Autore: Fabio Naccarato

  • Rossi ricorda Simoncelli “Marco mi manca”

    Rossi ricorda Simoncelli “Marco mi manca”

    A Sepang è stata scoperta proprio oggi la targa commemorativa in bronzo in memoria di Marco Simoncelli, il pilota di Coriano che proprio un anno fa perse la vita sullo stesso circuito in occasione del Gran Premio della Malesia. All’iniziativa hanno preso parte tutti i componenti del paddock, piloti e responsabili dei team che nel pomeriggio sono partiti dal box del team di Fausto Gresini, per il quale correva Marco, per poi arrivare alla fatidica curva 11, punto del circuito in cui avvenne l’incidente mortale osservando un minuto di silenzio dopo un lungo applauso rivolto allo sfortunato pilota di Coriano.

    E’ passato quasi un anno esatto da quel tragico momento, era il 23 ottobre del 2011, al secondo giro della gara la Honda Rc212V guidata da Marco perse inspiegabilmente il controllo per poi rientarre in traiettoria venendo colpita icolpevolemte dagli accorrenti Colin Edwards e Valentino Rossi che nulla hanno potuto per evitare il terribile scontro. Ma a distanza di tanto tempo il ricordo di Super Sic è ancora vivo nelle menti di tutti, in particolare proprio di Rossi, coinvolto nell’incidente e grande amico di infanzia di Simoncelli: “Marco mi manca moltissimo, soprattutto ora che siamo in Malesia per la gara – il ricordo del pilota di Tavullia un anno dopo la scomparsa dell’amico nella conferenza alla vigilia del Gran Premio – “Un anno dopo quel momento è ancora peggio. E’ una sensazione molto difficile per me ed è brutto che non ci sia più, soprattutto per la sua famiglia, i suoi amici che se lo potevano godere e che lo potevano incontrare tutti i giorni a Coriano, manca a tutti, tantissimo”.

    Marco Simoncelli © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    La commozione del Dottore nel parlare dell’amico scomparso è tanta, a dimostrazione di come, ancora dopo un anno, si faccia fatica a dimenticare tutto quanto accaduto quel giorno, ma è proprio sulle note del dolore che il pesarese ha cercato di rievocare con il sorriso sulle labbra i ricordi più belli del pilota di Coriano: “Di lui mi manca il suo modo di essere, la sua purezza, il Sic era uno vero, e poi era divertente starci insieme. Quando Marco c’era ti riempiva molto la giornata perché era vulcanico e poi il bello del Sic è che era sempre positivo, sorridente e cercava sempre di fare qualche casino e di portarti con lui”.

    Anche Casey Stoner, suo compagno alla Honda anche se in team diversi, ha voluto rivolgere un pensiero al collega scomparso: “E’ passato ormai un anno dalla scomparsa di Marco e il fatto che questo week end rappresenti l’anniversario della scomparsa di Marco farà si che l’atmosfera sarà di sicuro particolare quando scenderemo in pista”.

  • A Sepang Pedrosa comanda le libere. Rossi 11°

    A Sepang Pedrosa comanda le libere. Rossi 11°

    Daniel Pedrosa è stato il pilota più veloce nella prima giornata di libere sul circuito di Sepang che domenica ospiterà il Gran Premio della Malesia, 16esima gara della stagione. Dopo il ricordo in onore di Marco Simoncelli tutti i piloti sono scesi in pista e hanno sfruttato la sessione di libere del mattino su pista asciutta, nella quale lo spagnolo ha fatto registrare il miglior tempo grazie al crono di 2:01.621, che sebbene sia più alto di circa due secondio rispetto agli ultimi test svolti a febbraio su questo cicuito, dimostra una volta di più quanto Dani sia attualmente il pilota più in forma della classe regina.

    Discorso che vale anche per la Honda che ha piazzato le due moto del team Hrc nelle prime due posizioni. Casey Stoner infatti ha conquistato il secondo miglior tempo alle spalle del compagno di squadra per un solo decimo e mezzo, segno che le condizioni fisiche dell’australiano stanno cominciando a migliorare influenzandone positivamente le prestazioni.

    Al terzo posto, staccato di tre decimi la prima di Yamaha, quella di Jorge Lorenzo che nonostante il ritardo ha comunque dimostrato di poter tenere il passo delle due Honda ufficiali. Anche perchè dopo i primi tre il distacco è notevolmente aumentato, con Andrea Dovizioso, ancora il migliore dei piloti clienti, al quarto posto con oltre sei decimi di ritardo davanti al compagno di squadra Cal Crutchlow, con un tempo praticamente identico a quello del Dovi, peggiore di soli 30 millesimi.

    Daniel Pedrosa © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Al sesto posto Ben Spies ha chiuso un quartetto composto da Yamaha e ha preceduto il tedesco della Honda Lcr Stefan Bradl. L’attuale campione della Moto 2 si è dimostrato ancora una volta più che positivo ed è stato l’ultimo dei piloti a chiudere con un distacco inferiore al secondo dal leader della classifica. Mentre all’ottavo posto troviamo la prima delle Ducati, questa volta con Nicky Hayden, che è riuscito a trovare il giro buono per portarsi ad u  secondo e un decimo dalla vetta davanti alla Honda del team Gresini dello spagnolo Alvaro Bautista reduce dall’ottima gara di Motegi lo scorso week-end chiusa al terzo posto.

