Autore: Fabio Naccarato

  • Vettel domina a Suzuka e riapre il Mondiale. Alonso ko

    Vettel domina a Suzuka e riapre il Mondiale. Alonso ko

    Sebastian Vettel ha dominato il Gran Premio del Giappone valevole per il 15esimo appuntamento della stagione di Formula 1 conquistando la seconda vittoria negli ultimi due GP disputati. Sul circuito di Suzuka il campione del mondo in carica ha messo in scena una delle “sue” gare più belle, su uno dei circuiti che sicuramente più predilige avendovi conquistato con oggi la terza vittoria in 4 anni. Il tedesco porta cosi a termine il Grand Chalem avendo conquistato pole, vittoria, la 24esima della carriera, giro veloce firmato in 1:35.774, nonostante le raccomandazioni del suo ingegnere di pista che gli comunicava di rallentare, e testa della classifica mantenuta dall’inizio alla fine, insomma una gara dominata e mai messa in discussione.

    Anche perchè il GP del Giappone si può riassumere tutto alla partenza, che ha visto l’inaspettata uscita di scena del leader della classifica del Mondiale Fernando Alonso, toccato alla prima curva dopo la partenza da Kimi Raikkonen e costretto al ritiro per la foratura dello pneumatico posteriore sinistro. La dinamica dell’incidente è stata molto simile a quella dell’incidente di Spa-Francorchamps, in questo caso con Alonso che è andato a stringere verso l’esterno la posizione di Raikkonen, finito anche sull’erba esterna e che inevitabilmente ha toccato con l’alettone anteriore la ruota posteriore del ferrarista. Testacoda e ritiro dopo una sola curva per l’asturiano che ora vede avvicinarsi in classifica in maniera molto pericolosa Vettel, distante ora solo 4 punti e in grande ascesa con una Red Bull ritornata a volare. Epilogo peggiore per la Ferrari non poteva esserci.

    Sempre alla partenza, ma alla curva successiva, è finita la gara di Mark Webber che si è visto speronare dal recidivo Romain Grosjean a cui non è bastata la punizione di una gara di stop inflittagli dalla Federazione dopo l’incidente del GP del Belgio per placare i suoi animi in partenza. Pronti via il francese ha centrato in pieno la RB8 dell’australiano che è andato in testacoda con la vettura visibilmente danneggiata ed è stato costretto a rientrare dopo un solo giro ai box per riparare la vettura, ma ormai a quel punto la gara era stata già compromessa. Webber è poi riuscito a risalire sino alla nona posizione ma a quasi un minuto di ritardo dal compagno di squadra leader della gara.

    Sebastian Vettel © JUNG YEON-JE/AFP/GettyImages

    La carambola iniziale, in cui è stato coinvolto anche Nico Rosberg che è stato costretto a ritirarsi, ha provocato la prima e unica safety-car del Gran Premio con la gara che è ripresa dopo due giri ma che non ha regalato più grosse emozioni.

    Dietro al dominatore indiscusso della gara, la vera sorpresa di giornata, con Felipe Massa che di forza riesce a guadagnare la seconda posizione e un podio che mancava da ben 2 anni, dal GP della Corea del 2010. Il brasiliano è riuscito a salvare il week-end della Ferrari con una prestazione super, con tempi molto vicini a quelli di Vettel ma soprattutto migliori rispetto a quelli dei principali rivali e dopo una grande partenza che gli ha permesso di guadagnare molte posizioni, ha sfruttato la sosta ai box per sopravanzare Kobayashi e  Button grazie ad una serie di giri veloci. Ma la prestazione del paulista accresce il rammarico in casa Ferrari per il ritiro di Alonso che con ana Ferrari in queste condizioni avrebbe sicuramente potuto ottenere qualcosa di importante in questo GP.

    Completa un podio del tutto inedito l’idolo indiscusso di casa Kamui Kobayashi, che ha ottenuto la terza posizione e il gradino più basso del podio proprio nella gara di casa. Risultato difeso con le unghie e con i denti quello del samurai giapponese che sul finale di gara ha dovuto faticare non poco per rintuzzare gli attacchi portati sul filo dei centesimi di un arrembante Jenson Button in rimonta nella parte finale di gara ma mai in grado di sferrare il colpo giusto per tentare il sorpasso.

    Fuori dal podio dunque le due McLaren, con Button quarto e Lewis Hamilton in quinta posizione ma mai nel vivo della gara. Il pilota anglo-caraibico ha pagato l’azzardo di aver cambiato l’assetto della sua Mp4-27 poco prima dell qualifiche, scelta che lo ha penalizzato anche in gara rendendolo mai pericoloso e vulnerabile agli attacchi degli avversari. Lo si è visto nel duello con Sergio Perez, bravo a rifilargli un gran sorpasso al tornante Hairpin nei primi giri di gara, per poi ritentarci (esagerando) sempre nello stesso punto dopo il primo pit-stop, essendosi ritrovato nuovamente dietro al pilota della McLaren. Ritrovatosi all’esterno e sulla parte sporca della pista il messicano è andato dapprima in testacoda e poi sulla ghiaia terminando la sua gara, fino a quel momento spettacolare al 19esimo giro.

