettuata in Q1. Il pilota australiano è staccatissimo dalla vetta, ben 1 secondo e un decimo che sul giro secco vuol dire tantissimo. Ottava posizione invece per la Lotus di Romain Grosjean, che è anche l’ultimo dei piloti con un tempo cronometrato nell’ultima qualifica con l’1:47.788.

    Chiudono la top-ten le due Mercedes di Michael Schumacher e Nico Rosberg che hanno preferito non effettuare giri cronometrati in Q3 per risparmiare le gomme in vista della gara di domani, proprio perchè il consumo degli pneumatici è il vero anello debole della casa di Stoccarda. Malissimo anche Kimi Raikkonen che tra i cordoli e i muretti di Marina Bay ritorna cosi come aveva lasciato (incidente con la Ferrari nel 2009), ovvero con una brutta prestazione che gli vale soltanto la 12esima posizione.

  • Vettel domina le libere a Singapore

    Vettel domina le libere a Singapore

    Sebasitan Vettel fa segnare il miglior tempo nella prima giornata di prove libere del Gran Premio di Singapore sul circuito cittadino di Marina Bay. Il pilota tedesco chiude con la migliore prestazione di 1:48.340, tempo fatto segnare nella seconda sessione quando la pista era stata già gommata nelle prime libere, in cui lo stesso campione del mondo ha fatto segnare il miglior tempo dimostrando di essere tornato a suo agio su un circuito che meglio si adtta alle caratteristiche della sua Red Bull.

    Alle sue spalle la McLaren di Jenson Button, staccato di tre decimi dalla testa della classifica, e che si è dimostrato il pilota più vicino alle prestazioni del tedesco, mentre in terza posizione, dopo una prima sessione passata a prendere la giusta confidenza con il circuito, troviamo Fernando Alonso, che però ferma la sua Ferrari oltre il mezzo secondo di distacco da Vettel.

    Quarto posto per l’altra lattina volante, quella di Mark Webber, a sei decimi di distacco, che precede di un solo decimino la McLaren di Lewis Hamilton, il rivale numero uno nella classifica del Mondiale per Fernando Alonso, che dopo una buona prima sessione chiusa al secondo posto, scende fino alla quinta posizione.

    Sebastian Vettel © Mark Thompson/Getty Images

    Dunque prime sei prime cinque posizioni monopolizzatedalle prime tre scuderie del Mondiale, ad eccezione di Felipe Massa che con l’altra Ferrari non è andato oltre la nona posizione ad oltre un secondo e mezzo di ritardo dalla vetta.

    Alle spalle dei cinque “big” troviamo la coppia Force India composta da Paul Di Resta e Nico Hulkenberg che molto bene stanno facendo da qualche Gran Premio a questa parte restando stabilmente nella top-ten. Segue la prima delle Mercedes, quella di Nico Rosberg davanti alla Ferrari del brasiliano, mentre chiude la top-ten la Lotus-Renault di Romain Grosjean, tornato “abile e arruolato” dopo una gara di stop comminatagli dalla Fia per aver causato il pericolosissimo incidente a Spa-Francorchamps durante il Gran Premio del Belgio.

    Appena fuori dalla top-ten i rispettivi compagni di squuadra con Michael Schumacher che piazza la seconda W03 in 11esima posizione e Kimi Raikkonen in 12esima posizione con l’altra E20. A seguire tutti gli altri.

    Da segnalare l’unico incidente della giornata, quello di Bruno Senna, che ha causato anche l’unica bandiera rossa della sessione per aver sbattuto con la sua Williams contro il muro della curva 19 dopo esssere uscito di pista. Nessuna conseguenza per il pilota ma la sessione è stata fermata per qualche minuto.

    L’ultima sessione di prove libere che si disputerà nella giornata di domani permetterà ai piloti di perfezionare il set-up delle proprie vetture in vista delle qualifiche che scatteranno domani alle ore 14 italiane. Da tenere d’occhio comunque il meteo che oggi ha lasciato una giornata di tregua alle squadre, anche se per la gironata di sabato e per quella di domenica è previsto l’arrivo della pioggia che potrebbe modificare inevitabilmente l’esito delle qualifiche e della gara.

