Scenderà in pista oggi la nuova Ducati Desmosedici GP12 che prenderà parte al mondiale MotoGP nella stagione 2012. Il nuovo prodotto della casa di Borgo Panigale sarà svelato e testato sul circuito di Jerez de la Frontera dove percorrerà i primi chilometri con il neo iridato Superbike, sempre con Ducati, Carlos Checa e il collaudatore Franco Battaini che proveranno fino a giovedi.
La moto viene definita come nuova al 90%, radicalmente rivoluzionata rispetto a quella dello scorso campionato, anche se a detta del Direttore Generale della Ducati Corse Filippo Preziosi la moto non dovrebbe presentare moltissime differenze estetiche rispetto alla sua precedente versione, e tutte le novità dovrebbero essere nascoste sotto la carena.
Sembrerebbe dunque una moto in controtendenza rispetto a quelle degli anni scorsi, realizzata prevalentemente sotto i consigli di Valentino Rossi, che si spera abbia potuto dare indicazioni per diminuire il gap con le giapponesi, ed indirizzare tutto il team nella giusta direzione affinchè la nuova Ducati possa contendere il titolo alla Honda, dominatrice assoluta ed indiscussa dello scorso Mondiale.
E cosi come il progetto della nuova moto, anche la scelta della presentazione è stata modificata, non più alla kermesse di Wrooom a Madonna di Campiglio come era consuetudine negli scorsi anni, ma direttamente in pista, come già detto, a Jerez.
I piloti ufficiali Valentino Rossi e Nicky Hayden proveranno la nuova moto molto più avanti, agli inizi di febbraio, ma si troveranno comunque svantaggiati rispetto a Honda e Yamaha, che già a gennaio scenderanno in pista, ma “solo” per definire gli ultimi dettagli delle moto. Per lo statunitense sarà ancora più difficile presentarsi nelle migliori condizioni all’appuntamento a causa dell’infortunio occorsogli lo scorso 27 dicembre durante una sessione di allenamento in una struttura indoor di flack track nel Kentucky, suo Stato d’origine.
Toccherà quindi a Valentino portare quante più indicazioni possibili al team per riportare la nuova Rossa ai risultati che tutti, Rossi e squadra in primis, auspicano da tempo.
Sarà svelata il 3 febbraio la nuova creatura della casa di Maranello che prenderà parte al mondiale 2012. Così come preannunciato già nello scorso campionato il progetto della nuova vettura Ferrari sarà parzialmente diverso da quello della scorsa stagione, ai fini di creare una monoposto rivoluzionaria per permettere a Fernando Alonso e Felipe Massa di contendere il titolo a Sebastian Vettel e alla Red Bull, che parte nettamente da favorita. “Sarà dal punto di vista meccanico una vettura che rompe con il passato anche se questo sarà significativo soltanto se la macchina sarà competitiva” ha detto il team principal Stefano Domenicali.
Proprio per questo motivo a Maranello hanno deciso di puntare sul rinnovamento e sul rafforzamento della propria squadra grazie all’inserimento di nuovi tecnici che si occuperanno sia della parte motoristica che della parte aerodinamica. Steve Clark, ex McLaren e Mercedes, sarà il nuovo responsabile di pista mentre continua la “fuga” da Woking destinazione Maranello degli aerodinamici McLaren, l’ultimo in ordine di tempo è il polacco Marcin Budkowski che aveva lavorato già per la Ferrari dal 2002 al 2004. Ma la novità più importante è l’ingaggio dell’ex ingegnere della Bridgestone Hiro Ide Hamashima, che sarà il responsabile dello sviluppo degli pneumatici. Nelle intenzioni della squadra il suo ingaggio dovrebbe portare ad un miglioramento delle prestazioni e dell’usura delle gomme, vero punto debole delle Rosse negli ultimi anni.
Inoltre Stefano Domenicali, dal ritiro di Madonna di Campiglio, dove la squadra sta concedendosi un pò di relax, ha annunciato che la nuova vettura potrebbe debuttare già il 3 febbraio, stesso giorno della presentazione, o al massimo il 4, sulla pista di Fiorano, ma il primo test ufficiale sarà affidato a Felipe Massa il 7 febbraio sulla pista di Jerez. Proprio per il brasiliano il 2012 sarà un anno importantissimo, essendo chiamato a riscattare una stagione pienamente sotto le aspettative e deludente confrontando le sue prestazioni con quelle del suo compagno di squadra Fernando Alonso.
Il consiglio comunale di Coriano ha deciso di intitolare il Palazzetto dello Sport che si trova in via Piane allo sfortunato pilota italiano Marco Simoncelli, scomparso in circostanze tragiche durante il Gran Premio di Sepang in Malesia lo scorso 23 ottobre.