    Alle spalle delle due McLaren la Lotus di Kimi Raikkonen che a faticato nel finale a tener dietro l’ancora una volta ottima Force India, quella di Nico Hulkenberg, arrivato a soli sette decimi dagli scarichi del finlandese. Ottavo posto per la Williams di Pastor Maldonado mentre al decimo posto chiude la top-ten la Toro Rosso di Daniel Ricciardo. L’australiano ha tenuto duro agli attacchi dell’unica Mercedes superstite, quella di Michael Schumacher che le ha tentate tutte pur di superare il suo avversario ed entrare nella zona punti senza però riuscire nel suo intento. Complessivamente buona comunque la gara del campione tedesco che era partito dal fondo dello schieramento ed è riuscito a chiudere in 11esima posizione, salvando parzialmente un’altra giornata nera per la Mercedes.

    Si ritornerà in pista da subito, la prossima settimana infatti si correrà il GP di Corea che potrà dare modo ai delusi del Giappone come Alonso di riscattarsi e ai suoi inseguitori di continuare la ricorsa alla classifica del Mondiale, più avvincente che mai, e destinato a riservare sicuramente altri colpi di scena.

  • Sykes, nona pole a Magny Cours. Biaggi decimo

    Sykes, nona pole a Magny Cours. Biaggi decimo

    Tom Sykes ha conquistato la pole position del Gran Premio di Francia sul tracciato di Magny Cours che domani ospiterà l’ultimo round del Mondiale Superbike. Il pilota britannico, che scatterà per la nona volta in stagione davanti a tutti con la sua Kawasaki Ninja, si è confermato nuovamente re indiscusso della Superpole e imbattibile sul giro secco grazie al miglior tempo di 1:36.950, che gli è valso per la seconda volta consecutiva, come la scorsa gara a Portimao, il record della pista.

    Sykes è stato l’unico pilota in grado di scendere sotto il muro dell’1:37 e ha preceduto di circa mezzo secondo il centauro della Ducati Althea Carlos Checa, ormai tagliato fuori dalla lotta per il titolo mondiale. “El Toro” però, da sempre competitivo su questo circuito, darà battaglia per ottenere la vittoria sino alla fine e inevitabilmente sarà uno dei pochi piloti che giocheranno il ruolo di “arbitro del mondiale”.

    La prima Aprilia si è collocata in terza posizione, ma è quella di Eugene Laverty che ha tenuto alle sue spalle l’altro candidato alla vittoria del campionato Marco Melandri in sella alla Bmw, ancora in non perfette condizioni fisiche dopo la caduta nel GP del portogallo a Portimao.  Il ravennate ha chiuso la prima fila, e cosi come Sykes, deve sperare in un mezzo miracolo per vincere il campionato poichè il distacco dal leader della classifica Max Biaggi è di 38,5 punti, 8 in più rispetto a Sykes che lo segue più direttamente in seconda posizione.

    Tom Sykes © KIRILL KUDRYAVTSEV/GETTY IMAGES

    Biaggi che oggi non è riuscito ad andare oltre la decima posizione chiudendo una Superpole abbastanza deludente. Il campione romano non è riuscito ad entrare nell’ultima qualifica a causa di un errore commesso durante il suo giro veloce nella seconda manche di qualifica, ma soprattutto sembra molto in difficoltà nella parte centrale della pista. Tuttavia al pilota dell’Aprilia basteranno 20 punti, e quindi due sesti posti, per laurearsi campione del mondo per la seconda volta nelle derivate di serie.

    Tornando alla classifica dei tempi l’idolo di casa Sylvain Guintoli aprirà la seconda fila in sella alla Ducati del team Pata davanti a Johnny Rea su Honda e Leon Haslam sulla seconda Bmw. Chaz Davies ha chiuso la seconda fila e la classifica dei migliori otto. Assieme a Biaggi in terza fila partiranno Leon Camier, nono, Michel Fabrizio in 11esima posizione e Claudio Corti, “sbarcato” in Superbike alla Kawasaki del team Pedercini dopo essere stato scaricato dal team Italtrans in Moto2. Buon debutto del pilota italiano che ha chiuso le sue prime qualifiche nelle derivate di serie in 12esima posizione.

    Alle spalle del pilota italiano troviamo la Kawasaki di Loris Baz e il trio Ducati formato dal francese Maxime Berger, Davide Giugliano e Lorenzo “Zorro” Zanetti. Fuori dalla Superpole Ayrton Badovini, Hiroshi Aoyama, John Hopkins, Alexander Lundh e Norino Brignola, che chiuderanno lo schieramento.

  • Vettel in pole a Suzuka. Prima fila Red Bull, Alonso 6°

    Vettel in pole a Suzuka. Prima fila Red Bull, Alonso 6°

    Sebastian Vettel partirà in pole position nel Gran Premio del Giappone, 15esimo appuntamento della stagione. Sul circuito di Suzuka il campione tedesco ha conquistato la quarta pole della stagione grazie ad una qualifica dominata sin dalla prima sessione e chiusa con il miglior crono di 1:30.839, unico pilota tra l’altro ad essere riuscito a scendere sotto il muro dell’1:31, dimostrando un grande feeling con il tracciato giapponese sul quale ha piazzato la quarta pole position di fila sulle 34 ottenute in carriera.