  • F1, nel week-end il GP di Singapore. Alonso ci crede

    F1, nel week-end il GP di Singapore. Alonso ci crede

    La Formula 1 si prepara a fare tappa in Oriente dove a Singapore domenica andrà in scena il 14esimo appuntamento della stagione. Marina Bay sarà il primo dei prossimi 5 cinque Gran Premi che si correrà nel continente asiatico e darà inizio al lungo e decisivo tour de force che si correrà su territorio extra-europeo: mancano infatti sette gare al termine di questa emozionante stagione e il circus non farà più tappa nel vecchio continente.

    IL CIRCUITO – Il tracciato di Marina Bay, entrato nel calendario nel 2008, è uno dei cinque circuiti cittadini del Mondiale ed è uno dei più lenti del campionato per effetto delle tante curve distribuite sui 5,073 km di lunghezza, che non danno ai piloti il benchè minimo margine d’errore. Molto tortuoso e angusto ricorda da vicino lo storico circuito di Montecarlo ed è l’unica gara che si svolge completamente in notturna, illuminata da ben 1500 proiettori che renderanno molto suggestiva l’atmosfera del GP. A differenza di Monza dove si è svolto l’ultimo appuntamento del Mondiale due settimane fa, circuito più veloce del Mondiale con i suoi 260 km/h di percorrenza media, Marina Bay rappresenta uno dei cirtcuiti dove le squadre optano per un assetto di alto carico aerodinamico. Da tenere d’occhio anche il consumo degli pneumatici. La Pirelli ha portato per questo week-end le mescole soft, con banda gialla, e le supersoft, a banda rossa, ma la bassa media oraria del circuito potrebbe favorire un consumo elevato delle gomme.

    ALONSO VS McLAREN – A Monza si è imposto senza troppi problemi Lewis Hamilton, che ha comandato la gara dall’inizio alla fine andando a conquistare la sua prima vittoria sul circuito brianzolo. Ed è inutile nascondere che la è proprio la McLaren la squadra che meglio si appresta ad affronatre il week-end asiatico forte di una serie di vittorie iniziate dal GP di Ungheria: nelle ultime tre gare infatti tre sono stati i successi delle Frecce d’Argento, due con Hamilton e uno con Jenson Button a Spa, con l’anglo-caraibico, vincitore a Singapore anche nel 2009, che è ritornato prepotentemente in corsa per il titolo mondiale.
    Ma alle spalle del team inglese troviamo la Ferrari che ha ben figurato nell’appuntamento di casa anche con Felipe Massa dimostrando di avere un ottimo bilanciamento vettura dettato dagli ultimi aggiornamenti. Fernando Alonso, forte del suo primato in classifica, potrà amministare con relativa tranquillità il suo vantaggio in classifica, che ora ammonta a 37 punti da Hamilton, senza però rinunciare ad attaccare e a vincere la gara.
    Ma potrebbe essere anche la gara del riscatto per la Red Bull che ha pagato forse troppo la scarsa velocità della vettura all’autodromo di Monza collezionando due ritiri che hanno complicato la rincorsa di Sebastian Vettel e Mark Webber al titolo mondiale. Ma su questa tipologia di tracciato le lattine volanti potrannno tornare a dire la loro.