Il Comune di Coriano è stato così autorizzato a procedere all’esecuzione del fatto in virtù del benestare della Prefettura che ha concesso una deroga alla norma che prevede i 10 anni affinchè si possa dedicare un ricordo ad un luogo o monumento aperto al pubblico. Dunque è stato un iter burocratico a tempo di record se si pensa che la nomina è arrivata dopo solo un mese e una settimana dalla sua scomparsa.
In questo modo Coriano cercherà di ricordare degnamente la sua memoria. Cosi recita la nota:
“In considerazione della caratura e della notorietà della persona è stata altresì derogata la norma citata nella parte in cui prevede che “nessun monumento, lapide o altro ricordo permanente può essere dedicato in luogo pubblico o aperto al pubblico, a persone che non siano decedute da almeno dieci anni“.
Ma le opere benefiche in onore di Marco non si fermano qui. Per mantenere viva la memoria di Marco infatti, dopo aver dedicato a SuperSic il circuito di Misano che già mette in bella mostra il suo nome, prossimamente sarà eretto presso la Chiesa di Santa Maria in cui si sono svolti i suoi funerali, un monumento commemorativo che diverrà il punto di riferimento per tutti coloro che vorranno lasciare un fiore o un pensiero.
L’idea è nata dal fatto che la scalinata che collega la chiesa parrocchiale alla via Garibaldi, luogo in cui dovrebbe sorgere il monumento, è diventata simbolo del suo ricordo in quanto viene ricoperta giornalmente da lettere e omaggi dedicati al campione corianese, i quali testimoniano tutto l’affetto e la solidarietà che i cittadini mostrano alla sua famiglia. “In questo modo Marco rimarrà sempre nella memoria di tutti coloro che lo ricordano come un grande pilota ed una persona straordinaria“.
Le indiscrezioni sul possibile ritiro del Dottor Costa , figura medica del motociclismo molto conosciuta e apprezzata dagli uomini di questo sport, che circolavano prepotentemente già da ieri sera si sono rivelate totalmente false ed infondate. Ad assicurarlo è stato lui stesso in un’intervista in cui ha smentito seccamente le voci di un suo possibile addio dal motomondiale: “Non ho mai detto nulla che abbia potuto far presagire o pensare una cosa del genere e non capisco come questa notizia possa essere venuta fuori. Non ho nessuna voglia di ritirarmi e di stare fuori dalle corse“.
In effetti il dottor Costa, angelo custode di tutti i piloti del motomondiale, era intervenuto ieri sera alla conferenza di un Panathlon di Imola, parlando del suo rapporto con il mondo delle corse e di chi quel mondo lo vive appieno, rendendosi protagonista più di ogni altro ovvero i piloti stessi. “Ieri sera mi sono soffermato sul fatto che oggi non esistono più i piloti di una volta, i veri eroi, che avevano la voglia di correre anche con infortuni abbastanza seri come le fratture. Io mi adoperavo al massimo affinchè potessi presentarli al 100%, mentre adesso un pò tutti hanno perso quello spirito e preferiscono fermarsi per tempi più lunghi per farsi curare di più rispetto al passato“.
Inevitabile a questo punto anche un pensiero su Marco Simoncelli, il pilota romagnolo scomparso proprio poco tempo fa a causa di un incidente sul circuito di Sepang. Il dottor Costa, al quale ha anche dedicato una lettera nei giorni antecedenti il funerale in cui descriveva il rapporto e le situazioni che venivano a crearsi nei momenti pre e post gara , parla di Marco proprio come ultimo di questi eroi, definendolo come un pilota che si lasciava guidare dalla follia: “I piloti da fabbricare come Marco non ci sono più, che si lasciano guidare dalla follia e dalla passione. La morte di Marco mi ha profondamente turbato, purtroppo non ero con lui sul circuito di Sepang e non escludo che se avessi trascorso i momenti prima della gara assieme lui le cose sarebbero potute andare diversamente. Ma questo non significa che la mia opera sia finita, anzi andrò avanti ancora per molto e sarò sempre più presente durante le corse“.
Proprio non molto tempo fa il patron della “Clinica Mobile”, di cui è fondatore da quasi 35 anni, aveva annunciato il prolungamento del suo rapporto di altri 5 anni con il Motomondiale e con la Superbike. E dunque l’angelo custode di tutti i piloti potrà continuare ad essere ancora la figura di riferimento di tutti i motociclisti.
Mark Webber archivia la stagione 2011 vincendo la 36esima edizione del GP del Brasile ultimo appuntamento del mondiale sul circuito di Interlagos. Il pilota australiano regala al team il 12esimo centro stagionale, agevolato anche da un presunto problema al cambio al compagno di squadra Sebastian Vettel che non ha potuto far altro che lasciarlo passare consegnandogli di fatto la prima vittoria in una stagione in cui ha mostrato poche luci e molte ombre.