    Alle sue spalle un terzetto Ducati composto da Hector Barbera, Valentino Rossi e Karel Abraham, non particolarmente positivi in questa prima giornata di prove libere. Lo spagnolo e il pesarese sono riusciti a contenere il ritardo sotto i due secondi mentre il pilota ceco è andato addirittra oltre i tre secondi ed è stato l’ultimo dei piloti con una moto prototipo.

    Nella seconda sessione la pioggia l’ha fatta da padrona ed ha permesso ai piloti di girare soltanto per provare un eventuale assetto da bagnato per la gara. Sulla pista bagnata hanno avuto tempo e modo di girare soprattutto le Crt con Ivan Silva che ha conquistato la migliore prestazione in 2:10.602, tempo di 9 secondi più alto rispetto a quello fatto registrare da Pedrosa al mattino, seguito da Michele Pirro, Randy De Puniet e Roberto Rolfo. Nella seconda sessione Valentino Rossi si è piazzato al settimo posto con la Ducati unica moto prototipo ad essere scesa in pista. Tutti gli altri big hanno preferito restare ai box per non rischiare.

  • A Sepang una targa in omaggio a Simoncelli

    A Sepang una targa in omaggio a Simoncelli

    A quasi un anno da quel terribile 23 ottobre 2011, giorno in cui perse la vita Marco Simoncelli, la MotoGP si appresta a ritornare nel luogo della tragedia, a Sepang, dove domenica andrà in scena il Gran Premio della Malesia, 16esima gara della stagione.

    L’indimenticato pilota di Coriano verrà ricordato da tutti i piloti e dai responsabili delle squadre con una serie di iniziative proposte dal  direttore generale del circuito, Razlan Razali, che giovedì riunirà tutti i componenti del paddock alla curva 11, tratto del circuito dove SuperSic perse il controllo della sua Honda Rc212V per poi essere travolto dagli incolpevoli Colin Edwards e Valentino Rossi che sopraggiungevano, dove sarà posta una targa commemorativa in bronzo. Tutti gli addetti ai lavori partiranno alle ore 16 dal box di Fausto Gresini e si recheranno sul luogo dell’incidente per rendere un omaggio collettivo allo sfortunato campione scomparso all’età di 24 anni.

    Marco Simoncelli © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Inoltre sempre Razali ha annunciato che nella giornata di sabato, alla vigilia del Gran Premio, sarà presentato il premio “Marco Simoncelli Rookie of the year“, istituito per premiare ogni anno il miglior debuttante nel campionato della classe regina e che sarà assegnato per la prima volta al termine del campionato in corso a   Valencia in occasione del Gran Premio della Comunità Valenciana, ultimo appuntamento del Mondiale in programma l’11 novembre prossimo.

    Già nel marzo scorso in occasione del Gran Premio della Malesia di Formula 1 la Ferrari aveva reso omaggio a Sic posando nei pressi della curva 11 con tutto lo staff con un cartello di segnalazione, di quelli che solitamente si utilizzano per le coimunicazioni dai box, con la scritta “Sic sempre con noi”, mentre in precedenza tutto lo staff della Honda capitanato da Fausto Gresini  poneva nello stesso punto una corona di fiori in omaggio al pilota di Coriano.

    Da li in poi saranno tante le manifestazioni d’affetto in onore di Simoncelli ma c’è da dire che per molti, se non per tutti, Sepang non sarà più la stessa. Circuito che viene ricordato per la tragica domenica del 23 ottobre scorso e per la perdita di uno dei più promettenti piloti del Motomondiale ma che per molti anni è stato teatro delle gioie di molti piloti, diventati campioni proprio su questo circuito come capitato allo stesso Sic, che proprio a Sepang nella stagione 2008 divenne campione per la prima e unica volta della classe 250, sullo stesso circuito che qualche anno più tardi segnò la fine della sua comunque grandiosa storia.

  • Massa rinnova con la Ferrari fino al 2013

    Massa rinnova con la Ferrari fino al 2013

    Felipe Massa e la Ferrari, un matrimonio destinato a durare ancora a Maranello, almeno fino al 2013, dove oggi è arrivata l’ufficialità. La notizia era già nell’aria da diversi giorni ed ha trovato la conferma ufficiale nella giornata odierna dopo le conferme arrivate nella scorsa settimana da parte del team principal della Ferrari Stefano Domenicali e dello stesso Prsidente Luca Cordero di Montezemolo, che ha incontrato il brasiliano in  mattinata trovando l’accordo per la firma sul contratto.

    A dare l’annuncio è stata la stessa scuderia di Maranello che ha confermato il rinnovo di Massa per un altra stagione al fianco del confermatissimo Fernando Alonso per il quarto anno consecutivo, ma al termine della quale il brasiliano chiuderà l’ottava, e con tutta probabilità ultima, annata in Rosso.

    Il tutto alla luce degli ottimi risultati ottenuti dal paulista nelle ultime uscite stagionali, soprattutto per il secondo posto conquistato a Suzuka dopo circa due anni lontano dal podio, e per il quarto posto nel Gran Premio di Singapore corso proprio domenica, ancora più incoraggiante se vogliamo, visto anche il miglior passo rispetto allo stesso Alonso. Solo gli ordini di scuderia hanno impedito a Massa il sorpasso sul compagno di squadra,ancora in lotta per il titolo mondiale, e, perchè no, anche la rimonta su Webber che non era lontanissimo dalle due Ferrari.