    Marina Bay, GP Singapore © Chris McGrath/Getty Images

    NOVITA’ – Tante le novità tecniche portate per il GP di Singapore che dovrebbero consentire alle squadre un salto di qualità a livello aerodinamico. Se a Monza tutti i team hanno apportato alle vetture un pacchetto speciale appositamente per quelle caratteristiche del circuito, qui le squadre porteranno novità anche per il prosieguo della stagione. La Ferrari porterà una nuova ala anteriore per permettere alla F2012 di dimostrarsi veloce anche sul circuito cittadino mentre la Mercedes monterà su entrambe le W03 di Michael Schumacher e Nico Rosberg dei nuovi scarichi provati dai collaudatori negli ultimi test per i giovani piloti a Magny Cours.
    Ma il prossimo Gran Premio di Singapore sarà anche il primo senza Sid Watkins, che per 26 anni è stato il medico ufficiale della Formula 1, e promotore di molte innovazioni che per anni hanno contribuito a migliorare la sicurezza nel circus. Il GP si svolgerà sicuramente anche in suo ricordo.

    ORARI DEL WEEK-END – Le prime prove libere prenderanno inizio alle ore 18:00 locali (12:00 italiane per via delle sei ore di fuso-orario) per permettere ai piloti di prendere confidenza con il circuito. Le seconde libere scatteranno invece alle ore 21:30. Sabato sempre alle ore 18:00 le terze e ultime libere prima dell’avvio della sessione di qualificazione alle ore 21:00 in diretta e su Rai 2. La gara inizierà alle ore 20:00 di domenica e sarà trasmessa su Rai 1.

  • A Misano vince Lorenzo. Rossi è 2°, out Pedrosa

    A Misano vince Lorenzo. Rossi è 2°, out Pedrosa

    E’ stato Jorge Lorenzo il vincitore indiscusso del Gran Premio di San Marino, 13esimo appuntamento del motomondiale, corsosi sul circuito di Misano Adriatico intitolato alla memoria di Marco Simoncelli dopo la sua scomparsa a Sepang. Il pilota spagnolo ha praticamente dominato la gara dall’inizio alla fine firmando la sua 44esima vittoria della carriera, sesta stagionale, mettendo una seria ipoteca sul campionato del mondo che ora lo vede leader della classifica con 38 punti di vantaggio sul rivale principale Daniel Pedrosa, caduto dopo neanche un giro dall’inizio del Gran Premio.

    Ma sul tracciato romagnolo è successo davvero di tutto sin dalla partenza quando sia Abraham che Pedrosa sono rimasti fermi sulle rispettive piazzole e aiutati a ripartire dai propri meccanici per completare il giro d’installazione. Situazione che si ripete prima della partenza costringendo i commissari a far ripetere tutte le procedure e a diminuire la gara di un giro per rimanere nei limiti dei consumi sia di carburante che di gomme.

    La seconda partenza riserva un colpo di scena. Abraham con evidenti problemi alla frizione viene costretto a rientrare in pit per effettuare la partenza dai box mentre Pedrosa alle prese con un problema alla ruota anteriore rimasta bloccata si schiera ultimo in griglia per aver portato, prima del secondo giro di ricognizione, la moto fuori dalla griglia. Strada spianata dunque per Lorenzo che qualche curva più tardi si ritrova in prima posizione e con Pedrosa fuori dai giochi essendo stato steso alla Quercia nel corso del primo giro da Hector Barbera che centra il posteriore della Honda RC213V chiudendo molto probabilmente i giochi per il Mondiale con cinque gare d’anticipo. Pochi giri più tardi e la gara perde un’altro dei suoi protagonisti, Cal Crutchlow, che inseguiva da vicino il suo compagno di squadra Andrea Dovizioso

    Jorge Lorenzo © Gabriel Bouys/Getty Images

    Da li in poi Lorenzo conduce un monologo rifilando nel giro di poche tornate oltre tre secondi di vantaggio sui suoi inseguitori. Il primo dei quali il suo prossimo compagno di squadra Valentino Rossi, galvanizzato un pò dal suo ritorno in Yamaha che gli permetterà di competere ancora una volta per il titolo, un pò per le modifiche apportate alla Ducati che gli hanno permesso di ritornare a girare su ritmi più che interessanti. Il pilota di Tavullia si sbarazza in pochi giri di un arrembante Stefan Bradl, alle sue spalle per tutta la gara con la prima delle Honda che però non regge il ritmo consumando prima degli altri la gomma posteriore e permettendo di fatto ad Andrea Dovizioso e Alvaro Bautista di rifarsi sotto nelle battute finali di gara.