La vittoria tuttavia non è stata sufficiente a consentirgli di superare Button nel mondiale ed ha cosi chiuso in terza posizione beffando per un solo punto lo spagnolo della Ferrari Fernando Alonso.
Al grande Seb è toccato cosi il premio di consolazione, la seconda posizione, che, dopo il record di pole in una sola stagione ottenuto nella giornata di ieri, gli ha consentito di eguagliare un altro primato che persiste dal 2002, in coabitazione con il suo mentore Michael Schumacher: si tratta del maggior numero di podi conquistati in un campionato, risultato davvero fenomenale per una squadra e un pilota che continuando di questo passo potrebbero battere qualsiasi record.
Dunque le prime due posizioni non sono mai state in discussione per tutta la gara, ma la vera lotta è stata alle spalle delle lattine volanti con Button e Alonso che si giocavano podio e seconda posizione nel mondiale. Sin dalla partenza lo spagnolo è sembrato pimpante e a suo agio e dopo aver superato in avvio Hamilton fa lo stesso con una manovra fenomenale alla Ferradura all’altra McLaren. Ma la competitività della Ferrari, come molto spesso è accaduto quest’anno e non solo, è terminata al momento dell’ultimo pit-stop, coincisa con l’obbligo di montare le gomme dure che hanno di molto calato le prestazioni della Rossa consentendo cosi Button di recuperare lo svantaggio per poi rendere il favore allo spagnolo superandolo sul rettilineo opposto a quello del traguardo grazie anche al DRS. Doppia beffa per Alonso, che, come detto già sopra, perde anche il terzo posto nel mondiale a favore di Webber, ma anche il giusto riconoscimento alla stagione di Jenson, che porta a casa tre vittorie, tante quante il suo compagno di squadra Hamilton ma premiato dalla maggiore costanza che gli ha permesso di arrivargli davanti nel mondiale, cosa che non era riuscita a nessun altro in passato nella stessa squadra.
Capitolo Hamilton appunto. Oggi l’inglese è stato molto sfortunato, ha chiuso la sua stagione con un ritiro forzato a causa di problemi al cambio mentre si trovava a lottare per la quinta posizione ancora una volta con Felipe Massa. Il brasiliano ha cosi avuto il via libera dall’anglo-caraibico, arrivando cosi con relativa tranquillità al traguardo con la quinta piazza in tasca. Certo è che nel giorno del suo 100esimo GP in carriera, nella gara di casa oltretutto, ci si aspettava qualcosa di più dal brasiliano, ma la gara di oggi rispecchia pienamente l’andamento di tutto il mondiale, in cui non è riuscito a salire neanche per una volta sul podio. Servirà dimenticare in fretta questa stagione anche perchè per riportare la Ferrari ai massimi livelli c’è bisogno anche del suo aiuto.
Bella gara ancora una volta della Force India che riesce a battere la Mercedes con Adrian Sutil (sesto) e Paul Di Resta (ottavo) che chiudono nella morsa Nico Rosberg. Chiudono la top-ten Kamui Kobayashi e Vitaly Petrov. Grazie al nono posto del giapponese la Sauber riesce ad arrivare davanti per tre punti alla Toro Rosso nella classifica finale, il che significa più introiti per la prossima stagione per la casa svizzera.
Bruno Senna invece dopo le belle qualifiche di ieri non riesce a ripetere la prestazione in gara e chiude 17esimo con 2 giri di ritardo.
Tra i veterani del circus Michael Schumacher non è riuscito ad andare oltre la 15esima posizione anche a causa di un contatto con Senna che ne ha causato la foratura di uno pneumatico e la conseguente perdita di un giro compiuto a velocità ridotta. Il brasiliano è stato poi penalizzato con un drive-throught, mentre l’idolo di casa Rubens Barrichello chiude con la 14esima posizione, e precede proprio l’ex compagno di squadra in Ferrari.
Sebastian Vettel conquista anche l’ultima pole stagionale del GP del Brasile, sul circuito di Interlagos, pole che gli vale il record assoluto di pole position in una sola stagione stabilito da Nigel Mansell nel 1992, con ben 15 centri. Il campione tedesco già nel suo primo tentativo in Q3 fa capire agli avversari che la prima posizione è solo un affare suo rifilando con un 1:13.2 mezzo secondo al secondo classificato, ma è nel secondo tentativo che il tedesco tira fuori il coniglio dal cilindro completando un giro stratosferico in 1:11.918 che lo porta sotto il muro dell’1:12, neanche a dirlo unico pilota in grado di riuscirci. Il pilota della Red Bull conquista cosi l’ultimo degli obiettivi di una stagione piena di soddisfazioni e che lo ha visto consacrarsi campione già con largo anticipo.