    La prima posizone del tedesco dopo la qualifica era stata messa in discussione dai commissari di gara che hanno indagato sul suo comportamento nell’ultimo giro, in cui gli era stato contestato di aver ostacolato la Ferrari di Alonso nella variante finale della Casio Triangle. Ma alla fine la sua pole position è stata confermata.

    Alle spalle del tedesco, a completare una prima fila tutta Red Bull che mancava dallo scorso Gran Premio del Brasile, il compagno di squadra Mark Webber che segue Vettel a due decimi di distanza. La ritrovata competitività dell’australiano mette nelle migliori condizioni il tedesco di correre una gara nettamente agevolata per poter tentare un avvicinamento in classifica al rivale numero uno Fernando Alonso, che non è andato oltre la settima posizione.

    Al terzo posto invece si è classificato Jenson Button che ha svolto appieno il suo compito piazzandosi immediatamente alle spalle dei mattatori di giornata senza però mai avvicinarsi alle loro prestazioni. L’inglese però dovrà scontare in gara una penalità per aver sostituito prima delle prove libere il cambio della sua McLaren Mp4-27, per evitare di incorrere nello stesso problema di Lewis Hamilton a Singapore e quindi arretrerà di cinque posizioni andando ad occupare l’ottava piazza, proprio davanti al compagno di squadra che partirà nono per essere stato rallentato nel suo unico run in Q3 dalle bandiere gialle per l’incidente di Kimi Raikkonen. L’anglo-caraibico però è apparso meno brillante del solito, complice alcune modifiche sulla vettura prima delle qualifiche che hanno peggiorato l’ assetto della sua McLaren rispetto alle libere di ieri, quindi la strada in gara per il futuro pilota della Mercedes sarà tutta in salita.

    Sebastian Vettel © Clive Mason/Getty Images

    Quarta posizione per l’idolo di casa Kamui Kobayashi che complice l’arretramento di Button aprirà la seconda fila, anche se il suo distacco dalla vetta è abbastanza pesante: otto decimi infatti dividono la prima Red Bull dalla Sauber del samurai giapponese che ha preceduto la Lotus di Romain Grosjean. Ma anche in questo caso si è dovuto aspettare il verdetto dei commissari di gara perchè sia il giapponese che il francese sono stati sotto inchiesta per non aver alzato il piede durante il regime di bandiere gialle per l’incidente di Raikkonen. La top-ten dunque è stata confermata in una delle qualifiche più caotiche degli ultimi tempi.

    Sesto posto per Sergio Perez, nuovo acquisto McLaren per la prossima stagione, a dimostrazione dell’ottima prestazione delle C31 a Suzuka, entrambe nella top-ten, davanti a Fernando Alonso, che ha vissuto la stessa situazione di Hamilton nel suo unico giro disponibile in Q3. Sia il messicano, sia lo spagnolo beneficieranno dell’arretramento di Button per guadagnare una posizione ma soprattutto per il leader della classifica la gara non si preannuncia delle più semplici. Alle loro spalle la seconda Lotus di Kimi Raikkonen che aprirà la quarta fila davanti alle due McLaren.

    Nico Hulkenberg ha invece chiuso la top-ten in decima posizione pur senza aver completato un giro cronometrato, ma il tedesco sarà arretrato di cinque posizioni per aver sostituito anche lui il cambio. Scalerà quindi la posizione Felipe Massa, appena fuori dai migliori dieci in qualifica, in 11esima posizione. Il brasiliano domani in gara occuperà la decima piazza.

    Penalizzato anche Jean-Eric Vergne per aver causato l’incidente con Bruno Senna nella prima sessione di qualifica. Il francese arretrerà dalla 17esima alla 19esima posizione. Ancora una volta malissimo le due Mercedes, entrambe fuori dalla Q2 con Michael Schumacher che si è classificato 13esimo e Nico Rosberg soltanto 15esimo.

  • Webber al comando nelle libere a Suzuka. Quinto Alonso

    Webber al comando nelle libere a Suzuka. Quinto Alonso

    Mark Webber ha ottenuto il miglior tempo complessivo alla fine delle due sessioni di prove libere effettuate sul circuito di Suzuka dove domenica si correrà il Gran Premio del Giappone, 15esimo appuntamento della stagione. Il pilota australiano ha firmato il miglior giro nella seconda sessione fermando il tempo sull’1:32.493, due decimi meglio rispetto a quello fatto registrare da Lewis Hamilton, secondo al termine della prima giornata. Il pilota inglese ormai ex-McLaren aveva fatto registrare il secondo miglior tempo anche nella prima sessione e quindi dimostra di avere una buona costanza di rendimento.

    Alle sue spalle ma per un solo decimo l’altra Red Bull del campione del mondo in carica Sebastian Vettel, cosi l’anglo-caraibico si trova stretto nella morsa delle due lattine volanti. Da notare che il tedesco non ha fatto segnare il miglior tempo con le copetrure più morbide, le medie in questo GP, quindi il suo tempo ha ancora margini di miglioramento.