    Con Lorenzo e Rossi sicuri della prima e della seconda posizione ad animare gli ultimi giri di gara è la battaglia per la terza piazza e per l’ultimo posto disponibile sul podio che vede trionfare Bautista su Dovizioso seppur per soli 3 millesimi di secondo. Per il pilota spagnolo del team Gresini la soddisfazione del primo podio stagionale mentre per Dovizioso arriva la prima beffa stagionale dopo tanti terzi posti e duelli vinti al fotofinish. Alle spalle dei primi 4, in quinta posizione, Ben Spies, partito male e in grande rimonta nel finale, davanti ad un esausto Bradl, rimonta che non basta per guadagnare il primo podio stagionale.

    Staccatissimo, ad oltre 30 secondi di distacco, in settima posizione Nicky Hayden alle prese con i problemi alla mano destra operata poco tempo fa dopo una caduta nelle qualifiche del GP di Indianapolis che gli ha fatto saltare anche l’appuntamento ceco di Brno, anche se lo statunitense non usufruiva delle nuove componenti montate sulla moto del compagno di squadra Rossi. Alle sue spalle Johnny Rea in sella all’altra Honda ufficiale come sostituto di Casey Stoner, anche lui out dopo Indianapolis. Nella top-ten anche le due CRT di Randy De Puniet e Michele Pirro.

    Per Valentino Rossi arriva il miglior risultato della stagione considerando che il secondo posto di Le Mans era arrivato in condizioni atmosferiche particolari, ovvero con asfalto bagnato. Qui a Misano si è vista finalmente una Ducati competitiva anche con condizioni di asfalto asciutto, e la capacità di gestione gara del pesarese hanno fatto la differenza nel finale rispetto agli avversari. Non c’è comunque troppo da illudersi visto che questo secondo posto è stato agevolato dalle assenze di Pedrosa e Stoner, ma la via intrapresa dalla Ducati per migliorare sembra tuttavia essere quella giusta.

    Tutto facile invece per Lorenzo che ha gestito alla grande la gara dando l’impressione di non spingere neanche troppo. Nessuno oggi era alla sua portata, a parte forse Pedrosa che però è caduto e si ritrova a meno 38 in classifica generale. Il secondo titolo del maiorchino nella classe regina, a meno di clamorosi colpi di scena, è sempre più vicino.

  • Iannone-Spies coppia Ducati Pramac per il 2013

    Iannone-Spies coppia Ducati Pramac per il 2013

    La Ducati Pramac ha ufficilizzato la coppia dei piloti che parteciperà al Mondiale 2013 con la casa satellite di Borgo Panigale. La notizia, che circolava già nell’ambiente da qualche settimana, è stata ufficializzata in giornata, alla vigilia del Gran premio di Misano Adriatico, che domenica sarà teatro del 13esimo appuntamento del Motomondiale, e il duo che farà parte della squadra italiana sarà composto da Andrea Iannone e da Ben Spies.

    Il pilota abruzzese compirà il salto di qualità dopo aver provato per due volte nei test quest’anno la nuova Ducati Desmosedici e a partire dal prossimo anno correrà nella classe regina lasciando senza neanche troppi rimpianti la Moto2 che quest’anno sarà, a meno di clamorosi colpi di scena, terra di conquista di Marc Marquez, anche lui passato in MotoGP con il difficile compito di sostituire il due volte campione del mondo Casey Stoner in sella al team ufficiale Honda Repsol.

    Iannone andrà a formare una coppia tutta italiana con la moto di Bologna e sarà affiancato da Ben Spies, che lascerà la Yamaha ufficiale per far posto a Valentino Rossi. Lo statunitense, dopo una stagione fino a questo momento a dir poco deludente, avrà voglia di rivalsa, e porterà l’esperienza accumulata nei tre anni di Yamaha in MotoGP contando anche sul fatto di aver vinto un campionato del mondo sempre in sella alla moto giapponese in Superbike. I due piloti, nonostante facciano parte di un team satellite, disporranno comunque di materiale ufficiale.