    Felipe Massa &copy, JUNG YEON-JE/AFP/GettyImages

    E non è un caso che le prestazioni in pista del brasiliano siano migliorate proprio dal momento in cui cominciavano a delinearsi le coppie di piloti per il 2013, con Perez, indiziato numero uno per sostituirlo alla Ferrari, ingaggiato dalla McLaren al posto di Hamilton accasatosi alla Mercedes, come se una prossima conferma sul sedile della F2012 lo avesse reso più tranquillo e immune da critiche.

    Sono felicissimo per questo accordo.” – le prime parole del brasiliano dopo il rinnovo “La Ferrari è la mia famiglia sportiva e io ho sempre corso in Formula 1 guidando dei motori costruiti a Maranello: non riesco a vedermi al volante di una monoposto spinta da alti propulsori! Voglio ringraziare innanzitutto il Presidente Montezemolo e Stefano Domenicali, che mi hanno dato fiducia e mi hanno sempre sostenuto, anche nei momenti più difficili. Entrambi, la squadra e tutti i tifosi possono essere certi che farò tutto quello che è nelle mie possibilità per aiutare la Scuderia a raggiungere i traguardi che si pone ogni anno”.

    Entusiasmo e felicità espressi anche da Stefano Domenicali: “Siamo lieti di aver prolungato il rapporto con Felipe per un’ulteriore annata, E’ parte della nostra famiglia da oltre un decennio e ha dimostrato, soprattutto in quest’ultimo scorcio di stagione, di essere di nuovo competitivo ai massimi livelli, come ci aspettiamo che sia ogni pilota al volante di una Ferrari. Siamo certi del suo valore e che saprà ripagare la fiducia che gli è stata rinnovata”.

    Dopodichè, una volta finito con tutta probabilità il rapporto con Massa al termine della prossima stagione, nonostante le smentite di rito da parte del Presidente Montezemolo, la Ferrari si lancerà nuovamente all’inseguimento di Sebastian Vettel che non ha mai smentito un suo possibile trasferimento a Maranello, per formare assieme a Fernando Alonso una delle coppie più forti della storia della Formula 1.

  • Marquez, gran rimonta e vittoria a Motegi. Vince anche Kent

    Marquez, gran rimonta e vittoria a Motegi. Vince anche Kent

    Neanche una partenza sbagliata ferma Marc Marquez che si è aggiudicato la gara della Moto2 del Gran Premio del Giappone sul circuito di Motegi. Il pilota spagnolo con una superiorità imbrazzante compie una strepitosa rimonta dall’ultima posizione e allunga inesorabilmente nel Mondiale ai danni di Pol Espargaro, secondo all’arrivo.

    Danny Kent invece vince la gara della Moto 3 salendo sul gradino più alto del podio per la prima volta in carriera. L’inglese ha vinto ma è in forte polemica con il compagno di team Sandro Cortese per una presunta scorrettezza subita dal tedesco in un finale di gara pazzesco, che lo ha visto prima cadere e poi rialzarsi e terminare al sesto posto. Caduto, sempre all’ultimo giro, anche il diretto inseguitore Luis Salom, che viene scavalcato nuovamente in classifica da Maverick Vinales, secondo.

    MOTO 2 – Sembra mettersi male alla partenza la gara per il leader del Mondiale Marc Marquez. Il pilota spagnolo resta letteralmente piantato sulla griglia e per foruna non viene centrato da nessuno ma alla prima curva si ritrova ultimo dietro anche alla pilota Elena Rosell.

    Nonostante questo Marquez non si scompone e in sole due curve guadagna ben 14 posizioni riportandosi nuovamente nel gruppo dei primi. La rimonta del pilota della Suter continua inesorabilmente e a metà gara viene compiuta con il sorpasso su Esteve Rabat, compagno di squadra di Espargaro, che fino a quel momento comandava la corsa.

    Polycio invece naviga in terza posizione e a 10 giri dal termine prova a rimontare il distacco creato da Marquez superando Rabat, che intanto molla ritrovandosi nel giro di poche tornate a 4 secondi dalla vetta. Espargaro ricuce il secondo di distacco da Marquez ed è pronto a sferrargli l’attacco decisivo per tentare di arrivare davanti al connazionale e tenere accese le speranze iridate.

    Marc Marquez © TOSHIFUMI KITAMURA/AFP/GettyImages

    Ma a due giri dalla fine il pilota della Kalex esagera in staccata arrivando lungo alla curva prima del ponte perdendo terreno e permettendo a Marquez di conquistare l’ottavo sigillo stagionale e portare il vantaggio in classifica a 53 punti, che potrebbe consentirgli già dalla prossima gara a Sepang, di diventare campione del mondo.

    Completa il podio tutto spagnolo Rabat che precede Scott Redding e Thomas Luthi. Il migliore degli italiani è Simone Corsi in sesta posizione mentre Andrea Iannone, soltanto 18esimo all’arrivo, non è mai entrato nel vivo della gara.

    MOTO 3 – Gara tipicamente da Moto 3, con tanti piloti sin dalla partenza in lotta per la prima posizione. Tra i piloti di testa troviamo anche Alessandro Tonucci, compagno di squadra di Romano Fenati che invece naviga nelle retrovie. Il pilota italiano è bravo a mantenere il ritmo dei primi e arriva a giocarsi la prima posizione fino alle ultime, incredibili, battute di gara.