    Come a Singapore quindi la lotta per la pole e per la vittoria sembra essere un affare tra Red Bull e McLaren con l’aggiunta di Webber che quì, a differenza di Marina Bay, sembra erssere molto performante. E poi c’è Jenson Button, che termina la sua giornata complessiva in settima posizione dopo aver chiuso però al comando la prima sessione di prove. Dunque potrebbe rivelarsi una mina vagante viste le ottime prestazioni della Mp4-27.

    Mark Webber © Clive Rose/Getty Images

    Al quarto posto invece troviamo la confermatissima Force India ancora una volta nelle prime posizioni ma questa volta con Nico Hulkenberg, che si è fermato a mezzo secondo dalla vetta, quindi neanche troppo lontano. Il compagno di squadra Paul Di Resta invece si è fatto notare questa volta per un testacoda alla curva Spoon con conseguente urto contro le barriere di protezione. Auto distrutta e nessun tempo cronometrato per lui.

    Hulkenberg ha preceduto lo spagnolo Fernando Alonso, in quinta posizione e in ritardo di sei decimi dal miglior tempo di Webber, dopo aver terminato la prima sessione in 11esima posizione. Qui la Ferrari sembra soffrire particolarmente le caratteristiche del circuito giapponese costituito da molti curvoni veloci che richiedono una grande efficienza aerodinamica, cosa che in questo momento pare mancare alla F2012. A dimostrazione di ciò la nona posizione di Felipe Massa ad oltre un secondo dalla prima posizione.

    In miglioramento rispetto a Singapore le prestazioni della Lotus almeno con Romain Grosjean, sesto al termine delle due sessioni. Il francese ha dichiarato di voler aiutare il compagno di squadra Kimi Raikkonen coinvolto nella lotta per il titolo mondiale, ma che per il momento deve fare i conti con i problemi della sua E20, e “accontentarsi” della 14esima posizione provvisoria complice anche un problema al sistema di raffreddamento del kers che ha compromesso lo svolgimento regolare della sua sessione.

    Nella top-ten invece hanno chiuso Bruno Senna, ottavo e Michael Schumacher, in decima posizione. Tra di loro, come detto, la Ferrari di Massa. Per il tedesco, fresco di annuncio del suo prossimo ritiro al termine della stagione in corso, la sessione si è chiusa con un testacoda finito contro le barriere della curva Spoon, che procurato diversi danni alla vettura. Ricordando anche che il sette volte campione del mondo dovrà scontare una penalità che gli costerà 10 posizioni sulla griglia di partenza per aver causato l’incidente a Singapore con l’incolpevole Jean-Eric Vergne. Il neo acquisto McLaren Sergio Perez non è andato oltre il 12esimo tempo.

  • Schumacher annuncia il ritiro a fine stagione

    Schumacher annuncia il ritiro a fine stagione

    La carriera di Michael Schumacher in Formula 1 è arrivata al termine. Il campione tedesco infatti ha annunciato il proprio ritiro dalla carriera agonistica questa mattina, durante una conferenza stampa svoltasi a Suzuka dove domenica si correrà il Gran Premio del Giappone, 15esima gara della stagione.

    Alla presenza dei vertici Mercedes il sette volte campione del mondo ha dato l’annuncio ufficiale, questa volta quello definitivo, dell’abbandono alle corse dopo 6 anni dal suo primo ritiro, tre dal suo rientro nel circus con il team della stella a tre punte, un rientro che però non ha fruttato i risultati e le soddisfazioni sperati: “Ho deciso di ritirarmi alla fine di quest’anno” – ha annunciato il kaiser davanti ad una folla di giornalisti – “è arrivato il momento giusto per farlo”Se avessi voluto rimanere, posso assicurarvi che avrei avuto delle valide opzioni per farlo”. “So di poter competere ancora con i migliori, ma a questo punto è giusto dire addio”

    In effetti a Schumi, dopo essere stato appiedato dalla Mercedes che ha ingaggiato l’ormai ex pilota della McLaren Lewis Hamilton per la prossima stagione, era rimasta ancora l’opzione di poter correre con la Sauber, visto che il team di Woking ha puntato sul messicano Sergio Perez per sostituire l’anglo-caraibico, e poter puntare cosi al record di maggior numero di GP disputati che è detenuto dall’ex compagno-rivale in Ferrari Rubens Barrichello. Ma in effetti cosi non è stato: “E’ tempo di riprendere la vita normale, non so cosa farò dopo il mio ritiro, ma adesso mi sento sollevato. Ora voglio concentrarmi sul resto della stagione e godermi le ultime gare con voi”.

    Michael Schumacher © Clive Mason/Getty Images

    “Ci ho pensato per un pò. L’accordo era triennale, è difficile mantenere motivazione ed energia, è naturale pensarci di più rispetto a quando si è giovani. Ho avuto i miei dubbi per un pò. Ho detto nel 2006 che le mie batterie erano scariche e ora sono in zona rossa. Non so se c’è tempo per ricaricarle, ma guardo alla mia libertà. Non sono deluso per il mio ritorno, in modo diverso ho fatto un grande affare, e sono molto soddisfatto della mia carriera. Ora farò esattamente quello che ho fatto la prima volta, concluderò e mi concentrerò al 100% su quello che devo fare”.