    Andrea Iannone © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    La Ducati dunque potrà contare su due delle coppie più forti del campionato. Detto del team satellite, che anche per l’anno prossimo continuerà il rapporto con Pramac che gestirà la squadra, nelle scorse settimane la casa di Borgo Panigale aveva ufficializzato anche la coppia del team ufficiale. Dopo l’addio di Valentino Rossi ha deciso di puntare su uno dei piloti più forti di questa categoria, il forlivese Andrea Dovizioso che molto bene sta facendo in sella alla Yamaha del team Tech 3. L’italiano infatti è l’unico pilota di una moto satellite ad essere salito quest’anno sul podio, per ben 5 volte si è classificato terzo, stracciando il compagno di squadra Cal Crutchlow ma soprattutto “Texas Terror”, che tra cadute e infortuni quest’anno non ne ha combinato una giusta.

    Per quanto riguarda la situazione attuale di Ducati, si saprà in questo week-end se le novità apportate negli ultimi test avranno portato i benefici che da tanto tempo nel team si auspicano, anche se in vista del prossimo anno non ci dovrebbero essere stravolgimenti rispetto alla moto costruita sotto precise indicazioni di Valentino Rossi.

  • A Silverstone vincono Baz e Guintoli

    A Silverstone vincono Baz e Guintoli

    E’ stato una gara letteralmente pazza quella appena conclusasi sul circuito di Silverstone, teatro del Gran Premio di Gran Bretagna ,decimo appuntamento stagionale della Superbike. Sul tracciato inglese la vera protagonista di giornata è stata la pioggia che ha tenuto tutti con il fiato sospeso e che ha caratterizzato entrambe le manche. Su condizioni di asfalto pressochè indecifrabile e insidiosissimo ha trionfato la Francia, con Loris Baz, sostituto in Kawasaki dello sfortunato pilota spagnolo Joan Lascorz,vittorioso in gara 1, e Sylvain Guintoli, alla sua prima vittoria all’esordio con il team Pata in sella alla Ducati. Week-end da dimenticare per Max Biaggi, caduto in gara 1, e soltanto 11esimo iun gara 2. Marco Melandri, rispettivamente settimo e ottavo, ha cosi potuto recuperare qualche punticino prezioso nella classifica del Mondiale dove ora la leadership è lontana solo 10,5 punti.

    GARA 1 – A dir poco spettacolare la prima manche di Silverstone. Gara sospesa dopo soltanto un giro a causa dell’arrivo della pioggia che costringe i meccanici a rientrare sulla griglia e modificare gli assetti delle moto. Molto ardua la scelta della gomma da montare perchè la pista non è asciutta ma nenache tanto bagnata da poter azzardare la gomma rain.

    Quasi tutti i piloti infatti optano per la gomma slick a parte il poleman Jakub Smrz e Sylvain Guintoli che prevedono per la gara tantissima acqua. Scelta sbagliata quella dei due ex compagni perchè la pioggia arriva soltanto nel finale quando il distacco dai primi è troppo grande e per di più a gomma completamente rovinata per aver corso per 3/4 di gara quasi sull’asciutto. Infatti sia il francese che il ceco vengono doppiati durante la gara.

    Davanti è lotta serrata tra i protagonisti con Carlos Checa che dopo aver provato la fuga è costretto a rallentare per l’eccessivo consumo delle gomme e il conseguente arrivo della pioggia. In testa si avvicendano un pò tutti, grande gara per Loris Baz, che riesce a tenere il ritmo dei primi ma sono ben 10 i piloti in lotta per la vittoria e i tempi si alzano di ben 30 secondi al giro. La prima vittima dell’asfalto viscidissimo è il padrone di casa Leon Camier, caduto a pochi giri dal termine ma in lizza per la vittoria per tutta la gara. Dopo questo episodio il connazionale della Kawasaki Tom Sykes e Davide Giugliano sulla Ducati scelgono la via della prudenza e si allontanano dal gruppo.