    Il finale della ex ottavo di litro è da batticuore. All’ultimo giro infatti Salom, nel tentativo disperato di effettuare un triplo-sorpasso centra la moto di Jonas Folger, portandolo con se nella ghiaia e rovinando la corsa di entrambi. Gara finita con lo spagnolo ormai tagliato fuori per il titolo, ma davanti succede il vero colpo di scena.

    Cortese infatti comanda la gara ma è tallonato dal compagno di squadra Kent che non ha intenzione di lasciargli la vittoria. Dal canto suo il tedesco non si accontenta del secondo posto anche perchè con una vittoria chiuderebbe il discorso mondiale già quì a Motegi. Nella curva che porta al tunnel prima della S finale Kent supera Cortese in staccata costringendolo ad andare lungo, e rientrando in traiettoria si scontra con Tonucci cadendo proprio sotto il tunnel. L’italiano rimane in piedi, il tedesco riprende la sua moto e chiude in sesta posizione, mentre davanti il compagno di squadra va a vincere la gara bissando la pole conquistata nelle qualifiche.

    In seconda posizione Maverick Vinales che scavalca nuovamente Salom al secondo posto nella classifica iridata anche se i punti di distacco da Cortese sono ancora 56. Per il tedesco della Ktm l’appuntamento con il titolo potrebbe essere soltanto rimandato visto che potrebbe laurearsi campione già dalla prossima gara in Malesia sul circuito di Sepang, quando mancheranno poi due gare alla fine e 50 punti potenziali.

  • Pedrosa riapre il Mondiale a Motegi

    Pedrosa riapre il Mondiale a Motegi

    Daniel Pedrosa ha vinto il Gran Premio del Giappone, 15esimo appuntamento del Motomondiale. Sul circuito di Motegi, gara di casa per la Honda, lo spagnolo ha trionfato in modo sin troppo facile rispetto a quello che avevano lasciato presagire le qualifiche andando a conquistare il suo quinto successo della stagione che lo avvicina ancora di più alla testa della classifica del Mondiale, comandata ancora da Jorge Lorenzo che vede ridursi cosi a 28 punti il suo vantaggio a sole tre gare dalla fine con 75 punti ancora a disposizione.

    “Camomillo” ha deciso di rompere gli indugi a 13 giri dalla fine dopo aver passato metà gara alle spalle del rivale, che ha tentato un timido allungo nelle fasi iniziali di gara senza però ottenere risultati. Pedrosa dopo il sorpasso ha impresso ancora una volta un ritmo inarrivabile per gli avversari primo su tutti Lorenzo, che non ha neanche provato a restare in scia al connazionale mantenendo una seconda posizione che comunque nessuno ha mai messo in discussione durante la gara, portando a casa punti importanti per la classifica piloti.

    Completa una tripletta spagnola Alvaro Bautista, galvanizzato dal fresco rinnovo di contratto per un altro anno con il team di Fausto Gresini, che ha chiuso la sua splendida gara sul gradino più basso del podio per la seconda volta consecutiva e per la terza in stagione. Lo spagnolo ha meritato il risultato ottenuto conquistato dopo una bella lotta con la Yamaha di Cal Crutchlow, superato a pochi giri dalla fine e costretto ad arrenderso proprio nell’ultima tornata per un problema al motore della sua M1.

    Daniel Pedrosa © TOSHIFUMI KITAMURA/AFP/GettyImages

    Il britannico ha così fatto un favore involontario al compagno di squadra Andrea Dovizioso che è scalato al quarto posto ma più staccato rispetto ai primi tre. Il forlivese, pur senza brillare, è riuscito a raddrizzare in gara un week-end che fino alle qualifiche del sabato sembrava non riservare nulla di buono, recuperando punti preziosi al rientrante Casey Stoner che ha chiuso alle sue spalle in quinta posizione.

    L’australiano è ancora in evidente difficoltà fisica dopo lo stop forzato di tre gare per l’operazione alla caviglia destra lesionata conseguentemente alla caduta di Indianapolis, e, nonostante abbia portato a casa il quinto posto al rientro, vede ora avvicinarsi pericolosamente alle sue spalle l’italiano del team Tech 3, rischiando così di perdere alla sua ultima stagione anche la terza posizione nel Mondiale.

    Sesta posizione per Stefan Bradl in sella alla Honda del team Lcr, davanti alla Ducati di Valentino Rossi, ancora primo tra i piloti di Borgo Panigale ma ancora molto lontano dalle prestazioni di Honda e Yamaha. Il pesarese sembra non poter fare di più per lottare con i team e i piloti di vertice ma è stato in grado di vincere il duello in famiglia con il compagno di team Nicky Hayden, settimo alle sue spalle. Lo statunitense ha però dovuto fare i miracoli per mantenere la posizione da un arrembante Katsuyuki Nakasuga, che ha provato in tutti i modi a sopravanzarlo per conquistare l’ottavo posto. Al traguardo sono stati solo 5 i centesimi di vantaggio del ducatista nei confronti del giapponese che ha comunque disputato la sua prima gara della stagione in modo eccellente.