    Abbstanza insoddisfacenti i numeri e i risultati ottenuti dal suo rientro in pista nel 2010: due anni passati nelle retrovie e le soddisfazioni più grandi che arrivano quest’anno, nella stagione che si sta disputando. Un podio nel Gran Premio di Valencia  e la pole position a Montecarlo, li dove i piloti fanno davvero la differenza, per poi essere arretrato di 5 posizioni per essere incorso in una penalità nel GP di Spagna. Un pò troppo poco per un pilota abituato a dominare per tanti anni, messo in difficoltà da un mondo nettamente diverso rispetto alla sua “prima vita” in F1, senza contare l’età , i suoi ben 43 anni suonati che cominciano a farsi sentire.

    Vorrei ringraziare Daimler, Mercedes, il team, i miei ingegneri e i miei meccanici per la fiducia riposta in me“, il ringraziamento commosso di Schumi che ora cercherà di concentrarsi e onorare al meglio i suoi ultimi sei GP di una carriera strepitosa condita da ben 7 titoli mondiali, 91 GP vinti, 155 podi, 68 pole position, 77 giri veloci e 1560 punti, che gli valgono il record per ogni statistica. Numeri davvero impressionanti, incancellabili nonostante questi ultimi tre anni di poche luci e tante ombre.

  • Pedrosa vince ad Aragon davanti a Lorenzo. Rossi 8°

    Pedrosa vince ad Aragon davanti a Lorenzo. Rossi 8°

    Daniel Pedrosa si aggiudica il Gran Premio d’Aragon, teatro del 14esimo appuntamento della stagione. Il pilota spagnolo domina praticamente dall’inizio alla fine vincendo a mani basse sul circuito di casa mettendo a segno la sua quarta vittoria stagionale, riscattando la brutta battuta d’arresto nel Gran Premio di San Marino, dove era stato tamponato e buttato fuori da Hector Barbera. L’alfiere della Honda si riprende quello che aveva perso a Misano Adriatico anche se quello zero in classifica pesa ancora molto in ottica Mondiale. I punti di distacco ora dal leader Jorge Lorenzo sono ora 33 a quattro GP al termine della stagione.

    Il pilota della Honda conferma il suo grande scatto alla partenza ma deve fare i conti per buona parte di gara con il rivale numero uno Jorge Lorenzo, del tutto intenzionato a portare a casa la vittoria sul circuito di casa. La resistenza del maiorchino dura però soltanto pochi giri perchè dopo un timido tentativo di allungo, Pedrosa decide di rompere gli indugi superandolo con una facilità imbarazzante e allungando  il suo vantaggio giro dopo giro con una lunga serie di giri veloci. Da li in poi la gara per la prima posizione non dice più nulla tanto che sono ben 6 i secondi che al traguardo dividono i due spagnoli con Lorenzo che dopo il sorpasso subìto amministra la gara nel migliore dei modi pensando alla classifica iridata che al momento è tutta dalla sua parte.

    Daniel Pedrosa © JOSE JORDAN/AFP/GettyImages

    Pedrosa vince il duello tutto spagnolo con Lorenzo per la vittoria, al terzo posto invece la lotta in famiglia per il terzo gradino del podio viene vinta ancora una volta da Andrea Dovizioso che per l’ennesima volta tiene dietro le sue spalle il compagno di squadra Cal Crutchlow. Il pilota forlivese mette in serie un altra bella prestazione che gli permette di conquistare il suo settimo podio stagionale, podio che mancava dalla gara di Indianapolis del 19 agosto scorso.

    Anche perchè alle spalle del duo firmato Tech3 troviamo la Yamaha ufficiale di Ben Spies, molto efficace nella prima parte di gara quanto in difficoltà nel finale a causa del calo delle gomme Bridgestone. Lo statunitense è l’ultimo della colonia Yamaha che occupa i posti dalla seconda alla quinta posizione e anche oggi dimostra di essere il “peggiore”.

    Sesta posizione per la Honda Gresini di Alvaro Bautista, autore di una bella rimonta dopo le disastrose qualifiche del sabato chiuse addirittura alle spalle della Crt di Aleix Espargaro. In gara lo spagnolo si è saputo risollevare grazie anche all’uscita di scena del povero Stefan Bradl, caduto nelle prime fasi di gara mentre lottava per la terza posizione insieme a Spies, togliendosi la soddisfazione di mettersi dietro la Honda ufficiale di Johantan Rea, settimo, che dalla prossima gara lascerà il testimone al rientrante Casey Stoner, che inevitabilmente diventerà arbitro del mondiale.

    Conferma la posizione delle qualifiche invece Valentino Rossi, che chiude in ottava posizione. La sua gara sarebbe potuta andare diversamente se il pesarese non avesse commesso un errore al primo giro nel tentativo di superare Rea. Il Dottore, arrivato lungo e costretto ad andare diritto per non colpire l’avversario, rientra in ultima posizione ma si esibisce in un’ottima rimonta superando ben dodici avversari. Comunque negativa la giornata della casa di Borgo Panigale, completata dal brutto incidente di Nicky Hayden scaraventato oltre le recinzioni della pista dopo uno schianto contro le barriere. Per fortuna nessuna conseguenza per lo statunitense che comunque ha letteralmente distrutto la sua moto.