    Sylvain Guintoli © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Finale decisamente mozzafiato. Proprio nell’ultimo giro del GP Max Biaggi cade all’entrata dell’ Hangar Straight lasciando la strada spianata a Melandri e Haslam in lotta per la quinta posizione con Checa. Ma è l’ultima curva che ha dell’incredibile. Con Baz involato verso la vittoria la lotta è per la seconda posizione e vede coinvolti il duo della Bmw Motorrad Italia, Michel Fabrizio e Ayrton Badovini, e il pilota della Honda Jhonny Rea. Fabrizio supera Rea, costringendolo ad  impostare più largo l’ultima curva, Badovini decide di infilarsi nello spazio e cade all’uscita della curva ma riesce a tagliare ugualmente il traguardo anche da terra. Conseguentemente (e fortunatamente) Rea travolge la Bmw dell’italiano, cadendo anche lui, ma riesce ugualmete a chiudere in quarta posizione. Finale davvero spettacolare, con Baz che a soli 19 anni vince il suo primo GP nelle derivate di serie.

    In quinta posizione chiude Checa, per lungo tempo leader della gara, davanti alle Bmw ufficiali di Haslam e Melandri, che con la settima posizione guadagna nove punti su Biaggi. Nella top-ten anche Sykes, Giugliano e Eugene Laverty. A punti anche Lorenzo “Zorro” Zanetti, in 12esima posizione.

    GARA 2 – Nella seconda manche la gara viene fermata ancora prima della partenza. Il nuovo arrivo della pioggia infatti costringe i commissari a ritardare la partenza ma questa volta il cielo è minaccioso e non promette nulla di buono. A differenza di gara 1 infatti tutti i piloti decidono di optare per la gomma da baganato in previsione di un vero e proprio temporale che di fatti si scatenerà di lì a poco.

    Questa volta la gara è meno combattuta, almeno per la prima posizone, dove sul bagnato Guintoli e Smrz, che questa volta ha azzeccato la scelta giusta, sembrano fare un altro mestiere.

    Con l’aumentare della pioggia cominaciano le prime cadute: ad aprire il giro è Davide Giugliano, scivolato nel tentativo di rincorre Baz, seguito dal connazionale Ayrton Badovini, mentre per Camier il Gran Premio di casa non ha portato bene e anche in gara 2 è costretto al ritiro anche se non per una caduta ma per problemi al motore della Suzuki Gsx.

    E’ toccato poi a Checa saggiare la ghiaia del circuito inglese, mentre nel gruppo di testa prima cade Smrz, e dopo la grandissima rimonta sui primi due Loris Baz, eroe di giornata, passa in testa alla gara, ma cade subito dopo lasciando pista libera a Guintoli. La stessa sorte è toccata al compagno di squadra Tom Sykes, caduto e infuriato con i commissari di gara che a quel punto decidono di sospendere la gara a 9 giri dal termine e di conseguenza assegnando la metà del punteggio ai piloti, con classifica aggiornata al giro precedente quando quasi tutti ancora erano in pista.

    Quindi Baz e Smrz chiudono ugualmente sul podio, in seconda e terza posizione alle spalle del vincitore Guintoli. In quarta posizone Laverty chiude davanti all’ottimo Maxime Berger, in sella alla Ducati Effembert proprio come sostituto di Guintoli, alla sua seconda vittoria in Superbike e prima all’esordio con il team Pata. Carlos Checa piazza la sua Ducati in sesta posizione dopo una bella rimonta dall 15esima posizione, mentre Marco Melandri limita i danni anche in gara-2, chiudendo ottavo ancora una volta davanti a Biaggi, soltanto 11esimo. Alle spalle del campione romano troviamo Tom Sykes, partito dalla pit-lane per aver modificato prima della partenza il carico della forcella. Soltanto 13esimo questa volta Michel Fabrizio, 17esimo e ultimo Leon Haslam.