    Alle sue spalle Hector Barbera su Ducati ha chiuso la top-ten in decima posizione davanti all’altra Ducati di Karel Abraham. Caduto dopo solo un giro Ben Spies mentre si trovava in terza posizione. Lo statunitense ha tirato troppo la staccata ed è andato diritto alla prima curva nel tentativo di tenere il passo dei primi due, finendo contro il muretto di recinsione senza riportare conseguenze fisiche.  Soltanto 16 i piloti giunti al traguardo tra i quali non annoveriamo Danilo Petrucci che si è ritirato dopo appena un giro. Ultime due posizoni invece per Michele Pirro e Roberto Rolfo che sostituirà Mattia Pasini fino al termine della stagione.

  • Vettel vittoria e sorpasso. Per Alonso adesso è davvero dura

    Vettel vittoria e sorpasso. Per Alonso adesso è davvero dura

    Sebastian Vettel ha vinto il Gran Premio della Corea sul circuito di Yeongam, 16esima gara della stagione di Formula 1. Il quint’ultimo appuntamento del Mondiale ha segnato una tappa importante, cioè il sorpasso del campione tedesco ai danni di Fernando Alonso, che nulla ha potuto contro lo strapotere della Red Bull e si è dovuto accontentare soltanto della terza posizione alle spalle delle due lattine volanti, risultato che non gli ha permesso di mantenere la leadership del Mondiale che ora è nelle mani di Vettel per sei punti di vantaggio.

    Troppo netto il dominio della scuderia anglo-austriaca che ha messo il suo alfiere preferito nelle condizioni di vincere le ultime tre gare della stagione, a Singapore,  a Suzuka una settimana fa e ora qui in Corea, 25esima vittoria della carriera,  chiudendo un trittico di gare orientali in maniera perfetta balzando in vetta alla classifica piloti e mantenendo alla grande la testa della classifica costruttori.

    Vettel è scattato alla grande sin dalla partenza andando ad insidiare la posizone del compagno di squadra strappandogliela qualche curva più tardi senza troppi problemi. E la gara in fin dei conti è finita in quel momento perchè nessuno poi è stato in grado di impensierire minimamente il campione del mondo che ha dominato la gara sino alla fine dei 55 giri.

    Alle sue spalle Mark Webber ha svolto in pieno il suo lavoro, proteggendo il compagno di squadra da eventuali attacchi degli avversari che però in realtà non sono mai arrivati. Troppo superiore questa Red Bull nonostante una Ferrari comunque in crescita rispetto a Suzuka che piazza Fernando Alonso e Felipe Massa in terza e quarta posizione.

    Lo spagnolo ha fatto il massimo centrando almeno il podio, obiettivo minimo del GP, scavalcando con un bel sorpasso alla partenza la McLaren di Lewis Hamilton e ha provato a tenere il passo dei rivali. Senza nessun risultato perchè mentre Vettel scappava Webber si preoccupava di controllare la situazione rischiando qualcosina soltanto in prossimità del secondo e ultimo pit-stop in cui l’asturiano ha provato ad avvicinarsi sfruttando un leggero calo delle coperture Pirelli sulla Red Bull dell’australiano. Dopo la sosta invece le posizioni si sono congelate “ritornando alla normalità”, e anzi Massa nel suo ultimo stint ha provato ad avvicinarsi seriamente al compagno di squadra, di ben mezzo secondo più lento di lui.

    Sebastian Vettel © JUNG YEON-JE/AFP/GettyImages

    Dal box Rosso però è arrivato l’invito al brasiliano di rallentare e mantenere la posizione per permettere ad Alonso di guadagnare punticini importanti da sfruttare in caso di debacle degli avversari, che in questo momento francamente è impossibile da pensare. La ritrovata competitività di Massa è stato un buon segnale comunque per la casa di Maranello, in quanto gli ha permesso di scavalcare provvisoriamente la McLaren al secondo posto della classifica costruttori, unica consolazione per il team in un week-end non proprio positivo.

    Va molto peggio appunto alla McLaren che è uscita con le ossa rotte dal week-end coreano. Jenson Button dopo una qualifica a dir poco disastrosa è stato costretto ad abbandonare la corsa dopo un centinaio di metri per essere stato coinvolto in una carambola innescata da Kamui Kobayashi al via. Il giapponese, reduce dagli entusuasmi del terzo posto nella sua Suzuka,  ha centrato la Mercedes di Nico Rosberg ed è poi finito sulla vettura del pilota inglese danneggiandogli la sospensione anteriore e costringendolo al ritiro immediato.

    Per Hamilton invece una gara senza acuti chiusa con un anonima decima posizione. L’anglo-caraibico dopo essere stato scavalcato al via da Alonso ha fatto fatica a tenere il ritmo dei primi accusando un consumo anomalo degli pneumatici che lo ha costretto ad effettuare addirittura tre soste. Ha poi dovuto subire il sorpasso di Massa, comunque uno dei piloti più veloci in pista, e alla fine nel tentativo di attaccare Jean-Eric Vergne in nona posizione ha raccolto un pezzo di erba sintetica staccatosi da bordo pista che si è incastrato sotto la vettura provocandogli disturbi aerodinamici.

    Davvero disastrosa questa ultima parte di stagione per il team di Woking che sta cancellando quanto di buono aveva fatto sino al GP d’Italia a Monza, arrivando a perdere la seconda posizione nei costruttori in favore della Ferrari. In più c’è la rottura definitiva tra Hamilton e il team che sta indicendo la squadra ormai fuori dalla lotta al titolo a pensare già alla stagione 2013.