    Nono posto per l’altra Ducati di Karel Abraham davanti alla prima Crt dell’ottimo Aleix Espargaro che chiude la top-ten. Indietro tutti gli altri italiani con Michele Pirro, Mattia Pasini e Danilo Petrucci tutti in fila rispettivamente in 15esima, 16esima e 17esima posizione davanti al solo Colin Edwards, che chiude la classifica in ultima posizione.

  • Salom e Espargaro padroni ad Aragon. Fenati ko, Iannone 4°

    Salom e Espargaro padroni ad Aragon. Fenati ko, Iannone 4°

    Luis Salom e Pol Espargaro si aggiudicano il Gran Premio di Aragon delle classi Moto2 e Moto3. I due spagnolo trionfano nelle rispettive categorie sul tracciato di casa precedendo Sandro Cortese, sempre più leader della classifica della “vecchia” ottavo di litro, e Marc Marquez, che pur restando saldamente in vetta al Mondiale della Moto2 vede diminuire il suo vantaggio dal connazionale. Giornata non proprio positiva per gli italiani, con Romano Fenati ritirato a causa di un problema alla moto e Andrea Iannone per poco fuori dal podio. Male anche Simone Corsi, che nonostante la pole non è andato oltre la settima posizione.

    MOTO3 – Luis Salom conquista la sua terra andando a vincere il suo secondo GP della carriera dopo quello ottenuto sempre in questa stagione sul tracciato di Indianapolis. Lo spagnolo ha la meglio in una gara tipicamente da Moto3, con ben 12 piloti a giocarsi la vittoria sino alle battute finali di gara. Alla fine è proprio il pilota spagnolo a spuntarla sul tedesco Sandro Cortese, secondo al traguardo ma soddisfatto per aver incrementato il suo ventaggio in classifica sul secondo, che ora è proprio Salom che lo segue però a 51 lunghezze di distanza.

    Pol Espargaro © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    Il vincitore della corsa scavalca nel Mondiale Maverick Vinales, approfittando dello stop del pilota spagnolo abbandonato dalla sua moto per un problema meccanico proprio nel giro di ricognizione. Stessa sorte qualche giro più avanti per Romano Fenati, anche lui nel gruppetto dei primi per tutta la gara, ma costretto al ritiro all’ 11esimo giro per un problema alla moto.

    Così a salire sul podio è un altro tedesco, Jonas Folger, che completa una giornata magica per la Kalex KTM che che chiude il week-end spagnolo con due moto a podio.  Quarta posizione per Denny Kent, sempre su KTM, a dimostrazione della netta superiorità della scuderia austriaca ad Aragon, che piazza quattro moto nelle prime quattro posizioni.

    Efren Vasquez chiude in quinta posizione davanti ad Alex Rins, Miguel Oliveira e Louis Rossi. Niccolò Antonelli dopo una bella rimonta  chiude la top-ten in decima posizione alle spalle di Artur Sissis, ma a soli due secondi dalla vetta. Buona anche la prova di Alessandro Tonucci in 12esima posizione.

    MOTO 2 – Come in Moto3 anche in Moto2 trionfa un pilota spagnolo. Questa volta però si tratta di Pol Espargaro che vince cosi la sua terza gara stagionale ridando un pò di speranza alle sue chance iridate. Il pilota spagnolo dopo aver battagliato a lungo con Marc Marquez e Andrea Iannone decide di rompere gli indugi nelle battute finali di gara e approfittando della bagarre tra il leader della classifica e l’italiano riesce a mettere da parte quel secondo e mezzo di distacco dai due rivali che gli permettono di arrivare in solitaria al traguardo e firmare una splendida vittoria in terra di casa.

    Marquez, nonostante la velocità supersonica della sua Suter si attarda per troppo tempo nel duello con un mai domo Iannone che al contrario del suo rivale paga la scarsa velocità della sua moto in rettilineo. E nel finale perde anche la terza posizione in favore di Scott Redding che chiude la sua gara sul gradino più basso del podio. Quinto posto per Bradley Smith davanti a Johann Zarco.

    Delusione invece per il pleman di giornata Simone Corsi che soffre il calo di gomme della sua moto nel finale e non va oltre il settimo posto. Nono Claudio Corti che chiude nella top-ten.

  • Lorenzo in pole ad Aragon beffa Pedrosa. Rossi 8°

    Lorenzo in pole ad Aragon beffa Pedrosa. Rossi 8°

    E’ Jorge Lorenzo il mattatore delle qualifiche della MotoGP ad Aragon, 14esimo appuntamento della stagione. Il pilota spagnolo è il più abile ad interpretare le condizioni di una pista asciutta ma umida e particolarmente insidiosa e conquista la sua quinta pole position stagionale grazie al miglior tempo di 1:49.404, fatto segnare negli ultimi giri della sessione.