Soddisfazione anche per la Red Bull che centra l’ennesima prima fila con la seconda posizione di Mark Webber, che ancora una volta dimostra di essere velocissimo in prova, ma dovrà dimostrare di non perdere di consistenza in gara, anche perchè la seconda posizione nel campionato del mondo è lontana ma ancora possibile.
Seconda posizione che si trova nelle mani di Jenson Button e che domani partirà dalla seconda fila in terza posizione. L’inglese è distante tre decimi da Vettel ma domani gli basterà arrivare sul podio per essere sicuro del piazzamento d’onore nella classifica mondiale. L’altra McLaren di Lewis Hamilton chiude in quarta posizione, a oltre mezzo secondo dalla prima piazza, deludente prestazione considerando le buone prove libere della giornata di ieri. L’anglo-caraibico cercherà di correre più per il morale che per le proprie ambizioni poichè per la prima volta in carriera chiuderà alle spalle del compagno di team.
Pronostici rispettati invece in Ferrari, dove quinta posizione si aspettavano e alla fine quinta posizione è arrivata. Sempre con il solito Fernando Alonso che limitai danni e che domani cercherà di correre una gara tutta d’attacco cercando di sfruttare ogni minimo errore degli avversari. Anche lo spagnolo è in lizza per la seconda posizione nel mondiale e l’impresa non è impossibile anche perchè la Ferrari (di Alonso) ha dimostrato di avere sempre un buon passo in gara, simile a quello della McLaren. Certo è che servirà l’aiuto di Felipe Massa, a cui l’aria di casa però proprio non ha fatto bene. Il brasiliano chiude soltanto in settima posizione a 1″ e 1 decimo di distacco preceduto anche dalla Mercedes di Nico Rosberg.
Ottava posizione per la Force India di Adrian Sutil, che per la quarta volta consecutiva chiude fra i primi dieci ed è buona anche la qualifica dell’altro idolo di casa, nipote del più amato pilota brasiliano di sempre Ayrton, Bruno Senna che termina le sue qualifiche in nona posizione e ritorna nella top-ten che mancava dal GP del Giappone a Suzuka. Chiude la top-ten il vecchio leone Michael Schumacher, che dopo essere entrato nella Q3 proprio per una questione di centesimi, ha deciso di non scendere in pista nell’ultima qualifica e di risparmiare 2 set di gomme morbide per la gara. Schumi è sempre entrato nei migliori dieci del GP del Brasile.
La notizia era nell’aria già da parecchi giorni, ma si sperava nella possibilità di vederla anche l’anno prossimo, e invece è arrivata l’ufficialità dell’abbandono anche da parte della Suzuki, una delle più gloriose case giapponesi che, ricordiamo, vanta l’ultimo titolo iridato nel 2000 con Kenny Roberts. Un vero peccato considerando le buone prestazioni negli ultimi GP della stagione con Alvaro Bautista e nelle sessioni di test a Valencia con Randy De Puniet in sella alla nuova moto 1000.
La Suzuki è l’ultima delle tante vittime illustri che la crisi economica sta colpendo, soprattutto nel mondo delle due ruote. Sicuramente non prenderà parte alle gare di MotoGP nei prossimi due anni,nel 2012 e nel 2013, sperando poi di portare una moto che possa competere ai massimi livelli nel 2014.
Negli ultimi tempi è’ toccato sempre in MotoGP alla Kewasaki, che ha lasciato già da qualche anno preferendo concentrarsi sulla Superbike, mentre sempre nel mondo delle derivate di serie è toccato alla Ducati, che quest’anno è riuscita comunque a portare a casa il titolo iridato con una moto clienti, e alla Yamaha proprio alla fine di questa stagione, ma ancora non si hanno notizie ufficiali riguardo le intenzioni del team di schierare un team privato.
In una nota del team si legge che “Suzuki ha deciso di sospendere temporaneamente la partecipazione alla MotoGP dal 2012, sospensione necessaria per far fronte alle difficoltà causate dalla recessione economica, dalla svalutazione dello Yen e dai ripetuti disastri naturali. Suzuki continuerà l’attività nel motocross e nelle derivate di serie, cercando di sviluppare una moto competitiva da portare in pista nel 2014“.
La griglia di partenza della classe regina vede ridursi cosi a tre soli costruttori, Honda, Yamaha e Ducati, che schiereranno quattro moto per parte, più le CRT che monteranno un propulsore 800cc.
Si va dunque verso un anno di passaggio, con queste nuove moto che sicuramente faranno un pò fatica a tenere il passo delle migliori per i primi tempi, ma si spera possano portare ad una griglia più numerosa a partire dai prossimi anni.