    Decisamente meglio della McLaren la Lotus, che ha rialzato la testa dopo il brutto GP del Giappone la scorsa settimana. Alle spalle dei migliori quattro si è piazzato Kimi Raikkonen che ha chiuso quinto sfruttando i nuovi aggiornamenti adottati sulla E20. L’altra Lotus di Romain Grosjean è giunta in settima posizione penalizzata dal bel duello a tre con Hamilton e Nico Hulkenberg. Il francese ha tentato l’attacco all’inglese ma è stato costretto ad allargare la curva per evitare il contatto, consentendo al tedesco di balzargli davanti che ha poi mantenuto la posizione fino alla fine.

    Positiva anche la gara delle due Toro Rosso, entrambe a punti e nella top-ten con Vergne e Daniel Ricciardo. Non pervenute ancora una volta le Mercedes con Rosberg molto sfortunato e ritirato al via per il contatto con Kobayashi e Button, mentre  Michael Schumacher di certo non può appellarsi alla sfortuna. Il tedesco come sempre ha provato in tutti i modi a difendere con le unghie e con i denti la sua posizione ma la W03 non è parsa mai in grado di lottare con le vetture rivali. Alla fine è arrivato soltanto un 13esimo posto ad una vita dai primi, davanti alle due Williams di Pastor Maldonado e Bruno Senna.

  • Lorenzo, pole e record a Motegi. Rossi solo nono

    Lorenzo, pole e record a Motegi. Rossi solo nono

    Jorge Lorenzo ha conquistato la pole position del Gran Premio del Giappone sul circuito di Motegi, 15esima gara della stagione. Il pilota spagnolo ha firmato il miglior tempo proprio sotto la bandiera a scacchi grazie ad un ultimo giro fenomenale fermando il cronometro sull’ 1:44.969, tempo che oltre ad avergli regalato la sesta pole position stagionale gli è valso anche lo strepitoso record del circuito strappato a Casey Stoner di oltre due decimi.

    Lorenzo è stato anche l’unico pilota ad aver girato sotto il muro dell’1:45 ed ha soffiato proprio al suo ultimo tentativo la pole position a Daniel Pedrosa, che ha chiuso al secondo posto staccato di 246 millesimi dal connazionale. Il pilota spagnolo della Honda ha dovuto fare i conti più che in altre gare con i problemi di chattering della sua RC213V , segno che la moto di Tokyo non è esattamente appsto per la gara. A differenza di una Yamaha che invece sembra volare e che dopo qualche battuta d’arresto sembra intenzionata a ritornare alla vittoria proprio con Lorenzo che vuole allungare nel Mondiale.

    A dimostrazione di ciò la terza posizione di Cal Crutchlow che si è piazzato alle spalle dei due pretendenti alla corona iridata ed ha chiuso cosi la prima fila. Il britannico del Team Tech 3 non è lontanissimo da Pedrosa, solo 42 millesimi lo dividono dallo spagnolo e domani potrebbe diventare un serio alleato per il suo team-mate visto il grande potenziale della Yamaha sul circuito nipponico.

    Anche perchè al quarto posto, ad aprire la seconda fila troviamo la terza Yamaha, quella ufficiale, di Ben Spies che però è caduto sul finire del turno nel tentativo di migliorare il suo tempo fortunatamente senza conseguenze fisiche. Il prossimo pilota della Ducati ha preceduto la Honda Gresini di Alvaro Bautista, che ha provato ad interrompere un dominio netto e incontrastato della Yamaha piazzandosi davanti ad Andrea Dovizioso, che comunque è più in difficoltà rispetto ai suoi compagni.

    Il pilota forlivese è infatti distanziato di sei decimi dalla migliore prestazione ed è poco soddisfacente il fatto di aver tenuto alle sue spalle il rientrante Casey Stoner, ancora alle prese con molti guai fisici. La resistenza fisica dell’australiano non è certamente al top e la settima posizione a quaso otto decimi di ritardo dalla vetta ne sono la dimostrazione, segno che la migliore condizione è ancora lontana ma c’è da dire che anche il set-up della moto non è eccellente.

    Ottavo posto per Stefan Bradl, ultimo dei piloti che è riuscito a contenere il distacco sotto il secondo nonostante il tedesco sia scivolato ad inizio turno. Il pilota della Honda Lcr si è piazzato ancora una volta davanti alle Ducati ufficiali di Valentino Rossi e Nicky Hayden. Il pesarese è stato ancora una volta il migliore dei piloti di Borgo Panigale anche se la prestazione delle qualifiche ha lasciato un pò di rammarico visto l’andamento delle prime libere del venerdi. Molti miglioramenti da parte della Gp12 non si sono visti e Hayden, convalescente come Stoner, si è accontentato del decimo posto a quattro decimi dal compagno di team.

    Alle spalle delle due Ducati troviamo Katsuyuki Nakasuga, wild-card sul tracciato di casa con la Yamaha M1, e l’altra Ducati di Hector Barbera che ha chiuso la classifica dei prototipi. La prima delle Crt è quella di Aleix Espargaro che vince il “duello in famiglia” con Randy De Puniet, entrambi bravi a mettersi alle loro spalle uno spento Karel Abraham, 15esimo. Tra gli italiani 18esimo e 19esimo hanno chiuso Michele Pirro e Danilo Petrucci mentre Roberto Rolfo, che da Motegi fino alla fine della stagione sostituirà Mattia Pasini appiedato dalla Art del team Speed Master, ha chiuso in 21esima posizione, penultimo davanti al solo Ivan Silva.