    Nessuna sorpresa al secondo posto dove troviamo il rivale e connazionale Daniel Pedrosa, che non è riuscito a strappare la prima posizione al pilota della Yamaha per soli 88 millesimi. La sessione del pilota della Honda è partita male, con una caduta all’inizio delle qualifiche che gli ha impedito di proseguire il lavoro con la prima moto, ma c’è da dire che anche con la moto di riserva lo spagnolo ha dato del filo da torcere a Lorenzo che gli ha tolto la pole solo al suo ultimo tentativo, mentre Dani al suo ultimo giro ha trovato Rossi che lo ha di molto rallentato.

    In terra spagnola dunque le prime due posizioni vengono monopolizzate da due spagnoli, mentre al terzo posto alle spalle dei due dominatori, troviamo Cal Crutchlow che chiude la prima fila con un gran tempo, 1:49.576, ad un solo decimo dalla migliore prestazione.

    Jorge lorenzo © JOSE JORDAN/AFP/GettyImages

    Il britannico della Yamaha del team Tech3 tiene alle sue spalle il suo team-mate e dominatore delle prime due sessioni di libere Ben Spies che chiude a tre decimi dalla pole. Con quella dello statunitense sono ben tre le Yamaha nelle prime quattro posizioni, a dimostrazione dell’ottimo feeling della M1 sul tracciato spagnolo, sia in condizioni d’asciutto, che in condizioni da bagnato.

    Più staccati tutti gli altri con Stefan Bradl in sella alla Honda Lcr che occupa la quinta posizione affianco di Spies davanti all’altra Yamaha di Andrea Dovizioso che chiude cosi la seconda fila. Ad aprire la terza fila invece ci pensa Johnatan Rea con la seconda Honda ufficiale, quella di Casey Stoner, che migliora e tiene dietro un terzetto di Ducati composto da Valentino Rossi, Nicky Hayden ed Hector Barbera.

    Il pilota di Tavullia in ottava posizione è il migliore tra i piloti di Borgo Panigale anche se il suo distacco si stabilizza ad un secondo e mezzo dalla vetta , di gran lunga superiore rispetto alle ultime uscite stagionali. Ma il pesarese si prende la soddisfazione di tener dietro il suo compagno di squadra Hayden, molto veloce nelle sessioni del venerdi, seppur in non perfette condizioni fisiche, mentre Barbera chiude la top-ten in decima posizione.

    Aleix Espargaro chiude la sessione in 11esima posizione ed è il primo dei piloti Crt, bravo a chiudere davanti alla Honda Gresini di un Alvaro Bautista in difficoltà sin dalle libere del venerdi. Tra gli italiani troviamo Michele Pirro in 15esima posizione seguito subito da Mattia Pasini in 16esima. Più indietro Danilo Petrucci in 18esima posizione alle spalle di Colin Edwards. Chiude la classifica David Salom.

  • Spies il più veloce nelle libere di Aragon. Rossi 8°

    Spies il più veloce nelle libere di Aragon. Rossi 8°

    Ben Spies è il pilota più veloce nella prima giornata di prove libere ad Aragon, 14esimo round del Motomondiale. Il pilota statunitense fa segnare il miglior tempo nella seconda sessione, chiudendo il suo giro migliore in 2:00.219 precedendo di soli 66 millesimi il primo dei pretendenti al titolo mondiale, lo spganolo Daniel Pedrosa.

    Alle loro spalle a completare la prima fila virtuale il connazionale Jorge Lorenzo che però è staccato di oltre mezzo secondo dal suo compagno di squadra in vetta alla classifica, anche se tra i tre sembra al momento il pilota messo meglio sulla distanza di gara nonostante le condizioni a dir poco proibitive della pista resa molto bagnata, quasi impraticabile daal pioggia.

    In quarta posizione troviamo Nicky Hayden, con la prima delle Ducati, ferma a sette decimi dalla vetta ma a soli due da Lorenzo. L’americano era stato anche il più veloce nel turno della mattina, condizionato però fortemente dalla pioggia che ha costretto quasi tutti i piloti a restare fermi ai box e risparmiare cosi le rispettive moto.

    Ben Spies © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/GettyImages

    Hayden, che rispetto al GP precedente gode di condizioni di salute nettamente migliori, precede di ben 4 decimi la Yamaha Tech 3 di Andrea Dovizioso, suo prossimo compagno di squadra in Ducati nel team ufficiale, e l’ottimo Stefan Bradl con la Honda del team LCR. Il tedesco chiude nella morsa delle due Yamaha satellite poichè al settimo posto troviamo l’altra M1 di Cal Crutchlow, a cui però è stato annullato il giro più veloce per aver tagliato una chicane.

    Dopo un primo turno abbastanza promettente, nonostante l’assenza di molti piloti, chiuso in seconda posizione alle spalle del compagno di squadra Hayden, nella seconda sessione Valentino Rossi non riesce ad andare oltre l’ottavo tempo alle spalle proprio del pilota ex Superbike e prossimo acquisto Ducati Pramac. Il Dottore è staccato di sette decimi da Crutchlow e chiude a oltre due secondi dalla vetta complice anche un problema al cambio su una delle sue moto che ha compromesso il regolare svolgimento del suo programma. C’è da dire anche però che il feeling con il tracciato aragonese non è dei migliori e soprattutto dopo la bella prova di Misano ci si aspettava di più.