  • Smrz in pole a Silverstone. Male Biaggi e Melandri

    Smrz in pole a Silverstone. Male Biaggi e Melandri

    Jakub Smrz ha conquistato la pole position del Gran Premio di Gran Bretagna, teatro del decimo appuntamento stagionale delle derivate di serie. Sul circuito di Silverstone il pilota ceco è stato il più abile ad interpretare le condizioni del tracciato inglese reso insidiosissimo dagli scrosci di pioggia che ad intermittenza si sono abbattuti sul circuito e che hanno caratterizzato tutta la sessione di qualifica.

    Il pilota della Ducati Effembert dunque partirà davanti a tutti grazie al tempo di 2:20.810, tempo di soli 36 millesimi meglio di quello del pilota di casa Leon Camier, che partirà in seconda posizione con la Suzuki GSX finalmente tornata competitiva.

    Al terzo posto si è classificato Sylvain Guintoli, fresco di divorzio per motivi personali proprio con il team Effembert con il quale ha corso fino al Gran Premio scorso, quello di Brno. Il pilota francese ha perso il duello con il suo ex team e con il suo ex compagno di squadra, ma si è toltola soddisfazione di aver raggiunto la terza piazza al suo esordio con il team Pata, sempre in sella ad una Ducati.

    Jakub Smrz © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Al quarto posto troviamo un altro inglese, Leon Haslam con la prima delle Bmw, che ha chiuso la prima fila con un distacco che è riuscito a mantenere sotto il secondo. Più staccati tutti gli altri con un ritardo superiore al secondo: ad aprire la seconda fila sarà Davide Giugliano in sella alla Ducati del team Althea che sarà affiancato dal connazionale Marco Melandri, alle prese con qualche problemino di troppo rispetto all’ultima uscita con tanto di doppietta a Brno nel GP della Repubblica Ceca. Il ravennate, in condizioni di misto, ha sofferto molto i problemi di chattering presenti sulla S1000RR ad inizio stagione e che sembrava fossero stati risolti.

    Stesso discorso per Max Biaggi, che non è riuscito ad entrare neanche nei “top-eight” per giocarsi la Superpole negli ultimi dieci minuti di sessione. Il campione romano dunque partirà 11esimo e sarà costretto ad una grande rimonta. Tra di loro troviamo Carlos Checa in settima posizione e il re della Superpole Tom Sykes, oggi meno performante del solito e per questo in ottava posizione. I due piloti chiuderanno la seconda fila ed entrambi sono stati autori di una caduta nella seconda manche di qualificazione, a dimostrazione della difficoltà dei piloti sulla pista. Anche Davide Giugliano è caduto nella stessa sessione di qualificazione ma è riuscito successivamente a recuperare meglio e a piazzarsi davanti al compagno di team, che non sta vivendo di certo una delle sue migliori stagioni.

    Ad aprire la terza fila ci sarà Loris Baz, caduto anche lui ad inizio sessione, che con la nona posizione è stato il primo degli eliminati nella seconda manche, davanti all’inglese Johnny Rea sulla Honda Cbr. Michel Fabrizio ha chiuso in 15esima posizione, più in ritardo gli altri italiani con Niccolò Canepa, Ayrton Badovini e Lorenzo Zanetti rispettivamente in 17esima, 18esima e 19esima posizione.

    Da tenere d’occhio ancora una volta le condizioni atmosferiche che domani non dovrebbero migliorare e potrebbero essere ancora variabili anche durante il prosieguo delle due gare.