  • Webber pole in Corea, Red Bull davanti a Hamilton e Alonso

    Webber pole in Corea, Red Bull davanti a Hamilton e Alonso

    Seconda pole position consecutiva per la Red Bull. Dopo Suzuka anche a Yeongam, che domani ospiterà il Gran Premio della Corea, le due lattine si sono piazzate davanti a tutti, ma la pole questa volta è andata a Mark Webber che ha beffato il suo compagno di squadra Sebastian Vettel per soli 74 millesimi. L’australiano ha strappato la prima posizione al tedesco proprio al suo ultimo tentativo firmando il giro più veloce in 1:37.242 che gli è valso la seconda pole position stagionale anche se quella di Montecarlo era stata ottenuta da Michael Schumacher, poi arretrato nello schieramento.

    Dominio Red Bull quindi con Vettel in seconda posizione, un pò a sorpresa visto che il tedesco nonostante sia entrato in pista per ultimo nella Q3 non è riuscito a migliorare il suo tempo. Questo cambia ben poco nelle gerarchie di gara che vede una Red Bull superiore a tutte le altre e nettamente favorita per la vittoria, con Webber che potrebbe proteggere Vettel dagli attacchi degli avversari anche se all’interno del team negano categoricamente che ci possano essere degli ordini di scuderia.

    L’occasione per il campione del mondo di portarsi avanti nel Mondiale è ghiotta tanto che in terza posizione, a proteggerlo dagli attacchi di Fernando Alonso, c’è un alleato insospettabile, Lewis Hamilton, che con la McLaren aprirà la seconda fila in terza posizione. L’inglese, staccato di due decimi, scatterà proprio davanti allo spagnolo, beffato di soli 7 centesimi dal pilota anglo-caraibico. Al pilota della Ferrari resta la speranza di poter migliorare in gara come quasi sempre è successo quest’anno e di poter lottare per lo meno per il podio ma l’impresa resta comunque difficile.

    Mark Webber © ROSLAN RAHMAN/AFP/GettyImages

    Al quinto posto la Lotus di Kimi Raikkonen che ha accusato un ritardo di quasi quattro decimi da Webber. La E20, dotata dei nuovi aggiornamenti agli scarichi, ha mostrato un netto miglioramente rispetto a Suzuka e la settima posizione di Romain Grosjean ne è la dimostrazione. Entrambe le vetture sono entrate nella top-ten, tra di loro la seconda Ferrari di Felipe Massa, a mezzo secondo però dalla prima posizione.

    Ancora una volta nella classifica dei migliori dieci la Force India, con un confermatissimo Nico Hulkenberg che ha conquistato l’ottava posizione accusando però un ritardo pesantissimo: il tedesco infatti è il primo dei piloti con oltre un secondo di ritardo dalla vetta, ed ha chiuso davanti alle due Mercedes di Nico Rosberg e Michael Schumacher, entrambe nella top-ten.

    Delusione invece per Jenson Button, che non è riuscito a superare la Q2 per entrare nella classifica dei migliori dieci a lottare per la pole position. L’inglese è stato anche rallentato nel suo ultimo run dalle bandiere gialle esposte dai commissari per la vettura di Daniel Ricciardo ferma alla penultima curva a causa di un problema al cambio ma sicuramente i problemi dell’inglese non sono tutti qui perchè la mancanza di velocità della Mp4-27 è state evidente. L’11esima posizione dimostra che quella competitività acquisita sino al GP di Singapore da parte del team di Woking sembra essere stata persa.

    Alle spalle di Button partirà il suo prossimo compagno di squadra in Mclaren Sergio Perez e l’altra Sauber di Kamui Kobayashi, reduce dal grande terzo posto nella sua Suzuka. In difficoltà anche la Williams, in 15esima posizione con Pastor Maldonado e in 18esima con Bruno Senna ma anche la Toro Rosso non se la passa meglio: detto di Ricciardo che a causa di un problema al cambio ha dovuto rinunciare al suo ultimo tentativo dovendosi accontantare soltanto della 16esima posizione, il suo compagno di squadra Jean-Eric Vergne ha fatto ancora peggio, chiudendo le sue qualifiche in 17esima posizione.

    Chiudono la classifica dei tempi le due Caterham, le due Marussia e le due Hrt.

  • Biaggi campione del mondo, Sykes beffato per mezzo punto

    Biaggi campione del mondo, Sykes beffato per mezzo punto

    Max Biaggi è il nuovo campione del mondo della Superbike. Al campione romano, dopo la caduta in gara 1, è bastato ottenere un quinto posto nella seconda manche di Magny Cours, ultima gara dell’anno, per conquistare la corona iridata, e conquistare il suo secondo titolo nelle derivate di serie sempre in sella alla Aprilia Rsv4. Beffato il pilota della Kawasaki Tom Sykes, al quale non è bastata la vittoria in gara 2 per ottenere uno storico titolo mondiale che manca dal lontano 1993. Delusione per Marco Melandri, l’altro pretendente al titolo, caduto al settimo giro di gara 2 dopo aver conquistato la seconda posizone nella prima manche.