    Tanto che alle sue spalle a soli due decimi si piazza Karel Abraham con la Ducati satellite del team Pramac, che si permette il lusso di precedere le due Honda di Alvaro Bautista e Johnatan Rea, che con la Honda di Casey Stoner, ancora fermo ai box dopo l’incidente ad Indy, non riesce a fare meglio dell’11esimo tempo.

    A seguire la fitta colonia di CRT aperta dal solito Randy De Puniet seguito da Aleix Espargaro e James Ellison.Più indietro gli altri italiani, con Mattia Pasini in 15esima posizione, Michele Pirro in 17esima e Danilo Petrucci in 19esima. Chiude la classifica Colin Edwards.

  • Hamilton passa alla Mercedes al posto di Schumi. Perez in McLaren

    Hamilton passa alla Mercedes al posto di Schumi. Perez in McLaren

    Si è improvvisamente infiammato oggi il mercato dei piloti della Formula 1. In mattinata infatti sono avvenuti numerosi colpi di scena che hanno dato vita a vorticosi movimenti di mercato che hanno riguardato un pò tutte le scuderie, big e non solo. Il più clamoroso, ma nell’aria da diverse settimane, riguarda il passaggio di Lewis Hamilton dalla McLaren alla Mercedes a partire dalla prossima stagione, quella 2013, trasferimento che ha così di fatto scatenato clamorosi scenari.

    Hamilton lascia la McLaren dopo sei anni trascorsi con il team in Formula 1, ma di fatto il rapporto tra Lewis e il team di Woking durava sin da quando Ron Dennis decise di metterlo sotto contratto quando aveva 12 anni e correva nei kart, un matrimonio troppo duraturo per pensare di poter essere interrotto. E invece la rottura definitiva tra il pilota e la squadra inglese è arrivata questa mattina attraverso le parole del quotidiano tedesco “Bild”, che ha annunciato il passaggio dell’anglocaraibico alla squadra di Ross Brawn per i prossimi tre anni, dal 2013 al 2015, dopo appunto sei stagioni in McLaren condite da un titolo Mondiale nel 2008, 20 vittorie e 24 pole position.

    Lewis Hamilton © PUNIT PARANJPE/AFP/GettyImages

    La squadra di Stoccarda è riuscita a convincere Hamilton grazie ad un contratto faraonico, si parla di 19 milioni di euro all’anno, ma soprattutto grazie alla gestione degli sponsor personali e ai diritti delle campagne pubblicitarie che il team è riuscito a garantire al pilota (come sua volontà) dandogli cosi di fatto la possibilità di aumentare il suo ingaggio. Scelta dunque tutt’altro che di cuore quella del campione inglese, che lascia la macchina al momento migliore del circus per approdare in un team acui non mancano di certo le possibilità economiche, ma sul cui rendimento sportivo rimane più di un punto interrogativo.

    La casa dalla stella a tre punte con l’ingaggio di Hamilton ha cosi di fatto scaricato l’eterno Michael Schumacher che al termine della stagione in corso si ritroverà (per il momento) senza sedile. Le possibilità per il Kaiser non sono più ormai molte, resta l’ipotesi del secondo ritiro in carriera dopo un ritorno in F1 che non ha dato i risultati sperati e la sua conseguente entrata nel management della casa tedesca come ambasciatore del marchio in tutto il mondo, ma c’è anche la possibilità di continuare almeno per un’altra stagione, e in questo senso è forte la tentazione della Sauber.

    Già perchè il sette volte campione del mondo è molto allettato dalla possibilità di soffiare all’ex compagno-rivale Rubens Barrichello il “titolo” di pilota più longevo della Formula 1; il brasiliano è infatti al momento il pilota che detiene più Gran Premi sulle spalle e a Schumi non resta che battere soltanto questo record prima di chiudere la sua comunque grandissima carriera.

    In Sauber Schumacher potrebbe prendere il posto di Sergio Perez, pilota più volte accostato alla Ferrari nell’ultimo periodo ma soffiato a Maranello dalla McLaren che dalla prossima stagione punterà sul 22enne messicano per sostitutire Hamilton. In realtà la squadra di Woking ha provato in tutti i modi a trattenere fino all’ultimo il suo pupillo, che però aveva chiesto più autonomia nella gestione dei diritti d’immagine e dei premi, cosa che la McLaren non era disposta a lasciare.

    Cosi si è “ripiegato” su una soluzione di sicuro affidamento e di prospettiva per il futuro. Perez, già pilota di scuola Ferrari, viene da un ottima stagione con la Sauber in cui ha conquistato già tre podi, andando molto vicino alla vittoria sia nel Gran Premio di Malesia che in quello di Monza, vinto proprio da Hamilton.

    L’unica squadra immune per il momento da questi movimenti è proprio la Ferrari, che ha giudicato ancora troopo immaturo per il salto di qualità in una grande scuderia Perez, e che si affiderà anche al prossimo anno a Felipe Massa, confermato nei giorni scorsi anche da Luca Cordero dI Montezemolo.