  • Stoner “mostro della Laguna”, Rossi “a terra”

    Stoner “mostro della Laguna”, Rossi “a terra”

    Chi lo dava ormai per pensionato e privo di motivazioni deve ricredersi. Casey Stoner non ha nessuna intenzione di abdicare facilmente e darà battaglia fino alla fine per il titolo Mondiale ai suoi diretti rivali. Ne ha dato la dimostrazione nella gara di ieri, GP degli Stati Uniti,  vinta a Laguna Seca con grande autorità dopo un duello neanche troppo acceso durato per tutta la corsa con Jorge Lorenzo, che alla fine non ha avuto la capacità di mantenere il ritmo del canguro australiano, ma si è accontentato di 20 punti importantissimi nell’economia del campionato.

    Alle loro spalle un arrendevole Daniel Pedrosa che dopo aver dimostrato nelle prove libere di poter lottare per la vittoria si perde in gara lasciando il palcoscenico ai due protagonisti assoluti di questo mondiale. Ancora una volta malissimo Valentino Rossi, che cade al Cavatappi a 3 giri dalla conclusione del GP.

    Diamo ora i voti ai protagonisti del GP: 

    Stoner 9,5: quasi perfetto per tutto il week-end, gli è mancata solo la pole al sabato ed è per questo motivo che non raggiunge il massimo dei voti. L’australiano dimostra a Lorenzo che non sarà facile togliergli la corona iridata e intanto con la gara di ieri gli recupera 5 punti che lo riportano nuovamente in lizza per la vittoria finale. Purtroppo per lui pesa come un macigno l’errore commesso al Sachsenring.

    Casey Stoner © ROBYN BECK/AFP/GettyImages

    Lorenzo 9: sembra poter amministare la gara senza difficoltà anche perchè dopo gli attacchi iniziali di Stoner riesce ad allungare prendendosi un tantino di margine sull’australiano. La mescola dura scelta a inizio gara si somporta però come una morbida perdendo di consistenza nel finale, laciando pista libera al campione del mondo che si invola verso la vittoria. Il minore dei mali per il maiorchino visto che Pedrosa, diretto inseguitore nel mondiale, chiude terzo alle sue spalle e di conseguenza il suo vantaggio in classifica sul connazionale aumenta.

    Pedrosa 8: capisce sin dai primi giri che non può lottare per la vittoria, anche se nelle prove libere aveva dimostrato tutt’altro. Resta vicino ai primi due ma facendo tanta fatica. Appena la gomma comincia a cedere decide di tenere la sua posizione fino alla fine visto che dietro di lui c’era praticamente il vuoto. Un pò troppo arrendevole.

    Dovizioso 7,5: questa volta non è riuscito nell’impresa di ripetere il podio ma era praticamente impossibile tenere il passo dei primi tee. E’ comunque riuscito a vincere nuovamente il duello in famiglia con Crutchlow, il che è già una grande soddisfazione.

    Crutchlow 6,5: buona la gara del pilota britannico che nonostante molti anni passati tra Supersport e Superbike non aveva mai corso su questo circuito. Ma come al solito le prende in gara dal compagno di squadra, che per l’ennesima volta lo beffa nel finale.

    Hayden 8: tira il massimo da una Ducati che più di cosi davvero non va. Il pubblico di casa magari gli da anche una mano ma lui ci mette tanto del suo, e grazie al suo sesto posto finale raggiunge in classifica il compagno di squadra Valentino Rossi. Non sarà più il mostro della Laguna, ma meglio di cosi non poteva proprio fare.

    Rossi 5: riesce a girare più forte di quanto fatto in qualifica, ma non tanto forte per poter stare assieme agli altri piloti. Alla fine, come una premonizione di quello che potrebbe avvenire a fine stagione, la sua Ducati lo scaraventa a terra, terminando la sua gara al Cavatappi a 3 giri dal termine.

    Spies 6,5: sufficienza ampiamente meritata per la gara che disputa fino alla caduta, cioè a 11 giri dal termine. Stava allungando sugli avversari andando a prendersi una quarta posizione che si sarebbe sicuramente meritato ma cade all’uscita del Cavatappi per un problema tecnico al forcellone della sua M1. Quest’anno non gliene va proprio una giusta.