    GARA 1 – Si parte con pista bagnata per la pioggia caduta abbonadante in mattinata prima del warm-up, e la gara riserva subito clamorosi colpi di scena. Il primo a fare le spese del tracciato bagnato è proprio il leader del Mondiale Max Biaggi che già al secondo giro termina la prima manche del Gran Premio di Francia, perdendo in staccata in modo anomalo e inspiegabile l’anteriore della sua moto alla curva Adelaide dopo il lungo rettilineo del primo intermedio uscendo di scena e riaprendo di fatto la lotta per il titolo che sembrava ormai quasi chiusa.

    La stessa sorte del centauro dell’Aprilia tocca qualche giro più tardi a Carlos Checa , che nel tentativo di andare a riprendere Tom Sykes perde il controllo della sua Ducati 1098 alla curva Estoril mandando in fumo il suo tentativo di rimonta. L’uscita di scena di Biaggi ridà molto più di una speranza a Marco Melandri e Sykes: il primo dopo una brutta partenza rimonta posizione su posizione fino ad arrivare al quarto posto, il secondo si gioca la vittoria con Johnny Rea, che dimostra però di essere di un altro livello sul bagnato e prende il largo. Per poco però, visto che la curva Estoril miete un’altra vittima.

    E’ infatti proprio il pilota britannico che a 11 giri dal termine viene scaraventato a terra dalla sua CBR 1000 per aver osato troppo nonostante i 10 secondi di vantaggio accumulati su Sykes. Sia il ravennate che il pilota della Kawasaki ringraziano e a questo punto si trovano in prima e in seconda posizione per giocarsi la vittoria. Ma la mina vagante non è quella da sottovalutare e porta il nome di Sylvain Guintoli, padrone di casa e indiscusso idolo dei tifosi. Il centauro della Ducati del team Pata è da sempre uno dei migliori interpreti del bagnato e infatti, galvanizzato dall’asfalto di casa e dal tifo della folla, si sbarazza in poche curve dei due avversari accumulando un vantaggio incolmabile fino alla fine della corsa.

    Max Biaggi © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Per il francese si tratta della seconda vittoria stagionale, entrambe ottenute dopo il suo passaggio dal team Effembert a quello Pata, mentre Melandri vince il duello con Sykes, che nel finale di gara cala il ritmo. Lotta al vertice che torna a farsi avvincente con Biaggi che ora ha solo 14,5 punti di vantaggio su Sykes e 18,5 su Melandri. Il Mondiale è riaperto.

    GARA 2 – Vittoria doveva essere e vittoria è stata. A Tom Sykes serviva un unico risultato per tenere accese le speranze iridate e il britannico della Kawasaki svolge in pieno il suo lavoro. Primo dall’inizio alla fine e vittoria mai messa indiscussione se non per qualche minuto targato Eugene Laverty che poi perde di consistenza nel finale di gara e perde terreno.

    Alle spalle di Sykes si danno battaglia ancora una volta Johnny Rea e Sylvain Guintoli, vincitore di gara 1, protagonisti assoluti di questo avvincentissimo GP di Francia. Alla fine a spuntarla è il pilota della Honda, caduto in gara 1 mentre era saldamente in testa al gruppo, che conquista la seconda posizione davanti all’idolo di casa. Laverty chiude più indietro davanti al compagno di squadra Max Biaggi, al quale bastava la quinta posizione per laurearsi campione e alla fine cosi è stato.

    Dopo un inizio non proprio esaltante il campione romano riprende il suo ritmo e comincia una rimonta che culmina con il sorpasso a 10 giro dal termine sullo spagnolo della Ducati Carlos Checa. Da li in poi Biaggi si limita ad amministare la gara e a limitare gli attacchi di Davide Giugliano che per qualche giro insidia la posizione del centauro dell’Aprilia che mantiene comunque senza troppi problemi il quinto posto che gli permette di conquistare il sesto titolo della carriera dopo i 4 ottenuti nella ex classe 250 tra il 1994 e il 1995, e di regalare al team anche il titolo costruttori.

    La gara di Melandri invece finisce dopo soli sette giri mandando in fumo tutti i sogni di gloria. Il ravennate scivola su una chiazza di umido e viene scaraventato nella ghiaia dalla sua Bmw, chiudendo a “zero” per ben 5 volte nelle ultime sei gare. Comunque grande la stagione di Macio, visti i tanti problemi incontrati a inizio stagione con la nuova moto ma con una migliore gestione dele gare questo Mondiale poteva veramente portarselo a casa.

    Da sottolineare lle ottime prove di Claudio Corti alla sua “prima uscita”  ufficiale in Superbike. Il pilota della Kawasaki del team Pedercini chiude con un grande nono posto in gara 1, complici anche le cadute di tanti piloti, e con il 12esimo posto nella seconda manche.

    In questo modo si è chiusa una avvincente stagione della Superbike, che come pochi anni ha visto più piloti in lotta per la vittoria finale. Biaggi, dall’alto della sua grande esperienza, ha saputo sfruttare le defaillance degli avversari per accumulare vantaggio durante la stagione e gli ultimi tentativi di aggancio dei rivali sono stati resi vani.

    Per Sykes è una vera è propria beffa ma al britannico resta sicuramente la consapevolezza di aver disputato una grande stagione seppur con una moto leggermente inferiore rispetto alla concorrenza. Nonostante tutto il pilota della Kawasaki ha messo in bacheca ben 9 pole position su 14 GP e tanti record sul giro, ed è stato degno avversario di un Biaggi che tuttavia ha meritato pienamente il Mondiale conquistato a 41 anni suonati.